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Autore: _Trixie_    10/12/2016    4 recensioni
Un capitolo al giorno, dal primo al venticinque dicembre, su Emma e Regina alle prese con il Natale. Anzi, con un doppio Natale: quello presente, nei giorni dispari, e quello passato, nei giorni pari.
(I capitoli saranno molto, molto brevi).
Buona lettura e buon Natale.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dicembre, 10
- un anno prima -
 
 
 
What a bright time
it's the right time
To rock the night away
Jingle bell time is a swell time
To go gliding in a one-horse sleigh
Giddy-up jingle horse
pick up your feet
Jingle around the clock
Mix and a-mingle in the jingling beat
- Jingle bells rock
 
 
 

 
«Dove stiamo andando?» domandò Emma, gli occhi bendati e Regina a guidarla. Lo sceriffo non avrebbe mai acconsentito a una cosa del genere se si fosse trattato di altri al di fuori di Regina.
Ma a Regina avrebbe affidato la sua stessa vita e quella di suo figlio.
Beh. A Regina aveva più volte affidato la propria vita e quella di Henry. E non vedeva alcun motivo per smettere proprio in quel momento.
Una delle mani del sindaco stringeva la mano dello sceriffo, mentre l’altra era appoggiata alla base della sua schiena.
A Regina non l’aveva detto, ma Emma si era accorta che non avevano fatto altro che girare a vuoto, partendo da casa di Emma, fino al numero 108 di Mifflin Street. I tentativi di Regina per farle perdere l’orientamento non avevano funzionato. Affatto.
«Non ho intenzione di svelartelo, signorina Swan» rispose Regina.
Emma represse un sorriso divertito. «Scommetto che non manca molto».
«Ancora un passo» la guidò Regina. «Perfetto, ferma» aggiunse, mettendo entrambe le mani sui fianchi di Emma e poi mettendosi di fronte allo sceriffo.
Emma fece volontariamente un passo avanti, stringendosi a Regina e mettendo le braccia intorno al collo del sindaco. «A me sembra che ora sia perfetto».
«Sei ingestibile, signorina Swan».
«Sei tu che sei irresistibile. Oh, con questo freddo sono sicura che hai le guance tutte rosse».
«Emma, smettila».
Emma alzò gli occhi al cielo, prima di rendersi conto che il sindaco non avrebbe potuto vederlo. Sentì le mani di Regina raggiungere con dita abili il nodo della benda dietro la testa e Emma si abbassò appena per agevolarle il compito.
Sciogliendole la benda, Regina si fece da parte.
E Emma aprì gli occhi solo per ritrovarsi davanti una carrozza aperta, con delle coperte ordinatamente appoggiate sui sedili. Guardò Regina, interrogativa.
Il sindaco si strinse nelle spalle. «Hai detto che non hai mai fatto un giro in carrozza. Questa è una carrozza».
«Lo so che è una carrozza, ma-»
«È il nostro primo Natale insieme, Emma. Voglio che sia unico».
«Magari persino speciale?»
Regina rise. «Sì» concesse, arrossendo. E non per il freddo. «Allora, vogliamo andare a fare un giro per le vie innevate di Storybrooke, signorina Swan?» domandò poi Regina, prendendo una mano dello sceriffo e facendo qualche passo indietro, senza distogliere gli occhi da quell’incantato stupore che era il volto di Emma, verso la carrozza.
«Sì! No! Aspetta» notò poi lo sceriffo, accigliandosi. «Non ci sono i cavalli!»
Regina agitò la mano nell’aria e la carrozza si mosse di qualche metro in avanti.
Gli occhi di Emma brillarono e la ragazza si affrettò a seguire Regina, che salì su quel fiabesco mezzo a quattro ruote per prima, porgendo poi la mano allo sceriffo.
«La vostra carrozza è pronta, principessa Emma».
Lo sceriffo alzò un sopracciglio e scosse la testa. «Non avrebbe mai funzionato».
«Cosa?»
«Io, nel ruolo di principessa» rispose Emma, afferrando comunque la mano di Regina per aiutarsi a salire in carrozza.
Regina fece una smorfia, mettendole un braccio intorno ai fianchi e dandole un bacio sulla guancia. «Non lo so. Magari sì. Ti immagino, con un vestito bianco e rosa, che raccogli fiori in mezzo al bosco, cantando un sentimentale motivetto che ti ha insegnato Snow».
«No» disse Emma. «Io non canto».
«Come vuoi» fece Regina, alzando le mani in segno di resa, prima di indicare a Emma di prendere posto. Regina la imitò, sedendosi accanto a lei.
Lo sceriffo stese le coperte sulle loro gambe, ben sapendo quanto Regina soffrisse il freddo.
«Grazie» disse il sindaco, appoggiando la testa sulla spalla di Emma. Il braccio dello sceriffo intorno alle spalle.
«Grazie a te» bisbigliò Emma in risposta, mentre Regina faceva muovere la carrozza con un gesto della mano. «Comunque non mi ero per nulla accorta che avessimo girato a vuoto solo per arrivare davanti a casa tua».
«Sta’ zitta a apprezza lo sforzo, Emma».
Lo sceriffo mise una mano sotto il mento di Regina per voltare il viso del sindaco verso il proprio, prima di baciarla.
 






NdA
Un paio di precisazioni. Riguardo allo scambio di battute tra Emma e Regina («Voglio che sia unico»/ «Magari persino speciale?»), il riferimento è alla battuta in cui Emma descrive il legame tra loro come “I don’t know unique. Maybe even special”.
La parte in cui Regina chiama Emma “principessa Emma” e poi le fa notare che avrebbe cantato, cosa che subito Emma nega, è invece un chiaro riferimento all’episodio di questa settimana (06x10).
Grazie a Isarainbow **
E a tutti voi!
A presto, T. 
   
 
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