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Autore: Lamy_    11/12/2016    1 recensioni
È passato un anno da quando Astrea é tornata all'Istituto di Lisbona, questa volta come Capo. Ed é da un anno che la relazione tra lei e Raphael procede senza troppi impegni. Intanto a New York giungono cattive notizie: qualcuno sta facendo strage di Nephilim. I Cacciatori hanno bisogno di tutto l'aiuto possibile, ma Astrea deve fare anche i conti con il Fuoco Rosso. Scoprirà le conseguenze del suo nuovo potere e dovrà scegliere: scappare o affrontare la verità?
Nuovi pericoli, segreti e avventure attendono gli Shadowhunters. Ce la faranno?
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Raphael Santiago, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Francia - Spagna, 1957.
La Grande Guerra aveva distrutto un intero mondo. Speranza, amore, solidarietà, pace adesso erano soltanto utopie. Mentre il Paese cercava di riprendere una vita normale, a Parigi, in un sobborgo, una ragazza e sua madre lavoravano all'uncinetto per tirare avanti. Erano felici, nonostante tutto, perché erano insieme. Quella mattina Sylvie Blanc, una ventenne dai capelli rosso fuoco e grandi occhi azzurri, assisteva all'uccisione di sua madre. Uomini del Clave avevano fatto irruzione nel cuore della notte e avevano accusato la donna di magia nera, che era bandita e vietata nel Mondo Invisibile, ed era stato emanato l'ordine di giustiziarla. Sylvie non ebbe la possibilità di salutare sua madre: riuscì a scappare prima che potessero catturare anche lei. Dopo essersi nascosta per due mesi, abbandonò la Francia e salpò verso la Spagna. Lì dovette rubare per mangiare e dormiva dove le capitava, su una panchina o negli angoli delle strade. Una sera, però, la vita le sorrise. Al calar del sole raggiunse la piazza principale di Madrid, dove si teneva un corteo in occasione del mese mariano, e un ragazzo le versò addosso un bicchiere di acqua.
"Perdoname. Estoy muy inatento!"
La dolcezza della sua voce e i suoi occhi gentili fecero sorridere Sylvie, che scosse la testa.
"No importa, es sólo agua!" tentò di dire la ragazza nel suo spagnolo stentato, ridacchiando per la pessima pronuncia. Il ragazzo rise con lei e poi le tese una mano.
"Raphael Santiago, agradable para conocer."
Sylvie gli strinse la mano.
"Sylvie Blanc."
 
 
Lisbona, oggi.
"Tanto vinciamo noi!" esclamò Astrea in un impeto di gioia. Raphael era appena rientrato e poté benissimo capire che Astrea era in compagnia. Raggiunse il salotto, che in realtà doveva essere lo studio, e vi trovò la Nephilim e Simon che guardavano la partita.
"Olà, Santiago!" disse la ragazza con la mano che si muoveva per salutarlo. Simon, invece, sobbalzò dallo spavento e si portò una mano sul cuore.
"Dovresti seriamente smetterla di fare queste entrate!"
Il Vampiro prese posto sulla poltrona accanto al divano, si sbottonò la giacca e poggiò la testa allo schienale.
"Dovresti esserci abituato, mondano."
"Non sono più un mondano. Sono uno Shadowhunter adesso." ribatté Simon, non per niente stupito dell'atteggiamento di sufficienza che Raphael mostrava di provare con tutti, eccetto con Astrea.
"Abbiamo vinto!"
Astrea esultò quando la partita si concluse a favore del Portogallo. Simon rise nel vedere il suo entusiasmo, mentre Raphael, troppo esausto quel giorno, si recò in camera. Da un paio di giorno i ricordi lo tormentavano. Ripensava alla sua famiglia, agli amici che aveva abbandonato, alla fede che negli anni aveva vacillato, al suo primo amore. Sylvie Blanc. Francese, bellissima e letale come poche. L'aveva incontrata, o meglio scontrata, a Madrid, in Spagna, in occasione del Giovedì Santo. La festa ha luogo in Calle Toledo presso la Chiesa Collegiata di San Isidro, e lui aveva accompagnato sua madre e sua zia. Lì aveva rovesciato un vasetto d'acqua, destinato ai fiori per la Chiesa, sull'abito di qualcuno, e quando aveva alzato lo sguardo vide la ragazza più bella di tutta Madrid. Aveva fatto la figura dell'imbranato, ed ora era così strano ripensare a quel ragazzo così timido e chiuso. La Trasformazione aveva cambiato anche il suo carattere, non solo il suo fisico e le sue abitudini. All'inizio era stata dura, ma Sylvie era rimasta al suo fianco nonostante tutto. Ricordava bene il loro primo bacio: sotto un salice piangente nel bel mezzo di un parco con la luna che creava l'atmosfera giusta. Da allora ebbe inizio la storia che più lo avrebbe tormentato. Ricordava i pomeriggi trascorsi a rincorrersi per le stradine, a baciarsi contro i muri, le notti passate a fare l'amore dovunque capitasse, perché lontani non riuscivano a stare. Sylvie era bella, oscura, misteriosa, una seduttrice nata, una donna passionale e romantica. Astrea, invece, era l'opposto: era forte, testarda, sarcastica tutto il tempo, poco dolce ma con una capacità di amare smisurata, sapeva fare a meno di tutti e sapeva cavarsela da sola, era fuoco e ghiaccio al tempo  stesso, era un turbina di emozioni. Era una ventata di aria fresca, adorava scherzare ed era sempre pronta a ridere, anche se il suo sorriso nascondeva un profondo dolore.
"Disturbo?" la voce di Astrea lo risvegliò dai pensieri e lo riportò alla realtà. Si mise seduto e le fece segno di entrare.
"Simon é andato via poco fa. Sei chiuso qui dentro da due ore. Va tutto bene?"
"Sì, ero solo stanco. Le lamentele al DuMort mi hanno sfiancato." Raphael ridacchiò per cercare di mascherare la tristezza. Astrea si sedette accanto a lui sul letto e annuì piano, era ovvio che quella scusa non se la beveva.
"Da quando tu guardi le partite con Simon, a proposito?"
"È l'unico normale del gruppo. E poi ama i videogiochi e i supereroi come me!"
"Sei sicura di non essere una mondana?"
Astrea si finse offesa e gli fece la linguaccia.
"Mio padre ci teneva che io conoscessi il mondo mondano e ne ho carpito gli aspetti che più mi interessavano."
D'istinto la ragazza portò una mano alla pancia, un bruciore improvviso le stava provocando dolore. Sollevò un lembo della maglia e vide la runa parabatai arrossarsi e sembrava potesse prendere fuoco da un momento all'altro.
"Stanno ancora interrogando Thomas?" azzardò Raphael, tenendo gli occhi sulla runa.
"Sì, credono di poter stanare gli altri compari di Katia grazie a lui. E mi avevano avvisata che presto la runa sarebbe scomparsa."
Il Vampiro passò l'indice sulla runa, scottava e pulsava.
"Lui ti manca?"
"Raphael, lo so che nascondi il diario di Thomas in cui scriveva di essere innamorato di me. L'ho visto quando hai portato qui la tua roba."
Raphael scattò sull'attenti e aprì la bocca per ribattere, ma non poteva dire nulla a sua discolpa. La Nephilim gli accarezzò una guancia e sorrise.
"Non puoi essere geloso di un fantasma."
"Non é un fantasma, é vivo e vegeto. Abita ancora nella tua mente e nel tuo cuore."
"É stato il mio parabatai per anni, non posso di certo dimenticarlo. Ma non lo amo e forse non l'ho mai amato davvero. Ed era ovvio che nemmeno lui mi amasse altrimenti non mi avrebbe tradita."
"In quelle pagine ci sono annotazioni su di te che mi fanno ribollire il sangue."
Astrea sapeva bene quanto fosse geloso Raphael, più volte glielo aveva dimostrato. Ed era una cosa che la faceva sentire desiderata e importante ai suoi occhi, ma non poteva ancora pensare a Thomas. Apparteneva al passato.
"Thomas non fa più parte della mia vita. É acqua passata ed io voglio guardare al futuro, insieme a te. Solo con te."
"Non mi lasciare, Astrea."
Astrea si sporse e lo baciò con tutta la dolcezza di cui era capace. Per quanto Raphael fosse tagliente, annoiato, accigliato e irascibile, aveva un animo fragile che andava preservato dalle sofferenze. Con le dita gli accarezzava la nuca mentre quel contatto tra di loro prendeva sempre più passione. Si stringevano lasciando che i sentimenti taciuti venissero fuori e si riversassero in quel bacio che sapeva d'amore, di dolcezza, di speranza. Raphael approfondì il bacio spingendo dolcemente Astrea sul letto, senza mai staccarsi dalle sue labbra, ed entrambi ridacchiarono mentre sotto i loro corpi le lenzuola venivano disfatte. Astrea si sedette a cavalcioni su di lui e strinse le ginocchia attorno ai suoi fianchi, gli accarezzò la guancia, poi il contorno delle labbra, la mandibola, la gola e scese lungo il suo petto, sentendo sotto i polpastrelli i suo addominali. Si avvicinavano sempre di più e continuavano a baciarsi,un bacio dolce e lento, senza la fretta e il timore di prima, solo tanta voglia di vivere l'istante. Raphael chiuse le dita attorno alle cosce di Astrea, regalandole una scia di baci sul collo, e poté godere della morbidezza della sua pelle. Ma sentiva i canini premere contro le labbra e dovette allontanarsi.
"Che succede, Raphael?"
Il Vampiro si era avvicinato alla finestra, e osservava il sole calare per lasciare spazio alla luna.
"Ci siamo spinti troppo oltre."
Astrea si sistemò i pantaloncini e la maglietta, quindi si alzò per andare in cucina.
"Facciamo progressi!" gridò, mentre lasciava la camera da letto. Raphael scosse la testa e rise. Era vero, quella volta avevano superato una piccola parte.
 
 
New York, oggi.
"Ti vuoi concentrare?"  sbraitò Magnus, ormai esausto dalle continue interruzioni di Astrea. Si stava allenando per controllare il Fuoco Rosso e insieme a lei, per imparare nuove magie, anche il piccolo Max. Aveva incendiato per due ore bicchieri e aveva fatto esplodere il vaso preferito di Alec, un regalo di Jace e Clary. Dopo qualche istante di esitazione, Astrea e Max erano scoppiati a ridere.
"Sono stanca, Magnus. Non ce la faccio più. Sono una Cacciatrice, non una creatura magica." "Ti é stato affidato un potere, cara mia, e questo perché vuol dire che sei assolutamente in grado i gestirlo. Inoltre, hai promesso ai piani alti di preservare questo Fuoco. Una vita in cambio dei tuoi servigi."
Aveva promesso all'Arcangelo Raffaele di riuscire a gestire il suo potere e di certo non poteva disubbidire all'ordine, anche perché grazie a lui Raphael non era del tutto morto.
"Okay. Riproviamo."
"Concentrati su qualcuno o qualcosa che ti rende tranquilla, trai energia dai corpi attorno a te e sprigionala."
"Io - intervenne Max, seduto a terra a bere un succo di frutta - mi concentro sulla crostata di mirtilli, quella di nonna Maryse che mi piace tanto."
"Maryse prepara dolci?" domandò Astrea scioccata da quella scoperta.
"Astrea!" il rimprovero di Magnus la costrinse a tornare seria. Chiuse gli occhi e cercò nella sua mente un'immagine che potesse esserle d'aiuto.  Ricordava bene la filastrocca che sua madre le recitava prima di dormire con la sua voce dolce, il sorriso sincero e le mani attorno alle sue: C’è un omino piccino piccino che va in giro soltanto di sera e cammina pianino pianino con un sacco di polvere nera. E’ l’omino inventor del dormire che nel lungo serale cammino senza farsi veder nè sentire porta il sonno ad ogni bambino. Non si sa se sia bello o sia brutto se sia vecchio più o meno del nonno
Quando stanchi si senton gli occhietti è perché stà passando l’omino ed è l’ora in cui tutti i bimbetti fan la nanna nel loro lettino..
Una piccola lacrima guizzò sulla sua guancia, ma non si curò di asciugarla. Ripensava a quella filastrocca, al tono cantilenante di sua madre e alla sensazione di pace che provava. Una fiamma arse sul suo palmo, viva e intensa. Con un movimento secco della mano scagliò la fiamma contro il  bersaglio, un fantoccio di paglia, e quello bruciò in una manciata di secondi. Quando Astrea aprì gli occhi, Max e Magnus stavano applaudendo. Solo allora si portò la manica della felpa alla guancia per rimuovere la lacrima.
"Sei stata brava." si complimentò lo Stregone prima di stringerla in un abbraccio.
 
 
New York, oggi.
"Quante volte ti devo ripetere che qui non sei la benvenuta?"
Astrea sospirò e si voltò per guardare in faccia Stan. Ancora non gli andava giù il fatto che la Nephilim avesse il permesso di gironzolare al DuMort come voleva.
"Sono stanca e sono le undici e mezza di sera. Cos'è che vuoi di preciso, Stan? Vuoi che ti rompa di nuovo il naso?"
Stan le fu vicino in un baleno, forte delle sua capacità straordinarie, e la fissò disgustato.
"Ora che mi hai fatto la radiografia posso andare?" lo schernì Astrea, sfinita per gli allenamenti e spazientita per l'atteggiamento scontroso di Stan.
"Quando avete intenzione di finirla voi due? Sembrate un disco rotto." esordì Sally, la quale aveva raggiunto la sala comune per prendere un bicchiere di sangue. Astrea scosse la testa e, senza aggiungere altro, fece le scale per raggiungere lo studio del Capo. L'Hotel era immerso nel buio e inciampò almeno un paio di volte mentre attraversava il lungo corridoio. Tastò più volte la parete alla ricerca della maniglia e, una volta trovata, aprì la porta. Fortunatamente all'interno la luce era accesa. Raphael se ne stava seduto sulla poltrona e leggeva attentamente, tanto da non rendersi conto che la ragazza fosse lì, dei documenti.
"Ti ho sentita." disse poi, mandando in frantumi le speranze di Astrea di fargli uno scherzo.
"Ciao, Santiago."
Raphael alzò lo sguardo su di lei e sorrise, aveva sentito la sua mancanza. Astrea prese posto sul divano giocando con un filo della sua maglia.
"Hai le dita bruciate. Come sono andate le sedute di magia?"
Astrea si guardò le mani ed effettivamente i polpastrelli erano bruni per via del fuoco, qualche stilla di sangue imbrattava la sua pelle. E Raphael doveva essersene accorto perché si leccava ripetutamente le labbra, gesto che la ragazza adorava. Trovava anche estremamente sensuale quando il Vampiro, dopo aver bevuto, con la lingua cancellava le gocce di sangue agli angoli della bocca.
"Mi stai fissando, chica."
Astrea tossì imbarazzata e decise di cambiare argomento.
"Oggi sono riuscita a bruciare il bersaglio. Magnus é soddisfatto dei risultati."
"Sapevo che ce l'avresti fatta."
"Raphael, andiamo a dormire?"
Il Vampiro smise di leggere e portò lo sguardo su di lei: era rannicchiata sul divano, era visibilmente stanca e l'indomani l'attendevanono altri allenamenti. Così Raphael, messi da parte i fogli, la raggiunse sul divano e si stese accanto a lei. Astrea poggiò la testa sul suo petto e si sentì subito al sicuro tra quelle braccia.
"Buonanotte, amore." mormorò Astrea mentre scivolava già in un sonno profondo. Il Nascosto deglutì per quel nomignolo, ma poi sorrise. Le baciò la fronte e chiuse gli occhi. Tra qualche si sarebbe svegliato e avrebbe lavorato.
"Buonanotte, chica."
 
 
(1* perdonami, sono così disattento.
2* Raphael Santiago, piacere di conoscerti.)
 
 
Salve a tutti!
Sono tornata (purtroppo per voi!). Il fandom di Shadowhunters continua ad ispirarmi.
Benvenuti nella seconda parte di 'Troublehunter'. Spero possa piacervi e catturare i vostri cuori.
NB: nei libri Raphael è stato trasformato nel 1953 ed infatti ha 15/16 anni, ma per motivi narrativi nella mia storia è stato trasformato nel 1957 così che abbia 20 anni.
Bando alle ciance, buona lettura!
Fatemi sapere le prime impressioni.
Alla prossima,
Un bacio :)
 
Ps. Perdonate eventuali errori di battitura.
  
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