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Autore: KakashinoSharingan    09/12/2016    2 recensioni
Prequel della storia "Gli angeli bianchi e lo spadaccino di Kumo".
Mitsuki proviene da un clan di Kumo con un passato burrascoso e viene affidata alle cure dell'orfanotrofio locale. In queste circostanze conosce Chitoge, signorina di buona famiglia che vuole opporsi al destino scelto per lei dal padre, per diventare una ninja.
Mini-long che racconta la formazione del Team Full Moon.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Team Full Moon'
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CAPITOLO III
Salto nel buio
Le visite di Chitoge a Mitsuki si fecero sempre meno regolari una volta che la ragazza venne promossa all'Accademia Ninja e divenne una genin di Kumo a tutti gli effetti. Le ragazze però riuscivano a vedersi almeno tre volte al mese e Mitsuki attendeva sempre con impazienza che Chitoge entrasse dalla finestra della sua camera.
Quando la ninja non si fece vedere per più di due mesi, però, Mitsuki iniziò a preoccuparsi. Non sapeva se le fosse successo qualcosa durante una missione, oppure se semplicemente si fosse stancata di lei.
Un giorno, in pieno pomeriggio, la finestra della sua camera si spalancò e una ragazza vestita di bianco entrò rapidamente. A una prima occhiata non aveva quasi riconosciuto la sua amica: sembrava dimagrita ed era piuttosto pallida.
«Chitoge, che ti è successo?» quasi urlò mentre le correva incontro, abbracciandola non troppo forte per paura di farle del male. Si accorse che l'amica era anche coperta di lividi. L'aiutò a sdraiarsi sul letto, quasi scoppiando in lacrime.
Chitoge le sorrise: «Tranquilla, Mitsuki, sto bene. Mi dispiace di averti fatta preoccupare, però non potrò trattenermi molto.»
«Certo che puoi, voglio aiutarti a costo di farmi punire!» esclamò Mitsuki in risposta.
Chitoge scosse la testa, per poi dire: «Se ti scoprissero non andresti incontro a una semplice punizione.»
Mitsuki la guardò, perplessa: «Che intendi dire?»
«Mi hanno bandita da Kumo» mostrò il coprifronte, sul quale era stata incisa una lunga linea orizzontale «e quindi ora sto scappando dalla polizia, non più dal mio insegnante di musica» concluse la frase ridacchiando. Poi però si accorse dell'espressione triste dell'amica, quindi si ricompose: «Tranquilla, sto bene davvero. Solo volevo salutarti prima di darmi alla macchia.»
Mitsuki ricacciò indietro un singhiozzo: «Come sarebbe a dire darti alla macchia? E poi io ti conosco, non potresti mai fare qualcosa di male!»
Chitoge sospirò: «Infatti, è proprio questo il punto. Non ho fatto niente.»

Raccontò all'amica il motivo della sua condizione. Il padre di Chitoge apperteneva a una delle famiglie più ricche di Kumo e pur non avendo un titolo nobiliare superava molti aristocratici in quanto a proprietà. Chitoge non si era mai chiesta la fonte della ricchezza del padre, dandola sempre per scontata. Un giorno però venne a sapere di un giro d'affari che suo padre conduceva assieme a un uomo di Kiri sotto il nome di Gato Corporation. Aveva già sentito quel nome, era molto famosa come azienda di trasporti e per la prima volta era stata orgogliosa di suo padre.
Però con il passare del tempo aveva iniziato anche a sospettare che ci fosse qualcosa che suo padre si ostinava a tenerle nascosto. Per scoprire di cosa si trattasse aveva fatto in modo di seguirlo durante i numerosi viaggi d'affari, fingendosi interessata alla successione nell'azienda, e assistendo quindi ad alcune delle trattative. Tuttavia non era riuscita a raccogliere abbastanza prove, e dall'altra parte non se la sentiva di condannare suo padre senza essere perfettamente sicura di un suo coinvolgimento nei loschi affari di Gato.

«Semplicemente mi ero illusa che mio padre facesse parte solo del giro d'affari legale della Gato Corporation. La polizia di Kumo mi ha condannata per il mio silenzio, e merito di pagarne le conseguenze. Sono morte delle persone a causa delle azioni di mio padre.» guardò l'amica con aria stanca, senza mostrare particolari emozioni.
Mitsuki a quel punto si alzò in piedi: «A me non interessa quello che la polizia di Kumo pensa di te. Tu mi hai aiutata tanto, e sappi che se avrai bisogno di qualcosa mi troverai sempre qui. Sarei molto felice di vederti ancora, Chitoge!»
«Anche io, Mitsuki» le rispose l'altra, prendendole la mano.
«Allora devi promettermi che tornerai ancora» la incalzò Mitsuki, non convinta.
«Sì, te lo prometto.»


Note dell'autrice

Ciao!
Eccoci qua col capitolo capitolo terzo, un pochino più breve degli altri, ma siccome viene spiegato finalmente il motivo per cui Chitoge è considerata una traditrice a Kumo, ho pensato di non aggiungere ulteriori colpi di scena. Siamo già a metà storia, e non posso nascondere di essermi affezionata a questa piccola trama.
La situazione familiare di Chitoge l'ho costruita sia per ricordare la sua famiglia di gangster in Nisekoi, sia per collegare questo crossover alla serie principale di Naruto, dando anche qualche coordinata temporale (seppur indiretta).
Ringrazio tutti i lettori e recensori per il supporto!
 
Un saluto!
   
 
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