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Autore: Itsmary17    30/12/2016    1 recensioni
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Emma e Regina hanno sprecato l'unico fagiolo che le avrebbe potute riportare a casa e ora che hanno nuovamente bisogno di stringere un accordo con Rumpelstiltskin decidono di usare l'unica carta che hanno: Belle. La ragazza, infatti, è ancora viva, imprigionata da Regina in un luogo senza speranza e senza tempo. Riuscirà Rumple a ritrovare la sua bella e le due donne a tornare a Storybrooke?
"- Allora, Rumpelstiltskin, abbiamo un accordo?
- Lei… lei è morta – sussurrò confuso l’Oscuro.
- Sì, questo è ciò che ti dissi io, tanto tempo fa. Ma non era vero."
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Emma Swan, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Mie care signore, pensavo che il nostro accordo fosse concluso. Dunque, per quale motivo mi trovo qui?
Regina gettò un’occhiata all’Oscuro e subito dopo alzò gli occhi al cielo, sperando che Emma cogliesse il messaggio. Cosa che, effettivamente, fece, in quanto spalancò gli occhi e soppesando le parole prese a dire: - Rumpelstiltskin, abbiamo avuto un piccolo “incidente di percorso” e ora necessitiamo del vostro aiuto.
- Dunque volete stringere un altro accordo?
Il folletto si fece avanti con un ghigno beffardo impresso sul volto e una mano alzata in una delle sue solite pose.
- Sì, è così – rispose la bionda.
Regina si stupì della sua tranquillità.
- E cosa mi offrite in cambio del vostro ritorno a casa?
Emma esitò un attimo.
- Informazioni – intervenì Regina.
- Pff – sbuffò il folletto – E che me ne faccio io delle vostre informazioni? Vi dimenticate forse che ho la capacità di vedere il futuro?
- Potrai anche vedere il futuro – continuò la donna, avvicinandosi all’essere dalla pelle squamosa – Ma di sicuro non hai la capacità di vedere il passato e tutti quegli anni in cui sei rimasto rinchiuso nei sotterranei del mio Castello, lontano dal mondo e da tutto ciò che accadeva su di esso.
- Ma questo mondo è finto, l’hai detto tu stessa dearie.
Regina sorrise e nel farlo schiuse una mano, rivelando una palla di fuoco.
- Vediamo se è davvero finto come credi, metti la mano qua sopra.
Rumpelstiltskin mosse la testa in segno di ammirazione e con un sorriso beffardo commentò: - Astuto, dearie, astuto. Ma dimmi, cosa vuoi in cambio di queste… Informazioni? Non sono in possesso di un altro fagiolo, anzi, mi risulta che quello che ho dato a voi fosse l’ultimo.
- Non c’è modo di tornare a casa? – gemette Emma.
- C’è e lui lo troverà – ringhiò Regina, puntando la sfera di fuoco verso il volto dell’Oscuro.
- Sono sempre stato un fan della tua determinatezza, dearie – commentò il folletto, spostando con un colpetto la mano della donna – Ma ripeto nuovamente che facevi più paura con i tuoi vestiti da regina cattiva.
- Abbiamo un patto, Rumpelstiltskin? – continuò la donna, ignorando la provocazione.
- Chi vi dice che lo rispetterò? – ghignò lui.
- Nessuno, ma confidiamo nel tuo – Regina fece una pausa, soppesando le parole - Amore verso Belle.
A quella parola lo sguardo del folletto cambiò totalmente, passando da beffardo ad attonito.
L’avevano preso di sorpresa.
- Allora, Rumpelstiltskin, abbiamo un accordo?
***
- Lei… lei è morta – sussurrò confuso l’Oscuro, aggirandosi nervosamente intorno alla mora.
- Sì, questo è ciò che ti dissi io, tanto tempo fa. Ma non era vero.
- Menzogne! – urlò il folletto - Tu l’hai messa contro di me, e poi suo padre ha fatto il resto.
- Non è mai tornata da suo padre – lo interruppe Regina.
- C-Cosa?
- Dopo che tu la cacciasti, decise di avventurarsi in un’impresa non da poco: fermare un mostro, lo yaoguai, che infestava un paesello di poche anime. Riuscita in questa mirabile opera – il folletto storse il naso al tono ironico della donna – Scoprì che in realtà il mostro non era nient’altro che un uomo sotto un incantesimo, incantesimo lanciato da una mia cara ex-amica, Malefica. Decisa a riprendere il cammino per tornare dalla sua bestia – a queste parole un leggero tremolio prese possesso della bocca dell’Oscuro – Fu sorpresa da… - la donna fece una pausa, sospirando e preparandosi a lanciare la bomba – Fu sorpresa da me, che la feci catturare e rinchiudere in una torre.
L’espressione di Rumpelstiltskin passò da stupore a furore in un battito di ciglia.
- Tu hai fatto… Cosa?!
- La imprigionai per anni, finchè un giorno non decisi che la vecchia e polverosa torre era troppo leggera come tortura, e la spedii in un posto lontano, un posto dove le torture continuano all’infinito e il tempo scorre così lentamente che cento anni qui valgono come un secondo lì.
Gli occhi del folletto erano ormai di fuoco. Si avvicinò come una furia alla donna e prendendola per il collo la sbattè contro un albero, iniziando ad urlare: - Tu, insulsa regina dei miei stivali, tu, maledetta, per uno stupido desiderio di rivalsa hai fatto questo a un’innocente!
- Rump… Rumpelstiltskin, non… Non ero io – tentò di difendersi la donna, balbettando le parole mentre soffocava – N… Non ero in me!
- Sai cosa dovrei fare io, ora, con te? O meglio, con il tuo cadavere? Farti passare non le peggior pene di questo mondo, ma di tutti i mondi!
- E invece non le farai niente – si intromise la bionda.
- E perché mai io dovrei ascoltare una falsa principessa di un regno finto? – commentò lui con un risolino, girandosi a guardarla con occhi di fuoco.
Sull’intera foresta sembrava esser scesa la notte tutt’assieme.
- Perché noi due ci conosciamo bene, Rumpelstiltskin, e lo sai, esattamente come sapevi il nome della cittadina da cui proveniamo – rispose con un tono falsamente tranquillo Emma.
- Vedo che le hai raccontato tutto, e brava Regina! – rispose il folletto, tornando a guardare la malcapitata e stringendo più forte la presa.
Il viso di Regina stava acquistando un colorito biancastro.
- Possiamo dirti come arrivarci… Come arrivare da lei, da Belle.
Più che una proposta, quello di Emma era un disperato tentativo di salvataggio, ma parve funzionare perché subito Rumpelstiltskin allentò la presa e Regina riprese a respirare.
Il folletto abbandonò la mora e iniziò ad avanzare minacciosamente verso la bionda.
- Ah sì? E come?
- Questo è il mio reame. T-Ti indicherò la via.
- Ebbene, così sia. Ma dopo, non vorrò mai più rivedervi.
- Devi mantenere fede al patto, Rumple – bisbigliò Regina alle sue spalle, massaggiandosi la gola – Devi farci tornare a casa.
- Per quello non c’è problema – fece una risata ambigua, e le due non riuscirono a capire se fosse un presagio positivo o negativo – Conosco un uomo che sarà sicuramente in grado di portarvi a casa.
Accompagnò le ultime parole con un gesto delle mani piuttosto eccentrico, secondo il suo stile.
- E chi sarebbe quest’uomo? – domandò Emma.
- Oh, tu lo conosci bene mia cara. Nel posto da cui provenite… - si fermò un attimo a fissare un tronco, in una maniera talmente intensa che sembrava che stesse leggendo la sua anima – Storybrooke, ecco, tu e lui siete molto – scelse con cura la parola conclusiva, masticandola un po’ in bocca e infine sputandola in faccia alla bionda come un insulto - Intimi.
- Uncino – sussurrò Emma.
- Proprio lui! – esclamò l’Oscuro, sollevando un pugno per l’aria e poi portandoselo al petto – Vi attende a tre chilometri da qui, sulla costa. Seguite la stella più luminosa e non potrete sbagliarvi.
- Come fai a sapere che ci aiuterà?
- Oh, ricordi quando ho detto che sarei andato a far razzia di falsi villaggi? Non l’ho fatto. Piuttosto, son andato a cercare lui e gli ho finalmente fatto pagare l’avermi portato via mia moglie. L’ho legato a un burrone, in attesa di un’aquila che dicono mangi unicamente fegati umani e che, oh – si bloccò un istante in procinto di ascoltare qualcosa – Arriverà lì esattamente tra due giorni. Tic toc, tic toc. Sbrigatevi, se volete salvarlo. La salvezza che gli offrirete sarà una degna merce di scambio per il piccolo passaggio a casa.
La Salvatrice gli sorrise.
- Grazie mille, Rumpelstiltskin, allora noi andia…
- Non così in fretta, dearie. Devi ancora mantener fede all’accordo. Dimmi, come arrivo da Belle?
   
 
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