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Autore: kithiara    15/12/2016    7 recensioni
Quattro amici, una serata in un locale non convenzionale e una scommessa apparentemente semplice da vincere. Niente va come previsto.
E' una Destiel, con ben più di un accenno Sabriel, ambientata in un universo parallelo e che vede un'interessante coppia Virgin!Dean & Stripper!Castiel.
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Chiedo scusa per il capitolo non lunghissimo, ma unendolo a quello dopo sarebbe stato mostruosamente prolisso e così ho dovuto dividerlo in maniera sensata.
So anche che vi lascerà con la bocca asciutta, quindi chiedo umilmente perdono anche per quello, mi farò perdonare lo prometto!
Abbiate pietà e continuate a farmi sapere cosa ne pensate.
Grazie
Chiara

 
 
 
Capitolo4
 
Quando lo ha visto entrare, Castiel è rimasto ad osservarlo per un po’, incerto su come palesare la propria presenza.
Dean sembra parecchio incazzato per la verità, sta inveendo, in maniera anche piuttosto colorita, contro quel tipo, quel Crowley e non si è ancora accorto di non essere solo nella stanza.
Quando lo ha semplicemente salutato però, lo ha visto congelarsi sul posto, si è girato incerto, ma Castiel è piuttosto sicuro che lo abbia riconosciuto.
“Castiel…”
Infatti.
 
Il biondo lo fissa, i grandi occhi verdi che spiccano sul volto arrossato.
Tuttavia non c’è stupore sul suo viso.
“Non sembri sorpreso di vedermi.” gli dice
“Non lo sono, non del tutto, io...ho visto Gabriel.” ammette l’altro
Poi si schiarisce la voce.
Castiel annuisce.
“Capisco. E così hai fatto due più due...”
 
Senza nemmeno rendersi conto di volerlo fare gli si avvicina, lentamente, fino a trovarsi a meno di un passo da lui.
Gli sorride.
I suoi fratelli glielo fanno sempre notare, quanto sia maleducato quando si tratta di spazio personale.
Castiel però non può farci nulla, il contatto, sia fisico che visivo, gli piace.
In un qualche modo si diverte a mettere in imbarazzo gli altri, lo stuzzica vederne le reazioni...e diamine, il volto di Dean in quanto a reazioni è tutto un programma!
 
“Quindi immagino avrai capito anche cosa faccio.” aggiunge
“Diciamo che mi sono fatto qualche idea, sì.”
Il sorriso di Castiel si accentua.
“Non lo metto in dubbio, mi sembri un ragazzo sveglio, Dean...”
Il ragazzo arrossisce, se possibile ancora di più e Castiel, che ora gli è veramente vicino, si ritrova a contare la moltitudine di lentiggini che ha sugli zigomi.
Sono veramente tante, se n’era accorto subito, nel vicolo e le aveva trovate affascinanti.
 
“Quindi suppongo che avrai capito anche cosa ci fai tu qui.” continua a stuzzicarlo
“Immagino che dire che sono qui perchè il mio amico mi ha chiuso dentro, a questo punto sarebbe banale.”
Dean cerca di stemperare l’imbarazzo con una battuta, ma la voce gli trema e Castiel se ne accorge subito.
“Potrebbe.” dice solo
Dopo di chè lo fissa in quelle pozze verde prato e lo vede deglutire a vuoto.
“Lascia che ti delucidi io allora. Sei qui perchè il tuo amico e mio fratello hanno fatto un accordo. E io faccio parte di quell’accordo.”
Si inumidisce le labbra con la punta della lingua e vede il suo sguardo seguirne il movimento.
E siccome è un po’ bastardo, infierisce.
“Devo spogliarmi...per te, Dean.”
 
 Lo vede fare un passo indietro, a disagio, portando una mano dietro la testa a sfregarsi la nuca.
“Tuo fratello deve avere grossi debiti con Crowley, se ti ha convinto ad accettare una proposta del genere.” ridacchia nervosamente.
Ancora una battuta, ma Castiel ha già capito perchè lo fa.
“In effetti sì, li ha. Però ti sbagli, nessuno mi ha costretto...è il mio lavoro Dean. E anche se non accetto spesso di fare spettacoli privati dopo che...” si accorge di stare per dire qualcosa di troppo e si trattiene
“...insomma è un pezzo che non mi esibisco davanti ad una sola persona, ma confesso che quando ho saputo che quella persona saresti stato tu, beh mi sono sentito...stuzzicato.”
 
Vede le ampie spalle sussultare appena a quell’affermazione e se possibile il suo viso farsi ancora più rosso.
Dio, si chiede se quel ragazzo si renda conto di quanto risulti arrapante quando arrosisce a quel modo come una ragazzina.
Probabilmente questo suo interesse gli si legge in faccia, perchè lo vede cercare di prendere nuovamente le distanze.
“Cass...” inizia, poi quasi si fosse accorto di aver sbagliato qualcosa aggiunge “...posso chiamarti Cass, vero?”
“Tu puoi chiamarmi come vuoi, Dean.”
E di nuovo Castiel sorride, perchè davvero, vederlo così in difficoltà in qualche modo lo eccita.
Come se non bastasse già la sua sola presenza fisica a farlo.
Quelle spalle larghe, quel collo candido, Castiel si chiede cosa si provi a tuffarci il naso contro e inspirare...si chiede quale sia il profumo di Dean. Non quello della sua acqua di colonia, quello lo sente benissimo e gli piace certo, ma quello che lui vorrebbe veramente sentire, quello che vorrebbe annusare, è l’odore della sua pelle.
 
“Cass, non fraintendermi, tu sei veramente...wow...ma io non...”
“Tu non vuoi che io mi spogli?”
Sul serio? Eppure non si direbbe dal modo in cui se lo sta mangiando con gli occhi.
Castiel sa riconoscere uno sguardo carico di desiderio e quello di Dean è indubbiamente uno sguardo di quel tipo.
Non c’è nulla di male, è abituato a gestire la cosa, ma a quanto pare il ragazzo no. E la cosa lo intriga ancora di più.
“Io...sì, cioè no, cioè...suppongo che tu possa quantomeno toglierti l’impermeabile, se è quello che vuoi, ma...”
“E tu? Tu vuoi che io lo tolga, Dean?” chiede malizioso
Silenzio. Poi la risposta arriva in un sussurro.
“Sì.”
 
E Castiel lo fa. Senza smettere nemmeno per un secondo di guardarlo, afferra il bavero del trench e lentamente lo lascia scivolare indietro, lungo le spalle e giù per le braccia, lasciando che l’indumento, ormai inutile, ricada a terra.
“E adesso cosa vuoi, Dean?”
“Parlare?”
Ok forse ha capito male. Veramente gli ha appena detto che vuole parlare?
 
Per quanto la situazione gli sembri paradossale, decide di assecondarlo, facendogli cenno di sedersi.
Dopo un attimo di titubanza lo vede togliersi la giacca di pelle. Castiel trattiene il respiro, perchè la camicia che indossa sotto, non solo gli fascia il petto e le spalle in una maniera indecente, ma ha pure lo stesso colore dei suoi occhi.
Si chiede da quando in qua noti sciocchezze di quel tipo, ma non riesce a darsi una risposta, perchè ha capito che quando si tratta di Dean, le sue percezioni sono completamente stravolte.
Aspetta quindi che il ragazzo si accomodi su uno dei divanetti, dopo di chè prende una sedia e dopo averla posizionata esattamente davanti a lui, vi si siede a cavallo e lo fissa, le braccia poggiate sullo schienale e il mento sopra le braccia...in attesa.
 
Il biondo si schiarisce la voce.
“Quindi...due fratelli che lavorano nello stesso locale eh?”
“Cinque.” risponde serio
“Cosa?”
“Cinque fratelli. Siamo in cinque a lavorare qui.”
Vede la sorpresa dipingersi sul suo viso e le labbra schiudersi.
Castiel pensa che potrebbe morire su quelle labbra, perchè andiamo, sono assolutamente perfette per forma e consistenza e quando sorride, come ora...beh vorrebbe solo mordergliele.
Tuttavia cerca di rimanere calmo, anche se, diciamocelo, questa storia del parlare non è che gli sia congeniale.
“Cinque? Woah, un vero affare di famiglia!”
“Suppongo che si possa dire così, sì.”
“E loro cosa fanno? Insomma...”
“Vuoi sapere se siamo tutti stripper?”
 
Castiel ridacchia, mentre lo vede annuire e si stiracchia un po’ la schiena, fingendo poi di sistemare meglio la cravatta per poter osservare le reazioni del giovane a quel gesto.
E naturalmente Dean non lo delude, inumidendosi appena le labbra, con un gesto in apparenza naturale.
“No. Balthazar è il proprietario del locale, è a lui che è venuta l’idea dell’Heaven.”
Si sfrega la mascella pensieroso e nota che anche questo gesto pare attirare l’attenzione dell’altro.
A quanto pare, tutto di lui sembra attirare l’attenzione di Dean.
La cosa ovviamente lo compiace, ma continua noncurante a parlare.
 
“Michael, il maggiore, si occupa della contabilità, ma è piuttosto difficile vederlo qui.”
Fa una piccola pausa per osservarlo, ma il giovane sembra veramente interessato. Castiel non è abituato a parlare tanto con qualcuno, soprattutto sul lavoro. No un momento, Castiel non è abituato a parlare tanto con qualcuno e basta. Però continua.
“E Anna...penso che tu abbia già avuto il piacere di conoscerla.”
“La ragazza del bar? E’ tua sorella?” chiede stupito
Annuisce, sorridendo ancora. Un sorriso caldo, che arriva anche agli occhi.
“Proprio lei. Interessante, vero? Anna ha questa particolarità, piace a tutti, ma sono in pochi a piacere a lei. Quindi suppongo che il tuo grosso amico possa ritenersi fortunato. Spero per lui che non sia uno stronzo.”
 
Aveva notato l’interesse di quella montagna di muscoli per la sorella e cosa ancora più strana, quello di Anna per lui. Non gli era sembrato il genere di uomo che potesse interessarle, ma evidentemente anche lei era riuscita ad andare oltre l’apparenza e a scorgere in lui e nei suoi limpidi occhi azzurri, quel qualcosa di buono che allo stesso Castiel era parso di intravedere.
“Benny è un tipo a posto.” gli conferma Dean, con una nota dolce nella voce calda e profonda.
“Meglio così.”
Castiel scrolla le spalle, sperando che l’altro cambi discorso. Non sa perchè, ma non gli va affato di parlare di quel tipo, nè del rapporto, magari un tantino troppo intimo per i suoi gusti, che sembra avere con Dean.
“E poi ci siete tu e Gabriel.”
“Gli angeli del giovedì.” risponde sovrappensiero, ancora in qualche modo scocciato per il tono che l’altro ha usato parlando dell’amico.
“Come? Cosa hai detto?”
 
Vede chiaramente la sorpresa dipingersi sul volto del ragazzo, che improvvisamente sembra sbiancare.
“Gli angeli del giovedì. E’ lo slogan che si è inventato Balthazar...sai, per via del mio nome.”
“Non capisco.”
Dice sporgendosi un po’ verso di lui, le mani nervosamente intrecciate davanti a sè.
“Castiel, è il nome di un angelo...l’angelo del giovedì. Io sono nato di giovedì. In più mio fratello Gabriel ha una vera fissazione per questo giorno della settimana e così...”
“Sei un angelo...” per un attimo lo vede perdersi fra i suoi pensieri, lo sguardo lontano.
“Se ti piace vederla così.” Castiel ammicca, alzandosi poi in piedi e avvicinandosi al ragazzo, che torna ad appoggiare la schiena al divanetto, a disagio.
Si china verso di lui, appoggiandosi con una mano al divanetto, proprio accanto alla sua testa e facendogli poi scorrere le dita lungo il petto, sfiorando ogni singolo bottone della camicia e sentendo le dita formicolare per il folle impulso di slacciarli uno ad uno.
 
“Adesso però basta parlare di me, Dean...” gli sussurra in un orecchio
“Ma tu non mi hai parlato di te...” balbetta quello di rimando.
“Ti ho parlato della mia famiglia. E io non parlo della mia famiglia...mai.”
“Allora perchè...”
“Perche tu mi incuriosisci Dean, c’è qualcosa in te che mi attira e voglio capire cosa. E se parlarti è l’unico modo per raggiungere lo scopo...parlerò. Anche se decisamente…preferirei fare altro.”
E blocca la discesa della sua mano proprio all’altezza della cintura dei suoi jeans, sospirando appena quando nota il consistente rigonfiamento degli stessi. Solleva di nuovo lo sguardo verso il suo viso.
 
Sa che effetto hanno i suoi occhi sulla gente, sono destabilizzanti e Dean non fa eccezione.
Lo vede perdersi nel suo sguardo, le pupille completamente dilatate.
“Intendi...spogliarti?”
“Sì, anche. Sono piuttosto bravo, sai?”
E così dicendo gli si piazza di fronte, le gambe leggermente divaricate, la schiena dritta, le braccia rilassate lungo i fianchi e uno sguardo che, non ha dubbi, rispecchia ogni fantasia che in quel momento gli attraversa la mente.
“Non ne dubito.”
Deglutisce a vuoto, la voce bassa e roca che procura piacevoli brividi lungo la schiena di Castiel.
“Vuoi...?” gli fa un cenno “Magari potrei togliere la giacca...slacciare la cravatta...mh?”
Annuisce lentamente, il respiro forse un po’ troppo accelerato.
“Sai Dean, mi sono spogliato spesso davanti a dei clienti, più spesso di quanto immagini, anche se ora non...” di nuovo deve fermarsi, per non rivelare troppo di sè.
“Comunque...dicevo che mi sono spogliato spesso davanti a degli uomini, ma nessuno era neanche lontanamente terrorizzato quanto lo sei tu in questo momento.”
 
Nuovamente gli si avvicina, inginocchiandosi accanto a lui.
“Ti spavento? E’ questo? Eppure non mi sembrava che prima, in quel vicolo, tu fossi così in soggezione. Avevo avuto l’impressione di...piacerti.” aggiunge sfiorandogli appena una mano.
Lui non la ritira, ma può sentire i suoi muscoli irrigidirsi.
“Non è per questo...cioè, non che io sia abituato a trovarmi in situazioni del genere, ma...tu mi piaci...è solo che, mi sento a disagio, perchè...beh c’è una cosa che non ti ho detto...”
Castiel lo fissa con attenzione, catturato in parte dalle sue parole, in parte dalla bocca che le ha appena pronunciate. Mi piaci.
“Crowley, il mio amico...in effetti potrei avere un’idea del perchè mi abbia rinchiuso qui, con te.”
“Ti ascolto.” dice rialzandosi in piedi e incrociando le braccia al petto.
“E’ per via di una scommessa. Una stupida scommessa...200 dollari che stasera io...”
E’ combattuto, non sa come proseguire. Castiel si sente quasi in dovere di aiutarlo, quindi lo incalza.
“Tu?”
“Che mi avrebbe fatto scopare...per la prima volta.”
 
Butta fuori quelle poche parole quasi di getto, arrossendo poi furiosamente fino alla cima dei capelli e diamine, Castiel non se lo sarebbe mai immaginato. Vergine.
“Penserai che sono patetico...” continua imbarazzato
“Più...adorabile, direi.” sussurra sperando di non essere sentito
“Come?” chiede l’altro, smarrito
“Niente...dicevo solo che adesso capisco molte cose.”
Sì decisamente ora capisce cosa lo ha attratto, cosa lo attrae in quel giovane dai grandi e limpidi occhi di smeraldo. È puro. È tutto ciò che Castiel ormai non è più da un pezzo.
E adesso, semplicemente, Castiel è fottuto.
 
“Diventi sempre più interessante, Dean.” dice scrollando la testa e avvicinandosi nuovamente al giovane, il suo cuore che improvvisamente batte più forte del normale.
“Non so davvero perchè ti spaventi l’idea di perdere questa scommessa, perchè è così vero? Tu hai paura che io possa...cosa? costringerti?”
“No..no è solo che...tu sei così, così dannatamente bello e io...”
Oddio.
“Sei attratto da me. Sei attratto da me e hai paura che potresti...cedere.”
Annuisce, guardandolo poi intensamente negli occhi.
 
Eccola lì la verità.
Castiel sente improvvisamente una bolla di calore rovente rotolargli giù per lo stomaco e attanagliargli le viscere, quando finalmente realizza di non aver capito assolutamente nulla di Dean fino a quel momento.
Tutta la timidezza, l’imbarazzo, l’agitazione che il ragazzo aveva mostrato fino a quel momento, il suo voler tenere le distanze malgrado fosse chiaro il suo interesse, non erano paura. Il giovane stava cercando semplicemente di trattenersi, di riuscire a gestire quell’autocontrollo di sè che in presenza di lui, di Castiel, stava andando letteralmente a farsi fottere.
 
Per un attimo capisce cosa si prova a sentirsi potente.
Non è abituato, non ha mai provato niente di simile in vita sua.
E trema, perchè ora è lui quello spaventato, quello che ha paura di avvicinarsi troppo, di rimanere scottato.
Di sporcarlo.
Eppure sa che lo vuole. Vuole avvicinarsi, lo vuole vedere e nello stesso tempo vuole mostrarsi a lui…completamente.
 
Dean sembra non riuscire ad interpretare il suo silenzio e alla fine lo fa in maniera errata, perchè si affretta a dire
“Senti, sai che c’è Cass, ho cambiato idea. Spogliati.”
Castiel lo guarda, confuso, la testa inclinata di lato e gli occhi socchiusi.
“In fondo è quello che ti hanno detto di fare, giusto?”
Castiel solleva il mento, la mascella contratta.
“No Dean, è quello che voglio fare.” Dice in tono serio
Lo vede restare senza parole.
“Spogliarmi è il mio lavoro e so farlo anche piuttosto bene, nessuno è mai rimasto deluso. Ma mai, mai prima d’ora mi era capitato di provare piacere al pensiero di spogliarmi per qualcuno. Mai. Quello che sto cercando di dirti Dean, è che forse questa è un po’ una prima volta anche per me.”
E potrei esserne vagamente terrorizzato.
 
Vede i suoi occhi sgranarsi per la sorpresa e dopo un attimo interminabile in cui nessuno dei due parla, un sorriso malizioso fare capolino sulle belle labbra carnose.
“Ok allora senti…facciamo così, tu...ti spogli, perchè diamine io voglio che tu lo faccia...però prima, dovrai fare una cosa per me.”
“Che cosa, Dean?” chiede con un fremito nella voce, sorpreso da questo nuovo atteggiamento del ragazzo.
“Dovrai legarmi. Perchè, che io sia dannato, se non mi leghi non riuscirò mai a resistere al desiderio di toccarti!”
 
Dopo un attimo, tempo che gli serve per elaborare la folle richiesta che l’altro gli ha appena fatto, Castiel scoppia in una risata spontanea che sembra stemperare per un attimo la situazione rovente che si è venuta a creare dopo le confessioni di entrambi.
Poi si alza, con molta lentezza si sfila la cravatta (può giurare di aver visto un lampo di lussuria passare negli occhi dell’altro a quel gesto) e si avvicina a Dean, iniziando a legare fra di loro, dietro la schiena, i polsi del giovane.
Infine gli sussurra in tono provocante all’orecchio
“Questo fa molto 50 sfumature, lo sai vero?”
Il ragazzo sbuffa.
“Per l’amor del cielo, quel libro fa schifo. Troppo sopravvalutato. E il film...lasciamo perdere.”
Ancora una risata di Castiel, questa volta però la voce profonda di Dean si unisce a lui.
“Va bene Dean, vediamo cosa sei capace di sopportare.”



 
  
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