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Autore: Arwen88    20/05/2009    14 recensioni
Itachi ha sei anni, frequenta l'accademia ninja ed inizia a rapportarsi con la realtà al di fuori della casa, come può reagire un bambino così piccolo a concetti come "orgoglio" e "prestigio"? Sono concetti e realtà veramente importanti se confrontate con la possibilità di essere abbracciati da un genitore? Riuscirà Itachi nel giorno del suo compleanno a ricevere ciò che più desidera?
**Fan fiction classificatasi sesta a pari merito al Contest "Buon Compleanno!" indetto da 13d08c81 (iaia).**
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I-ta-chi! Ed eccomi a postare un'altra fan fiction fresca fresca di contest. Spero vi possa piacere, non avevo mai trattato questo personaggio, per cui era un po' un esperimento! Ringrazio la giudice per aver postato velocemente i risultati e le altre partecipanti.

Fan fiction classificatasi sesta a pari merito al Contest "Buon Compleanno!" indetto da 13d08c81 (iaia).
La Storia più Tenera:
"I-TA-CHI" di Arwen88.



Autore: Arwen88
Titolo: I-TA-CHI!
Genere: Sentimentale.
Compleanno scelto: Itachi (9 Giugno)
Rating: Verde
Capitoli: 1
Avvertimenti: What if, One-shot.
Presentazione: Itachi ha sei anni, frequenta l'accademia ninja ed inizia a rapportarsi con la realtà al di fuori della casa. Come può reagire un bambino così piccolo a concetti come "orgoglio" e "prestigio"? Sono concetti e realtà veramente importanti se confrontate con la possibilità di essere abbracciati da un genitore? Riuscirà Itachi nel giorno del suo compleanno a ricevere ciò che più desidera?
Note dell'autore: Ho preso in considerazione che Itachi fosse entrato in accademia all'età di sei anni per "esigenze di copione". La storia è tutta dal punto di vista di Itachi, l'ho scritta pensando che, nonostante fosse un genio, non è escluso potesse vedere il mondo esattamente come tutti i bambini della sua età...



I-TA-CHI!


Il  mio nome è Itachi Uchiha, del prestigioso clan Uchiha.
Il prestigio del nostro clan è noto in tutta la terra del Fuoco e anche oltre.
Questo mi riempie d'orgoglio.
Ho imparato sin da piccolo le parole "prestigio" e "orgoglio", perché sono molto importanti.
Mio padre le ripete spesso. Quando parla...
Devo dare il meglio di me stesso, dimostrare di essere degno del mio nome.
Qualche volta le dice anche la mamma, ma non tanto quanto papà: lei talvolta mi abbraccia. Sono dei bei momenti.
Vorrei potessero essere più frequenti.
Purtroppo ora abbraccia di più il mio fratellino piccolo Sasuke. Lui non fa altro che piangere... Però quando dorme è carino. Anche se non parla mai. Mamma dice che è perché è piccolo, ma che presto dirà la sua prima parola: probabilmente sarà qualcosa che ritiene importante, tipo "mamma" o "pappa".

Qualche volta per strada, fuori dal quartiere Uchiha, vedo altri bambini, loro passano più tempo coi loro genitori.
È strano.
Vengono anche
abbracciati più spesso.
Talvolta mi chiedo perché.
Qualche volta mi chiedevo che differenza ci fosse tra me e loro.
Un giorno camminavo al fianco di mio padre e gliel'ho chiesto, quel giorno ho potuto riconoscere l'"orgoglio" nella sua voce mentre mi diceva: "La nostra famiglia è più prestigiosa".
Allora ho capito che l'essere prestigiosi è qualcosa di cui andare fieri... ma non è qualcosa per cui si può essere felici.
Infatti nessun bambino Uchiha viene abbracciato quanto i bambini delle altre famiglie.
Sarà poi così tanto importante il prestigio?
Non ne sono tanto sicuro... ma forse quando sarò più grande lo capirò!

Qualche giorno fa all'accademia un bambino ha compiuto gli anni, ci ha invitato tutti alla sua festa.
Ho chiesto a mamma se potevo andarci e lei mi ha detto di sì, sorridendomi.
Mamma poi ha detto che il mio compleanno sarebbe stato il nove, solo la settimana prossima!
Papà era in missione e forse non ci sarebbe stato, ma mamma ha detto che mi farà la torta!

La festa del mio amico è stata divertente!
C'erano i palloncini e tanti dolci, abbiamo fatto un sacco di giochi e ho riso tanto!
Ad un certo punto, sua madre ha detto che era il momento di aprire i regali e dopo ogni pacco che apriva lui era tanto rosso in faccia e la persona che glielo dava poi lo abbracciava.
In quel momento ho pensato che non vedevo l'ora arrivasse il mio compleanno: se la mia famiglia era tanto prestigiosa forse avrei avuto ancora più amici invitati e ancora più abbracci!

Poi il nove è arrivato.
Ho chiesto a mamma se potevo fare una festa e lei ha detto di sì, che l'avrebbero preparata lei e mia zia, e probabilmente avrebbero invitato molti amici di famiglia.
Purtroppo mio padre non era ancora tornato, ma mia madre mi disse di non preoccuparmi e andare a scuola.
Quando sono tornato, ho trovato tutti gli amici di famiglia in casa.
Però... non c'erano palloncini... e c'erano solo due o tre bambini.
Non è stato molto divertente.
Non abbiamo giocato a niente.
Ho seguito mamma in cucina e le ho chiesto se potevamo giocare, ha fatto un sorriso strano che non sono riuscito a capire... Mi ha detto che il nostro clan era troppo serio per giocare. Ci sono rimasto male.
Però mi ha detto che presto avrei mangiato la torta e poi avrei potuto aprire i regali.
Questo mi ha tirato decisamente su!
La torta era buonissima e poi è arrivato il momento dei regali: sentivo che il mio sorriso era enorme... non vedevo l'ora di essere abbracciato da tutte quelle persone!

Il primo pacco era di mamma e papà, mamma ha detto che l'aveva scelto mio padre.
L'ho aperto col cuore che batteva forte e dentro... dentro c'erano dei kunai intarsiati. Bellissimi, certo, ma non so perché avevo voglia di piangere.
Mamma mi ha accarezzato la testa e io l'ho guardata, aveva lo stesso sorriso di qualche ora prima...
Un uomo alto alle mie spalle mi ha dato il suo regalo e io l'ho aperto: altre cose da ninja. L'ho ringraziato e poi ho provato ad alzare le braccia per essere abbracciato, ma lui mi ha guardato strano, mi è sembrato confuso e sorpreso. Ho riabbassato subito le braccia.
Ho aperto tutti i regali.
Nessuno mi ha regalato giocattoli, nessuno mi ha abbracciato.
Tutti gli adulti poi si sono messi a parlare di missioni e di decisioni del Consiglio.

Mi sono ritrovato seduto sul divano da solo, avevo tanta voglia di piangere.
Ho sentito un movimento affianco e mi sono ritrovato con Sasuke che gattonava verso di me.
Mi si è fermato proprio accanto ed ha messo le manine sulla mia gamba.
Lo sapevo che non sapeva parlare, ma mamma mi ha detto che lui capisce quello che gli si dice, così ho provato a farlo parlare: ho avvicinato la faccia alla sua e gliel'ho chiesto lentamente, magari così rispondeva!
-Qual è la cosa più importante per te?-
Ha iniziato a fare dei strani versi... roba tipo "A-A-I!", così gliel'ho richiesto!
-Qual è  la  cosa  più  importante  per  te?-
-I-I-I-TA-CHI!-
Non ci credo... io?
-Io?-
-A! I-TA-CHI!-
La sua parola! Sono io! Sono io!
Ha un sorriso enorme, è bellissimo!
Mi è venuto spontaneo ricambiarlo e... ha tolto le manine dalla mia gamba e le ha messe sulla mia faccia... era un abbraccio! Non proprio fatto bene magari, ma pur sempre un abbraccio!
Era il mio regalo! Il mio regalo con l'abbraccio!
Che bello!
Ho preso Sasuke e l'ho abbracciato forte! Beh, non troppo, sennò gli facevo male: l'ho tenuto così finché non si è addormentato...
Sono contento, ho ricevuto dal mio fratellino il regalo più bello!



Spero vi sia piaciuta, se vorrete lasciare un commentino mi farà naturalmente piacere. Ringrazio ancora la giudice e le altre partecipanti al contest, non vedo l'ora di leggere le loro storie! Appena ho tempo passo!
E il banner è bellissimo!!!




"I-TA-CHI" di Arwen88.

Grammatica e lessico: 8.5/10 punti
Stile e forma: 3.5/5 punti
Originalità: 9.5/10 punti
Caratterizzazione dei personaggi: 8/10 punti
Attinenza al tema: 9.5/10 punti
Impressioni personali: 5/5 punti

Totale: 44/50 punti

Giudizio:

Originale e commovente. Un Itachi bambino che viene costretto dal prestigio e dall'orgoglio a non poter assaporare ciò che l'infanzia dovrebbe significare per tutti. Una barriera invalicabile che una mente ancora immatura non riesce a concepire. Perché è difficile convincersi che è meglio un set di armi piuttosto di un giocattolo come regalo, o che il prestigio è più importante dell'affetto. Nel vortice di tristezza, solo una cosa riesce a far sorridere nuovamente quel bambino cresciuto troppo in fretta. Il regalo più ambito e l'abbraccio della persona a cui tiene di più. Sembra quasi di trovarsi davanti ad un inno all'infanzia ed una critica nei confronti di coloro che non permettono ai bambini di viverla nel modo giusto. Nota dolente della storia, lo stile. Benché conscia del fatto che il punto di vista sia quello di un bambino, ho avuto la sensazione che lo stile fosse poco curato. E i puntini di sospensione sono sempre tre. Il tema è stato ampiamente rispettato e non posso far altro che farti i complimenti per questa storia.

  
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