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Autore: LaRagazzaDelleMargherite    21/05/2009    7 recensioni
L'amore proibito di una ragazza irachena e un soldato americano.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA PAURA DI CIO’ CHE NON CONOSCIAMO

 

Non ricordo cosa accadde in quei secondi. Tutto ciò che la memoria mi porta alla luce è il blu dei suoi occhi dilatati, spaventati.

Non so dire quanto tempo passò, ricordo l’odore della polvere, il sapore del sangue, il suo peso sul mio corpo, e quel sottile, fragilissimo battito del suo petto.

Tum.

Tum.

Tum.

Non riuscivo a trovare la luce, non trovavo le mani, né le gambe, non trovavo la via per aprire gli occhi.

Il dolore è come sempre il nostro unico sinistro amico. Alam[1]. Alla testa, alla gamba, a tutto.

E il dolore più profondo, quello dentro, quello che il più delle volte sa ucciderti. La vergogna, il disonore.

Perché sebbene avessi tutto annebbiato, nel mio intimo sapevo che mio padre e la mia famiglia sarebbero stati disonorati dal fatto che la loro figlia fosse stata salvata da uno di loro. Un ajnabyy[2]!

Ma queste farneticazioni mentali durarono qualche istante. Il nero si abbattè sulla mia coscienza.

 

Bip. Bip. Bip. Bip.

Un ronzio fastidioso unito al continuo suonare di qualcosa mi svegliò. Ero sdraiata supina su quel che sembrava una branda. Sentivo una benda sulla testa, aghi ovunque. Non ero morta, mi avevano sempre insegnato che la morte porta all’Aldilà, e in quei luoghi non c’è dolore, né fastidi.

Era peggio che morire il dolore.

Aprii gli occhi, piano. Avevo paura di quel che ci avrei trovato. Paura di trovare mio padre morto di disonore. Mia madre derisa. La mia famiglia divisa.

Aprii gli occhi, si. Ma non vidi niente. La shay[3]. Il buio aveva oscurato il mio mondo.

Provai di nuovo. Non riuscii a fare di meglio.

Sentii la voce di mio padre alzarsi concitata. Sapevo che la sua mano avrebbe raggiunto il mio viso, ma non avevo la forza di ripararmi. Arrivò quella mano. Come una farfalla. Mi toccò il viso piano, accarezzandomi la guancia.

“Bint. Habibi.[4]”

Lo disse piano, con le lacrime nella voce tremante. Volevo vederlo, ma non potevo.

Mio padre mi spiegò quello che era successo.

Una bomba, l’Americano aveva cercato di coprirmi col suo corpo, ma anche il suo corpo è esploso con noi, aveva tante bombe a mano nella cintura. Avevo una scottatura alla gamba, mi era stata bendata, 2 costole rotte, il braccio rotto, trauma cranico. Poi s’interruppe.

“Va avanti, Abu[5]”, lo pregai.

Mi disse quello che avevo temuto.

Ero cieca.

 

Piansi, in privato, dopo. In quel momento, per evitare oltre lo strazio, consolai mia madre e le mie sorelle.

Salwa, Munira e Lamia[6] si sedettero con me sul letto. Erano preoccupate, spaventate.

“Aidha, Adiha”, gemevano.

Io non volevo che fossero tristi. Le confortai, una scena al contrario.

Sulla punta della lingua avevo una domanda. Ma le mie sorelle non erano donne da segreti e menzogne al padre. Non avrebbero tenuto a freno la lingua.

Dopo un’ora chiesi di Jawad e Wajdi[7]. Mi dissero che Jawad, il primogenito, non c’era. Perfetto. Wajdi entrò nella stanza.

Lo cercai con l’udito. Venne da me, mi baciò, mi accarezzò e mi cullò, come solo un fratello sa fare. Mi chiese tante cose. Alla fine anche io decisi che era il mio momento.

“Wajdi. Akhu[8]. Devo farti una domanda. Ma non dirlo a nostro padre, ti prego.”

Giurò.

“Akhu…l’Americano è morto?”

Silenzio.

Mio fratello non rispose. Poi mi prese le mani. Seppi che mi stava fissando. Frenai le lacrime, per quel ragazzo, per chi mi aveva salvato e per chi mi aveva portato la guerra.

“Aidha….”

Silenzio.

 

"Ci sono cose che conosciamo e cose che non conosciamo e in mezzo esistono delle porte."

 

 

 

 

 

[1] Dolore

[2] Straniero

[3] Niente, nulla

[4] Figlia. Amore mio.

[5] Padre

[6] Salwa: sollievo, conforto

Munira: colei che sparge la luce

Lamia: dalle labbra colorate

[7] Jawad: che da a piene mani

Wajdi: di forte emozione, passione e amore

[8] Fratello

Frase di One Tree Hill.

   
 
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