16.
Epilogo
Era trascorsa una settimana dalla vittoria delle gemelle sulle tenebre e Wonder stava tornando alla normalità: restava però qualcosa nell'aria, come l'odore di bruciato dopo un incendio…un vago senso di rancore…forse verso Bright, forse verso sé stessi.
L'unica cosa a non essere
cambiata era il veleno di certe malelingue che non trovavano di meglio da fare
che sparlare e lanciare accuse con sguardi sospetti. Ma al principe dei Gioielli
non interessavano quelle chiacchiere, quei sussurri che accompagnavano il suo
passaggio: era preparato ad affrontare loro e la diffidenza che aleggiava sul
pianeta. Era uno solo il giudizio che contava per lui: quello di
Rein.
Era
solo per lei che aveva fatto ritorno sul suo mondo.
Però più si avvicinava alla
meta, più i dubbi lo assalivano: era giusto quello che stava facendo? Era finito
sul fondo…forse non aveva il diritto di chiedere amore a quella che un tempo era
la sua fidanzata: le aveva dato solo menzogne e dolore…non capiva nemmeno perché
lo avessero salvato, perché non lo avessero ucciso…
Percorse il cortile del
Palazzo Solare, rivolgendo l'attenzione al cielo: era davvero finita per sempre?
Non c'era alcuna possibilità che le tenebre lo catturassero di nuovo? Si guardò
le mani, lisce e perfette…le mani di un principe: ai suoi occhi erano lorde di
sangue, peccati e petali neri.
Fine aveva pagato a caro
prezzo la sua caduta nell'oblio. Non poteva correre il rischio che la stessa
sorte toccasse a Rein.
Doveva mettere termine a
tutto…era l'ultimo gesto d'amore per la sua principessa.
***
Fine salutò Lulu e si
incamminò verso il giardino: ultimamente trascorreva in quel luogo intere
giornate… Si prendeva cura dei fiori e delle piante: la aiutava a non pensare,
la rilassava e la faceva sentire in pace con quel mondo che aveva rischiato di
distruggere.
Aveva raccontato tutto ai
suoi genitori…o meglio, tutto quello che era giusto sapessero: aveva evitato di
parlare delle violenze subite o di quanto era accaduto con Shade. Non voleva
procurare loro altro dolore, non lo meritavano. E, inoltre, erano entrambe
storie che appartenevano al passato.
A
Rein, invece, aveva dovuto rivelare ogni cosa: era la sua gemella e nasconderle
parte della verità avrebbe creato una crepa nel loro legame. Sapeva di averle
dato una grande sofferenza, anche se la sorella non aveva fatto pianti o
scenate: aveva davvero paura che Bright la lasciasse per
lei.
-Dirti che mi dispiace non
basta, lo so- le aveva detto, abbracciandola. –Ma non dubitare di Bright: lui ti
ama, posso giurartelo.
Sospirò, gettando
un'occhiata alla finestra e notando qualcosa su una delle strutture del
palazzo…anzi, qualcuno.
-Bright…- pronunciò,
correndo fuori. Che diavolo aveva in mente? Di buttarsi dal Regno
Solare?
Doveva impedirgli quella
follia.
-BRIGHT!- urlò,
raggiungendolo e afferrandolo in vita.
-Fine…
-Che stai facendo?- domandò,
tenendolo stretto.
-Evito che quanto è accaduto
possa ripetersi- rispose. –Non posso andare da Rein come se nulla fosse…dopo
quello che ho fatto. Lei non può stare con me, non ci si può fidare di qualcuno
che ha ceduto alle tenebre…che ha usato la violenza per conquistare il pianeta…
Tu dovresti darmi una spinta, non fermarmi!
-Non essere stupido! Non sei
sopravvissuto per piangerti addosso.
-Sono sopravvissuto perché
il destino è crudele.
-No, perché sei un principe
buono e giusto che può davvero cambiare Wonder in meglio senza bisogno del
Potere Oscuro.
-Fine…non ho più un buon
motivo per vivere… Ho perso tutto, anche la persona che
amo…
-E
hai un buon motivo per morire?- ribatté la principessa, lasciandolo. –Girati,
Bright…guardami negli occhi, ti prego.
Il
ragazzo ubbidì, fissando quelle iridi che aveva fatto piangere innumerevoli
volte, da cui aveva strappato la gioia.
-Io
non ti accuso di niente- proseguì la fanciulla. –Non eri tu a servirti di me, ma
un altro che si impadroniva del tuo corpo, che ha approfittato dei tuoi sogni
per soggiogarti… Qualcuno che abbiamo sconfitto per sempre. Sei stato solo un
contenitore, niente di più.
-Come puoi parlarmi così?
Come fai a non odiarmi?
-Eri imprigionato come me in
qualcosa di più grande che non potevamo controllare. E questo lo sa anche Rein:
lei ti ama e aspetta solo che tu le tenda una mano. Ora, ti va di scendere da
qui?
Bright annuì e insieme
rimisero i piedi al sicuro sul pavimento del cortile.
-E
se ti sbagliassi? Non può volermi dopo ciò che mi ha visto fare! Io merito di
rimanere solo: è l'unico modo perché altri non soffrano a causa
mia.
-Bright…- mormorò dolcemente
la giovane, prendendogli il viso tra le mani. –Il tuo cuore è puro e nobile: non
mi avresti mai sfiorata, nemmeno con un dito. Tutto questo è accaduto perché
volevi la pace e la felicità di Wonder: non sei un tiranno, non accusarti
ingiustamente- concluse, dandogli un lieve bacio sulla fronte. –Il resto del
mondo non può capire e ti punterà un dito contro, ma per me tu non hai fatto
nulla che meriti una punizione.
Bright rimase un attimo in
silenzio, poi l'avvolse tra le braccia, stringendola fraternamente a
sé.
-Grazie, Fine- sussurrò,
alzando lo sguardo e incontrando degli occhi azzurri.
–Rein…
Fine si separò dal giovane,
scambiando un sorriso con la gemella e riprendendo la strada per il
giardino.
-Sei
tornato…
-Sì. Io…-
iniziò.
-Bright, rispondi
sinceramente: sei innamorato di mia sorella?
Doveva togliersi quel
dubbio, anche se la risposta poteva spezzarle il cuore.
-Fine ha, o almeno aveva,
un'energia e una vitalità che attirano inevitabilmente e sì, un tempo ero
convinto fosse la ragazza per me, quella che desideravo al mio fianco- confessò.
–Ma lei non ha mai accettato la mia corte, così mi sono interessato a te, pur
continuando a pensare a Fine. In realtà non è mai stato amore ciò che provavo:
questa storia ha messo una pietra sul passato, mi ha permesso di capire che io e
Fine non siamo adatti a stare insieme perché desideriamo cose diverse…un amore
diverso. Quella che amo veramente, sei tu, Rein.
-Bright…
-So
di aver perso la tua fiducia e il tuo amore, e non hai bisogno di
giustificarti…lo capisco.
-Quello che hai fatto con
Fine, il dolore che le hai dato, le bugie che entrambi mi avete raccontato…non
dimenticherò facilmente tutto questo. Io ti amo, Bright, però non mi sento
pronta a ricominciare da dove ci siamo fermati- disse Rein. –Io…vorrei partire
da zero, come se non ci fosse stato niente prima di
adesso.
-Lo
vuoi…davvero, Rein?- balbettò lui, incredulo. Gli stava concedendo un'altra
possibilità?
-Sì. Devo riscoprire chi sei
e tu devi riguadagnarti la mia attenzione…riconquistarmi… Accetti, principe
Bright del Regno dei Gioielli?
La
luce di felicità che apparve nei suoi occhi fu la sua
risposta.
***
Fine stava dando da bere ai
fiori di luna, i più delicati tra quelli di cui si occupava…e quelli a cui era
più legata, perché le ricordavano un periodo felice…la piccola Milky, la regina
Maria…e lui…
-Fine- la chiamò re
Toulouse, facendola voltare. –C'è una visita per te.
Il
cuore le balzò in gola nel vedere di chi si trattava: cosa ci faceva
lì?
-Shade…
Dopo la sconfitta
dell'oscurità non si erano più incontrati, ognuno rinchiuso nel proprio regno a
cercare di rimettere ordine e riportare il tutto alla normalità. Soprattutto
dentro di loro.
-Ciao, Fine- la salutò. Ora
che tutto si era concluso per il meglio, Fine gli appariva più serena, più
spontanea: nei suoi occhi faceva capolino una luce che le tenebre avevano spento
durante quell'anno di prigionia e ricatti. Stava tornando sé stessa, una ragazza
che Shade aveva potuto solo immaginare nel periodo trascorso insieme. –C'era la
mongolfiera del Regno dei Gioielli…
-Sì, Bright è tornato…sta
chiarendosi con mia sorella.
-E
noi?- le domandò il ragazzo, cogliendola decisamente di
sorpresa.
"Noi". Una parola che feriva
quanto la spada più affilata. Era impossibile un "noi" per quanto li riguardava:
lei, con i suoi peccati e i suoi crimini, con il suo passato e i suoi fantasmi,
non poteva certo ambire al principe della Luna. Lui e il suo regno meritavano di
meglio.
-Noi cosa?- ribatté. –Non
esiste un "noi".
-Davvero?- continuò Shade,
senza lasciarsi bloccare da quella freddezza. –Quindi per te non c'è stato
niente, siamo due estranei…
-È
stata una notte, Shade: non darle un significato
particolare.
-Stai mentendo- disse, con
tutta la tranquillità possibile. –Guardami negli occhi e sii sincera: ora non
hai più il mondo di carta velina che ti eri costruita con le
bugie.
Fine sospirò, dandogli le
spalle e ammirando il giardino. Verità…in quel terribile anno aveva scoperto
quanto fosse flebile come concetto, quanto spesso fosse più facile una bugia,
quante persone accontentasse la menzogna.
-Ti
devo la fine della mia storia- aggiunse, infrangendo il silenzio. –Ora l'ho
trovato… Ti racconterò la conclusione, ma non aspettarti il lieto fine: ho
smesso di crederci tanto tempo fa…- ammise. –Prima di arrivare nel Regno della
Luna, ero convinta che amare significasse distruggere ed essere amati fosse
uguale all'essere distrutti. Questo era ciò che avevo provato sulla mia pelle e
non pensavo esistesse qualcosa di diverso. Poi ho conosciuto te e ho capito cosa
fosse davvero l'amore, quanto potesse scaldare il cuore un gesto o un semplice
sguardo. Non ti ringrazierò mai abbastanza per questo- proseguì. –Ora sai tutto.
Come vedi, il "vissero per sempre felici e contenti" appartiene soltanto alle
favole. Per noi c'è un addio.
-Aspetta. È vero, per
giungere a me hai mentito, hai complottato per uccidermi…ma hai scelto di
salvarmi, pur conoscendo le conseguenze- replicò il giovane. –Ho anch'io i miei
segreti da svelare- annunciò, portando una mano in tasca ed estraendo una
cravatta gialla.
-Eclipse…eri tu… Quindi hai
sempre saputo tutto…
-Sì. Non i dettagli, ma
sapevo che Bright voleva conquistare il pianeta: è stato il ministro del mio
regno a liberare il Potere Oscuro, sperando di ottenere il trono. Ma ha fatto
una fine diversa… E sapevo perché tu eri venuta da me.
-Io
non capisco…perché non hai…- iniziò, bloccandosi improvvisamente e facendosi
triste. Si era illusa: l'amore era veramente un'invenzione dei romanzi. –Anche
tu mi hai usata…ti sei solo divertito con me… Sono stata solo una bambola tra le
mani di un altro giocattolaio …
-No, Fine- negò, prendendola
per le spalle e fissandola con serietà. –Quando ci siamo conosciuti volevo
studiarti, scoprire il tuo ruolo nei piani di Bright e giocare d'anticipo. Ma
poi è successo qualcosa che non avevo previsto…
-Cosa?
-Mi
sono innamorato di te.
La
rossa sgranò gli occhi, cercando la menzogna nei suoi di cobalto, senza trovarne
traccia. Era sincero…
-Ma
io avrei potuto ucciderti…
-Non sei la prima, mi
dispiace. E non sarai nemmeno l'ultima- scherzò. –Avrei potuto lasciarci la
pelle, ma il cuore è stato molto insistente…e non ho potuto far altro che
ascoltarlo e correre il rischio.
-Oh, Shade…- singhiozzò,
abbracciandolo. –Perdonami…
-Certo. È tutto passato,
ormai. Non hai più niente da temere: adesso ci sono io e non permetterò ti
accada nulla di male.
-E
ci sarai per sempre?
-Se
lo vorrai, ci sarò per molto di più.
Fine si abbandonò nella sua
stretta: per la prima volta dopo un anno, sentiva di potersi fidare di
qualcuno…qualcuno che l'avrebbe protetta, difesa e, soprattutto,
amata.
Forse si era sbagliata:
doveva ancora credere alle favole e alla loro magia. Non erano tutte
un'invenzione, un mondo fittizio costruito con mattoni di inutili fantasie che
non reggevano al contatto con la realtà. Alcune uscivano dalle pagine e
diventavano vere.
Forse non avrebbe raggiunto
il "per sempre felice e contenta", ma era certa che con Shade ci sarebbe
arrivata molto vicino.
FINE