L’amore
sconvolse completamente la
vita di Carlos Duncan.
Fino ad
allora si era reputato immune
ad un simile sentimento, come la sua educazione e il suo abito gli
imponevano,
aveva di fronte a sé una grande carriera gli era stato
ripetuto più e più volte
e i suoi insegnanti erano riusciti a creare nel suo cuore disgusto e
una
leggera noia per i sentimenti più terreni.
Prima di
conoscere Eulalia non era mai
stato tentato ma dopo quello che stavano vivendo era cosciente che non
sarebbe
riuscito a vivere senza di lei. Si incontravano tre volte la settimana,
i primi
tempi solamente nel giardino ma nel giro di tre mesi si erano fatti
più
temerari e avevano sfidato il buonsenso nei loro numerosi amplessi. Gli
angoli
buoi della cappella, la foresteria e negli ultimi tempi la stessa cella
di
Eulalia, lui entrava dalla scala che lei ogni sera sistemava sotto la
sua
finestra e di cui si occupava di sistemare la mattina quando sazio e
appagato
lasciava il letto di lui. Ogni notte era una scoperta nuova, nuovi
sistemi per
renderla felice, per sentire la sua pelle contro la sua, la bocca di
lei che lo
cercava ebbra di baci, le dita di Eulalia che percorrevano curiose il
suo
corpo, le cosce di lei che si stringevano con forza ai suoi fianchi
come se
volesse trattenerlo in quel calore inebriante, i seni che si divertiva
a
leccare e succhiare procurandole gemiti di piacere che era costretta a
trattenere per paura di svegliare le altre suore.
<<
Padre perdonami perché sono un peccatore,
padre perdonami perché non ho la forza di smettere di
peccare >> pregava
Carlos ogni volta poco prima di cercare le labbra di Eulalia, lei aveva
i suoi
stessi timori e la sua stessa paura, vivevano quella passione come se
ogni
notte fosse l’ultima e Carlos si sentiva come se fosse
tornato giovane, era la
passione di un giovanotto e non quella di un uomo assennato si era
detto i
primi mesi, prima di esserne completamente travolto. Aveva rinunciato a
tutto
quello senza sapere la verità, se avesse saputo cosa fosse
la passione non
avrebbe atteso così a lungo, passione, desiderio, ardore,
erano sensazioni che
fino ad allora ignorava e ora non bramava altro che recuperare il
godimento che
aveva perso tra le braccia della fanciulla che amava.
Avevano
corso seriamente il rischio di essere
scoperti quando poco prima di Natale avevano consumato un amplesso nel
confessionale, Eulalia aveva brigato in maniera tale da essere
l’ultima delle
suore e lui l’aveva attesa col cuore in subbuglio, era stato
proprio in quel
luogo sacro che la giovane gli aveva confessato per la prima volta di
pensare a
lui due anni fa. Suor Maria de la Mercedes si era devotamente
confessata
ammettendo di peccare di lussuria, di essere innamorata di lui e di non
riuscire a resistere a quel sentimento prima di fargli cenno di
attendere, poi
era uscita dal confessionale. Dopo un secondo Carlos aveva udito un
bussare e
veloce aveva aperto la porticina per farla entrare, in quello spazio
angusto
suor Maria de la Mercedes gli si era offerta, il sudore che le
imperlava la
pelle candida, i capelli che in parte sfuggivano al velo, le mani che
si
stringevano a lui e padre Carlos Duncan che in
quell’occasione si era sentito
vicino al paradiso e all’inferno nello stesso momento e mai
la sua tonaca gli
era stata così d’impaccio.
<<
Potremmo andare via, in Francia, in
Italia, persino tra gli eretici luterani >> aveva
sussurrato una sera
d’agosto, era un’idea con cui baloccarsi ma niente
più, lo sapevano entrambi.
<<
Potremmo, ma non conosco il mondo al di
fuori di queste mura e ho paura >> aveva ammesso Eulalia,
il suo corpo
nudo illuminato dalla luna la rendeva ancora più bella del
solito, bella e
seducente in una maniera che non poteva essere umano si era detto
Carlos prima
di far scivolare le dita lungo la schiena di lei.
<<
Se non fossi una suora mi ameresti lo
stesso, mi sposeresti? >> gli aveva invece chiesto lei
poco dopo
l’Epifania, non era mai troppo freddo in Catalogna e non
avvertivano il freddo,
non con i loro corpi stretti come se fossero ancora intrecciati e
avvinti dalla
passione.
<<
Ti sposerei davanti a Dio e agli uomini il
giorno stesso, e tu mi avresti mai notato tra la folla se non avessi
addosso
questa tonaca? >> aveva ribattuto lui prima che suor
Maria de la Mercedes
cercasse le sue labbra, poi non avevano più parlato, Eulalia
aveva compiuto da
poco diciassette anni e non era mai stata così bella ai suoi
occhi, una giovane
donna che lo amava e chiedeva in cambio solamente di essere ricambiata.
I loro incontri dipendevano dal caso, da quello che
stabilivano in biglietti che lasciavano in luoghi prestabiliti, motivo
per cui
padre Carlos fu sorpreso nel vedere una delle consorelle di Eulalia
entrare
nella chiesa e guardarlo come se fosse in diavolo, negli occhi di
quella
ragazza vi era disprezzo, disgusto ma anche curiosità.
<<
Padre Carlos, devo consegnarvi questo
>> disse la ragazza, cercava di controllare la voce ma
vergogna e rabbia
erano evidenti, prima di allungare la mano e lasciare un biglietto di
fronte a
lui, non lo aveva mai guardato negli occhi, come se il solo pensiero la
disgustasse.
<<
Da parte di chi? E chi siete voi? >>
le chiese mentre la sua mente dipingeva scenari sempre più
tremendi, non sapeva
cosa aspettarsi ma stava cominciando a tremare.
<<
Vengo da parte di suor Maria
de la Mercedes che voi avete disonorato, mi chiamo Maria Pilar e
… l’inferno
aspetta entrambi, voi e il bastardo che sta crescendo nel suo ventre,
se la
badessa scopre che sono venuta a dirvelo mi punirà e la
decana non farà niente
per fermarla >> fu la risposta della giovane suora prima
di uscire il più
velocemente dalla chiesa lasciando padre Carlos Duncan nel terrore:
Eulalia, la
fanciulla che amava, aspettava un figlio da lui, suor Maria de la
Mercedes, la
suora con cui aveva giaciuto per infinite notti era incinta e
nonostante
avrebbe dovuto provare solamente terrore e vergogna Carlos non
poté impedirsi
di sorridere, sarebbe divenuto padre.
Eulalia Maria Valdes, ora suor Maria
de la Mercedes, non si era mai sentita così felice.
L’amore
di Carlos aveva rivelato ai
suoi occhi sensazioni e dettagli che prima ignorava, era come se fosse
rinata
una seconda volta e sapeva di non poter vivere senza di lui, ogni notte
che
passavano insieme era preziosa, ogni abbraccio rubato era un tesoro da
custodire e ogni singolo bacio era per lei un godimento che non credeva
nemmeno
possibile. Era come se vivesse per quegli abbracci, per i momenti in
cui erano
liberi di amarsi, che fosse nella sua cella, negli angoli bui della
cappella o
in quell’angolo segreto del giardino. Non si era mai sentita
così appagata e
felice, era quella la felicità si era detta più
volte poco prima della
preghiera, sentire il corpo di Carlos sopra di sé, sentire
le sue mani che la
sfioravano delicato, la sua bocca che accarezzava e venerava il suo
corpo, un
piacere così stupendo non poteva portare alla dannazione
eterna si era detta
più volte.
Aveva
sognato di fuggire con lui, di
andare ovunque lui desiderasse, di liberarsi di quell’abito
da suora che
dissacrava ogni notte ma aveva paura, paura dello scandalo, di
svegliarsi una
mattina e accorgersi di essere stata solamente un ostacolo alle
ambizioni del
suo amante e soprattutto paura del mondo al di fuori del convento. Non
era mai
uscita e quel mondo le faceva paura, Alexia era l’unica con
cui mantenesse un
contatto e la giovane nelle sue lettere si era spesso lamentata
dell’ipocrisia
della gente, dell’odio e di come si sentisse umiliata nel
dover accondiscendere
ai desideri del marito, era stata tentata di raccontarle di Carlos ma
all’ultimo
momento desisteva sempre, per quanto fossero amiche era opportuno che
nessuna
sapesse la verità, quello era il suo segreto, solo suo.
Con
l’inverno si incontravano nella
sua cella, suor Maria Rafaela aveva dato ordine che le sue protette
potessero
avere una stanza solo per sé stesse, la badessa aveva
ovviamente protestato e
allora la decana aveva ribattuto che se voleva che le giovani
consorelle
vivessero assieme anche lei avrebbe dovuto dare il buon esempio e si
era
offerta per dividere la sua cella con la signora badessa illustrissima,
atteggiamento che aveva fatto infuriare suor Maria Luisa che mal
sopportava con
sempre meno grazia la presenza dell’anziana decana. Le due
donne erano troppo
diverse per intendersi, tutto le divideva: nascita, educazione,
vocazione, solo
il velo le univa.
Eulalia
sapeva di essere tra le
protette di suor Maria Rafaela ma anche la badessa la vedeva di
buon’occhio
altrimenti l’avrebbe destinata ai compiti più
umili invece di affidarle
l’educazione delle ospiti più giovani, bambine tra
i sei e i sette anni che
finivano al convento o perché destinate alla monacazione o
per la loro
istruzione,, suor Maria de la Mercedes era poco più di una
bambina con i suoi
diciassette anni e proprio su questo contava la badessa che apprezzava
la devozione
della giovane suora.
L’amore
per Carlos aveva infatti reso
Eulalia più devota, più ardente nelle preghiere e
molto più assidua
specialmente quando iniziò la Quaresima, non mancava ad un
rosario e ad una
funzione e il suo pallore era stato lodato dalla decana, è
il pallore delle
sante bambina mia aveva dichiarato suor Maria Rafaela entusiasta. Per
questo
quando Eulalia svenne nel mezzo della messa della domenica la decana fu
la
prima a precipitarsi, aveva sempre messo in guardia le novizie dal
troppo ardore
e ora quella poverina era addirittura svenuta si disse mentre faceva
segno alle
suore più vicine di trasportare suor Maria de la Mercedes
nella sua cella,
stava per dirigersi verso al foresteria seguita da suor Maria Isabel
quando la
badessa la fermò.
<<
Ritengo che sia necessario
chiamare un dottore, per quanto confidi in suor Maria Isabel per quel
che
concerne pozioni per dormire o per rilassare la mente non possiamo
affidarle
una delle nostre consorelle >> le fece notare suor Maria
Luisa, era
evidente come stesse cercando di ostacolarla.
<<
Non ritengo saggio esporre i
nostri accidenti di fronte al mondo, madre revendissima
>> le fece notare
suor Maria Rafaela preoccupata.
<<
Apprezzo la sua opinione,
sorella, ma se … dovesse accadere un problema allora
sarà colpa del cerusico e
non di questo santo luogo di cui mi occupo da tempo >> le
rispose la
badessa valendosi della propria autorità prima di dirigersi
verso il suo
scrittoio.
Fu una
fortuna che quel giorno suor
Maria Rafaela non insistette perché quando il dottor Juan
Herrara terminò la
sua visita la diagnosi fu solamente una: la giovinetta aspettava un
bambino.
Suor Maria Luisa rimase per un istante
immobile, paralizzata dalla rabbia e dalla vergogna, poi con una forza
che
nessuno si sarebbe mai aspettato da una donna della sua età
e della sua classe
sociale scansò il giovane medico e si precipitò
nella stanza di suor Maria de
la Mercedes, gli occhi fiammeggianti di collera.
<<
Svergognata, vergogna di
questo luogo santo! Scostumata, sfacciata, donnaccia spudorata! Come
hai osato
fare questo a coloro che ti hanno accolto quando eri solo una neonata
piagnucolante? Avrei dovuto lasciarti marcire al freddo! Disonorata, ci
disonorerai tutte! Dimmi il suo nome, pretendo di sapere il nome del
tuo
amante, devo pur dare un volto all’uomo che ti ha
ingravidata! >> urlò
prima di lanciarsi verso Eulalia che nell’udire quelle parole
aveva perso il
poco colore che aveva riguadagnato. Un figlio, aspettava un figlio da
Carlos …
lei, una suora, avrebbe avuto un figlio, il figlio di una suora e di un
prete.
L’orrore, la vergogna e l’umiliazione la colpirono
più forte delle unghie di
suor Maria Luisa che le stavano lacerando la pelle, assieme
all’amore per la
creatura che cresceva nel suo ventre, quell’esserino era
innocente anche se
frutto di un’unione peccaminosa, molteplici unioni
pensò evitando di sorridere.
Furono necessarie tre suore e il
dottor Herrera per allontanare suor Maria Luisa da lei ma quello che le
fece
più male fu vedere lo sguardo ferito e carico di
disapprovazione di suor Maria
Rafaela, la decana si era sempre occupata di lei, aveva incoraggiato la
sua
vocazione e ora lei l’aveva delusa dissacrando
l’abito che indossava e violando
i suoi voti, eppure non riusciva a sentirsi colpevole, non mentre
pensava a Carlos,
a quanto sarebbe stato felice di saperlo.
Suor Maria
Luisa lasciò la stanza
solamente dopo aver fatto giurare al dottor Herrera di non dire
alcunché su
quella situazione, si sarebbe recata personalmente a Tarragona per
udire un
secondo parere e che non si azzardasse a lasciare la stanza
urlò prima di
ordinare a suor Maria Pilar di rimanere a sorvegliare
quell’indegna svergognata
che le aveva disonorate tutte. Suor Maria Pilar era natia di Vic, i
suoi nonni
avevano fatto parte dell’entourage che aveva accompagnato
Luisa Isabel di
Borbone, l’effimera e pazza regina di Spagna che con le sue
stravaganze fece
vergognare il folle re Filippo, l’ambiziosa Elisabetta
Farnese e il suo povero
marito re Luigi, e in virtù di questo la ragazza era una
delle protette della
badessa.
Suor Maria
Pilar per due giorni rimase
impassibile a farle la guardia mentre Eulalia passava dal sonno alla
veglia,
perennemente alla ricerca di un sistema per avvertire Carlos prima del
ritorno
della badessa, mai in quei giorni le venne in mente di sopprimere il
bambino,
né mentre era ancora nel suo ventre o quando sarebbe nato,
ma non avrebbe
sopportato di perderlo, sapeva che gliel’avrebbero portato
via e per quello non
l’avrebbe abbandonato com’era accaduto a lei.
<<
Pilar, so che non siamo mai
state buone amiche ma per amor di Dio, devi aiutarmi >>
la supplicò il
terzo giorno, suor Maria Luisa doveva essere già a Tarragona.
<<
Assolutamente no, sei una
peccatrice indegna di portare l’abito che indossi, provo pena
e compassione per
te, sorella >> fu la risposta dell’altra,
sembravano le parole della
badessa pensò Eulalia prima di mettersi a sedere sul letto,
tremava e appariva
una bambina, gli occhi gonfi di lacrime e i capelli corti le
conferivano un
aspetto che avrebbe deliziato un pittore.
<<
Pilar, se non vuoi farlo per
me fallo per la creatura che cresce nel mio ventre, non ha colpe e non
merita
una punizione. Devi portare questo … al padre del bambino,
lui … lui mi
aiuterà, mi ama così tanto, un amore simile non
può essere peccato >> la
supplicò mentre prendeva la penna e vergava poche parole
incerte.
<<
Cosa ti fa credere che lui ti
ami? La sua era solo lussuria e quando saprà di questo
bambino non vorrà
vederti mai più >> tentò di
dissuaderla Pilar, che però cominciava ad
essere incuriosita dalla vicenda, in quei due giorni le suore, le
novizie e le
giovani ospiti si erano a lungo interrogate su chi fosse
l’amante misterioso di
suor Maria Mercedes, la quale fino ad allora era rimasta in silenzio.
<<
Lui mi ama, mi ama più di Dio
altrimenti non avrebbe mai … se ti dico il nome lo farai?
Porterai il mio
biglietto? >> la implorò, era la sua unica
occasione per comunicare con
Carlos, per avvisarlo che entro pochi giorni lei sarebbe stata colpita
dallo
scandalo e sarebbe bastato poco per scoprire tutta la verità.
<<
Come … come puoi dire che ti
ama più di quanto ami Nostro Signore? Chi è ?
>> le chiese Pilar, sarebbe
stata dalla sua parte ora pensò Eulalia, come tutte era
divorata dalla
curiosità.
<<
Carlos … padre Carlos Duncan,
è lui il padre del mio bambino, lo amo dal primo istante in
cui i nostri occhi
si sono incontrati e non riesco ad immaginare la mia vita senza di lui.
Lui
prova lo stesso, abbiamo combattuto questo sentimento a lungo, potrei
dire per
anni, poi alla fine è stato troppo forte, ti supplico Pilar,
aiutami >>
la implorò prima di allungare la mano nella sua direzione,
aveva finalmente
confessato cosa sentisse per Carlos, ora dipendeva tutto da Pilar. Suor
Maria
Pilar sgranò gli occhi e si portò le mani alla
bocca per reprimere il grido di
sorpresa, disgusto e curiosità che le stava salendo dalla
gola ma prese lo
stesso il biglietto.