The Vision of Escaflowne
«Il Richiamo della Terra»
4
I Sentimenti che attirano l’uno verso l’altro
« Io combatto col solo scopo di proteggerti! »
« Che cosa vuol dire che Gaea sta per essere distrutta?! »
« Shh! Sta riposando, abbassa la voce. »
« Scusa, Van. È solo che mi sembra tutto così assurdo. »
« Ho visto quello che vedeva anche lei. Ma credo che ci sia dell’altro che
ancora non ha avuto occasione di spiegarci. »
« E’ dunque così? La distruzione è inevitabile per il nostro pianeta a
causa di quella maledetta macchina per il controllo del destino? »
« I draghi parlavano di altri tre sigilli e sono sicuro che anche tuo padre
conosceva questa storia. È per questo che lo hai visto. »
« E tu come fai a dirlo con certezza? »
« In effetti non lo so. Ma tuo padre conosceva forse anche più dell’imperatore
Dornkirk riguardo Atlantide. »
« Van.. » mormorò Hitomi oramai sveglia. Aveva udito parte della conversazione,
anche se era ancora intontita dal sonno.
« Hitomi, stai bene? » domandò lui, mettendosi accanto a lei.
Annuì lievemente.
« Signor Allen, sta bene anche lei? » domandò, allungando lo sguardo alla
ricerca dello spadaccino di cui un tempo si era innamorata.
Lui le sorrise limitandosi ad un cenno con il capo.
« Faccio un giro attorno alle mura di guardia, in caso di pericolo. »
disse, facendo un sorriso in direzione di Van.
« Grazie, Allen. »
E poco dopo, la porta si chiuse alle sue spalle.
Hitomi sprofondò sul cuscino. Era distrutta.
« Sta per spuntare l’alba. » constatò Van.
« Oh no, di già? » mormorò Hitomi, e nonostante avesse dormito per giorni
interi, la stanchezza era nuovamente pressante come se non avesse mai riposato.
« Tranquilla, puoi restare a dormire per quanto tempo desideri. » rispose lui,
gentile.
« Van. » lo chiamò lei.
Lui si sedette sul letto osservandola.
« Dimmi Hitomi. »
« Ho avuto una visione quando sono svenuta qualche giorno fa. » cominciò lei,
mettendosi seduta.
« Ho visto un’altra battaglia e te con l’Escaflowne, affrontare un guymelef. »
strinse le mani contro le lenzuola, lo sguardo pacifico di Van gli diede però
sicurezza per continuare, deglutì lentamente.
« Non riconoscevo il campo di battaglia, però. Prima di questo, ho visto mia
nonna, e tua madre. »
« Mia madre? » adesso Van sembrava incredulo ma preoccupato.
« Ha detto che, che se io me ne andrò il pianeta di Gaea e tutti i suoi abitanti
verranno distrutti. Anche mia nonna mi ha ripetuto la stessa cosa.. »
« Hitomi.. » non poté fare a meno di prenderla fra le sue braccia, stringendola.
« Farò in modo che tu possa tornare sulla Luna dell’Illusione e non lascerò che
ti accada nulla. »
« Voi l’amate non è vero? » In quel momento le parole di Merle
pronunciate molto tempo prima, ritornarono alla sua mente con forza.
Quando sentì le lacrime di Hitomi scivolare sulla sua spalla parlò nuovamente.
« Hitomi, c’è una cosa che non ti ho mai detto. »
Lei si volse a guardarlo, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano, aveva
uno sguardo così ingenuo e dolce che Van non poté fare a meno di sorridere.
« Sin dal nostro primo incontro, avevo capito che fossi una persona
speciale. Eppure, ho dovuto sentire la tua mancanza prima di rendermene conto;
quando sei tornata sulla Luna dell’Illusione e non ti ho più avuta accanto, ho
capito che cosa mi mancava. »
Hitomi trattenne il fiato, sentiva il suo cuore battere velocemente.
Van dal canto suo, era sicuro delle sue parole, ma nel momento in cui si
crearono quei pochi secondi di silenzio, arrossì lievemente.
« Hitomi.. io.. ho bisogno di te perché ti amo, con tutto me stesso. » e strinse
le sue mani, incapace di prevedere una reazione di lei.
Questa era la prima volta che qualcuno le faceva una dichiarazione come si deve.
Non aveva mai avuto il tempo di poter rivelare i suoi sentimenti a causa del
fatto che sarebbe presto tornata sulla terra, ma adesso, le cose sarebbero
cambiate. Quando non era stata teletrasportata era accaduto qualcosa, qualcosa
di imprevisto è strano. Era stata felice di essere su quel pianeta. Come lo era
stata quando aveva desiderato vederlo, come quando aveva visto la sua
piuma in mezzo al quaderno. Come aveva avuto il desiderio di ripetere quella
giornata, al solo scopo di arrivare alla sua fine per poterlo ritrovare. E lui,
era stato lì per lei. Adesso sapeva quale era il suo posto.
« Van.. » mormorò lei, ancora in lacrime.
« Perdonami Hitomi, non avrei dovuto.. »
Ma lei gli si gettò addosso ancor prima che potesse completare la frase.
« Anche io Van, sono sempre stata innamorata di te. » era strano, come
potesse piangere ed al contempo essere felice.
Van sorrise, e quando lei si appoggiò al suo petto, l’accolse amorevolmente.
« Non permetterò che ti succeda qualcosa. »
La sua mano sinistra accarezzò il suo viso, la destra stringeva la sua mano.
Hitomi sollevò il capo mostrando gli occhi pieni di lacrime.
« Che piagnucolona.. » scherzò, arrossendo.
E delicatamente, Van posò le sue labbra sulle sue.
Quando si
svegliò era ancora mattina.
Dovevano essere trascorse solo poche ore.
Sollevò istintivamente il polso, cercando il suo orologio.
Segnavano le 10:35. Van non era con lei nella stanza.
Arrossì quando si ricordò cosa era successo.
Lui le aveva rivelato i suoi sentimenti e lei aveva finalmente espresso i suoi.
Sorrise quando ripensò al bacio che si erano dati e alle parole che gli aveva
detto.
Aveva temuto il momento in cui sarebbe dovuta andar via, perché sapeva,
che non avrebbe potuto rivelargli quello che provava.
Ma adesso le cose erano cambiate.
Una dolorosa fitta alla testa sembrò riscuoterla. Stava diventando sempre
più frequente.
In quel momento la sua attenzione venne attirata dal suo ciondolo.
Era ancora attaccato al suo collo benché lei lo avesse dato a Van.
Lo prese fra le mani e ne sentì il calore.
Improvvisamente non era più a Fanelia.
Una fugace visione le mostrò cosa era successo la notte prima.
I due Drag-energyst che si dividevano e uno andava all’interno del suo ciondolo.
Era lo stesso calore che aveva avvertito.
La potenza della visione l’intontì solo per qualche minuto.
Riaprendo gli occhi, si accorse che era di nuovo nella sua stanza.
Sospirò brevemente: doveva parlare con Van e con il Signor Allen, dovevano
assolutamente partire per la Valle dell’Illusione.
« Quindi, quello che stai cercando di dirci è che le vittime della guerra contro
Zaibach desiderano vendicarsi sull’intero pianeta di Gaea?! »
« Più precisamente, tutte le vittime della macchina per il controllo del
destino. La stessa che portò alla rovina Atlantide. »
« Hitomi, questo vuol dire che.. »
« Si Van, quella volta, quando sei rimasto preda dell’Escaflowne hai visto
compiersi la medesima distruzione di Atlantide esattamente come potrebbe
accadere a Gaea! »
« Questo vuol dire che allora Gaea è condannata alla distruzione?! »
« No, Merle! Non permetteremo che un simile destino possa compiersi. » rispose
Van, guardando poi Hitomi negli occhi.
Lei annuì.
« Allora che cosa dobbiamo fare? » riprese la gatta, con voce piagnucolosa,
stringendosi spaventata contro Van.
« I Draghi sono venuti spontaneamente. Il fatto che Van non li abbia
uccisi e che sia stata proprio io a fermarlo, è stato decisivo per loro. Se Van
li avesse uccisi non avrebbero mai sciolto il loro sigillo. »
« Sigillo? » domandò Allen, perplesso.
Fu Van ad intervenire.
« Ci sono altri tre sigilli da sciogliere, altre tre alleanze da stipulare.
Quella dei draghi è stata la prima, ma quali saranno i prossimi? »
« Oh, è tutto così confuso, non ci sto capendo niente! » sbottò Merle, agitata.
« Occorre partire per arrivare nella Valle dell’Illusione. Non c’è altra scelta.
» sentenziò Van.
« Allen, so che ti chiedo un enorme favore, ma il Regno di Fanelia non possiede
una flotta volante. »
Il Cavaliere Celeste sorrise.
« Perché, pensavate che vi sareste liberati di me? La Crusade è pronta a
partire. »
Hitomi sorrise: aveva degli amici splendidi.
Il giorno era trascorso troppo velocemente per il Re di Fanelia.
Accettare di lasciare ancora una volta il suo regno, significava esporlo a
grossi rischi.
Tuttavia, la guerra era finita e poiché ogni regno era stato coinvolto nella
guerra contro Zaibach, era quantomeno certo che non ci sarebbero state nuove
battaglie.
Si trovava all’interno della foresta, nel luogo dove i draghi erano apparsi e
aveva ricevuto un drag-energyst.
« Madre mia. »
Le tre tombe che si ergevano sullo spiazzo erano avvolte da cespugli di rose e
fiori profumati. Era stata Hitomi a suggerire di piantarli quando avevano eretto
una piccola colonna commemorativa per suo fratello Folken.
« Così avranno sempre fiori freschi » aveva detto, con tono gentile.
« Fratello. Si trattava di questo? Era questa la fine che volevi che Gaea
evitasse? »
Ma non ricevette risposta.
« Padre, una volta ho lasciato che il Regno di Fanelia venisse distrutto, ma ciò
è successo perché non ero preparato, perché ero ancora indegno di ricevere la
corona. »
Van strinse la mano che portava al cuore, esattamente come avesse fatto se fosse
stato d’innanzi al suo sovrano e padre.
« Non vi deluderò più padre, ve lo prometto. » disse con enfasi le ultime
parole.
Si sollevò in piedi, volgendo lo sguardo alla sua destra: l’Escaflowne giaceva
ancora nella posizione in cui l’aveva lasciato.
Solo un piccolo particolare era cambiato.
La sede del drag-energyst era attivata.
Van si avvicinò al drago. Era in simbiosi con quella macchina, anche se nessuno
poteva sapere quanto.
« Sembra che il tuo riposo non sia durato poi a lungo. » mormorò con un
mezzo sorriso.
Si mosse verso di lui, saltò agilmente lungo la gamba del guymelef per
raggiungere la grande gemma rosa. Quando il palmo della sua mano si appoggiò
alla superficie, vi si immerse completamente.
« Van..Van! »
« Siete voi, madre?! »
« Van, devi darmi ascolto: devi proteggere la ragazza della luna
dell’illusione, hai capito? Fino a quando non sarà giunto il momento devi
prenderti cura di quella ragazza e lasciare che non le accada nulla. »
« Madre..»
« Van..»
Il Re di Fanelia si riscosse. Teneva la mano poggiata ancora sulla gemma
dell’Escaflowne.
Voltandosi, riconobbe Hitomi.
« Sapevo di trovarti qui. » disse lei, avvicinandosi.
« Scusami, mi cercavi? » domandò lui, compiendo un agile salto per tornare a
terra.
« Sei sicuro..? » cominciò lei, avanzando di qualche passo verso di lui.
« Sei sicuro di voler lasciare Fanelia? »
Van annuì.
« Hitomi, ti ho promesso che.. »
« No, non si tratta di questo! » ribatté lei, prima che potesse concludere.
« Van! Fanelia è il tuo regno! Ho visto cosa hai provato la prima volta
che è stato distrutto, so cosa significa per te, separartene! »
Van si stupì di quelle parole.
Quella ragazza aveva capito i suoi sentimenti meglio di chiunque altro.
L’abbracciò con forza stringendola a se.
« Sarebbe più doloroso se dovessi separarmi da te. »
« Ma Van..»
« No Hitomi, non dire altro. Sai quali sono i miei sentimenti per te: non
lascerò che ti accada qualcosa. Saremo di nuovo io e te. Te lo prometto.
»
E sigillarono quella promessa con un bacio. Osservati dalle stelle e benedetti
dal destino.
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Ciao a tutti! Chiedo scusa
anticipatamente per l'attesa che vi ho riservato per la pubblicazione di questo
capitolo. A dire la verità l'assenza di commenti e recensioni mi ha un po'
intristito... ;(
Comunque ringrazio ancora coloro che seguono la storia e chi l'ha inserita nei
preferiti.
Spero di non dovervi far attendere per il prossimo capitolo (già pronto,
comunque).
E ricordate, un commento è la felicità
:)
A presto!
Usagi.