Ogni cosa è pregna
di spesse venature annerite
un utero asciutto e fetido
mesce noi tutti nel grembo
della forzata nascita
Stanchi ci trasciniamo
in agonia da una sacca
sgonfia all'altra
mentre bozzoli vuoti
di spettri lontani
ci cozzano sui lombi
lividi,
appendici luride e marce
Noi siamo altro che
il vomito della terra,
nella pretesa di
possedere una coscienza
ci condanniamo ad
un'eterna malattia
consenziente
ora slavati da limacciose
putredini,
ora seghettati da
scaglie irregolari
di caos,
vestiamo una seta
sintetica che calza
male sui nostri corpi
palpitanti
E qualche volta
un serpente di fango
fa capolino
dal merletto della
manica
e il puzzo risuona
peggio di mille bestemmie
Un frastuono terrificante
coperto solo dal
vociare assente del
mondo