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Autore: Atocheg    31/12/2016    3 recensioni
Una nuova pasticceria è stata aperta in città, e quando un ragazzo decide di provarla, gli viene ricordato che sulla superficie ora non ci sono solo gli umani...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Muffet, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Aden, sei sicuro di volerci provare? - gli disse il ragazzo, impegnato a mischiare un mazzo di carte, mentre Aden si stava asciugando i capelli – Voglio dire, hai sempre avuto una passione per le cose strane, va bene, ma un appuntamento con un mostro? Non credi di stare un po' esagerando? -

 

- Nartis, te l'ho già spiegato, - rispose il giovane, sollevando gli occhi al cielo mentre, finito di asciugarli, iniziò a pettinarsi i capelli bianchi – non è un appuntamento, le ho solo chiesto di aspettarmi davanti alla pasticceria per chiarire la questione. -

 

- Direi che con quello – rispose Nartis, indicando un mazzo di viole poggiato sul comò – sarai piuttosto chiaro. Comunque, non riesco a credere che tu voglia davvero provarci con un mostro. -

 

- Forse dovresti conoscerla, fratellino. - disse l'albino, finendo di aggiustarsi i capelli – Solo perché è un mostro non vuol dire che non sia affascinante. -

 

- E' un ragno. I ragni non sono affascinanti. - rispose l'altro, suscitando un sospiro da parte di Aden.

 

- Tu e la tua aracnofobia... - disse, per poi mettersi la giacca, prendere chiavi e mazzo di fiori e dirigersi al garage, seguito da Nartis – Stasera torno tardi. Fa gli auguri a tutti quanti da parte mia, ok Nar? - disse, caricando in macchina un cesto e il mazzo di viole.

 

Il più giovane gli diede un leggero pugno sulla spalla – Ti ho detto di non chiamarmi in quel modo. - disse offeso, per poi sospirare – Comunque glieli farò. Divertiti. - concluse, per poi tornare dentro casa, mentre Aden, salito in macchina, iniziò a guidare fino alla pasticceria, ma, quando vi arrivò, vide che Muffet era ancora dentro, impegnata con gli ultimi clienti della giornata. Aspettando che finisse, il ragazzo parcheggiò poco distante dalla pasticceria, per poi fare una breve camminata fino al locale. Poco prima che vi entrasse, vide Mettaton uscire, leggermente alterato. I due si scambiarono un saluto veloce, poi, mentre Aden entrava nella pasticceria, Mettaton e suo cugino salirono su una limousine rosa. Sentendo Muffet borbottare dalla cucina, vi entrò, trovandola impegnata ad impastare dei biscotti, aggiungendo, occasionalmente, dei ragni.

 

Cercando di non pensare agli aracnidi, il ragazzo si schiarì la voce per farsi notare – Hai avuto una discussione con mister celebrità? - domandò, ridacchiando divertito.

 

Muffet sbuffò, incrociando le due braccia superiori e continuando a lavorare con le altre quattro – Quel presuntuoso pretende che io faccia dei dolci a sua immagine. Dice che ' farebbe salire le vendite fino alle stelle'. - rispose, alzando le due braccia prima incrociate al cielo, prima di fermarsi per un momento e voltarsi con i cinque occhi spalancati – Oh, cielo, ho scordato il nostro appuntamento. -

 

"Non è un appuntamento." stava per dire Aden, ma, a dirla tutta, non gli dispiaceva che si definisse il loro uscire insieme in quel modo, quindi non si prese la briga di correggerla.

 

- Scusa, la discussione con Mettaton mi ha fatto perdere il senso del tempo. - disse mortificata la ragazza – Dammi un minuto per prepararmi e possiamo andare. - concluse, per poi correre su per le scale verso la sua camera.

 

Diversi minuti dopo, Aden si trovava ancora ad aspettare che Muffet scendesse. Dando un'occhiata veloce all'orologio, Vide che mancavano ormai pochi minuti alle undici.

 

"Speriamo di non trovare traffico, o non arriveremo in tempo" pensò il ragazzo, quando, finalmente, Muffet ritornò nella sala, facendo rimanere a bocca aperta il giovane: sopra qualsiasi cosa avesse deciso di mettersi, la ragazza indossava un lungo cappotto rosso scuro, e portava un guanto nero su ciascuna mano. Da sotto un cappellino in lana scuro, un paio di paraorecchie viola coprivano i lati del capo della ragazza, e intorno al collo portava una sciarpa dello stesso colore. Dopo alcuni secondi passati in silenzio, l'attenzione di Aden fu catturata dal ridacchiare di Muffet – Allora, ti piace come ho scelto di vestirmi? - domandò, giocosa nel suo tono di voce.

 

Riuscendo a non arrossire, Aden semplicemente annuì, per poi uscire e, una volta che Muffet finì di chiudere la pasticceria, offrire il braccio alla ragazza. Insieme camminarono fino alla macchina e, prima di entrarvi, Aden prese il mazzo di viole e lo offrì a lei.

 

- Ho pensato che sarebbe stato scortese presentarmi a mani vuote. - si giustificò d'istinto il giovane, quando Muffet lo prese in silenzio, ma si sentì leggermente sollevato nel vedere il viola delle sue guance farsi più scuro, e gli angoli della sua bocca sollevarsi in un sorriso.

 

- Grazie, sono bellissime. - gli disse, per poi abbracciare il ragazzo.

 

- L-lieto che ti piacciano. - rispose lui, dopo essersi ripreso dal suo nervosismo – O-ora, però, dobbiamo muoverci. Non vorrei arrivare in ritardo. - Un po' lo infastidiva dover interrompere quell'abbraccio, ma ci teneva a raggiungere il prima possibile la loro destinazione. Quindi, saliti in macchina, Aden iniziò a guidare verso la periferia della città e, da lì, verso Monte Ebott.

 

- Ehi. - disse all'improvviso Muffet – Seguendo questo sentiero possiamo arrivare a dove prima c'era la barriera. - esclamò, per poi voltarsi verso Aden, sorridendo - Un giorno devo farti vedere il Sottosuolo. E' bellissimo. -

 

- Ne sarei entusiasta. - rispose il giovane – Ma adesso sono io a volerti far vedere qualcosa. Sono certo che ti piacerà. -

 

Fortunatamente, come sperava il giovane, le strade parevano completamente sgombre, e quindi arrivarono in poco tempo ad uno spiazzo vicino al sentiero. Una volta arrivati, Aden spense la macchina e, dopo essere sceso ed aver preso il cesto, aiutò Muffet a scendere e, presala per mano, si inoltrò con lei nel bosco. La luna era alta in cielo e forniva abbastanza luce da illuminare loro la via, e, inoltre, Muffet sembrava essere in grado di vedere bene al buio. Dopo qualche minuto di cammino, i due arrivarono finalmente ad una radura. Dal lato opposto degli alberi, la parete della montagna diventava impprovvisamente ripida, al punto che sembrava si fosse direttamente staccato un pezzo e fosse franato a valle. Dalla posizione in cui si trovavano, erano in grado di vedere perfettamente l'intera città, che, per qualche motivo, era completamente al buio. Preoccupato, Aden controllò sul suo cellulare l'orario: mancavano ormai cinque minuti alla mezzanotte.

 

- Strano – disse fra sé e sé il ragazzo – di solito i preparativi li fanno con le luci ancora accese... - continuò, voltandosi verso Muffet, e notando l'espressione infastidita sul suo volto – Qualcosa non va? -

 

La ragazza si voltò subito verso di lui, sorridendo e tremando leggermente – N-no, va tutto bene. E' s-solo un o' più freddo di quanto p-pensassi, non ti preoccup... - non fece in tempo a finire di rispondere, che Aden si levò la giacca e la posò sulle sue spalle.

 

- Ecco, va meglio ora? - domandò, sorridendo nel vederla annuire, per poi prendere il cellulare e, attivata la radio sul programma di fine anno, posarlo vicino a loro. Con solo la musica a far loro compagnia, i due giovani rimasero silenziosamente a guardare le stelle. Mentre erano impegnati a fare ciò, Aden sentì qualcosa posarsi sulla sua spalla e, sbirciando con la coda dell'occhio, vide che Muffet vi si era appoggiata con la testa.

 

- E' una scena magnifica, non trovi? - domandò lei, continuando a guardare verso il cielo. Aden, invece, continuava ad osservarla, sorridendo leggermente, e le cinse le spalle con un braccio.

 

- Oh sì, - rispose, tornando a guardare in alto – meravigliosa... - concluse, rimanendo per qualche altro secondo in silenzio, prima di decidersi a parlae nuovamente – Allora... c'è qualcosa che vorresti da questo nuovo anno? -

 

La ragazza rimase a pensare per qualche momento – Che Mettaton la smetta di assillarmi. - rispose, mettendosi poi a ridere – Parlando seriamente, non credo ci sia altro che potrei volere: ho la mia famiglia, i miei amici, il mio lavoro... - disse, per poi guardarlo – Tu, invece, vorresti qualcosa? -

 

- Effettivamente, c'è qualcosa che vorrei fare... - disse infine, preferendo ignorare il rossore che iniziava a tingere il suo volto – s-se tu me lo vuoi permettere, ovviamente. - concluse, proprio mentre dalla radio iniziò a partire il countdown per il nuovo anno. Non ricevendo risposta, il giovane si voltò verso di Muffet, e la vide osseervarlo con uno sguardo confuso, così decise di provare lo stesso.

 

9, 8, 7...

 

Muffet sembrò capire le intenzioni di Aden, e chiuse gli occhi sorridendo.

 

6, 5, 4...

 

"No, no. Cosa stai facendo, idiota? Inventati qualcosa e smettila con questa stupidaggine!" gli urlava una voce nella sua testa, ma Aden scelse di ignorarla, avvicinando il suo volto a quello della ragazza, inclinandolo leggermente e chiudendo anche lui gli occhi.

 

3, 2, 1...

 

Le labbra di entrambi erano leggermente infreddolite, ma nessuno dei due sembrò curarsene, stretti nei loro reciproci abbracci. Un sibilo risuonò in lontananza, poi vi fu un botto e una luce rossa inondò l'ambiente. Aprendo leggermente un occhio, Aden vide un altro fuoco d'artificio salire in cielo ed esplodere, irradiando stavolta una forte luce verde. Dopo altre due o tre esplosioni, i due ragazzi alla fine si separarono, mettendosi ad osservare il resto dei fuochi d'artificio.

 

- Adesso sì che non potrei volere altro. - disse, sorridendo e cingendole nuovamente le spalle con un braccio, prima di prendere dal cesto due calici, una bottiglia di spumante ed aprirla, versando poi lo spumante nei due bicchieri e porgendone uno a Muffet – Felice anno nuovo. -

 

- Felice anno nuovo, Aden. - rispose la ragazza, facendo un brindisi.

 

- Oh, quasi mi ero dimenticato. - disse all'improvviso il giovane, ridacchiando – Per rispondere alla tua domanda: - continuò, dando infine un bacio veloce sulla fronte della ragazza – Mi piaci, da impazzire. - rispose, per poi bere un sorso di spumante, osservando i fuochi esplodere in cielo – Quest'anno non poteva iniziare in modo migliore. -


Come promesso, eccovi il nuovo capitolo per capodanno.
Spero vi piaccia.

Auguri di buon anno a tutti,
Atocheg

   
 
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