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Autore: Darth Ploly    12/12/2016    1 recensioni
Per Ponyville è un periodo di quiete: la vita scorre serena dopo che, qualche mese prima, una furia omicida si era scatenata contro gli inermi cittadini. Tutto è però tornato alla normalità e adesso ci si prepara per il grande evento: le elezioni che decreteranno chi sarà il nuovo sindaco. Ma qualcosa sta per cambiare: una pony che tutti speravano di aver dimenticato sta per tornare a Ponyville. Quale sarà il suo scopo? Cosa succederà alla città? E quale sarà la reazione di Octavia di fronte alla pony che le ha cambiato la vita?
Tornano le avventure della Melodia della Giustizia, disillusa detective che indaga lungo le strade di una Ponyville cupa ed egoista. Diretto seguito di "Melodia di Giustizia-A trip into madness", si consiglia vivamente di non iniziare questa lettura senza aver terminato la precedente.
Allontanandosi dal giallo tradizionale, questo racconto narra una vicenda più ampia in cui nuovi e vecchi personaggi troveranno maggior spazio e si verranno a instaurare o a sviluppare maggiori rapporti tra ogni protagonista e gli altri pony o la città stessa.
Mi auguro possa piacervi.
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Derpy, Le sei protagoniste, Spike, Trixie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il mio zoccolo si ferma a metà del suo movimento verso la porta dell’abitazione che ho di fronte. Sono davvero sicura di volerlo fare? Non ho ancora bussato, potrei sempre girarmi e andarmene via per continuare le indagini in un altro modo. Sono sicura che Fluttershy, Flim e Flam sarebbero pronti ad aiutarmi. Oh, Fluttershy! Chissà che incarico le avrà affidato Trixie! Sicuramente uno misero che non la renda una minaccia. Forse essere stata momentaneamente allontanata dalla polizia è una fortuna: posso agire come meglio credo, devo solo stare attenta a non osare troppo. Se ci riesce Octavia, posso farcela anche io! Come d’altronde spero di riuscire a bussare a questa porta … E dire che mentre venivo qui ero piena di buoni propositi! Ma allora perché non mi decido? Oh, lo so bene perché: perché non ho mai dimenticato, non ho mai perdonato. Se fosse stata una qualsiasi altra situazione non sarei mai neanche venuta fin qui. Ma ora siamo tutti in pericolo e lei è l’unica che possa darmi spiegazioni. Coraggio, Dash! Coraggio!
Porto lo zoccolo alla porta e batto tre colpi. Devo aspettare un paio di minuti prima che mi venga aperta. Dall’altra parte, con la criniera scompigliata e con indosso un paio di occhiali protettivi, c’è Twilight Sparkle.
La scienziata mi osserva spostando lentamente il muso prima verso l’alto e poi verso il basso, mentre io guardo fisso davanti a me.
“È così grave?” Chiede quando ha finito di studiarmi.
“Sì” Le rispondo senza avere dubbi “Sì, lo è”
“Accomodati allora” Dice voltandosi e precedendomi in casa “Seguimi, ti faccio strada”
Con passo svelto raggiungiamo il suo laboratorio. È la prima volta che lo vedo con i miei occhi, fino ad oggi solo Octavia me l’aveva descritto un paio di volte. Mi guardo attorno incuriosita ma Twilight, sedutasi davanti a una scrivania, mi invita a raggiungerla senza perdere tempo. Mi sta trattando con freddezza e questo mi infastidisce: sembra quasi che la causa del nostro allontanamento sia stata io!
La raggiungo comunque facendo finta di nulla e mi siedo di fronte a lei. Quando mi ritiene pronta, domanda: “Di cosa si tratta?”
Le spiego tutto quel che mi è stato riferito da Octavia e le descrivo l’unicorno visto da Derpy, tralasciando però i particolari sul comportamento misterioso tenuto dalle due amiche. Se hanno un segreto, non intendo fare interessare troppo Twilight.
Dopo aver finito la spiegazione, giungo alla conclusione del discorso: “Entrambe riteniamo che somigli molto a un vecchio alleato di Trixie di nome Sunburst. C’è solo un problema: Sunburst morì la notte in cui sgominammo la Illusion. Il suo corpo fu ritrovato nel locale e identificato”
“Cosa mi stai chiedendo, Dash?” Domanda lei, mostrando finalmente un maggiore interesse.
Con un po’ di timore rispondo: “È possibile riportare in vita i morti, Twilight?”
L’idea di combattere contro una specie di zombie mi terrorizza, ma per fortuna la scienziata nega subito questa possibilità.
“Un incantesimo di resurrezione? È impossibile! Non solo i più grandi unicorni di sempre ci hanno provato senza risultati, ma persino gli alicorni hanno fallito. Non esiste alcuna via per tornare dall’oltretomba”
Questo dovrebbe rincuorarmi, almeno credo. Ma allora significa che Derpy si è sbagliata? Magari ha visto una foto di Sunburst negli album di Octavia e il suo cervello le ha giocato un brutto scherzo il giorno dell’attacco.
O forse l’errore lo abbiamo commesso noi.
“Dimmi, Twilight … esiste un incantesimo con cui Sunburst avrebbe potuto salvarsi?”
“Esistono molti incantesimi di difesa o di fuga molto utili in caso di pericolo” Spiega lei “Non potresti essere più precisa?”
“Noi trovammo il suo cadavere, ma … se fosse stato un falso?” Le chiedo mentre penso a quanto sarebbe doloroso aggiungere un altro fallimento ai tanti di allora. Sunburst era giovane, un novellino nell’ambiente criminale, ma aveva dimostrato di essere un unicorno molto dotato riuscendo più volte a mettere in difficoltà i nostri agenti.
Twilight riflette in silenzio giocando con un bisturi sul tavolo, poi si alza e mi supera.
“Resta lì” Mi dice mentre risale al piano superiore “E non toccare niente!”
Detesto questo suo comportamento, ma non voglio darle altri motivi per trattarmi con disprezzo. E poi, a essere sincera, ora che sono sola questo posto mi mette i brividi: è persino peggiore del suo vecchio laboratorio alla centrale!
Al suo ritorno ha con sé molti rotoli di pergamena, tutti chiusi da nastri neri. Ne poggia uno su un tavolo di marmo e, mentre fa fluttuare gli altri con la sua magia, lo apre e inizia a consultarlo. Poco dopo, non contenta, lo getta a terra e ne prende un altro. Ripete l’operazione altre due volte prima di invitarmi a raggiungerla.
“In effetti esiste un incantesimo che potrebbe avergli permesso di salvarsi” Mi spiega “È una magia oscura contenuta in un libro estremamente raro. Il suo meccanismo è un po’ complesso, ma proverò a spiegartelo in maniera chiara. L’incantesimo consente a chi lo usa di scambiare il proprio corpo con quello di un qualsiasi altro pony nelle vicinanze. In altre parole, ogni caratteristica fisica visibile e non visibile di Sunburst si sarebbe trasferita momentaneamente nel corpo di qualcun altro e viceversa. L’incantesimo mantiene il suo effetto tanto a lungo quanto glielo consentono le forze del mago. Non conta tanto la capacità magica quanto la resistenza. Inoltre è una magia pericolosa: si rischia di restare intrappolati nel corpo nuovo o, peggio ancora, i due patrimoni genetici possono unirsi generando mutazioni o addirittura distruggendosi”
“E tu credi che Sunburst fosse in grado di usare un simile incantesimo? Inoltre hai detto che il libro in cui è trascritto è molto raro”
“Certo, ma stiamo parlando di un alleato di Trixie. Non mi stupirei se lei fosse riuscita a mettere i suoi zoccoli su una copia”
Purtroppo quel che dice ha senso. Se Sunburst avesse davvero conosciuto l’incantesimo, avrebbe potuto usarlo durante il nostro attacco in caso di difficoltà.
“È riuscito a scappare” Sussurro trattenendo a stento la rabbia. È scappato e si è preso gioco di noi per più di due anni, nascondendosi e aspettando fiducioso il momento giusto per tornare mentre gli altri pony venivano arrestati in altre città o perdevano la vita all’interno di nuove bande. Ma adesso è tornato, lavora con Trixie e … è stato lui! Lui ha nascosto la pistola con cui hanno sparato a Rich! Trixie ha pianificato tutto e sfruttato l’occasione per ottenere il consenso che ancora le mancava!
“E adesso cosa pensi di fare?” Mi domanda Twilight.
“Devo catturarlo” Rispondo voltandomi. Nel farlo, mi accorgo che lei non è più vicina a me ma sta ascoltando un pegaso sulle scale a chiocciola del laboratorio. È senz’altro un Gufo. Ritorno alla scrivania provando un profondo disprezzo.
“Tu da sola?” Continua dopo un po’ mentre torna da me.
“Non sono sola: ho Fluttershy e i miei pony”
“Errore: Trixie ha i tuoi pony. Non puoi trovare Sunburst da sola, Dash. Chiederò a Spike di mobilitare i suoi Gufi”
“No!” Rispondo immediatamente facendola sobbalzare “Niente Gufi! Non posso accettare”
Lei mi osserva sconsolata, come se si aspettasse questa mia reazione.
“È così, eh? Non è cambiato niente. Sei venuta qui solo per necessità, vero?”
“Eri l’unica che potesse aiutarmi”
“Ma di me continui a non fidarti. Nemmeno dopo la galera, dopo che sono rimasta sola”
“Sei una criminale, Twilight Sparkle”
“Sono una pony, Dash! Commetto errori ma cerco di trarne degli insegnamenti. Tu invece cosa hai imparato da quella volta, eh? Quando venni a bussare alla tua porta chiedendoti perdono e aiuto e tu preferisti non aprire affatto. Ricordi, vero?”
Come potrei dimenticare? Fu il giorno in cui Twilight riottenne la libertà. Eppure, allora come oggi, non ero pronta a perdonarla.
“Avevi compiuto atti orribili nella mia centrale. Io mi fidavo di te!”
“Anche io! Eri l’unica di cui mi fidassi! Invece non hai voluto nemmeno parlarmi!” Si accascia sulla sua sedia come se le forze le siano venute meno. C’è dolore nei suoi occhi, ma anche una forte dignità.
“Non mi vergogno di essere diventata amica del Signore dei Gufi, devo tutto a Spike. Eppure mi piacerebbe poter camminare di nuovo per le vie della città senza vedere le mamme con i loro puledrini cambiare strada quando mi vedono. Certo, sono stati fatti dei passi avanti: Octavia mi chiede aiuto sempre più spesso, la tua fedele Fluttershy mi capisce molto più di quanto immagini, e Derpy … Derpy mi sorride. Quella puledrina mi sorride” In quel momento si porta rapidamente uno zoccolo agli occhi per celare una lacrima. È questione di un istante, ma mi provoca empatia nei suoi confronti. Alla fine termina il discorso con grinta ritrovata: “Hai dimostrato di non essere insensibile di fronte a chi si pente davvero: i fratelli Flim e Flam ne sono la prova. Arriverà mai il mio turno, Dash?”
Nascondo ogni reazione ma la mia sorpresa è grande. Ho sempre pensato a Twilight come alla scienziata pazza, alla “macellaia” senza alcuno scrupolo. Mai avrei immaginato che tenesse così tanto a dimostrare di essere cambiata.
“Io … io non lo so, Twilight. La tua situazione è … delicata”
“Delicata, certo” Ripete lei dispiaciuta.
“Adesso devo proprio andare” Mi dirigo verso le scale ma, prima di salire, dico “Grazie, Twilight”
Lei non risponde, tra gli zoccoli ha un teschio di cui fissa intensamente gli ormai vuoti fori degli occhi. Esco dal laboratorio provando un imprevisto senso di rimorso.

“È una follia, Octavia! Non dovresti farlo!”
“Ormai sono qua, Derpy, e io indietro non torno” Rispondo guardando l’enorme palazzo che si erge di fronte a me.
“È troppo pericoloso” E poi cosa speri di ottenere?”
Assolutamente nulla. Voglio solo trovarmi di fronte ai due pony che hanno quasi ucciso Derpy e far capire loro che non ho intenzione di arrendermi.
Derpy cerca di fermarmi senza successo un altro paio di volte, poi sbuffa e chiede di poter salire con me.
“Stavolta no. È importante che tu rimanga qui” Le spiego fissandola intensamente “Voglio che torni indietro ed entri nel primo bar che trovi, ordini qualcosa e mi aspetti. Se entro mezz’ora non ti ho raggiunta, vola da Rainbow Dash più veloce che puoi e chiedi aiuto. Ricordi dove abita, no?”
Lei annuisce, poi mi abbraccia di scatto.
“Sono così preoccupata, Octavia”
“Non succederà niente” Le prometto per tranquillizzarla, ma cerco comunque di godere della sua stretta fino all’ultimo istante. Quando ci separiamo, la osservo allontanarsi lungo la via da cui siamo venuti finché non è altro che un puntino lontano. Allora prendo un respiro ed entro nella Celestia Tower.
La vasta hall dell’edificio ha un colore candido, etereo, ed è ornata da intarsi in oro e argento. Sulla parete di fronte all’ingresso è appeso un drappo raffigurante il sole, cutie mark della principessa Celestia, e alla sua sinistra ci sono le scale e l’ascensore che portano ai piani. Provo a raggiungerle ma vengo subito fermata dalla guardia posta in una celletta vicino all’ingresso.
“Dove è diretta?” Domanda.
“Vado a fare visita a Filthy Rich. Sono Octavia Melody”
“Sono spiacente, ma il signor Rich non è in casa in questo momento, e comunque non permette ad alcun visitatore di disturbarlo senza invito. Se vuole può lasciargli un messaggio. Mi occuperò personalmente di consegnarglielo”
C’era da aspettarselo. Osservo la guardia, un grosso unicorno con indosso un’elegante divisa blu. È molto educato e sembra anche molto ligio al dovere.
“Sa se anche Trixie è con lui?” Gli chiedo.
“Oh no, lei è di sopra”
“Le mandi un messaggio, per cortesia. Sono sicura che sarà … entusiasta di ricevermi”
L’unicorno prende una pergamena da un cassetto e, dopo aver scritto il comunicato, lo invia con la sua magia. Non passa molto tempo prima di ricevere il permesso di cui necessito.
“La signorina Trixie non aveva mai concesso un incontro a nessuno” Fa notare l’unicorno impressionato “Lei è una pony molto fortunata”
E questa era una battuta molto divertente. Annuisco trattenendomi quel tanto che basta a evitare di ridergli davanti al muso, poi mi faccio dire il piano e salgo sull’ascensore.
La casa di Rich è situata su uno dei piani più alti del grattacielo e naturalmente, oltre a poter vantare il più grande terrazzo della torre, è anche l’unica abitazione sul piano. Busso alla porta in legno scuro che viene prontamente aperta da una giovane pegaso dal bel manto giallo.
“Benvenuta, detective Octavia” Saluta con un leggero inchino “La signorina Trixie l’attende con impazienza nel terrazzo. Le faccio strada”
“Molto gentile, grazie”
Raggiungiamo un salone dalle pareti in vetro che riconosco come quello descritto da A. K. Yearling nell’intervista di tempo fa e usciamo nel terrazzo. Stesa al sole su una sdraio c’è Trixie.
Dentro me scorre un lungo flusso di emozioni: rabbia, odio, tristezza e sofferenza si susseguono a gran velocità, ma nemmeno per un attimo avverto la paura.
“Oh, guarda che visione celestiale abbiamo qui …” Sussurra lei sollevando lentamente il capo dalla sdraio e guardandomi attraverso le lenti scure. Poi si rivolge alla pegaso e ordina: “Vai via tu! Torna al tuo lavoro!”
“Subito, signorina!” Risponde prontamente la giovane prima di rientrare velocemente in casa lasciandoci sole.
“Adesso Rich ti procura anche le serve?” Domando senza fare un passo.
“Nessuna serva, è solo la babysitter della sua mocciosa. Lui è un pony molto impegnato e quindi lei si occupa della figlia e della casa. Ma prego, accomodati! Non vorrai mica restare lì impalata!”
Una sedia viene fatta avanzare verso di me. Dopo essermi seduta, mi viene anche offerto da bere.
“Vuoi avvelenarmi?” Chiedo sorridendo.
“Il veleno è l’arma dei codardi, dicono”
“Le bombe non sono particolarmente più nobili” Rispondo affondando la mia prima stoccata. Lei però non reagisce in alcun modo, quindi accetto anche questa sua offerta: “Un Whisky on the rock, se non ti dispiace. Immagino che uno come Rich abbia una vasta collezione di liquori”
“I migliori di Equestria” Garantisce Trixie prima di richiamare la pegaso di prima e di ordinarle di portarci quanto richiesto.
Nell’attesa restiamo a osservarci in silenzio. Il manto di Trixie è splendidamente curato e la sua criniera sembra splendere illuminata dal sole del tramonto; se anche la permanenza in manicomio abbia avuto delle conseguenze sul suo fisico, ora non ne mostra alcuna traccia. È solo l’arrivo del drink a riscuoterci dalla nostra stasi.
“Ti trovo in forma, Trixie”
“Vero, eh? L’aria di questa città è miracolosa, per non parlare del sole! Giuro, fino a qualche giorno fa non avevo mai pensato che prendere il sole potesse essere un’attività così piacevole”
“Immagino che dopo due anni in una cella di isolamento lo penserebbe chiunque”
Questa volta Trixie fa una smorfia di disappunto.
“Quelle di Arkhay non sono semplici celle di isolamento, Octavia: tu non hai nemmeno idea di cosa accada lì dentro” Risponde bevendo un sorso del suo whisky.
“Allora mi chiedo se ti sia convenuto evitare il carcere e andare lì”
“Non è colpa mia: il giudice ha deciso che avevo bisogno di aiuto” Replica con tono lamentoso “Però sono stata fortunata, me ne rendo conto solo ora. Potrei quasi dire che giudice e giuria mi abbiano salvata, non trovi?”
Non va bene: Trixie ha capito il mio gioco e lo sta usando contro di me. Devo stare calma.
“Effettivamente sei stata salvata davvero tante volte nella tua vita: prima loro, adesso Rich … sai, a volte mi chiedo se non siano troppo lusinghieri tutti quei titoli con cui ogni pony era solito chiamarti. Meriti davvero di essere ricordata come la grande e Potente Trixie?”
“Magari potresti chiedere a quella tua amica, Vinyl Scratch. Oh, dimenticavo: potrebbe avere difficoltà nel risponderti”
Questa volta la sua risposta arriva inaspettata. Ho pungolato il suo orgoglio e lei ha reagito con violenza colpendo il mio punto debole. Sto per compiere l’errore di abbassare lo sguardo ma riesco a trattenermi. Questo sembra far piacere a Trixie, tanto da spingerla perfino a sorridermi.
“Perché sei venuta, Octavia?” Mi domanda poi “Il tuo gioco mi ha divertito, ma ora torniamo serie: che cosa vuoi?”
Io bevo il mio drink in un sorso prima di rispondere: “Stavi per portarmi via qualcuno che amo. Di nuovo. Sei tu la mandante dell’attentato allo Sugarcube Corner”
“È una grave accusa la tua, ma hai delle prove?”
“Le avrò. Dimostrerò che quanto dico è vero e te la farò pagare, Trixie”
“Stai minacciando un pubblico ufficiale, Octavia: ti ricordo che adesso svolgo io le funzioni del commissario”
“L’unico commissario di Ponyville è Rainbow Dash!”
“E prima di lei Spitfire. E ora dove sono? Sono fuori dai giochi, Octavia!” Esclama alzandosi in piedi. Lentamente avanza verso di me parlando con tono minaccioso: “Io ho costretto Spitfire a dimettersi, io ho fatto crollare la popolarità di Dash! Tutti quelli che si mettono contro di me sono destinati a cadere! Non risparmierò nessuno che oserà ostacolarmi, né poliziotti né criminali … e nemmeno un’ingenua pegaso dalle manie di grandezza”
Il suo muso è a un soffio dal mio, gli occhi viola che tanto hanno tormentato le mie notti si specchiano nei miei. Stavolta però non ho paura.
“Non toccherai più Derpy” Sussurro.
“E come me lo impedirai?”
“L’hai detto tu: ti ostacolerò”
“Non mi sembra che tu abbia ottenuto molti risultati finora” Risponde ghignando.
Io invece rimango seria: “Non mi fermerò mai. Finché avrò vita farò di tutto per sconfiggerti … e ucciderti”
Questa volta le mie parole hanno effetto. Il suo sguardo si fa rabbioso, la sua bocca si contrae in una smorfia orribile.
“Hai un bel coraggio a minacciarmi qui” Dice “Potrei schiacciarti come un insetto in questo momento”
“Fallo allora!”
Mi alzo, faccio un passo indietro e metto in mostra il petto. Sorridendo, la invito: “Colpiscimi”
Mi sono spinta troppo oltre e Trixie è furiosa, ma se sto attenta posso sfruttare la sua rabbia. Se facesse un passo falso, se si tradisse anche per un solo istante, scoppierebbe il caos: Rich cadrebbe nel panico e Trixie si sentirebbe di nuovo braccata. Devo solo stare attenta, pensare bene a cosa dire … ed evitare di morire.
“È vero, sei forte e hai sconfitto molti nemici, ma io sono ancora qui. E sono la più pericolosa” Continuo ostentando sicurezza, ma senza mai abbassare la guardia “Non ho mai dimenticato quel che hai fatto a Vinyl e ho sempre sperato di poter fartela pagare prima o poi. Beh, non perderò quest’occasione! Mostrerò a tutti chi sei davvero e poi ti ucciderò. Questa è la sola opportunità che avrai per fermarmi. Ma immagino che non lo farai: non sei in grado di farlo senza colpirmi alle spalle in un vicolo buio, vero?”
È fatta! Trixie non riesce più a contenere l’odio e il suo corno inizia a illuminarsi luce viola. Mi preparo a saltare di lato mentre aspetto che la luce diventi più intensa.
Ancora … ancora …
“Trixie!”
La voce di Rich risuona con forza e ci fa voltare entrambe. Lui avanza con vigore verso Trixie senza pensare a me e le ordina: “Vai in camera mia!”
“No … non ora, no …” Prova a rispondere quasi implorante, ma Rich è sordo ad ogni richiesta.
“Vai in camera mia!” Ripete scandendo meglio le parole. Questa volta Trixie si arrende e ferma l’incantesimo; l’aura colorata intorno al suo corno si affievolisce fino a svanire e lei rientra in casa senza dire una parola.
A questo punto, Rich torna a interessarsi a me.
“Cosa ci fai qui?” Domanda ancora infuriato “Vattene subito da casa mia! Subito!”
Io non riesco a trattenere una risata. Poi, con un leggero inchino, rispondo: “Come il signore desidera” e lascio la sua abitazione ancora ridendo.
Quando raggiungo il piano terra, l’unicorno di prima mi chiede: “Ha incontrato il signor Rich? È salito un attimo fa”
“Oh sì, l’ho incontrato” Rispondo sorridendo cordiale “È stato un incontro molto piacevole. Arrivederci!”
Lascio la Celestia Tower e mi incammino in cerca di Derpy. Proprio come le avevo detto, è in un bar non molto distante. Si guarda intorno ansiosa mentre regga un bicchiere di limonata con uno zoccolo tremante. Busso sulla vetrata del locale e lei, quando mi vede, esplode in un meraviglioso sorriso. Senza perdere tempo, finisce la sua bibita e paga il conto, poi mi raggiunge fuori.
“Octavia, finalmente!” Dice gettandosi tra le mie zampe in un abbraccio liberatorio “Pensavo fosse successo qualcosa, stavo per andare da Dash”
“Non preoccuparti, sto bene” Rispondo accarezzandole la criniera “Vieni, torniamo a casa. Ti racconterò tutto. Ah, Derpy, ho trovato il tuo nuovo candidato sindaco”

“Che cosa volevi fare, eh? Rispondimi, Trixie!” Urlo mentre cammino avanti e indietro nella mia stanza infuriato.
“Sai perfettamente cosa volevo fare!” Risponde lei altrettanto arrabbiata “Ci sarei riuscita se non ti fossi intromesso!”
“E dopo cosa avremmo fatto? Immagina la scena: la detective scomparsa dopo essere stata vista l’ultima volta in casa di Filthy Rich con Trixie. Il nostro piano sarebbe fallito!”
“Continui a usare il plurale, Rich?” Mi fa notare Trixie con un tono che mi fa gelare il sangue. Mi fermo e mi giro verso di lei mentre continua a parlare: “Io non ho un piano, Rich, ho uno scopo: uccidere Octavia. E tu mi stai intralciando! Sai cosa succede a chi mi intralcia?”
“Non oseresti!”
“Tu credi? Vuoi mettermi alla prova?” Urla illuminando il corno.
“Signor Rich, va tutto bene?” Domanda una voce. La porta della camera si apre e una testa fa capolino.
“Non si bussa?” Urla Trixie mentre si gira e scaglia il suo incantesimo.
L’immagine che si mostra ai miei occhi subito dopo mi riempie di orrore: la giovane babysitter di mia figlia, la gioviale Parasol, giace a terra all’interno della stanza. Un occhio è spalancato e privo di vita, l’altro semplicemente non esiste più: dal foro che lo ospitava fuoriesce una poltiglia rossa e bianca che le macchia la criniera viola.
Sconcertato, mi trascino in ginocchio verso il corpo. Vorrei toccarlo ma ne provo ribrezzo.
“L’hai … l’hai uccisa …” Sussurro trattenendo un conato di vomito.
“Sì, l’ho uccisa, così come ho ucciso il vecchio Grifone e tanti, tanti altri pony. Perciò stai attento a non farmi più arrabbiare”
Ma io non l’ascolto più. Riesco solo a osservare l’occhio integro di Parasol e a pensare a mia figlia.
“Era come una sorella maggiore per la mia Tiara” Dico iniziando a piangere “Come farò a dirglielo?”
“Dirglielo? Dirglielo?” Trixie mi afferra con forza e mi costringe a girarmi verso di lei “Tu non dirai nulla a nessuno! Temevi per il tuo piano prima, vero? Beh, se si venisse a sapere di questa storia saremmo rovinati! Tu questa notte ti libererai del corpo e da domani nessuno sentirà più parlare di questa pegaso! Mi sono spiegata?”
“Ma … ma io …” Balbetto agitato.
“Mi sono spiegata, Rich? Guarda che non te lo chiederò una terza volta!”

“Sei sicura che verrà?”
“Sì, non ho dubbi. Probabilmente passerà un po’ di tempo, ma sono sicura che non rimarrà chiusa dietro quelle mura, data la situazione di Ponyville”
Abbiamo finalmente raggiunto Maner Street e stiamo per entrare nel condominio. Ho raccontato a Derpy la mia disavventura con Trixie e ora stiamo discutendo su chi credo possa essere il miglior sindaco per la città.
Un attimo prima di entrare, sento una voce che mi chiama. Mi giro e vedo l’infermiera di Vinyl correre forsennatamente verso di noi.
“Signorina Redheart! Che succede?” Domando preoccupata. Non si sarebbe mai allontanata da Vinyl se non per qualcosa di grave.
“La signorina Vinyl …” Risponde tra gli affanni “La signorina Vinyl è …”
   
 
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