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Autore: Crystal25396    21/12/2016    3 recensioni
Che non ci si possa smaterializzare all’interno dei confini di Hogwarts è un particolare che chiunque abbia mai letto “Storia di Hogwarts” conosce. Eppure quella mattina, qualcuno vi era riuscito.
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Dal secondo capitolo:
Quando Hagrid, dopo aver bussato, ottenne il permesso di entrare, i due trovarono il preside seduto alla sua scrivania, che li osservava dietro i suoi occhiali a mezzaluna.
«Oh, Hagrid! Qual buon vento ti porta? Qualche problema o questione che vorresti discutere sul tuo nuovo incarico?»
«No signore. Non ho problemi con quello, ma con questo qui» rispose Hagrid facendo cenno allo strano tizio col cravattino, che si stava guardando attorno incuriosito, con un’espressione innocente e bambinesca sul volto.
Quando si rese conto che l’attenzione era rivolta tutta verso di lui, l’uomo fece un profondo inchino verso il preside, salutandolo con un amichevole «Salve!»
«L’ho trovato vicino al Lago Nero. Credo che abbia qualche rotella fuori posto…»
«Ehi!» esclamò l’uomo con aria imbronciata.
«…e che sia un Babbano.»

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Cross-over Harry Potter / Doctor Who
La storia può essere letta anche da chi non ha mai visto Doctor Who.
Genere: Fantasy, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Remus Lupin, Rubeus Hagrid, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Capitolo 6
Il Molliccio
 
 

Da quella sera nelle cucine, per il Dottore fu sempre più difficile parlare con Remus. Aveva la strana sensazione che il giovane professore lo stesse evitando e per un attimo, temette che la colpa fosse sua. Forse Remus aveva colto qualcosa nel suo sguardo, quella sera, che lo aveva spaventato. Qualcosa di nuovo e di diverso rispetto a quello che solitamente si coglieva negli occhi del Dottore.
Ma erano solo congetture le sue e fino a quando non fosse riuscito a trovare una scusa per parlare di nuovo con Remus e risolvere la questione, sarebbero rimaste tali.
Fortunatamente l’occasione arrivò prima di quanto pensasse. Era un martedì e la giornata aveva preso una piega interessante fin dalla colazione.
Il Dottore era seduto fra il professor Vitius e Remus – che era stato costretto dalla mancanza di posti disponibili a sedersi lì – quando uno stormo di gufi attirò la loro attenzione, planando sulle teste di tutti i presenti e lasciando cadere davanti all’interessato il pacchetto o le lettere che trasportavano.
«Non credo che mi abituerò mai alle fotografie stampate su carta in movimento. Ti spiace, Remus?» chiese il Dottore prendendo la copia della Gazzetta del Profeta che Remus aveva ricevuto, aprendola senza neanche aspettare una risposta.
«Sirius Black. Chi è Sirius Black?» domandò il Dottore osservano con attenzione la prima pagina del giornale.
Al centro, in bella vista, un uomo dal volto scavato e i lunghi capelli arruffati strizzò l’occhio al Dottore.
Remus smise per un brevissimo istante di mangiare, mentre il professor Vitius gli scoccò uno sguardo sorpreso.
«Davvero non lo sa, Dottore?» chiese il professore di Incantesimi.
«Dovrei?»
«Beh, direi proprio di si, visto che è il maggior ricercato in tutta la Gran Bretagna, mondo Babbano compreso. E’ stato rinchiuso ad Azkaban per dodici anni, ma alla fine di quest’estate è riuscito a fuggire. E’ a causa sua se i confini di Hogwarts sono presidiati dai Dissennatori.»
«E cosa ha fatto di tanto tremendo?»
«Era un sostenitore di Voldemort» intervenne Remus con tono piatto.
Il professor Vitius fu scosso da un brivido di terrore. «Remus, non dire quel-»
«E’ stato lui a tradire la fiducia di Lily e James. Ora scusatemi, ma ho una lezione da preparare.» concluse Remus alzandosi e facendo un cenno di saluto con il capo.
Il Dottore tornò a fissare la foto sul giornale, poi lesse l’articolo:

 
AVVISTATO SIRIUS BLACK
E’ di poche ore fa la notizia che Sirius Black, il latitante pluriomicida evaso lo scorso Luglio, è stato avvistato nella cittadina Scozzese di Dartown.
La segnalazione è arrivata da una donna Babbana che dopo averlo riconosciuto ha chiamato il numero speciale messo a disposizione dei Babbani per comunicare con il nostro Ministero. Una volta che gli Auror sono giunti sul posto, però, le tacce di Black erano già scomparse.
«Bisogna tenere gli occhi aperti, ma dobbiamo avere fede» ha dichiarato il Ministro della Magia Cornelius Caramel, cercando di tranquillizzare la popolazione magica del luogo «Anche se pazzo e pericoloso, Black è debole, ha passato ben dodici anni ad Azkaban, a stretto contatto con i Dissennatori che ora perlustrano giorno e notte tutto il territorio nazionale. Non può essere andato lontano e sono certo che non ci vorrà molto prima che gli Auror lo catturino. E vorrei rassicurarvi sul fatto che i vostri figli non corrono alcun pericolo: Hogwarts è ora una fortezza inaccessibile e nessuno può sperare di varcare i confini senza prima essere ispezionato dai Dissennatori.»
Nel frattempo, raccomandiamo a tutti la massima vigilanza ed esortiamo a segnalare all’ufficio Auror qualsiasi movimento sospetto.
 

«Non mi piace» ammise il Dottore ripiegando il giornale.
«Non mi stupisce, è un pazzo assetato di vendetta.» concordò il professor Vitius, alzandosi da tavola e dirigendosi alla sua lezione, lasciando così il Dottore solo al tavolo dei professori.
«Veramente parlavo di me!» gli urlò con non troppo entusiasmo, attirando solo l’attenzione di un paio di studenti del primo anno «E’ da quando sono qui che mi sfugge qualcosa. Più di qualcosa, a dirla tutta. E la cosa non mi piace…»
 
Il Dottore passò la mattinata in biblioteca. Madama Pince, una donna molto severa e intransigente, lo accolse con un inquietante sorriso e gli indicò con estrema gentilezza il reparto in cui avrebbe trovato i tomi che gli interessavano. A detta dei gemelli Weasley, Madama Pince si era presa una bella cotta per il Dottore.
«Quella specie di avvoltoio denutrito non ha mai usato parole gentili se non per i suoi amati libri» gli aveva detto Fred quando un pomeriggio li aveva incontrati fra gli alti scaffali.
«Con lei, invece, è sempre così… Disgustosamente dolce!» aveva continuato George con una smorfia «E’ cotta di lei.»
«Ma figuriamoci…» aveva detto il Dottore facendo un cenno di noncuranza con la mano e sbuffando leggermente. Poi aveva osservato lo sguardo complice dei due gemelli.
«Dite sul serio?» domandò preoccupato e anche vagamente lusingato.
«Garantito» risposero all’unisono.
Il Dottore cercò di ricomporsi dall’espressione di disgusto che gli si era dipinta in volto, risistemandosi il cravattino con un gesto automatico.
Irma Pince era una donna molto intelligente e autoritaria, ma il Dottore non poteva negare che nei suoi confronti si comportava in maniera esageratamente cordiale. Gli concedeva persino di sorseggiare una tazza di tea o di mangiare dei biscottini al burro mentre leggeva in biblioteca! E quella era una cosa che avrebbe vietato anche al Ministro della Magia in persona. Senza contare che non perdeva occasione per parlare con lui, diventando a tratti logorroica; tentava in ogni occasione di sfiorargli le mani e una volta si era perfino attaccata al suo braccio per scortarlo in una postazione di lettura che lei stessa gli aveva tenuto libero. E ora che ci pensava, aveva la strana abitudine, quando lo guardava, di sgranare gli occhi e i fissarlo con sguardo adorante, il viso con il lungo e arcuato naso poggiato sulle scheletriche braccia.
Per fortuna, da quel giorno, il Dottore aveva trovato un abile stratagemma per tenerla a debita distanza da se: gli bastava dire che era stanco per le lezioni notturne o che preferiva rimanere da solo per concentrarsi meglio e lei lo lasciava senza neanche fiatare, felice di soddisfare ogni sua richiesta.
 
Il Dottore rimase in biblioteca tutta la mattinata e solo quando alzò lo sguardo sull’orologio che portava al polso si rese conto che erano quasi le tre del pomeriggio.
«Accidenti, com’è tardi!»
Si alzò e rimise velocemente a posto i libri, poi si diresse a grandi passi verso la sala professori. Quando giunse davanti la porta, questa si aprì e un infastidito professor Piton lo squadrò da capo a piedi prima andarsene. Nell’aula un’intera classe del terzo anno lo fissava.
«Ho fatto qualcosa?» chiese il Dottore spostando lo sguardo dagli studenti alla schiena del professor Piton, che ormai era già in fondo al corridoio.
«Dottore!» disse una voce. Dall’interno della sala professori, dietro i ragazzi e accanto all’armadio dove di solito loro insegnanti riponevano i mantelli, Remus lo guardava sorridendo.
«Sto per iniziare una piccola lezione pratica. Ti va di assistere?»
«Una lezione pratica!» si rianimò il Dottore battendo e sfregandosi le mani con foga, chiudendo la porta e percorrendo la stanza a lunghi passi «Mi piacciono le lezioni pratiche! Sono molto più divertenti delle teoriche… Facevo pena nelle teoriche, ma in effetti anche nelle pratiche, sono stato bocciato tre volte in “Fondamenti di Guida per Veicoli di Tempo e Relativa Dimensione interne allo Spazio”!»
«In che cosa?» domandò Seamus Finnigan, mentre gli occhi di tutti erano fissi su di lui.
«Oh beh, ecco, si tratta di… No! Non importa. Lunga storia! Ve la spiegherò magari un’altra volta. Allora, Remus! Lezione, magia, armadio... Mi piace… Cosa hai in serbo per i nostri piccoli Grifondoro del terzo anno?» concluse mischiandosi fra gli studenti ancora a bocca aperta, gli occhi fissi su Remus e un sorriso entusiasta sulle labbra.
Il professor Lupin scosse la testa per riprendersi dalla sorpresa. Quell’uomo non solo diceva cose strane, ma parlava anche tantissimo e ad una velocità impressionante, senza riuscire a smettere di gesticolare. Sapeva comunicare non solo con le parole, ma anche e soprattutto con il corpo, forse in maniera perfino esagerata, che lo facevano sembrare ancora più strano di quanto già non fosse.
Remus si avvicinò all’armadio e questo ondeggiò improvvisamente, sbattendo contro il muro. Alcuni ragazzi balzarono indietro spaventati.
«Niente paura» disse Remus con calma «C’è un Molliccio lì dentro.»
 Il Dottore vide le facce dei ragazzi rimanere tese e preoccupate.
«I Mollicci amano i luoghi chiusi e oscuri» spiegò il professor Lupin.
«Gli armadi, gli spazi sotto i letti, le antine sotto i lavandini… Una volta ne ho incontrato uno che si era insediato in una pendola. Questo si è trasferito lì dentro ieri pomeriggio, e ho chiesto al preside di lasciarcelo per poter fare un po’ di pratica. Allora, la prima domanda che dobbiamo porci è questa: cos’è un Molliccio?»
La mano di Hermione schizzò in cielo e lo sguardo del Dottore venne nuovamente calamitato verso quella chioma ribelle e crespa. La lezione stava proseguendo, la risposta della ragazza si era rivelata corretta, e la sua mano si era alzata un’altra volta, prima di abbassarsi delusa, quando Harry Potter aveva risposto brillantemente alla domanda di Remus. Ma le orecchie del Dottore erano come ovattate, i suoi occhi fissi su quella ragazzina. Era come se esistessero solo loro due, non avvertiva più niente se non il vorticare furioso dei suoi pensieri.
Possibile che..?
Con cautela estrasse il Cacciavite Sonico dalla giacca e senza farsi vedere lo puntò sulla ragazza, infilandoselo poi nuovamente nel taschino.
Ma come? Che si stesse sbagliando? In fondo era possibile, con tutta la concentrazione magica che c’era a Hogwarts.
Il Dottore tentò di non far notare troppo quanto Hermione avesse catturato la sua attenzione e tornò a guardare Remus, che ora stava parlando di qualcosa con Neville Paciock. Eppure non riuscì a concentrarsi: la sua mente era da tutt’altra parte e i suoi occhi ogni tanto scivolavano furtivamente verso la Grifondoro, che stava seguendo la lezione con interesse.
Venne riscosso dai suoi pensieri solo quando uno schiocco di frusta seguito da una fragorosa risata irruppe nell’aula e una scena alquanto comica di dipinse davanti agli occhi del Dottore. Trattenersi fu difficile e subito si unì alle risa dei ragazzi: davanti a loro, l’austero professore di Pozioni agitava una grossa borsa scarlatta appesa all’avambraccio, con indosso un lungo abito orlato di pizzo e in testa un alto cappello con avvoltoio annesso.
Severus Piton si guardò attorno confuso, indietreggiando leggermente, poi iniziò a girare attorno a Calì Patil, che si era fatta avanti dopo essere stata chiamata dal professor Lupin.
Si udì un altro schiocco e al suo posto comparve una mummia, con lugubri pezzi di bende che penzolavano dal corpo e diverse scie di sangue che con atroce lentezza gocciavano fino a terra. Il suo volto senza occhi era rivolto verso Calì.
«Riddikulus!» gridò la ragazza e la mummia ruzzolò per terra, inciampando sulle sue stesse bende.
Un’altra fragorosa risata riempì l’aula e da lì iniziò un susseguirsi di creature spaventose e limpide risate: la mummia venne presto sostituita da una banshee, poi un serpente a sonagli, una mano tagliata e un orrendo e gigantesco ragno nero.
Lo stesso Dottore dovette ammettere che quell’essere a otto zampe era parecchio inquietante, la cosa più spaventosa che era apparsa fino a quel momento senza ombra di dubbio. O almeno, era spaventoso fino a quando Ron non lanciò il suo «Riddikulus!» e il ragno non iniziò a scivolare non riuscendo a tenersi in equilibrio su quelle quattro paia di pattini che improvvisamente erano comparsi ai suoi piedi.
Il ragno rotolò per terra fino ai piedi di Harry, che strinse in pugno la bacchetta, quando…
«Di qua!» esclamò Remus all’improvviso, correndo in avanti.
Si udì un nuovo schiocco di frusta e il ragno sparì, lasciando spazio a una sfera di un bianco argenteo che galleggiava a mezz’aria.
«Riddikulus!» disse Remus quasi pigramente, mentre la sfera crollava a terra trasformandosi in uno scarafaggio argentato e luminoso tutt’altro che inquietante.
«Avanti, Neville, finiscilo!»
Quello che ormai il Dottore aveva capito essere il famoso Molliccio, riprese le sembianze di Piton, che però questa volta venne fronteggiato da un Neville molto più sicuro di se.
«Riddikulus!» e una nuova visione di Piton vestito in pizzo apparve davanti a tutti, prima che, sommerso e sconfitto dalle forti risate, esplose, dissolvendosi in mille volute di fumo.
La classe applaudì e il professor Lupin concluse la sua lezione assegnando cinque punti a tutti quelli che avevano combattuto con il Molliccio, dieci a Neville perché l’aveva fatto due volte e cinque per ciascuno a Harry e Hermione, che avevano risposto correttamente alle sue domande.
Chiacchierando eccitati, i ragazzi uscirono dalla sala professori e i due insegnanti rimasero finalmente soli.

«Cavolo. Questa si che è stata una bella lezione! Credo che tu mi abbia appena soffiato il posto come miglior insegnante dell’anno, dovrò darmi da fare per recuperare» sentenziò il Dottore lasciandosi cadere su una delle poltrone nella stanza.
Remus ridacchiò soddisfatto, accomodandosi su quella accanto al Dottore.
«Ti ringrazio, ma ho sentito che anche tu te la stai cavando egregiamente.»
«Io non faccio magie, questo è molto più divertente!» disse facendo sorridere Remus.
Per qualche secondo, nessuno dei due parlò.
«Eri venuto in sala professori per qualche motivo?» chiese Remus lievemente a disagio dal silenzio che si stava creando.
«Oh, giusto!» si riscosse il Dottore avvicinandosi al cassetto che gli era stato assegnato in quanto insegnante «Ieri sera ho dimenticato di prendere il registro, ero venuto per questo. Ma sono contento di averti incontrato, volevo scusarmi per questa mattina.»
Remus aggrottò la fronte confuso.
«Scusarti di cosa?»
«Sirius Black»
Come era accaduto a colazione, lo sguardo di Remus si spense improvvisamente.
«Non volevo metterti a disagio o ricordarti cose poco piacevoli. Mi dispiace.»
Remus scosse la testa, poi sorrise tristemente.
«Non devi scusarti. Mi ha sorpreso che non avessi mai sentito parlare di Sirius, considerato che è su tutti i giornali, babbani e non, da mesi. Anzi, visto che hai più lacune sul mondo della magia di quanto pensassi, se hai domande da farmi a riguardo sono a tua disposizione.»
«Sempre che tu ne voglia parlare.» disse il Dottore tornando a sedersi sulla poltrona e fissando Remus negli occhi.
«Eravate amici, vero? Tu, Sirius Black e i genitori di Harry.»
«Te lo ha detto la professoressa McGranitt o il professor Vitius?»
«No, non ho parlato con nessuno dei due della tua adolescenza a Hogwarts se è questo che intendi. Parli dei genitori di Harry chiamandoli per nome, come se li conoscessi, e quando ho chiesto chi fosse Sirius Black mi hai risposto dicendo che era stato lui a tradire Lily e James, non che è stato condannato per pluriomicidio. Inoltre, se per tradirli Sirius Black doveva essere uno dei pochi a conoscenza del loro nascondiglio, significa che anche lui era un amico come te. Questo spiega anche perché non me lo hai menzionato la sera in cui mi hai raccontato la storia di Harry. Non hai ancora accettato che vi abbia traditi e che abbia consegnato due amici fidati a quel Voldemort.»
Remus lo guardò sorpreso.
«Hai capito tutto questo da solo? Quando fino a poche ore fa non sapevi nemmeno chi fosse Sirius?»
«Remus Lupin, con chi credi di parlare?» lo canzonò il Dottore raddrizzandosi fiero sulla poltrona e dandogli una leggera gomitata. Remus ridacchiò divertito.
«Comunque, se c’è qualcuno che deve scusarsi, quello sono io. Ho avuto l’impressione che la storia della Guerra Magica ti abbia scosso notevolmente.»
«Mi ha solo ricordato un’altra guerra. Molto più grande. Molto più antica e devastante. Non credevo che potesse fare ancora così male.» gli occhi del Dottore tornarono tristi.
Remus non sapeva quanti anni avesse il Dottore, ma a prima vista dovevano essere coetanei. Se parlava di una guerra ancora più sanguinosa di quella Magica, questo spiegava perché alcune rare volte, nel suo sguardo riusciva a scorgesse una luce più vecchia, come se quegli occhi avessero visto molto più di quanto si possa immaginare. Decise di non immischiarsi e nemmeno fece caso al fatto che la guerra in questione il Dottore l’aveva definita “molto più antica”: in un tacito accordo, decisero che non avrebbero più affrontato o fatto domande scomode sull’argomento, almeno non fino a quando non sarebbero stati pronti entrambi.
Parlarono di altro e decisero che il giorno successivo sarebbero andati a trovare Hagrid, che dalla faccenda di Fierobecco l’ippogrifo non si era ancora ripreso e ora più che mai aveva bisogno del supporto di amici.
Si salutarono poco dopo, ognuno diretto nel proprio ufficio e il Dottore si soffermò un attimo a guardare Remus che si allontanava. D’istinto, avrebbe voluto porgli un’ultima domanda, ma poi aveva deciso di evitare e conservarla per qualche altra chiacchierata. Perché bisognava ammetterlo, era abbastanza strano.
Come mai la cosa che terrorizzava di più Remus Lupin
era la luna?









***

Angolo dell’autore
Ho sforato di pochi minuti, ma ecco il capitolo di oggi! Alcune precisazioni in questo caso sono d’obbligo: come alcuni di voi avranno notato, questo capitolo ha dei piccoli particolare in comune con il film e non con il libro, che è il materiale che sto usando come guida. La cosa è voluta e c’è un motivo. In primo luogo l’articolo della Gazzetta del Profeta. Ho preso spunto dall’articolo che Harry legge sul numero che riceve al suo compleanno, ma i più attenti avranno notato che dico con esattezza la città in cui Sirius viene avvistato. Nel libro la cosa non è specificata, ma nel film viene detto e siccome mi serviva un luogo, ho deciso di utilizzare quello. La seconda cosa riguarda il Molliccio-ragno. Nel libro il ragno, dopo essere stato colpito al Riddikulus di Ron, perde le zampe e rotola per terra. Siccome la scelta non mi sembrava per niente divertente e, al contrario, piuttosto inquietante, ho scelto l’alternativa dei pattini del film.
Non credo di dover aggiungere altro.
 
Mi farebbe molto piacere sapere che cosa ne pensate del capitolo e/o della storia in generale. Se mai voleste lasciare una piccola recensione, un commento, farmi notare qualche errore o quello che volete, sappiate che farete di me un persona felice ^_^ E al solito, vi esorto a farmi presente se il Dottore o qualche altro personaggio vi risulta OOC.
Ringrazio tutte le persone che si sono avventurate in questa storia e questa settimana ringrazio in particolare
- Kyem13_7_3 che l’ha aggiunta alle seguite;
- Rem_92  che l’ha aggiunta alle preferite;
- _purcit_ e I_S_Acquamarine che hanno lasciato una recensione.
 
Se vi va, ho creato una pagina Facebook dove potete seguirmi per rimanere aggiornati sulle pubblicazioni, le storie future e altre cose del genere. Questo è il link --> https://www.facebook.com/Crystal25396-EFP-364711913877418/
 
Alla settimana prossima!
 
-Crystal-
   
 
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