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Autore: Sarah M Gloomy    14/12/2016    0 recensioni
Quarto libro della serie The Exorcist.
Due dei mandanti delle loro morti passati sono stati scoperti. Non sanno di chi fidarsi, né se le loro intuizioni sono vere. Nel tentativo di mantenersi in vita alla ricerca di un modo per salvarsi, gli esorcisti sono costretti a fare l’impensabile e Amabel dovrà fare una scelta che andrà contro sia alla sua natura di esorcista sia a quella di mortale.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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            Mi arruffo i capelli, già un ammasso informe di dubbia natura. La collana con la croce, regalo di Chase, mi sta ustionando il petto. L’incubo è stato piuttosto vivido, come se l’essere stata bruciata non fosse abbastanza brutto di per sé. Mi avvio verso il bagno. Sto sanguinando ai piedi, e questo è male. La croce benedetta non fa più il suo dovere e sono ritornata a morire, più velocemente di prima. Sarà una goduria a esorcizzare da adesso in poi. Mi aspetto già un quarto spirito fuori dal bagno che mi invita a auto esorcizzarmi. Mi bagno il volto e il collo, provando piacere a contatto con l’acqua gelida. Lie mi ha seguito. Più che vederlo ne sento la presenza. «Una normale nottata, direi.»
Fa pure lo spiritoso. Prendo l’asciugamano e mi tampono il volto. Il mio doppione allo specchio mi guarda con aria sconvolta. Che ci fai sveglia? Non me lo chiedere. Anzi. Chiedimelo pure. Il nostro corpo lo sa. «Cosa stai pensando?»
   «Che la prima volta la morte è arrivata prima.»
Appoggio la fronte al lavandino. Sto bene a contatto con la ceramica fredda, con l’acqua. Tutte cose che con il fuoco non vanno per niente d’accordo. Emetto un suono strozzato, vedendo che sono riuscita a macchiare i pantaloni. Di nuovo, con il sangue. Le bende non sono abbastanza contenitive, o forse ormai non c’è molto da tenere sotto controllo. Il mio orologio deve essere stanco di scandire il tempo. Beh, reggerò finché le ferite non si estendono ai polmoni. Dopo morirò bruciata e mi aspetto che sia veloce. Questo, almeno, me lo devono. E quindi al diavolo, per la seconda volta, la promessa di una vita insieme a Chase. Secondo me, qualcuno ci sta fissando dall’alto e quando abbiamo una normale giornata adolescenziale … bang! Ci vengono scagliate le piaghe d’Egitto.
Lie si siede sul water, i piedi a penzoloni. «Forse il rituale per la creazione degli immortali prevede che voi moriate nuovamente, come nel passato. Una bella fregatura.»
Alzo la testa quel tanto da lanciargli una penetrante occhiataccia. Dovrebbe dirmi qualcosa che non so. «Ti direi di andare a tenere d’occhio Johannes, ma potrebbe vederti.»
   «Se è lui, sì.»
Il solito vecchio discorso. Io sono convinta che il capo del nuovo Ordine degli Esorcisti, Marco Watson, sia in realtà il nostro vecchio mentore, Johannes. Solo che nulla avvalora la mia tesi. Sappiamo che dall’Italia sono stati trasferiti mobili e materiale che facevano parte delle nostre vecchie vite, e pure una serie di tombe che altro non sono le nostre spoglie mortali.
Sappiamo che l’intero nuovo Ordine è stato costruito su una cattedrale e che, al suo interno, tutto è come il nostro vecchio Ordine si presentava: dalla stanza per le riunioni, alla vecchia biblioteca. Tutto o quasi. Come se fosse stata ricreata dal passato per qualcuno che lì ci aveva vissuto.
Tutto quello che avevo recuperato dalla mia ispezione si era risolto con un nulla di fatto. Carte e conti, che si ricollegavano a neppure un mese prima. Scomparivano nel nulla, o qualcuno era stato abbastanza furbo da intuire che noi avremmo indagati. Siamo consapevoli che tre persone, nel passato, hanno avuto beneficio della nostra morte: Malachite, mia sorella gemella, Johannes, il nostro mentore e l’Inquisitore, il vero artefice delle nostre morti. Nel presente, si sono reincarnati tutti e tre: Marco, Susan e una terza persona, di cui non sappiamo il nome. E l’aspetto fisico. Caro vecchio Inquisitore, ci stai facendo disperare.
E, come ha detto Lie, noi stiamo morendo di nuovo per il rituale di immortalità. Come se il primo non fosse andato a buon esito. Il mio vizio mi legge nel pensiero. «È ovvio che non è andato a buon esito, Dalila. Vi siete reincarnati. Siete riusciti a scappare alla morte del vostro spirito.»
Ora pianto la mia bandierina nella cima della montagna della sfiga. Apro il cassetto dei medicinali, prendo il termometro e mi siedo a terra. Mi slogo un braccio nel tentativo di abbassare l’asticella, poi me la infilo sotto l’ascella con un altro sospiro di sollievo. Per terra è fresco, il vetro è fresco, io sono molto felice. Ho poche gioie nella vita, se basta così poco a rendermi euforica. Già. Davvero poche, se non si considera che sono la seconda al comando con Chase e l’unica a cui il nostro capo ha vietato di fare domande sul decimo esorcismo. Sono ancora convinta che l’occhio di Dio sia un bel modo di mettere in chiaro la situazione a un bel po’ di gente. Sbuffo. Lie socchiude gli occhi. «Hai la febbre?»
   «Mi sento febbricitante. Quindi secondo te reincarnandoci siamo scappati al rituale? Significa che se moriamo ora, è molto probabile che sia per sempre?»
   «Se vogliono portare a termine il rituale dell’immortalità, ovviamente è la prima azione che faranno: impedire che vi reincarnate.»
Appoggio la testa al muro. «Ecco perché ci siamo reincarnati tutti nella stessa città. È il luogo che hanno scelto per essere invincibili.»
   «Non credo che quel Marco abbia detto qualcosa di tanto errato. In effetti, la città di Lubris è l’unione della Luce con le Tenebre. Già nel suo nome è racchiuso l’essere degli esorcisti. Sì, in quel punto Marco ha ragione. La città stessa vi ha eletto come suoi cittadini elitari. Ed è anche un luogo perfetto per far convergere tutta la potenza di un immortale. Ma credo che tu abbia frainteso il termine. E, molto probabilmente, anche loro.»
   «Non c’è molto da fraintendere. Immortale: vuol dire che vivranno per sempre.»
Sorride, e quando lo fa preannuncia una grande catastrofe. «No, bambina.» Dannazione. È più vecchio di me, ma essere chiamata “bambina” da uno che dimostra a malapena dieci anni è sempre dura da ingoiare. «Loro possono morire. Loro potranno vivere la loro vita a tempo indeterminato, ma a determinate condizioni. Ad esempio, loro saranno immuni al fuoco.»
Mi muovo dolorante, controllando l’ora. Le due e mezza sono una pessima ora per parlare di questioni serie. Il mio cervello è inceppato da qualche parte, tra la parte del fraintendere e la loro immunità al fuoco. Muovo la mano, chiedendo un nuovo esempio. «Saranno immuni anche alle armi da taglio … agli annegamenti …»
   «Alla disidratazione.» Borbotto io. Lie mi strizza l’occhio. Devo essere messa così male per un gesto d’affetto di quella portata. Però adesso ha tutto più senso. Stiamo morendo perché la prima volta non è andata come doveva. Ci hanno obbligato, e hanno incluso nel processo anche loro, a rinascere. Hanno una seconda possibilità. Ma sono rimasti agganciati alla vecchia epoca. Se dopo il rituale qualcuno sparasse loro, beh … morirebbero. Perché nessuno di noi è morto con armi da fuoco. Mi sto già immaginando correre loro incontro con una boccettina con dentro il virus dell’ebola e ucciderli con l’infezione. Potrei anche starnutirgli addosso, l’effetto sarebbe lo stesso, anche se meno catastrofico.
Scuoto la testa. A parte piani omicidi difficilmente realizzabili, sappiamo qualcosa in più. Sappiamo anche che almeno uno delle persone reincarnate ci conosce intimamente, perché Malachite, o Susan per questo secolo, ha ucciso Mary. E Mary era la linea di collegamento più vicina a me e a Julia. Con la sua morte, hanno attaccato ben due esorcisti.
Loro, dall’altra parte, stanno aspettando la nostra mossa. Perché ci hanno chiesto di riunirci al vecchio Ordine degli Esorcisti per compiere la nostra missione. E, da come sono andate le cose, dubito che possiamo dare le dimissioni. Si è nell’Ordine per sempre. E per chi si è reincarnato, quel “per sempre” ha un peso eccessivo.
Sfilo il termometro. Lie sibila. «Allora?»
Alzo una spalla. «Mm. Niente. Sto andando in autocombustione. Ho trentotto.»
   
 
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