L'uomo dalla mantella bianca ricomparve un istante dopo sulla cima di un colle circondato da nubi così fitte che nemmeno la luce della luna riusciva a passare.

Davanti a lui si ergeva un castello diroccato, apparentemente vuoto. L'uomo attraversò il lungo ponte, dirigendosi verso di esso.

Attraversò stanze e corridoi fino a giungere ad una grande stanza circolare, con una grossa scala al centro. Ai muri stavano decine e decine di creature mostruose, che parevano l'incrocio tra un drago, un Vampo e un Ghast.

L'uomo salì sulla scala, fino a giungere alla cima. Una volta lì, alzò le braccia e urlò : -Mi hai chiamato e sono venuto. Cosa desideri, mio signore?-

Una folata di vento gelido invase la stanza, seguita da un denso fumo nero, che si ammassò di fronte a lui fino ad assumere la forma di un gigantesco uomo fatto di vapore oscuro. Poi da esso giunsero delle parole in una lingua antica che nessuno usava più da milioni di anni, ma che l'uomo dalla mantella bianca comprese benissimo : -Book-tana shta (traduzione : "Cresciamo di numero")- si udì. -Book-tana shuu ("cresciamo di potenza"). Gor tana lini ess! ("tu guiderai i miei eserciti!")-

-Che state dicendo, Unico?- chiese l'uomo dalla mantella bianca. -Quali eserciti? C'entrano forse questi esseri che ora circondano la stanza?-

L'ombra si mosse verso il basso : -Karumna-taa ... ("seguimi ...")-

L'uomo dalla mantella bianca lo fece senza pensarci due volte. Seguì l'ombra attraverso i meriandri della fortezza, fino a giungere in una stanza ove stava in catene un giovane scheletro. -Boraktan! ("uccidilo!")- ordinò l'ombra.

L'uomo annuì senza fiatare e colpì lo scheletro al petto. Il mostro si afflosciò a terra. Poi improvvisamente si levò un forte vento; sulla schiena dello scheletro comparvero due ali e una coda da drago, e di drago divenne la sua testa; il corpo mutò in quello di un Vampo, le braccia in quelle di un Enderman e le gambe in tentacoli da Ghast. Gli occhi divennero fosforescenti. L'essere si alzò e si allineò con gli altri.

-Iktaron-duul ("il tuo esercito")- disse l'ombra all'espressione stupita dell'uomo. -Mashta nini est, kalim istante nanu sa steeng! ("ogni volta che ucciderai, il morto diverrà un tuo invincibile servitore")-

Poi l'ombra indicò un portale viola. L'uomo capì immediatamente : -Devo raggiungere il Nether? Perché?-

-Gorta nuu parsh taang! ("giungi alla fortezza e cattura il re!")- fu la risposta dell'ombra.

L'uomo dalla mantella bianca non se lo fece ripetere due volte e si tuffò nel portale. In un istante si ritrovò in una terra brulla e arsa dal fuoco della lava.

Di fronte a lui si stagliava una fortezza. Da una delle torri intravide movimento.

L'uomo si arrampicò su di essa e sfondò la finestra con un calcio. All'interno c'era una persona dalla pelle dura e rossa, con un mantello e una corona sulla testa. -Tu?!- esclamò questi sbalordito.

-Io- rispose l'uomo. -Io e te abbiamo un conto in sospeso, Magmors- e così facendo lo immobilizzò e con una mano gli tappò la bocca. Di fronte a lui comparve poi di nuovo l'ombra. -Ho fatto ciò che mi hai chiesto- disse l'uomo dalla mantella bianca. -E ora?-

-Ashta nini parantu bortang! ("ora quest'uomo diverrà la tua maschera!")- fu la risposta.

In un istante Magmors e l'uomo furono illuminati da una luce nera, poi il mantello bianco scomparve e rimase solo l'uomo dalla pelle rossa nella stanza.

-Cosa mi hai fatto?!- esclamò con la voce dell'uomo bianco.

-Ash tu la, goran-du. Gorndri Magmors borta lann. Gor fa nini tulla ("ti ho dato questo corpo. Ora Magmors riposa coi suoi antenati. Con esso concludersi meglio la tua missione")- fu la risposta dell'ombra. -Borash raan nin llan buring tana ini est tu lang craman, bor tanura borting Minas Morgul! ("fa scatenare guerre in tutto il mondo e trasforma i morti in soldati, poi conducili da me a Minas Morgul!")-

-E ... Lyon? Mi hai promesso la sua testa!- chiese l'uomo, portandosi istintivamente una mano sul cuore a quel nome.

-Borta nuung, mashtamg. Or Lilly tana lingua estnum ("se è la vendetta che vuoi, l'avrai. Scatenerò un terremoto e lo spedito nelle viscere della terra")- rispose l'ombra.

-No!- esclamò l'uomo. -Lyon è mio! Mi ha conficcato una spada nel cuore, voglio vendicarmi personalmente!-

-Or tu nag, moitamg, ent maors hunt ("allora attendi, sciocco, e porta a termine la missione")- rispose l'ombra, per poi svanire.

L'uomo strinse i pugni. Abbandonare la caccia? Non se ne parlava. -Baba Yaga!- urlò.

Davanti a lui comparve la strega che lo aveva chiamato nella foresta. Nonostante il nuovo aspetto, lo riconobbe immediatamente. -Ho un compito per te- disse l'uomo. -Hai ancora sete di sangue umano?-

All'assenso della maga, l'uomo gli rivelò dei mostri di Minas Morgul. -Prendine una decina e massacrali tutti, dal primo all'ultimo. E ...- l'uomo assottigliò gli occhi. -... portami Lyon. Vivo. La vendetta va gustata fresca!-