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Autore: Diana924    20/12/2016    1 recensioni
XVIII° , Catalogna, la regione più orgogliosa della Spagna si sta riprendendo dalla guerra che l'ha vista contro il resto del regno supportando Carlo d'Austria. Regione orgogliosa, fiera delle proprie tradizioni e della propria indipendenza, la regione di santa Eulalia ha pagato il suo tradimento con la perdita della propria lingua e delle proprie singolarità.
E' qui, in una terra saldamente legata alle proprie radici ma che pure si sta aprendo alle nuove idee che sboccia l'amore tra Carlos Duncan ed Eulalia Valdes.
Lui è il secondogenito di una famiglia aristocratica, costretto a prendere i voti senza una vera vocazione compensata però da una sfrenata ambizione, lei abbandonata da neonata in un convento conosce solo la vita monastica e sta per prendere i voti. Entrambi però sanno che da quando i loro sguardi si incrociano niente sarà più come prima
[ Spinn off prequel di un'originale storica, Il Giglio Nero in cui si narrano in dettaglio le vicende dei coniugi Duncan, apparsi nel 40° capitolo, non è necessario aver letto la storia principale]
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Inquisizione, Epoca moderna (1492/1789)
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L’amore sconvolse completamente la vita di Carlos Duncan.

Fino ad allora si era reputato immune ad un simile sentimento, come la sua educazione e il suo abito gli imponevano, aveva di fronte a sé una grande carriera gli era stato ripetuto più e più volte e i suoi insegnanti erano riusciti a creare nel suo cuore disgusto e una leggera noia per i sentimenti più terreni.

Prima di conoscere Eulalia non era mai stato tentato ma dopo quello che stavano vivendo era cosciente che non sarebbe riuscito a vivere senza di lei. Si incontravano tre volte la settimana, i primi tempi solamente nel giardino ma nel giro di tre mesi si erano fatti più temerari e avevano sfidato il buonsenso nei loro numerosi amplessi. Gli angoli buoi della cappella, la foresteria e negli ultimi tempi la stessa cella di Eulalia, lui entrava dalla scala che lei ogni sera sistemava sotto la sua finestra e di cui si occupava di sistemare la mattina quando sazio e appagato lasciava il letto di lui. Ogni notte era una scoperta nuova, nuovi sistemi per renderla felice, per sentire la sua pelle contro la sua, la bocca di lei che lo cercava ebbra di baci, le dita di Eulalia che percorrevano curiose il suo corpo, le cosce di lei che si stringevano con forza ai suoi fianchi come se volesse trattenerlo in quel calore inebriante, i seni che si divertiva a leccare e succhiare procurandole gemiti di piacere che era costretta a trattenere per paura di svegliare le altre suore.

<< Padre perdonami perché sono un peccatore, padre perdonami perché non ho la forza di smettere di peccare >> pregava Carlos ogni volta poco prima di cercare le labbra di Eulalia, lei aveva i suoi stessi timori e la sua stessa paura, vivevano quella passione come se ogni notte fosse l’ultima e Carlos si sentiva come se fosse tornato giovane, era la passione di un giovanotto e non quella di un uomo assennato si era detto i primi mesi, prima di esserne completamente travolto. Aveva rinunciato a tutto quello senza sapere la verità, se avesse saputo cosa fosse la passione non avrebbe atteso così a lungo, passione, desiderio, ardore, erano sensazioni che fino ad allora ignorava e ora non bramava altro che recuperare il godimento che aveva perso tra le braccia della fanciulla che amava.

Avevano corso seriamente il rischio di essere scoperti quando poco prima di Natale avevano consumato un amplesso nel confessionale, Eulalia aveva brigato in maniera tale da essere l’ultima delle suore e lui l’aveva attesa col cuore in subbuglio, era stato proprio in quel luogo sacro che la giovane gli aveva confessato per la prima volta di pensare a lui due anni fa. Suor Maria de la Mercedes si era devotamente confessata ammettendo di peccare di lussuria, di essere innamorata di lui e di non riuscire a resistere a quel sentimento prima di fargli cenno di attendere, poi era uscita dal confessionale. Dopo un secondo Carlos aveva udito un bussare e veloce aveva aperto la porticina per farla entrare, in quello spazio angusto suor Maria de la Mercedes gli si era offerta, il sudore che le imperlava la pelle candida, i capelli che in parte sfuggivano al velo, le mani che si stringevano a lui e padre Carlos Duncan che in quell’occasione si era sentito vicino al paradiso e all’inferno nello stesso momento e mai la sua tonaca gli era stata così d’impaccio.

<< Potremmo andare via, in Francia, in Italia, persino tra gli eretici luterani >> aveva sussurrato una sera d’agosto, era un’idea con cui baloccarsi ma niente più, lo sapevano entrambi.

<< Potremmo, ma non conosco il mondo al di fuori di queste mura e ho paura >> aveva ammesso Eulalia, il suo corpo nudo illuminato dalla luna la rendeva ancora più bella del solito, bella e seducente in una maniera che non poteva essere umano si era detto Carlos prima di far scivolare le dita lungo la schiena di lei.

<< Se non fossi una suora mi ameresti lo stesso, mi sposeresti? >> gli aveva invece chiesto lei poco dopo l’Epifania, non era mai troppo freddo in Catalogna e non avvertivano il freddo, non con i loro corpi stretti come se fossero ancora intrecciati e avvinti dalla passione.

<< Ti sposerei davanti a Dio e agli uomini il giorno stesso, e tu mi avresti mai notato tra la folla se non avessi addosso questa tonaca? >> aveva ribattuto lui prima che suor Maria de la Mercedes cercasse le sue labbra, poi non avevano più parlato, Eulalia aveva compiuto da poco diciassette anni e non era mai stata così bella ai suoi occhi, una giovane donna che lo amava e chiedeva in cambio solamente di essere ricambiata.
I loro incontri dipendevano dal caso, da quello che stabilivano in biglietti che lasciavano in luoghi prestabiliti, motivo per cui padre Carlos fu sorpreso nel vedere una delle consorelle di Eulalia entrare nella chiesa e guardarlo come se fosse in diavolo, negli occhi di quella ragazza vi era disprezzo, disgusto ma anche curiosità.

<< Padre Carlos, devo consegnarvi questo >> disse la ragazza, cercava di controllare la voce ma vergogna e rabbia erano evidenti, prima di allungare la mano e lasciare un biglietto di fronte a lui, non lo aveva mai guardato negli occhi, come se il solo pensiero la disgustasse.

<< Da parte di chi? E chi siete voi? >> le chiese mentre la sua mente dipingeva scenari sempre più tremendi, non sapeva cosa aspettarsi ma stava cominciando a tremare.

<< Vengo da parte di suor Maria de la Mercedes che voi avete disonorato, mi chiamo Maria Pilar e … l’inferno aspetta entrambi, voi e il bastardo che sta crescendo nel suo ventre, se la badessa scopre che sono venuta a dirvelo mi punirà e la decana non farà niente per fermarla >> fu la risposta della giovane suora prima di uscire il più velocemente dalla chiesa lasciando padre Carlos Duncan nel terrore: Eulalia, la fanciulla che amava, aspettava un figlio da lui, suor Maria de la Mercedes, la suora con cui aveva giaciuto per infinite notti era incinta e nonostante avrebbe dovuto provare solamente terrore e vergogna Carlos non poté impedirsi di sorridere, sarebbe divenuto padre.
Eulalia Maria Valdes, ora suor Maria de la Mercedes, non si era mai sentita così felice.

L’amore di Carlos aveva rivelato ai suoi occhi sensazioni e dettagli che prima ignorava, era come se fosse rinata una seconda volta e sapeva di non poter vivere senza di lui, ogni notte che passavano insieme era preziosa, ogni abbraccio rubato era un tesoro da custodire e ogni singolo bacio era per lei un godimento che non credeva nemmeno possibile. Era come se vivesse per quegli abbracci, per i momenti in cui erano liberi di amarsi, che fosse nella sua cella, negli angoli bui della cappella o in quell’angolo segreto del giardino. Non si era mai sentita così appagata e felice, era quella la felicità si era detta più volte poco prima della preghiera, sentire il corpo di Carlos sopra di sé, sentire le sue mani che la sfioravano delicato, la sua bocca che accarezzava e venerava il suo corpo, un piacere così stupendo non poteva portare alla dannazione eterna si era detta più volte.

Aveva sognato di fuggire con lui, di andare ovunque lui desiderasse, di liberarsi di quell’abito da suora che dissacrava ogni notte ma aveva paura, paura dello scandalo, di svegliarsi una mattina e accorgersi di essere stata solamente un ostacolo alle ambizioni del suo amante e soprattutto paura del mondo al di fuori del convento. Non era mai uscita e quel mondo le faceva paura, Alexia era l’unica con cui mantenesse un contatto e la giovane nelle sue lettere si era spesso lamentata dell’ipocrisia della gente, dell’odio e di come si sentisse umiliata nel dover accondiscendere ai desideri del marito, era stata tentata di raccontarle di Carlos ma all’ultimo momento desisteva sempre, per quanto fossero amiche era opportuno che nessuna sapesse la verità, quello era il suo segreto, solo suo.

Con l’inverno si incontravano nella sua cella, suor Maria Rafaela aveva dato ordine che le sue protette potessero avere una stanza solo per sé stesse, la badessa aveva ovviamente protestato e allora la decana aveva ribattuto che se voleva che le giovani consorelle vivessero assieme anche lei avrebbe dovuto dare il buon esempio e si era offerta per dividere la sua cella con la signora badessa illustrissima, atteggiamento che aveva fatto infuriare suor Maria Luisa che mal sopportava con sempre meno grazia la presenza dell’anziana decana. Le due donne erano troppo diverse per intendersi, tutto le divideva: nascita, educazione, vocazione, solo il velo le univa.

Eulalia sapeva di essere tra le protette di suor Maria Rafaela ma anche la badessa la vedeva di buon’occhio altrimenti l’avrebbe destinata ai compiti più umili invece di affidarle l’educazione delle ospiti più giovani, bambine tra i sei e i sette anni che finivano al convento o perché destinate alla monacazione o per la loro istruzione,, suor Maria de la Mercedes era poco più di una bambina con i suoi diciassette anni e proprio su questo contava la badessa che apprezzava la devozione della giovane suora.

L’amore per Carlos aveva infatti reso Eulalia più devota, più ardente nelle preghiere e molto più assidua specialmente quando iniziò la Quaresima, non mancava ad un rosario e ad una funzione e il suo pallore era stato lodato dalla decana, è il pallore delle sante bambina mia aveva dichiarato suor Maria Rafaela entusiasta. Per questo quando Eulalia svenne nel mezzo della messa della domenica la decana fu la prima a precipitarsi, aveva sempre messo in guardia le novizie dal troppo ardore e ora quella poverina era addirittura svenuta si disse mentre faceva segno alle suore più vicine di trasportare suor Maria de la Mercedes nella sua cella, stava per dirigersi verso al foresteria seguita da suor Maria Isabel quando la badessa la fermò.

<< Ritengo che sia necessario chiamare un dottore, per quanto confidi in suor Maria Isabel per quel che concerne pozioni per dormire o per rilassare la mente non possiamo affidarle una delle nostre consorelle >> le fece notare suor Maria Luisa, era evidente come stesse cercando di ostacolarla.

<< Non ritengo saggio esporre i nostri accidenti di fronte al mondo, madre revendissima >> le fece notare suor Maria Rafaela preoccupata.

<< Apprezzo la sua opinione, sorella, ma se … dovesse accadere un problema allora sarà colpa del cerusico e non di questo santo luogo di cui mi occupo da tempo >> le rispose la badessa valendosi della propria autorità prima di dirigersi verso il suo scrittoio.

Fu una fortuna che quel giorno suor Maria Rafaela non insistette perché quando il dottor Juan Herrara terminò la sua visita la diagnosi fu solamente una: la giovinetta aspettava un bambino.
Suor Maria Luisa rimase per un istante immobile, paralizzata dalla rabbia e dalla vergogna, poi con una forza che nessuno si sarebbe mai aspettato da una donna della sua età e della sua classe sociale scansò il giovane medico e si precipitò nella stanza di suor Maria de la Mercedes, gli occhi fiammeggianti di collera.

<< Svergognata, vergogna di questo luogo santo! Scostumata, sfacciata, donnaccia spudorata! Come hai osato fare questo a coloro che ti hanno accolto quando eri solo una neonata piagnucolante? Avrei dovuto lasciarti marcire al freddo! Disonorata, ci disonorerai tutte! Dimmi il suo nome, pretendo di sapere il nome del tuo amante, devo pur dare un volto all’uomo che ti ha ingravidata! >> urlò prima di lanciarsi verso Eulalia che nell’udire quelle parole aveva perso il poco colore che aveva riguadagnato. Un figlio, aspettava un figlio da Carlos … lei, una suora, avrebbe avuto un figlio, il figlio di una suora e di un prete. L’orrore, la vergogna e l’umiliazione la colpirono più forte delle unghie di suor Maria Luisa che le stavano lacerando la pelle, assieme all’amore per la creatura che cresceva nel suo ventre, quell’esserino era innocente anche se frutto di un’unione peccaminosa, molteplici unioni pensò evitando di sorridere.
Furono necessarie tre suore e il dottor Herrera per allontanare suor Maria Luisa da lei ma quello che le fece più male fu vedere lo sguardo ferito e carico di disapprovazione di suor Maria Rafaela, la decana si era sempre occupata di lei, aveva incoraggiato la sua vocazione e ora lei l’aveva delusa dissacrando l’abito che indossava e violando i suoi voti, eppure non riusciva a sentirsi colpevole, non mentre pensava a Carlos, a quanto sarebbe stato felice di saperlo.

Suor Maria Luisa lasciò la stanza solamente dopo aver fatto giurare al dottor Herrera di non dire alcunché su quella situazione, si sarebbe recata personalmente a Tarragona per udire un secondo parere e che non si azzardasse a lasciare la stanza urlò prima di ordinare a suor Maria Pilar di rimanere a sorvegliare quell’indegna svergognata che le aveva disonorate tutte. Suor Maria Pilar era natia di Vic, i suoi nonni avevano fatto parte dell’entourage che aveva accompagnato Luisa Isabel di Borbone, l’effimera e pazza regina di Spagna che con le sue stravaganze fece vergognare il folle re Filippo, l’ambiziosa Elisabetta Farnese e il suo povero marito re Luigi, e in virtù di questo la ragazza era una delle protette della badessa.

Suor Maria Pilar per due giorni rimase impassibile a farle la guardia mentre Eulalia passava dal sonno alla veglia, perennemente alla ricerca di un sistema per avvertire Carlos prima del ritorno della badessa, mai in quei giorni le venne in mente di sopprimere il bambino, né mentre era ancora nel suo ventre o quando sarebbe nato, ma non avrebbe sopportato di perderlo, sapeva che gliel’avrebbero portato via e per quello non l’avrebbe abbandonato com’era accaduto a lei.

<< Pilar, so che non siamo mai state buone amiche ma per amor di Dio, devi aiutarmi >> la supplicò il terzo giorno, suor Maria Luisa doveva essere già a Tarragona.

<< Assolutamente no, sei una peccatrice indegna di portare l’abito che indossi, provo pena e compassione per te, sorella >> fu la risposta dell’altra, sembravano le parole della badessa pensò Eulalia prima di mettersi a sedere sul letto, tremava e appariva una bambina, gli occhi gonfi di lacrime e i capelli corti le conferivano un aspetto che avrebbe deliziato un pittore.

<< Pilar, se non vuoi farlo per me fallo per la creatura che cresce nel mio ventre, non ha colpe e non merita una punizione. Devi portare questo … al padre del bambino, lui … lui mi aiuterà, mi ama così tanto, un amore simile non può essere peccato >> la supplicò mentre prendeva la penna e vergava poche parole incerte.

<< Cosa ti fa credere che lui ti ami? La sua era solo lussuria e quando saprà di questo bambino non vorrà vederti mai più >> tentò di dissuaderla Pilar, che però cominciava ad essere incuriosita dalla vicenda, in quei due giorni le suore, le novizie e le giovani ospiti si erano a lungo interrogate su chi fosse l’amante misterioso di suor Maria Mercedes, la quale fino ad allora era rimasta in silenzio.

<< Lui mi ama, mi ama più di Dio altrimenti non avrebbe mai … se ti dico il nome lo farai? Porterai il mio biglietto? >> la implorò, era la sua unica occasione per comunicare con Carlos, per avvisarlo che entro pochi giorni lei sarebbe stata colpita dallo scandalo e sarebbe bastato poco per scoprire tutta la verità.

<< Come … come puoi dire che ti ama più di quanto ami Nostro Signore? Chi è ? >> le chiese Pilar, sarebbe stata dalla sua parte ora pensò Eulalia, come tutte era divorata dalla curiosità.

<< Carlos … padre Carlos Duncan, è lui il padre del mio bambino, lo amo dal primo istante in cui i nostri occhi si sono incontrati e non riesco ad immaginare la mia vita senza di lui. Lui prova lo stesso, abbiamo combattuto questo sentimento a lungo, potrei dire per anni, poi alla fine è stato troppo forte, ti supplico Pilar, aiutami >> la implorò prima di allungare la mano nella sua direzione, aveva finalmente confessato cosa sentisse per Carlos, ora dipendeva tutto da Pilar. Suor Maria Pilar sgranò gli occhi e si portò le mani alla bocca per reprimere il grido di sorpresa, disgusto e curiosità che le stava salendo dalla gola ma prese lo stesso il biglietto.

   
 
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