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Autore: Nene_92    21/12/2016    12 recensioni
 INTERATTIVA - (ISCRIZIONI CHIUSE )
(la storia fa parte della serie "Grimm")
 
Inghilterra, 2022
Eleonore Grimm, durante un pomeriggio passato con i nipoti, racconta loro la fiaba di Cappuccetto Rosso. Quello che non si aspetta è di trovare, in mezzo al diario di Jacob, una misteriosa lettera che sembra essere indirizzata proprio a lei.
 
Durmstrang, 1802
Per la prima volta nella storia, Hogwarts viene lasciata fuori dal Torneo Tremaghi.
Quell'anno infatti, a giocarsi la Coppa saranno gli Istituti di Durmstrang, Ilvermony e Murrinh-Patha.
Tra i tanti studenti desiderosi di partecipare, si trovano anche loro: Jacob e Willhelm Grimm, i famosi fratelli delle fiabe "horror" babbane.
Hanno solo 17 anni, non sono ancora famosi. O almeno non lo sono ancora nel mondo babbano, visto che nel mondo magico la loro famiglia è invece nota da secoli come "il terrore dell'Europa".
Eppure, gli eventi che li travolgeranno quell'anno, saranno proprio lo stimolo che li porterà a scriverle.
.
Volete sapere come? Non vi resta che leggere.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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5 - La scelta del Calice


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- LA SCELTA DEL CALICE -

 
 
 
 

28 ottobre 1802, Europa del Nord Est, Istituto di Durmstrang

 

La freccia, con un sibilo, si andò a conficcare nella spalla destra del manichino e Bianca, con uno sbuffo irritato, mise giù la balestra.
Certo, il manichino l'aveva preso, ma lei aveva mirato al cuore, non alla spalla. 

E non poteva usare neanche la scusa del vento. Nonostante si trovasse all'aperto, era posizionata in un angolo del cortile riparato. Sia dal resto della Scuola che dalle condizioni climatiche.

Girandosi, lanciò un'occhiata al manichino di Jacob, ormai mezzo distrutto dal ragazzo a suon di maledizioni, e poi a quello di Willhelm, dove le frecce avevano finito per sovrapporsi l'una all'altra, visto che si erano andate a scagliare tutte sullo stesso preciso punto.
Con leggera sorpresa, si accorse che anche Will la stava guardando. Anzi, passava lo sguardo ripetutamente da lei al manichino. 
Senza dire nulla, il ragazzo lasciò perdere la propria arma e le si avvicinò."Fammi vedere come tiri." 

Bianca si rimise così in posizione. Stava per lanciare, quando avvertì la mano del ragazzo appoggiarsi sulla sua schiena e dovette quasi trattenere il fiato per non distrarsi. 
"Sei troppo rigida: rilassa i muscoli." Le consigliò Will "Il gomito destro deve stare più su, così." Aggiunse mettendosi dietro di lei e spostandoglielo delicatamente. "Divarica leggermente le gambe, aiutano a fornire maggiore equilibrio." Continuò a suggerirle altri piccoli aggiustamenti fino all'ultimo "... e adesso concentrati solo sull'obiettivo da colpire e lascia fuori tutto il resto, compresa la mia voce." 

Bianca avrebbe voluto dirgli che le risultava molto difficile concentrarsi, soprattutto con la sua mano ancora sulla schiena, ma preferì mordersi la lingua. 

"Tira."

La freccia si conficcò esattamente al centro dell'obiettivo. Dritto sul cuore.

- * -

Reyna, quando sentì la campanella che indicava la fine dell'ora, si affrettò a raccogliere molto in fretta le sue cose e a schizzare fuori dall'aula, senza neanche salutare Helene o Kathleen.

Sembrava incredibile, visto che era passato quasi un mese da quando le delegazioni straniere erano arrivate, eppure non aveva ancora trovato un attimo di tempo per inserire il suo nome nel Calice. Cosa che aveva però tutta l'intenzione di fare.

E quella mattina si era svegliata proprio con quella idea in testa: sarebbe potuta succedere qualsiasi cosa, ma entro sera lei si sarebbe iscritta al Torneo Tre Maghi. 

Per quel motivo aveva passato gli ultimi quindici minuti della lezione senza prestare realmente attenzione a ciò che il professore stava dicendo, limitandosi a contare i secondi che la separavano dalla fine dell'ora. E a preparare il foglietto con il suo nome e cognome scritto in una grafia chiara e decente, non con la sua solita brutta, frettolosa e disordinata. 

Quando arrivò finalmente nella Sala del Ristoro, la trovò ancora vuota, perciò a passo deciso si diresse verso il Calice. 

Con un sorrisetto ironico, sorpassò la linea rossa tracciata da Elijah - quella che impediva ai Mezzosangue di Durmstrang di iscriversi al Torneo - e, dopo essere rimasta per qualche secondo a contemplare la fiamma che si sprigionava dal Calice, lanciò all'interno il foglietto contenente il suo nome. 

Una fiammata più alta delle altre le suggerì che il suo intento era andato a buon fine e, con un sorriso soddisfatto, Reyna si immerse nuovamente nella Sala, che nel frattempo aveva cominciato a riempirsi.

"Allora? Sei riuscita ad iscriverti?" Le domandò Helene qualche minuto dopo, quando la raggiunse a tavola. In verità la sua era quasi più un proforma che una reale domanda: la Sauer vedeva benissimo il sorrisino soddisfatto che capeggiava sul volto della Black, ma fu più forte di lei. 
Come ormai tutti nell'Istituto, aveva il vago sospetto che nessuno di loro sarebbe stato scelto dal Calice: Elijah aveva sin troppe volte dimostrato la sua sicurezza sul fatto che Jacob sarebbe stato scelto come Campione. E difficilmente il Preside sbagliava una previsione.
"Naturalmente. Ne dubitavi forse?" Le rispose Reyna convinta. "Quello che mi chiedo ancora oggi è per quale motivo tu non voglia partecipare." Continuò con tono leggermente accusatorio.

"Questo Torneo non fa per me." Ribattè Helene sbuffando - quelle cose gliele aveva già ripetute molte volte - iniziando a mettere nel piatto un po' della carne appena comparsa sul tavolo. "Il tasso di mortalità nel passato è stato piuttosto elevato e poi... mi ci vedi ad affrontare uno dei mostri tipici della prima prova? No grazie, preferisco assistere e basta."

 

- * -

Un allocco enorme planò sul tavolo dove Livvy e Camille stavano mangiando, trascinando con sè un pacco dalle dimensioni notevoli. 
Livvy, riconoscendolo come il gufo di casa, si affrettò a togliergli le corde dalle zampe mentre Camille, con uno scatto talmente veloce da sorprendere anche se stessa, riuscì ad evitare che la lettera che teneva nel becco finisse dentro alla caraffa di succo di zucca.
"Questa è tua!" Commentò porgendogliela poco dopo, mentre la Tuonoalato ricompensava il volatile facendolo bere da una ciotola.
"Ti ringrazio per averle impedito di fare un bagno." Sorrise Livvy prendendola e accarezzando il gufo con fare distratto. Ormai tutta la sua attenzione era concentrata sul pacco appena ricevuto. 
Ma sapeva anche com'era fatta la sua famiglia perciò, prima di aprire la scatola, decise saggiamente di leggere la lettera.

Il pacco aveva anche attirato la curiosità di Camille: sapeva che probabilmente all'interno si trovava una delle recenti invenzioni dei Duchannes e non vedeva l'ora di vedere la sua amica all'opera per provarlo. Perciò, dopo neanche qualche secondo in cui Livvy aveva posato gli occhi sulla lettera, non riuscì a trattenersi dal chiedere allegramente: "Allora? Notizie da casa? Cos'ha inventato a questo giro la tua famiglia?"

Quella domanda cadde però nel vuoto visto che Livvy, concentrata completamente nella lettera, neanche la sentì. 

O forse l'aveva solo ignorata di proposito, visto che due secondi dopo, quando Camille cercò di aprire nuovamente bocca, Livvy gliela tappò con la mano, intimandole il silenzio con un lungo "Shhhh!"

"Ok, va bene, sto zitta, scusa!"
"Shhhh!" Ripetè Livvy.

"Ehy! Se non mi dici niente mi preoccupo!" Provò di nuovo Camille dopo un po'. 
"Shhh!" 

"Livvy?" Tentò nuovamente, prima di vedere un enorme sorriso fare capolino sul viso dell'amica. 

"Le nuove armi sono arrivate!" Senza aggiungere altro, Deliverance chiuse la lettera, raccolse il pacco e sparì velocemente dalla Sala del Ristoro. 
Lasciando Camille più curiosa di prima.

- * -

Il Calice era posizionato al centro della Sala di Ristoro ricordando a tutti i presenti, con la sua ingombrante presenza, che il Torneo era alle porte e solo un Campione ne sarebbe uscito vincitore dalle tre sfide.

Di tutto ciò Kyle ne era pienamente consapevole e per questo motivo girava intorno al Calice osservandolo da una debita distanza.

‘Quante possibilità ho di essere scelto? E se mai venissi scelto, sarò capace di uscirne vincitore o perlomeno salvarmi la pelle? Che faccio?’ La testa del Dirawong era piena zeppa di domande da ormai diverse ore e le risposte continuavano a latitare.
La cena era finita da un paio d’ore e lui, dopo aver mangiato continuando a fissare instancabilmente il Calice, era ancora lì a domandarsi se prendere al balzo la nuova sfida o meno. Finchè, mandando mentalmente a quel paese tutte le proprie preoccupazioni si avvicinò con passo veloce al Calice.

Tante volte si era ritrovato nel corso della mattinata appena trascorsa a pensare se proporsi come Campione e ogni volta cominciava a scrivere il proprio nome su un foglietto per poi strapparlo nervosamente.
Tra i tanti foglietti se ne era salvato giusto uno, che ora teneva in mano.

Senza esitare oltre, Kyle buttò nella coppa del Calice il proprio foglio per poi prendere un lungo respiro liberatorio sapendo di aver fatto la scelta giusta. Amava le sfide e sicuramente non se la sarebbe fatta sfuggire tanto facilmente una di tale portata. 

“Oh Anderson, buonasera!” Il flusso di pensieri del ragazzo venne interrotto da Liam che, sorridendo e passandosi distrattamente una mano tra i capelli, si avvicinò al suo nuovo compagno di stanza. “Vuoi partecipare pure te eh… Con i Grimm sarà sicuramente una grande sfida!" Senza aspettare alcuna risposta, il Wampus prese un foglietto da una tasca dei pantaloni per poi buttarlo, senza darci peso più di tanto, all’interno del Calice. 
La fiamma che brillava all’interno della coppa cambiò per un attimo colore, così come aveva fatto con ogni altro candidato per il posto di Campione, e tornare subito dopo allo stato iniziale.

“Cosa ti ha spinto ad accettare questa competizione? La voglia di fama? Gloria? Denaro? Ci possono essere tante motivazioni… Cosa ti aspetti che succeda se tu fossi scelto?” Con molta calma il Caposcuola si rivolse all’amico curioso di sapere cosa portasse un ragazzo calcolatore come lui ad accettare la sfida offerta dalla Coppa Tremaghi.
“Amo trovare e superare il mio limite e accetto qualsiasi sfida che mi trovo tra le mani… Invece te? Non mi sembri uno che ama più di tanto sporcarsi le mani” Altrettanta curiosità animava le parole dello studente di Murrinh-Phata. A modo loro, ogni studente di Ilvermorny si era fatto riconoscere nel corso dei giorni trascorsi nel castello europeo ed erano uno più singolare dell’altro.
“Oh tanti fattori, forse troppi in effetti… Sicuramente mi stuzzica il fatto di sapere se i Grimm sono così forti e bravi come si dice in giro. E’ un qualcosa che mi incuriosisce al tal punto di volerlo controllare di persona perché, sai, un argomento a furia di passare da bocca a bocca viene ingigantito… Chissà se avrò l’occasione di affrontarli in un duello” Liam si perse per qualche istante nel vuoto delle proprie riflessioni, tanto affascinato dalla possibilità di essere uno dei tre Campioni.
“In ogni caso, ho alcune faccende da sbrigare; purtroppo le relazioni di astronomia non si scrivono ancora da sole. Ci si rivede negli alloggi eh” Sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi, il Caposcuola salutò Kyle per poi andarsene in direzione delle scale che portavano ai piani superiori.

E poco dopo anche Kyle si diresse verso l’uscita dalla Sala di Ristoro, lontano dal Calice.

- * -

Elizabeth non riusciva a dormire quella sera: continuava a girarsi e rigirarsi nel letto, senza mai riuscire a trovare una posizione comoda. 
Alla ventesima giravolta, decise di averne abbastanza e, cercando di non svegliare nessuna delle sue compagne di stanza, uscì dalla protezione delle calde coperte. 
Non sapeva neanche lei per fare cosa, ma non ebbe il tempo di pensarci.

"El... che hai, stai male?" La bloccò la voce di Clementine, facendola così voltare di scatto.

Era stato solo un sussurro, ma bastò per far emergere dal buio anche una terza voce. 
"Chi è che sta male?" Domandò Kathleen, la cui testa sbucò da sotto le coperte. 
"No, io..." Riuscì a malapena a rispondere Elizabeth, prima che la voce di Clementine la sovrastasse. 
"Oh beh... visto che siamo tutte sveglie, tantovale guardarci in faccia, non trovate anche voi?" Domandò prima di accendere la luce con un colpo di bacchetta.
Tre facce assonnate si scrutarono per qualche secondo, prima che la bunyip parlasse di nuovo. "Ragazze, io non volevo svegliarvi! E non sto neanche male! Solo che... non riesco semplicemente a dormire. Scusate se vi ho disturbato."
"Mannò, dai El! Non ci hai svegliato tu." Controbattè subito Clementine "Almeno, non per quanto mi riguarda." Continuò gettando un'occhiata al volto assonnato di Kath, impegnata a sbadigliare. "Non riuscivo a dormire neanche io."

"I... In... Infatti!" Confermò la yowie, soffocando uno sbadiglio. "Non mi hai svegliato tu."

"E ti conviene tornare a letto, se non vuoi prendere un malanno." Continuò Clementine, gettando un'occhiata scettica ai piedi nudi dell'amica. "Qui fa troppo freddo, è disumano."
"Madre Clem in azione!" La prese in giro Kathleen ridacchiando, ricevendo così una cuscinata in faccia.
"Kath, mi hai appena dato della suora, per caso?"

"Allora... voi perchè volete partecipare al Torneo?" Domandò Clementine un po' dopo, visto che nessuna delle tre era riuscita a riprendere sonno. "Desiderio di gloria eterna oppure avida cupidigia?" Chiese scherzando.
"Nessuna delle due" Rispose Kathleen "In realtà le mie motivazioni sono molteplici, anche se posso trovarne tre principali: vorrei mettermi alla prova, vorrei dimostrare al mondo che noi donne possiamo valere tanto quanto gli uomini e poi..." Per un attimo la voce della ragazza si arrestò, mentre ripensava a sua madre. 
"E poi?" Domandò Elizabeth incuriosita da quella frase lasciata a metà.
"Nulla. La terza in realtà non ha importanza. Tocca a voi due adesso." Concluse la yowie.

"Sono d'accordo con te, per quanto riguarda la seconda ragione: sono sicura che noi donne potremmo eguagliare gli uomini, se solo ce ne venisse data la possibilità. Abbiamo la loro stessa intelligenza, le loro stesse capacità magiche - altrimenti non ci consentirebbero di andare a scuola - e, a mio parere, anche più forza di spirito... voglio dire, ve lo immaginate un uomo a partorire? Eppure noi donne lo abbiamo sempre fatto, ma nessuno ce lo riconosce. Cosa si potrebbe mai affrontare di più pericoloso di un parto, in un Torneo? Tu invece Lizzy?"

Elizabeth lasciò passare qualche secondo di silenzio, prima di rispondere. In confronto alle motivazioni delle altre due, la sua le sembrava ridicola, in quel momento. "Io..." Iniziò titubante "A me piacerebbe essere scelta per dimostrare a tutti chi sono." Confessò alla fine "Sono sempre stata una ragazza timida, chiusa, lo sapete. Ma vorrei essere diversa. E questo Torneo potrebbe essere l'occasione giusta per cambiare." 

- * -



31 ottobre 1802, Europa del Nord Est, Istituto di Durmstrang

 

Terminato il banchetto di Samhain*, Elijah si alzò in piedi dalla Tavolata d'onore, nella quale - oltre lui - erano presenti anche il corpo insegnanti, gli altri Presidi e suo cugino Gottfried Philippe Grimm, Cancelliere della Magia Prussiana. 

Bastò quel gesto per far piombare nel silenzio più assoluto l'intera Sala. Perciò, quando l'uomo prese la parola, non dovette far altro che schiarirsi la gola per essere udito chiaramente.

"Il momento che tutti noi stavamo aspettando è giunto." Iniziò, riducendo con un gesto della mano l'intensità di tutte le torce presenti nella stanza per evidenziare di più il Calice "Ma prima siete pregati di ascoltare attentamente, in modo da non ritrovarvi in difficoltà: i Campioni, una volta scelti, non potranno ritirarsi. E quando pronuncerò il loro nome dovranno alzarsi e dirigersi verso quella porta." Continuò indicandone una "Lì riceveranno le prime istruzioni. Ma adesso, il Calice di Fuoco è pronto per esprimere la sua opinione irrevocabile. E voi tutti ne sarete testimoni."

Come a dimostrazione delle sue parole, una fiammata più alta delle altre si sprigionò dal Calice e il primo foglietto iniziò a scendere, ondeggiando lentamente verso il pavimento. Elijah lo afferrò al volo "Il Campione di Ilvermony è..." leggendo il nome, un piccolo sorriso si disegnò sul suo volto prima di completare la frase "Mi correggo: la Campionessa di Ilvermony è Deliverance Ravenwood Duchannes."

Un applauso partì dalla delegazione americana, espandendosi man mano anche alle altre scuole, mentre Livvy con un sorriso soddisfatto, dopo aver ricevuto un breve abbraccio da Camille, si alzava in piedi e si dirigeva verso la porta, come indicato da Elijah in precedenza.

Appena la ragazza se la chiuse alle spalle, il Calice si illuminò di nuovo. 

"A quanto pare abbiamo una Campionessa anche per Murrinh-Patha." Commentò Elijah dopo aver letto velocemente il secondo biglietto. "Kathleen Ainslee Lohan."


Un altro applauso si sollevò dalle tavolate, mentre anche Kath si alzava, riceveva un veloce incoraggiamento da Charlotte e poi si dirigeva sulla scia di Livvy.
Quando anche lei fu sparita dietro alla porta, il silenzio tornò a fare da padrone. Ma era un silenzio diverso dai precedenti. In parte teso, in parte rassegnato, in parte dovuto.
Anche Elijah, benchè apparentemente perfettamente padrone della situazione, stava scalpitando nel profondo.
Davvero il Calice gli avrebbe dato ragione?

Finalmente l'ultima fiammata si sprigionò e l'uomo allungò il braccio per afferrare il biglietto. Per un breve secondo rimase in silenzio. Poi, con una voce che non lasciava trapelare alcuna emozione, annunciò "La Campionessa di Durmstrang è BiancaNeve Aurora Grimm."

- * -


"Il Campione di Ilvermony è... Mi correggo: la Campionessa di Ilvermony è Deliverance Ravenwood Duchannes."

"CHE COSA?"

Se avesse potuto, in quel momento Tyler  avrebbe dipinto immediatamente un quadro per raffigurare l'espressione della faccia di Patton. Per riguardarsela in futuro e farsi due risate ovviamente.
Al nome della loro compagna infatti, il ragazzo aveva strabuzzato gli occhi e una smorfia di disappunto si era concretizzata sul suo volto. 
D'altra parte, convinto com'era di essere il migliore in tutto, si era anche convinto che il Calice non avrebbe potuto scegliere altro che lui. E se n'era talmente convinto, che lo aveva ripetuto fino allo sfinimento a tutti i suoi compagni di scuola da quando aveva inserito il foglietto, scatenando la reazione divertita di Tyler ed Amos e parecchie sbuffate e occhi alzati per aria da parte di Liam.

E anche in quel momento, il ragazzo stava dando il meglio di sè, divertendo non poco Tyler. 
"Ehy Jones!" Ne reclamò infatti l'attenzione "Ma tu eri con me quando ho messo il mio nome nel Calice vero?" 
"Sì, ero con te." Rispose il Caposcuola, curioso di dove il ragazzo stesse per andare a parare.

"E sei sicuro che io abbia scritto il mio nome correttamente sul pezzo di carta?" Continuò l'altro. Più che una domanda era però un'affermazione. Ad un cenno affermativo del ragazzo, Powell continuò a ragionare meditabondo. "E l'ho inserito, vero? Non me lo sono sognato! E allora perchè non sono stato scelto? E' chiaro a tutti che io sarei stato la scelta migliore. Forse me l'hanno rubato i folletti mentro lo stavo inserendo nel calice?" 

Tyler era troppo abituato ai suoi ragionamenti assurdi per chiedersi cosa c'entrassero i folletti, perciò lo lasciò cuocere nel suo brodo per un po', visto che era parecchio curioso di scoprire chi fossero gli altri Campioni.

Almeno finchè la voce di Patton non gli giunse nuovamente alle orecchie.
"Ci sono!" Esclamò battendo il pugno sul tavolo "E' chiaro che il Calice ha voluto fare una gara alla pari: se avesse scelto me  avrei stra vinto ad occhi chiusi, senza neanche bisogno di affrontare le prove." Ragionò "In ogni caso, dopo andrò a fornire i miei consigli a Livvy. Perchè senza il mio aiuto non riuscirà a fare nulla." Continuò annuendo e parlando ad alta voce tra se e se.

"Ma certo, senza di te Livvy sarebbe proprio rovinata." Borbottò ironico Tyler, approfittando dell'applauso scatenatosi dall'annuncio di Kathleen Lohan per tagliare il discorso.
Patton, convinto com'era delle sue opinioni, non se ne rendeva minimamente conto. Ma era un vero e proprio spasso.


- * -

"La Campionessa di Durmstrang è BiancaNeve Aurora Grimm." 

A quelle parole, un brusio sorpreso si espanse per la Sala, proprio mentre Bianca, completamente impassibile, si alzava dalla panca per raggiungere le altre prescelte.

"Guarda la faccia del Preside!" Soffiò Levi - per paura di essere sentito - all'indirizzo di Trys e Chris. "Non se lo aspettava neanche lui che fosse scelta la figlia!" 
"Sarà anche stata scelta Bianca al posto di Jacob, ma non capisco per quale motivo tu abbia una faccia così soddisfatta." Replicò Chris "E' pur sempre una Grimm!" 
"Sì, ma di sicuro meglio lei che Jacob." Provò a mediare Christopher. "E poi il fatto che neanche il Preside se lo aspettasse rende tutto molto più divertente."
Mentre Levi annuiva, concorde con il parere del suo compagno Kelpie, Trys scosse la testa sconsolato per l'ottimismo dei suoi amici. 

Ma non riuscì ad aggiungere nulla: Elijah, proprio in quel momento, si schiarì la gola, invitandoli a tornare ai propri dormitori senza fare rumore.

Mentre tutti e tre uscivano dalla Sala del Ristoro, approfittando della confusione generale, Trys riprese il discorso, anche se solo con un filo di voce. "Non so se ve ne siete resi conto ragazzi, ma il fatto che Jacob non sia stato scelto non vuol dire nulla. Questo Torneo è pilotato."
"Che cosa intendi?" Domandò a quel punto Levi, gettandogli uno sguardo interrogativo e subito dopo guardondosi attorno circospetto, per controllare che nessun altro li stesse ascoltando.
"Beh... guardate chi è stato scelto: una Grimm, l'amica dei Grimm - non avete notato lo sguardo soddisfatto di Elijah quando l'americana è stata scelta? - e un'altra ragazza comunque purosangue." Spiegò velocemente "A noi è stato impedito di partecipare, ma le altre scuole hanno portato ragazzi non purosangue. Eppure nessuno è stato scelto." 

Ne Chris ne Levi risposero a quella constatazione. E furono quasi felici quando arrivarono tutti e tre dalle scale. Stavano affrontando un discorso che era meglio che nessuno sentisse.

"So che Bianca è una vostra compagna di casa, ma non credo che tiferò per lei in questo Torneo." Concluse Trys.

Chris e Levi, essendo entrambi Kelpie, dovevano prendere le scale per salire, mentre Trys, essendo un Alastyn, doveva imboccare il corridoio che si trovava dietro di esse. 

Non sapendo cosa rispondere al loro amico, si limitarono ad augurargli la buonanotte e a salire le scale. 
Entrambi erano pronti a tifare per Bianca e per la loro Scuola, nonostante tutto, ma dopo le parole dell'amico non ne erano più così sicuri.

- * -

Bianca era accoccolata davanti al fuoco della Sala Comune, con una coperta di lana sulle spalle e un libro tra le mani.
Ma non stava leggendo. Continuava a fissarlo, completamente immobile, mentre nella sua testa si annidava un vortice confuso di pensieri.
Almeno finchè non sentì il rumore della porta dietro di lei aprirsi e, voltando la testa, vide Jacob entrare.

Alcuni dei Kelpie lo guardarono straniti, ma nessuno osò fare domande al Caposcuola.
Il ragazzo - ignorandoli - si avvicinò a Bianca e, dopo essersi seduto al suo fianco, le passò un braccio sulle spalle, attirandola a sè.
Anche se leggermente sorpresa da quella iniziativa - quei gesti era più facile che provenissero da Willhelm più che da suo fratello - la ragazza lo lasciò fare.
In fondo loro due si sarebbero dovuti sposare, di lì a due anni.

"Vieni con me. Devo farti vedere una cosa." Le sussurrò dopo un po' Jacob all'orecchio.

- * -


"NO!"

Sascha urlò talmente forte da svegliarsi da sola. 
Aveva il fiatone. 
E aveva avuto lo stesso incubo.
Di nuovo.

Ed, esattamente come la volta precedente, si accorse guardandosi intorno di non essere la sola presente nella stanza. 
C'era di nuovo Jacob. Ma non era solo. Con lui c'era anche una ragazza bionda. 
Talmente bella che - per un breve attimo - Sascha al suo confronto si sentì davvero insignificante.

"Tutte le volte che ti vengo a trovare hai gli incubi, lupetta?" La prese in giro il ragazzo. "Inizio a pensare che sia io a farti paura."
"Come ti ho detto l'altra volta, come faccio ad essere tranquilla se sono chiusa qua dentro da secoli?" Si ribellò lei.
Vide il ragazzo aprire la bocca per rispondergli, ma venne bloccato dalla ragazza, che gli appoggiò una mano sulla spalla. "Perchè mi hai portato qui, Jacob? E perchè mio padre tiene una lupa mannara in una gabbia, a scuola?"
"Non mi dire che non ti ha detto nulla!" Replicò Jacob, innarcando un sopracciglio.
"Su che cosa esattamente?" Chiese lei perplessa.
"Come su che cosa! Sul Torneo!" Rispose lui. "La prima prova sarà con la luna piena. E ogni concorrente dovrà catturare il suo lupo mannaro. Catturarlo, non ucciderlo. Io lo so da secoli, possibile che a te, che sei la Campionessa scelta, non abbia ancora detto nulla?"

Era come se Sascha, per loro, non esistesse. 
Da quando avevano iniziato a discutere tra loro, entrambi si erano disinteressati di lei, della sua presenza, esattamente come se facesse parte della tapezzeria. 
"Ehy! Io sono qui! E state parlando di me come se fossi un oggetto. Si può sapere cos'è questa stramaledetta prova?" Li bloccò ad un certo punto, urlando con tutto il fiato che aveva in gola. "State parlando di catturarmi o uccidermi come se facesse parte della vostra vita di ogni giorno!" Continuò, mentre un enorme groppone iniziava a farsi largo in gola. Tuttavia, con un sospiro, ricacciò indietro le lacrime. "Come potete affrontare certi argomenti con così tanta leggerezza? Siamo coetanei! Sono come voi!"

Sentendo la sua voce, entrambi si girarono verso di lei sorpresi.

"Tu non sei come noi. Sei solo una sporca lupa mannara. E tanto per la cronaca... uccidere lupi mannari fa parte davvero della nostra vita di ogni giorno. Se non sei ancora morta, è solo perchè ci servi viva." Commentò Jacob, lanciandole un'occhiata disgustata. "Andiamo Bianca. Ti riaccompagno al dormitorio." Concluse aprendo la porta alla cugina e mettendole un braccio sulla schiena per guidarla verso l'uscita.

Quando entrambi furono spariti, Sascha crollò sulle ginocchia. 
Poi scoppiò a piangere.

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1 novembre 1802, Località sconosciuta


Le candele volteggiavano lungo i bordi della stanza, accompagnando tacitamente il brusio di voci che circondava il lungo tavolo in mogano presente al centro.

Gli uomini erano così concentrati a confabulare tra loro che non si accorsero che Lui era tornato silenziosamente al suo posto.

“Ho parlato con mio figlio e…” L’uomo, senza alzare la voce e pronunciando giusto una manciata di parole, riuscì a riavere l’attenzione dell’intero gruppo su di sé dopo esser mancato per oltre mezz’ora. “Lui non è stato scelto dal Calice” Successivamente a una breve pausa, riprese a parlare pronunciando in modo gelido e distaccato le ultime parole, come se non fosse realmente lui l’autore del discorso.
La notizia prese di sorpresa la maggior parte dei presenti che, presi dallo stupore di quanto appreso, cominciarono a commentare la novità con chi era seduto a fianco.
"Mio Signore, una tal notizia non era di certo improbabile, dopotutto c’era la possibilità che accadesse. Quindi, in fin dei conti, perché abbiamo scelto proprio lui?” Il più impavido prese la parola maledicendosi subito dopo per il gesto avventato.
Nessun Nameless Ghoul ne era mai uscito vittorioso da un dibattito col Master. Anzi, più si insisteva nell’andare contro di lui e maggiori erano le probabilità di venire puniti severamente.
“Non torneremo sui nostri passi Nameless Guts e non cambieremo proprio ora il nostro piano.” L’espressione dell’uomo rimase impassibile e, con un solo sguardo, fece abbassare il capo al sottoposto, che si zittì subito, consapevole del fatto che era inutile proseguire. “Non c’è da preoccuparsi: è già tutto deciso e lui sa come comportarsi. L’azione entra nel vivo proprio ora."

"Perciò iniziamo."

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2 novembre 1802, Durmstrang, Ufficio del Preside

 



In qualsiasi altra occasione, Elijah avrebbe reagito. Non avrebbe neanche permesso che si arrivasse a quel punto.
Se chiunque altro avesse anche solo tentato di fargli un decimo di quello che lei gli stava facendo, quel qualcuno si sarebbe ritrovato a morire soffrendo tra le più atroci sofferenze.
Ma era stata Charlotte Shafiq ad entrare come una furia nel suo ufficio e a farlo penzolare a testa in giù, sbraitandogli addosso.
Una donna, una purosangue, una Preside suo pari e - soprattutto - un'ospite.
Per quel motivo, nonostante gli prudessero le mani per la voglia di prendere la bacchetta e fargliela pagare per l'affronto che stava subendo, aveva deciso di trattenersi.
Per quanto scomoda fosse quella posizione, mantenne tutta l'impassibilità tipica della sua famiglia, aspettando che la donna smettesse di urlargli contro.

E quando gli sembrò che si fosse calmata, con un gesto pigro della mano spezzò l'incantesimo e la disarmò, tornando a sedersi dietro alla scrivania, come se nulla fosse successo. Per sottolineare la sua calma, bevve anche un lungo sorso di the nero dalla tazza fumante che era ancora sulla sua scrivania e che miracolosamente non era stata rovesciata dalla furia della donna.
"A quanto ho capito, cara, una sua studentessa è sparita." Riepilogò dopo aver mandato giù la bevanda calda, riniziando ad occuparsi del lavoro portato avanti fino all'interruzione della collega "Ma le prego di credermi se le dico che nè io nè la mia famiglia siamo coinvolti nella vicenda. I Trattati che abbiamo firmato più di un anno fa, per me, sono sacri e inviolabili." Affermò, calcando molto con la voce sulle ultime due parole e sollevando lo sguardo su Charlotte, ancora rosso per lo sforzo. "In ogni caso, mi attiverò da subito per..."

Elijah non riuscì a terminare la frase perchè la porta del suo ufficio venne aperta di nuovo violentemente e anche il Preside di Ilvermony fece il suo ingresso nell'Ufficio.

"Bussare, a quanto pare, non è più considerata un'azione tipica di convivenza civile." Sbuffò il Preside di Durmstrang. "Hartnell, non vede che sono occupato con la Signorina?"
"Sono sicuro che se Charlotte sapesse il motivo per cui sono qui, sicuramente mi darebbe la precedenza." Rispose David. Aveva un volto scuro e rabbioso, serio come nessuno l'aveva mai visto.
"Ovvero?" La domanda arrivò contemporaneamente da entrambi i presidi.
Charlotte la pronunciò con un filo di voce, quasi come se temesse la risposta. Elijah invece con tono leggermente più ironico.

"Un mio studente, Amos Young, è sparito."

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* Samhain è l'antico nome celtico della festa di Halloween.
Gottfried Grimm è cancelliere di Prussia perchè nel 1800 la Germania come la conosciamo noi non esisteva. La sua geografia era completamente diversa (vedi cartina geografica sotto) e la massima carica politica (a parte quella di re o imperatore, che nel mondo magico non esiste) era quella di Cancelliere.

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Allora... capitolo ricchissimo di avvenimenti. Sono stati scelti i Campioni, ma al contempo alcuni studenti hanno iniziato a sparire (nonostante ciò fosse già preventivato nella trama generale, Amos Young è sparito anche per ragioni pratiche visto che l'autrice non si fa sentire da troppo tempo: è la dura legge delle interattive!). 

Cosa ne pensate?

Le domande di questo capitolo sono (risposte OBBLIGATORIE entro il  27/12): 

1) faccio un capitolo intermedio oppure salto direttamente alla prima prova? 

2) come reagiranno i vostri OC a queste sparizioni? 

Essendo nel periodo delle vacanze natalizie, è possibile che io ricompaia prima delle due settimane canoniche, ma dipende anche da quanto velocemente mi arriveranno le risposte.





BUON NATALE! :)
  
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