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Autore: Calya_16    15/12/2016    2 recensioni
Cosa succederebbe se Carol perdesse la memoria? Cosa farebbe Daryl? Ambientata durante la seconda parte della quinta stagione
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una festa. Gli abitanti di Alexandria l’avevano organizzata per il loro arrivo e li stavano aspettando.
Carol si osservò allo specchio e controllò ancora una volta di avere i vestiti messi bene. Pensò che quella era la cosa più normale successa negli ultimi giorni.
Era contenta di fare qualcosa di normale, ma quando arrivò sul portico il sorriso diminuì un po’: Daryl fissava contrariato le case attorno a loro, appoggiato ad una colonna.
“Niente doccia per te?” Carol gli si avvicinò cercando di capire cos’avesse.
Daryl la guardò e sputò un secco no. Aspettò poi una risatina e la presa in giro di lei, ma queste non arrivarono.
‘Non è la stessa che conosci’ quel pensiero aumentò il suo malumore.
“Cosa ne pensate di questo posto?” Rick spuntò dietro di loro, sbarbato e con abiti puliti.
“Wow, c’è una faccia sotto quella barba” Carol ritrovò il sorriso, ammirando l’uomo davanti a lei.
“E’ una bella sensazione” lo sceriffo si passò una mano sulle guance lisce dopo mesi.
Il volto però aveva ancora l’espressione tesa di chi è sempre in guardia e non si lascia mai andare.
“Non mi piace” la voce di Daryl fece tornare in mente la domanda di poco prima.
“Neanche a me, ma voglio valutare bene. Questo posto sembra sicuro, potremmo davvero viverci”
“A me non dispiace”
I due uomini si girarono a guardare Carol. Rick le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla.
“Quando quella donna, Deanna, ci ha chiesto di noi cosa le hai detto?
“Che abbiamo viaggiato molto, partendo da Atlanta. Mi ha chiesto cosa faccio e le ho detto che sono una brava casalinga e che le armi non so usarle. Quel poco che so e che mi avete detto”
“E a proposito della tua memoria?” Daryl si staccò dalla colonna e la raggiunse.
“Non ho detto niente, non lo sanno” lei scosse il capo.
Pensavano fosse così stupida da rivelare la sua attuale debolezza ad una sconosciuta? Quel posto le piaceva, certo, ma non conosceva nessuno e non voleva fidarsi troppo.
“Hai fatto bene”
Rick diede una veloce stretta alla spalla di lei per poi allontanarsi ad osservare la strada. Daryl annuì, pronto a rientrare.
“Non vieni alla festa?” Carol lo fermò, sperando di avere più volti familiari vicini.
‘Ti prego, non lasciarmi sola’
Come se avesse sentito il pensiero di lei, Daryl si fermò.
“Non amo particolarmente le feste, davvero ci vuoi andare?”
“Sì. Potremmo scoprire di più su questo posto. E poi spero ci sia della cioccolata”
“Tra poco arrivo”
Carol gli sorrise, sollevata. Si avviò alla festa, mentre i due uomini rimanevano soli.
“Come sta secondo te?” Rick non si voltò, sapeva che Daryl era ancora lì.
“Cerca di reagire. E’ ancora furba, è lei: non ha rivelato niente”
“Giusto. Starà bene, ne sono sicuro” lo sceriffo accennò un sorriso, per poi proseguire “Davvero verrai alla festa?”
“Voglio tenerla d’occhio” Daryl si stiracchiò, riprendendo la sua strada.
“Daryl” lo richiamò Rick “Non mi fido. Tieni gli occhi aperti. Potremmo prenderci questo posto”
 
          °°°°°°°°°°
 
C’era musica, gente e cibo. Perfino da bere.
Carol si era già buttata sulla torta: un impasto semplice, niente di che, con qualche goccia di cioccolato qua e là. Rimase davanti alla finestra a guardare il misero ripieno e pensò che appena si sarebbero sistemati per bene si sarebbe data da fare con i dolci.
Adorava cucinare, e l’ultima portata era senza dubbio la sua preferita e quella che le veniva meglio.
Daryl entrò silenzioso, cercando di rimanere il più possibile in disparte e nell’ombra, ma sembrava che tutti sentissero la sua presenza e ogni tanto si giravano a fissarlo.
Si sentiva a disagio, forse non era stata una gran idea seguire Carol.
In fondo, erano in una zona sicura, dentro una casa che lo sembrava altrettanto e quelle persone non erano esperte di armi.
Ripercorse la strada verso la porta, ma Carol lo intercettò prima che potesse uscire.
“Non vieni a mangiare?” gli porse un piatto con della semplice pasta e un poco di pomodoro.
Daryl fissò il piatto e nel mentre lo stomaco lo pregava di accettare, ma il suo orgoglio non voleva cedere. Non avrebbe mai fatto parte di quel posto, non doveva adagiarsi.
Carol però continuava a passarglielo sotto al naso e così alla fine lui lo prese, per poi uscire comunque al fresco della sera.
Si sedette sui gradini della veranda e iniziò a mangiare. Carol gli si sedette accanto, sospirando.
“Tutto questo è strano, eppure mi fa sentire più vicina a me stessa. Forse perché non ricordo quello che ho passato?” la sua voce era velata da una nota di tristezza che cercava di mascherare con il sorriso.
Daryl smise di mangiare, posando il piatto accanto a lui. Voltò il capo verso di lei, ascoltandola.
“Grazie per quello che hai fatto: mi hai raccontato tutto e..”
‘Mi sembra di conoscerti’
“… E niente, tutto qua. Volevo ringraziarti” Carol gli sorrise dolcemente, per poi indicare con il mento il piatto “Te ne porto dell’altra se vuoi”
Daryl ci mise un po’ a capire che lei non voleva andare sul discorso e scosse il capo “Non preoccuparti. Per il resto: tornerai a ricordare, ci vorrà solo un po’ di tempo. E’ la botta”
A Carol parve si sentire un po’ di speranza dietro quelle parole, pronunciate come se nulla fosse, e cercò di crederci. Si allungò posando il peso del corpo di lato e diede un bacio veloce sulla fronte di Daryl.
Senza aggiungere altro si alzò e tornò dentro, sfregandosi le braccia: era sceso un po’ di vento, e lei era stanca.
Voleva mangiare un altro po’, parlare con gli altri e poi andare a letto, eppure continuava a pensare a quel breve momento di solitudine con quell’uomo.
Sospirando, si avviò verso un gruppo di donne e iniziarono a parlare di ricette.
 
Daryl osservò la figura di Carol sparire e lui tornò con lo sguardo sul piatto di pasta quasi terminato.
In realtà non lo vedeva, continuava ad avere davanti agli occhi il sorriso dolce di lei e poi quel bacio sulla fronte: lo sentiva ora più che mai. Si portò due dita a sfiorare il punto appena baciato e rimase in quella posa per secondi, pensando che fosse un legame non solo tra lui e Carol, ma tra la donna che glielo aveva appena dato e quella che lui aveva imparato a conoscere prima dell’incidente.
Si tirò in piedi e posò il piatto su un davanzale, fermandosi a guardare gli invitati e i cittadini di Alexandria: si vedeva che loro non erano più abituati a cosa normali come una festa, si guardavano tutti attorno con gli occhi spalancati e avevano sorrisi tirati, ma allo stesso tempo cercavano un po’ di quella normalità che mai avrebbero immaginato di ritrovare.
Quel posto era una piccola oasi in cui il mondo pre apocalisse continuava a vivere.
 
          °°°°°°°°°°
 
Adorava stringerla in quel modo, sentirla così vicina al proprio cuore.
Le prese una manina e gliela baciò, per poi allungarsi e prendere il libro di fiabe che le piaceva tanto.
“Leggimi quella del coniglio mamma!” iniziò a chiedere a gran voce.
Carol non poté fare altro che accontentare la richiesta della figlia. Iniziò a leggere e così entrambe si persero in una piccola isola di magia tutta loro.
Carol stava per voltare pagina quando improvvisamente sentì un vuoto sulla gamba e tra le braccia. Si girò immediatamente, ma Sophia era sparita.
“Sophia!”
 
“Sophia!” con un urlo Carol si tirò a sedere sul letto, respirando affannosamente.
Si guardò attorno, la mano sul cuore e cercò di capire dove si trovava.
Proprio in quel momento sentì dei passi concitati fuori dalla porta e poi la vide spalancarsi.
Daryl arrivò dentro alla stanza con un coltello in mano, cercando di capire se vi era un pericolo o solamente Carol che aveva fatto un brutto sogno. Vedendola seduta, i capelli tutto scomposti e lo sguardo perso, capì che si trattava di quello e con un cenno della mano tranquillizzò Rick e Michonne nel corridoio.
“Possiamo fare qualcosa?” Michonne si fece avanti, spuntando con la testa dallo stipite della porta e osservando dolcemente Carol.
Questa scosse il capo “Scusatemi, non volevo svegliarvi”
“Carol, non è successo niente. Capita a tutti di fare brutti sogni, se hai bisogno sono nella stanza accanto” Michonne le diede un ultimo sorriso stanco e sparì.
Daryl si avvicinò alla porta e la chiuse, voltandosi poi verso la donna.
“Come stai?”
Lei scosse il capo, passandosi una mano tra i capelli.
“Ho sognato Sophia, le stavo leggendo una favola e poi è sparita. All’improvviso, non ho potuto fare niente” sospirò “Starò bene, è stato solo un attimo, puoi tornare a rilassarti”
Carol voleva tranquillizzarlo e si sentiva in colpa per aver svegliato tutti. ‘Quanto scompiglio sto creando con la mia amnesia. Vorrei poter ricordare’
Daryl si avvicinò al letto e vi si sedette “Torna a dormire, starò qui stanotte”
Lei lo guardò un poco sconvolta: non sembrava piacergli molto quel posto, eppure era disposto a rimanere dentro casa, su un comodo letto, solo per lei.
‘Cos’è che non mi dici?’ il pensiero che tra loro due vi fosse qualcosa di più che un’amicizia tornò in mente a Carol, che però si sdraiò e rimase a fissarlo.
“C’è spazio per entrambi se vuoi”
Daryl scosse il capo, fissando comunque il cuscino e il letto. Davanti a lui comparì l’immagine di loro due che dormivano vicini, si svegliavano alla mattina assonnati e con tutto fuori posto e cercò di non sorridere.
‘Non con te, non succederà mai’ Daryl aveva subito troppo in vita sua e di certo non si aspettava una cosa così bella e semplice come quella.
Stava sprofondando sempre più in pensieri tristi quando vide Carol fargli posto e lasciargli il suo. Capì che non voleva invadere quello di lui e la ringraziò con un cenno del capo.
‘Solo cinque minuti, per riposare. Non le starai troppo vicino, non si sentirà pressata. Andrà tutto bene, è ancora lei, lo hai detto tu stesso’ facendosi forza Daryl si tolse le scarpe e si sdraiò, lasciando uscire un piccolo sospiro e un leggero sorriso a sentire il materasso morbido sotto di lui.
Erano nello stesso letto, senza toccarsi eppure entrambi sentivano la presenza dell’altro: tranquillità e agitazione in un piccolo letto, il buio attorno a loro.
“Andrò tutto bene, vero? Siamo arrivati fino a qua, e tornerò a ricordare” Carol aveva già gli occhi chiusi, queste le ultime parole prima di addormentarsi.
Daryl si girò a guardarla, il respiro di lei diventato pesante. Sapeva che non poteva sentirlo, e così le sussurrò “Certo che andrà tutto bene. So che tornerai da me. Farò di tutto”
Quelle parole tranquillizzarono anche lui, e vi credette più che mai.
Si addormentarono girati l’uno verso l’altra, i volti per una volta sereni.
Daryl sognò di Carol che gli diceva che andava tutto bene, sapeva cos’era successo e non lo avrebbe più lasciato. Sognò del loro abbraccio dopo Terminus, e si perse in quello. Anche in sogno non la lasciava mai andare.








Nota dell’autrice: mi scuso se ci ho messo così tanto tempo per postare, ma tra impegni vari e la linea internet che poi ha deciso di andare in vacanza mi era impossibile aggiornare. La storia sta partendo, so che può essere un po’ lenta e mi scuso, ma è la mia prima long su questa coppia e voglio cercare di farla bene. Mi sto già impegnando nel capitolo successivo a far andare un po’ meglio le cose, o almeno spero
 
   
 
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