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Autore: Sweetcurry    20/05/2009    3 recensioni
«Ehi, Bert!» lo salutò Quinn appena lo vide, l’altro fece un cenno con la testa.
«Buongiorno McCracken, dormito bene?» chiese Jepha una volta finito il the. Bert lo fulminò con lo sguardo.
«Ehi, calmino…» rispose il più grande dei tre una volta ricambiata l’occhiataccia. Bert manco gli diede importanza, li superò con le mani nelle tasche, mentre nelle orecchie le cuffie sparavano musica a livello tale da non sentire nemmeno un tir andare a sbattere contro un muro ad un metro di distanza.
Quinn una volta preso qualcosa da bere grazie all’ennesimo prestito di Jephree, salutò il tatuato e raggiunse Bert che appena vide il contenuto del bicchierino bianco che Quinn cercava di non far rovesciare, glielo sfilò allegramente dalle mani per farne fuori metà. «Grazie, Quinny!» sfarfallò dopo.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Altri, Bert McCracken, Jeph Howard, Quinn Allman
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bert coontinue




Avviso: nessuno scopo di lucro, non conosco i personaggi e i fatti scritti sono totalmente inventati.


Puzzle Life

Chapter Seven -

- Settimo: Il Buio

 



Bert si diresse svogliato verso quel che gli sembrava ogni giorno più normale e abituale. Una lucida porta bianca, nascosta al termine del corridoio dal pavimento ricoperto di moquette scura sul blu, che una volta aperta rivelava un piccolo bagno dai sanitari bianchi e monotoni, con un leggero odore di fresco e ammoniaca. Il solo ricordo dell'odore che avrebbe corroso quel leggero profumo gli fece quasi rinunciare ad addentrarsi nel piccolo stanzino. Un conato di vomito gli fece cambiare idea e allungare il passo verso la fine del corridoio.
Una strana afa lo avvolse facendogli sudare la fronte, aveva caldo, ma forse erano gli effetti dell'alcol. Potè sentire il rumore dei piatti venire impilati da sua madre giù in cucina, sicuramente li stava lavando, e suo padresi leggeva il  periodico suduto al tavolo. si chiese se anche quel giorno non gli avrebbe rivolto la parola, come faceva da oltre un mese.
E se proprio gli andava o lo avvisava di decidersi a rimettersi in sesto con la scuola o lo minaccia di nuovo di mandarlo dalla zia.
Sperò che con l'aprire l'acqua della doccia i suoi non sentissero lui che vomitava nel water, ma d'altronde lo faceva quasi ogni volta e loro non si erano mai e poi mai insospettiti. O forse lo sapevano e se ne fregavano altamente, anche questa era una possibilità accreditata.
Si allungò verso la manopola dell'acqua e una volta lasciata scorrere richiuse il box della doccia per evitare di allagare il piccolo bagno.
S'inginocchiò di fronte al cesso e rigurgitò tutto quel che era entrato nel suo stomanco il giorno prima. Alcol.
Una volta tirato lo sciacquone si posizionò davanti alo specchio per vedere un po' in che stato si era ridotto quella mattina, le giovanili occhiaie sotto gli occhi riusciva bene a distinguerle e come un impiegato dopo una giornata di lavoro pesante si passò la mano sul  viso, fino nei capelli lunghi.
Con una smorfia sparì dall'immagine riflessa e a piedi scalzi percorse nuovamente il corridoio, cercando di decidersi se scendere o meno. Poteva farsi vedere da loro?
Fece avanti e indietro sulla moquette scura un certo numero di volte prima di aver un po' di polso e scendere al piano inferiore, verso quel luogo tradizionale qual era la cucina larga e areata in casa loro. Spense in un tentativo disperato il cervello, così da non poter far caso a qualunque cosa una volta varcata la dolorosa soglia della sala in cui le persone che potevano decidere la suua vita e ilsuo futuro anche senza il suo consenso ora stavano.
Avrebbe voluto eclissarsi, sarebbe stato bello vivere in un universo in cui ci si potesse smaterializzare, o chessò leggere nella mente egli altri, ebbe lo strano presentimento che però in quel caso sarebbe stato comunque inferiore a molti altri, scacciò la visione ultraterrena dalla sua mente.
Spalancare gli occhi come in quel momento stava facendo non lo avrebbe aiutato, probabilmente i segni della pesante sbornia preserale si notavano molto bene, a comicniare dal suo passeggiare strascicato e leggermente ondeggiante. Il seguitante tum-tum che non lasciava in pace il suo cervello lo stava ammattendo e avrebbe volentiero camminato spedito verso il muro a sbattutoci contro la fronte, in un impeto di pazzia ai limiti dell'incoscienza.
Si convinse a prrendere un caffè, apppena sarebbe entrato.
Sarebbe entrato?
Cosa costava fare qualche passo, fisicamente semrerebbe a tutti certamente semplice, ma dall'altro canto, sopportare per l'ennesima volta lo sguardo quasi come un laser di suo padre che lo avrebbe marchiato per l'ennesima volta sulle spalle, facendogliele incurvare verso il basso.
Quell'uomo aveva uno strano potere, riuscire ad avere un talee controllo sulla sua persona da annullarlo. Renderlo partecipe di nulla. Per lui Bert poteva anche provare e tentare di mettere insieme i pezzi di un puzzle, ma per svogliatezza non lo avrebbe mai potuto completare.
Suo figlio era dunque uno svogliato.
Chi non lavora, studia, e chi non studia, finisce.
Il suo ideale di ragazzzo era chi non trascura i propri ideali -che poi sarebbe potuti divenire anche quelli della perentela, molto facilmente- e chi è dedito interamente allo studio e al sapere.
Studiare non piaceva a Bert, lo trovava un nemico alla sua ammirata anarchia personale. Poter uscire fuori dalle regole lo faceva per poco sentire libero con se stesso. Anche un solo trip.
Quando la botta saliva, su su su...

Vide negli occhi di sua madre un sentimento estraneo  ad essi, un qualcosa che non li aveva mai impregnati o per lo meno sfiorati. Delusione. Rammarico?
Capì che il momento di scherzare, e di non prendersi sul serio era terminato. Poteva andare avanti quanto voleva, ma restava nello stesso posto ugualmente. Si sentì preso in giro, istanti in cui preferì prendersi per i fondelli mentalmente che sopportare addosso a sè lo sguardo di due genitori delusi dal proprio unico figlio.
Loro non potevano capire quanto si era dato da fare per poter risollevarsi, per poter cambiare e trovare una via d'uscita da quel fosso che non sembrava aver fondo.
E andava giù giù giù...

"Robert..."
Il colpo arrivava sempre sempre più forte. Sempre più veloce. Sempre più rapido e minaccioso. Chiuse gli occhi.

Il buio.


**


Quinn poggiò il braccio penzolante al di fuori dal banco, sbuffò contrariato da tutta quell'improvvisa afa che aveva riscaldato l'atmosfera. Ne era sicuro, era colpa di quelle dannate bombolette spray, piene di gas nocivi che allargavano il buco dell'ozono.  Oppure il buco dell'ozono era un'altra cosa?
Forse erano i gas serra...
Si diede del demente patentato, scienze l'aveva ormai abbandonata da millenni, tempi in cui ancora riusciva a studiare come si deve e Bert non gli sembrava così disastrato. Quando ancora si facevano le cannette sopra ai passaggi livello, solo per svagarsi. Una ogni due secoli.
Poi Bert ci aveva preso la mania. Di rollare, e leccare la cartina e assaporare il loro sapore dolciastro.
Si ricordò dolorosamente quei piccoli accorgimenti che faceva ogni giorno, di quando Bert non riusciva a stare in equilibrio su di un piede, di quando annusando i suoi capelli poteva sentirne l'odore, di quando doveva allacciargli le stringe perchè le dita di Bert tremavano troppo. Lui accondiscente, Bert che rideva.
Leggero e pesante al contempo. Un mix di sentimenti che ogni giorno sempre più gli causava incubi uno sopra l'altro. Si chiese quando sarebbero finiti. Non ci volle pensare, preferì rivolgere lo sguardo annoiato verso il proprio professore che tentava di far seguire una pesantissima lezione sull'apparato escretore ad un pubblico che o lo prendeva in giro per le parole che usava o lo ignorava bellamente. Diresse un'occhiata disgustata verso la restante parte della classe e decise di andare in bagno. Si alzò dal posto e sistemandosi i capelli scompigliati chiese all'insegnante di uscire.
Sempre con la mano fra i capelli uscì dall'aula sbadigliando sonoramente, si diresse verso i bagni camminando più lento che poteva. Era la prima ora, aveva ancora sonno e la lezione era peggio di una ninnananna, un sonnifero e una camomilla messi insieme. Aveva rischiato seriamente di collassare su quello sputo di un banco.
All'improvviso sentì qualcuno arrivargli addosso non molto pesantemente , ma comunque con un impeto di forza alquanto considerabile, e prenderlo da dietro con le braccia per vita.
Guardò in basso verso le mani dello sconosciuto che ora sostavano sulla sua pancia e riconobbe i tatuaggi. Jepha gli si spalmò contro, facendo quasi apposta a spingere il bacino contro il suo sedere, Quinn iniziò a farsi dei viaggetti del tutto censurabili.
"Dove vai?" gli sussurrò divertito facendo vibrare la sua voce sul collo dell'altro. Quinn, giustamente, rabbrividì.
" In bagno..." sussurrò leggermente scosso e ammaliato da quel piccolo giochetto.
"Vuoi che ti accompagni?" Jeph appoggiò il mento sulla spalla di Quinn e lo guardò, aspettando.
"Mah... Non lo so..."
Jepha mollò un pizzicotto sul fianco del biondo, "Stronzo!!"

**

Bert scostò gli indumenti accostati ai piedi dell'armadio e cercò di aprire l'ultimo cassetto in fondo, tirando per le maniglie di ferro. Si morse il labbro concentrato e tirò. Il cassettone si aprì. Potè prendere un respiro e afferò ciò che gli interessava, con occhi languidi.
Si chiese se il buio questa volta saebbe stato migliore, più piacevole sicuramente, ma... sperò sarebbe durato di più.
Sperò di accasciarsi a terra e non risvegliarsi, non aprire più faticosamente gli occhi e seguitare a lottare per mantenersi in piedi ogni giorno che sembrava devastarlo.
Era troppo difficile, stava letteralmente tentando il suicidio dunque?
Si decise a provare il primo tentativo. Se avrebbe fallito avrebbe tantato di nuovo, magari con altri metodi?

Spinse l'ago della siringa nel braccio e chiuse gli occhi.

Buio.


**

I baci sembravano diventare ogni istante sempre più vogliosi e maliziosi. Sembravano in astinenza, degli amanti separati dai genitori come il racconto di Shakespeare, vogliosi l'uno dell'altro. Ma dopotutto il ragionamento una piega non faceva, il tempo perduto andava recuperato e poi erano giovani, e si sentivano liberi.
Jepha spinse Quinn contro il muro facendogli sbattere leggermente la guancia contro la parete di mattonelle, mentre lo voltava. Guardò le guance rosse del biondo e si abbassò per lambire la sua schiena che andava scoprendo alzando la maglia frettolosamente. I mugolii che il ragazzo produceva contro il muro, lo facevano eccitare maggiormente e la pelle di Quinn aveva un odore e un sapore delizioso, come il miele.
Dopo alcuni minuti decise di voltarlo perchè possedere le sue labbra poteva essere forse l'ottava meraviglia del mondo, anche non essendo un vecchio monumento e profumando leggermente di dentifricio alla menta. Si staccò un istante per rimirare quel bellissimo essere contro la parete che coi capelli chiarissimi tutti scompigliati, il fiatone e le guance rosse lo guardava in attesa di altri baci.
Si avventò sulle labbra gonfie e arrossate, mangiandole, come se fossero la sua linfa vitale.
Le mani di Quinn scorrevano sull'addome di Jephree e scesero improvvisamente verso il basso ventre, gli slacciò i pantaloni e infilò una di quelle mani dalle dita affusolate all'interno di essi. Senza pudore.
Si baciarono ancora e Quinn potè sentire un sorriso formarsi sulle labbra di Jepha, quindi lo attirò a sè.










°°°
Sweetcurry's Time!!
Yay!!
Son tornataaaa con sta ficcy!!! E mi sembra proprio -togliendo la modestia dai- che questo sia il chappy scritto meglio, non pare anche a voi? Mi sto mettendo sotto e oggi avevo l'ispirazione adatta U_U.
Mi son detta che dovevo assolutamente aggiornarla, perchè DAMN! mi manca ç^ç...
Okay, ora mi odierete per tutto ciò che sto facendo al mio povero Bertie, ma è il copione e va così, vedrete che magari si sistema qualcosa nel prossimo. Oppure no? *si crede perfida*

Ho cercato di esser più rapida possibile per far si che le persone a cui dedico il capitolo possano gustarselo. Alla mia Twinna e alla mia Sory, che oggi ha bisogno di un risollevamento.
Vi amo a tutte e due. Glaccie di essere così adorabilmente perfette.

Scusate se non vi rispondo bene bene alle recensioni ragazze, ma devo far presto ç^ç... Vi amo tutte davvero davvero, e spero vi ricordiate ancora di sta ff xD. Ringrazio Xx_ImJustAKid (son contenta che ti piacciano Quinny e Jepha insieme!! E scusa per il ritardo ç_ç), Dominil (Sugar!! Ahahah, lo so la Jeph/Quinn  è saltata all'improviso, ma dai, piace xD... un baciozzo!), FrankieLou (ma teshoro!! Grazie per i complimenti! E beh, l'altra vedremo U_U niente spoiler xD) e la mia Twinna (che sai già tutto xD ti amo!).

E anche queste splendide persone ce ce l'hanno fra i preferiti *-*:

1 - AintAfraidToDie
2 - Dominil
3 - echelon1985
4 - Elyrock
5 - fede_way
6 - FrankieLou
7 - _omfg_


Vi adoro!!



Curry*

   
 
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