Benvenuto in
famiglia!
-Ah, finalmente! Ben svegliata, bella
addormentata.- disse una voce infantile ormai familiare.
-Di nuovo…- sussurrò
rassegnato
Morishige. Si trovava disteso alla base delle scale, Sachiko si trovava
poco
distante mentre lo osservava canticchiando.
-Riesci già a muoverti?- chiese curiosa
la bambina. Il ragazzo si sentiva come se tutto il suo corpo fosse
stato
compresso e i suoi organi interni distrutti. Non riusciva a fare
neanche un
minimo movimento e i suoi arti sembravano terribilmente pesanti.
Improvvisamente da che sentiva freddo cominciò a sentirsi
terribilmente
accaldato per poi avvertire un formicolio fortissimo e insopportabile
in tutto
il corpo. Ci mise diversi minuti per riuscire ad alzarsi.
-Uhm… essere schiacciati è
doloroso?-
domandò Sachiko -Hey!- esclamò irritata quando
capì che il ragazzo non era
intenzionato a rispondere. -Che maleducato!- si mise a braccia conserte
e lo
guardò con un’espressione severa. Morishige si
accovacciò e chiuse gli occhi.
-Ok…- sussurrò sospirando.
-Sono pronto,
ma fa in fretta! No… va beh… Fallo anche
lentamente se proprio vuoi. Basta che
mi uccidi e la facciamo finita una volta per tutte.- disse con calma il
ragazzo.
-Ah?!- esclamò irritata la bambina. -Ma
come? Mayu non la vuoi più rivedere?- ridacchiò.
-Possiedi un grande potere, vero? Se hai
deciso che devo morire accadrà sicuramente… Fin
dall’inizio non credevo che ci
fossero tante probabilità che mi facessi ritrovare Mayu e mi
avevi detto che mi
davi solo due possibilità su tre, ma eccomi qui, morto di
nuovo senza sapere le
circostanze, la cosa è diventata anche meno
credibile… Basta, sono stanco
morto! Non so nemmeno come faccio a reggermi ancora a reggermi in
piedi! Quindi,
mi dispiace, dovrai trovarti un altro passatempo.- Inoltre,
a questo punto, Mayu ha più probabilità di
salvarsi da sola o
con l’aiuto di qualcun’altro piuttosto che con me
con questa alle calcagna. Mentre
aspettava, il ragazzo avverti un tremolio, ma riuscì a
fermarlo quasi subito. Tanto sto solo
temporeggiando… mi ucciderà
comunque, quindi meglio il prima possibile… Si
ripeté cercando di
convincersi. Richiuse gli occhi e fece dei respiri affannati aspettando
una
risposta da Sachiko.
-Se proprio vuoi morire partecipa ancora
al mio gioco… tanto devi semplicemente guardare indietro e
cercare di scorgere
qualcosa nel buio, è l’ultima azione che ti rimane
da fare. Quindi stai pure
nella posizione in cui sei messo…- le volte precedenti la
voce di Sachiko era
sempre molto divertita, era quasi rassicurante, nonostante risultassero
palesi
le sue cattive intenzioni era capace di mettere a proprio agio le
vittime
quando voleva giocare con loro… ora invece risultava
più annoiata, infastidita,
quasi delusa. Mah, com’è
che si dice? Il
gioco è bello quando dura poco… Mi sa che
l’ho tirata un po’ troppo per le
lunghe. Rifletté la bambina.
-Aspetta
qui e sta pur certo che la tua fine arriverà…-
gli sussurrò chinandosi vicino
all’orecchio. Il ragazzo gli lanciò una veloce
occhiata poi tornò a guardare
dritto davanti a sé completamente rassegnato. Sachico
apparentemente sparì
lasciandolo solo. Cosa avrà in
mente?
Forse dovrei cercare di addormentarmi, morire nel sonno sarebbe meno
doloroso…
Sono davvero egoista, eh? Vorrei ancora
ritrovare Mayu… So bene che con Sachico a vegliare su di me
farebbe una brutta
fine se la ritrovassi, ma vorrei rivederla lo stesso... Sta tranquilla, non lo farò…
io… io ti… Ti
voglio veramente molto bene ed egoista o no, non farò mai
qualcosa che possa
metterti in pericolo. Nella mente del ragazzo
cominciò a risuonare un
pensiero scomodo e insistente, era molto doloroso e portava con
sé un forte mal
di testa. No, non è affatto
così! Si
disse insistentemente. È inutile
anche
solo pensarci, sicuramente non è così! Quella
non era la prima volta che
sentiva risuonare nella sua testa quelle quattro parole, ma questa
volta
sembravano molto più forti. Lei
è già
morta… Sciocchezze! Se proprio devo preoccuparmi di qualcosa
è solo che non si
dispiaccia troppo per la mia perdita. Beh, probabilmente senza di me se
la
caverà anche meglio… è una ragazzina
socievole… troverà facilmente qualcuno che
stia attento a lei… Per lei sono come una specie di
fratello, ma non sono
veramente suo fratello… sono solo… solo un
compagno di classe, nient’altro… Gli
scappò una sorta di singhiozzo isterico e
cominciò a respirare affannosamente,
poi si mise le mani fra i capelli e cominciò a tirarli con
forza, ma senza
staccarli. No… è
già deciso che io debba
morire, non c’è alcuna possibilità che
io esca vivo di qui! Rassegnati e sta
fermo… se proprio vuoi soffrire meno
addormentati… Si ordinò. Sono destinato a morire perché Sachiko
mi
tiene d’occhio e ha deciso di “giocare”
con me… ma l’ho annoiata… Se
cominciasse a lasciarmi perdere potrei trovare un modo per uscire? Mi
sto
praticamente arrampicando sugli specchi… ma se mi metto a
cercare una via
d’uscita senza cercare anche Mayu non la metto in pericolo in
alcun modo e se
riuscissi ad uscire veramente di qui e ci riuscisse pure Mayu potrei
rincontrarla. Ho qualcosa da perdere? Si chiese il ragazzo e
si alzò in
piedi. All’improvviso sentì come se le ossa delle
sue gambe si stessero
spezzando in vari punti e cadde urlando in preda a dei dolori
lancinanti. Si
guardò le mani e vide che erano diventate violacee e la
pelle sembrava sul
punto di staccarsi, anche le braccia sembravano nelle stesse
condizioni. Mentre
si contorceva a terra e cominciava a sputare sangue sentì
una voce.
-Ti avevo detto di rimane fermo! È
davvero un compito così complicato?- domandò
irritata. Il dolore cominciò a
svanire e le urla del ragazzo cessarono lasciando il posto ad un
respiro
frenetico… Diede un’occhiata alle mani e
notò con sollievo che le ferite si
erano rimarginate e il colore era tornato normale. -Bravo, se mi
ubbidisci e
rimani fermo vedrai che le cose potranno solo andare per il meglio.-
disse
divertita Sachiko. P-perché mi
sono
tranquillizzato? Ho deciso di morire, no? T-tanto… tanto
vale… Per un
attimo pensò di disubbidire nuovamente a Sachiko e
cercò di trovare il coraggio
di alzarsi. N-no! Non ce la posso fare! Pensò
singhiozzando, il dolore che aveva provato era stato troppo forte, non
poteva
accettare di riprovarci. Devo morire lo
so, ma non in quel modo! E si rimise ad attendere sperando
di addormentarsi
presto.
-Chihaya! Non restare indietro!- urlò
una
ragazzina tornando verso la compagna più piccola, le
afferrò il braccio e corse
trascinandola.
-No! Nari!- urlò la bambina.
-N-no… Io
non ci riesco! Non riesco a tenere il tuo passo, se mi tiri
così mi fai male!-
piagnucolò. La compagna si fermò e la
guardò con rabbia.
-E cosa dovrei fare? Portarti in
bracciò?!- urlò la ragazza.
-N-no… ma… ma…!-
-Ma cosa?!C’è uno zombie che
ci insegue,
lo vuoi capire! Se ci fermiamo è finita!- Ma
se ti lascio indietro lo zombie sarà occupato ad ammazzarti
e mi lascerà il
tempo di nascondermi… No, aspetta? Cosa sto pensando?! Io
non… non posso
lasciarla morire… e fastidiosa ma… Nari
cominciò a guardarsi intorno e vide
due corridoi.
-Dividiamoci…- disse seria.
-C-come?!- esclamò sempre più
spaventata
Chihaya.
-Tu prendi il corridoio destro e io
quello sinistro… non potrà seguire tutte e
due…- spiegò freddamente, Chihaya si
rimise a piangere disperata, Nari le mise le mani sulle spalle e la
guardò
dritta negli occhi… anche negli occhi di Nari si stava
formando qualche
lacrima… -Cerca di essere forte per una volta in vita tua!
Dai! Non c’è nessun
altro modo!- Non costringermi a lasciarti
indietro… fammi credere che anche da sola farai qualcosa per
metterti in salvo,
che nonostante tutto te la caverai, che lo zombie perderà le
nostre tracce, che
ritroveremo Nana ed usciremo di qua! Chihaya annui tremando
e cominciò ad
andare nella direzione che Nari le aveva suggerito. Nari si
voltò per
andarsene, ma sentì alle sue spalle l’urlo
agghiacciante dell’amica e un rumore
molto forte. Si girò e vide il loro inseguitore che solleva
il martello dal
corpo della ragazzina. Nari non volle guardare ciò che
rimaneva di Chihaya,
indietreggiò lentamente senza troppe speranze mentre
l’energumeno si
avvicinava. Quando fu poco distante da lei la afferrò, la
sbatté contro il muro
e diede un colpo secco…
-Essere un burattino in morte come lo era
stato nell’ultimo periodo della sua vita in fondo non era
così terribile… Lui
non era un uomo cattivo… Il suo corpo era cattivo, le azioni
che compieva erano
cattive, ma la sua mente era distrutta, non funzionava più,
era come se non ci
fosse. Era molto meglio così, lui non avrebbe mai potuto
compiere certe azioni
se fosse stato cosciente, ne avrebbe sofferto troppo. In caso,
probabilmente,
si sarebbe ucciso per mettere fine a quella tragedia, peccato che era
già
morto, qualunque tentativo di suicidio non lo avrebbe certo strappato a
quell’inferno… Qualche volta, aveva qualche
leggerissimo momento di lucidità,
ma nulla di significativo. Tutto ciò che poteva provare in
quei momenti era
disperazione, nient’altro…
Vuoi sentirla la sua storia? Tanto il
tempo c’è, no? Chi tace acconsente. Benissimo,
incominciamo.
Lui era un giovane insegnante, il figlio
di un preside molto amato… No, non era diventato di ruolo
per nepotismo… Era
proprio un bravo insegnante e lavorava bene con i bambini. Non era un
bell’uomo
ed era piuttosto robusto, ma era un uomo mite e una cosa che sapeva
fare molto
bene era ascoltare. Quel giorno pioveva molto, lui tirò un
sospiro di sollievo
quando vide di non essersi scordato l’ombrello, lo
afferrò e uscì dalla scuola
per tornare nella sua casa, ma mentre si incamminava qualcosa
attirò la sua
attenzione… C’era ancora una bambina nel cortile,
la piccola era seduta su una
vecchia panchina di legno, non aveva un ombrello e si stava bagnando
tutta.
L’insegnante decise di avvicinarsi per controllare la
situazione. L’uomo si
sedette vicino a lei e fece in modo di ripararla con
l’ombrello. La bambina
aveva dei lunghi capelli neri che in parte le ricoprivano anche il
viso.
Yoshikazu, questo era il nome dell’uomo, la
osservò. Sembrava una bambina fra i
sette e gli otto anni, ma non gli sembrava di averla mai vista prima a
scuola,
ciò nonostante il suo aspetto era molto familiare, ma
decisamente non gli
ricordava qualcuno che aveva visto di recente… Per un attimo
guardandola gli
tornò in mente un’insegnante che aveva avuto lui
quando andava in quella
scuola. Non era un ricordo felice, la donna era morta tragicamente
quando lui
andava all’ultimo anno di elementari cadendo dalle scale. Ma
a quanto ricordava
aveva una figlia… Era molto improbabile, ma per un attimo si
chiese se quella
non potesse essere la nipote della sua vecchia maestra, per un attimo
quell’idea
lo fece un po’ sorridere… “Come ti
chiami? Stai aspettando i tuoi genitori?
Forse è meglio che aspetti dentro, non pensi?”
chiese gentilmente e aspettò una
risposta che non arrivò mai. Lei si limitò a
voltarsi leggermente verso di lui
guardandolo con un’espressione annoiata, poi tornò
a guardare avanti. L’uomo
cominciò a preoccuparsi, osservandola più
attentamente si accorse che la
bambina era veramente molto pallida, quasi cadaverica e il suo vestito
rosso
era piuttosto rovinato… “Ce l’hai un
posto in cui tornare?” domandò cercando di
essere il più delicato possibile. Si alzò dalla
panchina e prese la mano della
bambina. “Dai andiamo dentro…” le disse
mentre agitato si chiedeva che cosa
poteva fare e se quella bambina che si trovava davanti era una
vagabonda senza
casa… Non gli era mai capitato nulla di simile, non aveva la
minima idea di
come comportarsi. La bambina ritirò il braccio che
l’uomo non aveva stretto
tanto forte e rimase seduta immobile. Il povero Yoshikazu dandogli
un'altra
occhiata ancora più attenta si accorse che
sull’esile e pallido collo della
piccola si trovava uno strano segno bluastro, sembrava un livido da
strangolamento… “S-sei scappata di
casa?” chiese sempre più preoccupato. A quel
punto cercò di prendere in braccio la bambina.
“N-non avere paura… Voglio
portarti nella stazione di polizia più
vicina…” disse per tranquillizzarla. Lei
all’improvviso fece un ampio sorriso mostrando tutta la
dentatura con fare
minaccioso, in uno scatto strinse fra i denti il braccio del
malcapitato e
fuggì velocemente come se fosse un’animale
selvatico. L’uomo provò un dolore
allucinante al braccio, quasi gli venne la nausea e si dovette
appoggiare alla
panchina per non cadere a terra. I denti di quella bambina avevano
stracciato
la manica pesante, dalla ferita non sembrava uscire molto sangue anche
se la
pelle era stata lacerata, ma il braccio sembrava molto gonfio e
scoprendosi la
ferita da quello che restava della stoffa della manica della giacca
Yoshikazu
notò che era rimasta l’impronta dei denti, rossa e
molto profonda… Com’era
possibile che non sanguinasse? L’uomo spaventato
tornò a casa e mise del
ghiaccio sulla ferita, poi la fasciò. Il giorno seguente la
ferita era visibile
come il giorno prima, ma era passata dal rosso al nero. Yoshikazu era
terrorizzato, ma la disinfettò e continuò ad
andare a scuola. Col passare dei
giorni cominciò a sentirsi sempre più strano,
aveva difficoltà a parlare, a
volte anche difficoltà a ragionare e si sentiva sempre
più stanco, sempre più
solo, sempre più incapace di farsi comprendere…
Mentre inizialmente aveva
continuato ad andare a scuola di sua spontanea volontà, un
po’ per continuare a
fare il suo dovere, un po’ perché non voleva
restare nel suo appartamento da
solo, alla fine continuò ad andarci costretto da una forza
misteriosa che
continuamente lo attraeva nell’edificio… Era colpa
del morso? Chissà…?
Chissà…?
Ma credimi quando ti dico che con l’aiuto del suo corpo
vennero perpetrati
crimini orribili…- Morishige osservò Sachiko
perplesso… all’improvviso lo spirito
si era materializzato accanto a lui e aveva cominciato a parlargli a
ruota
libera. Lei ricambiò lo sguardo con un ghigno che mostrava
tutti i dentini
affilati della bimba.
-Quindi…? Non capisco dove vuoi andare a
parare… Vuoi dirmi che sei capace di materializzarti anche
all’esterno di
questo luogo? Hai morso e fatto impazzire quest’insegnante di
nome Yoshikazu?-
domandò infastidito. Volevi una
scusa per
tenermi sveglio?
-No, semplicemente volevo introdurti il
mio servo, guarda!- la bambina indicò il fondo del
corridoio, in realtà era
troppo buio perché Morishige riuscisse a vedere qualcosa, ma
pian piano notò
una grossa sagoma che si avvicinava minacciosa. -Finalmente!
Perché hai fatto
tanto tardi? Ti sei fermato a procurarmi altre vittime per la sala
delle
torture?- domandò pimpante la piccola. -Morishige, ti
presento Yoshikazu,
Yoshikazu, ti presentò Morishige.- Il ragazzo si
alzò in piedi e indietreggiò
visibilmente turbato. -Bene Yoshikazu… fa come ti ho
spiegato!- Yoshikazu andò
lentamente verso il ragazzo. Perché
mi
allontano…? Dovrei semplicemente stendermi a terra e
aspettare che mi colpisca…
devo morire, no? Continua a domandarsi il ragazzo sempre
più confuso sul da
farsi. Yoshikazu alzò il
martello e
provò a colpirlo, Morishige schivò il colpo. Stare fermi per farsi schiacciare da un martello
non è così semplice!
Non voglio morire! Il ragazzo cercò di scappare,
ma il pavimento gli crollò
davanti agli occhi.
-Non insistevi sul voler morire?- lo
canzonò Sachico. -Ti avverto subito: puoi anche provare a
scappare, ma
trasformerò qualunque direzione in cui vorrai correre in un
vicolo ceco… volevo
semplicemente avvertirti…- Yoshikazu sferrò altri
colpi, ma Morishige finì per
schivare anche quelli.
-A volte ha addirittura difficoltà
nell’ammazzare, soprattutto quando si tratta di bambini, ma
lo vedo quasi
motivato nel cercare di ucciderti…- la piccola fece un
sorriso sinistro -Non
sarà perché gli sembri una cattiva persona?-
suggerì soddisfatta -Non sei una
brava persona, insomma, ti metti a dare fastidio ai morti…- Già, come no… e lui come
farebbe a saperlo?
Da che pulpito poi! E comunque, si può sapere cosa
c’è di male nel fotografare
e rivolgersi male ad un cadavere?!
-Non ai morti, ai loro cadaveri! Non sono
persone! Forse lo erano in precedenza, ma una volta morti diventano
solo
oggetti! C’è chi li seppellisce, chi li
incenerisce e li tiene in un’urna o li
semina chissà dove e c’è chi decide di
fare qualcosa di utile e dona il proprio
corpo alla scienza. Io penso che abbiano un valore artistico, tutto
qui!-
insisté esasperato. -E poi perché qualcuno che va
in giro ad uccidere le
persone schiacciandole con un martello dovrebbe prendersela per
qualcosa del
genere?!-
-Lui è costretto ad agire in un certo
modo, potendo non farebbe male a una mosca… Ahi, ahi, non
hai proprio ascoltato
la mia storia, eh? Comunque… tu invece? Valore artistico?
Solo quello? Non
trovi rilassante importi e molestare qualcuno che non può
reagire? Non pensi
che comportarti come un sadico con un “oggetto”
antropomorfo ti aiuti ad
alleviare lo stress, eh?- chiese cantilenando, poi scoppiò a
ridere. -Sei
davvero un ragazzo divertente, ma decisamente poco sincero…-
-Bene, immagino che una come te trovi
sbagliato il mio comportamento, allora, illuminami… dimmi
cos’è che faccio di
male?- disse sfidandola.
-No, trovo il tuo modo di fare
assolutamente fantastico!- spiegò sorridendo genuinamente.
Distraendosi, il
ragazzo perse l’equilibrio per schivare un colpo e cadde a
terra. -Ma se trovo
il tuo comportamento interessante, credimi, significa che
c’è qualcosa di
davvero storto in te!- il ragazzo si rialzò.
Forse
sono io ad avere qualcosa che non va, ma in questa circostanza ho
finito per
chiedermi se ci sia veramente un motivo per trattare delle carcasse
come
fossero ancora vive o se si tratta solo di una specie di dogma!
Capisco, a
livello teorico che dovrei provare… una specie di empatia,
forse? Ma
ultimamente mi sembra solo una scusa di Sachiko e Kizami per
tormentarmi e di
Yamamoto per prendersela con me! Aspetta… Kizami chi diavolo
è?! E cosa c’entra
Yamamoto?!
Il bambino si addentrò in mezzo agli
alberi dalle foglie rossastre. Il vento gli tolse la sciarpa dal volto
e fu
costretto a risentire più chiaramente l’odore, un
po’ era familiare… Tipo…
una polpetta cruda e marcia? In
effetti fra le foglie cadute a terra scorse uno strano oggetto
tondeggiante e
rossastro ricoperto da mosche. La
polpetta?! Però è un po’
strana… perché ha tutti quei buchi? Sembra quasi
cava…
E quello? Cosa dovrebbe essere? La
polpetta sembrava fuoriuscire da un involucro bianco, sembrava tipo il
guscio
di un uovo, solo che non era rigido. Il bambino cominciò a
sentire un po’ di
nausea a causa della puzza così indietreggiò e si
appoggiò ad un albero. Si
sedette sul terreno, ma vide qualcosa di strano che sembrava sbucare
dal
terreno proprio accanto alla sua gamba… forse qualcosa
voleva afferrarlo?
-Eh?!- esclamò allontanandosi di scatto.
Una mano?! Sembravano esserci tre
dita
annerite e leggermente contratte ai piedi
dell’albero… lui si avvicinò un
po’ e
toccò le dita col piede… tolto il piede vide che
due dita si erano spezzate. Ma non le ho
toccate così forte e non ho
sentito nessun rumore di osso spezzato. Uhm… prese
uno dei tre oggetti in
mano, non sembrava della consistenza della carne e la parte spezzata
all’interno
era completamente bianca, non c’erano ossa o pezzi di carne. Ma cosa sono? Si domandò
infastidito.
C’erano degli oggetti simili nelle vicinanze
dell’albero, ma non sembravano
dita, erano molto più scure e grassocce.
A quanto pare se le spezzo sono come quelle altre… forse
sono funghi… magari
anche quella specie di polpetta è un fungo, mi hanno detto
che nascono da delle
specie di uova molli… e poi quella cosa non sembrava lucida
come una polpetta
cruda. Il bambino raccolse la pallina rossastra ed in
effetti non era
viscida. Strano… forse
è meglio portarlo
a casa, magari porto anche gli altri. Così
raccolse tutti quegli strani
funghi. Però, probabilmente non si
possono mangiare… s-soprattutto questo! Pensò
osservando il fungo
tondeggiante. Non era una polpetta marcia, ma aveva un odore abbastanza
simile,
perlomeno si era un po’ abituato e non gli veniva
più da vomitare.
Probabilmente c’è n’erano altre in giro
che non aveva visto, quell’odore era
piuttosto forte. Altri funghi a forma di
dita! Si avvicinò per raccoglierli, erano
piuttosto rigidi e freddi.
Sembrava avere abbastanza difficoltà a staccarli dal
terreno. Alla fine riuscì
a tirarli fuori, ma erano attaccati a qualcosa… È… è…
un braccio…? Era abbastanza spaventato
inizialmente, aveva
tirato fuori dal terreno un arto pallido, freddo e sporco di terra che
sembrava
essere attaccato ancora a qualcosa… probabilmente
c’era un corpo sotto tutte
quelle foglie secche. Ma dopo un primo momento di spavento il bimbetto
spinto
dalla curiosità tolse tutte le foglie nell’area
circostante al braccio e come
aveva previsto, sotto c’era nascosto malamente un cadavere.
Il corpo
apparteneva ad una donna piuttosto giovane, forse una ragazzina. Non
era
particolarmente alta, i capelli erano castani e le arrivavano alla
nuca, ma
qualche ciocca a lato della fronte era rossa a causa del sangue che era
sgorgato da una ferita sulla testa, c’era qualcosa che si
muoveva su quella
ferita, dei piccoli vermetti bianchi. Che
schifo! Pensò osservando quegli animaletti. Poi
si soffermò sull’osservare
il viso della ragazza. C-carina… Le
si inginocchiò vicino e toccò il naso, era molto
freddo. Poi le toccò le
labbra, anche quelle erano molto fredde e violacee, piuttosto sottili.
Il
bambino ritirò la mano velocemente e se la sfregò
sulla giacca per pulirla. Era
arrossito e sembrava un po’ a disagio. È
molto fredda e il suo colorito è malsanamente
pallido… quando mi ammalo anche
il mio corpo sembra così? Uhm… no, decisamente.
Se mi ammalo la mia temperatura
sale anche se ho molto freddo. Sembra così
tranquilla… quasi come se stesse
dormento. -Tu però non ti muoverai
più, giusto?- domandò osservandola
attentamente.
-Sakutaro! Sakutaro!- gridava la voce di
un uomo. È quasi tramontato il
sole! Dove
potrà mai essersi cacciato?! In mezzo agli alberi
vide un bambino chino ad
osservare qualcosa. -Meno male… Come ti è saltato
in mente di venire qui da
solo? E perché non sei tornato? E quasi notte! Come hai
fatto a non
accorgertene!- lo sgridò l’uomo, il bambino si
voltò impassibile.
-C’è una signora morta qui.-
disse
indicando l’oggetto del suo interesse. -Se non stavo a
sorvegliarla potevano
portarla via, papà…- si giustificò.
-Bisogna chiamare la polizia!- disse
l’uomo preoccupato appoggiando una mano sopra la spalla del
bambino.
Arrivata la polizia, Sakutaro dovette
allontanarsi dal corpo, assisteva nervoso alla scena di tutti quei
tizzi a
torno al corpo della ragazza. Un agente si avvicinò a lui e
a sua padre.
-Beh… grazie di averci chiamati.- disse
incerto, poi si abbassò a livello del bambino. -Non devi
preoccuparti, ok?
Andrà tutto bene…- ironicamente era il suo tono
che sembrava molto preoccupato.
Non sembrano molto contenti di averla
trovata… ma hanno ringraziato, quindi è una cosa
buona… credo…
Tornando a casa il bambino tirò fuori
una
cosa dalla tasca e la mostrò al padre.
-Guarda.- disse, l’uomo non sembrava
capire di cosa si trattasse. -Funghi.- spiegò,
l’uomo glieli prese e li buttò a
terra, il bambino lo guardò spaesato.
-Erano velenosi.- disse freddo.
-Lo so, non sono scemo! Volevo solo
conservarli…-
disse irritato mettendosi a braccia conserte. Questa
è decisamente l’ultima volta che ti mostro
qualcosa…
Il giorno seguente il bambino andò dal
nonno, anche lui sembrava comportarsi in modo strano...
-Senti, per quanto riguarda ieri...-
cominciò preoccupato l'anziano signore. -Va tutto bene,
vero? Sai se vuoi
parlare di qualcosa...- chiese apprensivo. il bambino lo
guardò incerto.
-Eh? Sì, certo... Ma perché
mi fate tutti
domande strane e imprecise di questo tipo ultimamente?-
domandò sospettoso. -Mi
sembra che aver trovato quella tizia sia una buona cosa, no? I suoi
parenti la
rivolevano, giusto?-
-Beh, sì... ma non dovevi essere tu a
ritrovarla...-
-Perché? Non ho fatto un buon lavoro
forse?- domandò con le braccia conserte.
-Certo... Lascia perdere…-
è un bambino… è normale che non abbia
una
chiara concezione della morte… -Non
c’è problema se non capisci perché
siamo preoccupati, sei ancora piccolo dopotutto.- disse ridacchiando e
accarezzando la testa del nipote offeso, poi tossì. -Pensavo
semplicemente che
quello che hai visto potesse spaventarti.-
È
così strano che non mi sia spaventato, quindi? Si chiese,
poi osservò il nonno con preoccupazione. -Tu…
morirai presto?- domandò a bassa
voce.
-Cosa?-
-Non esci quasi più di casa, nemmeno per
venire
a trovarmi… sei quasi sempre seduto o letto e non fai altro
che tossire…-
spiegò tenendo il visino rivolto verso il basso -Anche tu
morirai come quella
tizia?-
-Ma no! Ti terrò compagnia ancora per
molti anni, chissà magari vivrò abbastanza a
lungo per conoscere i tuoi figli!-
cercò di tranquillizzarlo, ma il bambino continuava a
sembrare molto triste.
-Devi capire che le stagioni fredde non sono l’ideale per la
gente di una certa
età…-
-Nemmeno quelle calde! D’estate i
telegiornali dicono sempre di stare attenti ai bambini e agli
anziani… Solo la
primavera va bene per i vecchi?- domandò. -Ops…
gli anziani?- ricordava che
dire vecchi era un po’ da maleducati.
-Diciamo di sì… Tranquillo,
è vero, un
giorno non ci sarò più, ma non sarà
per sempre. Ci sarà un momento in cui ci
rivedremo.- il bambino sembrava incuriosito.
-Dove?- domandò.
-Nell’aldilà.-
-Diventeremo fantasmi?-
-Sì.- gli rispose sorridendo. Il bambino
era decisamente molto allarmato.
-Ma se anche tutte le persone già morte
saranno fantasmi pure, l’aldilà sarà
davvero molto sovraffollato! Sono morte
davvero tante persone fino ad ora… Come farò a
ritrovarti in mezzo a quella
confusione?!- domandò agitato.
-Eh? Ecco… beh… Tranquillo,
le persone
morte da tantissimo tempo si reincarnano…- Temo
di aver peggiorato la situazione! Era meglio non parlargli di queste
cose…
-Si reincarnano? Ma allora tornano in
vita senza ricordare nulla della vita passata! E se incontrano
un’altra che già
conoscevano in una vita precedente non la riconosceranno! È
davvero orribile!
S-succederà anche a me e te dopo tantissimo tempo che saremo
morti?!-
-Ehm… ma no! In
realtà… non c’è nessuna
reincarnazione! L’aldilà si espande ogni volta che
muore una persona nuova
quindi non c’è il rischio di stare
stretti…- il nipote lo fulminò con lo
sguardo. Credo che le mie spiegazioni
stiano diventando poco credibili…
-O-ok… Ma mettendo che io muoia da
vecchio tu come farai a riconoscermi? O da morti si diventa tipo delle
fiammelle o delle sfere luminose? Ma in quel modo sarà
ancora più difficile
riconoscerci!- aveva un tono davvero molto preoccupato.
-Penso che… Probabilmente la forma dello
spirito ritorna ad uno stato di giovinezza… Così
non sarà difficile
riconoscerti.- gli occhi del piccolo si spalancarono confusi. Temo di aver fatto un altro errore,
già…
-Nonno… ma io non ho la minima idea di
com’eri fatto da giovane! Aspetta… Hai qualche
foto da mostrarmi?!- chiese
impaziente.
-Senti, quando arriverà il momento mi
riconoscerai… gli spiriti non hanno alcun bisogno di basarsi
sull’aspetto
fisico per riconoscere qualcuno.- disse mettendo le mani sulle spalle
del
bambino, il piccolo non sembrava così convinto
però. -Comunque non credi che
sia un po’ troppo presto per preoccuparti di queste cose?-
Sakutaro credeva che
la sua testa avrebbe finito per scoppiare a causa di tutte quelle
strane
informazioni che gli erano state date, alla fine cercò di
accettare l’ultima
rassicurazione che il nonno gli aveva dato e smise di pensare a quelle
strane
cose.
-Sì, hai ragione…- il nonno
sorrise. Mi dispiace, ti ho solo portato
molta
confusione… -Ma non è che potresti
mostrarmi comunque una tua foto da
giovane…? Così per sicurezza…-
Alla
fine morì agli inizi di febbraio… lasciandomi
completamente solo…
Sono
proprio stupido, da quando sono così bravo a schivare? Se
questo mostro fosse
davvero così lento non avrei trovato tanti cadaveri finiti
da un martello. Sta
di nuovo giocando con me… Cos’è che
vuole ottenere di preciso…? Sachiko
sbadigliò poi sbuffò.
-Basta giocare, ormai uccidilo e basta…
Mi sto un po’ annoiando.- Yoshikazu afferrò il
ragazzo per il braccio e lo
tenne fermo contro il muro preparandosi a colpirlo… per
l’ultima volta… U-un…
un colpo e basta… se muoio al primo
colpo non soffrirò così tanto… In
fondo è stato bello conoscerti e non rimanere
da solo per un po’. Mi mancherai Mayu, spero solo di
rivederti un giorno… si
ok, ma in che modo?!
Quel giorno a scuola uno studente che non
conoscevo mi fermò in mezzo al corridoio.
-Hey Mori… Morishi… qualcosa?
Ehm… hey!-
non ero offeso dal fatto che non ricordasse tutto il mio nome, del
resto io non
avevo idea nemmeno di quale fosse la sua iniziale… -Sei un amico stretto di Suzumoto,
giusto?-
-Sì… perché?- gli
risposi annoiato.
-Mi chiedevo, perché si è
messa a
piangere nel cortile.-
-Cosa? Non saprei…- dovetti ammettere.
-Ah, capisco… è
che…-
-Scusa, ma dovrei andare.- cercai di
sbarazzarmene velocemente.
-Va bene…- rispose confuso. Non ero
stato
particolarmente cortese forse. Camminai velocemente verso il cortile,
lei stava
accovacciata in un angolo mentre singhiozzava col viso coperto dalle
mani.
Fortunatamente erano quasi tutti in classe, spesso quando qualcuno si
mette a
piangere molti sconosciuti curiosi gli si accalcano attorno per vedere
cosa
succede… forse non se ne rendono conto e alcuni magari sono
anche in buona
fede, ma con questo atteggiamento non sono di alcun aiuto.
-Cosa ti è successo?- le domandai
preoccupato accarezzandole la spalla. Lei alzò il viso
arrossato verso di me.
-È-è, è morta!-
-Cosa?! Chi è m…- si
alzò improvvisamente
e stringendomi cominciò a piangermi sul petto…
rischiai di cadere all’indietro
per un attimo…
-Foglia è morta.- disse singhiozzando.
Provai a consolarla e cercai di capire chi era Foglia…
-S-stamattina sono
andata a darle da mangiare e… e lei… e
lei… non si muoveva più!- provò a
riprendere fiato e ad asciugarsi il volto, ma non sembrava riuscirci.
-Vuoi che ti accompagni in infermeria?-
proposi, là sarebbe stata sicuramente più
tranquilla…
-No, no! Sto bene, mi serve solo un
minuto per calmarmi…- mi disse fra i singhiozzi. -O-o
f-forse anche due…- non
mi sembrava affatto sul punto di calmarsi.
-Sicura?- feci un altro tentativo.
-S-sì certo! N-non posso saltare una
lezione per questo!- insistette agitata.
-Va bene, ma se finisci per piangere
durante la lezione finirai solo per interromperla.- qualunque animale
fosse
Foglia, lei sembra veramente triste e sconvolta, ero abbastanza
preoccupato
all’idea di accompagnarla in classe in quelle
condizioni…
-U-uffa! Non lo farò! N-non
c’è bisogno
che ti preoccupi!- mi disse allontanandosi un po’ -Lo so
sembra una cosa
infantile! Ma sai, lei mi teneva sempre tanta compagnia!-
-Tranquilla, in realtà molti piangono
per
i propri animali domestici.-
-La colpa è stata tutta mia! I-ieri
avevo
visto che sembrava un po’ strana anche se era vivace del
solito, ma invece di
portarla subito dal veterinario ho rimandato!-
-Beh, forse cercava di essere vivace
proprio per non farti preoccupare…- provai suggerirle,
volevo farla sentire
anche solo un po’ meglio…
-D-dici?- io annuì -Era molto
intelligente, ma Foglia era comunque una tartarughina quindi, non
so…-
-Una tartaruga?- ripetei un po’ stupito.
-Uhm, sì… ti sembra un
po’ stupido
piangere per un animale che non è un cane o un gatto, vero?-
mi disse
abbozzando una specie di sorriso, anche se molto triste.
-Beh, no…-
-Non fa niente, grazie comunque per
esserti preoccupato per me… e per aver cercato di tirarmi su
di morale…-
Sospirai.
-Non ho affatto detto che è stupido.
Ecco… semplicemente non ho animali, quindi non ho idea di
cosa si provi…-
sorrise, stavolta serenamente e cominciò a calmarsi.
-G-grazie…- poi giunse le mani e chiuse
gli occhi. -Mia piccola, cara, tartarughina… mi dispiace di
non aver capito che
stavi male veramente… un giorno ti raggiungerò e
staremo ancora insieme.- chiuse
il discorso, aprì quei lucidi e arrosati occhi verdi e
separò le mani… rimasi
abbastanza perplesso. Io mi ero fatto davvero tantissimi problemi la
prima
volta che mi avevano parlato di aldilà e cose del
genere… perché lei era così
sicura che si sarebbero riviste, che animali e umani condividessero lo
stesso
aldilà, ammesso che esista qualcosa di simile, e che lei fra
tante tartarughine
avrebbe ritrovato proprio la sua? E come faceva ad essere
così dispiaciuta per
una tartaruga?! Mi è sempre apparsa ingenua per certi
versi… Ciò nonostante…
anche io dopotutto avrei voluto poter essere sicuro di rincontrarla
anche dopo
la morte e di poter continuare a starle vicino in
realtà… essere più fiducioso
sarebbe piaciuto anche a me.
-Forza, torniamo in classe.- mi disse
prendendomi la mano.
-Ok, ma forse prima dovresti andare a
sciacquarti la faccia, sei tutta rossa.- le suggerì, lei
arrossì ancora di più
e si portò le mani al viso.
-Oh, no! S-sono inguardabile…- disse
coprendosi imbarazzata e corse via in bagno. Era molto insicura
nonostante
tutto, ma forse è anche per questo che aveva bisogno di
stare con me. Forse
oltre ad aver bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi aveva anche bisogno
di
qualcuno a cui potersi mostrare vulnerabile, ma in realtà
anche io avevo bisogno
di lei… ho bisogno di lei…
Mayu…
se io muoio adesso e la mia anima rimane intrappolata qui, come dovrei
fare a
rivederti?!
-A-aspetta! Sachiko!- supplicò
disperato.
Non posso morire adesso, non voglio!
-Ah?- esclamò con una strana smorfia.
-No, troppo tardi! Anche se in realtà non è
troppo tardi solo per te…- disse
con un largo sorriso.
-Cosa vorresti insinuare?- domandò,
tanto
non c’era qualcosa che potesse peggiorare la sua
situazione… o forse sì?
-Proprio nulla! Certo, a parte… No, non
fa niente. Tanto qualunque cosa ti dica non mi crederai!- ci stava
girando in
torno, ma aveva un evidente voglia di parlarne e soprattutto di vedere
quel
ragazzo sbriciolarsi davanti ai suoi occhi.
-Forza, a questo punto dimmi cosa
c’è che
ti fa tanto ridere…- gli occhi della piccola si illuminano.
-Sai, ti pentirai di avermelo chiesto!-
disse con una risatina. -Ciò per cui ti sei impegnato tanto
a ritrovarla, ma
ormai, non è nient’altro che un ammasso di carne
morta!-
-Finiscila!- esclamò con sdegno, avrebbe
voluto che quella fosse solo un ipotesi che non stava né in
cielo né in terra.
-L’avevo detto che non mi avresti
creduto! Ma, cerca di essere sincero… questa idea
è venuta in mente più volte
anche a te solo che non hai fatto altro che censurarla. Ma spiegami,
cosa c’è
di assurdo? Tu sei stato praticamente trattato con i guanti, prima che
cominciasse questo gioco. Non sei mai stato messo in situazioni
particolarmente
pericolose, non hai mai neanche incontrato i fantasmi prima me e non
sei mai
stato inseguito da Yoshikazu, l’unica cosa che qui ha
rappresentato un pericolo
per te sei tu… Ma, per gli altri decisamente non
è andata così, l’hai potuto
constatare da solo, no? Non fraintendermi, non sto ipotizzando che sia
morta,
la tua piccola preziosa Mayu è certamente morta! Accettare
la morte di
qualunque altro tuo amico sarebbe
stato molto più facile, eh? O sei ancora sicuro che lei sia
viva? Vuoi vedere
il suo corpo?- osservò soddisfatta il ragazzo, non si era
nemmeno accorto che
Yoshikazu aveva smesso di tenerlo fermo, ma comunque tremava troppo per
riuscire a muoversi. Dopotutto si era meritata di riuscire a spezzarlo,
si era
impegnata al massimo per fare un discorso con tono serio e drammatico
senza
ridere di quella situazione tanto buffa e ridicola. -Ma, che hai?-
cercò di
simulare preoccupazione. -Non riesci più a parlare? Forse la
vista del suo
cadavere potrebbe consolarti in qualche modo? Potresti finalmente
rassegnarti o
magari trovarla anche più carina così,
chissà?- disse con leggera malizia. Gli
occhi del ragazzo ebbero degli strani scatti, si guardava intorno quasi
come se
fosse in cerca di qualcosa, sembra particolarmente interessato alle
finestre…
Aprì la bocca e cercò di dire qualcosa, ma
tossì, qualcosa lo soffocava. Sputò
del… sangue? Per quanta poca luce ci fosse quel liquido era
troppo scuro per
essere sangue.
-Finalmente!- Sachiko fece un sospiro di
sollievo mentre il Morishige cadde a terra in preda alle convulsioni.
Non stava
vomitando quel liquido, non sentiva alcuna contrazione e non faceva
alcuno sforzo
a farlo uscire. Semplicemente scorreva fuori dalla sua bocca
ininterrottamente,
forse stava cominciando a fuoriuscire anche
dall’orecchio…
-Sai avere dei tirapiedi come Yoshikazu e
Yuki, è davvero fastidioso! Sono troppo buoni e se tornano
in loro è un guaio,
cercano di aiutare le mie prede! Ho pensato: magari Shige-nii
sarà più
collaborativo. In effetti, tu sei proprio predisposto per questo ruolo,
però ci
voleva una piccola spinta… insomma, anche per il quasi
omicidio di Nari ti sei
fatto un po’ troppi problemi... Allora, non è una
cosa fantastica
l’inscurimento?- domandò, in realtà lui
era praticamente paralizzato sul
pavimento, ma tanto non voleva veramente una risposta. -Tranquillo, non
ti
ucciderà! Mi servi vivo… per il momento. Certo
che sottoporti all’inscurimento
senza ucciderti, ma trovare comunque il modo di osservare qualcosa di
interessante nel frattempo è stato complicato...- si
sfogò allegramente. Il
ragazzo alla fine perse del tutto conoscenza. La bambina si
chinò e cominciò a
dargli delle leggere pacche sulla testa. -In realtà non
è una cosa che ho
pensato fin dal primo momento, ma osservandoti ho pensato che non fosse
una
cattiva idea. Beh, Shige-nii, benvenuto in famiglia!- gli prese una
gamba, se
la portò sulla spalla e cominciò a trascinarlo.
Yoshikazu fece uno strano
verso, tipo delle congratulazioni della riuscita del piano?
-Grazie! Finalmente sono riuscita a
prendere un cane! Anche se… chissà per quanto
tempo riuscirò a tenerlo in
vita?- rise spensieratamente e i due, tre considerando Morishige
incosciente
trascinato da Sachiko, si avviarono nella stanza delle torture.
Note (chilometriche purtroppo…):
-effettivamente, c’è un wrong
and in cui
Morishige cade vittima del darkening/inscurimento(non saprei come altro
tradurlo…)
-I flashback(in realtà uno è
più un
“Sachiko racconta”) non hanno nulla a che fare col
gioco. In particolare
Yoshikazu finisce per essere manovrato a causa di una maledizione, non
di un
morso in stile zombie, ma mi piaceva abbastanza come idea quindi
l’ho inserita…
(anche se in realtà non amo molto i film sugli
zombie…)
-il Clathrus
ruber(la polpetta) è un fungo che effettivamente
puzza di cadavere, anche
se meno di altri funghi, e non è commestibile…
comunque perché qualcuno
dovrebbe mangiarlo?
-l’altro fungo l’ho visto da
piccola in
un documentario ed ho, ingenuamente, pensato che nascondere un corpo in
mezzo a
dei funghi a forma di mano fosse una buona idea… comunque
l’ho cercato su
internet e dovrebbe essere un xylaria
polymorpha detto dita di morto.
Alcune delle immagini che ho visto assomigliano a quelle che ricordavo,
altre
meno… neanche questo si mangia.
-Non so se questi funghi posso crescere
insieme, ho semplicemente controllato che entrambi potessero cresce in
Giappone… non sono una biologa…
-In realtà le tartarughe possono essere
animali affettuosi. Nel senso, anche se gli hai già messo da
mangiare se esci
in giardino(se le tieni lì) loro escono e si avvicinano e se
le vuoi
accarezzare sulla testa te lo lasciano fare e non la rientrano. Poi
dipende dal
carattere dell’animale… una mia parente ne aveva
una che se le avvicinavi il
piede ti inseguiva(che paura…) per morderlo…
Comunque possono essere di
compagnia e può dispiacerti molto quando muoiono…
Mi scuso, questo capitolo è lungo come
al
solito e, temo, più confusionario del solito (già
di solito lo sono
abbastanza…) Comunque, nonostante questo capitolo non
c’entri assolutamente
nulla, buon natale, buon anno nuovo e buone vacanze a chiunque
capitasse di qui
in questo periodo… Spero di non aver combinato un
disastro…