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Autore: WriteMary    29/12/2016    4 recensioni
Zootropolis, città varia di fauna quanto di problemi.
Una volpe e una coniglietta alle prese con i più vari casi criminali.
Nuovi personaggi, occasionali citazioni e comparse del mondo Disney.
Tutto nell'ombra di una minaccia che prepara a lasciare la sua impronta.
Genere: Azione, Comico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nick sfilò e reinserì l’ago del distintivo nell’uniforme, assicurandosi questa volta di aver posizionato il fregio correttamente.
Richiuse l’armadietto con dentro quel poco che si portava da casa: gli abiti di consuetudine e un imitazione di occhiali Roe-Ban, inutili vista la tarda ora.
Scese le scale che portavano ai parcheggi sotterranei, uno spazio ricavato nel suolo roccioso sottostante il Dipartimento di polizia, dove le pareti e i pilastri di sostegno erano stati  lasciati volutamente grezzi, se non sagomati e levigati secondo le esigenze strutturali.
Le vetture erano disposte in parcheggi siglati da numeri e lettere, ordinate per tipologia e misura; tra le tante, quella che la volpe era in procinto di raggiungere era l’auto abitualmente assegnata alla formazione di Thorley e Ulv, che sebbene fosse del medesimo modello di altre, La volpe aveva subito notato quei piccoli dettagli personali che ne caratterizzavano i proprietari.
Fu proprio appoggiata alla portiera del conducente, quasi a ricalcarne il possesso, che Nick riconobbe la stazza di Thorley: questi indossava una maglia rossa sotto una giacca di ecopelle bruna, con jeans scuri leggermente sgualciti all’altezza delle caviglie.
La tigre lo salutò con un cenno del capo accompagnato da sorriso, ricevendo altrettanto dalla volpe che gli andava in contro.
Avvicinandosi, Nick notò pure la figura di Ulv, messo in ombra dall’auto e dalla tigre alla sua destra che notato, si sporse per salutarlo.
“Thorley, ti trovo bene. Finita la convalescenza?”
“In teoria sarei ancora in malattia.” Confessò la tigre spostando il peso sulle proprie gambe. “Mi hanno tenuto in osservazione due giorni, poi mi hanno lasciato andare a casa senza problemi.”
“Ah, chiaro. La ferita invece?”
“Tutto a posto, si fa sentire ancora quando ruoto il polso ma è solo un fastidio, nulla più.”
“Ma se sei ancora in malattia, cosa ci fai qui? Judy ti ha passato il germe dello stacanovista?”
“L’ho chiamato io.” Rispose Ulv. “Se quello che pensi sull’orso polare è vero, preferisco avere dalla mia qualcuno che possa perlomeno guardarlo senza alzare la testa.”
“Scusa ma non eri tu a presumere l’appartenenza dell’orso all’Iceberg?” Domandò Thorley inclinando leggermente la testa.
“No, ti ho chiamato proprio perché è stato Nicholas a farmi presente questa cosa.”
“Si… ti ho mandato un messaggio, ma non ti ho certo detto di scomodare Thorley.”
“No no credimi, mi è più scomodo stare a casa a far nulla.” Assicurò la tigre. “Più che altro, com’è che hai certi sospetti?”
“Non li ho io, li ha Judy.”
“Però tu conosci quell’orso.” Puntualizzò il lupo. “E non mi sembri rifiutare l’idea.”
“Conoscerlo è una parola grossa, abbiamo lavorato assieme per qualche tempo, abbastanza da capire che avesse un passato poco raccomandabile.”
“Lavorato assieme?” Domandò Thorley socchiudendo leggermente gli occhi.
“Hey, che vai a pensare.” Rispose la volpe portando teatralmente le zampe ai fianchi. “Tu stesso sei la prova che non si conosce mai a pieno il passato di un animale.”
La tigre cambiò immediatamente espressione, rispondendo con lievi cenni d’assenso ammettendo la verità di quelle frase.
Dal canto suo invece, Nick sorrise fra se, certo di aver usato le parole giuste per sviare un argomento altresì scomodo.
Ulv batté un dito sull’orologio al polso, facendo intendere ai colleghi che era il caso di muoversi.
La tigre aprì la portiera ma il lupo, più rapido, scivolò sul sedile del conducente. “Hey, cosa pensi di…”
Il lupo lo zittì agitando una zampa come per allontanare un insetto. “Non sei di servizio Thor, non dovresti nemmeno essere qui…”
“Pensavo che fatto trenta si sarebbe fatto trentuno.” Rispose guardando pure il sedile di sinistra già occupato dalla volpe. “E dove dovrei mettermi, nel bagagliaio?”
“I sedili dietro andranno bene.” Rispose Nick indicando dietro le spalle.
“Ah bene, come i cuccioli…”
“Mi raccomando allacciati la cintura e se fai il bravo magari ci fermiamo a prendere un gelato.” Disse Ulv scambiando un sorriso alla tigre nel riflessa dello specchietto.
 Lauto risalì la rampa fino all’esterno, ma prima che potesse immettersi in strada inchiodò di colpo facendo sobbalzare i passeggeri.
“Diamine Ulv! Scendi che guido io.” Esclamò la tigre che s’era sostenuta con gli artigli.
“Cos’è c’è un cervo in mezzo alla strada?” Chiese Nick cercando di capire il motivo dell’arresto.
“No, un coniglio.”
I tre animali si sporsero ai finestrini e guardarono la coniglietta che era saltata sul marciapiede a fianco dell’auto: come Thorley era in borghese, con solo l’aggiunta del distintivo al petto.
“Judy, sei matta!” Esclamò il lupo vedendola scambiare ai tre un saluto.
“No, sei tu che non dovresti uscire da un parcheggio senza dare la precedenza, può essere pericoloso.”
“Si esatto!”
“Carotina cosa ci fai qui?” Chiese Nick guardando lei e poi Ulv, come a supporre che il lupo avesse coinvolto anche lei.
“Ho pensato di darvi una mano, e vedo che non sono stata l’unica.” Rispose salutando la tigre nel retro.
“Ti metterai nei guai col capitano se non rispetti i suoi ordini.” Affermò il lupo.
“No, mi ha detto di interrogare Barnes e di informarvi sulle novità, cosa che ho fatto.”
“Il capitano non è tipo che fa caso a questo genere di sottigliezze, non ti ha forse negato il permesso di pattugliare la zona?”
“Tecnicamente non stiamo più pattugliando l’area, e poi se non ricordo male, Bogo ha detto che in caso di problemi avreste dovuto chiamare le pattuglie in zona, non agenti fuori servizio.”
“Si… ma anche se chiamati in anticipo impiegherebbero almeno dieci, se non quindici minuti ad arrivare e credimi in quell’asso di tempo può succedere di tutto.”
“Vedo che la pensiamo allo stesso modo.”
La volpe scoppiò a ridere. “Non puoi vincere Ulv, falla salire o andrà avanti fino all’alba.”
La coniglietta prese posto accanto alla tigre che le sorrise con sguardo complice. “Vedo che hai preso la cintura.” Osservò vedendola indossare parte dell’equipaggiamento.
“Non sono armata, ma ho il distintivo, il walkie talkie e la torcia.”
“Riesci a organizzare pure le improvvisate eh.”
 
Il West Side di Sahara Square, manteneva intatto il contrasto con i distanti chiarori della vita notturna; tanto che il quartiere dell’Hamada sembrava quasi abbandonato.
I vicoli restavano trascurati dai lampioni che illuminavano le strade deserte, il luogo ideale dove appostare l’auto in attesa del bersaglio.
“Il 139 di Serir Ave, è la terza da destra.” Disse Judy indicando la fila di case a schiera rivestite in Brownstone.
“Se la passava bene Bentley.” Osservò Nick guardando l’arenaria immacolata e gli impeccabili intarsi di vetrate. “Questa non è certo zona di randagi.”
“Oh! Penso sia arrivato.” Disse Ulv notando i fari di un auto avanzare in loro direzione.
“Non è la stessa auto.” Notò Nick. “Se è lui, prendere il numero di targa è stato inutile.”
La vettura parcheggiò come da consuetudine a lato della strada, ma questa volta il conducente non sembrava intenzionato a scendere.
Attesero quasi un quarto d'ora, poi dall’auto emerse il bianco della pelliccia dell’orso.
Sebbene fossero a distanza, gli agenti capirono che aveva appena riposto il cellulare o altro in tasca e con crescente sospetto lo osservarono salire la gradinata che precedeva la residenza di Bentley.
“Ci siamo.” Affermò Judy. “Un passo falso ed è nostro”.
L’orso si appoggiò al corrimano metallico a baraccia conserte, come messo in attesa, poi sorprendentemente la porta si aprì senza che ci fosse nessuno oltre la soglia.
“Aspetta che...” Si chiese Ulv socchiudendo gli occhi.
L’orso si chinò a terra e raccolse quello che sembrava un lungo tubo nero.
Judy ragionò quasi di riflesso, ricordando di averne visti altri alla B.B.A. “È un tubo porta disegni!” Esclamò battendo le zampe sul sedile di fronte a lei. “Nick le piante!”
Volpe e lupo scesero tempestivamente dal’auto, così come era intenzionata a fare Judy, ma Thorley preferì trattenerla. “Aspetta, ricorda che noi non dovremmo essere qui, tieniti pronta, se c’e bisogno scendiamo.”
Lei storse il naso, ma la presenza di entrambi era già una forzatura nella normale procedura; scelse quindi di trattenersi, sporgendosi solo sul finestrino per non perdere nemmeno un istante dell’azione.
Nick puntò sull’orso la torcia, mentre Ulv mise in mostra il distintivo. “Polizia di Zootropolis, si fermi immediatamente.”
L’orso si coprì il volto sorpreso dalla luce improvvisa, alzando poi le zampe ben in vista seguendo le indicazioni degli agenti.
Mentre si avvicinarono Nick notò, quasi per sbaglio, il secondo animale Illuminato dalla torcia.
“C’è qualche problema agenti?” Domandò un piccolo roditore fattosi avanti oltre la soglia di casa.
Solo all’udire della voce il lupo abbassò lo sguardo vedendo quello che suppose essere un ratto e come di riflesso tolse immediatamente la zampa dal fodero dall’arma. “Siamo di pattuglia è abbiamo visto quest’orso…”
“Quest’orso cosa?!, il mio amico qui non ha fatto niente! Vi sembra il modo di…”
“Questa non è casa sua.” Puntualizzò Nick fulmineo.
“Non è di nessuno.” Affermò scocciato l’orso.
“Sarà messa in vendita a breve.” Affermò il ratto. “Mi hanno lasciato le chiavi per…”
“Lei sarebbe un agente immobiliare?” Domandò Ulv alzando un sopracciglio.“Intende forse vendere una casa di Sahara Square a un orso polare? Di notte?”
“La notte mi è più sopportabile.” Affermò l’orso. “E siccome lavoro al Casinò in…”
“Non Penso sia vero.” Controbatté Nick vedendo digrignare leggermente i denti dell’orso.
“Questa storia fa acqua da tutte le parti; proprio come sta facendo lei!” Sentenziò Ulv osservando il pelo bagnato del roditore.
“Cosa io…”
“Si stava lavando in una casa che non le appartiene? O forse è appena passato dalle tubature?” Concluse la volpe in medesimo tono.
Il topo ispirò tra i denti compreso di essere stato messo all’angolo.
“Siete in arresto!” Tuonò Ulv estraendo le manette. “Per violazione di domicilio con effrazione e furto.”
“Non è effrazione, ho usato le chiavi che erano sul…”
“Le devo elencare i suoi diritti?”
“Giù il malloppo.” Aggiunse Nick riferendosi al tubo di plastica.
L’orso si chinò per posare la refurtiva a terra, ma abbassandosi Ulv vide una delle sue zampe sparire nella tasca dei pantaloni.
“Hey! Zampe in vista!”
L’orso la estrasse fulmineo, portandosi al muso un piccolo oggetto metallico.
Nick capì troppo tardi di cosa si trattava e in un istante il suo udito e quello di Ulv fu perforato.
Le orecchie di Judy si tesero percependo quello che per lei era solo uno strano ronzio, ma vide chiaramente Ulv e Nick ritrarsi di scatto serrandosi le zampe sulle orecchie.
“Quello ha un fischietto a ultrasuoni!” Esclamò Thorley fiondandosi fuori dall’auto.
Judy lo seguì tempestiva, vedendo l’orso spingere pesantemente la volpe a terra senza smettere di fischiare.
“Tu!” Ruggì Thorley. “Fermati subito!”
Vedendo la tigre corrergli incontro l’orso sussultò, prese rapidamente il porta disegni tra le zampe e corse verso l’auto subito seguito dal ratto.
Judy si precipitò da Nick per aiutarlo a rialzarsi, ma sia lui che Ulv erano intenti a scrollare ripetutamente la testa per ciò che restava del fastidio.
L’orso polare aprì violentemente la portiera, facendo saltare il topo all’interno prima di sedersi disordinatamente sul sedile.
La tigre lo raggiunse afferrandogli la camicia per la manica, ma l’orso riuscì a divincolarsi sferrando una gomitata che Thorley preferì evitare.
Richiuse la portiera con tonfo immediatamente coperto dallo stridio dagli pneumatici che sfregarono sull’asfalto, obbligando la tigre a ritrarsi ulteriormente per non essere travolto dalla manovra di fuga.
“Thorley!” Chiamò Judy mentre sospingeva i due agenti verso l’auto di pattuglia e la tigre la raggiunse di corsa, prendendo pressoché di peso i due animali per portarli al veicolo, dove Nick e Ulv fecero il più in fretta possibile per prendere posto.
“Via,Via!” Esclamò Thorley spingendo Ulv nel sedile di sinistra, tirando alla peggio il sedile indietro per prendere posto.
“Thor aspet…”
La tigre avviò il motore e premette a pieno l’acceleratore, facendo fischiare le gomme sulla strada.
I tre animali si sentirono premuti contro i sedili in risposta alla brusca partenza e sia Nick che Judy afferrarono la cintura come fossero a bordo di una nave in tempesta.
L’auto percorse la via di quartiere ben oltre il limite consigliato a sirene accese, e quando svoltò bruscamente su una strada ben più ampia, Thorley poté condurla senza freno.
“Come sai che sono passati di qui!” Urlò Ulv visibilmente a disagio per l’alta velocità.
“Stanno scappando no! Vorranno sicuramente evitare il traffico attorno al Palm.”
A distanza sempre minore infatti, due rossi fari posteriori si fecero ben visibili e vista la velocità sostenuta si trattava proprio dei loro fuggiaschi.
Ulv prese rapido la ricetrasmittente dal frontalino, aprendo un canale diretto con la centrale. “Qui agente Andersson, 10-80 in corso sulla…”
“Heat street!” suggerì la tigre.
“…Heat street verso Thundra Gate, ripeto, i malviventi si dirigono al Thundra Gate!”
“Qui agente McHorn.” Rispose un agente dal canale radio. “Siamo nelle vicinanze, convergiamo sull’obbiettivo.”
“Non faranno in tempo!” Esclamò Nick indicando l’immensa struttura del Climate Wall farsi sempre più vicina, con l’imminente ingresso del traforo che collegava i due distretti.
La varcata fu fulminea, così come il cambio di atmosfera: la neve diffusa dai giganteschi innevatori prese infatti a impattare sul parabrezza come fosse grandine, costringendo Thorley ad azionare i tergicristalli per riacquistare visibilità.
“Thor. Thor! Rallenta!” Esclamò Ulv ricordando quanto bastasse poco perché sulle strade di Tundratown si formasse un non trascurabile strato di neve. “Quest’auto non è equipaggiata per…”
“Lo so!” Rispose la tigre accelerando ulteriormente.
“Sei matto!” Urlò la volpe da dietro. “A questa velocità…”
“Lo so!”
L’auto si portò a fianco di quella inseguita, tanto che Ulv vide l’orso polare guardarlo dal finestrio.
“La strada!” Esclamò Judy puntando il dito sull’imminente incrocio.
Thorley  fu tempestivo, tirò a se il freno a mano sovrasterzando il veicolo con assieme la quasi completa rotazione del volante, facendo slittare il veicolo sul manto nevoso, andando a chiudere la strada all’auto appena superata, costringendo l’orso polare a sterzare bruscamente finendo sul marciapiede contro un idrante che scardinato, eiettò una colonna d’acqua che si estese in alto come un geyser.  
“Sei impazzito!” Urlò Ulv con gli artigli affondati nel sedile e il petto palpitante nella respirazione.
“Sei grande!” Esclamò Judy con così tanto entusiasmo da far ruotare la testa del lupo con gli occhi sgranati.
“Non è un complimento se detto da chi e riuscita a far deragliare un treno!” Affermò Nick praticamente ribaltato sul sedile.
“Topo! Topo!” Esclamò Thorley vedendo il ratto saltar fuori dal finestrino dell’auto incidentata e Judy, quasi un estensione del pensiero della tigre, si fiondò fuori dalla portiera rimbalzando sul petto della volpe.“Fermo, fermo in nome della legge!”
Medesimo fu il comportamento dell’orso polare, che spalancò violentemente la portiera, per poi correre in direzione opposta al ratto con il porta disegni stretto tra le zampe.”
“Ulv, con me. Orso!” Esclamò la tigre scendendo di corsa dal veicolo col lupo appresso.
Judy intanto era arrivata quasi ad afferrare la coda del roditore, quando questo saettò sulla sinistra tuffandosi su un grande manto di neve accumulato su una piazzola.
La coniglietta sormontò il cumulo guardando ripetutamente da parte a parte perche non gli sfuggisse e vedendola in difficoltà Nick la raggiunse correndo. “Dov’è?”
“Qui sotto! Da qualche parte.”
“Spostati.” Suggerì la volpe salendo sul cumulo a sua volta.
“Nick cosa…”
“zitta zitta.”
Lo sguardo della volpe prese a scrutare la neve sotto le sue zampe, tenendo le orecchie tese, mosse solo da impercettibili scatti.
Judy non capì cosa stesse facendo, finche Nick con inaspettata elasticità eseguì un balzo immergendo quasi completamente il busto nella neve.
Si avvertì uno squittio e subito la volpe riemerse stringendo tra le zampe il piccolo roditore che si agitava frenetico.
“Mettilo in gabbia Carotiana, io vado con gli altri, raggiungici appena puoi.” Gli disse passandogli il piccolo animale per poi correre seguendo la direzione degli altri agenti.
La coniglietta raggiunse l’auto e dopo aver afferrato il roditore per la collottola aprì il portabagagli dove erano tenute delle piccole gabbiette portatili.
Ne aprì una e vi gettò dentro il topo richiudendo subito la porticina metallica.
In quel’istante il suo orecchio si tese verso il frontalino della radio, captando un messaggio da un altro agente.
“Qui agente McHorn, comunicate la vostra posizione, ripeto comunicate la vostra posizione.”
Judy si sporse per rispondere ma pure il suo walkie-talkie emise suono. “Nicholas, Nicholas mi ricevi…” L’apparecchio aveva captato la radio frequenza degli apparecchi di Ulv, così da permettere a Judy di sentire pure la risposta affermativa della Volpe.
“Abbiamo perso contatto con l’orso, ma gli abbiamo tagliato la strada. Sta tornando verso di voi, fate attenzione.”
La coniglietta fu presa dall’apprensione e corse frenetica nella direzione presa da Nick.
 
“Qui Nicholas, dove siete?”
“Vicino al Winter Paws.” Rispose Ulv dal walkie-talkie. “Cerchiamo di ritrovare l’orso.”
“Capito, vi raggiungo.”
La volpe conosceva bene Tundratown e sgattaiolò in una serie di stretti vicoli che gli permisero di raggiungere Skating Pack, la pista di pattinaggio poco distante la posizione detta da Ulv.
Costeggiò l’inferriata di vetro smerigliato della piccola balconata che sormontava la pista poco più in basso, quando d’improvviso avvertì dei tonfi provenire dalla sua sinistra.
Da un vicolo la volpe riconobbe l’orso polare emergere a pesanti passi dall’ombra con il tubo porta disegni, ed entrambi si resero conto di essere l’uno di fronte all’altro soli.
“Basta giocare a nascondino.”  Esclamò la volpe estraendo la pistola spara narcotici.
L’orso assunse un atteggiamento insolitamente composto, avvicinandosi lentamente guardando la volpe a occhi stretti. “Sul serio Wilde? Sparami con quella e avrò il tempo sufficiente per renderti irriconoscibile.”
“Preferirei non usare l’altra pistola Mor e con tre agenti alle calcagna non…”
“La tigre è stata una sorpresa, ma posso facilmente gestire te e il lupo!” Esclamò estraendo il fischietto a ultrasuoni, portandoselo rapidamente alle labbra soffiando appena un secondo, abbastanza per far serrare gli occhi della volpe come se colpito da una fitta.
Mor approfittò dell’attimo e scaglio una zampata per disarmare l’avversario, facendo roteare la pistola a terra, poi afferrò Nick per il collo e lo premette contro l’inferriata che la volpe aveva alle spalle.
“Nessuno a gradito il tuo doppiogioco Wilde.” Disse serrando sempre più la presa. “Mr. Big sarà felice di spuntare il tuo nome dalla lista.”
“Fermo!” Avvertirono un urlo seguito da un piccolo sparo.  
Lo sguardo dell’orso passò dalla volpe al suo braccio, dove l’ago di un dardo narcotico aveva perforato la sua pelle.
Nick riuscì a vedere Judy tenere tra le zampe la sua pistola e avvertire quasi istantaneamente la presa dell’orso allentarsi per azione del farmaco.
Tuttavia la coniglietta non aveva con se ricariche, e il colore delle setole indicavano una dose per animali di taglia media.  
L’orso barcollò spostando il peso ripetutamente sulle zampe intontito finché non si appoggiò con tutto il suo peso al vetro dell’inferriata, sfondando.
L’orso cadde trascinando con se la volpe, impattando entrambi sul ghiaccio della pista, che si incrinò sotto il peso bell’orso.
“Nick!” Esclamò la coniglietta saltando a sua volta.
Judy riuscì a non scivolare sostenendosi con tutte e quattro le zampe e il più rapidamente possibile si avvicinò alla volpe che aveva ripreso a respirare seppur tossendo ripetutamente.
Judy gli scivolo accanto allentandogli il nodo della cravatta aiutandolo a respirare, per poi accorgersi che l’orso alle sue spalle si stava rialzando.
Tastò frenetica la cintura di Nick in cerca di altri dardi, dando il tempo all’orso di riprendere il tubo porta disegni poco distante da loro.
Mor fece per allontanarsi seppur leggermente intontito, ma uno sparo di un vero proiettile andò a bucare il ghiaccio poco davanti a lui.
“Questo è un avvertimento!” Urlò Ulv da sopra la balconata col pelo completamente rizzato.
L’orso ruotò la testa verso la breve scalinata che portava fuori, ma Thorley s’era messo preventivamente sui primi gradini.
“Non hai scampo orso!” Proseguì il lupo. “Zampe sopra la testa! Veloce!”
L’orso si fece immobile, e portò lentamente le zampe come indicato.
Ulv fece cenno alla tigre e Thorley avanzò prudentemente sul ghiaccio con le manette date dal lupo.
Nick si rialzò col busto ancora ansimante con Judy a suo apprensivo sostegno.
Mor gli scambio la più tetra delle occhiate e di riflesso la volpe cercò di lanciare un avvertimento quando l’orso afferrò tra le fauci il tubo di plastica, inarco le spalle indietro per poi cadere con tutto il suo peso sul ghiaccio già incrinato, sfondando la superficie e scomparendo nella nera acqua.
“Dannazione!” Urlò Thorley tentando inutilmente di accelerare il passo sul ghiaccio.
“Thor fermo! Il ghiaccio è instabile!”
“Dovrà riemergere prima o poi.” Esclamò Judy.
“No…” Rispose Nick schiarendosi la voce. “La vasca è collegata con i canali di Tundratown.”
“È gli orsi polari sono eccellenti nuotatori.” Ammise a denti stretti Ulv.
“Chiama la centrale!” Ruggì Thorley dopo essergli sfuggita un imprecazione. “Bisogna delimitare un perimetro!”
“Bisogna far presto.” Affermò la volpe rialzandosi
“Nick stai bene?” domandò la coniglietta con le orecchie piatte sulla schiene.
“Si, tranquilla...”
Lei lo abbracciò, stringendogli il busto con forza, tanta quanto la paura provata.
“Ehy ehy…” Sussurrò la volpe sorridendo. “Non soffocarmi.”
   
 
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