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Autore: saphira247    30/12/2016    3 recensioni
Non sono una brava scrittrice, ma ho voluto scrivere questa storia . Non vado oltre, accetto qualsiasi critica, buona lettura,
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Giorno 53

Georgiana si svegliò appena dopo le 8:00 del mattino, tenace e decisa sul da farsi si lavò e scese al piano di sotto dove incontrò Lucas che l'attendeva 

<< Buongiorno Georgiana, dormito bene? >> 

Georgiana sorrise falsamente, mentre la mente la riportava a lui e a quel sogno 

Seduta su un prato, osservava le nuvole passare lentamente, e come se il tempo si fosse fermato in quell'istante solo su lei, nessun rumore, nessun soffio di vento, animali che si muovono o foglie che cadono, soltanto quelle nuvole che passavano. Come fosse immersa in quel bianco immenso, la mente la portava ovunque tranne che nel suo mondo. 

<< Quindi hai preferito scappare che rimanere donna? Non me lo sarei aspettato da te >> 

si voltò scombussolata, Benjamin le veniva in contro passeggiando 

<< Non hai nulla da dire? >> 

Un tuffo al cuore la portò alla " realtà ", una felicità immensa la invase a rivedere quel viso che le mancava molto, si alzò facendo un passo verso lui che la bloccò quando le fu vicino 

<< Sei scappata? >> 

Per Georgiana fu una ferita immensa questo suo gesto così inaspettato, lui sollevò il suo viso per guardarla negli occhi, voleva abbracciarlo, baciare quelle labbra che tanto le mancavano 

<< Non mi hai lasciato altra scelta Ben >> 

<< C'è sempre un altra scelta donna >> 

<< Mi hai tolto tutto >> 

<< Non tutto >> 

disse lui come arrabbiato, Georgiana si allontanò di qualche passo senza capire, accigliata 

<< non mi è rimasto nulla >> 

<< c'èro io Georgiana, e tu sei scappata da me >> 

lo spinse via con una leggera spinta al petto 

<< Mi hai trattata come un giocattolo >> 

<< Addio mia cara >> 

disse afflitto lui mentre si voltava e andava via, Georgiana portò le mani al petto 

<< NO! Aspetta, aspetta Ben. Benjamin aspettami >> 

correva senza mai raggiungerlo mentre quella figura era sempre più lontana, così si fermò cadendo sulle ginocchia piangendo su se stessa. 


<< Benissimo grazie >> 

<< Hai fame ? >> 

<< Bhe! si >> 

Fecero colazione in silenzio mentre Lucas la osservava incuriosito, Georgiana si sentiva a disagio, non amava esser fissata specialmente quando mangiava 

<< Smettila di fissarmi >> 

sorrise lui a mo di scusa. Bussarono alla porta, la donna che il giorno prima aveva condotto Georgiana nella stanza entrò 

<< Signor Lucas, chiedono di voi >>
<< Fate entrare chiunque sia >>
<< Entrate signori >>
dalla porta fece ingresso un uomo sulla quarantina d'anni, i capelli argentati e una barba folta lo facevan apparire ancor più grande di quel che doveva essere, mentre un tatuaggio sullo zigomo destro che rappresentava un qualche tipo di tribale che Georgiana non riusciva a capire esattamente.
Fu seguito da un altro uomo che comparve da dietro, intento a sistemarsi la cravatta, lo sguardo agghiacciante e severo che le lanciò mentre a Georgiana cadde il cucchiaio dalle mani che destò Lucas da salutare l'uomo dai capelli argentati e Benjamin.
<< Signori, benvenuti non vi aspettavo, quale onore vi porta in questa umile dimora >>
l'uomo col tatuaggio sorrideva beffardo, mentre Benjamin era impassibile e non degnava più Georgiana di uno sguardo, come se non esistesse
<< Vorremmo parlare in privato se non le dispiace Lucas >>
disse infine
<< Certamente, Georgiana puoi scusarci, sono questioni di affari >>
disse sorridendole Lucas, Gerogiana era come paralizzata da tutta quella improvvisata inaspettata, si destò solo quando Lucas le sfiorò appena il braccio, si voltò verso lui distogliendo lo sguardo da Benjamin che la guardava senza espressione
<< Scusami Lucas, vado in camera " MIA " >>
marcò l'ultima parola appositamente mentre passava al fianco di Benjamin che a quelle parole sorrise beffardo quando lei uscì.
Georgiana era spaesata, l'aveva trovata davvero,  e quello sguardo disprezzante, come si permetteva, si credeva superiore, ma lei gliel'avrebbe fatta pagare questa sua faccia tosta di presentarsi così.
Non voleva ammettere a se stessa che in realtà il suo cuore stava facendo i salti di gioia alla sola vista che lui fosse davvero venuto a toglierla da quel pasticcio in cui si era cacciata.
  
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