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Autore: Anown    22/12/2016    1 recensioni
Sachiko annoiata, decide di dare a Morishige tre possibilità di trovare Mayu e uscire dalla Heavenly Host, ma il ragazzo avrà veramente l'opportunità uscire di lì o si tratterà solo di una scusa per procurargli tre wrong and?
Questo è il mio primo tentativo di scrivere qualcosa con più di un capitolo quindi mi farebbe molto piacere ricevere almeno una recensione anche negativa e anche in ritardo. Avvertenza, non sono particolarmente brava, ma spero di fare qualcosa di abbastanza o semi decente.
Inizialmente la storia doveva essere una specie di raccolta (specie perché non si trattava di storie a se, e dovevano essere sono tutte collegate tranne una, forse) ispirati ad alcune parti di book of shadows (quindi spoiler) invece alla fine ciò che nella mia testa entrava in un capitolo in realtà non ci stava affatto... insomma ad una raccolta non ci somiglia più molto... ansi, probabilmente non ci somiglia affatto.
Nota: in corsivo sono scritti i pensieri dei personaggi.
Coppie: Mayu/Morishige, Fukuroi/Mitsuki accenni: Kizami/Yuka, Sachiko/??? non è proprio serio, Sachiko è troppo piccola per queste cose...
Nota di Sachiko: piccola? è più di trent'anni che ho sette anni!
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mayu Suzumoto, Mitsuki Yamamoto, Sachiko Shinozaki, Sakutaro Morishige, Yuuya Kizami
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Benvenuto in famiglia!

-Ah, finalmente! Ben svegliata, bella addormentata.- disse una voce infantile ormai familiare.

-Di nuovo…- sussurrò rassegnato Morishige. Si trovava disteso alla base delle scale, Sachiko si trovava poco distante mentre lo osservava canticchiando.

-Riesci già a muoverti?- chiese curiosa la bambina. Il ragazzo si sentiva come se tutto il suo corpo fosse stato compresso e i suoi organi interni distrutti. Non riusciva a fare neanche un minimo movimento e i suoi arti sembravano terribilmente pesanti. Improvvisamente da che sentiva freddo cominciò a sentirsi terribilmente accaldato per poi avvertire un formicolio fortissimo e insopportabile in tutto il corpo. Ci mise diversi minuti per riuscire ad alzarsi.

-Uhm… essere schiacciati è doloroso?- domandò Sachiko -Hey!- esclamò irritata quando capì che il ragazzo non era intenzionato a rispondere. -Che maleducato!- si mise a braccia conserte e lo guardò con un’espressione severa. Morishige si accovacciò e chiuse gli occhi.

-Ok…- sussurrò sospirando. -Sono pronto, ma fa in fretta! No… va beh… Fallo anche lentamente se proprio vuoi. Basta che mi uccidi e la facciamo finita una volta per tutte.- disse con calma il ragazzo.

-Ah?!- esclamò irritata la bambina. -Ma come? Mayu non la vuoi più rivedere?- ridacchiò.

-Possiedi un grande potere, vero? Se hai deciso che devo morire accadrà sicuramente… Fin dall’inizio non credevo che ci fossero tante probabilità che mi facessi ritrovare Mayu e mi avevi detto che mi davi solo due possibilità su tre, ma eccomi qui, morto di nuovo senza sapere le circostanze, la cosa è diventata anche meno credibile… Basta, sono stanco morto! Non so nemmeno come faccio a reggermi ancora a reggermi in piedi! Quindi, mi dispiace, dovrai trovarti un altro passatempo.- Inoltre, a questo punto, Mayu ha più probabilità di salvarsi da sola o con l’aiuto di qualcun’altro piuttosto che con me con questa alle calcagna. Mentre aspettava, il ragazzo avverti un tremolio, ma riuscì a fermarlo quasi subito. Tanto sto solo temporeggiando… mi ucciderà comunque, quindi meglio il prima possibile… Si ripeté cercando di convincersi. Richiuse gli occhi e fece dei respiri affannati aspettando una risposta da Sachiko.

-Se proprio vuoi morire partecipa ancora al mio gioco… tanto devi semplicemente guardare indietro e cercare di scorgere qualcosa nel buio, è l’ultima azione che ti rimane da fare. Quindi stai pure nella posizione in cui sei messo…- le volte precedenti la voce di Sachiko era sempre molto divertita, era quasi rassicurante, nonostante risultassero palesi le sue cattive intenzioni era capace di mettere a proprio agio le vittime quando voleva giocare con loro… ora invece risultava più annoiata, infastidita, quasi delusa. Mah, com’è che si dice? Il gioco è bello quando dura poco… Mi sa che l’ho tirata un po’ troppo per le lunghe. Rifletté la bambina. -Aspetta qui e sta pur certo che la tua fine arriverà…- gli sussurrò chinandosi vicino all’orecchio. Il ragazzo gli lanciò una veloce occhiata poi tornò a guardare dritto davanti a sé completamente rassegnato. Sachico apparentemente sparì lasciandolo solo. Cosa avrà in mente? Forse dovrei cercare di addormentarmi, morire nel sonno sarebbe meno dolorosoSono davvero egoista, eh? Vorrei ancora ritrovare Mayu… So bene che con Sachico a vegliare su di me farebbe una brutta fine se la ritrovassi, ma vorrei rivederla lo stesso... Sta tranquilla, non lo farò… io… io ti… Ti voglio veramente molto bene ed egoista o no, non farò mai qualcosa che possa metterti in pericolo. Nella mente del ragazzo cominciò a risuonare un pensiero scomodo e insistente, era molto doloroso e portava con sé un forte mal di testa. No, non è affatto così! Si disse insistentemente. È inutile anche solo pensarci, sicuramente non è così! Quella non era la prima volta che sentiva risuonare nella sua testa quelle quattro parole, ma questa volta sembravano molto più forti. Lei è già morta… Sciocchezze! Se proprio devo preoccuparmi di qualcosa è solo che non si dispiaccia troppo per la mia perdita. Beh, probabilmente senza di me se la caverà anche meglio… è una ragazzina socievole… troverà facilmente qualcuno che stia attento a lei… Per lei sono come una specie di fratello, ma non sono veramente suo fratello… sono solo… solo un compagno di classe, nient’altro… Gli scappò una sorta di singhiozzo isterico e cominciò a respirare affannosamente, poi si mise le mani fra i capelli e cominciò a tirarli con forza, ma senza staccarli. No… è già deciso che io debba morire, non c’è alcuna possibilità che io esca vivo di qui! Rassegnati e sta fermo… se proprio vuoi soffrire meno addormentati… Si ordinò. Sono destinato a morire perché Sachiko mi tiene d’occhio e ha deciso di “giocare” con me… ma l’ho annoiata… Se cominciasse a lasciarmi perdere potrei trovare un modo per uscire? Mi sto praticamente arrampicando sugli specchi… ma se mi metto a cercare una via d’uscita senza cercare anche Mayu non la metto in pericolo in alcun modo e se riuscissi ad uscire veramente di qui e ci riuscisse pure Mayu potrei rincontrarla. Ho qualcosa da perdere? Si chiese il ragazzo e si alzò in piedi. All’improvviso sentì come se le ossa delle sue gambe si stessero spezzando in vari punti e cadde urlando in preda a dei dolori lancinanti. Si guardò le mani e vide che erano diventate violacee e la pelle sembrava sul punto di staccarsi, anche le braccia sembravano nelle stesse condizioni. Mentre si contorceva a terra e cominciava a sputare sangue sentì una voce.

-Ti avevo detto di rimane fermo! È davvero un compito così complicato?- domandò irritata. Il dolore cominciò a svanire e le urla del ragazzo cessarono lasciando il posto ad un respiro frenetico… Diede un’occhiata alle mani e notò con sollievo che le ferite si erano rimarginate e il colore era tornato normale. -Bravo, se mi ubbidisci e rimani fermo vedrai che le cose potranno solo andare per il meglio.- disse divertita Sachiko. P-perché mi sono tranquillizzato? Ho deciso di morire, no? T-tanto… tanto vale… Per un attimo pensò di disubbidire nuovamente a Sachiko e cercò di trovare il coraggio di alzarsi. N-no! Non ce la posso fare! Pensò singhiozzando, il dolore che aveva provato era stato troppo forte, non poteva accettare di riprovarci. Devo morire lo so, ma non in quel modo! E si rimise ad attendere sperando di addormentarsi presto.

 

-Chihaya! Non restare indietro!- urlò una ragazzina tornando verso la compagna più piccola, le afferrò il braccio e corse trascinandola.

-No! Nari!- urlò la bambina. -N-no… Io non ci riesco! Non riesco a tenere il tuo passo, se mi tiri così mi fai male!- piagnucolò. La compagna si fermò e la guardò con rabbia.

-E cosa dovrei fare? Portarti in bracciò?!- urlò la ragazza.

-N-no… ma… ma…!-

-Ma cosa?!C’è uno zombie che ci insegue, lo vuoi capire! Se ci fermiamo è finita!- Ma se ti lascio indietro lo zombie sarà occupato ad ammazzarti e mi lascerà il tempo di nascondermi… No, aspetta? Cosa sto pensando?! Io non… non posso lasciarla morire… e fastidiosa ma… Nari cominciò a guardarsi intorno e vide due corridoi.

-Dividiamoci…- disse seria.

-C-come?!- esclamò sempre più spaventata Chihaya.

-Tu prendi il corridoio destro e io quello sinistro… non potrà seguire tutte e due…- spiegò freddamente, Chihaya si rimise a piangere disperata, Nari le mise le mani sulle spalle e la guardò dritta negli occhi… anche negli occhi di Nari si stava formando qualche lacrima… -Cerca di essere forte per una volta in vita tua! Dai! Non c’è nessun altro modo!- Non costringermi a lasciarti indietro… fammi credere che anche da sola farai qualcosa per metterti in salvo, che nonostante tutto te la caverai, che lo zombie perderà le nostre tracce, che ritroveremo Nana ed usciremo di qua! Chihaya annui tremando e cominciò ad andare nella direzione che Nari le aveva suggerito. Nari si voltò per andarsene, ma sentì alle sue spalle l’urlo agghiacciante dell’amica e un rumore molto forte. Si girò e vide il loro inseguitore che solleva il martello dal corpo della ragazzina. Nari non volle guardare ciò che rimaneva di Chihaya, indietreggiò lentamente senza troppe speranze mentre l’energumeno si avvicinava. Quando fu poco distante da lei la afferrò, la sbatté contro il muro e diede un colpo secco…

-Essere un burattino in morte come lo era stato nell’ultimo periodo della sua vita in fondo non era così terribile… Lui non era un uomo cattivo… Il suo corpo era cattivo, le azioni che compieva erano cattive, ma la sua mente era distrutta, non funzionava più, era come se non ci fosse. Era molto meglio così, lui non avrebbe mai potuto compiere certe azioni se fosse stato cosciente, ne avrebbe sofferto troppo. In caso, probabilmente, si sarebbe ucciso per mettere fine a quella tragedia, peccato che era già morto, qualunque tentativo di suicidio non lo avrebbe certo strappato a quell’inferno… Qualche volta, aveva qualche leggerissimo momento di lucidità, ma nulla di significativo. Tutto ciò che poteva provare in quei momenti era disperazione, nient’altro…

Vuoi sentirla la sua storia? Tanto il tempo c’è, no? Chi tace acconsente. Benissimo, incominciamo.

Lui era un giovane insegnante, il figlio di un preside molto amato… No, non era diventato di ruolo per nepotismo… Era proprio un bravo insegnante e lavorava bene con i bambini. Non era un bell’uomo ed era piuttosto robusto, ma era un uomo mite e una cosa che sapeva fare molto bene era ascoltare. Quel giorno pioveva molto, lui tirò un sospiro di sollievo quando vide di non essersi scordato l’ombrello, lo afferrò e uscì dalla scuola per tornare nella sua casa, ma mentre si incamminava qualcosa attirò la sua attenzione… C’era ancora una bambina nel cortile, la piccola era seduta su una vecchia panchina di legno, non aveva un ombrello e si stava bagnando tutta. L’insegnante decise di avvicinarsi per controllare la situazione. L’uomo si sedette vicino a lei e fece in modo di ripararla con l’ombrello. La bambina aveva dei lunghi capelli neri che in parte le ricoprivano anche il viso. Yoshikazu, questo era il nome dell’uomo, la osservò. Sembrava una bambina fra i sette e gli otto anni, ma non gli sembrava di averla mai vista prima a scuola, ciò nonostante il suo aspetto era molto familiare, ma decisamente non gli ricordava qualcuno che aveva visto di recente… Per un attimo guardandola gli tornò in mente un’insegnante che aveva avuto lui quando andava in quella scuola. Non era un ricordo felice, la donna era morta tragicamente quando lui andava all’ultimo anno di elementari cadendo dalle scale. Ma a quanto ricordava aveva una figlia… Era molto improbabile, ma per un attimo si chiese se quella non potesse essere la nipote della sua vecchia maestra, per un attimo quell’idea lo fece un po’ sorridere… “Come ti chiami? Stai aspettando i tuoi genitori? Forse è meglio che aspetti dentro, non pensi?” chiese gentilmente e aspettò una risposta che non arrivò mai. Lei si limitò a voltarsi leggermente verso di lui guardandolo con un’espressione annoiata, poi tornò a guardare avanti. L’uomo cominciò a preoccuparsi, osservandola più attentamente si accorse che la bambina era veramente molto pallida, quasi cadaverica e il suo vestito rosso era piuttosto rovinato… “Ce l’hai un posto in cui tornare?” domandò cercando di essere il più delicato possibile. Si alzò dalla panchina e prese la mano della bambina. “Dai andiamo dentro…” le disse mentre agitato si chiedeva che cosa poteva fare e se quella bambina che si trovava davanti era una vagabonda senza casa… Non gli era mai capitato nulla di simile, non aveva la minima idea di come comportarsi. La bambina ritirò il braccio che l’uomo non aveva stretto tanto forte e rimase seduta immobile. Il povero Yoshikazu dandogli un'altra occhiata ancora più attenta si accorse che sull’esile e pallido collo della piccola si trovava uno strano segno bluastro, sembrava un livido da strangolamento… “S-sei scappata di casa?” chiese sempre più preoccupato. A quel punto cercò di prendere in braccio la bambina. “N-non avere paura… Voglio portarti nella stazione di polizia più vicina…” disse per tranquillizzarla. Lei all’improvviso fece un ampio sorriso mostrando tutta la dentatura con fare minaccioso, in uno scatto strinse fra i denti il braccio del malcapitato e fuggì velocemente come se fosse un’animale selvatico. L’uomo provò un dolore allucinante al braccio, quasi gli venne la nausea e si dovette appoggiare alla panchina per non cadere a terra. I denti di quella bambina avevano stracciato la manica pesante, dalla ferita non sembrava uscire molto sangue anche se la pelle era stata lacerata, ma il braccio sembrava molto gonfio e scoprendosi la ferita da quello che restava della stoffa della manica della giacca Yoshikazu notò che era rimasta l’impronta dei denti, rossa e molto profonda… Com’era possibile che non sanguinasse? L’uomo spaventato tornò a casa e mise del ghiaccio sulla ferita, poi la fasciò. Il giorno seguente la ferita era visibile come il giorno prima, ma era passata dal rosso al nero. Yoshikazu era terrorizzato, ma la disinfettò e continuò ad andare a scuola. Col passare dei giorni cominciò a sentirsi sempre più strano, aveva difficoltà a parlare, a volte anche difficoltà a ragionare e si sentiva sempre più stanco, sempre più solo, sempre più incapace di farsi comprendere… Mentre inizialmente aveva continuato ad andare a scuola di sua spontanea volontà, un po’ per continuare a fare il suo dovere, un po’ perché non voleva restare nel suo appartamento da solo, alla fine continuò ad andarci costretto da una forza misteriosa che continuamente lo attraeva nell’edificio… Era colpa del morso? Chissà…? Chissà…? Ma credimi quando ti dico che con l’aiuto del suo corpo vennero perpetrati crimini orribili…- Morishige osservò Sachiko perplesso… all’improvviso lo spirito si era materializzato accanto a lui e aveva cominciato a parlargli a ruota libera. Lei ricambiò lo sguardo con un ghigno che mostrava tutti i dentini affilati della bimba.

-Quindi…? Non capisco dove vuoi andare a parare… Vuoi dirmi che sei capace di materializzarti anche all’esterno di questo luogo? Hai morso e fatto impazzire quest’insegnante di nome Yoshikazu?- domandò infastidito. Volevi una scusa per tenermi sveglio?

-No, semplicemente volevo introdurti il mio servo, guarda!- la bambina indicò il fondo del corridoio, in realtà era troppo buio perché Morishige riuscisse a vedere qualcosa, ma pian piano notò una grossa sagoma che si avvicinava minacciosa. -Finalmente! Perché hai fatto tanto tardi? Ti sei fermato a procurarmi altre vittime per la sala delle torture?- domandò pimpante la piccola. -Morishige, ti presento Yoshikazu, Yoshikazu, ti presentò Morishige.- Il ragazzo si alzò in piedi e indietreggiò visibilmente turbato. -Bene Yoshikazu… fa come ti ho spiegato!- Yoshikazu andò lentamente verso il ragazzo. Perché mi allontano…? Dovrei semplicemente stendermi a terra e aspettare che mi colpisca… devo morire, no? Continua a domandarsi il ragazzo sempre più confuso sul da farsi. Yoshikazu alzò il martello e provò a colpirlo, Morishige schivò il colpo. Stare fermi per farsi schiacciare da un martello non è così semplice! Non voglio morire! Il ragazzo cercò di scappare, ma il pavimento gli crollò davanti agli occhi.

-Non insistevi sul voler morire?- lo canzonò Sachico. -Ti avverto subito: puoi anche provare a scappare, ma trasformerò qualunque direzione in cui vorrai correre in un vicolo ceco… volevo semplicemente avvertirti…- Yoshikazu sferrò altri colpi, ma Morishige finì per schivare anche quelli.

-A volte ha addirittura difficoltà nell’ammazzare, soprattutto quando si tratta di bambini, ma lo vedo quasi motivato nel cercare di ucciderti…- la piccola fece un sorriso sinistro -Non sarà perché gli sembri una cattiva persona?- suggerì soddisfatta -Non sei una brava persona, insomma, ti metti a dare fastidio ai morti…- Già, come no… e lui come farebbe a saperlo? Da che pulpito poi! E comunque, si può sapere cosa c’è di male nel fotografare e rivolgersi male ad un cadavere?!

-Non ai morti, ai loro cadaveri! Non sono persone! Forse lo erano in precedenza, ma una volta morti diventano solo oggetti! C’è chi li seppellisce, chi li incenerisce e li tiene in un’urna o li semina chissà dove e c’è chi decide di fare qualcosa di utile e dona il proprio corpo alla scienza. Io penso che abbiano un valore artistico, tutto qui!- insisté esasperato. -E poi perché qualcuno che va in giro ad uccidere le persone schiacciandole con un martello dovrebbe prendersela per qualcosa del genere?!-

-Lui è costretto ad agire in un certo modo, potendo non farebbe male a una mosca… Ahi, ahi, non hai proprio ascoltato la mia storia, eh? Comunque… tu invece? Valore artistico? Solo quello? Non trovi rilassante importi e molestare qualcuno che non può reagire? Non pensi che comportarti come un sadico con un “oggetto” antropomorfo ti aiuti ad alleviare lo stress, eh?- chiese cantilenando, poi scoppiò a ridere. -Sei davvero un ragazzo divertente, ma decisamente poco sincero…-

-Bene, immagino che una come te trovi sbagliato il mio comportamento, allora, illuminami… dimmi cos’è che faccio di male?- disse sfidandola.

-No, trovo il tuo modo di fare assolutamente fantastico!- spiegò sorridendo genuinamente. Distraendosi, il ragazzo perse l’equilibrio per schivare un colpo e cadde a terra. -Ma se trovo il tuo comportamento interessante, credimi, significa che c’è qualcosa di davvero storto in te!- il ragazzo si rialzò.

Forse sono io ad avere qualcosa che non va, ma in questa circostanza ho finito per chiedermi se ci sia veramente un motivo per trattare delle carcasse come fossero ancora vive o se si tratta solo di una specie di dogma! Capisco, a livello teorico che dovrei provare… una specie di empatia, forse? Ma ultimamente mi sembra solo una scusa di Sachiko e Kizami per tormentarmi e di Yamamoto per prendersela con me! Aspetta… Kizami chi diavolo è?! E cosa c’entra Yamamoto?!

Il bambino si addentrò in mezzo agli alberi dalle foglie rossastre. Il vento gli tolse la sciarpa dal volto e fu costretto a risentire più chiaramente l’odore, un po’ era familiare… Tipo… una polpetta cruda e marcia? In effetti fra le foglie cadute a terra scorse uno strano oggetto tondeggiante e rossastro ricoperto da mosche. La polpetta?! Però è un po’ strana… perché ha tutti quei buchi? Sembra quasi cava… E quello? Cosa dovrebbe essere? La polpetta sembrava fuoriuscire da un involucro bianco, sembrava tipo il guscio di un uovo, solo che non era rigido. Il bambino cominciò a sentire un po’ di nausea a causa della puzza così indietreggiò e si appoggiò ad un albero. Si sedette sul terreno, ma vide qualcosa di strano che sembrava sbucare dal terreno proprio accanto alla sua gamba… forse qualcosa voleva afferrarlo?

-Eh?!- esclamò allontanandosi di scatto. Una mano?! Sembravano esserci tre dita annerite e leggermente contratte ai piedi dell’albero… lui si avvicinò un po’ e toccò le dita col piede… tolto il piede vide che due dita si erano spezzate. Ma non le ho toccate così forte e non ho sentito nessun rumore di osso spezzato. Uhm… prese uno dei tre oggetti in mano, non sembrava della consistenza della carne e la parte spezzata all’interno era completamente bianca, non c’erano ossa o pezzi di carne. Ma cosa sono? Si domandò infastidito. C’erano degli oggetti simili nelle vicinanze dell’albero, ma non sembravano dita, erano molto più scure e grassocce. A quanto pare se le spezzo sono come quelle altre… forse sono funghi… magari anche quella specie di polpetta è un fungo, mi hanno detto che nascono da delle specie di uova molli… e poi quella cosa non sembrava lucida come una polpetta cruda. Il bambino raccolse la pallina rossastra ed in effetti non era viscida. Strano… forse è meglio portarlo a casa, magari porto anche gli altri. Così raccolse tutti quegli strani funghi. Però, probabilmente non si possono mangiare… s-soprattutto questo! Pensò osservando il fungo tondeggiante. Non era una polpetta marcia, ma aveva un odore abbastanza simile, perlomeno si era un po’ abituato e non gli veniva più da vomitare. Probabilmente c’è n’erano altre in giro che non aveva visto, quell’odore era piuttosto forte. Altri funghi a forma di dita! Si avvicinò per raccoglierli, erano piuttosto rigidi e freddi. Sembrava avere abbastanza difficoltà a staccarli dal terreno. Alla fine riuscì a tirarli fuori, ma erano attaccati a qualcosa… È… è… un braccio…? Era abbastanza spaventato inizialmente, aveva tirato fuori dal terreno un arto pallido, freddo e sporco di terra che sembrava essere attaccato ancora a qualcosa… probabilmente c’era un corpo sotto tutte quelle foglie secche. Ma dopo un primo momento di spavento il bimbetto spinto dalla curiosità tolse tutte le foglie nell’area circostante al braccio e come aveva previsto, sotto c’era nascosto malamente un cadavere. Il corpo apparteneva ad una donna piuttosto giovane, forse una ragazzina. Non era particolarmente alta, i capelli erano castani e le arrivavano alla nuca, ma qualche ciocca a lato della fronte era rossa a causa del sangue che era sgorgato da una ferita sulla testa, c’era qualcosa che si muoveva su quella ferita, dei piccoli vermetti bianchi. Che schifo! Pensò osservando quegli animaletti. Poi si soffermò sull’osservare il viso della ragazza. C-carina… Le si inginocchiò vicino e toccò il naso, era molto freddo. Poi le toccò le labbra, anche quelle erano molto fredde e violacee, piuttosto sottili. Il bambino ritirò la mano velocemente e se la sfregò sulla giacca per pulirla. Era arrossito e sembrava un po’ a disagio. È molto fredda e il suo colorito è malsanamente pallido… quando mi ammalo anche il mio corpo sembra così? Uhm… no, decisamente. Se mi ammalo la mia temperatura sale anche se ho molto freddo. Sembra così tranquilla… quasi come se stesse dormento. -Tu però non ti muoverai più, giusto?- domandò osservandola attentamente.

-Sakutaro! Sakutaro!- gridava la voce di un uomo. È quasi tramontato il sole! Dove potrà mai essersi cacciato?! In mezzo agli alberi vide un bambino chino ad osservare qualcosa. -Meno male… Come ti è saltato in mente di venire qui da solo? E perché non sei tornato? E quasi notte! Come hai fatto a non accorgertene!- lo sgridò l’uomo, il bambino si voltò impassibile.

-C’è una signora morta qui.- disse indicando l’oggetto del suo interesse. -Se non stavo a sorvegliarla potevano portarla via, papà…- si giustificò.

-Bisogna chiamare la polizia!- disse l’uomo preoccupato appoggiando una mano sopra la spalla del bambino.

Arrivata la polizia, Sakutaro dovette allontanarsi dal corpo, assisteva nervoso alla scena di tutti quei tizzi a torno al corpo della ragazza. Un agente si avvicinò a lui e a sua padre.

-Beh… grazie di averci chiamati.- disse incerto, poi si abbassò a livello del bambino. -Non devi preoccuparti, ok? Andrà tutto bene…- ironicamente era il suo tono che sembrava molto preoccupato. Non sembrano molto contenti di averla trovata… ma hanno ringraziato, quindi è una cosa buona… credo…

Tornando a casa il bambino tirò fuori una cosa dalla tasca e la mostrò al padre.

-Guarda.- disse, l’uomo non sembrava capire di cosa si trattasse. -Funghi.- spiegò, l’uomo glieli prese e li buttò a terra, il bambino lo guardò spaesato.

-Erano velenosi.- disse freddo.

-Lo so, non sono scemo! Volevo solo conservarli…- disse irritato mettendosi a braccia conserte. Questa è decisamente l’ultima volta che ti mostro qualcosa…

Il giorno seguente il bambino andò dal nonno, anche lui sembrava comportarsi in modo strano...

-Senti, per quanto riguarda ieri...- cominciò preoccupato l'anziano signore. -Va tutto bene, vero? Sai se vuoi parlare di qualcosa...- chiese apprensivo. il bambino lo guardò incerto.

-Eh? Sì, certo... Ma perché mi fate tutti domande strane e imprecise di questo tipo ultimamente?- domandò sospettoso. -Mi sembra che aver trovato quella tizia sia una buona cosa, no? I suoi parenti la rivolevano, giusto?-

-Beh, sì... ma non dovevi essere tu a ritrovarla...-

-Perché? Non ho fatto un buon lavoro forse?- domandò con le braccia conserte.

-Certo... Lascia perdere…- è un bambino… è normale che non abbia una chiara concezione della morte… -Non c’è problema se non capisci perché siamo preoccupati, sei ancora piccolo dopotutto.- disse ridacchiando e accarezzando la testa del nipote offeso, poi tossì. -Pensavo semplicemente che quello che hai visto potesse spaventarti.-

È così strano che non mi sia spaventato, quindi? Si chiese, poi osservò il nonno con preoccupazione. -Tu… morirai presto?- domandò a bassa voce.

-Cosa?-

-Non esci quasi più di casa, nemmeno per venire a trovarmi… sei quasi sempre seduto o letto e non fai altro che tossire…- spiegò tenendo il visino rivolto verso il basso -Anche tu morirai come quella tizia?-

-Ma no! Ti terrò compagnia ancora per molti anni, chissà magari vivrò abbastanza a lungo per conoscere i tuoi figli!- cercò di tranquillizzarlo, ma il bambino continuava a sembrare molto triste. -Devi capire che le stagioni fredde non sono l’ideale per la gente di una certa età…-

-Nemmeno quelle calde! D’estate i telegiornali dicono sempre di stare attenti ai bambini e agli anziani… Solo la primavera va bene per i vecchi?- domandò. -Ops… gli anziani?- ricordava che dire vecchi era un po’ da maleducati.

-Diciamo di sì… Tranquillo, è vero, un giorno non ci sarò più, ma non sarà per sempre. Ci sarà un momento in cui ci rivedremo.- il bambino sembrava incuriosito.

-Dove?- domandò.

-Nell’aldilà.-

-Diventeremo fantasmi?-

-Sì.- gli rispose sorridendo. Il bambino era decisamente molto allarmato.

-Ma se anche tutte le persone già morte saranno fantasmi pure, l’aldilà sarà davvero molto sovraffollato! Sono morte davvero tante persone fino ad ora… Come farò a ritrovarti in mezzo a quella confusione?!- domandò agitato.

-Eh? Ecco… beh… Tranquillo, le persone morte da tantissimo tempo si reincarnano…- Temo di aver peggiorato la situazione! Era meglio non parlargli di queste cose…

-Si reincarnano? Ma allora tornano in vita senza ricordare nulla della vita passata! E se incontrano un’altra che già conoscevano in una vita precedente non la riconosceranno! È davvero orribile! S-succederà anche a me e te dopo tantissimo tempo che saremo morti?!-

-Ehm… ma no! In realtà… non c’è nessuna reincarnazione! L’aldilà si espande ogni volta che muore una persona nuova quindi non c’è il rischio di stare stretti…- il nipote lo fulminò con lo sguardo. Credo che le mie spiegazioni stiano diventando poco credibili…

-O-ok… Ma mettendo che io muoia da vecchio tu come farai a riconoscermi? O da morti si diventa tipo delle fiammelle o delle sfere luminose? Ma in quel modo sarà ancora più difficile riconoscerci!- aveva un tono davvero molto preoccupato.

-Penso che… Probabilmente la forma dello spirito ritorna ad uno stato di giovinezza… Così non sarà difficile riconoscerti.- gli occhi del piccolo si spalancarono confusi. Temo di aver fatto un altro errore, già…

-Nonno… ma io non ho la minima idea di com’eri fatto da giovane! Aspetta… Hai qualche foto da mostrarmi?!- chiese impaziente.

-Senti, quando arriverà il momento mi riconoscerai… gli spiriti non hanno alcun bisogno di basarsi sull’aspetto fisico per riconoscere qualcuno.- disse mettendo le mani sulle spalle del bambino, il piccolo non sembrava così convinto però. -Comunque non credi che sia un po’ troppo presto per preoccuparti di queste cose?- Sakutaro credeva che la sua testa avrebbe finito per scoppiare a causa di tutte quelle strane informazioni che gli erano state date, alla fine cercò di accettare l’ultima rassicurazione che il nonno gli aveva dato e smise di pensare a quelle strane cose.

-Sì, hai ragione…- il nonno sorrise. Mi dispiace, ti ho solo portato molta confusione… -Ma non è che potresti mostrarmi comunque una tua foto da giovane…? Così per sicurezza…-

Alla fine morì agli inizi di febbraio… lasciandomi completamente solo…

Sono proprio stupido, da quando sono così bravo a schivare? Se questo mostro fosse davvero così lento non avrei trovato tanti cadaveri finiti da un martello. Sta di nuovo giocando con me… Cos’è che vuole ottenere di preciso…? Sachiko sbadigliò poi sbuffò.

-Basta giocare, ormai uccidilo e basta… Mi sto un po’ annoiando.- Yoshikazu afferrò il ragazzo per il braccio e lo tenne fermo contro il muro preparandosi a colpirlo… per l’ultima volta… U-un… un colpo e basta… se muoio al primo colpo non soffrirò così tanto… In fondo è stato bello conoscerti e non rimanere da solo per un po’. Mi mancherai Mayu, spero solo di rivederti un giorno… si ok, ma in che modo?!

 

Quel giorno a scuola uno studente che non conoscevo mi fermò in mezzo al corridoio.

-Hey Mori… Morishi… qualcosa? Ehm… hey!- non ero offeso dal fatto che non ricordasse tutto il mio nome, del resto io non avevo idea nemmeno di quale fosse la sua iniziale… -Sei un amico stretto di Suzumoto, giusto?-

-Sì… perché?- gli risposi annoiato.

-Mi chiedevo, perché si è messa a piangere nel cortile.-

-Cosa? Non saprei…- dovetti ammettere.

-Ah, capisco… è che…-

-Scusa, ma dovrei andare.- cercai di sbarazzarmene velocemente.

-Va bene…- rispose confuso. Non ero stato particolarmente cortese forse. Camminai velocemente verso il cortile, lei stava accovacciata in un angolo mentre singhiozzava col viso coperto dalle mani. Fortunatamente erano quasi tutti in classe, spesso quando qualcuno si mette a piangere molti sconosciuti curiosi gli si accalcano attorno per vedere cosa succede… forse non se ne rendono conto e alcuni magari sono anche in buona fede, ma con questo atteggiamento non sono di alcun aiuto.

-Cosa ti è successo?- le domandai preoccupato accarezzandole la spalla. Lei alzò il viso arrossato verso di me.

-È-è, è morta!-

-Cosa?! Chi è m…- si alzò improvvisamente e stringendomi cominciò a piangermi sul petto… rischiai di cadere all’indietro per un attimo…

-Foglia è morta.- disse singhiozzando. Provai a consolarla e cercai di capire chi era Foglia… -S-stamattina sono andata a darle da mangiare e… e lei… e lei… non si muoveva più!- provò a riprendere fiato e ad asciugarsi il volto, ma non sembrava riuscirci.

-Vuoi che ti accompagni in infermeria?- proposi, là sarebbe stata sicuramente più tranquilla…

-No, no! Sto bene, mi serve solo un minuto per calmarmi…- mi disse fra i singhiozzi. -O-o f-forse anche due…- non mi sembrava affatto sul punto di calmarsi.

-Sicura?- feci un altro tentativo.

-S-sì certo! N-non posso saltare una lezione per questo!- insistette agitata.

-Va bene, ma se finisci per piangere durante la lezione finirai solo per interromperla.- qualunque animale fosse Foglia, lei sembra veramente triste e sconvolta, ero abbastanza preoccupato all’idea di accompagnarla in classe in quelle condizioni…

-U-uffa! Non lo farò! N-non c’è bisogno che ti preoccupi!- mi disse allontanandosi un po’ -Lo so sembra una cosa infantile! Ma sai, lei mi teneva sempre tanta compagnia!-

-Tranquilla, in realtà molti piangono per i propri animali domestici.-

-La colpa è stata tutta mia! I-ieri avevo visto che sembrava un po’ strana anche se era vivace del solito, ma invece di portarla subito dal veterinario ho rimandato!-

-Beh, forse cercava di essere vivace proprio per non farti preoccupare…- provai suggerirle, volevo farla sentire anche solo un po’ meglio…

-D-dici?- io annuì -Era molto intelligente, ma Foglia era comunque una tartarughina quindi, non so…-

-Una tartaruga?- ripetei un po’ stupito.

-Uhm, sì… ti sembra un po’ stupido piangere per un animale che non è un cane o un gatto, vero?- mi disse abbozzando una specie di sorriso, anche se molto triste.

-Beh, no…-

-Non fa niente, grazie comunque per esserti preoccupato per me… e per aver cercato di tirarmi su di morale…- Sospirai.

-Non ho affatto detto che è stupido. Ecco… semplicemente non ho animali, quindi non ho idea di cosa si provi…- sorrise, stavolta serenamente e cominciò a calmarsi.

-G-grazie…- poi giunse le mani e chiuse gli occhi. -Mia piccola, cara, tartarughina… mi dispiace di non aver capito che stavi male veramente… un giorno ti raggiungerò e staremo ancora insieme.- chiuse il discorso, aprì quei lucidi e arrosati occhi verdi e separò le mani… rimasi abbastanza perplesso. Io mi ero fatto davvero tantissimi problemi la prima volta che mi avevano parlato di aldilà e cose del genere… perché lei era così sicura che si sarebbero riviste, che animali e umani condividessero lo stesso aldilà, ammesso che esista qualcosa di simile, e che lei fra tante tartarughine avrebbe ritrovato proprio la sua? E come faceva ad essere così dispiaciuta per una tartaruga?! Mi è sempre apparsa ingenua per certi versi… Ciò nonostante… anche io dopotutto avrei voluto poter essere sicuro di rincontrarla anche dopo la morte e di poter continuare a starle vicino in realtà… essere più fiducioso sarebbe piaciuto anche a me.

-Forza, torniamo in classe.- mi disse prendendomi la mano.

-Ok, ma forse prima dovresti andare a sciacquarti la faccia, sei tutta rossa.- le suggerì, lei arrossì ancora di più e si portò le mani al viso.

-Oh, no! S-sono inguardabile…- disse coprendosi imbarazzata e corse via in bagno. Era molto insicura nonostante tutto, ma forse è anche per questo che aveva bisogno di stare con me. Forse oltre ad aver bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi aveva anche bisogno di qualcuno a cui potersi mostrare vulnerabile, ma in realtà anche io avevo bisogno di lei… ho bisogno di lei…

Mayu… se io muoio adesso e la mia anima rimane intrappolata qui, come dovrei fare a rivederti?!

-A-aspetta! Sachiko!- supplicò disperato. Non posso morire adesso, non voglio!

-Ah?- esclamò con una strana smorfia. -No, troppo tardi! Anche se in realtà non è troppo tardi solo per te…- disse con un largo sorriso.

-Cosa vorresti insinuare?- domandò, tanto non c’era qualcosa che potesse peggiorare la sua situazione… o forse sì?

-Proprio nulla! Certo, a parte… No, non fa niente. Tanto qualunque cosa ti dica non mi crederai!- ci stava girando in torno, ma aveva un evidente voglia di parlarne e soprattutto di vedere quel ragazzo sbriciolarsi davanti ai suoi occhi.

-Forza, a questo punto dimmi cosa c’è che ti fa tanto ridere…- gli occhi della piccola si illuminano.

-Sai, ti pentirai di avermelo chiesto!- disse con una risatina. -Ciò per cui ti sei impegnato tanto a ritrovarla, ma ormai, non è nient’altro che un ammasso di carne morta!-

-Finiscila!- esclamò con sdegno, avrebbe voluto che quella fosse solo un ipotesi che non stava né in cielo né in terra.

-L’avevo detto che non mi avresti creduto! Ma, cerca di essere sincero… questa idea è venuta in mente più volte anche a te solo che non hai fatto altro che censurarla. Ma spiegami, cosa c’è di assurdo? Tu sei stato praticamente trattato con i guanti, prima che cominciasse questo gioco. Non sei mai stato messo in situazioni particolarmente pericolose, non hai mai neanche incontrato i fantasmi prima me e non sei mai stato inseguito da Yoshikazu, l’unica cosa che qui ha rappresentato un pericolo per te sei tu… Ma, per gli altri decisamente non è andata così, l’hai potuto constatare da solo, no? Non fraintendermi, non sto ipotizzando che sia morta, la tua piccola preziosa Mayu è certamente morta! Accettare la morte di qualunque altro tuo amico sarebbe stato molto più facile, eh? O sei ancora sicuro che lei sia viva? Vuoi vedere il suo corpo?- osservò soddisfatta il ragazzo, non si era nemmeno accorto che Yoshikazu aveva smesso di tenerlo fermo, ma comunque tremava troppo per riuscire a muoversi. Dopotutto si era meritata di riuscire a spezzarlo, si era impegnata al massimo per fare un discorso con tono serio e drammatico senza ridere di quella situazione tanto buffa e ridicola. -Ma, che hai?- cercò di simulare preoccupazione. -Non riesci più a parlare? Forse la vista del suo cadavere potrebbe consolarti in qualche modo? Potresti finalmente rassegnarti o magari trovarla anche più carina così, chissà?- disse con leggera malizia. Gli occhi del ragazzo ebbero degli strani scatti, si guardava intorno quasi come se fosse in cerca di qualcosa, sembra particolarmente interessato alle finestre… Aprì la bocca e cercò di dire qualcosa, ma tossì, qualcosa lo soffocava. Sputò del… sangue? Per quanta poca luce ci fosse quel liquido era troppo scuro per essere sangue.

-Finalmente!- Sachiko fece un sospiro di sollievo mentre il Morishige cadde a terra in preda alle convulsioni. Non stava vomitando quel liquido, non sentiva alcuna contrazione e non faceva alcuno sforzo a farlo uscire. Semplicemente scorreva fuori dalla sua bocca ininterrottamente, forse stava cominciando a fuoriuscire anche dall’orecchio…

-Sai avere dei tirapiedi come Yoshikazu e Yuki, è davvero fastidioso! Sono troppo buoni e se tornano in loro è un guaio, cercano di aiutare le mie prede! Ho pensato: magari Shige-nii sarà più collaborativo. In effetti, tu sei proprio predisposto per questo ruolo, però ci voleva una piccola spinta… insomma, anche per il quasi omicidio di Nari ti sei fatto un po’ troppi problemi... Allora, non è una cosa fantastica l’inscurimento?- domandò, in realtà lui era praticamente paralizzato sul pavimento, ma tanto non voleva veramente una risposta. -Tranquillo, non ti ucciderà! Mi servi vivo… per il momento. Certo che sottoporti all’inscurimento senza ucciderti, ma trovare comunque il modo di osservare qualcosa di interessante nel frattempo è stato complicato...- si sfogò allegramente. Il ragazzo alla fine perse del tutto conoscenza. La bambina si chinò e cominciò a dargli delle leggere pacche sulla testa. -In realtà non è una cosa che ho pensato fin dal primo momento, ma osservandoti ho pensato che non fosse una cattiva idea. Beh, Shige-nii, benvenuto in famiglia!- gli prese una gamba, se la portò sulla spalla e cominciò a trascinarlo. Yoshikazu fece uno strano verso, tipo delle congratulazioni della riuscita del piano?

-Grazie! Finalmente sono riuscita a prendere un cane! Anche se… chissà per quanto tempo riuscirò a tenerlo in vita?- rise spensieratamente e i due, tre considerando Morishige incosciente trascinato da Sachiko, si avviarono nella stanza delle torture.

 

Note (chilometriche purtroppo…):

-effettivamente, c’è un wrong and in cui Morishige cade vittima del darkening/inscurimento(non saprei come altro tradurlo…)

-I flashback(in realtà uno è più un “Sachiko racconta”) non hanno nulla a che fare col gioco. In particolare Yoshikazu finisce per essere manovrato a causa di una maledizione, non di un morso in stile zombie, ma mi piaceva abbastanza come idea quindi l’ho inserita… (anche se in realtà non amo molto i film sugli zombie…)

-il Clathrus ruber(la polpetta) è un fungo che effettivamente puzza di cadavere, anche se meno di altri funghi, e non è commestibile… comunque perché qualcuno dovrebbe mangiarlo?

-l’altro fungo l’ho visto da piccola in un documentario ed ho, ingenuamente, pensato che nascondere un corpo in mezzo a dei funghi a forma di mano fosse una buona idea… comunque l’ho cercato su internet e dovrebbe essere un xylaria polymorpha detto dita di morto. Alcune delle immagini che ho visto assomigliano a quelle che ricordavo, altre meno… neanche questo si mangia.

-Non so se questi funghi posso crescere insieme, ho semplicemente controllato che entrambi potessero cresce in Giappone… non sono una biologa…

-In realtà le tartarughe possono essere animali affettuosi. Nel senso, anche se gli hai già messo da mangiare se esci in giardino(se le tieni lì) loro escono e si avvicinano e se le vuoi accarezzare sulla testa te lo lasciano fare e non la rientrano. Poi dipende dal carattere dell’animale… una mia parente ne aveva una che se le avvicinavi il piede ti inseguiva(che paura…) per morderlo… Comunque possono essere di compagnia e può dispiacerti molto quando muoiono…

Mi scuso, questo capitolo è lungo come al solito e, temo, più confusionario del solito (già di solito lo sono abbastanza…) Comunque, nonostante questo capitolo non c’entri assolutamente nulla, buon natale, buon anno nuovo e buone vacanze a chiunque capitasse di qui in questo periodo… Spero di non aver combinato un disastro…

  
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