Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: jessycat    18/12/2016    2 recensioni
Una ragazza decide di cambiare vita trasferendosi dall'altra parte del mondo per via di alcune brutte esperienze passate in Italia.
Tutto questo la porterà a vivere una nuova vita, a rincominciare, a partire da zero.
Vivere esperienze diverse da ciò che era abituata, cresce, diventa indipendente.
Conoscerà delle persone che le entreranno nel cuore e che non se ne andranno più via.
S'innamorerà.
Piangerà.
Riderà.
Dimenticherà tutto il male passato in precendenza, guardando le cicatrici che l'hanno portata dov'è ora.
Questa è la storia di una ragazza che ha trovato la felcità in una realtà che non si sarebbe mai aspettata.
( Accenni di NamJin )
Dal Testo:
"Nonostante io abbia dimenticato quell'amaro ricordo, rimasi segnata a vita.
Quindi decisi di andarmene lontano.
Mi trasferì a Seoul, la capitale della Corea Del Sud.
Nessuno delle mie vecchie conoscenze si sarebbe mai aspettato di trovarmi in un posto del genere.
Nemmeno io lo avrei mai immaginato, sinceramente.
Tuttavia, mi piaceva."
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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2.Destiny

 

Perchè è solo nei tuoi occhi,

dove mi voglio perdere.

-Anonimo.

 

 

 

 

 

Il giorno seguente:

 

6:00 AM

Sempre la vecchia e solita routine.

A dir la verità, qualcosa di diverso c'era, quella mattina, non mi svegliai per via della mia rumorosa e fastidiosa sveglia.

No...

Mi svegliai grazie, anzi, oserei dire per colpa, di un insieme di rumori simili allo scrocchiare del legno di mobili antichi, e oggetti pesanti sbattere violentemente contro il pavimento del corridoio al di fuori di casa mia, ergo, sul pianerottolo.

Chi può essere l'idiota che osa far rumore alle sei del mattino?

Si.. okay. Mi sarei dovuta svegliare comunque ma...

odio, semplicemente, le persone che fanno rumori molesti al mattino. Come quelli che ti riempono di domande appena sveglio, o quelli che, quando andavo a scuola, alle sette del mattino erano pimpanti come non mai.

Mi sono sempre chiesta come facessero perchè io, invece, ero sempre ridotta uno zombie. Ho solo bisogno del mio tempo, per accendere il cervello o altre cose.

Decido di alzarmi dal letto, di lavarmi i denti, vestirmi e andare a vedere cosa sta succedendo fuori dal mio appartamento.

Quindi, una volta fatto tutto, mi metto le scarpe, prendo le chiavi ed esco a controllare.

Una volta uscita, non potevo credere a quello che stavo vedendo.

Era uno dei sei ragazzi di ieri sera.

Non quello che ci provò, o quasi, con me.

Era un altro, molto alto, molto magro. Capelli abbastanza corti color rosa.

Stava sistemando alcune cose nell'appartamento vicino al mio.. quello che ieri sera il proprietario mi disse che sarebbe stato occupato proprio oggi...

non so se essere felice o triste da questa situazione.

Ero sovrappensiero quando sento una voce a me molto familiare.

“Ehi tesoro come va?”

Questa era la voce di Jin, e non era rivolta a me, proprio no, era rivolta a quel ragazzo...

“Ehi tu... ci si rivede”

Poche parole, si scambiavano solo poche parole ma i loro sguardi dicevano tutto, c'era come un'intesa fra loro.

Ero rimasta tutto il tempo a guardare, li stavo fissando sin dall'inizio e non si erano ancora accorti della mia presenza, quindi decido di aprire la porta di casa per prendere le cose restanti ed andare al lavoro.. però...

“Ciao Ev!”

Eccolo che mi chiama..

“Ciao Jin...” dico sotto voce e alquanto imbarazzata, insomma, quello era sempre l'amico di quel Jimin.

“Dai vieni qui, cosa fai lì impalata.”

Mi avvicino ai due ragazzi.. mentre “capelli rosa” mi guarda con un sorriso beffardo in volto, come se non vedesse l'ora di raccontare al suo amico, che sono la sua nuova vicina di casa. Temo che mi dovrò abituare a vederli girovagare per il palazzo molto spesso.

“Ti ricorderai di lui, spero, l'abbiamo incontrato ieri al lavoro... sai no, il ragazzo dai capelli arancioni..”

“Si mi ricordo,Jin, mi ricordo perfettamente.”

“Però comunque, non ci siamo presentati, io sono Namjoon, e sono felice di rivederti. Sai, il mio amico era molto triste quando te ne sei andata, ieri sera, per lui sarà un sollievo sapere che abiti qui, proprio vicino a me.”

“Già, penso che lo sia... piacere mio,Namjoon, sono Eveline.”


 


 


 


 


 


 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

7:00 PM

Per fortuna, oggi il turno finì presto, non spiccicai una parola per tutto il giorno, se non che con i clienti che dovetti servire.

Non chiesi nulla a Jin, niente di niente.

Nè perchè aveva così tanta confidenza con quel Namjoon, né perchè si comportava da gatta morta con lui nei paraggi.

Finito il turno, tornai a casa per cena.

Quando arrivai erano le sette e mezza circa.

Ero affamata, molto affamata.

Non sono una brava cuoca, quindi, ordinai la pizza.

Non era come quella italiana, di certo, ma comunque, con una fame come quella, tutto mi sembrava squisito.

Chiamai la pizzeria mentre ero ancora sulla soglia e, passando vicino all'abitazione del nuovo arrivato, sentì urla, schiamazzi, persone che ridevano e scherzavano.

Questo era il segnale, che tutti e sei, erano all'interno di quelle mura.

Tuttavia, non ero nervosa.

Entrai in casa e mi rilassai sul divano con la tv accesa, fin quando, il campanello suonò.

Era la pizza...

Forse avrei preferito che qualcun'altro suonasse quel campanello.

Ma comunque, non mi lamentavo.

Mangiai in meno di dieci minuti, si...

Quando andai in cucina per posare il cartone nella spazzatura mi accorsi che non ci stava, quindi ero obbligata a scendere e posare il cartone nei secchi di fianco al condominio.

Presi un giubbino e uscì.

Scesi le scale, aprì il portone, e feci quello che dovevo fare.

Mentre tornai su però... lo vidi.

Con i suoi soliti capelli di quel colore così particolare... i suoi pantaloni in pelle perfettamente aderenti alle sue gambe... la sua maglietta bianca attillata, che faceva intravedere i suoi muscoli.. e delle Dr Martins bordò ai piedi.

Mi vide.

Venne verso di me con una camminata da passerella.

Con quel sorriso stampato sulle labbra...

quel ragazzo era la mia morte.

“Mh... eccoti qua Eveline, speravo di vederti, sai?”

“C-c-ciao... J-j-jimin.”

“Allora... è proprio il destino a volerci far incontrare.”

Mentre parlava si avvicinava, più si avvicinava più io indietreggiavo, finendo con le spalle al muro.

“Ti faccio così paura?”

Non risposi, era troppo vicino a me. Troppo, riuscivo a sentire il suo respiro sul mio collo, e il suo profumo mi inebriava le narici, mi arrivava fino al cervello e non mi faceva capire più nulla. Zero.

“Direi di si... sai, anche in questo stato così trasandato, ti trovo meravigliosa.”

“Grazie... ehm anche tu.. cioè voglio dire che... sei... ehm... sei carino..”

Mentre parlavo non lo guardavo in faccia.

Rise.

Rise per il mio essere così goffa e impacciata.

Rise.

E la sua risata, era uno dei suoni più belli che io abbia mai sentito in vita mia.

“Quindi quella è casa tua.”

Fece una breve pausa e poi riprese.

“Che ne dici se entriamo un attimo?”

 

Credevo e speravo di aver sentito male...

 

 

 

 

 

NOTE DELL' AUTRICE

 

Sono un disaaaaaaastro, lo so. Non pubblico da molto tempo, ma prima non avevo un computer e allora mi veniva molto scomodo, però ora ne posseggo uno bellerrimo. Quidi GIURO che aggiornerò per chi segue (se qualcuno lo f ahah)questa storia.

Grazie per l'attenzione e per chi è interessato a ciò che scrivo.

Mi scuso in caso di vari errori di battitura.

-Jessy

  
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