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Autore: ARed    12/12/2016    8 recensioni
Isabella ha trentadue anni ed è madre di due figli, Charlie (nove anni) e Renèe (tre anni), è sposata con James Tanner, importante uomo d’affari di New York.
Il loro non è un matrimonio felice, Isabella lo sa, e non reagisce, per il bene dei suoi figli.
Ma quando arriva Jacob, suo fratello, le cose cambiano, grazie anche all’entrata in scena del consulente legale di suo marito, Edward Cullen.
" « Grazie Renèe, ti voglio bene », quel disegno rappresentava benissimo la sua famiglia: mamma, lui e la piccola."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, James | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Dove eravamo rimasti..
Edward si reca al Country Club e chiede di poter parlare con Jane, i due parlano e Jane gli confessa che aveva una relazione con James.
Edward gli chiede se la relazione continua e lei risponde di no, che non si poteva innamorare di una persona come lui, e accetta di testimoniare il giorno dell’udienza a favore di Bella.
Il giorno di primavera Edward porta i fiori a Bella e alla piccola Renèe, a Daniel regala i biglietti per una partita di baseball.
 
CAPITOLO XVI

GELOSIA

25 MARZO 2016

EDWARD

"Mi manchi"
Finii di digitare il messaggio per Bella, a causa dei miei impegni erano due giorni che non vedevo lei e i suoi bambini, anche se li sentivo ogni sera, mi mancava stare con loro.
“Anche tu, più tardi passo e ti porto il pranzo”
“Sei una donna da sposare”
“Non mi parlare di matrimoni, me ne devo già liberare di uno!”
Ed io l’avrei aiutata molto volentieri in questo. A giorni il tribunale mi avrebbe comunicato la data dell’udienza e finalmente Bella sarebbe stata una donna libera.
Passai le successive due ore a studiare le pratiche delle altre cause che stavo seguendo, il pensiero di Bella era fisso su di me. Non vedevo l’ora di vederla e poterla baciare stringendola forte tra le mie braccia. Non era da molto che lei faceva parte della mia vita, ma sentivo che per me era indispensabile la sua presenza, lei continuava a ringraziarmi per averla aiutata, ma lei non sapeva che erano stati lei e i suoi bambini a riportare la gioia nella mia vita fatta solo di lavoro e serate passate sul divano a guardare il baseball.
Dopo Kate non ero più uscito con nessuna, non mi fidavo più delle donne, di lei mi ero innamorato davvero e sapere del suo inganno per me era stato devastante. Sapere di non conoscere una persona fino in fondo, fa male, ti lacera, fa crollare tutte le tue convinzioni, per questo avevo capito subito Bella.
« Avanti », dissi continuando a fissare lo schermo del computer.
« Avvocato Cullen, la signorina Jane Volturi chiede di parlare con lei, la faccio entrare? », disse la mia segretaria.
« Certo, la faccia entrare », dissi alla mia segretaria, Jane non mi aveva più chiamato, speravo non cambiasse idea.
« Buongiorno avvocato », disse Jane entrando, aveva la faccia sconvolta, cosa le era successo?
« Chiamami Edward », le dissi stringendole la mano.
« Va bene », rispose abbassando lo sguardo, sembrava in imbarazzo.
« Prego accomodati. Come posso esserti utile? », le dissi indicandole le due poltrone in pelle nera davanti alla vetrata che dava sulla città.
« Grazie, io.. volevo dirti che ho lasciato il lavoro », ero felice per lei, non meritava di essere trattata come James l’aveva tratta in quei anni.
« Come è andata?»
« Bene.. James non ne era contento, ma ha accettato la mia volontà di andarmene », rispose stupendomi, James non era il tipo che lasciava andare le cose così tanto facilmente.
« Strano.. pensavo che..»
« Che ci tenesse a me? », domandò Jane facendo un sorriso amaro.
« Almeno un po'»
« È bravo a far credere quello che vuole.. », era un attore nato.
« Tu come stai? », ero realmente preoccupato per lei, era giovane, e si era illusa.
« Mentirei se ti dicessi che sto bene », disse continuando a torturare le sue povere dita, era nervosa e agitata, sembrava mi volesse dire qualcosa, ma che avesse paura.
« Non sarà stato facile lasciare il lavoro per te », non sapevo cosa dirle, mi sentivo in colpa, se stava in quel modo era anche colpa mia in parte.
« Un po'.. sai avevo un buon stipendio, ma appena sono uscita mi sono sentita più libera, mi stavo riprendendo la mia dignità. Stavo bene, ma poi.. », disse mentre una lacrima sfuggiva al suo controllo, le passai un fazzoletto e lei mi ringraziò.
« Cosa è successo? »
« Ieri è venuto a casa mia », disse in un sussurro, sembrava se ne stesse vergognando.
« Cosa ti ha fatto? »
« Nulla.. mi ha solo chiesto il perché me ne fossi andata », rispose scuotendo la testa.
« Cosa hai risposto? », domandai preoccupato, Jane sembrava nascondere qualcosa, James era molto bravo ad ottenere quello che voleva, e lei era vulnerabile a lui.
« Tranquillo.. non gli ho detto che testimonierò a favore di Isabella, alla fine me ne sono andata in primo luogo per me stessa.. semplicemente non ho risposto. Mi ha chiesto se volevo un aumento, e me lo avrebbe concesso », non mi stavo preoccupando per quello, Bella aveva molte prove a suo favore, una di queste era il piccolo JJ. Sorrisi, per quell’uomo tutto si poteva risolvere con il denaro.
« Non ha capito il perché te ne fossi andata »
« Non pretendiamo molto da uno come lui », mi disse sorridendo.
« Hai ragione! », Jane sorrise un’ultima volta, poi sul suo volto comparve di nuovo un’ombra, che cosa stava nascondendo?
« Edward io ci sono ricascata », disse d’un tratto, tornando a fissare le sue scarpe.
« Cosa intendi dire? »
« Io.. mi ha baciata, mi ha detto che gli mancavo..», il potere che aveva James su di lei era troppo alto, se poi ci si aggiunge che lei ne fosse innamorata, era la fine.
« Tu l'hai rifiutato vero? », domandai sperando in una risposta affermativa, si sarebbe fatta male.
« No.. io.. ho ceduto, l'abbiamo fatto contro la porta d'ingresso, mi ha usata di nuovo ed io glielo lasciato fare », disse mentre copiose lacrime scendevano sul suo viso, non cercava nemmeno di trattenerle, si vergognava di quello che aveva fatto. Lei non aveva nessuna colpa, se non quella di essere debole e, forse, quella di amare una persona che non lo meritava.
« Come ha fatto a persuaderti di nuovo? »
« Lui è consapevole dell'effetto che ha su di me, mi ha baciato e io non ci ho capito più nulla »
« Non ti ha detto più nulla? », domandai conoscendo la risposta, James era andato da lei solo per una cosa. Chiederle il perché del suo licenziamento era solo un pretesto.
« No.. se si esclude il.. »
 
BELLA
La primavera era passata così come era arrivata a New York, faceva freddo quel giorno, c’era un vento che ti portava via a momenti. Prima di andare da Edward ero passata da John Toast a prendere il pranzo, in quel posto facevano i toast più buoni che avessi mai assaggiato.
Uscii dall’ascensore diretta verso l’ufficio di Edward, la scrivania della sua segretaria era vuota, probabilmente era andata in pausa pranzo, così senza bussare aprii la porta del suo ufficio e lo vidi  parlare con una donna, che io conoscevo.
« .. ho voglia di scopare », gelai sul posto, Jane, la segretaria di James, era seduta sulla poltrona davanti ad Edward. Mi stava portando via anche lui.
« Bene, lui » , Edward sollevò lo sguardo e notò la mia presenza, ed era la prima volta che il suo sguardo mi facesse schifo.
« Bella?», domandò sorpreso vedendomi lì davanti a lui, perché poi? Sapeva che sarei venuta a portargli il pranzo.
« Tolgo subito il disturbo.. », dissi fredda e schifata lasciando sul mobiletto alla mia destra la borsa con il pranzo, « Ecco il tuo pranzo », anche lo sguardo di Jane si posò sulla mia figura. Cosa ci faceva lì? Perché aveva detto quella cosa?
I miei occhi si riempiono di lacrime, mi girai e senza guardare più indietro mi fiondai in ascensore, premendo il tasto che mi riavrebbe portato al piano terra.
« Bella aspetta! Fermati! Ti prego! », vidi Edward correre verso di me mentre le porte dell'ascensore si chiudevano, evitando che lui entrasse.
Mi ero illusa. Io, Isabella Swan, mi ero illusa di nuovo. Pensavo che lui fosse diverso, invece era uguale a tutti, ero io che mi fidavo troppo delle persone.
Evitai di piangere, non avrei pianto per un altro uomo, non avrei calpestato nuovamente la mia dignità. Lui era solo il mio avvocato, l'avrei anche pagato, tra me e lui non doveva esserci nessun tipo di rapporto se non quello che ci dovrebbe essere tra avvocato e cliente.
Quando le porte dell'ascensore si aprirono mi affrettai ad uscire ma andai contro a qualcuno.
« Mi perdoni.. », non finì di parlare perché mi sentì respingere all'interno dell'ascensore, alzai lo sguardo e vidi gli occhi verdi di Edward, mi guardavano respirando a fatica, era tutto rosso in viso.
« Ma sei impazzito? », Edward fece chiudere le porte dell'ascensore e quell'aggeggio infernale riprese a salire.
« Perché sei scappata? », disse con il fiatone.
Mi allontanai da lui togliendo le sue mani dalle mie spalle, quel tocco mi causò un brivido ma lo ignorai.
« Davvero te lo stai chiedendo? », domandai sarcastica, come si permetteva?
« Si! Diamine! », disse facendo un passo verso di me, io indietreggiai e mi scontrai con la fredda parete dell’ascensore, Edward posò le sue mani ai lati della mia testa, bloccandomi. Ero così vicina a lui da poter sentire il suo profumo, quel profumo che mi mandava in estasi.
« Ti voleva scopare! Volevi una cosa a tre? », dissi urlando a pochi centimetri dalla sua faccia, eravamo così vicini che mi bastava poco per poggiare le mie labbra sulle sue, e la tentazione era alta.
« Ma che cazzo?! Cosa stai dicendo Bella? », Edward sembrava sorpreso dalle mie parole, ma non mi facevo più prendere in giro  dagli uomini, ero stanca.
« Sei uguale a James! Anzi sei peggio! Almeno lui non va in giro a dire..» , non finì la frase perché le labbra di Edward si posarono sulle mie, non ci misi tanto a mettere le mie mani intorno al suo collo per avvicinarlo di più a me, Edward cerò di far socchiudere le mie labbra e solo in quel momento tornai lucida, posando entrambe le mani sul suo petto lo allontanai.
« Che cazzo fai? »
« É l'unico modo per farti stare zitta. Ti sei chiesta perché Jane fosse lì? », domandò mettendosi una mano tra i capelli.
« No », risposi mordendomi il labbro.
« Hai visto quello che volevi vedere e te ne sei andata », disse lui, e per la prima volta vidi la delusione nei suoi occhi.
« Edward, lei ha detto che ti voleva scopare e tu hai risposto che andava bene! Cosa cazzo avrei dovuto capire? », dissi lasciando andare le mie lacrime.
« Bella.. Bella come devo fare con te, se non ti fidi? Pensi davvero che mi possa scopare Jane dopo che ti ho confessato che non lo faccio da tre anni e che l'unica che desidero sei tu? », disse allontanandosi da me, facendomi mancare la sua presenza, perché ero diventata così dipendente da lui?
« Hai detto che andava bene.. », dissi in un sussurro, ricordando la scena di pochi minuti prima, lei lo voleva  e per Edward andava bene.
« Se non mi fossi accorto della tua presenza, avrei continuato la frase dicendo: bene, sa essere esplicito quando vuole qualcosa », cosa stava dicendo? Non capivo le sue parole.
« Chi è esplicito? »
« Bella chi è Jane?», domandò tornando a fissare i miei occhi, il suo sguardo era di ghiaccio, l’avevo deluso, non mi ero fidata di lui.
« La segretaria di.. perché è qui? », cosa ci faceva nell’ufficio di Edward una delle amanti di James?
Edward non rispose alla mia domanda, ma mi prese per mano ed uscimmo fuori dall’ascesnore in un piano che non avevo mai visto, sembrava essere l’ultimo. In quel momento poco mi importava, quella che mi piaceva era vedere le nostre mani intrecciate.
Salimmo una rampa di scale ed Edward aprì una porta che dava sul terrazzo in cima al grattacielo, il panorama era bellissimo, ma non mi dovevo distrarre.
« Perché Jane è nel tuo ufficio?», domandai nuovamente voltandomi verso di lui, le nostre mani erano ancora unite.
« Sono stato da lei alcuni giorni fa.. mi ha raccontato che lei e James avevano continui rapporti.. fisici, che lei si illudeva. Quando le ho detto che stavi chiedendo il divorzio ha accettato di testimoniare davanti al giudice », disse Edward lasciandomi senza parole, continuando a fare disegni circolari sul dorso della mia mano.
« Cosa? Perché mai dovrebbe farlo? », io non mi fidavo di quella donna, la odiavo, perché d’un tratto aveva deciso di aiutarmi?
« Bella, conosci James meglio di tutti, sai quanto è bravo con le parole », rispose lui accennando un mezzo sorriso.
« Si.. »
« Ogni volta che loro due stavano insieme, in quel senso, lui la.. », capii cosa volva dirmi Edward, aveva ragione James era bravo con le parole, sarebbe stato capace di vendere un fazzoletto usato se avesse cominciato a fare le televendite.
« La faceva sentire la donna più importante del mondo », continuai la frase per Edward che annuì, Jane non era altro che una povera vittima, come me e Victoria, e chissà quante altre.
« Esatto, lei era consapevole che per James quelle erano semplici scopate, pensava di poterlo cambiare..  Bella lei ti vuole aiutare per riprendersi quella dignità che per colpa di James ha calpestato. E prima che tu me lo chieda, prima in ufficio, mi stava raccontando che ieri lui è andato a casa sua e.. »
« Oh.. immagino. C'è cascata di nuovo », Jane era troppo coinvolta, James l’avrebbe manipolata con facilità.
« Già », disse ripassando una mano tra i suoi bellissimi capelli, come avevo fatto a dubitare di lui, solo per avere sentito Jane dire una parola? Mi fidavo così poco degli uomini? Ma Edward era diverso, me lo aveva dimostrato in molte occasioni. Perché non riuscivo a fidarmi ciecamente di lui?
« Sono una stupida », dissi comparendomi il volto con le mani, mi stavo vergognando in una maniera assurda.
« Non lo sei », rispose prendendo le mie mani ed avvicinandosi a me sorridendomi in maniera illegale.
« Ho pensato subito male di te, ho pensato che mi stessi tradendo, quando invece non avrei diritto a pensarlo », dissi prendendo i suoi polsi ed accarezzandoli delicatamente.
« E questo perché lo pensi? », domandò avvicinandosi a me continuando a lasciare dolci carezze sul mio volto.
« Perché io non sono la tua.. », non avevo diritto ad essere gelosa, non eravamo una coppia, lui non era mio, come io non ero sua.
« Ragazza? Nella mia testa lo sei », disse facendo tremare il mio cuore, sembravo un adolescente alla sua prima cotta, avete presente le famose farfalle nello stomaco? Ecco, in quel momento nel mio stomaco, nel mio cuore, nel mio cervello, in ogni parte di me, c’era in corso una tempesta di emozioni e il fantastico uomo davanti a me era la causa di tutto.
« Davvero? »
« Mhm, mhm », disse mettendo una mano sul mio fianco avvicinando i nostri corpi, e l’altra alla base del mio collo, lasciando dolci carezze.
« Perdonami », dico ad un centimetro dalle sue labbra.
« Baciami », mi ordina dolce sorridendomi guardandomi con quei occhi così lipidi e sinceri.
« Io mi fido di te », glielo dovevo dire, e dirlo ad alta voce lo rendeva ancora più vero. Io mi fidavo di lui, mi fidavo di lui come non mi ero mai fidata di nessun uomo in vita mia.
« Bene, ora baciami », disse appoggiando la sua fronte alla mia.
« Perdonami », dissi prendendo il suo viso tra le mie mani.
« L'hai già detto. Baciami ora!», sorrido al suo ordine ed alzandomi sulle punte raggiungo le sue labbra, il suo è un bacio dolce, poi tutto si trasforma, ci siamo solo io e lui sulla terrazza di un grattacielo con il cielo testimone del nostro momento di felicità. Il bacio diventa qualcosa di più viscerale, passionale, le sue mani corrono sulla mia schiena, le mie sono ancorate al suo collo.
Ci stacchiamo entrambi a corto d’ossigeno, passerei ore a baciarlo.
« È bellissimo qui », dico notando il panorama, nonostante il freddo New York rimane stupenda, piena di vita e di energia. Edward mi fa voltare, facendo appoggiare la mia testa sul suo petto mentre le nostre mani si intrecciano sulla mia pancia.
« Anche questo panorama è bellissimo », mi disse all’orecchio causando in me mille brividi.
« Quale? », domandai voltandomi verso di lui.
« Questo », disse indicando il mio seno, abbassai lo sguardo e notai che alcuni bottoni della camicia si erano aperti. Cercai di rimediare subito al danno, ero completamente in imbarazzo.
« Mi stavi fissando le tette? », domandai maliziosa.
« Diciamo.. che il panorama di New York è di tutti, mentre questo.. », diceva tutto con una voce così sensuale e roca che non faceva altro che aumentare la mia voglia di lui, « .. è più esclusivo ».
« Ah.. e di chi sarebbe l’esclusiva? », Edward mi stringe ancora di più a sé e mi fa notare qualcosa, che mi fa capire che non gli sono indifferente.
« Quella è una tua scelta signorina », mi disse dandomi un bacio sulla punta del naso.
« Mhh.. è un ragazzo di New York.. è bello da.. »
« Da? »
« Hai presente Brad Pitt? »
« Ho presente », disse divertito voltandomi verso di lui, intrappolandomi tra le sue braccia.
« Ecco.. solo molto di più, poi è sensibile, dolce, comprensivo », dico descrivendo ogni cosa di lui, non avevo mai detto queste cose a lui, anzi non le avevo mai dette ad un uomo.
« Dovrei essere geloso di questo ragazzo »
« Nah », risposi mettendo le mani sui sulla sua vita.
« Quindi è lui che ha l’esclusiva? », mi domandò all’orecchio mentre mi avvicinava a lui.
« Esatto »
« Credo di aver combattuto a duello con lui e di aver vinto.. quindi l’esclusiva passa a me », mi fece ridere con le sue parole, era così semplice stare con lui. Tra le sue braccia.
« Dici? »
« Dico », rispose cominciando a baciare il mio collo, avevo così tanta voglia di fare l’amore con lui, era la prima volta che lo pensavo, o almeno che lo pensavo in maniera così intensa.
« Te l’ho mai detto che per me sei speciale? », gli dissi raggiungendo le sue labbra.
« No.. mi piace sentirtelo dire, perché anche tu sei speciale per me », risponde tra un bacio e l’altro.
« Andiamo? », dissi ad Edward interrompendo il bacio a mio dispiacere, ma c’era una questione da risolvere prima, ed eravamo adulti, basta baciarci sul tetto come due adolescenti.
Ammettilo Bella saresti andata avanti per ore! E non ti saresti limitata a quello!
La  mia coscienza doveva imparare a stare muta.
Edward non capì, prese a baciare il mio collo, a malincuore lo allontanai
« Edward, Jane? », gli ricordai e lui sembrò tornare alla realtà.
« Oh.. giusto. Andiamo », mi disse prendendomi per mano e riportandomi all’ascensore.
« Bella perdonami se non ti ho detto nulla di Jane.. sono stato.. »
« Va tutto bene Edward, davvero », dissi stringendo la sua mano tra le mie.
Arrivati al piano dell’ufficio di Edward tolsi la mia mano da quella di Edward, era meglio farci vedere come avvocato e cliente, non volevo che si creassero voci, « Andrà tutto bene », mi sussurrò Edward prima di aprire la porta del suo ufficio, Jane era davanti alla finestra, non si era accorta della nostra entrata.
« Jane », la chiamò Edward, lei si voltò  sorrise ad entrambi.
« Oh.. eccovi. Mi stavo chiedendo dove foste finiti »
« Colpa mia.. pensavo che tu e l’avvocato.. », dissi solo la semplice verità, non sapevo che scusa inventare per il mio comportamento infantile.
« Oh Dio no! Io.. », Jane divenne tutta rossa, l’avevo messa in imbarazzo, era una piccola vendetta per essere andata a letto con il mio ex, una piccola soddisfazione.
« Edward mi ha detto tutto, tranquilla », dissi sorridendo, lei annuì.
« Signora Tanner.. mi dispiace, sono stata una stronza, quando ero con lui non pensavo mai che avesse una famiglia, una moglie che lo ama »
« Amava », la corressi, vidi Edward fare un mezzo sorriso. Forse si era accorto che mi stava rapendo il cuore?
« Giusto.. mi dispiace, non ho giustificazioni », non provavo rabbia nei suoi confronti, solo dispiacere, Jane era giovane e si stava rovinando la vita per uno come James.
« James è bravo con le parole »
« No.. la colpa è mia, avrei dovuto capire che per lui ero solo un giocattolo, da usare quando ne aveva voglia, e quando l’ho capito ho continuato a fare finita di nulla, è solo colpa mia », James aveva lo straordinario potere di far sentire in colpa la gente, quando l’unico ad avere delle colpe era lui.
« Non sei ne la prima, ne l’unica con cui James mi tradiva.. non prenderti colpe non tue, la tua unica colpa è stata quella di credere nelle sue parole »
« Tu non mi odi? Come fai? Se non sono l’unica, sono comunque tra le cause del fallimento del tuo matrimonio! », disse avvicinandosi a me, aveva coraggio da vendere la ragazza.
« Ti odierei, se amassi ancora James, ti odierei se tu fossi la causa del suo cambiamento, se tu fossi la causa del suo scarso interesse verso i suoi figli, ma non è così. Tu eri solo un passatempo, io una copertura.. », dissi sedendomi sulle poltrone nere dell’ufficio di Edward. Le mie parole erano vere, James amava una sola donna, e quella donna non era presente in quella stanza, ma viveva in New Jersey. Lui amava Victoria, o almeno per lei provava qualcosa di simile all’amore.
« Mi dispiace, lui non si merita di averti accanto, sei una donna buona Isabella. Farò tutto quello che mi chiedete, sarò dalla tua parte »
« Sei sicura? Se non te la senti.. », avrei capito un suo rifiuto, James Tanner era potente, io non avevo più nulla da perdere, ma lei era sola.
« Sono sicura, è l’unico modo per recuperare un po’ della mia dignità »
« Se ti serve qualcosa, qualsiasi cosa, conta pure su di me », volevo aiutare quella ragazza, nonostante fosse stata una delle amanti costanti del mio ex marito, mi sentivo in divere di aiutarla. Anche solo per semplice solidarietà femminile.
« Grazie.. cosa dovrò fare il giorno dell’udienza? »
« Devi raccontare davanti al giudice quello che hai raccontato a me l’altro giorno, tutto qui », le spiegò Edward sedendosi sul bracciolo della poltrona dove ero seduta io.
« Jane, hai davvero lasciato il lavoro? », le domandai.
« Si, è meglio così »
« Ora cosa farai? »
« Riprendo in mano la mia vita », rispose facendo un sorriso tirato.
« Se ti serve un lavoro, mio fratello Emmet ha un ristorante e sta cercando qualcuno che lo aiuti in ufficio », disse Edward, non mi aveva mai parlato di suo fratello e della sua famiglia, avevo conosciuto solo la sorella Eliza, quando Edward l’aveva chiamata dopo il mio svenimento.
« Grazie »
« Questo è il suo biglietto da visita, vai pure gli ho già parlato di te », disse Edward passandogli il biglietto.
« Andrò oggi stesso, io ora vado, se non avete altro da dirmi », disse lei alzandosi e mettendosi il cappotto, anche io e Edward ci alzammo.
« No vai pure, ti chiamerò io così definiamo bene i dettagli di quello che dirai il giorno dell’udienza »
« Va bene, arrivederci », rispose lei uscendo dall’ufficio, appena la porta si chiuse Edward mi riprese tra le sue braccia, « Così hai un fratello Chef », dissi mettendo le mani sulle sue spalle, mentre le sue stringevano forte la mia vita.
« Mhm, mhm.. ha anche una stella »
« Allora è davvero bravo.. sa come conquistare le donne  »
« Questo è uno dei motivi per cui non ti porterò mai a mangiare da lui »
« Geloso? », chiesi maliziosa  avvicinandomi a lui ancora di più.  
« Disse colei che è scappata appena mi ha visto parlare con una donna », beccata,, arrossi e nascosi  il mio viso sul suo petto, non mi ero mai vergognata così tanto. Lui aveva ragione, io ero gelosa,  vedere James con un’altra donna mi faceva schifo, faceva anche male, ma non mi provocava gelosia. Con Edward era diverso, avevo sentito il petto squarciarsi in due, mi aveva fatto un male viscerale e profondo, se anche lei si fosse comportato come James non l’avrei retto. Non sarei stata così forte, sarei crollata e con me i miei figli.
« Hey? Bella », mi chiamò Edward, ma non alzai lo sguardo, « Bella guardami, che c’è? », mi domandò mettendo due dita sotto il mio mento e sollevando il mio viso, catturando i miei occhi nei suoi.
« Nulla, va tutto bene », risposi allontanandomi da lui, non riuscivo ad essere lucida quando stavo accanto lui, « Bella, tesoro, ho detto qualcosa di sbagliato? », domandò raggiungendomi preoccupato.
« No.. no, va.. », dissi voltandomi verso la parete vetrata.
« Non dirmi che va tutto bene, non lo dire, c’è qualcosa che ti blocca. Bella parlami, non chiuderti in te stessa », Edward era alle mie spalle, mi voltai e posai una mano sulla sua guancia.
« Io.. non lo sopporterei »
« Cosa? », domandò mettendo una mano sopra la mia.
« Se.. se tu mi tradissi, io non.. sarei così forte. Mi distruggeresti », dissi sincera mentre mi beavo di quel contatto, i suoi occhi mettevano i brividi, erano così limpidi e sinceri, ti infondevano sicurezza.
« Di questo hai paura? », rispose mettendo le sue mani sul mio volto, annuii incapace di dire altro.
« Bella, non ti posso promettere che tra di noi sarà sempre tutto perfetto, ma ti posso promettere che mai e poi mai ti tradirei.. non potrei mai farti del male »
« Se un giorno ti sarai stancato di me, ti prego dimmelo.. », avrebbe fatto male, ma mai quanto vederlo o immaginarlo tra le braccia di un’altra donna.
« È impossibile che io mi stanchi di te, ma sarò sempre sincero con te, tranne..»
« Tranne? »
« Quando io e i bambini ti prepareremo le sorprese, in quel caso ti dovrò mentire », rispose facendo un sorriso furbo avvicinandosi a me e mettendo le mani sulla mia schiena.
« Tu ei bambini siete le cose più importante della mia vita »
« Lo stesso per me », disse prima di posare le sue labbra sulle mie. Io e i miei bambini eravamo importanti per lui, e per lui ogni occasione era buona per dimostrarmelo.
« Mangiamo? », dissi tra un bacio e l’altro.
« Mangiamo, posso venire con te a prendere i bambini? È da un po’ che non li vedo », mi disse riempiendo il mio cuore di gioia, vedevo dai suoi occhi la sincerità delle sue parole.
« Li hai visti due sere fa »
« Infatti è passato troppo tempo »
« Sei incredibile »
« Non hai risposto alla mia domanda signorina Swan »
« Scusi avvocato, alle quattro andremo insieme a prendere i bambini », dissi lasciandogli un ultimo bacio e raggiungendo la busta di carta con i toast.
 
 
Ciao ragazze, sono tornata, non è un periodo facile per me questo. Non riuscivo a concentrarmi per mettermi a scrivere come vorrei. Per questo vi chiedo scusa.
Manca poco all’udienza, e finalmente Bella sarà una donna libera di poter amare il suo Edward.
Cosa ne pensate di questo capitolo? E di Jane, lei è una ragazza così fragile, riuscirà James a manipolarla ancora?
 
Vi aspetto con il prossimo capitolo, che arriverà molto presto. Prometto di non farmi attendere così tanto.
Questo capitolo è dedicato ad una persona speciale che mi è stata vicina in questi giorni, VaneLove (lei sa il perché).
 
Un bacio
 

Ps. Ho aggiunto la seconda parte di The Truth, per chi amasse i Robsten
 
 
 
   
 
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