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Autore: Kit L Hawthorn    21/05/2009    5 recensioni
“No! Mamma, ti prego non puoi farmi questo!”
Albus Potter non aveva in programma di morire a dodici anni. Sinceramente. Pensava di riuscire almeno a sposarsi ed avere dei figli, prima di dare l’estremo saluto e trapassare, per ritrovare l’amato fratello, James. Perché era ovvio che gli sarebbe sopravvissuto.
Eppure sua madre sembrava avere tutt’altri programmi.
“Albus Potter, vedi di non farmi arrabbiare. Ti ho chiesto solamente di badare a tua sorella ed a Hugo mentre io e tua zia andiamo a fare spese. Cosa ti costa? Infondo ci sarà anche Rose ad aiutarti.”

Albus e Rose sono costretti a casa assieme ai fratellini Lily e Hugo. Sarebbe una cosa totalmente normale, per due fratelli maggiori, di dover badare ai più piccoli.
Peccato che Lils e Hugo non siano due fratelli minori ordinari...
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Hugo Weasley, Lily Luna Potter, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Silent troublemakers..

..are always up to something!»






Capitolo 1

Aurors and Deatheaters



“No! Mamma, ti prego non puoi farmi questo!”
Albus Potter non aveva in programma di morire a dodici anni. Sinceramente. Pensava di riuscire almeno a sposarsi ed avere dei figli, prima di dare l’estremo saluto e trapassare, per ritrovare l’amato fratello, James. Perché era ovvio che gli sarebbe sopravvissuto.
Eppure sua madre sembrava avere tutt’altri programmi.
Stava di fronte a lui, braccia incrociate, la bacchetta che emetteva minacciose scintille rosse, con il tipico cipiglio-da-mamma-Weasley dipinto sul viso.
“Albus Potter, vedi di non farmi arrabbiare. Ti ho chiesto solamente di badare a tua sorella ed a Hugo mentre io e tua zia andiamo a fare spese. Cosa ti costa? Infondo ci sarà anche Rose ad aiutarti.”
“Ma, mamma! Tu non capisci! Non hai idea di cosa siano capaci quei due!” ribatté Albus, scompigliandosi i capelli, così da assomigliare ancora di più al povero disperato che era. “E James? Eh? Non può farlo James? Mio fratello, tuo figlio? Quello con gli occhiali, più grande di me di un anno intero? Un anno è tanto, lo sai, mamma? Credo di non avere la responsabilità necessaria per occuparmi di un così delicato compito!” Albus si aggrappò alla sua ultima – ed incredibilmente debole – speranza, che purtroppo finì in pezzi sul pavimento.
“No. Sai benissimo di essere molto più responsabile di James, Albus. E poi lui ha accompagnato tuo padre a trovare zia Muriel in ospedale: ad ognuno le sue pene.” Concluse, dando un affettuoso colpetto sulla testa scompigliata del figlio, che nell’estrema disperazione si era prostrato ai suoi piedi. “Ed ora tirati su: ti sporcherai i pantaloni e zia Hermione, Rose e Hugo saranno qui a momenti.”
In quel momento si udì un sonoro Crac, seguito da una scampanellata alla porta.
Ecco, era finita.
“Ciao zia! Lily?”
“Di sopra in camera sua.”
Al non fece nemmeno in tempo a distinguere la sagoma di Hugo che lui già era volato al piano superiore, per salutare la cugina.
Rose entrò con molta più calma, i lunghi capelli castani legati in una pratica coda di cavallo. “Buongiorno, Al.” Lo salutò con un bacio sulla guancia.
Zia Hermione entrò dietro di lei ed abbracciò la cognata. “Ciao Gin. Sei pronta?”
“Sì, Hermione, prendo il mantello ed arrivo.” Si voltò ed incontro per un attimo gli occhi verdi del figlio di mezzo. Gli fece un sorriso incoraggiante e gli accarezzò la testa. “Su, Al. So che puoi farcela”.
Al sospirò, mentre sua madre si infilava il mantello e zia Hermione salutava Rose. “Ciao ragazzi, ci vediamo stasera!”
La porta si chiuse dietro la chioma fiammeggiante di Ginny, con un sinistro tonfo, che ricordava la prima palata di terra gettata sulla bara di un morto.
“Oh, ti prego, Al! Falla finita!” “Cosa? Che ho fatto?” domando Albus con aria innocente.
Impossibile che Rose avesse sentito il suo commento sulla bara. Lei non era una Legilimens. Non ancora, per lo meno.
“Ti comporti come se fossimo condannati a morte! Voglio dire… Hugo e Lily sono un po’ vivaci, è vero…”
“Vivaci?” Albus sottolineò la parola con un sopracciglio alzato ed un tono piuttosto scettico.
“Oh, beh…” Rose scosse le spalle. “Non hanno mai ucciso nessuno, comunque.”
Non ancora, per lo meno.
Rose non osò pronunciare quelle parole ad alta voce. Non avrebbero fatto bene ai nervi di suo cugino.
Albus si accasciò sui cuscini. “Fosse qualche ora, Rose! Ma è tutto il pomeriggio chiusi in casa con quei due da soli.”
Eppure c’era uno strano silenzio.
I due piccoletti si erano rintanati nella stanza di Lily, non appena i tre Weasley avevano messo piede nella stanza ed erano tranquilli da quasi mezz’ora. Il che era piuttosto inquietante.
Rose sospirò, lieta. “Senti che pace? Non è così male, infon…”
“FERMATI IN NOME DEL MINISTERO!”
“NON MI AVRAI MAI, MALEDETTO!”
Due proiettili dai capelli rossi sfrecciarono di fronte a loro, inciampando in mantelli grandi il doppio di loro ed agitando rispettivamente un mestolo da cucina ed un mattarello a mo’ di bacchetta.
“Impedimenta! Non mi sfuggirai, maledetta donna scarlatta!”
“HUGO!”
“Protego! Questo si vedrà schifoso Babbanofilo!”
“LILY!”
“Non costringermi a fare cose che non vorrei, Mangiamorte!”
“Tanto non ne avresti il coraggio, Auror da strapazzo!”
“L’hai voluto tu…”
Rose ed Albus scattarono in piedi, mentre Hugo saltava sulla poltrona color bordeaux e puntava il mattarello contro la cugina. “…scatenerò contro di te il Mostro delle Caccabombe!”
Lily emise uno squittio terrorizzato e lanciò da parte la maschera da Mangiamorte di plastica. “Il Mostro… Argh! Salvami Albus!”
E detto questo si lanciò in un placcaggio da vera professionista, abbracciando il fratello all’altezza dell’ombelico e togliendogli il respiro. Un ansimante Albus cadde seduto su divano, con la testa della sorella affondata nello stomaco, una sorta di proiettile di fuoco troppo cresciuto.
“Hugo Weasley, se non scendi subito da quello poltrona rimpiangerai i baci di zia Muriel!” Sbottò Rose, con le mani sui fianchi e gli occhi incendiati.
“Adesso sei tu ad essere contro la legge! Muhahah!” rise Lily puntando il dito contro il cugino. Si era risollevata dallo stomaco di Al ed ora stava seduta sulle sue ginocchia, mentre lui fissava il vuoto con sguardo perso.
Hugo strillò e si precipitò su per le scale. “NON MI AVRETE MAI, MALEDETTI!”
“EHI, QUELLA È LA MIA BATTUTA!” gli gridò Lily, tirandogli dietro il mestolo. “LADRO!”
“Ecco…” mormorò Albus rauco. “Muoio…”




-Note dell’Autrice-
Buondì!^^ Eccomi tornata. Stavolta non sono proprio riuscita a fare una one-shot, così questa è diventata una short fic, formata da più brevi capitoli.
Personalmente mi piace un sacco maltrattare Albus, nonostante io lo ami, soprattutto se la torturatrice è la mia adorabile Lily!!! *_*
Ok, ora a voi i commenti, ed a me il compito di scrivere il secondo capitolo! *sigh* xD
Love,
K.L.H.
<3


P.S. Ancora una volta, per chi non si trova a suo agio con l’inglese: il titolo della fic significa “I combinaguai silenziosi stanno sempre architettando qualcosa” mentre il • capitolo è • intitolato “Auror e Mangiamorte”
P.P.S. Se trovaste qualsiasi errore di battitura, di verbi, di grammatica, qualche frase che funziona male, non esitate a farmelo notare!!! È proprio quello di cui ho bisogno! ^^

  
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