Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: ___Darkrose___    16/12/2016    5 recensioni
Ci troviamo negli Stati Uniti, negli anni delle continue conquiste del territorio da parte degli americani a discapito dei nativi. Kagome è cresciuta in mezzo alla tribù Apache, mentre Inuyasha è un cowboy che condivide le idee espansionistiche dei suoi compatrioti. Nonostante le loro differenze i loro destini sono legati indissolubilmente.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Kagome era spiazzata. Quella notizia l’aveva lasciata completamente senza fiato. Sapeva bene che era un po’ che le due tribù cercava di creare un rapporto di pace, ma mai si sarebbe aspettata di essere promessa in sposa a uno di loro.
L’anziana si rese conto dell’espressione della ragazza e tirò un sospiro. Si rendeva conto del gravoso compito che le stava mettendo sulle spalle, ma non si poteva fare altrimenti. Il capo tribù, durante alcune delle loro visite, aveva notato la giovane e aveva deciso che lei sarebbe diventata la sua compagnia.
- Nonna, non so se ne sarò in grado – mormorò.
Kaede invitò Kagome a sedersi vicino a lei e questa ubbidì. Da vicino le rughe della donna erano ancora più evidenti e gli occhi, un tempo vividi e allegri, ora erano sbiaditi dal sole e dalla vecchiaia.
- Sai, ognuno ha il suo percorso nella vita. Gli antenati ci guidano e ci consigliano nelle nostre scelte, ma tu devi capire che questa volta si tratta di qualcosa di diverso. Il tuo matrimonio porterà pace tra i nostri popoli – le disse l’anziana donna.
Kagome se ne rendeva conto. Loro erano solo una dalle tante piccole tribù Apache del luogo ed erano anche la più pacifica, ma questo li rendeva molto vulnerabili. Gli uomini erano pochi e l’unione dei popoli avrebbe garantito la continuità delle loro radici. Non poteva rifiutarsi, da lei dipendeva il destino di molti.
La ragazza annuì. – Va bene nonna, se questo è il cammino a me destinato lo seguirò -.
Si alzò da terra e si pulì il vestito di pelle di daino e si congedò con un piccolo inchino.
Kaede rimase nella sua tenda e fissò il fumo salire verso il buco in cima ad essa. Sapeva bene che il destino di Kagome era molto diverso da quello che lei le stava consigliando, ma sperava di proteggerla da cose ben peggiori.
Buttò delle polveri profumate nelle braci e queste si fecero subito più animate e vivide. Cominciò a pregare intensamente, chiedendo agli spiriti di proteggerla e di risparmiarla da quel futuro turbolento che inizialmente le era stato predetto.
Kagome nel frattempo camminava tra le varie tende e capanne del villaggio. Tutti erano intenti nelle loro mansioni quotidiane. Le donne intrecciavano cesti e trasportavano la legna per il fuoco, mentre gli uomini partivo con i cavalli per la caccia.
Il loro villaggio si trovava in una foresta verde e rigogliosa, dove d’inverno si posava la candida neve. Il profumo di fiori era inebriante e si confondeva con quello delle spezie e della carne al fuoco.
Si diresse con calma verso il fiume, dove trovò la sua amica intenta a tirare via la rete da pesca. Non era un gran bel bottino, ma tre salmoni erano stati intrappolati. Quella sera avrebbero mangiato bene, anche perché Sango era una cuoca fantastica.
Dopo averla aiutata le due infilarono i pesci dentro il cesto.
- E’ successo qualcosa di grave? Ti vedo pensierosa, sorella – disse Sango, mentre le due si misero sedute per abbeverarsi.
Kagome si asciugò la bocca con il braccio e prese un lungo respiro.
- Il  capo dei domatori di lupi ha chiesto di potermi avere in sposa -, sputò quella frase tutta d’un fiato e quasi si sentì liberata da quel peso che le gravava sul cuore.
La sua amica e sorella adottiva non reagì bene alla notizia e rimase spiazzata, ma cercò di nascondere il dolore come era solita fare e si sforzò di sorridere.
- E’ un grande onore, non ne sei felice? –.
La giovane si sistemò la benda che portava intorno alla testa. – Penso solo che gli spiriti mi portino su un cammino sbagliato. È come se qualcosa dentro di me mi dicesse di non farlo -.
Sango le cinse le spalle e la strinse a sé, come facevano quando erano bambine.
- Gli spiriti sanno ciò che è meglio per noi, vedrai che se non è la cosa giusta troveranno il modo di portarti sulla retta via. Non ti devi preoccupare di questo però, nostra nonna sa sicuramente quello che sta facendo -.
Kagome cercò di ascoltare le parole della sorella, dopotutto l’anziana Kaede non aveva mai sbagliato e l’aveva sempre consigliato per il meglio. Eppure, nel profondo del suo cuore, qualcosa continuava a tormentarla.
 
La carrozza che trasportava i due Lord Taisho si fermò in una piccola cittadina di frontiera chiamata Forest County. Si trovavano non molto lontani da Richmond, dove passava la ferrovia che la collegava a Washington.
Inuyasha scese da cavallo e legò l’animale a una staccionata poco lontana da dove il cocchio si era fermato.
Osservò divertito i due uomini di città scendere e scandalizzarsi nel vedere quel luogo. Loro erano abituati a Londra, ma quel posto non ci si avvicinava neanche lontanamente. Le case in legno erano impolverate dalla sabbia della strada principale e la gente li fissava con curiosità. Quello era un posto per persone dalla pellaccia dura e non per due damerini, come li definiva Inuyasha.
Si alternavano spesso periodi di siccità e di intenso freddo e soprattutto si dovevano fare i conti la poca disponibilità di medicinali. L’unico medico della cittadina era molto vecchio e spesso curava le persone con metodi molto antichi e quasi del tutto inutili.
Fortunatamente gli attacchi degli indiani erano rari. Vivevano non molto lontano da una tribù di Apache sull’orlo dell’estinzione e questo garantiva una convivenza pacifica.
Lord Taisho si diresse verso il figlio, mentre il cocchiere cercava disperatamente di portare da solo gli innumerevoli bagagli dei due.
Inuyasha fischiò e un ragazzino che non doveva avere più di dieci anni gli corse incontro.
- Mi dica signore – esordì contento.
Il cowboy sorrise divertito. – Ti va di guadagnare uno scellino? -.
Il piccolo Shippo annuì allegro.
- Allora aiuta il cocchiere con i bagagli -, dopo aver detto quella frase gli lanciò la moneta.
Il ragazzino corse tutto contento ad aiutare l’uomo, mentre i due Lord si diressero spediti nel loro albergo.
Lord Taisho aveva vissuto a lungo in quei luoghi nel tentativo di risanare i continui scontri tra Stati Uniti e Inghilterra e proprio durante uno di quei viaggi era stato concepito Inuyasha. L’uomo cercò di rimuovere quei ricordi, gli facevano troppo male.
Ad accoglierli trovarono una ragazza molto giovane dai lunghi capelli corvini e gli occhi castani vivaci e sorridenti.
- Benvenuti a Forest County Signori, come posso aiutarvi? – domandò, mentre cercava di nascondere l’emozione di avere degli ospiti così illustri.
Sesshomaru si levò il cappello e sfoggiò tutta la sua carineria all’inglese.
- Madame, stiamo cercando un luogo per riposare e vi chiediamo gentilmente di procurarci una stanza comoda e lussuosa – disse il ragazzo, sorridendole.
Questa rimase imbambolata per qualche secondo, ma alla fine scoppiò in una fragorosa risata.
- Voi? – esclamò. – Mio caro, dal vostro tono devo dedurre che è la prima volta che vi trovate negli Stati Uniti e in particolare in questa cittadina. Qui il “lusso” è avere un letto e acqua corrente -.
Sia Inuyasha che Lord Taisho cercarono di trattenere le risate. Era la prima volta che Sesshomaru si sentiva trattato in quel modo, soprattutto perché a Londra era rinomato per il suo charme e fascino.
- Dai Rin, dagli la chiave – esordì Inuyasha nel tentativo di levare dall’imbarazzo il fratello.
La ragazza gli passò la chiave e poi accennò un esagerato inchino sussurrando a fior di labbra un My Lord strafottente.
Inuyasha sorrise, era proprio la degna sorella di Miroku.
Quando i due uomini arrivarono nelle rispettive stanze cercarono di trattenere lo sdegno. Dentro ognuna si trovava un letto con lenzuola ruvide, un piccolo armadio e un lavandino per lavarsi.
- Non avevi detto che ci avresti portato nel migliore albergo della zona? – sibilò Sesshomaru innervosito.
Il fratello gli diede una sonora pacca sulla spalla. – E’ questo il migliore della zona – rispose. – Vi lascio sistemare la vostra roba, io ho da fare -.
Lord Taisho cercò di fermarlo, ma il figlio era già sparito per le scale scricchiolanti. Sentì la porta sbattere e sospirò rassegnato. Quel viaggio non era stato organizzato solo per lavoro, ma anche per cercare di ricostruire un rapporto tra i due.
Vide Sesshomaru uscire dalla sua stanza innervosito. – Dov’è quell’insopportabile donna? Devo chiederle dov’è il bagno! -.
 
Eccomi qua!
Sì, ammetto che questa storia mi sta appassionando particolarmente e non riesco quasi a smettere di scrivere!
Ci tengo a ringraziare tutti quelli che hanno recensito, mi ha fatto davvero molto piacere e mi hanno spronato a portare avanti questa mia idea ^^
Insomma, per ora la storia è molto vaga, ma presto ci saranno dei risvolti interessanti!
Un grosso bacio a tutti i lettori!
Silvia
   
 
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