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Autore: Everian Every    17/12/2016    1 recensioni
Mentre la Lucas Force, sulla terra, è stata catturata da Shadow Blade e dai suoi sgherri, come si sviluppa la conquista del Multiverso da parte dell'esercito delle Ombras?
Nitro, l'Every che ha deciso di parteggiare per Shadow Blade in questa guerra, è stato incaricato di guidare la conquista del pianeta equestre, assoggettandone e distruggendone ogni forma di vita, con ogni mezzo possibile.
Capitoli più corti del solito, per permettere una lettura più agile e piacevole e per non dare troppa pesantezza alla storia che non pretende di essere troppo pesante.
Enjoy This :D
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte Sette
 
Fino a un quarto d'ora prima, Ahuizotl se ne stava comodamente seduto sul suo trono di ossa, sorseggiando da un calice tempestato di topazi e zaffiri un miscuglio di sangue, interiora spappolate e veleno ricavato dalle piante più infide della sua magnifica foresta. Era rilassato e energico, straordinariamente di ottimo umore, per mille sacrifici! Le sue schiave lo vezzeggiavano, gli facevano aria con foglie di palma e gli portavano alla bocca bocconcini di salamandra. Era in estasi. E proprio in quel momento era entrato il suo soldato, un semplice lanciere che, trafelato come non mai, lo aveva avvisato che quegli sporchi mostri provenienti dagli abissi del tartaro si stavano avvicinando pericolosamente alla fortezza.
Inaudito! aveva subito pensato il grande essere, alzandosi di scatto e spezzando con furia il collo della guardia, pensando ad un inganno. Come se un branco di ombre potessero superare il suo scudo magico che impediva ad ogni cosa di penetrare nella foresta. Solo lui avrebbe potuto infrangere l'invisibile barriera, come aveva fatto per far passare i gruppi di soldati in avanscoperta, carne da macello per i suoi cucciolotti.
Mentre il soldato cadeva a terra esanime, però, sentì chiaramente passi indesiderati solcare le terre intorno al suo palazzo. Allibito si era apprestato a correre all'esterno, sbraitando ordini. Aveva fatto liberare i suoi fidati mastini da guerra, bestiacce di una tonnellata ciascuno con zanne intrise di acido corrosivo. Le trappole li avrebbero protetti, ne era certo, ma era sempre meglio essere sicuri. Così aveva fatto mobilitare tutti i suoi soldati, aveva dato fondo ad ogni mezzo di difesa e di offesa a sua disposizione. Se quegli stracci ambulanti volevano la guerra, l'avrebbero avuta!
Ma non era stato sufficiente. Dall'alto della ziggurat in cui risiedeva, il suo palazzo magno e splendente, aveva assistito con orrore al massacro che era seguito allo scattare di una delle tante trappole perimetrali. La vampata era stata... spaventosa. Era stato come se un esercito di serpi giganti e fiammeggianti si fosse riversato con la stessa foga di un uragano dagli alberi, spazzando il terreno, divorando ogni cosa. Le sue idre furono fatte a pezzi da quell'orrendo fuoco che pareva liquido, cremisi e nero, i mastini e i segugi sommersi prima ancora di poter azzannare qualcosa. I lancieri non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto di quel che stava accadendo, il fuoco li colpì in pieno e li smembrò come avrebbe fatto un macigno. Le vampe non si fermarono, aggredirono le mura di pietra della sua magione, cercando accessi verso l'interno e fiondandocisi con tutta la cattiveria possibile appena li trovavano, oppure scavando come forsennate, traforando in pochi secondi muri di decine di metri di spessore.
Il dio fu costretto ad innalzarsi in volo col globo magico che portava al petto, uno dei tanti cimeli che gli davano potere, guardando impotente quelle fiamme dotate di vita propria che facevano crollare in pochi secondi un palazzo che aveva retto le forze della natura per milioni di anni.
Ed in quel momento, Ahuizotl continuava a fissare senza parole lo spettacolo sotto di lui. Osservava come le fiamme si stessero ritraendo, mostrando una voragine profonda kilometri e scura come l'universo senza stelle. Sospeso a mezz'aria, su una colonna di terra superstite, se ne stava inginocchiato un umano imponente con indosso un grande mantello grigio cenere, che teneva il capo chino. Ahuizotl sentì la rabbia crescere di fronte a quell'uomo che aveva avuto l'arroganza di sfidarlo e discese verso di lui con l'intento di ucciderlo.
Tuttavia non lo attaccò. Gli premeva sapere come avesse fatto a superare le sue difese e chi fosse per essersi permesso di aggredirlo e di spazzare via tutti i suoi possedimenti.
"Presumo tu debba essere la feccia che quel folle di Shadow Blade ha mandato qui a conquistare il pianeta." sibilò l'essere, facendo schioccare le dita sulla mano alla fine della lunga coda blu. Un talismano magico apparve e il dio lo strinse forte, venendo avvolto da una bolla verde che svanì dopo poco.
"Presumo tu debba essere la feccia che ha sporcato questo luogo per tanto tempo conosciuta con il nome di Ahuizotl." ribatté il Generale, senza spostarsi.
La creatura blu strinse un pugno su cui si delinearono dei tatuaggi di un abbagliante rosa chiaro. Una sfera rosa apparve e scomparve intorno a lui.
Studiò con calma l'avversario. Nitro se ne stava in ginocchio, ad occhi chiusi col viso rivolto verso il basso. Una mano era aperta e poggiata sul terreno. Muoveva le labbra velocemente senza parlare.
"Che stai facendo?" chiese Ahuizotl, passando due dita sulla collana secondo un ordine che solo lui conosceva. Un'altra sfera, stavolta rossa, lo avvolse prima di scomparire come le precedenti due.
"Mi assicuro."
"L'anima?"
Un impercettibile sorriso solcò il volto di Nitro, ma fu solo un fugace guizzo del labbro, nulla più. "Le anime di chi ho ucciso. Mi assicuro che non vadano nel posto sbagliato. Ora che Morte non fa più il suo dovere in questo Universo, non c'è nessuno che guidi i defunti."
"Un gesto nobile, il tuo." commentò Ahuizotl, facendo dei segni con le mani. Gli occhi gli si illuminarono di arancio e una quarta sfera apparve e scomparve.
"Non abbastanza. Sarebbe nobile se concedessi la vita, piuttosto che toglierla. Ma questo mio fuoco non è come nessun altro. Non da, toglie e basta. Non illumina, non riscalda, non redime. Condanna e basta a morte certa. E cresce e si nutre e diventa sempre più vorace. Non è certo nobile una fiamma così."
Il dio sbuffò, rilassando i muscoli.
"Sei qui per me, immagino."
"Per la tua testa, si."
Ahuizotl rise sguaiatamente. "Allora permettimi di mostrarti perché è vano il tuo proposito! A ME, VENTI DI TEMPESTA!" ululò, alzando tutte e tre le mani al cielo che si riempì di nubi. Una pioggia fitta e fragorosa iniziò a cadere. La pressione dell'acqua proveniente da quei cumulonembi innaturali spaccava il terreno. Ogni goccia era un proiettile che trapassava Nitro. Ma il Generale non si scomponeva. Il mantello si lacerò, ma lui non si scompose. La sua cotta di maglia venne fatta a pezzi dalla gragnola di proiettili d'acqua, ma lui non si scompose. Il suo corpo venne ridotto allo stremo, ma lui non si scompose. Non si mosse di un millimetro.
"ADESSO TI PENTI DELLA TUA ARROGANZA, DOMINATORE DEL FUOCO?! IL TUO ELEMENTO È INUTILE, SOTTO QUEST'ACQUA MALEDETTA! ED ORA MUORI, PER MANO MIA!" gridò Ahuizotl, che sembrava non essere nemmeno sfiorato dalla pioggia che cadeva su di lui con delicatezza, sostenendolo e non colpendolo.
Nitro rimase fermo, con gli occhi chiusi. Il suo corpo si rigenerava all'infinito, la pioggia bloccava il suo potere, ma non lo uccideva... E così il dio usò tutto il suo potere e canalizzò l'energia di tutti i talismani e di tutti gli incantesimi che aveva addosso. I suoi muscoli crebbero, la sua statura aumentò fino a sfiorare i cinque metri.
"L'eroe che abbatte mulini è solo uno dei tanti." disse con calma Nitro, mentre una mano artigliata del gigante gli arrivava addosso. "L'eroe che edifica case è vero e veramente unico."
Ahuizotl si bloccò, il palmo ad un millimetro di distanza dalla testa del Generale. La pioggia smise di cadere di botto, con la stessa rapidità con cui era arrivata.
"Che tu possa perdonare la mia arroganza, divinità, non m'importa. Che tu possa capire. Chiedo solo questo." disse Nitro, alzandosi mentre il corpo del dio veniva distrutto per combustione spontanea.
"C-come hai... fatto... L'acqua ti av..." mugolò l'essere blu, cercando di fermare goffamente l'Every che non si fermò nemmeno.
"L'acqua? L'acqua spegne il fuoco. Ma nemmeno un oceano spegnerebbe un sole. Ricordatelo, nell'aldilà. Sempre che l'aldilà non sia già stato conquistato prima che tu vi giunga."
Ahuizotl scomparve col braccio ancora proteso.
 
Nitro rientrò nella foresta. Vi trovò una pila di cadaveri di mastini. Alcuni erano stati fatti a pezzi, inconfondibilmente, da un'Ombra. Ma molti altri erano caduti sotto la pioggia torrenziale del dio. L'Every si guardò intorno e sorrise acre, vedendo il cadavere dilaniato dalle zanne dei cani prima e crivellato dai dardi di pioggia poi dell'Alto Comandante.
"Quantomeno uno che doveva morire, qui, è morto..." commentò ridacchiando, per poi allontanarsi fischiettando un motivetto allegro, diretto al campo base.
 
Fine Parte Sette
   
 
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