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Autore: Wendy96    26/12/2016    1 recensioni
C'è chi paragona l'amore all'amicizia considerandoli quasi dei pari, come fossero un'unica entità.
Perché no? Certo, si possono confondere, ma credetemi se vi dico che questi si trovano su due universi paralleli, due strisce di terra tenute insieme soltanto da un ponte che solo gli amici più intrepidi, quegli amanti sventurati legati ad una persona accanto a loro da sempre, tentano di attraversare fianco a fianco.
E Darcy aspetta su quel ponte da tutta la vita; avanza silenziosa lungo la via in cui amore e amicizia si fondono certa di essersi lasciata tutto alle spalle, di essere finalmente riuscita a dimenticare LUI.
Ma sarà proprio vero che il tempo cura le ferite e lenisce ogni pena di un cuore innamorato? E se quel fulmine a ciel sereno che ha squarciato le sue giornate felici fosse la scintilla capace di riunire due anime rimaste distanti troppo a lungo?
Nulla accade per caso, e Darcy lo capirà prima ancora che possa realizzarlo.
Questa è la storia di un'amicizia e una novità che cambierà per sempre due vite parallele.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due anni dopo

Osservavo da lontano il mio bambino giocare poco distante da me con un gruppo di suoi coetanei, e mi sentii tranquilla nel vederlo interagire e divertirsi con loro, per Alexander non è mai stato semplice farsi degli amici per via della diffidenza e del carattere introverso. Incolpavo me e la mia troppa apprensione per questo oltre allo stile di vita degli ultimi due anni.
Erano cambiate molte cose da quell’ultima notte di febbraio passata a Londra, io in primo luogo: ero dovuta diventare ufficialmente una donna dall’oggi al domani e, nonostante la mia vita ruotasse intorno a mio figlio, feci molto anche per me, per esempio cercando di non trascurarmi mai, facevo economia ogni mese su parte dello stipendio per regalarci dei bei viaggi e col tempo cominciai a curare un blog di moda per una nota rivista.
Potevo dirmi una donna in carriera felice e realizzata. O forse no?
Certo, mi sono negata l’inizio di altre relazioni sentimentali, ma mi è sembrata la cosa giusta almeno per qualche tempo.
Diedi un’altra rapida occhiata ad Alexander e sorrisi nel vederlo giocare con la neve, il rossore delle sue gote spiccava sulla carnagione rosea, poi tornai alla lettura.
Era un momento incredibilmente tranquillo, mi sentivo quasi in pace con il mondo nonostante avessi addosso una stranissima sensazione da quella mattina, come se avessi la certezza che qualcosa stesse per succedere. Mi autoconvinsi che fosse solo il mio sesto senso da madre apprensiva a dirmi di stare all’erta.
E poi avvenne.
Ero immersa tra le logore pagine di The day the falls stood still, il mio libro preferito arrivato alla centesima rilettura, quando mi resi conto che tra gli schiamazzi dei bambini non spiccasse più la voce di mio figlio.
Alzai lo sguardo interrogativa e notai subito che Alexander era fermo immobile intento a guardare un punto fisso davanti a lui. Era interessato a qualcosa che io non riuscivo a vedere, e mi sembrava sorpreso per ciò che i suoi vispi occhietti vedevano dinnanzi a loro.
Passò una frazione di secondi dalla sua immobilità ad una corsa improvvisa. Puntava verso la strada, e mi allarmai subito all’idea che potesse succedergli qualcosa.
«Alexander!» lo richiamai autoritaria alzandomi a mia volta abbandonando tutto sulla seduta della panchina per corrergli dietro e dirgliene quattro.
Mi ignorò completamente, e questo non fece altro che farmi innervosire.
«Alexander, trona subito…»
La mia frase rimase a mezz’aria. Anche io rimasi immobile come lui poco prima guardando confusa ed incredula la scena davanti ai miei occhi.
«Non può essere…» mormorai tra me e me coprendomi la bocca con una mano. Non sapevo cosa fare, come comportarmi, non riuscivo nemmeno a muovere un muscolo, e sentii subito gli occhi pizzicare in quella tipica sensazione che precede il pianto.
La cosa che più mi stupì non fu tanto il fatto che lui fosse lì dopo due anni di assenza, ma la reazione di mio figlio nei suoi confronti: era così piccolo quando li avevo separati, troppo piccolo per conservare a lungo dei ricordi di lui, quale fosse il suo viso, eppure gli era bastato vederlo camminare in lontananza per non avere dubbi di chi lui fosse, come non aveva avuto il minimo timore di corrergli incontro e stringersi nel suo abbraccio.
Continuavo a non riuscire a muovermi, non potevo farlo, e allora fu lui a venire incontro a me tenendo Alexander in braccio. Il suo sguardo, sebbene fosse visibilmente stanco, aveva la solita punta di allegria.
Per quegli occhi il tempo sembrava non trascorrere mai.
«Ciao, Darcy Gray» disse fermandomisi davanti.
«Ciao, Harry Styles.»
In me si innestò un turbinio di emozioni fuori controllo. Non riuscivo a credere che lui fosse davvero lì, di fronte a me, e mi fu impossibile ignorare lo sfarfallio nel mio stomaco.
Una parte di me mi maledì per il fatto che continuassi a sentirmi così in sua presenza.
«Mamma, hai visto?! È Harry!» esclamò Alexander più gioioso che mai. Per lui era come se nulla fosse cambiato.
«Ho visto, amore. Ha fatto una sorpresa a tutti e due.» Mi avvicinai a loro per accarezzargli la testa. «Perché non torni a giocare? Io ed Harry avremo sicuramente tante cose noiose di cui parlare, poi dopo andiamo tutti insieme a prendere una cioccolata calda, va bene?»
Sempre sorridendo, abbracciò ancora il ragazzo prima di farsi rimettere a terra per poter tornare dai suoi amici, e continuò ad indicarlo entusiasta parlando loro di lui.
Rimasti soli nessuno dei due trovò il coraggio di voltarsi verso l’altro, e l’imbarazzo aleggiava su di noi. Dopo interminabili minuti fui io a prendere parola.
«Non avrei mai pensato che avrebbe reagito così nel rivederti. Pensavo che nemmeno si ricordasse di te.»
«È identico a te» disse senza staccare lo sguardo da Alexander. «Dico sul serio, mi sembra di rivederti il giorno in cui ci siamo conosciuti.»
«Ed è successo proprio qui…»
Sospirò ruotandosi verso di me e ci ritrovammo di nuovo occhi negli occhi dopo anni.
«Vieni, andiamo a sederci.» Mi fece cenno col capo di seguirlo e ci ritrovammo poco dopo seduti sulle altalene dopo averle ripulite dalla neve depositatavisi sopra.
Presi posto su quella a destra e lui mi si sedette accanto. Per un secondo mi balenò dinnanzi agli occhi l’immagine di noi due bambini al primo incontro: eravamo seduti proprio lì, nelle stesse posizioni di allora.
«Darcy, io…»
«Perché sei tornato?» lo fermai prima che potesse iniziare a parlare.
Ammutolì. Puntò lo sguardo sui piedi e strinse le labbra forse nel tentativo di riordinare i pensieri. Probabilmente anche lui stava provando quello che sentivo io, quell’incontro doveva essere duro per entrambi.
«Quella notte, quanto te ne sei andata, hai detto che col tempo avrei capito il perché del tuo gesto, che magari ci avrei messo i mesi, anni, ma che avrei capito che quella fosse la cosa giusta per tutti.»
«E lo penso ancora. Certo, non è stato facile, ce ne ho messo di tempo per risollevarmi le maniche e portare avanti la mia vita, ma ora noi stiamo bene, Harry, e sono certa che per te sia stato tutto più semplice senza avermi tra i piedi.»
«Più semplice, sì, non migliore.»
Mi voltai verso di lui. «Devi capire che ciò che ho fatto non è stata una decisione affatto…»
Senza che potessi finire di parlare si voltò anche lui a guardarmi e mi afferrò dolcemente il viso tra le mani gelide. Le catene delle altalene tintinnarono scontrandosi.
«Ho provato a capire il tuo gesto, credimi, ci sono voluti due anni esatti perché lo facessi, ma proprio non ci riesco. Ogni giorno ho aperto gli occhi in un letto troppo grande per una sola persona, mi sono trascinato dove mi era stato detto di andare, ho fatto ciò che mi veniva richiesto, e poi tornavo a casa sperando di ritrovare te ad aspettarmi, e tu non eri mai lì.» Fece una pausa soffermandosi a contemplare il mio viso mentre con la mano mi carezzava lentamente la guancia. «Mi sono chiesto più volte il perché, mi sono arrabbiato, ho provato a dimenticare, ma semplicemente non potevo farlo. Tutto ciò che ho capito è che voglio te, voglio tutto di te, vi voglio entrambi.»
«Perché devi sempre essere così cocciuto?»
«Perché ci sono persone per cui vale la pena rischiare tutto, e tu sei una di queste, Darcy Gwendolyn Gray.»
Mi venne spontaneo sorridere. Non ricordavo di averlo più fatto in modo tanto sentito negli ultimi due anni come in quel momento.
«Potrei scappare anche dall’altro capo del mondo, ma tu mi ritroveresti ogni volta, non è vero?»
«Nascondino è sempre stato il tuo gioco preferito, ma ero più bravo di te a trovarti.»
Mi si avvicinò sorridendo, e mi ritrovai a pensare che non avessi mai visto qualcuno tanto bello quanto lo era lui in quel momento. Era sincero, commosso, innamorato.
Non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue labbra. Mi erano così familiari, mi mancava il loro contatto sulle mie.
«Posso…»
«Sono due anni che non aspetto altro.»
Detto ciò, mi attirò a sé in quel bacio rimasto disperso nel tempo.
 
Da quel giorno, ricongiunta all’uomo che amavo, potei dirmi davvero una donna completamente realizzata e felice.
  
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