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Autore: Diana924    13/12/2016    1 recensioni
XVIII° , Catalogna, la regione più orgogliosa della Spagna si sta riprendendo dalla guerra che l'ha vista contro il resto del regno supportando Carlo d'Austria. Regione orgogliosa, fiera delle proprie tradizioni e della propria indipendenza, la regione di santa Eulalia ha pagato il suo tradimento con la perdita della propria lingua e delle proprie singolarità.
E' qui, in una terra saldamente legata alle proprie radici ma che pure si sta aprendo alle nuove idee che sboccia l'amore tra Carlos Duncan ed Eulalia Valdes.
Lui è il secondogenito di una famiglia aristocratica, costretto a prendere i voti senza una vera vocazione compensata però da una sfrenata ambizione, lei abbandonata da neonata in un convento conosce solo la vita monastica e sta per prendere i voti. Entrambi però sanno che da quando i loro sguardi si incrociano niente sarà più come prima
[ Spinn off prequel di un'originale storica, Il Giglio Nero in cui si narrano in dettaglio le vicende dei coniugi Duncan, apparsi nel 40° capitolo, non è necessario aver letto la storia principale]
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Inquisizione, Epoca moderna (1492/1789)
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Quando quel mattino di febbraio Eulalia Maria Valdes prese i voti Carlos Duncan era presente.

Entrambi sapevano di avere degli obblighi, che i loro destini erano già stati tracciati e che disobbedire avrebbe portato loro solo disonore e rovina ma era anche vero che non riuscivano ad evitare di sfiorarsi, toccarsi, amarsi.

Ad ogni sua visita cercavano di essere soli approfittando delle novizie che si annoiavano e delle suore immerse nelle loro attività e si cercavano. Per quanto avesse voluto Carlos non aveva ancora osato l’impensabile, lui ed Eulalia si erano baciati più e più negli angoli bui della cappella, quando era ancora estate lei lo aveva condotto in un angolo del giardino poco frequentato ed erano rimasti lì quasi due ore, solo la campana del vespro era riuscita a dividerli, a dividere le loro labbra e le promesse che si erano scambiati.

Ogni volta Carlos sentiva i voti che aveva pronunciato anni prima come una catena che gli stringeva il collo impedendogli di respirare, quanto era stato folle da ragazzo a consacrarsi a dio e quanto era debole ora da non riuscire a rimanere fedele al suo voto. Era debolezza la sua, la debolezza di un uomo che aveva scoperto sentimenti che credeva impossibili e per una fanciulla che non sarebbe mai stata pienamente sua, Eulalia sarebbe divenuta una suora e sarebbe rimasta al monastero perché non conosceva altra vita e lui sarebbe rimasto perché si era innamorato di lei.

Sapeva che molti religiosi peccavano, molti avevano amanti, altri cedevano alla sodomia, qualcuno frequentava i bordelli e aveva udito di sacerdoti che vivevano apertamente nel peccato con donne nubili da cui avevano figli, figli che riconoscevano davanti alla comunità senza la minima menzogna, quanto invidiava in quell’istante gli eretici luterani in quei momenti, aveva letto che i loro pastori si sposavano, dovevano sposarsi, potevano avere figli e ne andavano orgogliosi, così come i greci, non come tanti altri suoi confratelli che vivevano segretamente nel peccato.

Aveva pregato, dopo il loro primo bacio aveva pregato per giorni ed era stato distratto durante la messa, il sacrestano era rimasto sorpreso e alla fine della celebrazione era corso a cercare il cerusico più vicino perché a sentire lui padre Carlos non si sentiva bene e vi era necessità di un consulto.

Quando si erano rivisti la settimana successiva si erano guardati con desiderio e poi non appena Eulalia era uscita dal confessionale lui l’aveva trascinata in uno dei angoli bui della cappella e si erano baciati ancora e ancora. Era così bella in quegli istanti rubati, una bambina nell’anima e una donna nel corpo, si affidava completamente a lui, lo desiderava, Eulalia provava quello che provava lui. Poco prima di quella cerimonia lei era corsa tra lui con le lacrime agli occhi, so che dovrei amare solo Iddio ma non riesco a smettere di pensare a te, ti amo così tanto e questo sentimento anche se sbagliato mi è prezioso come l’amore per dio gli aveva sussurrato lei mentre lui l’abbracciava.

L’aveva rassicurata e poi si erano baciati ancora e ancora, non riusciva a smettere di pensare alle sue labbra, a come sembrassero attirarlo, al loro sapore, a come apparissero gonfie quando era costretto a staccarsi da esse, a come gemevano il suo nome.

Quando la cerimonia fu terminata le si avvicinò, lo aveva già fatto altre volte, con altre novizie in altre circostanze e … doveva rimanere, nessuno doveva sospettare cosa provasse per Eulalia Maria Valdes, ora suor Maria de la Mercedes. Lei sembrava quasi risplendere nel suo abito bianco quando le si avvicinò, il velo questa volta le nascondeva perfettamente i capelli, poco tempo prima aveva visto i capelli di lei, così biondi e così delicati, vi aveva passato le mani con reverenza mormorando sciocchezze da innamorato e lei aveva sorriso prima di cercare la sua bocca con infantile malizia.

<< Io … io sono così felice oggi >> gli comunicò suor Maria de la Mercedes abbracciandolo di slancio facendo aderire i loro corpi, Carlos ricambiò goffamente il suo abbraccio sentendo il corpo di lei fremere contro il suo, lei lo desiderava, anche ora che aveva preso i voti non riusciva a cessare di pensare a lui.

La strinse brevemente a sé prima di lasciarla andare e notò gli occhi delusi di lei, sembrava una bambina capricciosa in quell’istante, << potrebbero vederci mi amor, non possiamo permettere che sappiano >> le sussurrò prima che lei annuisse appena con la testa e si allontanasse, non smise di seguirla con lo sguardo, anche quando venne coinvolto dalla badessa in una conversazione riguardante una delle ospiti che avrebbe voluto prendere i voti ma la famiglia aveva deciso diversamente, avremmo gradito avere la giovane Buenavente con noi ma suo padre aveva altri progetti e dobbiamo rassegnarci a seguire la volontà divina aveva concluso suor Maria Luisa.

Aveva annuito, la testa altrove e i suoi occhi che non cessavano di cercare Eulalia, si era innamorato di lei come uno sciocco e un giovane e per quanto sapesse che tutto quello era sbagliato e immorale non riusciva a farne a meno, lei era tutto quello di cui aveva bisogno.

Quell’amore lo consumava, quando non erano insieme pensava a lei, a come renderla felice e sapeva che prima o poi avrebbero ceduto alla tentazione ultima, la carne era debole e negli ultimi tempi quando si baciavano avvertiva una sensazione nuove, meramente fisica, che lo imbarazzava e che cercava di nascondere il desiderio di possederla era stato meno forte di quello di preservarla pura, potevano amarsi ma non consumare fino in fondo il loro amore si era detto in primavera inoltrata. Quella era una follia e se doveva essere dannato almeno lo sarebbe stato per aver peccato nella sua interezza, una volta commesso l’atto sarebbe finito all’inferno ma nemmeno il pensiero del castigo eterno riusciva a tenerlo lontano da suor Maria de la Mercedes.

Accadde una sera di giugno, il cielo dell’orgogliosa catalogna sopra di lui, e in un angolo del giardino che confinava con la vicina foresta, dopo che Carlos ebbe deciso che non poteva continuare così, bisognava fare qualcosa e allontanarsi da Eulalia non era un’opzione che si sentiva di scegliere.

Quando furono vicini si cercarono lentamente prima di unire le loro labbra, Eulalia tremava come lui, oltre quello non vi era possibilità di salvezza, sarebbero stati entrambi due peccatori ma almeno sarebbero stati insieme si era detto prima di rimuovere con gesti lenti il velo di lei, suor Maria de la Mercedes aveva i capelli corti delle suore eppure non gli era mai sembrata così bella pensò mentre sentiva le mani di lei tremare non appena si posarono sul crocifisso che lui portava al collo. Il tempo di toglierlo e tornarono a dedicarsi all’altro, Carlos si sentiva come un giovinetto alle prime esperienze, sapeva cosa avrebbe dovuto fare ma si sentiva bloccato dal terrore di farle male, di essere goffo e malediva la sua protratta castità.

Quando non ebbero più abiti rimasero a guardarsi, le mani che lentamente percorrevano i loro corpi con paura e curiosità. Carlos lentamente riprese a baciarla mentre sentiva Eulalia stringersi a sé facendo maggiormente aderire i loro corpi, come si poteva condannare un piacere così bello e una gioia così divina?

Le baciò la bocca, assaporando le sue labbra, poi passò al collo, sentendo le mani di lei tra i capelli che lo accarezzavano. Sapeva cosa doveva fare grazie alle confessioni dei suoi parrocchiani ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato così bello, quello non poteva essere un piacere da condannare.

Lentamente scese fino a baciarle e a succhiarle i seni, sentendola gemere il suo nome, avvertendo le sue gambe che si stringevano a lui e il corpo di lei che lo stava invitando a possederla, sarebbe stato dannato ma almeno sarebbero stati insieme pensò prima di cercare nuovamente le sue labbra.

Eulalia Maria Valdes prese i voti una mattina di febbraio, poche settimane dopo il matrimonio di Alexia Buenavente.

Nonostante le sue lacrime, le sue implorazioni e le sue preghiere il padre della giovane era stato implacabile: Alexia si sarebbe sposata e la badessa non aveva avuto nulla da ridire, l’anziana donna era sempre invidiosa delle ospiti che lasciavano il convento per maritarsi e che erano libere di poter vivere la vita che lei avrebbe tanto desiderato ma che le era stata negata.

Eulalia aveva chiesto il permesso di poter essere presente il giorno in cui colei che era divenuta la sua migliore amica avrebbe lasciato quella che era stata la loro dimora per conoscere finalmente il suo fidanzato, nemmeno allora Eulalia aveva osato parlare con Alexia di padre Carlos, sapeva bene che la sua migliore amica avrebbe avuto dure e giuste parole di condanna verso i sentimenti che provava per il sacerdote. Quei sentimenti non volevano andarsene ma anzi ad ogni loro incontro aumentavano d’intensità, aveva provato di tutto ma ogni mercoledì si faceva trovare nel confessionale e dopo aver confessato i suoi peccati uscivano, raggiungevano discretamente il giardino e si baciavano.

Quello non poteva essere peccato, come un simile piacere poteva essere peccato, come una simile felicità poteva essere disdicevole si diceva ogni notte prima di chiudere gli occhi, per questo aveva deciso di prendere i voti, era impossibile che quello che provava per padre Carlos fosse sbagliato, era troppo puro ed innocente per essere quella sozzura di cui aveva letto nella Bibbia.

Quella mattina, dopo essersi tagliata i capelli e aver indossato il velo si era sentita come divisa a metà, una parte di lei era la suora felice della sua condizione e amica fedele mentre l’altra era la fanciulla innamorata di padre Carlos Duncan e che non trovava nulla di sbagliato in quell’amore. Aveva ricevuto i complimenti di suor Maria Rafaela e la decana le aveva raccomandato di onorare sempre l’abito che indossava e di essere felice, sapevo fin da quando ti misero tra le mie stanche braccia che saresti stata un’ottima ancella del Signora aveva dichiarato la decana prima di baciarla sulla guancia, la badessa invece si era limitata ad un sorriso e ad un abbraccio veloce mentre Alexia che era tornata per lei si era fatta strada e l’aveva stretta in un abbraccio caloroso.

I capelli neri finemente acconciati e l’abito azzurro creavano un bizzarro contrasto con il suo abito bianco eppure in quell’istante Eulalia si era sentita tornare bambina, quando lei e Alexia erano felici senza secondi fini, poi aveva visto Carlos e mai l’abito le era sembrato così pesante, mai il velo così opprimente. Avrebbe voluto liberarsi di tutto e correre da lui, implorarlo di condurla il più lontano possibile, di portarla con sé, di renderla sua moglie, lei ora era una suora e lui un prete, se si fosse saputo a nessuno sarebbe importato che si scambiassero solamente dei baci, sarebbero stati condannati e dannati entrambi, l’Inquisizione non avrebbe avuto pietà di loro.

<< Io … io sono così felice oggi >> sussurrò prima di abbracciare di slancio padre Carlos, quel corpo le faceva venire alla menti pensieri che sapeva essere indecenti ma erano così incredibilmente belli e seducenti, si strinse maggiormente a lui godendo del suo imbarazzo e di come Carlos ricambiò l’abbraccio, avrebbe voluto rimanere così per sempre, loro due soli, ignorando il mondo esterno, i loro voti, solo l’amore che provavano per l’altro.

<< Potrebbero vederci mi amor, non possiamo permettere che sappiano >> le sussurrò lui, Carlos l’amava, si preoccupava per lei e per la sua reputazione, per la sua salvezza e lei non riusciva a staccarsi da lui, sicuramente tutti li stavano osservando ma nessuno avrebbe mai potuto sospettare, era stata discreta ed abile in quei mesi, era un inganno il suo ma era a fin di bene si era detta più volte.
Aveva appreso in quei mesi ad accettare i sogni, a cercarli quasi, quelle immagini lussuriose non la turbavano più, sapeva che Carlos la rispettava e gliene era grata ma avrebbe voluto provare quella felicità e quell’appagamento, motivo per cui quando si incontrarono quella sera di giugno lei lesse la stessa determinazione negli occhi di lui e l’accettò, non le importava di compromettersi, di disonorare l’abito che indossava e di essere dannata per l’eternità, desiderava solamente che Carlos la stringesse a sé.

Quei baci erano diversi, vi era la consapevolezza che non sarebbero più potuti tornare indietro e lei lo accettava, lo desiderava con tutta sé stessa. Le sue mani mentre le rimuoveva il velo le sembrarono più gentili del solito, per un istante si vergognò dei suoi capelli corti e di come apparisse ma si vide come lui la stava vedendo in quell’istante, agli occhi di lui lei era bella, semplicemente bella. Sfiorò delicatamente il crocifisso che Carlos aveva al collo, quel simbolo che l’aveva sempre colmata di pace e grazia ora le sembrava pesante e incombente su di sé mentre la giudicava, fu lui a toglierlo aiutandola poi a liberarsi degli abiti, le loro mani tremavano quasi nello stesso modo pensò Eulalia, in quell’istante non era più suor Maria de la Mercedes ma Eulalia, non una suora ma una fanciulla che stava per concedersi all’uomo che amava, una donna che sceglieva di darsi ad un uomo, di essere sua.

Quasi non si accorse di essere rimasta senza abiti e lui era nella medesima condizione, rimasero a fissarsi mentre le loro mani esploravano con timore e curiosità il corpo dell’altro, solo il cielo indifferente della Catalogna sopra di loro e l’erba sotto di loro, nient’altro. Eulalia trattenne i sospiri e gli ansiti mentre sentiva Carlos baciarle e succhiarle i seni, quel calore era quasi troppo intenso per lei ma il suo corpo voleva di più, desiderava di più, desiderava tutto.

Avvertiva nel suo cuore così tante emozioni differenti e in contrasto tra loro eppure mentre i loro corpi si univano per la prima volta Eulalia Maria Valdes, ora suor Maria de la Mercedes, era sicura solamente che lei e padre Carlos Duncan erano nati per amarsi in quella maniera, per essere legati e poco importava che finissero all’inferno, almeno sarebbero stati insieme pensò prima che il piacere pervadesse ogni fibra del suo essere.

   
 
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