Quando
quel mattino di febbraio
Eulalia Maria Valdes prese i voti Carlos Duncan era presente.
Entrambi
sapevano di avere degli
obblighi, che i loro destini erano già stati tracciati e che
disobbedire
avrebbe portato loro solo disonore e rovina ma era anche vero che non
riuscivano ad evitare di sfiorarsi, toccarsi, amarsi.
Ad ogni sua
visita cercavano di essere
soli approfittando delle novizie che si annoiavano e delle suore
immerse nelle
loro attività e si cercavano. Per quanto avesse voluto
Carlos non aveva ancora
osato l’impensabile, lui ed Eulalia si erano baciati
più e più negli angoli bui
della cappella, quando era ancora estate lei lo aveva condotto in un
angolo del
giardino poco frequentato ed erano rimasti lì quasi due ore,
solo la campana
del vespro era riuscita a dividerli, a dividere le loro labbra e le
promesse
che si erano scambiati.
Ogni volta
Carlos sentiva i voti che
aveva pronunciato anni prima come una catena che gli stringeva il collo
impedendogli di respirare, quanto era stato folle da ragazzo a
consacrarsi a
dio e quanto era debole ora da non riuscire a rimanere fedele al suo
voto. Era
debolezza la sua, la debolezza di un uomo che aveva scoperto sentimenti
che
credeva impossibili e per una fanciulla che non sarebbe mai stata
pienamente
sua, Eulalia sarebbe divenuta una suora e sarebbe rimasta al monastero
perché
non conosceva altra vita e lui sarebbe rimasto perché si era
innamorato di lei.
Sapeva che
molti religiosi peccavano,
molti avevano amanti, altri cedevano alla sodomia, qualcuno frequentava
i
bordelli e aveva udito di sacerdoti che vivevano apertamente nel
peccato con
donne nubili da cui avevano figli, figli che riconoscevano davanti alla
comunità senza la minima menzogna, quanto invidiava in
quell’istante gli
eretici luterani in quei momenti, aveva letto che i loro pastori si
sposavano,
dovevano sposarsi, potevano avere figli e ne andavano orgogliosi,
così come i
greci, non come tanti altri suoi confratelli che vivevano segretamente
nel
peccato.
Aveva
pregato, dopo il loro primo
bacio aveva pregato per giorni ed era stato distratto durante la messa,
il
sacrestano era rimasto sorpreso e alla fine della celebrazione era
corso a
cercare il cerusico più vicino perché a sentire
lui padre Carlos non si sentiva
bene e vi era necessità di un consulto.
Quando si
erano rivisti la settimana
successiva si erano guardati con desiderio e poi non appena Eulalia era
uscita
dal confessionale lui l’aveva trascinata in uno dei angoli
bui della cappella e
si erano baciati ancora e ancora. Era così bella in quegli
istanti rubati, una
bambina nell’anima e una donna nel corpo, si affidava
completamente a lui, lo
desiderava, Eulalia provava quello che provava lui. Poco prima di
quella
cerimonia lei era corsa tra lui con le lacrime agli occhi, so che
dovrei amare
solo Iddio ma non riesco a smettere di pensare a te, ti amo
così tanto e questo
sentimento anche se sbagliato mi è prezioso come
l’amore per dio gli aveva
sussurrato lei mentre lui l’abbracciava.
L’aveva
rassicurata e poi si erano
baciati ancora e ancora, non riusciva a smettere di pensare alle sue
labbra, a
come sembrassero attirarlo, al loro sapore, a come apparissero gonfie
quando
era costretto a staccarsi da esse, a come gemevano il suo nome.
Quando la
cerimonia fu terminata le si
avvicinò, lo aveva già fatto altre volte, con
altre novizie in altre
circostanze e … doveva rimanere, nessuno doveva sospettare
cosa provasse per
Eulalia Maria Valdes, ora suor Maria
de la Mercedes.
Lei sembrava quasi risplendere nel suo abito bianco quando le si
avvicinò, il
velo questa volta le nascondeva perfettamente i capelli, poco tempo
prima aveva
visto i capelli di lei, così biondi e così
delicati, vi aveva passato le mani
con reverenza mormorando sciocchezze da innamorato e lei aveva sorriso
prima di
cercare la sua bocca con infantile malizia.
<<
Io … io sono così felice oggi
>> gli
comunicò suor Maria de la Mercedes abbracciandolo di slancio
facendo aderire i
loro corpi, Carlos ricambiò goffamente il suo abbraccio
sentendo il corpo di
lei fremere contro il suo, lei lo desiderava, anche ora che aveva preso
i voti
non riusciva a cessare di pensare a lui.
La strinse
brevemente a sé prima di lasciarla
andare e notò gli occhi delusi di lei, sembrava una bambina
capricciosa in
quell’istante, << potrebbero vederci mi amor,
non possiamo permettere che
sappiano >> le sussurrò prima che lei annuisse
appena con la testa e si
allontanasse, non smise di seguirla con lo sguardo, anche quando venne
coinvolto dalla badessa in una conversazione riguardante una delle
ospiti che
avrebbe voluto prendere i voti ma la famiglia aveva deciso
diversamente,
avremmo gradito avere la giovane Buenavente con noi ma suo padre aveva
altri
progetti e dobbiamo rassegnarci a seguire la volontà divina
aveva concluso suor
Maria Luisa.
Aveva
annuito, la testa altrove e i
suoi occhi che non cessavano di cercare Eulalia, si era innamorato di
lei come
uno sciocco e un giovane e per quanto sapesse che tutto quello era
sbagliato e
immorale non riusciva a farne a meno, lei era tutto quello di cui aveva
bisogno.
Quell’amore
lo consumava, quando non
erano insieme pensava a lei, a come renderla felice e sapeva che prima
o poi
avrebbero ceduto alla tentazione ultima, la carne era debole e negli
ultimi
tempi quando si baciavano avvertiva una sensazione nuove, meramente
fisica, che
lo imbarazzava e che cercava di nascondere il desiderio di possederla
era stato
meno forte di quello di preservarla pura, potevano amarsi ma non
consumare fino
in fondo il loro amore si era detto in primavera inoltrata. Quella era
una
follia e se doveva essere dannato almeno lo sarebbe stato per aver
peccato
nella sua interezza, una volta commesso l’atto sarebbe finito
all’inferno ma
nemmeno il pensiero del castigo eterno riusciva a tenerlo lontano da
suor Maria
de la Mercedes.
Accadde una
sera di giugno, il cielo
dell’orgogliosa catalogna sopra di lui, e in un angolo del
giardino che
confinava con la vicina foresta, dopo che Carlos ebbe deciso che non
poteva
continuare così, bisognava fare qualcosa e allontanarsi da
Eulalia non era
un’opzione che si sentiva di scegliere.
Quando
furono vicini si cercarono
lentamente prima di unire le loro labbra, Eulalia tremava come lui,
oltre
quello non vi era possibilità di salvezza, sarebbero stati
entrambi due
peccatori ma almeno sarebbero stati insieme si era detto prima di
rimuovere con
gesti lenti il velo di lei, suor Maria de la Mercedes aveva i capelli
corti
delle suore eppure non gli era mai sembrata così bella
pensò mentre sentiva le
mani di lei tremare non appena si posarono sul crocifisso che lui
portava al
collo. Il tempo di toglierlo e tornarono a dedicarsi
all’altro, Carlos si sentiva
come un giovinetto alle prime esperienze, sapeva cosa avrebbe dovuto
fare ma si
sentiva bloccato dal terrore di farle male, di essere goffo e malediva
la sua
protratta castità.
Quando non
ebbero più abiti rimasero a
guardarsi, le mani che lentamente percorrevano i loro corpi con paura e
curiosità. Carlos lentamente riprese a baciarla mentre
sentiva Eulalia
stringersi a sé facendo maggiormente aderire i loro corpi,
come si poteva
condannare un piacere così bello e una gioia così
divina?
Le
baciò la bocca, assaporando le sue
labbra, poi passò al collo, sentendo le mani di lei tra i
capelli che lo
accarezzavano. Sapeva cosa doveva fare grazie alle confessioni dei suoi
parrocchiani ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato
così bello, quello
non poteva essere un piacere da condannare.
Lentamente
scese fino a baciarle e a
succhiarle i seni, sentendola gemere il suo nome, avvertendo le sue
gambe che
si stringevano a lui e il corpo di lei che lo stava invitando a
possederla,
sarebbe stato dannato ma almeno sarebbero stati insieme
pensò prima di cercare
nuovamente le sue labbra.
Eulalia
Maria Valdes prese i voti una
mattina di febbraio, poche settimane dopo il matrimonio di Alexia
Buenavente.
Nonostante
le sue lacrime, le sue
implorazioni e le sue preghiere il padre della giovane era stato
implacabile:
Alexia si sarebbe sposata e la badessa non aveva avuto nulla da ridire,
l’anziana donna era sempre invidiosa delle ospiti che
lasciavano il convento
per maritarsi e che erano libere di poter vivere la vita che lei
avrebbe tanto
desiderato ma che le era stata negata.
Eulalia
aveva chiesto il permesso di
poter essere presente il giorno in cui colei che era divenuta la sua
migliore
amica avrebbe lasciato quella che era stata la loro dimora per
conoscere
finalmente il suo fidanzato, nemmeno allora Eulalia aveva osato parlare
con
Alexia di padre Carlos, sapeva bene che la sua migliore amica avrebbe
avuto
dure e giuste parole di condanna verso i sentimenti che provava per il
sacerdote. Quei sentimenti non volevano andarsene ma anzi ad ogni loro
incontro
aumentavano d’intensità, aveva provato di tutto ma
ogni mercoledì si faceva
trovare nel confessionale e dopo aver confessato i suoi peccati
uscivano,
raggiungevano discretamente il giardino e si baciavano.
Quello non
poteva essere peccato, come
un simile piacere poteva essere peccato, come una simile
felicità poteva essere
disdicevole si diceva ogni notte prima di chiudere gli occhi, per
questo aveva
deciso di prendere i voti, era impossibile che quello che provava per
padre
Carlos fosse sbagliato, era troppo puro ed innocente per essere quella
sozzura
di cui aveva letto nella Bibbia.
Quella
mattina, dopo essersi tagliata
i capelli e aver indossato il velo si era sentita come divisa a
metà, una parte
di lei era la suora felice della sua condizione e amica fedele mentre
l’altra
era la fanciulla innamorata di padre Carlos Duncan e che non trovava
nulla di
sbagliato in quell’amore. Aveva ricevuto i complimenti di
suor Maria Rafaela e
la decana le aveva raccomandato di onorare sempre l’abito che
indossava e di
essere felice, sapevo fin da quando ti misero tra le mie stanche
braccia che
saresti stata un’ottima ancella del Signora aveva dichiarato
la decana prima di
baciarla sulla guancia, la badessa invece si era limitata ad un sorriso
e ad un
abbraccio veloce mentre Alexia che era tornata per lei si era fatta
strada e
l’aveva stretta in un abbraccio caloroso.
I capelli
neri finemente acconciati e
l’abito azzurro creavano un bizzarro contrasto con il suo
abito bianco eppure
in quell’istante Eulalia si era sentita tornare bambina,
quando lei e Alexia
erano felici senza secondi fini, poi aveva visto Carlos e mai
l’abito le era
sembrato così pesante, mai il velo così
opprimente. Avrebbe voluto liberarsi di
tutto e correre da lui, implorarlo di condurla il più
lontano possibile, di
portarla con sé, di renderla sua moglie, lei ora era una
suora e lui un prete,
se si fosse saputo a nessuno sarebbe importato che si scambiassero
solamente
dei baci, sarebbero stati condannati e dannati entrambi,
l’Inquisizione non
avrebbe avuto pietà di loro.
<<
Io … io sono così felice oggi
>>
sussurrò prima di abbracciare di slancio padre Carlos, quel
corpo le faceva
venire alla menti pensieri che sapeva essere indecenti ma erano
così
incredibilmente belli e seducenti, si strinse maggiormente a lui
godendo del
suo imbarazzo e di come Carlos ricambiò
l’abbraccio, avrebbe voluto rimanere
così per sempre, loro due soli, ignorando il mondo esterno,
i loro voti, solo
l’amore che provavano per l’altro.
<<
Potrebbero vederci mi amor, non possiamo
permettere che sappiano >> le sussurrò lui,
Carlos l’amava, si
preoccupava per lei e per la sua reputazione, per la sua salvezza e lei
non
riusciva a staccarsi da lui, sicuramente tutti li stavano osservando ma
nessuno
avrebbe mai potuto sospettare, era stata discreta ed abile in quei
mesi, era un
inganno il suo ma era a fin di bene si era detta più volte.
Aveva appreso in quei mesi ad accettare i sogni, a
cercarli quasi, quelle immagini lussuriose non la turbavano
più, sapeva che
Carlos la rispettava e gliene era grata ma avrebbe voluto provare
quella
felicità e quell’appagamento, motivo per cui
quando si incontrarono quella sera
di giugno lei lesse la stessa determinazione negli occhi di lui e
l’accettò,
non le importava di compromettersi, di disonorare l’abito che
indossava e di
essere dannata per l’eternità, desiderava
solamente che Carlos la stringesse a
sé.
Quei baci
erano diversi, vi era la
consapevolezza che non sarebbero più potuti tornare indietro
e lei lo
accettava, lo desiderava con tutta sé stessa. Le sue mani
mentre le rimuoveva
il velo le sembrarono più gentili del solito, per un istante
si vergognò dei
suoi capelli corti e di come apparisse ma si vide come lui la stava
vedendo in
quell’istante, agli occhi di lui lei era bella, semplicemente
bella. Sfiorò
delicatamente il crocifisso che Carlos aveva al collo, quel simbolo che
l’aveva
sempre colmata di pace e grazia ora le sembrava pesante e incombente su
di sé
mentre la giudicava, fu lui a toglierlo aiutandola poi a liberarsi
degli abiti,
le loro mani tremavano quasi nello stesso modo pensò
Eulalia, in quell’istante
non era più suor Maria de la Mercedes ma Eulalia, non una
suora ma una
fanciulla che stava per concedersi all’uomo che amava, una
donna che sceglieva
di darsi ad un uomo, di essere sua.
Quasi non
si accorse di essere rimasta
senza abiti e lui era nella medesima condizione, rimasero a fissarsi
mentre le
loro mani esploravano con timore e curiosità il corpo
dell’altro, solo il cielo
indifferente della Catalogna sopra di loro e l’erba sotto di
loro, nient’altro.
Eulalia trattenne i sospiri e gli ansiti mentre sentiva Carlos baciarle
e succhiarle
i seni, quel calore era quasi troppo intenso per lei ma il suo corpo
voleva di
più, desiderava di più, desiderava tutto.
Avvertiva
nel suo cuore così tante
emozioni differenti e in contrasto tra loro eppure mentre i loro corpi
si
univano per la prima volta Eulalia Maria Valdes, ora suor Maria de la
Mercedes,
era sicura solamente che lei e padre Carlos Duncan erano nati per
amarsi in
quella maniera, per essere legati e poco importava che finissero
all’inferno,
almeno sarebbero stati insieme pensò prima che il piacere
pervadesse ogni fibra
del suo essere.