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Autore: ___Page    20/12/2016    5 recensioni
1: C’erano tante cose che Nick Wilde non avrebbe dovuto fare e sapeva che non avrebbe dovuto fare ma che finiva per fare lo stesso.
Genere: Angst, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INSTINCT





C’erano tante cose che Nick Wilde non avrebbe dovuto fare e sapeva che non avrebbe dovuto fare ma che finiva per fare lo stesso.
Per esempio, chiudersi nell’ufficio del Capitano Bogo dopo aver attraversato di corsa l’intera centrale di polizia era sicuramente una cosa da non fare ma il corpo aveva smesso di rispondere quando aveva individuato una porta che si potesse chiudere a chiave e che non fosse quella di un bagno, sotto cui Judy si sarebbe potuta infilare tranquillamente per raggiungerlo.
In effetti, se Nick stava facendo una cosa da non fare era solo per non fare un’altra cosa da non fare. Stare vicino a Judy.
Faceva male solo pensarlo ma dopo quello che era accaduto non aveva alternative. Tanto più che era stata una reazione istintiva. Quando quella mattina la coniglietta era entrata allo ZPD, salutando con un allegro “Buongiorno! Avete visto Nick?”, Nick si era lanciato dalla propria scrivania verso il corridoio senza guardare in faccia nessuno, scontrandosi con Wolford, rovesciando il caffè a McHorn per poi entrare in scivolata nell’ufficio, passando giusto giusto tra le gambe del Capitano.
Molto antisgamo, Nick, davvero molto antisgamo.
-Wilde!-
Il vocione chiaramente furibondo del bufalo lo fece sobbalzare. Immobile in mezzo alla stanza e con il respiro affannato, Nick si guardò intorno alla ricerca di qualcosa che facesse al caso suo, per poi trascinare la sedia al di qua della scrivania di Bogo e bloccarla in obliquo sotto la maniglia della porta.
-Esci dal mio ufficio, dannato canide con il distintivo!-
-Ehi Capitano, che succede?!-
Clawhauser.
-A quanto pare Wilde oggi ha voglia di giocare a guardie e ladri.- rispose Bogo, soffiando dal naso e alcuni attimi di silenzio seguirono la sua risposta. Anche da dentro l’ufficio, anche in ansia come si sentiva in quel momento, Nick non ebbe difficoltà a vedere con l’occhio della mente il tondo ghepardo guardare alternativamente la porta e il Capitano, la porta e il Capitano, infilandosi in bocca una, due, tre ciambelle. -Si è chiuso nel mio ufficio e non vuole uscire!- sbottò il bufalo.
-Davvero? E come mai?-
-Non ne ho idea, Clawhauser.-
-Certo che è proprio strano. Ehi Judy! Tu sai per caso perché Nick si è chiuso nell’ufficio del Capitano?-
Il sangue di Nick gli si gelò nelle vene e sgranò gli occhi terrorizzato. Maledetto Clawhauser! Che imparasse a farsi gli affari propri!
Ma ormai era tardi. A quelle parole l’espressione di Judy era passata dal sorpreso al determinato, con una punta di irritazione, e la coniglietta era tornata sui propri passi, imboccando il corridoio che portava all’ufficio, le zampette chiuse a pugno.
Senza troppe cerimonie, si accostò alla porta e bussò decisa due volte. -Nick! Che cosa fai lì dentro? Vieni fuori!-
La volpe rabbrividì e si raggomitolò su se stessa, le zampe a tenere piegate le larghe orecchie rosse mentre prendeva a dondolare con gli occhi sbarrati dal terrore.
-Devi stare lontana da me, Carotina!- esclamò con urgenza e una punta di implorazione.
La voce non sembrava nemmeno la sua e Judy fece un passo indietro, presa in contropiede. Cosa gli prendeva?
Ma Nick non aveva nessuna intenzione di collaborare perché non aveva nessuna intenzione di raccontare ad alta voce il momento di quella mattina in cui il mondo gli era crollato addosso, anche se non riusciva a smettere di rievocarlo nella sua testa.
Sapeva che non avrebbe mai dovuto prendere un appartamento con Judy, sapeva che dopo amici e partner diventare coinquilini era tirare troppo la corda ma soprattutto sapeva che non avrebbe dovuto mai addormentarsi accanto a lei. Non sapeva cosa gli fosse preso ma non ci voleva un genio per spiegare perché si era svegliato con zanne e artigli sfoderati e sopra di lei, che lo aveva guardato con i suoi occhioni viola sgranati e colmi di paura.
Non aveva alcuna importanza quanto lui desiderasse che non fosse così, quanto lei lo rassicurasse che era molto più di quello. Nick aveva capito in quel momento che l’istinto di un predatore non si sopprime facilmente. Non sarebbe bastato un distintivo, come non era bastata la divisa da scout, per cambiare la sua natura. E sapeva anche perché il problema aveva iniziato a presentarsi solo ora.
Che cosa si aspettava? Vivere ventiquattr’ore su ventiquattro con un coniglio, la sua preda prediletta, non poteva che risvegliare quella natura predatrice che era solo sopita in lui.
Doveva stare lontano da Judy, non c’era altra soluzione, o avrebbe finito con il ferirla.
Il problema era che Judy non sembrava affatto intenzionata a stare lontana da lui.
-Nick andiamo. Qualunque cosa sia successa sono certa che non è irreparabile.- insistette la coniglietta, parlando più dolcemente attraverso la porta.
Scambiò un’occhiata preoccupata con Ben e il Capitano quando non ricevette risposta e si portò una zampa alla fronte, sospirando. La giornata era già iniziata male con Nick che era scappato via dal loro appartamento sordo a qualsiasi richiamo e ora la evitava senza un apparente motivo. Che cosa…
Un pensiero improvviso la colpì e si girò verso la porta a occhi socchiusi. Possibile che Nick non ricordasse cosa fosse successo? Forse nella confusione aveva completamente scordato l’incubo, forse… forse…
Oh per tutti i tuberi! Possibile che Nick fosse così ottuso da pensare seriamente di averla aggredita?!
-Nick…- lo chiamò di nuovo e si schiarì la gola prima di proseguire, non senza un’occhiata di striscio a Ben e Bogo. -Nick, per caso sei lì dentro per via di quello che è successo stamattina?-
Il rumore che fece la volpe nel trattenere il fiato fu una risposta più che sufficiente.
-Nick non mi hai aggredita…-
-Carotina…-
-No! Nick, dico sul serio! Non mi hai aggredita! Stavi facendo un brutto sogno e io ti ho svegliato ma ti garantisco che non ce l’avevi con me.-
Lentamente, Nick si voltò verso la porta lasciando scivolare le zampe giù dalle orecchie. -Ma… ma avevo zanne e artigli sfoderati…-
-Beh sì ma ce l’avevi con il telecomando, ecco.- mormorò, dispiaciuta di rivelare tutti quei dettagli davanti al Capitano.
Nick sgranò gli occhi incredulo, cercando di rievocare qualcosa di quel fantomatico incubo ma nella sua testa era tutto troppo confuso. -E allora perché ero… a-ehm… s-sopra di te?-
Le guance di Judy presero fuoco e lanciò un’altra occhiata in tralice a Ben e Bogo, senza celare una punta di fastidio stavolta. Non era abbastanza chiaro che fosse ormai diventata una conversazione privata, per non dire intima?! Non potevano andare a farsi un giro?!
Ma tanto ormai il danno era fatto e poi non poteva dire al Capitano di levare le tende, così prese un profondo respiro e chiuse gli occhi prima di rispondere. -Non ne sono sicura al cento per cento ma è altamente probabile che stessi cercando di proteggermi, visto che continuavi a ripetere “Lascia stare Judy”.- disse tutto d’un fiato.
-Awwwwww! Che cosa dolce!- esclamò Clawhauser, intrecciando le zampe e accostandole alla guancia.
Judy si passò una zampa sul muso. Che imbarazzo, santa semina!
Fortunatamente, il rumore della sedia che veniva strisciata via e della serratura che scattava le diedero altro a cui pensare. Improvvisamente incurante della presenza di Ben e Bogo, trattenne il fiato impaziente, il suo unico pensiero poter vedere Nick e accertarsi che stesse bene.
Orecchie basse e una zampa ad accarezzarsi il coppino, la volpe finì di aprire la porta e lanciò un’occhiata di sottecchi al bufalo. -Mi scusi Capitano.- mormorò abbacchiato, la coda tra le gambe.
Bogo incrociò le zampe al petto e soffiò dal naso tumido, un’espressione severa sul volto. -Per questa volta te la cavi con un avvertimento Wilde. Rifallo e ti relego ad ausiliario del traffico per un anno, chiaro?- sbraitò senza lasciargli nemmeno il tempo di rispondere prima di entrare nel proprio ufficio, sbattendo violentemente la porta.
Un silenzio imbarazzato scese nel corridoio e Nick lanciò un’altra occhiata di sottecchi, stavolta a Judy, che lo fissava con un sopracciglio sollevato e battendo veloce una zampa sul pavimento.
-Carotina io…- cominciò Nick, per poi girarsi verso destra e fulminare con gli occhi il ghepardo. -Clawhauser, non hai niente di meglio da fare? Che so, ingozzarti di ciambelle, scaricare qualche app sul tuo cellulare, dimagrire!-
-Nick!- lo ammonì Judy.
-Non preoccuparti Judy!- la fermò Clawhauser, avviandosi per tornare alla propria postazione a passo di danza. -Nulla può toccarmi oggi! Quello che ho sentito ha reso questa giornata indimenticabile! Io adoro le storie d’amore!- esclamò, sculettando sull’ultima frase, prima di sparire dietro l’angolo, lasciando Nick e Judy soli, imbarazzati e senza parole.
-Aaaahhhh… Ehm…- cominciò la volpe. -Ecco f-forse dovremmo… dovremmo…- gesticolò sconnesso.
-Cominciare il servizio…- completò Judy, altrettanto in difficoltà ed evitando il suo sguardo.
-Sì ecco sì! O-ottima idea Carotina!-
-Allora a-andiamo eh, che ne dici?!- concluse la coniglietta, avviandosi a sua volta per lasciare il corridoio ma fece solo pochi passi prima di accorgersi che Nick non la stava seguendo.
Si voltò perplessa e preoccupata verso il proprio partner. -Ehi Nick…- cominciò con l’intenzione di chiedergli se stesse bene ma fu preceduta.
-Judy… Volevo ringraziarti…- ammise Nick, lisciandosi il pelo tra le orecchie con una zampa. Ancora più perplessa, Judy si voltò completamente verso di lui. -Sai per… per credere così tanto in me e per… coprirmi sempre le spalle.- concluse sollevando finalmente il muso e regalandole un ghigno pieno di gratitudine.
Il cuore di Judy perse un battito e la coniglietta sgranò gli occhi prima di rilassarsi e sorridere a sua volta.
Volpe ottusa che non era altro.
Senza pensare, Judy ripercorse 
a ritroso la poca distanza che aveva già coperto e scoccò un bacio sulla guancia di Nick, lasciandolo interdetto. Trattenne una risatina quando vide la sua espressione e poi si affrettò di nuovo verso l’uscita del corridoio.
-Dai andiamo.- lo incitò, scuotendo appena il capo, le guance accaldate.
Ah, Nick Wilde. Un giorno o l’altro sarai la mia rovina.
      
  
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