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Autore: Fabb5000    20/12/2016    3 recensioni
Sono passati parecchi anni da quando Lyon, Stefano, Anna e Mario giocavano a Minecraft e, insieme a quei tempi, si è conclusa anche la FailCraft. Ora Lyon, ormai ultracentenario, conscio che ormai non gli resta molto tempo, decide di rivelare alla sua nipote sedicenne la sua vera storia, ovvero quella che successe dopo gli avvenimenti di "A caccia di Herobrine"; la storia che lo rese un eroe non solo in Minecraft, ma in tutti i mondi, e che va tramandata alle generazione future prima della fine. La storia di come lui, Stefano, Anna e Mario salvarono tutti gli universi da una terribile piaga. [[Consigliabile, ma non indispensabile, legge il prologo]]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'FailCraft in real life'
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-Minecraft?- chiese Mario disorientato. -Ma che dici? Quello è un gioco, non possiamo mica esserci finiti dentro!-

-E sentiamo, allora come te lo spieghi che intorno a noi non c'è una curva a morire?- chiese Lyon, indicandogli con la mano l'intero paesaggio che li circondava.

Stranamente, quel luogo iniziava a sembrargli molto familiare; non capiva perché, ma ne ricordava i dettagli come se ci fosse già stato.

-E adesso che cosa facciamo?- chiese Stefano allibito.

Lyon ci pensò su : -Il mio consiglio ora è di costruirci un riparo per la notte, dato che probabilmente potremmo essere attaccati da zombie o roba simile. Penseremo al da farsi quando saremo al sicuro-

-Non credo ci sia bisogno di un riparo- disse Anna, che fra tutti pareva quella che aveva mantenuto meglio i nervi saldi.

Tutti si voltarono verso di lei : -Ma non ve ne rendete conto? Guardatevi intorno! Il mare, le caverne, i boschi ...-

Lyon rimase per un istante confuso, poi si illuminò : -Ma certo! Questo è il mondo in cui abbiamo girato la FailCraft! Questo significa ...- si voltò verso la spiaggia del mare e guardò bene; in lontananza scorse quella che pareva una grossa casa nera e rossa. -Ma si, guardate! Quella è casa nostra!-

-Ma non era stata distrutta durante il Pandemonium?- chiese Stefano.

-Ma chi se ne importa!- esclamò Lyon. -Andiamo li, magari troveremo delle risposte!-

E corsero a perdifiato fino alla riva del mare, giungendo infine alla porta di casa. Era esattamente come l'avevano costruita nel gioco. -Quanto ho desiderato metterci piede veramente!- disse Mario, varcando la soglia.

-Già! È una bella sensazione!- esclamò Stefano, per poi addentare un pezzo di pane : -E dire che pensavo sapesse di metallo! Invece è meglio del pane del nostro mondo!-

-Ehm ... ragazzi?- chiese improvvisamente Anna. -Se avete finito di divertirci, venite qui. Penso vi sia sfuggita una piccola cosa-

Lyon, Stefano e Mario si diressero nel punto da dove proveniva la voce di Anna, e scoprirono che si trattava della gabbia in cui nella FailCraft avevano rinchiuso Herobrine.

Solo che, stranamente, era vuota. Le statue che la componevano erano completamente vaporizzate. A terra si vedevano i loro resti semisciolti per il calore. A quanto pare il loro vecchio nemico si era alla fine liberato.

-Beh, credo che sia chiaro chi ci ha portati qui- disse Mario.

-Non saltiamo a conclusioni affrettate- disse Lyon. -Non credo che Herobrine abbia questo potere. E comunque ti ricordo che abbiamo altri nemici qui, e molti anche. Baba Jaga, ad esempio-

-Oppura Entity303- disse Anna.

Stefano scoppiò a ridere : -Che stai dicendo? Abbiamo visto tutti che Lyon lo ha sconfitto-

-Vero, l'ha sconfitto. Ma lui può essere distrutto?- chiese Anna.

-Ne parliamo dopo, va bene?- chiese Lyon. -Sta calando la notte, e non voglio farmi trovare qua fuori quando la zona si riempirà di mostri. Quindi adesso torniamo dentro, e speriamo che il pane che si è pappato Stefano non fosse l'unico alimento presente in questa casa-


***************************


La preoccupazione di Lyon si rivelò infondata. Pochissimi mostri si fecere vivi al calar delle tenebre e le dispense della casa erano ben fornite.

Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta. Il gruppo stava cenando, e quella visita li sorprese.

Lyon andò ad aprire, temendo si trattasse di Herobrine o qualcun'altro dei suoi vecchi nemici. Invece no : era un grosso Enderman, alto e robusto, con due magnifici occhi verdi. -Grantinks, al vostro servizio!- disse con un inchino.

Lyon lo guardò confuso : -Ehm ... piacere. Desiderate?-

-Nulla di che- disse l'Enderman entrando. -Sto solo aspettando delle persone. Avete da mangiare?-

Grantinks si sedette al tavolo, non badando agli sguardi interrogativi che gli puntavano Stefano, Mario e Anna. Lyon, di canto suo, era rimasto immobile davanti alla porta chiedendosi che cosa ci facesse quell'Enderman in casa loro, quando bussarono di nuovo alla porta.

Stavolta erano due gli Enderman : uno, più alto e snello, aveva gli occhi azzurri, mentre l'altro, più basso e tarchiato, aveva gli occhi gialli come mimose. -Haratune e Hurakan, al vostro servizio!- esclamarono entrambi.

Lyon stavolta non spiaccicò nemmeno parola; si limitò a farli entrare. Questi si sedettero al tavolo e iniziarono a conversare con Grantinks. Che parve molto felice di vederli.

Poi bussarono nuovamente alla porta. Stavolta Lyon perse la pazienza : -Ok, adesso basta!- gridò aprendo la porta. -Non vogliamo altri Enderman o qualsiasi altro mob che voglia ...- ammutolì, notando ciò che troneggiava di fronte a lui.

Sulla soglia c'era un Enderman incredibilmente muscoloso e massiccio, con spalle larghe come armadi e mani che terminavano con unghie lunghe come la testa di Lyon. -Klingoon, al vostro servizio!- disse, masticando le parole come se stesse mangiando del metallo.

Lyon lo fece subito entrare, temendo cosa avrebbe fatto se avesse provato a rifiutargli ospitalità. Mentre l'Enderman si avviava verso il tavolo, alla porta bussarono nuovamente.

Lyon aprì temendo di trovarsi di fronte un altro Enderman. Invece no : sulla soglia c'era un uomo calvo, alto come lui, che il ragazzo riconobbe subito. -Notch- mormorò con voce stanca.

L'uomo sorrise : -Al vostro servizio-
   
 
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