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Autore: Classicboy    30/12/2016    2 recensioni
storia scritta a quattro mani con Lady White Witch
Superhero!AU, Mutanti!AU, X-man!AU
principalmente Spamano con altre coppie
“Chi sono i mutanti?
L'umanità teme da sempre quello che non riesce a capire. La mutazione è la chiave della nostra evoluzione, ci ha consentito di evolverci da organismi monocellulari a specie dominante sul pianeta. Questo processo è lento e normalmente richiede migliaia e migliaia di anni, ma ogni centinaio di millenni l'evoluzione fa un balzo in avanti...”
Lovino vive a New York assieme al fratello, e l'unica cosa che gli interessa e andare avanti senza essere disturbato da problemi quali i mutanti e il loro folle mondo.
Ma dovrà ricredersi quando, aiutando un gruppo di ragazzi in fuga, scoprirà di farne parte.
E così tra scuole in cui le persone hanno ali d'angelo e attraversano pareti, ragazzi che controllano il fuoco e ti invitano a uscire e pazzi uomini mascherati e i loro scagnozzi, riuscirà questo collerico italiano ad accettare il suo nuovo mondo e ottenere risposte su chi lui sia davvero?
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP.15: INTRIGHI NELL'OMBRA E ECHI DAL PASSATO

 

 

Casa psichiatrica “St. Patrick”,
Da qualche parte poco fuori New York,
Rifugio della Confraternita mutante,
Sala svago

 

Ivan rientrò alla base fischiettando. Sadiq e Cam lo squadrarono, insospettiti da tanta allegria. Gli altri non ci fecero neppure caso, troppo impegnati a fare quello che facevano di solito prima di una missione: ossia, niente.

Li era seduto su di una sedia, il pugnale in una mano, lo straccio nell'altra, che puliva la lama con precisione metodica. Im Yong e suo fratello erano seduti su di un vecchio divano scassato di fronte ad un televisore del secolo scorso a giocare a "Mario Kart" (Sadiq trovava svilente che due dei suoi scagnozzi giocassero ad un gioco del genere, ma non ci poteva fare nulla). Kyle in un lato della stanza stava muovendo la mano a formare delle figure e delle mosche ripetevano con precisioni i suoi gesti. Nikolaj stava leggendo un libro, sempre lo stesso, per la quindicesima volta.

Erano apatici, inattivi prima di una missione. Sul campo, non erano tanto meglio.

Ma questo la gente non lo sapeva.

Se i politici o qualche altro pezzo grosso avesse scoperto che non erano altro che un branco di fannulloni, si sarebbero sicuramente rilassati, pensando '' ehi, di cosa ho paura? Sono così patetici...''

Il turco rimpiangeva i tempi in cui c'era Magneto, ma ormai lui si era ritirato, preferendo arroccarsi a Genosha con la sua famiglia (o con quello che ne rimaneva), e accogliere i mutanti che fuggivano da anni di persecuzioni.

"Bentornato" disse Cam al russo continuando a fissarlo con aria inespressiva.

Sadiq ringraziava il cielo di avere il ragazzo del Camerun al suo fianco, altrimenti molto probabilmente sarebbe impazzito. Inoltre col suo potere poteva anche dare via al progetto da troppo tempo rimandato, gli serviva solo il giusto incentivo...

Ma non era il momento di pensare a quello, ora doveva svolgere il suo ruolo di leader all'interno di quel gruppo.

"Ivan, hai idea di cosa hai fatto?" domandò con tono di voce imperioso il turco.

Il giovane assunse un'aria sorpresa per poi portarsi un dito sul mento, riflettere per qualche secondo e infine rispondere: "Penso di essere uscito a divertirmi, da?"

"Divertirti? Ha idea dei guai che hai combinato? Per poco non congelavi l'intero stato di New York ,e allora su cosa avrei, voglio dire avremmo - si affrettò a correggersi notando che Li aveva alzato leggermente il sopracciglio al sentire quel singolare - Su cosa avremmo dovuto governare? Ghiacciolo York?"

"A me il freddo piace, da?"

"Mi chiedo se il tuo cervello non sia gelato - biascico il turco - Altrimenti sapresti che non bisogna mai andare in missione senza un piano o per motovi personali"

"Eppure mi par di ricordare che anche tu, fino a dieci anni fa, ti defilavi spesso dalla base per i tuoi scopi personali. Sarò anche stato un bambino, ma io certe cose non me le dimentico"

Il viso di Sadiq si fece inespressivo, ma Cam sapeva che avrebbe voluto uccidere sul posto Ivan.

"I motivi che mi hanno spinto non sono cose che ti riguardano. Stavo agendo per il bene della Confraternita"

"Anch'io - replicò altrettanto gelido il biondo - Dobbiamo mostrare al mondo di che cosa siamo realmente capaci. Ed ora tutti, compresi i Generation X sanno che noi non scherziamo"

''Bah, quelle mezze calzette lo hanno capito da anni - sentenziò il turco - Da quando non hanno più il loro prezioso Fenice, si sono rammolliti''

''Rammolliti? Ho conosciuto Hellfire,e ti possa assicurare che se sono tutti come lui, ci siamo trovati dei nemici degni di una morte veloce. Per Fenice... sai, quando l'ho visto mi è sembrato piuttosto in salute e vivace''

All'istante nella stanza calò il silenzio.

Li non puliva più il suo pugnale, il televisore lasciava venire fuori il rumore dei veicoli che uscivano di pista, Nikolai fece cadere il libro, le mosche si fermarono.

Cam si voltò verso Sadiq e vide che il suo volto si era contratto in in una smorfia di quella che pareva essere confusione, rabbia e un briciolo di quella che l'africano avrebbe giurato essere... paura.

"Fenice sarebbe... - il turco scosse la testa mentre un risata roca ed incerta gorgogliava fuori dalla sua gola - No... no, tu stai mentendo, lui... - alzò la testa - Lui è morto!"

Gli oggetti nella stanza cominciarono a tremare, quelli più vicini all'uomo si ruppero. I vari ragazzi corsero ai ripari, ben sapendo quanto potesse essere pericoloso trovarsi nella linea di tiro del loro capo. Solo Ivan se ne stava fermo di fronte all'altro.

Il russo si sistemò meglio la sciarpa e si esibì di nuovo nel suo sorriso infantile: "Eppure io l'ho incontrato, e stava anche piuttosto bene. Anche se era leggermente contrariato per quello che avevo appena fatto. A quanto pare avevo interrotto qualcosa di speciale..."

''Fenice è morto. Avrai visto un mutante versato in questo genere di illusioni'' lo liquidò lui, stringendosi i pugni per non perdere il controllo del suo potere.

Ci mancava solo che uccidesse uno dei suoi, proprio ora che aveva così tanto bisogno di uomini dalla sua parte.

Ivan arricciò le labbra, come offeso dalla mancata fiducia nel suo giudizio.

''Sono perfettamente in grado di riconoscere un illusione - replicò il mutante - Dopotutto, anche il ghiaccio può riflettere quello che si desidera. La superficie può ingannare, ma quando conosci la verità... mi comprendi, da?''

''Fin troppo''

''Ebbene, so riconoscere un illusione. E quella non lo era. Fenice è vivo, è potente, e arrabbiato. Il Generale a confronto sembra un tenero agnellino''

"E sentiamo un po': quale sarebbe "l'evento speciale" che hai interrotto?"

"Non so bene. Vedi stavo per uccidere Hellfire ed un amico che si era portato dietro, un ragazzo castano con uno strano ciuffo al lato della testa"

A sentire quelle parole Li si gelò sul posto. Oh no, no no no no... Non poteva finire così!

"Però tutt'a un tratto mi è comparso di fronte Fenice - continuò Ivan - Che ha detto qualcosa tipo "è una giornata importante non voglio che mio nipote muoia" ”

Il russo calcò volutamente le ultime tre parole per vedere la reazione del turco.

Sadiq aveva smesso di respirare, gli occhi si erano dilatati, i muscoli si erano bloccati. Cam si allontanò ancora di più mentre anche gli altri andavano a nascondersi.

Alla fine il castano liberò completamente con un urlo tutta la sua rabbia e distrusse gran parte del mobilio e il vecchio televisore. Ivan non si fece trovare impreparato e creò un muro di ghiaccio che lo protesse dall'onda d'urto del potere dell'uomo.

"No, non è possibile - mormorò come un pazzo il turco - Io-io li ho uccisi. Con le mie stesse mani. Tutti e tre: quella donna e i suoi due marmocchi. Loro non dovrebbero più essere in vita!"

Alzò gli occhi furenti sul giovane biondo che stava guardando fuori dalla finestra della stanza come se non avesse un solo pensiero al mondo: "Raccontami per filo e per segno ciò che è successo e le parole che Fenice ha detto" ordinò gelido.

''Oh, adesso mi credi?''

''Smettila di giocare, e parla! Non ho tempo da perdere con le tue idiozie''

Sentendoli parlare, istintivamente Li si strinse le mani, pregando che non venisse fuori niente che potesse dare a Sadiq delle ottime ragioni per ucciderlo. E sapere che già due volte si era lasciato sfuggire il nipote del suo nemico giurato... beh, tanto bastava a ucciderlo come un cane, per uno come Sadiq.

Deglutì, e spero che Fenice non avesse detto niente che potesse danneggiare lui.

''Beh, è stato molto laconico - prese a parlare il russo - Ha sciolto tutta la neve che ricopriva Manathan, e si è frapposto fra me ed Hellfire. Quel pirocineta l'ha chiamato nonno, e...''

''Non è lui suo nipote - l'interruppe l'altro - Hellfire stava all'Istituto da... oh, quel vecchio si faceva chiamare nonno da tutti i mocciosi della scuola. Prima di essere scelto da Fenice, per un breve periodo si faceva chiamare Roma, prima che Aberich gli facesse capire quanto fosse idiota come nome''

''Molto interessante... comunque, Fenice sembrava più preoccupato per l'amico di Hellfire''

''Per il suo amico ... sai chi è? Il suo nome... sai qual'è il suo nome?''

"Uhm, fammici pensare... sì. Mi sembra che Fenice abbia chiamato il ragazzo con un nome, ma pareva molto l'abbreviazione del suo vero nome. Tony, Roby, Rocky, Loky... No, aspetta ci sono: Lovi"

"Lovi... Lovino. Lovino Vargas" i mobili cominciarono a muoversi sempre più pericolosamente.

"Capo - intervenne Cam - Calmati o distruggerai completamente la base"

Il turco prese dei respiri profondi.

Doveva calmarsi, non poteva permettere al suo potere di prendere il controllo.

"Allora? Lui è davvero il nipote di Fenice?" chiese Ivan guardando fisso l'uomo.

Questi alzò lo sguardo e storse la bocca: "Sì"

"Però, pensavo che gli avessi uccisi. Che smacco, da?"

"Ragazzino, farai bene a non irritarmi. Sei già in una pessimo posizione" minacciò Sadiq mentre una sezione del pavimento affianco ad Ivan si crepava sempre di più.

Per tutta risposta il biondo puntò i suoi occhi color ametista sull'altro.

L'aria all'istante si fece più fredda, il pavimento cominciò a coprirsi di brina, una vecchia lampada in terracotta esplose: "Io dico quello che mi pare e piace. Io sono Winter, il gelo del Nord. Tu dici di essere un mutante di livello omega, però c'è livello e livello - sorrise e tutti gli altri arretrarono di fronte all'inumanità di quel sorriso - Ed io scommetto che il mio è superiore al tuo. Vogliamo vedere, da?"

I due stavano già per scontrarsi quando intervenne saggiamente Cam: "Adesso basta. Sadiq, calmati e tu Ivan, smettila di comportarti in maniera così infantile. Sappiamo che sei forte non c'è bisogno di una prova. Ora entrambi calmatevi"

Il ragazzo ne aveva approfittato per usare un po' il suo potere sui due.

Cam era un ipnotista, solitamente doveva guardare negli occhi le persone perché il suo potere avesse effetto, però talvolta gli bastava parlare concentrandosi quel tanto che bastava per riuscire comunque nel suo intento. Tramite le parole gli aveva ipnotizzati quel tanto che bastava per farli calmare.

I tremiti cessarono e il freddo si ritirò.

''Credevo che fossero entrambi morti - borbottò tra sè e sè il turco, a voce abbastanza alta da farsi sentire dagli altri - Tutti e due i mocciosi di Fenice''

''A quanto pare, questo Lovi... beh, è molto resistente. Non è morto, anche se si trovava a una temperatura al di sotto dello zero''

''Mhm... così su due piedi direi che si tratta di fattore rigenerante... Dannazione, quanto odio quel potere!''

''E se è ancora vivo, vuol dire che si è manifestato prima dell'adolescenza... magari a sette anni...''

''Non dire altro, russo dei miei stivali. Si, probabilmente la sua mutazione si è attivata prima a causa mia. Quel marmocchio è l'unico ad essere mai sopravvissuto indenne a me, a Othoman!''

"Pssst, Yong...?"

"Sì fratello?"

"Tu hai mai capito perché si è chiamato in maniera così ridicola?"

"E poi dice che noi non possiamo giocare a Mario Kart"

"Idioti - sussurrò Li dando uno scappellotto in testa ai due coreani - Vi rendete conto del rischio che stiamo correndo? Ora statemi bene a sentire: dopo, quando questo casino sarà finito, venite con me. Riunione speciale"

Nel frattempo Sadiq continuava a pensare: cosa fare? Fenice si era rivelato un nemico potente, il più potente che avesse mai affrontato, e non lo preoccupava tanto che fosse ritornato quanto più che i suoi due pargoli fossero ancora vivi e in buona salute!

Doveva agire al più presto.

"Che fare?" si domandò ad alta voce mentre cominciava a camminare nervosamente avanti e indietro.

"Ah, io non lo so. Del resto sei tu il capo - Ivan gli rivolse un sorriso spettrale - Sei tu che decidi, a me basta poter dimostrare la mia forza contro quella feccia che è il genere umano non evoluto. Ed ora scusatemi ma la mia giterella mi ha leggermente stancato, andrò a dormire. Ciao ciao" e uscì mentre con una mano copriva un sonoro sbadiglio.

"Quel ragazzo è potente, imprevedibile e si sente il maschio alfa del gruppo - mormorò Sadiq - È un pericolo, prima o poi dovrò occuparmene. Ma ora ho problemi più urgenti di cui occuparmi"

''Calmati. Non hai fallito: uno è comunque morto, no?'' gli chiese Cam, squadrandolo.

Sadiq scosse la testa.

''Non lo so... forse solo Lovino si è salvato, o forse tutti e due. Non lo so, davvero non ne ho idea. Ma non posso escludere che in qualche modo anche l'altro sia ancora vivo...''

''Non sappiamo neppure se anche lui avesse ereditato il gene X''

''No, ed è questo il problema: non sappiamo niente di niente! Fenice si è rifatto vivo, dopo dieci anni e dopo che tutti lo credevano morto o disperso nello spazio a fare una delle classiche cose che fanno le entità cosmiche. Suo nipote è vivo, e davvero non so come sia riuscito a passare inosservato in tanti anni e senza che io mi accorgessi di lui!''

''New York è grande - liquidò la cosa l'altro mutante - Non puoi avere tutto e tutti sotto controllo''

''Se avessi ancora la mia vecchia base, avrei potuto. Eccome! Ma Polaris l'ha distrutto, quando ... bah, anche questa è una lunga storia''

"Un giorno o l'altro magari me la racconterai" sbuffò il giovane mutante ansioso di liquidare quell'argomento. Sapeva che uno dei difetti maggiori di Sadiq era il fatto di essere uno che rimpiangeva molto "i bei tempi andati" come era solito chiamarli, in cui terrorizzava tutti, seminava il terrore in tutto il mondo, teneva nel sacco le nazioni intere, bla bla bla.

Lui quelle storie le aveva sentite almeno un centinaio di volte, e non aveva nessuna voglia di sentirle per la centounesima.

E poi quell'incidente aveva in sè troppi ricordi dolorosi, i ricordi della morte dei suoi genitori.

Sin da quando erano stati uccisi, assieme a quelli di Kyle e di Nikolaj, lui, l'australiano e il bulgaro avevano vissuto assieme a Sadiq come se questo fosse il loro padre. Certo un padre violento, psicopatico e crudele, ma per necessità pur sempre un padre.

"Ad ogni modo, che facciamo?" domandò l'africano distogliendosi da quei cupi pensieri.

Sadiq si morse il labbro: "Per ora direi di controllare per lo meno se sono entrambi vivi o meno"

"E come si fa?"

Un sorriso spettrale deformò il volto del turco: "Lo so io. Kyle! Vieni subito qui!"

Il castano a sentire quelle parole balzò in piedi e si fiondò verso l'uomo. Entro in scivolata sugli ultimi rimasugli di ghiaccio e si inchinò: "Eccomi qui: Berserker a rapporto!"

Sadiq ghignò: "Perfetto. Manda uno dei tuoi animali, voglio che entrino nella scuola e mi riferiscano subito se ci sono dei ragazzi che rispondono alle descrizioni date da Winter"

''Subito!''

Sadiq si massaggiò le tempie. Problemi, problemi... doveva prendere la situazione in mano ed eliminare alla radice i suoi ostacoli.

Senza alcuna pietà.

 

 

Westchester, New York,
Istituto Xavier per giovani dotati,
Stanza del Generale

 

Quella mattina, il Generale si svegliò con una strana sensazione di angoscia. Ma la liquidò subito come effetto dei suoi incubi notturni. Tuttavia, la sensazione non se ne andò, ma al contrario rimase persistente dentro di lui fino a quando non accese il televisore mentre faceva colazione.

E lo vide.

Manatthan era stata colpita da una strana bufera di neve che gli esperti non avevano previsto, e c'erano diversi feriti. Nessun morto grazie al cielo, dal momento che così come era iniziata così era finita, di punto in bianco.

Ma la cosa che lo spaventava di più, era riconoscere in quell'evento il suo vecchio modus operandi, quando ancora era uno degli uomini della Confraternita. Quello stile per lui era inconfondibile, e solo una persona poteva averlo ereditato... suo figlio Ivan.

Quasi soffocò col cibo e tossì.

Non era un ingenuo, ed era chiaro come quella tempesta di neve non fosse naturale. E al mondo , al momento, c'era solo un altro mutante in grado di fare una devastazione... oltre a lui, ovviamente. Ma il Generale aveva abbandonato quel passato e se lo era lasciato alla spalle.

O, almeno, così credeva.

Il passato non si era dimenticato di lui e aveva ripresentato il suo debito con Ivan. Il sangue del suo sangue. Il figlio che lo odiava con tutto sè stesso. E a ragione. Il mutante uscì come un automa dalla sua camera.

Aveva bisogno di una boccata d'aria.

 

 

Casa psichiatrica “St. Patrick”,
Da qualche parte poco fuori New York,
Sede della Confraternita mutante
Ex-ufficio del direttore

 

“No, no, no, no! No, non va bene!” urlò Sadiq prima di buttare per terra le carte e scaraventare via il tavolo, che andò a sfracellarsi contro la parete.

Dietro di lui Cam si ritirò leggermente più vicino al muro, mentre assisteva con volto impassibile allo sfogo del suo capo. Non era la prima volta che il turco era preda di simili attacchi d'ira, e una cosa che il ragazzo aveva imparato quando succedevano era che l'unica cosa da fare era starsene in disparte e aspettare che sbollisse. Dopo cinque minuti di imprecazioni in turco e mobilia che volava per la stanza, più un episodio in cui l'uomo aveva mandato a pezzi il computer con il suo potere, finalmente Sadiq si fermò.

Cam si staccò e prese a parlare con calma: “Qual'è il problema?”
Sadiq si voltò a guardarlo con occhi da folle, prima di sospirare: “L'attrezzatura! Ci ho messo dieci anni per elaborare un piano che ci permettesse di assoggettare l'America, anni per prepararti e istruirti, anni perché tutto fosse perfetto, e ora che i miei sogni sono a portata di mano fallisco per colpa di uno stupidissimo problema tecnico!” e diede un pugno al muro, crepandolo leggermente.

“Non potremmo semplicemente rubare i componenti necessari o rapire qualche scienziato?”

“No, attireremmo l'attenzione dei Generation X. Zafirah è furba, e ancora di più lo è Elena, capirebbero subito che cosa stiamo tramando, e allora ci darebbero la caccia in maniera ancora più ossessiva di quanto fanno ora. Inoltre, c'è il rischio che anche gli altri comincino a capire qualcosa”

L'africano alzò un sopracciglio: “Non ti fidi di loro?”
Sadiq si esibì in una risata da iena: “Certo che no! Mi sembra ovvio. Tu sei l'unico, Cam. L'unico mutante abbastanza intelligente e fedele da sapere i miei grandiosi progetti”

<< Inoltre sei l'elemento indispensabile perché il mio piano possa compiersi >> aggiunse mentalmente l'uomo.

“Non capisco, cosa c'è che non va negli altri? Ad esempio se informassimo solo Kyle o Nikolaj...”

“Idioti. Sono entrambi degli idioti, uno che si butta a capofitto nel pericolo senza pensare, l'altro che non riesce a capire quando agire e quando invece deve starsene zitto”

“Ivan, allora. È abbastanza forte per...”
“Non mi fido di Ivan, e ancor meno mi fido di lui dopo quanto è successo oggi”

“I fratelli? Loro hanno sempre seguito i tuoi ordini in maniera egregia...”

“Burattini nelle mani di Li. Sono la sua piccola Task Force. E non provare neanche a prendere in considerazione East Tiger - lo fermò Sadiq, prima che l'altro avesse modo di aprire bocca - Di lui mi fido ancor meno che di Ivan. Quel ragazzo è forte, spietato, carismatico e estremamente ambizioso. Sarebbe disposto a fare di tutto pur di rovesciarmi e prendere il potere. In un certo senso mi ricorda me alla sua età, certo dopo che avevo lasciato la scuola e avevo capito quale fosse il vero posto dei mutanti nella scala sociale: ai vertici della società!”

Sadiq ghignò, mentre ricordava con piaceri i suoi tempi d'oro.

Cam scrollò le spalle: “A proposito di Li e dei fratelli, di questi tempi mi sembra che si stiano comportando in maniera strana, non trovi? Tutte quelle missioni in solitaria...”

“Bah, lascia che quegli idioti a risolvere i loro casini da sé. Ripeto: più Li sta lontano dal covo, meno trama per soffiarmi il titolo di capo. Ora dobbiamo concentrarci sul problema dei materiali”

“Capito. Che ti serve, magari posso aiutare”

“Ne dubito fortemente, ad ogni modo ho bisogno di qualcosa che amplifichi i tuoi poteri mentali. Una stanza che possa metterti in contatto con tutte le persone del mondo per convincerle a fare ciò che vogliamo”

E pensare che un posto del genere lo conosceva e c'era stato dentro più e più volte! Ma questo riguardava una vita precedente, e non poteva più adoperarlo.

Se solo avesse avuto una scusa per invadere quel posto senza insospettire i suoi sottoposti...

 

 

Westchester, New York,
Istituto Xavier per giovani dotati,
Corridoi della scuola

 

Manatthan era stata devastata. Di morti non c'erano, grazie a Dio. Ma i feriti e tutte le persone e a rischio di ipocondria... perso com'era nei suoi pensieri, il Generale andò a sbattere contro qualcuno. Non si degno neppure di guardarlo, abbassò appena lo sguardo.
Mormorò: "Scusa Claudio, non ti avevo visto" e se ne andò, diritto vero il cortile. Lovino sbatté gli occhi un paio di volte, stupito. Ma che cos'era successo?
"Ragazzo - lo richiamò Yao - Non dovresti avere una punizione tu ora ?"
"Sì sì... solo che il Generale li..."
"Ti ha minacciato?"
"Eh? No! Solo... mi è venuto addosso e dopo si è scusato chiamandomi Claudio! Per caso è vicino alla demenza senile?"
Il viso di Yao si fece improvvisamente serio. Lo prese per un braccio e si avvicinò al suo orecchio.
"Questo deve rimanere tra noi... non so se il vecchio Generale sia contento di farlo sapere. Ma vedi... lui ha un figlio. Un ragazzo... particolare, che purtroppo ha scelto di schierarsi con la Confraternita mutante"
"Merda... ed oggi è stralunato perché..."
"Perché ha appena saputo che ieri sera a Manatthan c' è stata una tempesta di neve... strana. E dal momento che ha riconosciuto il modus operandi di Ivan... non si dà più pace"
Un momento... Manatthan? Ma era dove erano andati ieri sera. No pardon... era dove lui aveva sognato di essere ieri sera. O almeno, credeva. Accidenti, la sua testa era così confusa!
"Ma il Generale non è uno dei pezzi grossi, qui? Perché non va a prendere il figlio e lo riporta a casa?"
"Non è facile. Prima di tutto, non sappiamo dove si trova il covo della Confraternita, Secondo... Ivan ha scelto liberamente la sua strada. Ha fatto una scelta tempo fa, quando...''
Si interruppe e sospirò. Lovino penso che il momento cuore a cuore fosse finito, invece Yao lo sorprese dicendo : "Alfred, esci fuori. Lo so che ci stai spiando"
"Wow, ma come hai fatto ? Ero sicuro di essermi nascosto bene questa volta!" protestò il giovane, uscendo fuori dal suo nascondiglio.
''E' un po difficile ignorare qualcuno... specie se sta mangiando molto rumorosamente delle patatine. Davvero Al? Sai che ore sono? E questa marca poi... vuoi ingrassare?"
"Non sono grasso. Ho le ossa grandi"
"E il cervello piccolo" commento Lovino.
"Si, me lo dicono spesso"
"Io mi preoccuperei sai?"
"Pure questo mi è stato detto molto spesso"
"Ehm ragazzi ... Vargas, tu puoi andare. La preside pretenderà la mia testa se non ti vede lavorare come si deve per la tua punizione, Per quella faccenda, acqua in bocca. Jones... io e te dobbiamo parlare"
"Sulla dieta? Andiamo, sto bene ! Ho più muscoli che grasso!"
"Non, non sulla dieta... - ora il viso di Yao si era rabbuiato - Dobbiamo parlare della... tua missione personale"

 

 

Casa psichiatrica “St. Patrick”,

Da qualche parte poco fuori New York,
Rifugio della Confraternita mutante,
Stanza 418

 

Li continuava a camminare avanti e indietro, mormorando parole sottovoce sotto lo sguardo confuso di Yong Soo e Sung.

I due fratelli si guardarono un attimo confusi. Appena finita la riunione il cinese li aveva presi e portati alla velocità della luce fino alla sua camera, dove ora erano chiusi. I coreani ebbero tra loro uno scambio di battute in silenzio, mentre si incitavano a vicenda a parlare con l'amico.

Alla fine Sung vinse e l'altro si schiarì la gola, prima di azzardare un: “Ehm, allora Li...”

Non fece in tempo a finire la frase che un coltello sfrecciò ed andò a conficcarsi nel muro, mancando di pochi millimetri il viso del sud coreano.

“Ti ho per caso detto che puoi parlare?” chiese il cinese lanciandogli uno sguardo penetrante.

I due fratelli tacquero e fecero segno di dinniego, mentre iniziavano a tremare leggermente.

Li continuò ad andare avanti e indietro, fino a fermarsi e sospirare: “Dobbiamo escogitare qualcosa per sbarazzarci di Vargas, prima che Sadiq scopra del casino che abbiamo, ma soprattutto che avete, fatto. Idee?”

I fratelli rimasero zitti e si scambiarono un'occhiata.

“Potete parlare ora” esclamò stizzitò il castano.

“Ah, bene, non ne ero sicuro. Ad ogni modo ancora non capisco perché tu abbia tanta paura che Sadiq lo scopra. E se anche fosse?” chiese Sung.

Li si portò una mano alla fronte: “Yong Soo, potresti dare uno scappellotto a tuo fratello? Grazie”

“Ahio, perche?” si lamentò il coreano mentre il fratello lo colpiva.

“Te l'ho già spiegato: se Sadiq scopre che abbiamo avuto tra le mani Vargas non una, ma ben due volte, e che ce lo siamo lasciati sfuggire come dei poppanti, poco ma sicuro ci ammazza per non averlo ucciso quando ne avevamo la possibilità. E se non per questo ci ucciderà per non avergli detto prima che sapevamo che era vivo”

Il castano annuì: “Capisco”

“No, non è vero”

“Hai ragione fratello, è tutto fin troppo cervellotico e complicato per i miei gusti”

Li alzò gli occhi al cielo. Perché si era scelto quei due come compagni? Non poteva prendersi qualcuno con un po' più di sale in zucca?

Yong Soo prese parola: “Ma non ci basterebbe eliminarli per primi?”

“Sarebbe la soluzione più ovvia, però c'era il problema che dovevamo agire senza farci scoprire da Sadiq, ora però...”

“Visto che ha già scoperto che Lovino Vargas è vivo non abbiamo tempo da perdere e dobbiamo essere il più veloci possibile, giusto?”

Li annuì: “Esatto. Vedo che di tanto in tanto anche il tuo cervello funziona, Sung. Bando alle ciance, dobbiamo trovare Vargas e eliminarlo”

“Ma non sappiamo dov'è!”

“Sbagliato. Sadiq non è sicuro che si trovi nella scuola, però noi abbiamo la certezza, dopo il vostro incontro con i Draghi Gemelli, che i Generation X l'hanno preso sotto la loro custodia. Dobbiamo andare all'Istituto Xavier e ucciderlo lì!”
“All'Istituto? - domandò impallidendo il sud coreano - Ma non è troppo pericoloso? E se ci scoprissero? Ci imprigionerebbero, ci darebbero allo SHIELD, e nella loro mensa si mangia da schifo”

“Concordo con mio fratello. Mi pare una mossa un po' troppo azzardata”
“Pensate che a me piaccia? È l'unica cosa che possiamo fare per completare il nostro piano. Dobbiamo essere rapidi come il fulmine e non farci catturare. Ecco il piano: Yong Soo, tu verrai con me fino alla scuola, prenderemo la mia moto per raggiungerla. Sung, tu rimarrai qui, cerca di distrarre Sadiq dalla nostra assenza e ritarda più che puoi la sua scoperta della vera identità di Vargas. Sono stato chiaro?”
“Ma io voglio venire con voi! - protestò Sung - Ho un conto in sospeso con Vargas, mi deve parecchi pugni”

“Non voglio sentire proteste! - ruggì Li - E sia ben chiaro: stavolta non possiamo permetterci di fallire”

Estrasse un coltello dalla cintura e se lo rigirò tra le mani, per poi guardarsi nel riflesso distorto della lama: “Oggi si arriverà alla fine di questa commedia durata anche fin troppo”

 

 

Westchester, New York,
Istituto Xavier per giovani dotati,
Sala Grande

 

''Madre de Dios... cosa è successo qua?" chiese stupito Antonio, appena vide come era ridotta la stanza che la sera prima era stata adibita come sede per la festa di compleanno dei Vargas.
Heracles roteò gli occhi e prese un festone da terra.
"Mia madre, ecco cosa è successo. Ama le feste . E ama organizzare"
"C'è stata una a festa? E non me lo ha detto nessuno?"
Il greco lo fissò, come a dover decidere se lo stesse prendendo in giro o meno. Poi optò per la soluzione più diplomatica: "Non c'è la preside qui, puoi parlare liberamente. Non devi aver paura di altre punizioni"
"Ehm...di che stai parlando?"
"Ah allora è vero che dopo il sesso non si capisce più niente. Devo dare dieci dollari a Kiku..."
"Non seriamente, non capisco di cosa stai parlando"
"Facciamola breve, che sennò qua non la finisco piu: ci sono state due feste, una qua e una a Manatthan. A Manatthan tu ci hai portato Lovino. E il finale è stato anche piuttosto dolce, visto come vi abbiamo ritrovati poche ore dopo. La seconda, eravamo noi con Feliciano e una mia illusione tua e di Lovino, per non insospettire gli insegnanti. Può essere successo che io abbia lievemente perso la concentrazione e abbia mandato tutto a monte, ma intanto tu e il tuo ragazzo non siete stati puniti perché, tecnicamente, la scuola non vieta a due ragazzi di stare nella stessa stanza... anche se è chiaro a tutti che sono gay"
''Heracles... esattamente perché siamo andati a Manatthan?"
"Ringrazia Francis, era un suo regalo. A proposito, lo hai visto? Doveva aiutarmi a ripulire il casino qui"
"No...scusami, devo andare!"
Antonio era impallidito di colpo, e si sentiva il cuore in gola. Lovino allora non aveva sognato, erano stati effettivamente a Manatthan . E probabilmente quella non era l'unica cosa su cui aveva ragione. Aveva parlato di un attacco, giusto? Dios, perché non ricordava niente?
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
Buone anno e buone feste, gente! Quale modo migliore per chiudere questo 2016 se non con un nuovo capitolo della vostra (spero) fic Mutant!AU preferita?

Ci è voluto un po' per aggiornarla, lo so, e mi dispiaca, sinceramente, ma sono intervenute le feste e vari problemi di natura più... personale (febbre e cose così).

Ad ogni modo che vi pare del nuovo capitolo, incentrato stavolta sui nostri cattivi? Finalmente hanno fatto la loro comparsa, eh? Scommetto che non vedevate l'ora di conoscere qualcosa di più sulla nostra combricola.

Ad ogni modo i personaggi, oltre a Li, Yong So, Sung (Corea del nord), Sadiq e Ivan che già conoscevate, sono: Cam alias Camerun, che ha qui il potere dell'ipnosi, sarà importante per la storia, come vedrete in seguito; Kyle alias Australia, che qui sta dalla parte dei cattivi, il suo potere, come si capisce, ha a che fare con gli animali, e verrà spiegato più avanti; Nikolaj alias Bulgaria, che qui ha un potere misterioso...

Spero che questo capitolo vi abbia soddisfatto, il prossimo non so quando riusciremo a pubblicarlo, ma vi garantisco che sarà un capitolo denso di avvenimenti e azione.

Ed ora: Lovino e Antonio riusciranno a scoprire qualcosa di più su quello che hanno fatto la sera precedente? Qual'è il piano di Sadiq e a quale macchinario si riferisce? Li e Yong So riusciranno nella loro terribile missione di vendetta a uccidere Lovino e Feliciano? E di cosa vuole parlare Yao con Alfred?

Scoprirete questo e molto altro nei prossimi capitoli, ormai la fine è vicina.

Attenzione: minimo due recensioni per continuare! Volete fare felici due autori, da? ^J^

   
 
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