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Autore: pulce852004    23/05/2009    7 recensioni
OTTAVO CAPITOLO MODIFICATO NELLA PARTE FINALE. Salve a tutti! E' la prima volta che mi cimento come scrittrice e spero che la mia FF vi piaccia. Vorrei sapere cosa ne pensate e se è il caso di continuarla. Vi prego, siate magnanimi, anche se sono fermamente certa che le critiche negative siano sempre costruttive. La storia si svolge in un ipotetico futuro dopo la sconfitta di Naraku. Kagome è sola, sola ad affrontare la prova più difficile della sua vita. Perchè Inuyasha non è al suo fianco? Cosa sarà successo ai nostri due protagonisti? Dalla FF: "...Tutto si è spento in un attimo. Con una parola. Con un’accusa. È bastato un istante e LUI mi ha uccisa. Direi a sangue freddo quasi. Ora anch’io sono morta. Morta, come LEI. Ma non fino in fondo. LEI è solo un frammento di anima senza un corpo. IO un corpo senza più il soffio della vita, che si muove d’inerzia..." Buona lettura a tutti!
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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UNFORGETTABLE PRIMO CAPITOLO
UNFORGETTABLE


Salve a tutti\tutte (sempre meglio specificare, è bene coccolare sia il pubblico femminile sia quello maschile), sono contenta che qualcuno di voi si sia prestato a leggere questa mia pazzia, chiedo perdono fin dall’inizio, ma questa è la mia prima FF quindi siate clementi…
È molto che leggo FF e tra una lettura e l’altra…
Se non offendo nessuno, vorrei dire che apprezzo tantissimo le FF di Report dalle quali traggo ispirazione. Nessuna nota di demerito alle altre autrici, ci sono molte FF che ho apprezzato nei miei due anni di frequentazione di EFP, ma cito proprio Report poiché ho letto tutte le sue FF e devo dire che le trovo tutte bellissime, adoro da morire il suo modo di vedere Kagome, sotto varie sfaccettature.
Vi lascio un appunto per capire meglio questa FF: il primo capitolo sarà solo un’introduzione e si svolge nel presente narrativo, mentre i successivi capitoli della storia saranno sostanzialmente degli enormi flashback per spiegare come siamo arrivati ai fatti del presente e poi la fase conclusiva dove si tirerà le somme.
So che ancora non si capisce niente, ma non voglio svelare molto, il bello è scoprire piano piano!
La FF è ambientata in un ipotetico periodo di pace dopo la sconfitta di Naraku, in cui però Kikyo non è morta, e comparirà proprio per inasprire la vita dei nostri amati protagonisti.
Spero che i personaggi non risultino troppo OOC.
La storia è completamente ambientata nell’epoca Sen Goku.
“Parlato”    -Pensato-
Detto questo, vi lascio alla trama di questa mia follia di mezzanotte!
Nota: i personaggi non mi appartengono, ma sono della fantastica Rumiko. I personaggi sono maggiorenni e comunque non esistono nella realtà.

PRIMO CAPITOLO



Ho paura.
Ho tanta paura.
Mi sento come in bilico su un baratro, lottando per mantenere l’equilibrio.
In questo momento desidererei chiudere gli occhi e lasciarmi andare.
Smettere di lottare.
Smettere di soffrire.
Ma non posso.
Non devo.
L’ho promesso.
L’ho promesso a me stessa.
Sento il dolore pervadermi e resto qualche attimo senza fiato.
Non so dove trovo la forza di resistere ormai.
Gli spasmi stanno peggiorando di momento in momento, lasciandomi qui distesa e sofferente.
Non saprei dire se sono minuti o ore.
A me sembra un’eternità.
Piango. Sommessamente.
Piango per sfogarmi.
Piango per reprimere la mia rabbia mista alla delusione.
Credevo di aver finito tutte le mie lacrime, ma ho scoperto che non c’è fine al dolore.
Che non tutti i sogni si avverano. Che la vita non va mai come speri.
Non credo più in niente ormai.
Tutto quello per cui ho vissuto finora non ha più valore.
La mia famiglia? La mia casa? I miei amici? Gli studi?
Tutto dissolto.
Come l’alone su un vetro.
Non mi pento di aver distrutto la Shikon no Tama. Ma il prezzo è stato caro. Troppo.
Il più caro che io abbia mai pagato.
Insieme ad essa è svanito anche il legame tra i miei due mondi.
Non mi pento della mia scelta.
So di aver preso la decisione giusta, ma in un battito d’ali ho visto la mia vita troncata di netto.
Che ironia della sorte.
Io, che viaggiavo dal presente al passato, adesso non ho più il mio di passato.
Non sono riuscita neppure a dir loro addio. Alla mamma, a Sota, al nonno.
È stato tutto così improvviso che forse mi sono resa conto troppo tardi delle conseguenze della scomparsa di quella maledettissima sfera.
Ma non è questo che mi ha distrutta.
No.
Quello era solo l’inizio della fine.
Avrei accettato tutto dalla vita, e sempre col mio solito sorriso sulle labbra.
Avrei superato tutto grazie a quell’unica ancora di salvezza.
La mia luce nelle tenebre dell’oblio.
Ma la felicità si è dissolta, come quel ti amo morto sulle mie labbra.
Come quel sentimento che adesso ricaccio in fondo al mio cuore ogni qualvolta vi faccia capolino.
Avrei donato la mia vita per LUI. Per NOI.
Ma non è servito a niente tutto il mio sacrificio.
Aver lasciato la mia casa per LUI, aver perso la mia famiglia non è contato niente.
Adesso la mia vita è finita.
Si finita. Perché IO oggi sono morta.
Non fisicamente certo. Ma nello spirito.
Sono solo un corpo che sopravvive senza volerlo.
Ma la mia anima?
La mia vitalità, la mia energia, la mia voglia di vivere?
Tutto è stato annientato. Tutto è nero.
Come i miei occhi. Come il mio sguardo, un tempo di un luminoso color cioccolato.
Sorridevano i miei occhi, sorridevano di gioia e di amore, ma tutto si è consumato, come la tenue luce di una candela.
Tutto si è spento in un attimo.
Con una parola.
Con un’accusa.
È bastato un istante e LUI mi ha uccisa.
Direi a sangue freddo quasi.
Ora anch’io sono morta.
Morta, come LEI. Ma non fino in fondo.
LEI è solo un frammento di anima senza un corpo.
IO un corpo senza più il soffio della vita, che si muove d’inerzia.
L’ho sempre saputo che eravamo opposte.
Solo LUI non se n’è mai accorto.
Vedeva LEI in me? Vedeva i suoi occhi nei miei? Le sue labbra sulla mia bocca? Il suo cuore nel mio petto?
Ma come poteva? Come poteva dimenticarsi che abbiamo due spiriti differenti? Due cuori con un diverso battito?
Ma che dico?LEI neppure l’ha un cuore che batte.
Eppure l’ha fatto.
Ha ferito i miei sentimenti, ha spezzato il mio cuore, ma non posso odiarlo.
No.
Vorrei.
Ma l’ho amato troppo. Più di me stessa.
Amato? Forse lo amo ancora.
Ma è un sentimento sommerso dall’amarezza.
Dalla delusione e dal dispiacere.
Un sentimento a senso unico.
Un amore che morirà dentro di me, uccidendomi a sua volta.
Ma non tutto è perduto.
Qualcosa di bello c’è ancora nella mia vita grazie a LUI.
L’appiglio che mi ha permesso di non affondare in questi mesi.
Il primo fiore che sboccia sotto la fredda neve invernale.
Potrò ancora amare.
Amare ed essere ricambiata.
Senza secondi fini.
Senza illusioni.
Incondizionatamente.
Finalmente non sarò sola.
In questa epoca, che oramai è casa mia, non sarò più sola.
Ma adesso, fragile come sono, non riesco a farmi bastare questa misera consapevolezza.
Adesso che, più che mai, avrei bisogno di LUI al mio fianco.
Avrei bisogno di essere guidata, cullata, protetta.
Invece sono qui.
Sola.
In balia dello scorrere della vita.
Sola non per scelta.
Sola perché ripudiata.
Da LUI.
LUI che non ha capito.
Che mi ha accusato del peggiore dei tradimenti.
LUI che, denigrandomi, mi ha costretta ad allontanarmi dagli sguardi taglienti che mi venivano rivolti.
Dalle dicerie degli abitanti del villaggio Musashi, che mi colpivano alle spalle come pugnalate.
Solo Sango, Miroku, Shippo, Rin e la vecchia Kaede mi sono rimasti vicini discretamente.
Dandomi un po’ di conforto.
Un po’ di pace.
Anche quando gli impegni li sovraccaricano, trovano sempre un momento da dedicarmi.
Miroku e Sango vivono del loro lavoro di sterminatori di demoni per riuscire a racimolare qualche soldo per la propria famiglia.
Le gemelle hanno allietato la loro vita, soprattutto quella di Miroku, che, con tanta determinazione, continuava a chiedere un erede a Sango, anche dopo la scomparsa del Kazana inflittogli da Naraku.
Shippo fa la spola dal villaggio Musashi a quello dei demoni volpe per diventare sempre più forte.
Oramai non si può più considerare un cucciolo. Nei quattro anni passati dal nostro primo incontro è cresciuto incredibilmente.
Mentre la vecchia Kaede e Rin passano appena gli addestramenti di Rin e i pellegrinaggi lo consentono.
LUI?
LUI non è mai venuto neppure una volta.
Per questo mi trovo qui, in una capanna abbandonata proprio vicino al fiume, al limitare del bosco. Un po’ dispersa come mi sento IO da qualche tempo.
Da cinque mesi questa è la mia casa.
Lontana dal villaggio, lontana dalle critiche ipocrite, lontana da LUI.
Non lo ammetterei neppure sotto tortura, ma mi uccide il fatto di saperlo con LEI, quando il suo posto sarebbe qui vicino a me in questo momento.
Egoista.
Non LUI.
IO.
IO che lo amo ancora. IO che farei di tutto per riaverlo perché non sono riuscita ancora ad accettarlo. Ad arrendermi.
LUI è andato da LEI. Ha scelto LEI.
E questo mi fa sanguinare il cuore.
Eccone un’altra.
Ormai ci siamo.
Spero che questa tortura alla quale i Kami mi stanno sottoponendo duri ancora per poco.
Sento le forze venirmi meno e la solitudine non aiuta di certo.
Invano sarebbe gridare aiuto.
Nessuno passa mai di qui.
Nessuno che non ne sia intenzionato almeno.
Le fitte si fanno sempre più frequenti.
Meno male che mi sono preparata tutto il necessario già da giorni.
Il fuoco è acceso e l’acqua calda è sul fuoco.
Mentre vicino al mio futon, adesso adagiato a ridosso alla parete, c’è una grande bacinella con dell’acqua fresca.
Lì accanto dei panni puliti che avevo preparato per l’occasione.
La vecchia Kaede mi ha spiegato tutto. Mi ha addestrato ad ogni possibile circostanza, infondendomi un po’ del suo coraggio, che adesso non trovo ugualmente dentro di me.
Mi aveva promesso che mi sarebbe stata vicina per monitorarmi, come d'altronde stava facendo nelle ultime settimane, ma ieri è stata chiamata per un rituale nel villaggio vicino e non ha potuto rifiutarsi.
Mi ha assicurato che sarebbe tornata per domani pomeriggio al massimo, ma sarà già troppo tardi.
Non è colpa sua. Sia IO che la vecchia Kaede eravamo tranquille, avevamo previsto l’evento per la fine della prossima settimana.
Ma i Kami non ne hanno voluto sapere di aspettare.
Ho sempre pensato che in un momento del genere avrei avuto accanto mia madre a confortarmi col suo calore, con la sua presenza, Sota che avrebbe saltellato per tutta la casa urlando come un ossesso per l’agitazione e il nonno chiuso nel tempio a invocare il favore dei Kami con quei suoi riti bizzarri.
E poi LUI.
LUI che mi teneva la mano mentre io gridavo dal dolore.
LUI che m’incoraggiava.
LUI che mi stava accanto sussurrandomi che saremo stati felici.
Finalmente felici e liberi.
LUI che mi ringraziava per il dono che gli avevo fatto.
LUI che…
BASTA!
LUI non c’è.
E mai ci sarà.
Kagome Higurashi ce la farà da sola. Senza l’aiuto di nessuno.
Cerco di infondermi un po’ di forza nell’unico momento della mia vita i cui avrei potuto dimostrarmi debole e fragile.
Mi sento una bambina imprigionata in un corpo di una donna, in fondo ho solamente diciannove anni.
Molte delle mie coetanee nella mia epoca starebbero fuori con i ragazzi e le amiche, senza le responsabilità, gli obblighi o i doveri che sono riuscita ad addossarmi IO in questi quattro anni.
Ma non è questo il momento per infantilismi.
Ancora una.
Quest’ultima è stata più forte delle altre.
Il momento si avvicina.
Mordo una pezza e conficco le unghie nel legno del pavimento nel vano tentativo di soffrire meno.
Inutile.
Sento il kimono che ho usato per coprirmi farsi pesante come un macigno e rovente come la lava.
M’impongo di stare sdraiata a cercare di rilassarmi per non disperdere le energie, ma non ci riesco.
Sento il ventre contrarsi di nuovo.
Adesso gli intervalli si fanno più ridotti e le contrazioni più durature e dolenti.
Sento il desiderio di spingere, ma ancora è presto.
Devo resistere.
Devo farcela.
Devo farlo.
Devo…
Non resisto più. Non ce la faccio.
Sento le forze venirmi meno, e la vista offuscarsi.
Che i Kami mi perdonino…
Con le ultime forze rimaste sussurro il nome dell’unica persona che non potrò avere mai più prima di perdere i sensi, accasciandomi contro il futon.  
 “Inu…ya…sha”.
FINE PRIMO CAPITOLO

E siamo così giunti alla fine del prologo.
Mi dispiace, ma per sapere cosà succederà a Kagome dovrete aspettare almeno un paio di capitoli, giusto il tempo di spiegare il passato.
Cosa ne pensate?
Fa schifo completamente?
Penso che ormai vi sarete fatte un’idea di cosa sta succedendo a Kagome, anche se il fulcro della storia è ancora un mistero.
Ma non vi preoccupate.
Aggiornerò entro una settimana, sperando che a qualcuno sia gradito.
Aspetto tanti commenti, anche negativi (ma non siate troppo cattivi, vi prego!).
Vorrei porgere una domanda: come risulta il mio modo di scrittura? È scorrevole? Ci sono molti errori? A voi lettori il giudizio.
Alla prossima…
SPOILER: Nel prossimo chappy leggerete di come tutto ebbe inizio.
Baci a tutti.      
  
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