Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: pulce852004    24/05/2009    3 recensioni
OTTAVO CAPITOLO MODIFICATO NELLA PARTE FINALE. Salve a tutti! E' la prima volta che mi cimento come scrittrice e spero che la mia FF vi piaccia. Vorrei sapere cosa ne pensate e se è il caso di continuarla. Vi prego, siate magnanimi, anche se sono fermamente certa che le critiche negative siano sempre costruttive. La storia si svolge in un ipotetico futuro dopo la sconfitta di Naraku. Kagome è sola, sola ad affrontare la prova più difficile della sua vita. Perchè Inuyasha non è al suo fianco? Cosa sarà successo ai nostri due protagonisti? Dalla FF: "...Tutto si è spento in un attimo. Con una parola. Con un’accusa. È bastato un istante e LUI mi ha uccisa. Direi a sangue freddo quasi. Ora anch’io sono morta. Morta, come LEI. Ma non fino in fondo. LEI è solo un frammento di anima senza un corpo. IO un corpo senza più il soffio della vita, che si muove d’inerzia..." Buona lettura a tutti!
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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UNFORGETTABLE



SECONDO CAPITOLO


Ringrazio tutti quelli che hanno commentato e tutti quelli che avranno il coraggio di leggere il secondo capitolo.
Devo dire che sono felicissima che qualcuno abbia apprezzato l’inizio di questa FF. Sono più che lusingata.
Confesso che non sapevo proprio come impostare i capitoli successivi, poi ho optato per il più banale dei modi, ma di sicuro il più chiaro e leggibile, per affrontare e comprendere fino in fondo i sentimenti che voglio esprimere attraverso Kagome.
Vorrei dedicare questa storia, che spero sia la prima di molte, a mio marito e mio figlio.
Ebbene si! Ho ventitre anni e sono mamma di un bellissimo cucciolo di otto mesi!
Proprio per questo voglio dedicare questa FF in primis a mio marito (che talvolta considera questa mia passione per Inuyasha quasi un tradimento e questa mia mania di leggere FF a raffica un raptus ossessivo), per fargli capire quanto è stato importante nella mia gravidanza e dopo la nascita del nostro tenero bimbo.
Senza di lui non ce l’avrei fatta.
Appunto per questo ho voluto provare a immaginare cosa avrebbe potuto significare affrontare questo importantissimo passo da sola, senza una persona speciale con la quale condividere gioie e dolori di questa delicatissima fase.
Vi lascio al secondo capitolo, sperando di non avervi annoiato troppo.
 
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito.
Ho apprezzato tantissimo i commenti.
Spero recensiate anche il secondo capitolo. Baci baci a tutti.






SEI MESI PRIMA

Ancora una volta ero sgattaiolata via dalla capanna della vecchia Kaede per rifugiarmi vicino al pozzo mangia-ossa.
Sapevo benissimo che il legame tra i due pozzi era andato perso con la scomparsa della Shikon no Tama, ma era più forte di me.
Speravo.
Speravo che i Kami mi ascoltassero.
Che aprissero anche solo una volta il portale per poter tornare da loro.
Per vederli un’ultima volta. Abbracciarli. Baciare la mamma, il nonno e Sota. Dir loro addio.
Già.
Per andare, ma non per restare.
Sì.
Perché la mia decisione era da tempo che l’avevo presa.
Anche se il portale non si fosse chiuso, non avrei mai lasciato la mia vita qui.
Accanto ai miei amici. Accanto a lui. Inuyasha.
Non è solo per una promessa. Forse è più per me stessa che per lui.
Sono io che non saprei vivere senza vedere ogni giorno il suo sguardo illuminarsi d’oro al mattino, diventando tutt’uno con la tenue luce del sole.
Senza quel ghigno arrogante che abbellisce il suo viso quando è consapevole di aver ragione in pieno o quando sa di avere la vittoria in pugno.
Senza di lui la mia esistenza non avrebbe più lo stesso significato.
Quando è entrato come un fulmine al ciel sereno nella mia vita, Inuyasha mi ha donato anche una ragione per vivere, uno scopo per sentirmi speciale, unica.
Una meta a cui ambire, un traguardo da raggiungere mettendo in gioco me stessa in primis.
Per questo gli sono rimasta accanto. Sempre.
Anche quando Naraku voleva uccidermi. Anche quando i demoni mi attaccavano mettendo a repentaglio la mia vita.
Perché nel mio cuore sapevo che lui era al mio fianco.
Che mi avrebbe protetta. Come io segretamente proteggevo il suo cuore, troppo a lungo vittima della solitudine.
Quel giorno al Goshimboku, quando lo liberai dal sigillo di Kikyo, la sensazione che provai, quel brivido nella schiena quando vidi quegl’occhi fissarmi con rancore, mi fece male.
Non ne ero consapevole, ma il suo odio nei miei confronti mi distruggeva dentro.
Eppure era un estraneo. Però…
Non tolleravo la sua ostilità, il suo modo di penetrarmi con lo sguardo, fino a farmi sentire nuda davanti a lui, spogliata delle mie difese.
Da allora sono già passati quattro anni.
Si.
E finalmente Naraku è stato sconfitto. Ma il vero nemico non era lui.
Era la sfera a manovrarlo. A dettare le regole di quel macabro gioco di vite infrante.
Ma ora è finita. La sfera è stata distrutta. Io l’ho fatto. Io ho espresso l’unico desiderio giusto.IO.
Quindi tutto quello che è successo poi è solo la conseguenza delle mie azioni.
Ma se guardo oltre la tristezza per non poter più rivedere la mia famiglia, gli amici, o i luoghi in cui sono nata o cresciuta, mi rendo conto che la sfera ha preso per me la decisione che non sarei mai riuscita a concretizzare.
Diciamoci la verità. Sarei riuscita a dire addio a tutto?No, non ce l’avrei fatta.
Forse ora posso capire fino in fondo il sentimento di Inuyasha per Kikyo.
Non è per niente facile dire addio al proprio passato. Soprattutto quando di mezzo ci sono sentimenti così importanti.
Certo. Mi fa male anche ammetterlo. Ma loro si amavano. Un amore che è andato ben oltre la morte. Oltre il tempo.  
Stringo i pugni per trattenere la rabbia.
Basta.
Non voglio pensarci.
Tutta quest’angoscia mi mette addosso solo un pessimo karma negativo.
Ma in fondo a me stessa non riesco a non chiedermi cosa sceglierà Inuyasha.
Chissà se ancora vorrà rincorrere il suo obiettivo di diventare un demone completo? O seguire Kikyo ovunque lei decida di andare?
Mi affaccio un’ultima volta per guardare all’interno del pozzo, quasi per scorgere il passaggio temporale al suo interno, sporgendomi un po’ troppo e finendo per perdere l'equilibrio.
Attimi.
Attimi in cui precipito con gli occhi chiusi aspettando l’impatto e augurandomi che non sia troppo doloroso.
Attimi che sembrano infiniti.
Attimi in cui… Non sbatto la faccia contro il pavimento.
Apro gli occhi e mi accorgo di essere a penzoloni, raggomitolata in forma fetale, a vari metri dal fondo del pozzo.
Riprendo la cognizione del mondo circostante.
Ma dove sono rimasta appesa?
Mi sento tanto… un salame!
Alzo lo sguardo e noto un particolare che mi agghiaccia il sangue nelle vene.
Inuyasha, che con una mano si tiene aggrappato al bordo e con l’altra mi sostiene dalla maglietta della divisa, ha un sorriso malefico da orecchio a orecchio.
I “Per quello che stavi per fare, meriteresti di sbattere il muso a terra!”
K “Co…Cosa? Ma di che stai parlando?”
I “Non stavi cercando di tornare dall’altra parte senza neppure salutarmi?”
Ah…ah…ah…
Ma quanto lavora di fantasia quando ci si mette.
Ma meglio chiarire subito.
Sono troppo svantaggiata per propinargli una delle mie solite ramanzine e ancor peggio un bell’OSUWARI.
K “In verità sono solamente scivolata nel pozzo… comunque non ti preoccupare, non potrei mai andarmene senza vederti un’ultima volta.”
Sono malefica.
Ma non sono riuscita a trattenermi.
Mi è piace troppo metterlo in imbarazzo.
È così buffo quando diventa tutto rosso con le sue orecchiette deliziose che si muovono esagitate per l’imbarazzo.
Com’è kawaii!
Ultimamente è il nostro gioco preferito.
Ci stuzzichiamo maliziosamente come due bambini per giornate intere e devo dire che per ora sono sempre in vantaggio io.
Vivere in un’epoca in cui ci sono molti meno tabù a qualcosa deve pur servire no?
Riesco ad avere sempre l’ultima battuta.
E lui tutte le volte se ne va via stizzito col suo solito “Tks”sbuffando come un treno.
Già pregusto la dolce vittoria, se di vittoria si può parlare, quando mi sento lanciare in aria al di fuori del pozzo.
K “MA CHE FAI? SEI IMPAZZITO?”
Sento il mio corpo lanciato verso l’alto arrivare al culmine del lancio e precipitare a picco.
K “AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!”
D’improvviso mi trovo stretta nelle vigorose braccia di Inuyasha, che mi ancorano al suo petto e mi stringono più a lui.
Che sensazione di beatitudine. Deliziosa direi.
Sento un calore pervadermi in tutto il corpo.
Quanto vorrei che questa sensazione durasse per sempre.
I “Non è che te ne stai approfittando Kagome?”
O Kami!
Volto lo sguardo verso quello di Inuyasha e noto il suo sorriso, questa volta non beffardo e ironico ma spontaneo.
Adesso si che mi sento vulnerabile.
Sento le mie gote andare a fuoco.
Sicuramente hanno assunto anche un tenue color scarlatto.
Cerco di voltare il viso altrove pur di non dargliela vinta, ma con due dita riporta i miei occhi nei suoi.
Luce e ombra. Miele e cioccolato. La perfetta fusione di due opposti che si mischiano.
I suoi occhi sono così… languidi. Come una cascata d’oro fuso.
Credo che la mia faccia stia passando dal rosso al viola.
O Kami! O Kami! O Kami! O Kami! O Kami!
Ma cosa sta facendo?
Sono talmente pietrificata che non riesco neppure a respirare.
TU TUM… TU TUM… TU TUM…
Lo vedo avvicinare le sue labbra al mio orecchio e soffiarci quasi dentro un lieve sussurro.
I “Allora in questo caso ti perdono. Ma se pensassi anche per un momento di scappare sappi che ti troverei in ogni parte del mondo e in qualsiasi tempo tu possa trovare rifugio. Perché tu… Sei…Mia!”
Aiuto.
Aiuto.
Ho bisogno d’aria.
Non riesco a respirare.
Non è possibile.
Ho capito bene?
Ha davvero detto…
K “I…Inu…Inuyasha… C…Co…sa”
Bene. Anzi benissimo. Ora balbetto pure.
Abbasso gli occhi tremendamente imbarazzata.
Non so da quanto tempo aspettavo che Inuyasha mi dicesse una cosa del genere.
Ma non mi sarei mai aspettata una frase di così impatto da quello zuccone.
Forse un “Mi piaci” o un “Sto bene con te”.
Ma mai un “Sei mia”.
Sono sua?
Sua?
Mi considera sua?
Sua cosa?
La sua donna?
La sua compagna?
Ma dopo essermi persa nei labirinti dei miei pensieri, forse per secondi, forse per minuti, alzo nuovamente lo sguardo e ciò che vedo mi lascia senza parole.
Inuyasha, completamente rosso, impegnato a trattenere il fiato cercando di non scoppiarmi a ridere in faccia, ma senza riuscirci completamente.
Infatti…
I “AHHHH…AHHHH….AHHHH…AHHHH…”
Io lo guardo stupita.
Le parole mi muoiono in bocca…
O meglio gli insulti.
Sì perché gli epiteti che mi vengono in mente poco si converrebbero a una signorina “solitamente” educata come me.
Gonfio le guance, che si fanno subito bordeaux, nel vano tentativo di fargli capire che non ho apprezzato molto questa burla, ma quel che ottengo va oltre le mie aspettative.
Inuyasha mi lascia andare di peso facendomi finire a terra e battere in modo brusco il sedere e buttandosi a terra lui stesso trattenendosi la pancia per le troppe risate.
Mentre io ancora seduta a terra mi massaggio la parte indolenzita e lancio a quello zoticone qualcuno di quei famosi appellativi poco prima pensati, lui continua insensibilmente a rotolare per terra tra una risata e l’altra.
I “AHHHH…AHHHH…AHHHH…AHHHH…”
Ok. D’accordo!
Per una volta ha vinto lui, anche se ha usato un colpo basso, ma non c’è bisogno di morire dalle risate.
Vabbè che vinco sempre io, ma non festeggio i miei trionfi umiliandolo come una deficiente come invece sta facendo lui adesso.
Sì.
Mi sento abbastanza umiliata.
Devo ammettere che rispetto ai soliti scherzetti che ci facevamo reciprocamente, questo è stato veramente pesante.
BASTA!
Sarò infantile ma stavolta sarò io ad andarmene con il broncio sbuffando come un treno.    
K “CAFONE!”
Faccio per alzarmi quando mi sento di nuovo trascinare per giù, aderendo completamente alla terra con la schiena.
È questione di un attimo e Inuyasha m’immobilizza le braccia sopra la testa trattenendomi per i polsi.
Se non fossi così arrabbiata sentirei sulla pelle l’imbarazzo della situazione.
Lui è sopra di me.
Ma ora non c’è nulla di malizioso in questo.
No.
Questa è solo una tortura.
Il suo modo di tormentare il mio animo.
Di nuovo occhi negli occhi.
È una tortura resistere a quel magnetismo.
È come essere catapultata in un vortice senza appigli e vie di fuga.
Ci fissiamo intensamente e stavolta per il mio orgoglio ferito non volto lo sguardo altrove.
I “Come mi hai chiamato?”
Lo dice quasi ringhiando, ma so che non è arrabbiato.
I suoi occhi ridono.
E capisco. Il gioco non è ancora concluso.
Ma sento di non aver la forza di lottare oltre.
Lascio che sia lui a condurre il gioco.
Ormai la mia dignità è stata calpestata ed è meglio che la situazione non degeneri.
Se gli mostro che ha toccato un tasto dolente gli avrò dato in mano un’arma vincente.
Un’arma dalla quale non so difendermi.
I miei sentimenti per lui e il mio desiderio di averlo mio.
Sì perché non si può difendere il proprio cuore, soprattutto se ci si sta lottando noi stessi.
Quella si che è una lotta che non vincerò mai.
Sì perché il mio cuore lo ama, ma la testa mi dice che lui non sarà mai mio. Che lui appartiene ad un’altra.
Cerco di concludere velocemente.
Provo a liberarmi dalla sua stretta e andarmene, per non doverlo guardare in faccia un minuto di più.
Ma i miei tentativi di divincolarmi sono inefficaci.
Così, in difesa del mio onore, affondo la spada anch’io, tentando di non uscire dall’incontro completamente sconfitta.
K “Ti ho chiamato cafone, perché…non mi hai sentito?”
Forse il mio tono era più pungente di quanto volessi.
Il suo ghigno si allarga sul volto, sa che sono irritata e la cosa lo compiace da morire.
I “E perché sarei un cafone?”
Mi provochi? Insolente!
K “Lo sai benissimo!”
I “Perché ti ho detto che sei mia?”
Ho paura che l’ha già scoperto il mio punto debole.
Ha trovato una crepa e adesso sta tentando di abbattere anche quello che rimane della barriera che proteggeva me stessa e il mio fragile ego.
Fragile come quello di un qualsiasi cuore innamorato.
Avrei voglia di urlargli contro.
Di dirgli che darei l’anima per far si che fosse la verità.
Per sentirmi sua. Per sentirlo mio.
Mi guarda quasi a volermi leggere dentro e di nuovo sento le guance imporporarsi.
Siamo ancora sdraiati per terra e lui non sembra intenzionato a muoversi da sopra di me.
Adesso che la rabbia sta scemando lasciando posto al rammarico, inizio davvero a essere imbarazzata dalla situazione.
Possibile che lui sia così sicuro di sé in una situazione del genere?
Che non senta quanto il mio cuore stia battendo all’impazzata per uscire dal petto?
Forse questa è solo l’ultima fase del suo diabolico piano per mortificarmi.
Sì perché sono sicura che stia percependo lo scompiglio emotivo che sta provocando in me.
Lo vedo prendere fiato.
E impotente, senza difesa alcuna, aspetto l’ultimo atto di questa tragedia.            
I “Kagome…”
K “……”
I “Tu pensi che stessi scherzando prima?”
TU TUM… TU TUM… TU TUM...
Sento il mio cuore esplodere.
Le lacrime pungono gli occhi cercando di uscire.
Questo è troppo.
Basta scherzare.
Così mi fa stare solo male.
Questo non è più un gioco.
Questo è solamente un supplizio.
Non mi sarei mai aspettata che Inuyasha fosse un carnefice senza cuore.
Ed io stolta che non riesco neppure a trovare le forze per rispondergli a tono.
Apro la bocca per prendere fiato e reagire quando…
Inuyasha si avvicina e nella frazione di un secondo posa le sue labbra sulle mie.
E il tempo si ferma.
Spalanco gli occhi dallo stupore.  
Ma…cosa sta succedendo?
Io non capisco.
No.
Inuyasha mi sta baciando?
Ma…
Io…
Lui…
Se è una beffa per deridermi ha toccato davvero il fondo.
Dovrei mantenere la lucidità senza lasciandomi trasportare dalle dolci frizioni dei baci di Inuyasha, ma non ci riesco.
Finalmente mi lascio andare e mi abbandono a quel leggero lambire di labbra.
Adesso non ho più certezze.
La corazza è caduta nel momento che mi sono abbandonata al suo bacio.
Gli ho dischiuso il mio cuore come un’incosciente, non sapendo se davvero avessi fatto bene ad aprire così palesemente i miei sentimenti.
Ma non riesco ad interrompere questa dolce danza di carezze che le nostre labbra si concedono.
Sento le sue mani lasciare la presa sui miei polsi e insinuarsi sotto la mia maglietta, carezzando la pelle della schiena con tocchi leggeri e frementi.
Con impeto Inuyasha approfondisce il bacio, travolgendomi come un fiume in piena.
Sento la sua lingua accarezzare la mia, invadendo la mia bocca con un dolce gusto di menta.
Dove le sue mani sfiorano la mia pelle lasciano scie di fuoco che accendono la mia passione.
Non riesco a credere che un bacio potesse farmi sentire così viva.
Sento il mio corpo fremere dall’eccitazione.
Allaccio le mie braccia intorno al suo collo e mi lascio trasportare in questa spirale dei sensi da cui non voglio sottrarmi.
Sento il sospiri di Inuyasha farsi più affannosi e le carezze più audaci.
Ma davvero riesce a fingere in un momento del genere?
Eppure non sembra stia ancora giocando.
O Kami vi prego.
Non lasciate che questo momento finisca.
Lasciatemi per sempre qui abbracciata a lui.
Sento sotto le dita il corpo di Inuyasha tremare impercettibilmente.
Che anche lui provi la mia stessa trepidazione ora?
Che anche lui senta lo stesso desiderio che io provo per lui?
Sento la bocca di Inuyasha scivolare giù, posando lungo la linea del mento un’infinità di baci e sfiorare con la punta della lingua la dolce curva del collo, per poi risalire fino al lobo dell’orecchio dove inizia uno sconvolgente tormento.
I “Mia…Mia…Mia…Solo mia!”
O Kami!
Sto impazzendo.
Vorrei che questo momento non finisse mai.
Vorrei, se fosse un bel sogno, non dovermi svegliare al mattino.
Mi sento tremendamente accaldata.
Non avrei mai creduto di poter provare sensazioni simili.
Le sue parole mi rimbombano nella testa e a stento riesco a credere che possano essere rivolte a me.
Adesso riesco ad percepire maggiormente i fremiti del suo corpo.
Ma cosa…
Questo non è un normale tremore.
Sembra quasi uno spasmo da quanto è forte.
Le sue mani si fermano e la sua bocca interrompe quelle carezze che tanto mi portavano in paradiso.
Sento il suo corpo surriscaldarsi e farsi rovente come la lava.
Cosa ti sta succedendo Inuyasha?
Cosa devo fare?
K “Inu…yasha?”
Gli afferro il volto con entrambe le mani e cerco di guardarlo negli occhi.
Devo vedere che sta bene. Rendermi conto di cosa gli sta succedendo.
Ma lui è più veloce di me.
I “NO!” Urla e si allontana rapidamente da me.
Come si fosse scottato col mio corpo.
Mentre con un guizzo balza via lontano, riesco per un istante a fissare nella mia mente il suo sguardo un attimo prima di scappare via.
E la consapevolezza di aver fatto qualcosa di profondamente sbagliato mi lascia basita.
Rimango a sdraiata a terra nella stessa posizione per non so quanto tempo.
Non trovo la forza di muovermi.
O forse mi manca solo il coraggio.
Ancora non riesco a credere che ci siamo baciati.
Ancora non riesco a non pensare a quegli occhi di sangue che fuggivano via da me.   


FINE SECONDO CAPITOLO.

Cosa ne pensate?
Ve l’avevo detto che per sapere come finirà per Kagome avreste dovuto aspettare.
Intanto ecco a voi un inizio alquanto movimentato a mio avviso.
Credo che possiate immaginare cosa sia successo a Inuyasha no?
Comunque i colpi di scena non sono finiti.
Via via che scrivo la storia prende un senso inaspettato che non m’immaginavo potesse coinvolgermi così tanto.
Quando sono davanti alla tastiera, non so, sento le dita fremere e le parole venir fuori da sole.
Ringrazio tutti per avermi seguito e vi lascio in attesa del terzo capitolo, ancora più movimentato del secondo.



  
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