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Autore: Sameko    12/12/2016    1 recensioni
Una Genocide rimasta incompleta.
Una Pacifist che si prospetta essere quella definitiva, quella che assicurerà il lieto fine a lungo sperato.
Ma gli ingranaggi erano già stati messi in moto da tempo. Fili che dal passato tendono verso il presente aspettano di intrecciarsi con un futuro ancora incerto. Ed è ora che iniziano le sfide più difficili, in cui anche una mano amica in più può fare la differenza.
L’importante è non perdere mai la propria determinazione.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chara, Frisk, Sans, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 8: L’attacco di Undyne! - Parte Due
 





 
« EN GUARDE! »
La prima ondata di lance attaccò frontalmente le due ragazzine e non fu complicato parare nessuna di esse per loro, l’una un prodigio in questo genere di cose, l’altra ormai ben addestrata e pronta a tutto. Ma la vera sfida, ovviamente, doveva ancora cominciare ed era palese che Undyne stesse tenendo nascoste le sue carte vincenti.
Chara arricciò leggermente un labbro quando gli attacchi iniziarono ad arrivare da ogni direzione, nulla di impossibile da contrastare naturalmente, ma a lungo andare quel ritmo le avrebbe sfinite e non avrebbe consentito loro di terminare quel duello in tempi ragionevoli, come lei avrebbe invece voluto.
Non aveva idea di come Frisk fosse sempre riuscita a cavarsela contro questo colosso in armatura, ma certo era che questa tattica non sarebbe stata sufficiente a ridurre la durata dello scontro. Manovrare tutte quelle unità magiche non sembrava richiedere ad Undyne particolari sforzi fisici o mentali e le probabilità che venissero battute per mancanza di resistenza erano decisamente troppo alte per i suoi gusti.
« Frisk, appena la sua magia si ritira dalle nostre anime, io la attaccherò. Forniscimi copertura. » Bisbigliò, cauta che Undyne non sentisse la sua voce al di sopra del suono delle lance che tagliavano l’aria.
Frisk spalancò gli occhi udendo il piano dell’amica.
« Chara… no... non dobbiamo ferirla! » Replicò, voltandosi in sua direzione non appena ebbe un attimo di respiro.
La presa di magia verde sulle loro anime svanì in quell’istante.
Ora.
Chara scattò in avanti verso Undyne, lancia premuta contro il fianco e occhi fissi solo sul suo attuale bersaglio. Il movimento di ogni muscolo del suo corpo era fluido, preciso, privo di imperfezioni come lo ricordava, forse anche migliore di come lo ricordava, e questo non poté far altro che incoraggiarla e spingerla a correre sempre più rapidamente, mentre una piacevole eccitazione le riverberava dentro.
« Chara! »
Non si curò del richiamo di Frisk e proseguì nella sua corsa a zig zag verso la donna-pesce, sperando di rendere così i suoi movimenti successivi difficili da prevedere per la loro avversaria. Se tutto fosse andato come previsto, avrebbe potuto colpirla nel suo punto cieco e la battaglia si sarebbe conclusa senza che nessuno si facesse troppo male. Il pestare delle suole degli stivali alle sue spalle la rassicurava di avere le spalle ben protette da Frisk. Con lei a coprirle la schiena, perlomeno, non avrebbe dovuto preoccuparsi del suo punto cieco e si sarebbe potuta concentrare sulla sola offensiva.
Usò il ginocchio sinistro come perno e si lanciò all’attacco verso il fianco di Undyne, non protetto dalla lancia del Capitano della Guardia. Ma, al momento dello scatto, si sentì implodere su sé stessa, come se qualcosa dentro di lei fosse stato teso fin quasi al punto di rottura. Un urlo muto risalì la sua gola, la vista le sfarfallò pericolosamente e l’affondo di Undyne diretto al suo addome fu una macchia che vide a malapena. Ebbe solo il tempo di alzare la lancia e parare l’offensiva della sua avversaria, ma non riuscì a portarsi fuori dalla zona d’attacco della guerriera. La lancia le sfuggì dalle mani tremanti e l’asta di Undyne la colpì sotto lo sterno, il colpo le mozzò violentemente il fiato e la scaraventò via.
Ad occhi sgranati, Frisk aveva visto il corpo di Chara passarle davanti allo sguardo e impattare contro il terreno diversi metri più indietro, per poi non muoversi più, ad eccezione di occasionali e sofferti tremori. La sua anima perse un battito, una paura enorme si impossessò di lei mentre osservava il corpo tremante di dolore di Chara, accartocciata su un fianco e con le braccia premute contro il petto. Quella visione la fece a dir poco raggelare.
Se Chara era finita in quello stato, come avrebbe potuto sperare di cavarsela da sola? Non era forte quanto lei, neanche lontanamente, e Undyne non era mai stata potente a tal punto. Significava che… U-Undyne… Undyne stava per ricorrere a quella trasformazione? Da questo derivava quell’incremento di potere?
La sua mente cominciò lentamente a precipitare nel vortice del panico e persino muoversi per andare a soccorrere Chara le risultò impossibile, tanto si sentì impotente, scoperta, debole.
« È stato azzardato da parte sua tentare una simile mossa. Beh, metà del lavoro è già stato fatto. » Commentò Undyne, arrestando nel frattempo l’ondata di lance, un lieve ghigno le increspò le labbra. « Tra pochi secondi, resterà solo la TUA anima da prendere! »
Frisk si voltò e vide la nuova fila di lance che, presto, le sarebbero state scagliate contro. Strinse la sua fino a farsi sbiancare le nocche, cercando di calmare il suo respiro fin troppo erratico. No… quel combattimento doveva concludersi in una maniera soltanto – e non aveva intenzione di darsi per vinta.
“ Ragiona, Frisk. Ragiona. È la Undyne di sempre, non c’è nessuna trasformazione. ”
Un respiro.
Non c’è nessuna trasformazione. ”
Esatto. Nessuna trasformazione. Undyne non si stava muovendo più rapidamente del solito, le sue lance non la stavano assaltando ad un ritmo incessante e Chara doveva essersi solo lasciata cogliere impreparata. Non c’era spiegazione più plausibile.
E a farla tremare, questa volta, fu la determinazione. Poteva farcela da sola, e finché la sua anima sarebbe stata libera dalla magia di Undyne, doveva riadattare la sua strategia in vista di questo inaspettato cambio di eventi.
Parò due lance facendo roteare la propria, la magia che veniva annullata dal loro scontrarsi le faceva tremare il palmo e sentiva distintamente la sua determinazione rispondere, con un tremito, a tutte quelle scariche di magia che saturavano l’aria. Una lancia giallognola volteggiò repentina intorno a lei, fino a posizionarsi alle sue spalle. Frisk si piegò quasi a livello del terreno per schivarla, il distinto sfrigolare dei capelli che non aveva avuto la fortuna di ricadere immediatamente contro il suo collo le solleticò l’orecchio. La aveva evitata per un pelo. La lancia non arrestò la sua corsa e proseguì fino ad incontrare l’ostacolo di quella di Undyne una decina di metri più avanti, dissolvendosi in polvere dorata quando la guerriera la fece disgregare con una sferzata della propria.
In quel breve lasso di tempo, Frisk fu in grado di recuperare la lancia di Chara che si era conficcata nel terreno e scagliarla verso la fila che si stava dirigendo a grande velocità in direzione del corpo accasciato dell’altra ragazzina. Ping! Ping! Ping! e l’arma cadde vicino a Chara, senza dissolversi fortunatamente.
Il tremolare della sua anima indicava che i turni di libero movimento erano quasi giunti al termine.
Scattò all’indietro e si posizionò a fianco di Chara, lancia alzata con sicurezza e pronta a tutto pur di parare ogni singolo colpo. Aveva affrontato Undyne così tante volte che portare quell’arma, per quanto pericolosa potesse essere, non le recava più alcun fastidio o disagio. Anni di addestramento sarebbero occorsi ad una persona per padroneggiare una simile tecnica di combattimento, ma Frisk aveva ripetuto così tante, troppe volte quei pochi giorni di viaggio nell’Underground da aver imparato a padroneggiare le lance di Undyne come prolungamenti delle sue stesse braccia. Aveva avuto tempo a sufficienza per imparare da sé cosa volesse dire combattere.
Undyne le sorrise competitiva e vide un lampo di interesse attraversare il suo occhio buono.
« Tsk… disposta a perire pur di difendere la tua compagna d’arme, vedo. »
Frisk indurì lo sguardo e allargò leggermente le gambe, così da poter avere uno spazio di manovra accettabile per coprire ogni direzione.
« Quando vuoi. » Disse, in risposta.
Era piena di vibrante determinazione.
La velocità delle lance aumentò vertiginosamente, ognuna più rapida della precedente ed ebbe la netta impressione che Undyne volesse testare ad ogni costo fino a che punto si spingevano le sue abilità.
Un lamento soffocato lasciò le labbra di Chara in quel frangente e Frisk la vide puntellarsi sui gomiti per provare a rimettersi in piedi, senza purtroppo alcun risultato. E lei aveva davvero bisogno di supporto, poiché il ritmo di attacco e parata che Undyne le aveva imposto la stava iniziando a stancare.
« Chara! Passami la tua! » Gridò, cercando di superare con la propria voce il forte sibilare delle punte affilate delle lance.
La seconda lancia a loro disposizione incontrò la sua mano destra a mezz’aria.
Invertì velocemente la posizione delle mani sulle aste e le fece roteare entrambe tre volte come semplice prova. Non aveva mai dovuto utilizzarne due in contemporanea, ma se Undyne continuava a spingerla oltre il suo limite, doveva per forza allontanare la guerriera da quel limite ogni volta si trovava ad un passo dal superarlo.
Quando le lance ripresero ad arrivare, Frisk cominciò a far mulinare le sue, i fulminei movimenti circolari crearono l’illusione di due scudi azzurrognoli che sprizzavano scintille magiche ovunque; la protezione che riuscì ad ottenere, spostando solo di poco il busto, fu pressoché totale.
Chara, dalla sua posizione a terra, osservava meravigliata il modo in cui Frisk stava facendo l’impossibile per affrontare da sola un’avversaria tanto abile. Ad ogni lancia parata, si sentiva sempre più assurdamente impotente ed era stata la sua avventatezza a porre Frisk in una situazione tanto difficile. Aveva compreso solo frazioni di secondo prima che l’attacco di Undyne la tramortisse che quel suo nuovo corpo non era resistente come l’originale – e il non avere avuto occasioni sino ad allora di vedere una pecca tanto grave la aveva penalizzata considerevolmente. Al momento, non poteva fare davvero nulla di concreto se non guardare, poiché qualsiasi suo movimento avrebbe potuto ostacolare Frisk in maniera esponenziale e non voleva rischiare di distrarla.
Undyne fece bruscamente sparire tutte le lance con un brontolare appena udibile.
« Sei stata fenomenale fino ad ora, marmocchia. Noto che questo tipo di attacchi non ti creano tante difficoltà… »
Scoprì i denti affilati in un sorriso intimidatorio mentre, allo schiudersi delle dita della sua mano sinistra, le più temibili lance giallognole si allinearono sopra la sua testa, come un esercito pronto a partire alla carica.
Frisk si impegnò a non far trapelare la sua insicurezza, ma fu comunque troppo tardi: espressione impassibile o meno, Undyne aveva comunque già visto la sua incertezza.
« Ma queste… scommetto che ti causeranno non pochi problemi! »
Il nuovo assembramento di lance iniziò a muoversi con un solo, fluido movimento del braccio di Undyne.
Frisk provò a parare le prime con la tecnica che aveva adoperato fino ad allora, ma quella strategia si stava rivelando purtroppo inefficace perché, più lance arrivavano, più velocemente doveva individuare il punto in cui ciascuna di esse si sarebbe posizionata, e far roteare le sue richiedeva già una certa concentrazione. Dovette per forza tornare a pararle una ad una se voleva essere assolutamente certa che nessuna violasse la sua difesa e finisse col danneggiare lei, o Chara.
« Frisk! La prossima ne nasconde due! » Le gridò Chara improvvisamente.
Frisk seguì l’indicazione dell’amica e parò la prima, la seconda e… la terza era azzurra?!
La lancia proseguì velocissima la sua corsa e Frisk si scostò di lato per evitarla, la punta tagliente passò a bruciapelo vicino al suo fianco.
« A destra! »
L’urlo di Chara la avvisò dell’arrivo prossimo di un’altra lancia e Frisk sferzò l’aria con la sinistra, disgregandone la magia invece che farla semplicemente dissolvere contro l’asta della propria.
La lancia gialla successiva arrivò all’improvviso e Frisk era ancora ferma in una posizione offensiva quando ormai l’arma stava volteggiando intorno al suo fianco.
Alzò la destra nel tentativo di fermarla, ma la lancia nemica passò pochi centimetri sotto l’asta della sua e le ustionò il bicipite.
« G-AH! » Urlò e fu solo per il suo arretrare istintivo in risposta al dolore che evitò di venir ferita al petto, o persino all’altro braccio.
« Frisk, davanti! »   
Le sue orecchie percepirono il sibilo, ma il suo corpo non reagì rapidamente di fronte all’immediato avvicinarsi di quell’ultimo attacco, la sua mente ancora troppo focalizzata sul dolore della bruciatura per poter rispondere in maniera adeguata. Aveva il collo esposto e il suo braccio si era mosso troppo lentamente rispetto ai suoi riflessi. Non lo avrebbe parato in tempo.
« NO! »
Un oggetto più pesante e massiccio di una lancia le passò oltre la spalla, con la coda dell’occhio colse uno sprazzo di bianco e con l’udito il suono ruvido che emetteva schizzando attraverso l’aria.
I due attacchi si scontrarono violentemente, rilasciando polvere grigiastra e scintille scoppiettanti e Frisk rimase immobile, ad occhi sgranati, cercando di metabolizzare le troppe azioni che si erano susseguite in quell’intervallo di tempo insignificante.
Undyne emise un lungo ringhio frustrato e non perse tempo a cercare quello che, a parer suo, doveva essere l’ovvio colpevole.
« SANS! COME TI SEI ANCHE SOLO AZZARDATO AD INTERVENIRE?! »
Sans, a distanza di sicurezza dal ‘campo di battaglia’, alzò immediatamente le mani in segno pacificatorio.
« Ehi, ehi, non ho mosso un dito io qui, croce sull’anima. » Si discolpò lo scheletro, sorridendo con fare innocente.
« BUGIARDO! CHI DIAVOLO POSSIEDE QUEL TIPO DI MAGIA A PARTE TE E PAPYRUS, EH?! »
Approfittando del momento di stallo, Chara si rimise in piedi, ignorando il dolore fantasma che sentiva ancora all’altezza dello sterno. Dio, quella sardina gliela avrebbe pagata cara.
« Sei stata tu? » Le chiese bisbigliando Frisk, voltando parzialmente la testa.
Chara assentì col capo, abbassando la mano che aveva tenuto premuta contro la parte offesa fino a quel momento.
« C-come? »
« Non lo so. » Replicò. « Ma se ha spiazzato il pesce, allora, può darsi che abbiamo ancora una carta da giocare. »
Tutto quello che sapeva era che, quando quella lancia era stata sul punto di trapassare la gola di Frisk da parte a parte come un macabro spiedo, la stessa fiamma di più di una mezz’ora prima era divampata nel suo animo, il suo braccio si era alzato con il vano intento di prendere quel colpo per Frisk ( cosa che non avrebbe mai potuto fare a causa della distanza ), l’anima le si era mossa nel petto, piena di energia, forza, potere, e… e quell’osso era poi apparso e aveva fatto il suo dovere egregiamente.
« Stai bene? » Le domandò, ispezionando segretamente l’ustione dell’altra.
Frisk controllò rapidamente il suo braccio. Il tessuto era stato bruciacchiato e lo sentiva pizzicare fastidiosamente ai bordi della bruciatura. Era in grado di muoverlo, ma ciò non le garantiva di riuscire a manovrare la seconda lancia con la stessa efficienza, la ferita le faceva un discreto male.
« Sì. Non è grave. Ma… non credo di poter più fare affidamento su questo braccio, per adesso. »
« Lascia l’altra lancia. Ci sarà solo d’intralcio d’ora in poi. » Le ordinò Chara. Finché quella fiamma era ancora viva dentro di lei, non avrebbe usato altre armi proprio per prevenire uno stress fisico maggiore del necessario. Non poteva rischiare che accadesse di nuovo. Tutto quello che doveva fare, era attingere all’energia che aveva risvegliato, doveva immaginare un coltello senza manico, a cui sarebbe spettato a lei aggiungere quel manico. Se riusciva ad associare qualcosa di nuovo con qualcosa di conosciuto, arrivare al controllo completo – ne era certa – sarebbe stato molto più rapido, magari non immediato, ma per la situazione in cui si trovavano anche un controllo sugli attacchi più basilari poteva essere sufficiente. « Potrai muoverti tra pochi secondi. Attaccheremo insieme e subito. »
« Chara… »
« La costringeremo alla resa. Lo prometto. » Aggiunse poi, frettolosamente.
Frisk annuì e l’espressione concentrata e risoluta sostituì nuovamente la sua normale espressione mite.
Solo pochi istanti.
Undyne tornò a rivolgere loro l’attenzione che meritavano, ma il ringhio furioso non aveva abbandonato le sue labbra. Eppure, nonostante la rabbia non ancora placata, il suo sguardo era tattico, meditabondo. Stava cercando di prevedere le loro mosse successive, esattamente come stavano facendo lei e Frisk.
L’occhio destro di Chara brillò di luce vermiglia e poteva sentire l’aria vibrare a causa della magia – la sua magia – che si stava espandendo dalla sua anima verso l’esterno.
Sorrise.
Determinazione.
 

“ Non credevi che potesse usare la mia magia, uh? ” Pensò Sans con un leggero sarcasmo, esaminando attentamente la nuova piega che quello scontro stava prendendo.
Avevano ricominciato a combattere con più ardore di prima ed era ormai chiaro che l’obiettivo delle ragazzine era arrivare abbastanza vicino ad Undyne per ingaggiare un corpo a corpo. La piccola aveva abbandonato la seconda lancia e stava ora attaccando direttamente la guerriera, ma gli unici colpi che tentava di mettere a segno non prevedevano l’uso della punta acuminata della lancia. Almeno per adesso, Undyne si era comunque lasciata sfiorare solo da pochi di essi, poco convinta che quegli attacchi innocui non nascondessero, in realtà, un’aggressività abilmente camuffata. Lo scherzo della natura stava, invece, sfruttando largamente la sua magia, sempre dietro a Frisk con lo scopo di fornirle protezione e sbocchi nella difesa di Undyne per sferrare nuovi attacchi.
O la piccola gli aveva spudoratamente mentito, o era stata davvero inconsapevole delle reali capacità di Chara fino a quel momento, esattamente come lui. Ragioni che giustificassero la menzogna Sans poteva trovarne quante ne voleva, poiché non conosceva a sufficienza l’indole di quella ragazzina per poter scartare categoricamente una delle due ipotesi e i suoi ricordi di Frisk erano abbastanza vaghi, purtroppo. Ma, anche ammettendo che fossero stati perfettamente chiari, dubitava che non si sarebbe concesso il beneficio del dubbio.
Di una cosa poteva essere certo: la mezza cartuccia non era esperta nell’uso della sua magia, le ossa che scagliava contro Undyne avevano a volte una traiettoria un po’ imprecisa, altre volte non erano nemmeno ossa ma semplici schegge e l’affaticamento era ben intuibile nei suoi movimenti. Sulla base di queste osservazioni, era piuttosto portato a credere che, perlomeno, l’indicazione temporale fornitagli da Frisk sull’instaurarsi del legame era sufficientemente affidabile, ma restavano ancora un sacco di buchi nelle informazioni che possedeva, senza contare che quella faccenda della Sintonia lo impensieriva alquanto. Aveva creato un legame con una persona che non conosceva perfettamente e non aveva idea di cosa la ragazzina sapesse e di cosa, invece, le aveva tenuto nascosto. Il suo altro sé doveva aver avuto delle buone ragioni, ma Sans non era sfortunatamente immune a raggiri e inganni; non importava quanto fosse diventato esperto nel leggere nelle azioni degli altri, la possibilità di aver commesso un errore nei suoi giudizi non era da considerarsi inammissibile. Decise, pertanto, che un’altra conversazione in privato era d’obbligo. Meglio approfittare fintanto che poteva della disponibilità di Frisk, niente gli assicurava che avrebbe potuto farlo ancora a lungo. Sperava solo che, se la ragazzina avesse deciso di resettare, la sua mente avrebbe potuto conservare almeno qualche informazione di questa linea temporale importantissima.
Il rumore di passi esagitati alle sue spalle lo avvertì dell’imminente arrivo di suo fratello e, dagli strilli eccitati che li accompagnavano, dedusse che Papyrus doveva aver portato con sé il bambino di prima. Del resto, suo fratello adorava le piccole palle di pelo, scaglie, squame ( e via dicendo ) piene di energia come lui e dubitava che il piccolo aveva dovuto faticare molto per essere accontentato.
« Ehi, Paps. Dispersa la folla vicino casa nostra? »
« Ovvio che sì, Sans! Il Grande Papyrus ha svolto un lavoro perfetto come al solito! »
Sans sorrise, rallegrato dall’umore sempre alle stelle di Papyrus. Non ne avrebbe mai avuto abbastanza di vederlo saltellante e ricoperto di pomodoro come se qualcuno gli avesse tirato addosso una latta di vernice. Suppose che non doveva aver avuto il tempo di darsi una lavata a causa del compito che Undyne gli aveva affidato.
Papyrus tirò giù dalle sue spalle Monster Kid e lo mise a terra, con la raccomandazione di restare a debita distanza dalla zona dove il duello stava infuriando.
Il cucciolo, dopo avergli dato la sua parola, aveva cominciato a guardare lo scontro con occhi grandi come piattini. ‘Ohhh, Undyne è così figa!’ era stato il suo primo commento, a cui aveva visto suo fratello replicare con un sorriso non meno ammirato. Non importava quanto Papyrus fosse abile nell’uso della magia, o quanta forza possedesse grazie al suo continuo migliorarsi, suo fratello minore non avrebbe mai smesso di guardare i suoi amici con genuina ammirazione.
« Wowie, Sans! Non sapevo che gli umani potessero far uso della magia proprio come noi! » Commentò meravigliato, seguendo con entusiasmo il susseguirsi di parate, affondi e schivate di entrambe le parti.
« Eh… nemmeno io, Paps. »
E non avrebbero dovuto. Gli bastava uno sguardo per capire che, fra tutte le persone a cui la sua magia poteva essere data, Chara era davvero una pessima scelta. Il sorriso e il divertimento che Sans coglieva sul volto della ragazzina quando lei non gli stava dando le spalle faceva tremolare la sua anima in segno di avvertimento… e l’esperienza gli aveva insegnato che dare la giusta importanza alle reazioni del suo stesso corpo, oltre che a quello altrui, era sempre un bene.
 
« Ehi, Sans. Perché sei bagnato? »
« Lunga storia, fra’. »
 

Si era aspettata di combattere uno scontro onesto, di breve durata sicuramente, ma che lei avrebbe vinto senza sotterfugi e, soprattutto, con onore – per quanto potesse essere considerato onorevole combattere contro delle marmocchie s’intende, ma quello era il suo dovere e per nulla al mondo si sarebbe tirata indietro.
Quello che non si era aspettata era di venir letteralmente presa d’assalto dalle suddette marmocchie, al punto da essere costretta a riservare loro il livello di difficoltà che avrebbe riservato soltanto a dei soldati sotto addestramento. Le stavano dimostrando che non era l’unica lì a fare sul serio e Undyne non poteva che esserne piacevolmente sorpresa. Le stavano dando la sfida che non aveva sperato di ottenere ma che, in fondo, aveva desiderato sin da quando aveva sentito dell’arrivo di quelle due nuove umane nell’Underground.
Verificare sul campo che gli umani erano davvero un portento nelle lotte, esattamente come negli Anime che Alphys guardava, la stava davvero esaltando. Se già così giovani erano in grado di combattere tanto abilmente, non le riusciva difficile immaginarli brandire degli spadoni dieci volte la loro altezza da adulti. Mentre non si sarebbe mai aspettata una simile bravura da quella più minuta, da quella più agguerrita sarebbe rimasta invece delusa dal contrario. Restava un mistero come avesse fatto a romperle la lancia e come potesse lanciare attacchi magici se, come Alphys le aveva detto, le anime degli umani erano piene di determinazione, non di magia, ma poco comunque le importava al momento. Magari le avrebbe tenute in vita solo per far luce su quegli interrogativi, poi avrebbe preso le loro anime come le competeva – e ne avrebbe ottenuta una in più per giunta!
La prima marmocchia la caricò con un mezzo urlo e Undyne frenò fermamente la sua offensiva, facendo cozzare le loro lance all’altezza del suo petto e poco sopra la testa della ragazzina. Un osso scheggiato sfrecciò mirando alla sua spalla, ma finì con il disperdersi in un nugolo di polvere quando incontrò la superficie del suo palmo guantato, che aveva provveduto a rivestire di un sottile velo di magia per far disgregare l’osso. Con quello stesso braccio, diresse quattro lance contro la teppista con il maglione verde, sicura che la avrebbero tenuta impegnata per un po’, giusto il tempo necessario per far indietreggiare la marmocchia più piccola che la stava ancora contrastando tanto tenacemente.
L’occhio dell’umana si era acceso di nuovo di rosso e oro a causa delle volute di magia che sprigionava e un muro d’ossa piene di crepe si era elevato dal suolo non appena aveva alzato il braccio destro, movimento di cui Undyne aveva immediatamente riconosciuto la somiglianza con lo stile di combattimento proprio di Papyrus, ma di cui aveva potuto allo stesso tempo notare il differente modo di veicolare e rilasciare la magia.
Persa in quelle brevi osservazioni, non credeva che un altro osso sarebbe comparso vicino a lei con lo stesso tempismo.
Undyne si scansò leggermente di lato, senza però smettere di opporre resistenza alla lancia della prima mocciosa.
Nel momento in cui ritornò con lo sguardo su di lei, la sua piccola avversaria aveva fatto affondare la punta della lancia nel terreno, l’attrito tra le due aste aveva prodotto uno stridio metallico quasi assordante, e Undyne era rimasta confusa da quell’azione – ma non abbastanza confusa da restare impalata come un’allocca!
Allungò rapidamente la mano libera verso la mocciosa, con l’intenzione di acchiapparla una volta per tutte per il maglioncino. Se le avesse preso anche solo il braccio e la avesse sollevata senza farle toccare più terra, la avrebbe resa definitivamente inoffensiva e incapace di intervenire per aiutare la sua compagna. Eliminare poi l’altra sarebbe stato di gran lunga più semplice, anche con un braccio occupato.
Le sue dita afferrarono solamente l’aria e, nell’istante successivo, la marmocchia aveva usato la lancia come leva per spingere a piedi uniti contro il suo petto. Barcollò all’indietro, qualcosa la fece incespicare e perdere l’equilibrio, e il metallo dell’armatura la trascinò rovinosamente a terra di schiena.
Nel momento in cui fece per alzarsi, la mocciosa le era già piombata addosso con in mano una scheggia d’osso, che tenne puntata a pochi millimetri dalla sua gola, il respiro ansante, la pelle imperlata di sudore.
Undyne ribollì di sdegno e incredulità alla realizzazione che si era fatta pateticamente atterrare da una poppante frignona. Anni di duro addestramento e sudore e fallimenti e vittorie… per finire ridotta in questo stato?!
Guardò oltre il ginocchio della ragazzina, che le copriva gran parte della visuale a causa della sua posizione supina, e vide un osso spuntare obliquo dal terreno, proprio vicino alla lancia conficcata nella terra. Ecco lì spiegato quel salto da acrobata da circo e, oh, ecco lì anche il qualcosa che la aveva fatta inciampare: altre ossa. Maledisse con tutta sé stessa il momento in cui avrebbe potuto far fuori la mocciosa col maglione verde, ma non la aveva colpita abbastanza forte da ucciderla.
La ragazzina più piccola era ancora su di lei, la sua intera figura tremava dalla fatica, ma non accennava a volerle dare il colpo di grazia. Paura di ucciderla, forse? Beh, Undyne non aveva di certo simili scrupoli, doveva solo spedirle addosso una delle sue lance e la vittoria sarebbe stata sua.
Ma poi… quelle labbra si distesero in un sorriso candido, gli occhi ambrati della ragazzina si addolcirono, la temerarietà venne sostituita da una serena benevolenza.
Undyne rimase bloccata da un pesante senso di dejà vu, la tensione ancora in circolo nel suo corpo a causa dell’adrenalina scivolò via, la sua mente era diventata un subbuglio di immagini sfocate. Che cosa… che cosa le stava accadendo? Perché questa calma interiore proprio quando era a terra, sotto il nemico che la aveva appena atterrata?
La giovane si alzò e lasciò cadere a terra il pezzo d’osso.
« C-cos…? »
« Ti sto risparmiando. » Le disse l’umana, con una semplicità innaturale.
Undyne inarcò le sopracciglia in un’espressione attonita.
La ragazzina protese la sua mano verso di lei, dolcemente aperta in un’offerta di aiuto.
« Vuoi essere nostra amica? »
Undyne, riscossasi da quella trance, scoprì le zanne fino a mostrare le gengive. Amica… di un’umana? Che cos’era, UNO SCHERZO?!
Il suo orgoglio urlò per l’oltraggio, la sua fierezza di guerriera fu minata fino alle radici. Quella maledetta doveva aver provato a farle il lavaggio del cervello, solo così potevano essere spiegate le sensazioni assurde di poco prima. Ma lei era stata capace di resisterle, AH!
« MAI. »
E con quella risposta aspra, si rimise in piedi, affrettandosi a lasciare la scena finché faceva in tempo a non coprirsi ancora di ridicolo. Combattimento perso, anime andate e il suo orgoglio calpestato brutalmente come fosse pattume inutile!
“ Al diavolo questo schifo di giornata! ” Imprecò, pestando le suole degli stivali ferrati contro il terreno, che si faceva sempre più roccioso via via che ci si inoltrava nelle caverne di Waterfall, e la voce di Papyrus arrivò alle sue orecchie nonostante fosse già distante ( ma il suo caro amico non era esattamente il mostro più silenzioso dell’Underground, dopotutto ).
« Non temere, umana! Undyne può essere un po’ rude all’inizio, ma sono assolutamente certo che diventerete ottime amiche! »
Undyne serrò i pugni fino a farsi tremare i polsi a quel punto.
« Questo non accadrà mai! » Dichiarò, voltandosi, livida in volto come forse non lo era mai stata. « Avete vinto con i vostri trucchetti oggi ma, se soltanto metterete un piede fuori da Snowdin, io sarò sul posto a darvi le legnate che meritate! »
Riprese quindi a camminare a passo spedito con uno sbuffo, ignorando gli strilli eccitati del combina-guai di prima e le voci più lievi delle due umane. Come se fosse anche solo possibile che il Capitano della Guardia Reale, simbolo della giustizia dell’Underground, potesse fare amicizia con il nemico!
 




Sameko's side
Questo lo vedremo, Undyne... ih ih ih...
Parte Due arrivata in tempo, questa volta! ^^ 
Spero che abbiate apprezzato le scene movimentate di questo capitolo, ce l'ho messa davvero tutta per renderle al meglio senza sfociare nell'irreale ( come se due ragazzine che affrontano un pesce in armatura sia già uno scenario verosimile ), ma penso di aver ancora un bel po' da imparare su questo fronte. ^^" 
Non so voi, ma ho sempre adorato l'idea di una Frisk esperta nel maneggiare le lance di Undyne. In fin dei conti, se noi giocatori siamo in grado di battere Undyne ad occhi chiusi dopo un certo numero di tentativi, penso che Frisk potrebbe tranquillamente imparare a combattere armata di lancia in un contesto senza, appunto, il giocatore che ne guida i movimenti. E non temete per Chara, avrà anche lei i suoi momenti per brillare in futuro. ;)
Come potete notare, ora siamo passati dal rating giallo al rating arancione. Ci ho riflettuto a lungo e, alla fine, ho deciso che un cambio di rating sarebbe stato opportuno, in vista di capitoli futuri un po' meno spensierati. Poi magari, chissà, cambierò idea di nuovo e ritornerò al giallo, indecisa come sono per natura! ^^"
Il prossimo capitolo arriverà tra circa dieci giorni, prima non credo sarà possibile visti i miei impegni di questa settimana. Confermo, pertanto, che il ritmo di aggiornamento cambierà e si passerà ad un capitolo pubblicato ogni dieci giorni.
Buon inizio settimana a tutti voi e cerchiamo di tenere duro che il periodo delle festività è vicino!!
Baci!

Sameko

 
   
 
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