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Autore: Sailor Mercury    07/04/2005    6 recensioni
Un passato che non avrebbe dovuto conoscere, tornerà per modificare un futuro che non avrebbe dovuto vivere...Ma si sà, quando c'è di mezzo un bambino sopravvissuto, tutto può succedere... Una recensinuccia me la lasciate? ^_^
Genere: Avventura, Azione, Fantasy, Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Sorpresa | Coppie: Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi col primo capitolo, spero vi piaccia

Eccomi col primo capitolo, spero vi piaccia. All’inizio la narrazione sarà un  po’ lenta e mi soffermerò molto sui personaggi e sui loro momenti di vita quotidiana per far capire quanto sia profonda l’amicizia che lega i personaggi. Ciao e recensite mi raccomando!

 

 

Capitolo 1

 

 

 

“Will you stay with me, will you be my love?

Among the fields of barley

We’ll forget the sun in his jealous sky

As we lie in fields of gold

(Sting – Fields of gold)

 

 

Mammaaaa, sono arrivati!”-gridò Hermione  affacciandosi al balcone che dava sul giardino.

“Va bene tesoro, arrivo subito.”-rispose la signora Granger togliendosi i guanti da giardinaggio e posandoli delicatamente sulla panchina di legno sotto la grande e maestosa quercia dove spesso lei, il signor Granger e Hermione si sedevano per mangiare in giardino.

Hermione fece scorrere la porta-finestra del balcone e corse subito al piano di sotto da dove era arrivato il suono del campanello. Mentre correva verso le scale, il parquet scricchiolava leggermente sotto i suoi piedi e dopo aver fatto i gradini della scala di castagno a due a due, arrivò al portone che nel frattempo aveva suonato ancora. Si fermò e guardandosi allo specchio che c’era all’entrata, si aggiustò i capelli che per la corsa, si erano tutti arruffati in tanti piccoli ricci che le cadevano su tutta la faccia coprendole gli occhi color cioccolato.

Davanti alla porta intanto, Harry e Ron avevano posato i bagagli per terra e per la stanchezza vi si erano seduti sopra.

Ma quanto ci mette ad aprire? Sono stanchissimo! E poi fa un caldo…”-disse Ron sbuffando e indicando la propria maglietta completamente bagnata di sudore, come se fosse stata un trofeo per la sua pazienza.

Harry sorrise, ma era completamente assorto nell’osservare la casa di Hermione che, anche se non ne sapeva il motivo, gli dava un senso di serenità e di pace. Il vialetto d’ingresso era di terra battuta grigiastra e di ghiaia di un bianco opaco. Su entrambi i lati vi era un prato verde smeraldo che, in estate mostrava il suo colore migliore. Sparso qua e la, qualche  albero da frutto, che contribuiva, insieme allo steccato appenda ridipinto di un bianco rifulgente, a dare a quella casa un aspetto di cura e di amore per la bellezza. Il porticato sotto il quale lui e Ron si trovavano era molto alto e due colonne, bianche anch’esse, lo sorreggevano. Sulla porta vi era inciso il numero dorato “36”  tutto arricciato e allungato, che rendeva la casa ancora più raffinata.

Il portone, aprendosi, fece rinsavire Harry con un piccolo sussulto. Dal portone sbucò la testolina di Hermione che vedendoli, gli fece un grosso sorriso.

Grazieeeeee milleeeeee Hermione, per averci lasciato sotto il sole a bruciare vivi per  tutto questo tempo…Ma da dove vieni?-chiese stizzito Ron.

Harry sentiva odore di guai. Ron adorava punzecchiare Hermione in quella maniera, e inesorabilmente iniziavano a litigare ed erano capaci di non parlarsi per giorni usando Harry come tramite per scambiarsi il “buongiorno” o la “buonanotte”. Harry era pronto all’esplosione di rabbia di Hermione che invece con gli occhi luccicanti, li abbracciò entrambi facendoli cadere all’indietro sui bagagli. 

Iniziarono a ridere e dopo essersi alzati faticosamente, entrarono in casa ancora ridendo come pazzi, dove la signora Granger li accolse calorosamente prendendogli i bagagli.

Venite, venite, cari ragazzi. Aaaah, tu devi essere Harry Potter!- disse abbracciandolo- e tu devi essere ….Draco Malfoy….giusto?” – chiese incrociando gli sguardi dei ragazzi.

Il colorito pallido di Ron divenne dello stesso colore dei suoi capelli rossi fiammeggianti.

Harry ed Hermione se la risero sotto i baffi mettendo una mano davanti alla faccia per nascondere le lacrime.

La signora Granger si preoccupò e chiese dispiaciuta:

“Ho detto qualcosa che non ….?”

“Niente…signora! E’ solo che… che…io non mi chiamo Draco Malfoy”- rispose Ron cercando di mantenere la calma anche dopo essere stato offeso in quel modo.

Intervenne Hermione che, ancora con le lacrime agli occhi e ridacchiando, spiegò alla madre che lui era Ronald Weasley e che Draco Malfoy era il loro acerrimo nemico: la persona più falsa, antipatica e snob di tutta Hogwarts. La signora annuì e un po’ imbarazzata propose di dimenticare lo scambio di nomi con una bella granita all’arancia.

I tre ragazzi approvarono l’idea soprattutto Ron che aveva la gola secca e un caldo incredibile.

Hermione, fai accomodare i tuoi ospiti in giardino, mentre vado a prendere le granite in cucina”.

“Va bene mamma…!”. – esclamò la brunetta sistemando le valige.

“Oh…e per favore vai a chiamare tuo padre che è nello studio” – proseguì la signora-

Ok!”-rispose Hermione che accompagnò i ragazzi in giardino-“Torno subito. Voi potete sedervi sotto la quercia, ok?”.

Harry e Ron annuirono e Hermione si allontanò correndo verso una porta all’estremità del giardino ricoperta di edera rigogliosa che dava allo studio dentistico dei signori Granger.

Harry si alzò e si stiracchiò approfittando di un venticello fresco appena spirato che faceva muovere le foglie della quercia che emettevano un suono simile ad un canto. Ron invece si stese sul prato e in  un attimo, cadde tra le braccia di Morfeo.
Ron sei incredibile! Riesci ad addormentarti in un attimo in qualsiasi posto ti trovi…!”- esclmamò Harry con un pizzico d’invidia. Non sapendo che fare, iniziò a girovagare per il giardino camminando con le mani incrociate dietro la schiena sul sentiero di lastroni di pietra plumbea sfumati di nero e bianco.

Passeggiando fra aiuole piene di profumati giacinti, dalie e colorati tulipani, Harry notò un pioppo rigoglioso e pieno di vita: le foglie erano di un verde splendente, i rami e le radici erano salde e forti e offrivano una sensazione di vigore, robustezza ed energia. Ad un ramo ciondolava una piccola altalena che, con le catene che si muovevano al vento, producevano un grazioso tintinnio. Harry lo osservò a lungo, com’era bello quell’albero e si poggiò al ramo, spinto dal desiderio di protezione che quella pianta ispirava.

 Fu un lampo, un momento, un attimo…una sensazione di stordimento lo colpì alla testa, questa divenne dolore …si sentiva svenire …avrebbe voluto urlare ma le parole si trasformavano in fievoli gemiti che sicuramente Ron non avrebbe sentito. Vedeva intorno a lui il giardino girare,girare, girare, sempre più veloce, finché…iniziò a precipitare sempre più giù in un baratro senza fondo…nell’oscurità che lo avvolgeva sempre più e poi…niente. dolore, né sofferenza solo una sensazione di calma e quiete. Harry aprì gli occhi, pensò che era morto, una immensa paura lo prese. No, non voleva morire, perché era morto, cosa era successo? Si alzò a sedere di scatto e davanti a a lui c’era l’albero come lo aveva lasciato e tre persone che non aveva mai visto prima d’allora. Harry si stropicciò gli occhi, forse stava sognando…eppure era sveglio e sapeva che era vivo…era vivo

Ancora incredulo si alzò, ma era ancora troppo debole e mentre era sul punto di svenire nuovamente, si appoggiò alla schiena dell’uomo che aveva di fronte. Dopo essersi ripreso, Harry  chiese scusa, ma l’uomo rimase fermo e immobile, come fosse stato pietrificato. Harry scostandosi da lui si diresse verso la giovane donna al suo fianco che sembrava avere subito la stessa sorte.

Entrambi dovevano avere una ventina d’anni: la donna aveva fra i lunghi e morbidi capelli ricci color del grano un fermaglio bianco, occhi azzurri e indossava un vestito a fiori gialli e rosa; l’uomo invece aveva i capelli castani molto ricci e sotto un paio di piccoli occhiali, aveva un paio d’occhi bruni molto intensi. Harry non capiva cosa fosse loro successo e dopo averli chiamati invano e averli scrollati senza ottenere risultati, si voltò in direzione di ciò che stesse catturando la loro attenzione e i loro sguardi cosi intensamente.

C’era una bambina di circa cinque anni seduta sull’altalena e li salutava con la mano. Harry riconobbe che aveva un’aria familiare e si avvicinò per guardarla meglio. Fece un passo verso l’albero, ma sentì un boato e la terra iniziò a tremare. In un batter d'occhio si aprì un baratro sotto i piedi di Harry che, preso alla sprovvista, non ebbe neanche il tempo di indietreggiare, che inesorabilmente vi cadde dentro piombando di nuovo nell’oscurità.

“Harry?! Harry rispondi?! Stai bene? Harry ti prego, svegliati”…

Harry si rese conto che doveva aver urlato, perché quando aprì gli occhi e mise a fuoco, vide le facce angosciate di Ron,  Hermione e dei signori Granger che lo fissavano preoccupati.

“L’albero…l’altalena…Ron, Hermione..c’era una bambina che…una voragine…il pioppo...”.

La signora Granger ebbe un sussulto. Ron ed Hermione si guardarono perplessi:

Harry fai un bel respiro e raccontaci cosa è successo…” – gli disse Hermione in tono fermo–“ricomincia con calma dall’inizio e spiegaci cosa è successo”.

 

 

 

 

Allora, che ne pensate? Recensite, recensite, recensite!

 

 

 

  
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