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Autore: alessandras03    23/12/2016    2 recensioni
SEQUEL BISBETICA VIZIATA.
Dal Capitolo 1...
"In fondo è l’alba per tutti. E’ l’alba di un nuovo inizio. L’alba che porta con sé la notte, schiarendo il cielo, colei che reca luce e spensieratezza.
E’ questa la mia alba. Guardare avanti e capire che non bisogna fermarsi.
Come il tempo scorre, come la notte passa e arriva il giorno, così i cattivi pensieri svaniscono per dar spazio ad una pace interiore senza limiti. "
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 10
 

Mi sveglio con la suoneria del mio telefono. Ho la testa che mi scoppia letteralmente e quel maledetto cellulare non vuole smetterla di squillare. Così sbuffando allungo un braccio fino al comodino e lo acchiappo. Apro un occhio e noto il nome di mia sorella sul display. Scorro il dito per rispondere.
«Giorno» dico.
«Buongiorno sorellina» sembra entusiasta. «C’è una bella notizia!» Finalmente, direi. Forse sarò contenta per qualcosa.
«Sentiamo» deglutisco.
«Domani Marcus e Kris si sposeranno, così all’improvviso» la sento ridere.
Scuoto il capo. «Sono pazzi» commento mettendomi a sedere.
«Sono seriamente sconvolta, Kris è sempre ben organizzata, fiori, abito, confetti, bomboniere… ed invece ieri sera sono spuntati a casa con questa notizia» blatera.
«A Brady non è venuto un colpo?» Ghigno.
Lei si prende un attimo per rispondere, poi avverto la voce di mio cognato e scoppio a ridere. «Dice che le sue donne rimangono sempre sue. Comunque sarà lui ad accompagnarla all’altare» sospira infine.
«Come mai?»
«Kris ha deciso così e poi non siamo certi che John riesca ad esserci domani» schiarisce la voce. «In ogni caso fate le valige, che si torna in patria» ride.
«Dimmi che non sono una damigella» socchiudo le palpebre.
«L’abito è bellissimo, giuro… l’ho scelto io.»
«Oh Dio mio» sbuffo. «Ma… con fate le valige chi intendi?» Corrugo la fronte confusa.
«Tu, Beth, Dylan… Brian» dice. «Marcus ha invitato alcuni suoi alunni, i ragazzi della squadra di basket» aggiunge.
«Questa è davvero una bella notizia!»
«Grace devi raccontarmi qualcosa?»
«C’è tempo» sussurro. «Lo vado a dire agli altri… e faccio la valigia» sospiro. «A presto Emi» riattacco.

Mi metto in piedi e mi osservo allo specchio. Ho delle grosse occhiaie, la faccia bianca per aver digiunato due lunghi giorni e sono priva di forze. Non vedo la luce del sole da quarantott’ore. Mentre loro pranzano, cenano e si divertono insieme, io me la spasso a letto, con la televisione ed i film d’amore più deprimenti della storia.
Dylan non si è più fatto vivo, Beth dice che è uscito con Judy, ma non ha idea di cosa sia successo. Mi ha lasciata, insomma. Mi ha lasciata così, molto facilmente.

Mi vesto con uno shorts di jeans ed una canottierina bianca. Indosso un paio di scarpe da tennis ed esco dalla casetta. In piscina non c’è nessuno, quindi saranno dentro.
Avverto le voci e le risate. Quando giungo nel salone, sono tutti spaparanzati sui divani e poltrone. Gabe e Beth sono distesi a terra. Solo Alec si accorge della mia presenza e si mette in piedi, venendomi incontro.
«Tesoro» mi abbraccia, «sta arrivando Judy» mi mormora a denti stretti.
Deglutisco. «Ciao a tutti» boccheggio nervosamente.
«Vuoi mangiare qualcosa? C’è insalata, ci sono panini, c’è persino la pasta di ieri… sai Ian e Clay si sono cimentati ed è venuta buona» Beth parla velocemente avanzando verso di me.
«Mangerò un boccone in aeroporto» annuisco abbozzando un sorriso forzato.
A quel punto Dylan si volta scattante. Beth mi fissa corrucciata, mentre gli altri attendono una spiegazione.
«Marcus e Kris domani si sposano… e diciamo che voi presenti siete tutti invitati» considerando che sono tutti compagni di squadra, eccetto Gabe.
Beth sorride. «Ah che bello» non sembra molto entusiasta, però.
«Beh, non per forza dovete partire tutti» sospiro scrollando le spalle, «in fondo è comprensibile, è stata una cosa improvvisa…» spiego, «io però sto andando, giusto il tempo di prendere le mie cose.» Gratto il capo.
«Tesoro, se vuoi parto con te…» annuisce Alec.
«Siete in vacanza, godetevela» gli rispondo con una pacca sulla spalla.
Quando suona il citofono Gabe corre ad aprire e pochi secondi dopo appare anche la cara Judy. Sembra intimorita dal mio sguardo e lo tiene piuttosto basso.
«Buone vacanze ragazzi» agito le mani in saluto, mi avvicino a Beth e l’abbraccio. «Non mi tradire, non tu.» Mormoro.
«Sei la mia Liz, sempre» mi guarda negli occhi e la vedo sincera.
Detto ciò, mi volto per andar via. Proseguo fuori e giungo nuovamente nella casetta, lasciando la porta schiusa.
Afferro la valigia da terra, la porgo sul letto ed infilo in maniera disordinata i miei indumenti. Ammetto di aver un nodo alla gola, ammetto di non sentirmi la Grace di sempre, quella che affrontava le cose serenamente, senza piangersi addosso. Mi manca la mia persona, quella che non aveva timore di affrontare la gente.
Una lacrima scende lungo la guancia e si posa sul mento, mentre la gocciolina tentenna prima di cedere e cadere giù su una canotta.
Deglutisco e socchiudo le palpebre.
«Forse siamo sbagliati» la voce possente e profonda di Dylan irrompe nel silenzio.
Serro la mascella e stringo le labbra. Mi volto ed incrocio il suo sguardo.
«Te lo dice Judy questo?» Domando mentre chiudo la valigia. Poi mi abbasso ed afferro lo zaino, infilando il restante delle cose.
Lui avanza. «Lo dico io» decreta. «Forse tu realmente hai bisogno di una persona come lui ed io di una persona…» lo blocco.
«Come Judy» annuisco. «Tutto chiaro» sogghigno amaramente. «Sai se avevi intenzione di provare a stare con lei, potevi semplicemente dirlo prima… mi sarei evitata tremila ansie, cattivi pensieri e colpevolezze inutili» sentenzio severa.
«Grace io non ci sto provando con lei, è una mia amica» dice, «in questi due giorni ho riflettuto, ho pensato tanto a noi due e sono giunto alla conclusione che forse siamo sbagliati, forse siamo troppo diversi e forse nessuno dei due è completo con l’altro.» Sento che fa fatica a pronunciare quelle parole.
«Io mi sentivo completa con te al mio fianco su questo letto» ringhio mentre il nodo alla gola si scioglie e comincio a piangere. «Mi sentivo completa con te dentro la cabina al mare» continuo singhiozzando. «Mi sentivo completa con la testa sul tuo petto, le mie dita intrecciate alle tue e la tua spalla intorno al mio collo» scuoto il capo. «Adesso ho capito che dovrò sentirmi completa solo quando sarò in pace con me stessa e soprattutto da sola.» Indosso gli occhiali da sole, alzo i capelli in una coda alta, acchiappo lo zaino portandolo alla spalla e dopo aver preso anche la valigia mi faccio spazio per uscire.
«Lasciatemi stare, lasciatemi stare tutti» sbotto andando via.
Dylan rimane dietro di me, ovviamente. Non fa un passo avanti ed io non mi volto per guardarlo. Avevo paura d’amare e forse non avevo neanche tanto torto.


Le ore in aereo proseguono veloci. Il mio arrivo a New York è trionfale. Mi era mancata la mia città, i lunghi grattacieli, le mille luci. Mi sento finalmente a casa.
Al mio arrivo, ovviamente, mi accolgono Brady ed Emily. Mia sorella sembra non vedermi da secoli, mi stritola ogni parte del corpo e sorride incessantemente.
«Quanto cazzo sei abbronzata» commenta mio cognato, mentre afferra la mia valigia.
«Los Angeles è come la ricordavo, assolata, piena di gente e rilassante» decreto, «ma ora sono a casa» scompiglio i capelli di Emily mentre proseguiamo fuori, salendo in auto.
«Brady ti sei fatto crescere i capelli» noto ghignando. Lui mi osserva dallo specchio retrovisore.
E’ buio, sono le dieci di sera ed il sonno si fa sentire, così mi appisolo sul sedile.

«Siamo arrivati bell’addormentata» urla Brady suonando il clacson.
La macchina si ferma di fronte casa. Io sbadiglio e stiro le braccia.
«Amore scendo a prendere Tom e Nic» Emily viene con me, mentre io saluto mio cognato.

Mia madre alla mia vista scoppia a piangere, neanche fossi tornata dalla guerra. Mi abbraccia e mi ripete “la mia bambina” tipo centomila volte.
Saluto i miei nipotini, i quali sono cresciuti in maniera esorbitante. Tom ha i capelli più corti di Nic, probabilmente è una delle caratteristiche che li contraddistingue. In più Tom ha la faccia più esile, rispetto a Nic che ha il viso rotonde e delle guance da prendere a morsi.
«I miei piccoli» gli lascio una serie di baci all’uno e poi li lascio nelle mani di Emily.
Osservo da dentro, come Brady esca subito dall’auto ed accoglie i suoi figli con baci a non finire. E’ un amore incondizionato. Poi li ripongono nei seggiolini dietro e noi chiudiamo la porta.

Ecco cosa significa casa, ecco il mio angolo di pace e serenità.
Chi l’avrebbe mai detto? Tempo fa avrei ucciso per sgattaiolare via di qui, ed invece ora sono così felice di essere a casa.
Mia madre, nonostante l’orario, mi ha fatto trovare pronto una sfilza di pietanze. Così mi metto a sedere sul divano, cibandomi della qualunque. Mio padre mi trova dimagrita, mentre mia madre piuttosto abbronzata. Si sa, non è stata un’estate fenomenale.

Dopo essermi riempita di pollo, patate e quant’altro mi rintano nella mia camera.
Avevo dimenticato la comodità del mio materasso, l’odore di casa e di bucato.
Quando sento vibrare il telefono, lo osservo notando dei messaggi. Beth chiede se io sia arrivata, Alec come stia ed infine Brian:

Sei in città?

Rispondo con un semplice “” e poco dopo arriva un altro messaggio.

E’ troppo chiederti di scendere un attimo? Sono qui sotto.

Cambio l’abbigliamento ed indosso il pantaloncino del pigiama, con una canotta annessa.
Infilo un paio di infradito e sciolgo i capelli. Scendo al piano di sotto, dove mia madre sta sistemando la lavastoviglie, mentre mio padre guarda la TV sul divano.
«Mamma sono qui fuori» dico uscendo.

Brian è seduto sul marciapiede di fronte, lo raggiungo e mi siedo al suo fianco.
«Sei venuta da sola?» Chiede osservandomi.
E’ da un po’ che non lo vedo e non nego che mi fa sempre un certo effetto.
Annuisco con suono gutturale.
«Pensavo venissi con il tuo ragazzo e la tua amica» sussurra, «non potrei pensare di lasciarti sola su un aereo, se fossi la mia ragazza» decreta.
«Brian se vuoi sapere come va tra me e Dylan, non ci girare intorno» sbotto roteando gli occhi.
«Perfetto, come va con Dylan?» I suoi occhi scrutano i miei.
Abbasso il capo, «c’è un’altra» mordo le labbra e socchiudo gli occhi.
Non piangere. Non piangere. Non piangere.
La sua mano mi accarezza il capo, poi mi alza il mento e si intrufola tra il mio collo e l’orecchio. E’ calda e ruvida.
Si avvicina posandomi un bacio su una tempia, mentre io deglutisco rumorosamente. Poi la sua fronte si poggia alla mia, senza fiatare. E quando il suo capo ondeggia lento, capisco l’antifona. Mi metto in piedi scattante ed osservo il cielo sopra di me. Lui fa lo stesso, parandosi di fronte a me.
«Com’è quest’altra?» Domanda con voce rauca.
Alzo le spalle, «spilungona, mora, magra… perfetta» annuisco. «Bella ragazza» aggiungo. «Pensavo di aver trovato il paradiso dopo l’inferno, ma evidentemente sono destinata all’inferno.» Balbetto.
Improvvisamente le sue mani mi spingono il viso contro il suo e le sue labbra si incollano alle mie. Poi ansimando si blocca, rimane poco distante dalla mia bocca, entrambe schiuse. Poi, animatamente, la sua lingua si cerca con la mia e le sue braccia si spostano sulla mia schiena, per poi infine attorcigliarsi intorno alla mia vita. Le mie, invece, sono sul suo volto. E’ un bacio talmente lungo da terminare con un collasso.

Quando si distanza da me ha il fiatone. Si massaggia il viso con entrambe le mani e spalanca gli occhi.
«Rinato» sussurra. «Perché non decidi una volta per tutte? Cosa ti manca?»
«Mi mancano le dimostrazioni» ammetto sincera.
«Ho fatto una marea di cazzate, ma sono pronto a rimediare» annuisce.
Abbasso gli occhi, «dopo l’estate io andrò al college e probabilmente sarà un nuovo inizio» mormoro. «Vado dentro Brian, ci vediamo domani» gli sfioro la mano e poi mi allontano.
«Non rinuncerò» mi urla.
Mi volto e lo saluto con un cenno di mano per l’ultima volta.



Un altro matrimonio. Non credo di reggere tutti questi felici e contenti, anche se è bello vedere due come Marcus e Kris convolare a nozze. Entrambi schizzati e per di più, lei incinta.
Sono nuovamente in piedi, con un vestito leggermente più carino del precedente, una particolare acconciatura, il trucco non troppo pesante ed i tacchi talmente alti da far un male pazzesco. Marcus è in piedi, in fibrillazione, sta attendendo l’entrata di Kris e quando parte la marcia nuziale si mettono tutti in piedi, guardando dietro. Brady e Kris fanno la loro entrata, mentre la piccola Lux dietro di loro lancia petali. Non riesco ad esprimere quanta emozione stia provando mio cognato al momento. Ha gli occhi che gli brillano ed un sorriso senza eguali. Kris ha un vestito piuttosto semplice per la donna che è, queste sì che sono sorprese.

Quando Brady la consegna al migliore amico, al vecchio adolescente, all’uomo che considera come un fratello, Marcus non capisce più nulla. La prende per il viso con entrambe le mani e le stampa un bacio. Tutti disapprovano in coro ed il pastore, conoscente di Marcus, scuote il capo abbozzando un sorrisetto. Kris scoppia in lacrime di gioia, poi si ricompongono e si affiancano. Brady si dilegua dando una pacca sulla spalla all’amico, mentre con una mano stritola un occhio. Tenerone.

La cerimonia si svolge al solito modo, emozioni su emozioni, pianti su pianti.
Brian non la smette di fissarmi ed io non la smetto di pensare tutto l’agglomerato, a quanto schifo faccia la mia vita al momento. Chi sa se Emily o Kris prima di essere così felici hanno dovuto affrontare tutti questi sbalzi d’umore, queste confusioni, queste ansie, queste paranoie. Ho baciato Brian e la mia testa continua a ripetermi che ho fatto una terribile cazzata, ma poi ripenso a Dylan, a dove sarà in questo istante, magari al mare, sotto un’ ombrellone, disteso su di un telo o in piscina con quella Judy. O magari saranno abbracciati, distesi su di un letto, magari anche quello della casetta in cui alloggiavo io. Questo mi corrode dentro.

Improvvisamente all’entrata appare lui, in smoking, accompagnato dalla sorella. Indossa un abito nero, semplice ed un particolare papillon rosso. Sistema la giacca ed il collo della camicia, per poi avanzare cautamente. Beth mi sorride e sistema la scollatura del suo abito giallo canarino. Si siedono agli ultimi posti ed osservano la fine della cerimonia, quando Kris e Marcus si scambiano le fedi ed infine il fatidico interminabile bacio.


Mi avvicino alla mia amica e Dylan si congratula con gli sposi. Beth è super emozionata, quasi come se fosse una parente vicina.
«Odio i matrimoni» arriccia il naso scuotendo il capo.
Sorrido e sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Questa è stata una super sorpresa» dico entusiasta.
«Volevo esserci e poi…» si volta verso il fratello, «Dylan ha insistito» morde il labbro inferiore.
Corrugo la fronte, «ah, sì?» Domando sorpresa.
Lei annuisce con suono gutturale, «ci tiene al suo coach» quelle parole mi trafiggono il cuore, ma non posso credere che sia qui solo per il matrimonio o perlomeno non voglio crederci.
Cosa siamo mai stati noi, allora, per tutto questo tempo?
«Tu lo ami, lo ami terribilmente, perché lo respingi?» Sbotta subito dopo sbuffando.
La osservo con occhi sinceri, «Brian mi ha baciata» abbasso lo sguardo.
«Ecco, ci risiamo… Brian ti bacia e  tu dai di matto.» Rotea gli occhi. «Io lo so. So che tu ami Dylan.» Gesticola furibonda. «Prenditelo per sempre, prima che sia troppo tardi. Adoro Judy, è una vecchia amica… ma tu… tu sei la mia migliore amica, sei la mia Liz. Sei la sua Grace e questo non potrà cambiarlo nessuno!» Marca ogni singola parola.
Si può amare un’amica? Oh sì che si può. Io amo la mia migliore amica.
L’abbraccio improvvisamente e lei mi stringe a sé. «Testona» mormora.
Sogghigno.

Osservo, subito dopo, Dylan proseguire verso di noi, con passo lento. Ha la mascella serrata e lo sguardo piuttosto sereno, ma quando s’incrocia con Brian sembra mutare tutto. Entrambi si fissano dritti negli occhi, l’uno scruta l’altro e sembra uno scontro, ma Brian non fa nessuna mossa azzardata. Ciò mi stupisce. Gli fa un cenno con il capo e poi si volta ad osservarmi. Dylan, invece, accenna un sorrisetto beffardo e scuote il capo.

«Beth vieni in auto con me?» Chiede alla sorella.
Quest’ultima si volta ad osservarmi, «Grace viene con noi» decreta.
«Liz vuoi venire con me?» alle mie spalle parla Brian.
Dylan bagna le labbra con la lingua e boccheggia per qualche istante.
«Vado con i miei» declino entrambi gli inviti e sbuffo.
Dylan si fa strada per uscire e Beth lo segue,  mentre Brian non si muove di mezzo centimetro.
«Brian vado con i miei!» Lo guardo in cagnesco.
«Stavo solo guardandoti» sorride e scrolla le spalle, «ci vediamo lì» stringe le labbra e si dilegua.

Amen.


Arrivati in sala c’è già allestito un gran bacchetto ed io mi getto immediatamente sull’alcol.
Bevo i primi tre aperitivi e poi mi aggrego alla mia amica, nel giardino fuori.
«Ho bisogno di una sigaretta» sussurro.
Beth si volta con il bicchiere ancora mezzo pieno, «Grace questo che numero di bicchiere è?» Chiede accigliata.
Le mostro il numero quattro con le dita ed assottiglio gli occhi.
Beth me lo strappa dalle mani e lo svuota sull’erbetta. «Ubriacati in un’altra circostanza, ci sono i tuoi parenti qui» m’intima.
Mi guardo attorno ed incrocio le braccia al petto. «Quando finisce questa maledetta estate? Voglio scomparire.» Osservo il cielo sopra di me, sta per imbrunire.
«Dylan sarà al college con te, se te lo fossi scordata» dice lei.
Piagnucolo scuotendo il capo, «come sopporterò questa situazione?»
«L’amore non si sopporta, l’amore si fa!» Esclama aggressiva.
Sgrano gli occhi spaventata.
«Ma scusa… non tornate a Los Angeles?» Corrugo la fronte.
Lei scuote il capo, «tra qualche giorno tornano anche gli amici di mio fratello, Judy verrà a trovarci per qualche giorno e starà a casa da noi» sospira poi.
«Bello!»
Mi osserva di sottecchi, «raccontala a qualcun altro.»
«Bè, io direi che con Dylan sia una storia chiusa, lui non ne vuole sapere e quindi potrei anche frequentare altra gente» penso ad alta voce, «o magari nessuno.»
«Ti complicheresti soltanto ancora di più la vita» borbotta lei.
La guardo. «Quindi cosa proponi di fare?»
Lei osserva Brian, «per prima cosa sbarazzati di lui» decreta, «una volta per tutte.»
Sposto anche io gli occhi su di lui, che sorseggia champagne mentre discute con mio cognato.
«Ma tu invece? Ho visto un certo feeling con Gabe» sorrido.
Lei scrolla le spalle, «ho visto del feeling con Ethan, con Gabe… ma onestamente non voglio iniziare nessuna relazione.» Sospira. «Non ho tempo per questo e poi tu e mio fratello mi avete fatto passare la voglia» ghigna subito dopo.
Inclino il capo da una parte, «non ti lascerai mai andare giusto?»
«Chi lo sa» conclude ingoiando l’ultimo sorso dell’aperitivo.

Ceniamo abbuffandoci della qualunque. Sono seduta al tavolo con i miei genitori ed altri parenti di Marcus. E’ davvero soffocante questo luogo, così dopo aver finito il secondo mi metto in piedi ed avanzo verso Brady, che sta in piedi nel giardinetto con la sigaretta alla bocca.
«Dai, condividi» gli do una gomitata e lui sbuffa. Sfila il pacchetto dalla tasca insieme all’accendino e me li porge.
«Nasconditi però» m’intima.
«Sì, capo.» La porto alla bocca e l’accendo, ritornandogli il materiale.
«Allora bimba? Come procede?» Chiede osservando il cielo.
Sospiro, «Brady… per favore» sussurro. «E’ tutto così complicato» getto il fumo fuori dalla bocca.
«Tu sei solo convinta di amare entrambi e questo ti fotte» sentenzia, porgendomi il suo sguardo. «Non è una cosa possibile, fidati… non potrei amare nessun’altra donna all’infuori di tua sorella.»
«E se avessi una figlia?» Ironizzo.
Lui ride, «amerei mia moglie e mia figlia ed i gemelli, ovvio. Intendo che tua sorella sarà l’unica donna per la quale farei di tutto, sempre.» Dice deciso.
«Comunque Dylan non mi vuole, quindi non è importante ciò che penso io» scrollo le spalle.
«Hai già detto tutto» scoppia a ridere, «a volte voi donne siete davvero cretine» passa una mano fra i capelli.
Lo osservo confusa.
«Hai subito pensato a Dylan… di che stiamo parlando piccola?» Mi accarezza il capo con tenerezza.
«Io e Brian ci siamo baciati» sgancio la bomba.
Lui non sembra sorpreso, «credi che non lo sappia?» Domanda. «Sai perché l’hai baciato? Perché volevi fare un dispetto a Dylan, voi fate così.» Ridacchia.
Deglutisco. «Ma se Dylan neanche lo sa!» Mi scaldo.
«Non c’è bisogno che lo sappia, tu l’hai fatto per te stessa… come se fosse un riscatto.» Scuote il capo ridendo. «Brian è così innamorato che non lo capirà mai» annuisce poi.
Sbuffo, getto la cicca a terra e la calpesto con il tacco. Poi incrocio le braccia al petto.
«E’ bello l’amore da giovani, è bellissimo… goditelo» mi pizzica una guancia e poi entra dentro facendo un gran boato: “VIVA GLI SPOSI!”
Mio cognato è matto da legare.


Sono corsi persa nei miei pensieri che non mi accorgo di Dylan che cammina lento fuori dal giardino, lo seguo di nascosto e lui non se ne rende conto. Si avvicina al posteggio e si affianca alla sua auto, poi porge gli occhi al cielo. Faccio lo stesso ed osservo la luna piena.

«Non mi seguire» decreta con voce rauca.
Porca puttana.
«Hai baciato Brian» sussurra.
Oh merda. Mi ha sentita. Dove diavolo era?
«Porca puttana, sono un coglione» tira un calcio al cerchione della sua auto ed i suoi capelli si scompigliano. Si volta e mi fissa. «Non ho fatto un cazzo con Judy perché ti pensavo costantemente. Ha provato a baciarmi credo cento volte ed improvvisamente comparivi tu e quindi si bloccava tutto» spiega nervoso, «ma tu… tu baci il motivo per cui tutto va una merda. Tu l’hai baciato Grace!» Sta piangendo, non ci posso credere. «Vorrei non averti mai conosciuto. Vorrei che quel giorno a scuola avessi declinato il tuo invito. Vorrei non esser mai diventato amico tuo. Vorrei non averti mai dato un bacio, mai una carezza, mai nulla.» Sbraita sgolato. «Vorrei che tu per me non sia assolutamente nulla» porta le mani al capo. «Mi stai facendo diventare pazzo.»
Avanzo verso di lui e gli blocco i polsi con entrambe le mani.
«Non provare a baciarmi, Grace» sussurra.
«Cosa vuoi che faccia?» Chiedo mentre mi tremano le labbra.
Mi guarda dritto negli occhi. «Voglio che scompari per sempre dalla mia testa, dal mio cuore, dal mio sangue, da ogni parte di me stesso, dalla mia vita.» Sembra sfinito.
«Io… io ti» mi tappa la bocca con una mano.
«Non ti permettere» ringhia.
Socchiudo le palpebre, mentre lui lascia la presa.
«Dylan io ti amo.» Decreto. «Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo» ripeto ad occhi chiusi.
«Io non voglio amarti più, non voglio. Non mi va. Stare con te è come imbucarsi in un labirinto, senza sapere mai che strada prendere e dove mi porterà» sospiro.
«Non si decide chi amare, cazzo.» Strizzo gli occhi. «Non puoi decidere di non amarmi più» gli do uno spintone.
Quando sentiamo dei passi alle nostre spalle, ci voltiamo e Brian è lì parato di fronte a noi.
«L’unico coglione qui, sono io» ride amaramente, «pensavo di potertela strappare dalle braccia, pensavo di poter sistemare le cose, ma ora mi sono reso conto che non c’è niente da sistemare… perché il problema non sono più io.» Parla con calma. «Lei non vuole me, lei non vuole che io cambi per lei, non vuole che le dimostri quanto io sia pazzo di lei. Non vuole sapere cosa farei ancora per lei. Lei vuole te, vuole dimostrazioni da te, vuole essere capita da te, vuole la tua protezione, vuole il tuo amore.» Nasconde le mani nelle tasche del pantalone. «Sai Dylan, ti ho odiato e ti odio tutt’ora… perché la mia piccola, non è la mia. E’ la tua, senza che tu te ne renda conto. Non importa quanto lei litighi con te, sarà sempre tua… non importa un mio bacio, un mio messaggio... lei penserà sempre a te.» Abbassa gli occhi. «Ti odio perché mentre tu potrai sempre farti perdonare, io non potrò farlo più. Tutti credete che lei sia stata innamorata di me, credete che sia stata il primo ad averle fatto battere il cuore…» incrocia i miei occhi, «ma ti sei chiesto da chi andava quando voleva piangere o sfogarsi? Ti chiedi chi è stato il suo miglior confidente? Sei stato tu a farle battere il cuore per primo… io probabilmente ero una semplice infatuazione, sai… il cattivo ragazzo, quello che ti da del filo da torcere, quello con la battuta pronta, quello che ti sfida… non quello per cui avrebbe perso la testa.» Parla sincero, credo di non doverlo contraddire. «E’ maturata. Lo sai perché? Perché ha capito che non basta essere belli, è importante il contenuto e mi dispiace che io sia stato così stupido da non averle dato assolutamente nulla. Congratulazioni Dylan, ti odio, ma ti stimo perché hai saputo fare ciò che io non sono riuscito a fare e temo che dovrò ringraziarti un giorno, perché mi hai insegnato a corteggiare una donna, mi hai insegnato a controllarmi nelle situazioni in cui vorrei solo prendere a pugni qualcuno, mi hai insegnato che con la violenza e la presunzione non si arriva da nessuna parte, mi hai insegnato a fare un passo indietro e non sentirmi il Dio dell’Universo. Se un domani tornassi qui a New York, spero di farlo con qualcuno di cui sono perdutamente innamorato e giuro che sarai il primo a conoscerla.» Detto ciò avanza verso di lui e gli porge la mano. Dylan è perplesso, sorpreso, incredulo, insomma senza parole. Gli stringe la mano e tira un sospiro.
Poi Brian si avvicina e mi sorride. «Mi ero fatto una promessa, dopo l’altra sera… se non fossi riuscito a farti mia entro stasera… sarei andato via di qui il giorno dopo. Mi arruolo nell’esercito.» Sbatte le ciglia più volte. «Buon inizio al college, divertiti e diventa chiunque tu voglia essere. Ci rivedremo, un giorno… promesso» mi accarezza il viso dolcemente ed io scoppio in lacrime.
Mi avvinghio a lui abbracciandolo, mentre singhiozzo. Mi stringe ed affonda la testa nell’incavo fra il mio collo e la spalla.
«Meriti quest’amore.» Mi sussurra all’orecchio.
Poi mi lascia e si dilegua, tornando in sala.

Dylan non dice una parola, inizialmente. Ha lo sguardo perso ne vuoto, è interrotto.
«Ho bisogno di tempo» mormora poi.
Non fiato. Avrà il suo tempo.  


 
  
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