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Autore: DarkSoul001    15/12/2016    1 recensioni
Quanto aveva aspettato questo momento. La mano destra era ancora sul collo dell’amico mentre con l’altra gli stava accarezzando la mano. La sentiva tremare sotto il suo tocco e sentiva le pulsazioni del collo che andavano a mille, esattamente come le sue.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mary Morstan, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Sentimenti Nascosti
 
 “…Sherlock…”
La sua voce era stata un sussurro, poi non riuscì più a trattenersi e colmò quei pochi centimetri che ancora li separavano. Le sue labbra si posarono dolcemente su quelle dell’altro, che rispose subito al bacio. Sherlock fece passare le dita fra i corti capelli dell’amico, scivolando giù dalla poltrona e inginocchiandosi di fronte a lui. John allora prese il volto dell’altro con entrambe le mani avvicinandosi sempre di più. Le loro labbra si cercavano, nessuno dei due aveva intenzione di allontanarsi, sarebbero rimasti così per sempre, se non fosse stato per un barlume di lucidità che attraversò la mente di Sherlock: il giorno dopo la persona che teneva fra le braccia non sarebbe stata più sua e avrebbe dovuto dirle addio per sempre. Questo pensiero lo fermò di colpo e lo fece allontanare da quel contatto. La faccia sconvolta di John gli fece piangere il cuore e si pentì immediatamente di quello che aveva fatto. John si alzò di scatto, portandosi una mano alle labbra e mormorando un “Mi dispiace” pieno di vergogna e di senso di colpa. Si girò per andarsene dalla stanza e, possibilmente, dalla faccia della terra ma Sherlock lo fermò tirandolo per il polsino della maglia. John si girò e vide il detective ancora inginocchiato che lo guardava con una dolcezza infinita e il desiderio che ancora gli ardeva negli occhi, il desiderio di toccarlo, di abbracciarlo, di farlo suo. I due si guardarono per qualche secondo, entrambi non sapevano cosa fare. Erano consapevoli che tutto questo fosse sbagliato, eppure lo desideravano così tanto da provare un dolore quasi fisico nel negarselo. Soprattutto dopo tutto questo tempo. Sono sempre stati così vicini, così uniti, eppure non abbastanza. Si desideravano a vicenda, i loro corpi bramavano di toccare e di essere toccati da quello dell’altro, ma nessuno dei due si muoveva.
Alla fine fu Sherlock a fare la prima mossa. Lasciò la presa sulla manica di John e si alzò in piedi, avvicinandosi lentamente a lui. Il cuore dell’altro cominciò a galoppare, una parte di lui sperava che l’uomo che desiderava, l’unico uomo che avesse mai desiderato, si avvicinasse ancora di più fino a poterlo toccare e baciare di nuovo, l’altra parte invece sperava che si fermasse, voleva gridargli di fermarsi perché era sicura che, una volta che si fosse avvicinato troppo, una volta che avesse superato quel muro che nessuno dei due in tutti quegli anni passati insieme aveva mai avuto il coraggio di superare, non sarebbe più riuscito a tornare indietro, non sarebbe più riuscito a fermarsi e tanto meno ad andare all’altare il giorno seguente e riuscire a dire “Lo voglio” con tutto l’amore che quella donna fantastica meritava. L’aveva letteralmente salvato, non meritava di soffrire, e non meritava di essere lasciata il giorno prima del loro matrimonio. Fu questo pensiero ad imporre al suo corpo di fare un passo indietro ed evitare il contatto con quelle dita lunghe e affusolate che aveva sempre ammirato e che in quel momento si stavano tendendo verso di lui.
Sherlock non nascose la delusione a questa reazione fredda e inaspettata. Riportò la mano lungo il fianco e impose al suo cuore di rallentare i battiti. Cosa avrebbe dovuto fare adesso? Aveva sempre provato qualcosa per John, qualcosa di profondo, qualcosa che non aveva mai provato per nessun’altro. Aveva cercato di farglielo capire, a modo suo ovviamente, ma persino Lestrade se ne era reso conto, perché lui no? Cosa aveva sbagliato? Quando l’aveva visto con quella donna, quando aveva visto l’anello… aveva capito di non avere speranze, se n’era fatto una ragione. Sono state tante le volte in cui avrebbe voluto confessargli quello che provava, che avrebbe voluto prenderlo, sbatterlo contro il muro e baciarlo appassionatamente. Ma non l’aveva fatto. Non l’aveva fatto perché rispettava i suoi sentimenti, perché non voleva creare imbarazzo fra di loro, perché non voleva perderlo e perché suo fratello Mycroft gli aveva sempre insegnato che i sentimenti sono uno svantaggio, se vuoi andare avanti nella vita devi ignorarli, nasconderli, seppellirli. E così aveva fatto. Mai si sarebbe aspettato che John facesse la prima mossa. E mai si sarebbe aspettato che la facesse in un momento del genere. Cosa diavolo gli era venuto in mente?
Forse era colpa dell’alcool, infatti ora si era allontanato da lui, quasi lo disgustasse. Forse aveva interpretato male quello che era appena successo. Ma era un bacio come diavolo poteva essere interpretato? Sherlock si sentiva stordito, una leggera sensazione di vomito stava cominciando a salirgli dalla bocca dello stomaco. Non riusciva a ragionare e tanto meno a decidere cosa fare in quella situazione. Le gambe smisero improvvisamente di reggere il suo peso e cominciò a barcollare. Sentì le braccia di John che lo sorreggevano e sentì la sua voce pronunciare il suo nome.
“Non mi serve… il tuo aiuto…” cominciò a sbiascicare, agitando convulsamente le braccia, ma senza troppi risultati. L’altro lo sorresse e lo trasportò fino al suo letto. Lo aiutò a stendersi, gli tolse le scarpe e lo mise sotto le coperte, cercando di rimboccargliele meglio possibile. Si inginocchiò all’altezza del letto, ritrovandosi nuovamente faccia a faccia col detective, che aveva già chiuso gli occhi e stava per perdere definitivamente i sensi. Cosa aveva fatto? Aveva rovinato tutto? No non poteva nemmeno pensare che quella sarebbe stata la fine della loro amicizia, non sarebbe riuscito a sopportarlo.
Appoggiò le braccia sul materasso morbido e sospirò fra sé e se cercando di attenuare un po' la tensione, ma non servì a molto. Fissando quel volto che lo aveva sempre affascinato, con quegli occhi piccoli e taglienti, che nascondevano però una dolcezza infinita, quegli zigomi così pronunciati e quelle labbra, ormai lo sapeva, così calde e piacevoli, non riuscì a trattenersi dall’accarezzarlo dolcemente e gli si scaldo il cuore vedendo che grazie a quel gesto, su quelle labbra così dure e sottili, spuntò un leggero sorriso.
John tornò in salotto, si versò un altro bicchiere di brandy e si lasciò cadere sulla sua poltrona. Appoggio il bicchiere alla fronte, cercando di rinfrescarsi un po' il volto bollente e solo in quel momento si rese conto di avere il foglio ancora attaccato. Lo staccò e lesse il nome scritto sopra. “Madonna” come faceva Sherlock a non conoscerla? Gli scappò un sorriso dalle labbra pensando a quanto quel genio sociopatico potesse ignorare cose che alle persone normali sembrano così ovvie.
Continuò a fissare quel foglietto di carta e a bere per qualche minuto, finché non sentì la prima lacrima scorrergli sulla guancia. 
   
 
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