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Autore: RebelRain    12/12/2016    1 recensioni
Mio marito non si sarebbe mai aspettato da me un tradimento, in realtà nessuno. Stavamo insieme da 15 anni. Cinque di fidanzamento, dieci di matrimonio. Eravamo la “coppia” quella che alla domanda “da quanto tempo state insieme?” pur essendo solo tre mesi, si è sempre sentita rispondere “Ah sembra di più”.
Anna ha 38 anni, è un'avvocatessa di successo. Alberto è un grafico pubblicitario. Arriva un momento del matrimonio in cui il rapporto si logora, senza un perchè. Non vi è più attrazione tra loro, sono complici ma non sono amanti.
Cercano disperatamente una soluzione per ritrovare il rapporto di prima.
Perchè si sa, ogni matrimonio è una medicina, ti cura dalla solitudine, ma prima o poi mostra i suoi effetti collaterali.
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SCRIVO DA POCO, HO BISOGNO DI CRESCERE E DI IMPARARE. QUINDI LEGGETEMI, RECENSITEMI, CRITICATEMI. Grazie a tutti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tornai in stanza, sconsolata. Mi spogliai mi piace dormire nuda, caricai il telefono.
- Siri imposta la sveglia per le 7.00
- Ok, sveglia impostata per le 7.00, Anna.
Quattro ore di sonno e poi sarei tornata a casa, a Roma. A pranzo avevo un appuntamento importante. No, non di lavoro. Con mia madre. Povera donna, da quando è morto papà è diventata un’assidua frequentatrice di chiese, proprio come me. Lei pregava, io giravo le cappelle, come girano i turisti nel quartiere a luci rosse di Amsterdam. L’ultimo sguardo al mio amico di letto, e poi sonno profondo. L’indomani suonò la sveglia. Mi svegliai frastornata, avevo un leggero mal di testa.
“Meno male che questo se n’è andato” pensai. Solitamente gli uomini non resistono al mio fascino e si fanno ritrovare il mattino dopo con rose, lettere, cioccolatini. Ma chi cazzo se ne frega. Questi sentimentalismi stupidi, solo con mio marito. Già mio marito. Come è possibile che siamo arrivati a questo? No, non sono i figli, quelli per fortuna non c’entrano. Bisogna smetterla di dare sempre la colpa a loro. Bussano alla porta. Mi reco in bagno.
- Avanti!
Era il cameriere.
- Signora, la sua colazione. Alle 8.00 il taxi sarà fuori dalla hall come previsto. Se non serve nulla io posso andare.
- Ho finito i prodotti per la doccia, mi porti due scatole.
Non avevo finito i prodotti per la doccia, mi piace rubare tutti i prodotti e portarmeli a casa. Sarò anche ricca, ma a questi sfizi da borghesuccia non mi dispiacciono.
- Certo signora, glieli lascio. Buona giornata e grazie per essere stata nostra ospite.
Pipì veloce, doccia veloce, espresso. Il tempo è prezioso. Outfit leggero, ad ottobre a Roma fa ancora caldo. Tacco alto. “Le donne Spada camminano solo sui tacchi, puliscono e guidano anche con il 12. Non eccedere con il plateau.” Se non avessi messo i tacchi, chi avrebbe sentito mia madre?
Prendo le valigie e scendo in hall. 7.58, bene ho il tempo per mettermi il rossetto. Lego i capelli con una treccia molto disordinata. Vedo il taxi. Direzione Aeroporto.
Arrivo per ultima al gate, ma entro per prima sotto lo sguardo della gente in piedi da ore per fare la fila. A cosa servono altrimenti i soldi? Ultimo sms a mio marito:
Decollo tra poco, pranzo con mia madre sul lungotevere. Vado a prendere le bambine a scuola alle quattro, occupati della cena.

Decollo. Il viaggio fila liscio, tra la lettura di un quotidiano e le frenetiche hostess intente a vendere i biglietti della lotteria.
- Compro venti biglietti! – Esclamo, guardando negli occhi l’hostess.
- Complimenti signora, lo sa che c’è in palio un stupenda Fiat 500?
- Ho quattro macchine, lo faccio per beneficenza.
I passeggeri mi guardano con stupore, ma sono menefreghista. Ho lavorato tanto per potermi permettere questa vita, e come sempre ho ribadito, non alle spese di mio marito. Laurea con 110 e lode nella più prestigiosa università di Roma; master a Londra e a Bruxelles sull’importanza del diritto Internazionale; 124 pubblicazioni; due libri, i miei secondi figli, sul diritto europeo e sul diritto penale. Presente anche nella commissione di diversi casi di importanza internazionale.
Il mio nome era una garanzia per tutti coloro che cercavano un’accusa decisa e autorevole.  Un’unica delusione: bocciata al concorso in magistratura. Due anni fa. Non ho mai perso. Qui è cambiato tutto.
Finalmente a Roma Fiumicino, scrivo un messaggio a mio marito e a mia madre, identico:
Viva e vegeta. A dopo

Il taxi mi accompagna fino al ristorante dove avevo appuntamento con mia madre. Il viaggio è lungo. Il tassista era carino, sulla quarantina, brizzolato, occhi azzurri. Dallo specchietto mi guardava, ogni tanto lasciava scivolare lo sguardo sulle mie gambe scoperte. Io ero attenta alla strada. Si sentiva nell’auto il profumo dell’Arbre Magique e One Million. Io odio i profumi, e soffro per i viaggi in auto.
- La prego, accosti se non vuole che le vomiti in macchina.
- Come ha detto scusi?
- Si fermi. – Urlai.
Accostò pochi metri più avanti, vicino la stazione di servizio.
- Si sente bene? – Mi chiese preoccupato.
- Si, mi danno solo fastidio gli odori, le dispiace se le chiedo di togliere il profumo in auto?
- Non sapevo fosse incinta, provvedo subito.
- Non sono incinta, non sono nemmeno sposata.
Non porto mai la fede al dito quando faccio i viaggi, almeno da due anni a questa parte la tengo sempre in borsa, dove c’è la cerniera per tenere le cose al sicuro. Mi sento colpevole se faccio sesso con un altro uomo e porto la fede.
- Vuole un bicchiere d’acqua? – Mi chiese il tassista.
- Perché fissa le mie gambe? – Chiesi maliziosamente.
- Io, no… Signora… - Balbettava.
Agli uomini non piacciono le donne dirette, e nemmeno troppo intelligenti, e nemmeno quelle che sanno prendere una posizione. Sono uomini, sono loro che fanno queste cose “da uomo”. Avevo pensato anche di farmi suora una volta, mi sono detta “Non mi vorrà mai nessuno, io non scendo a compromessi”. Eppure sono sposata e di compromessi, purtroppo o per fortuna ne ho fatti tanti.
- Saliamo, sto meglio. - Eravamo quasi vicino Roma. Il tassista salì sul taxi sconcertato. Io mi divertivo a cambiare la posizione delle gambe, le accavallavo prima da un lato e poi dall’altro. Ogni tanto le aprivo, e lui ogni tanto sbagliava la strada. Avevo una mano tra le gambe, la facevo scendere spesso. Ecco come faccio passare il mio mal d’auto, prendendomi gioco degli altri. Ero appena giunta a destinazione. Vedo mia madre dal finestrino.
- Sono 90 euro. – Il tassista non mi degna di uno sguardo.
- Se fosse stato più attento alla strada avrei pagato 80. Tenga 100, 10 li spenda in preservati, ha proprio la faccia di uno che non resisterà questa sera.
Il tempo di mettermi la fede al dito, e scesi dalla macchina.
Mia madre, che donna. Sulla sessantina, un metro e 62 precisi. Truccata, profumata, sempre con la manicure appena fatta.
- Anna bentornata, come è andato il viaggio? - Mi accolse calorosamente.
- Sediamoci mamma... - sospirai - Ho molta fame.

So che non si dovrebbe scrivere nulla in fondo al capitolo e i messaggi subliminali sono vietati, ma volevo ringraziarvi perché avete il "coraggio" di leggere questa storia. Il vostro parere è fondamentale, aspetto le vostre recensioni.
Grazie, Stella.
   
 
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