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Autore: Ulissae    25/05/2009    3 recensioni
Una mamma alle prese con la prima ecografia.
Era un bambino, quel puntino bianco con un cuore, era il mio bambino.
Terza classificata al contest "Mamma mia!" indetto da C.O.S.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Princess of veget6
Titolo: Welcome to the jungle
Fandom: Originali
Note dell’autore: Non ci sono molte note da fare, anzi. La prima original che ho scritto, che di originale, a dirla, tutta non mi sembra che abbia molto. Buona lettura.
Momenti scelti: Prima ecografia, con un lieve accenno al nome.

Welcome to the jungle
Gun's Roses



Tic, tac, tic, tac.
Dovevo andare al bagno, dovevo veramente andare al bagno: bere tutta quell' acqua era stato un errore, certo, me l’aveva prescritta il dottore, che era in terribile ritardo.
Stringevo le gambe ed intanto mi torturavo le mani nell'attesa di entrare nella minuscola stanza che avevo intravisto presentandomi alla segreteria e dirigendomi verso la sala d’aspetto; là, con l'unica compagnia dell'orologio, ero seduta fissando intensamente la rivista sul tavolino di fronte a me: “Mamma Oggi”.
Dio mio che ansia! Possibile che dovessi fare sempre tutto da sola?
Prima ecografia, prima tortura, prima tappa della mia futura maternità, da sola.
Mio marito era troppo occupato con il lavoro, coppia giovane noi, a cui non doveva sfuggire nessuna opportunità per fare carriera, nemmeno la prima “visita” al nostro bambino o bambina, certo. In verità avevo un desiderio silenzioso che fosse proprio così: una bella bimba propensa alle bambole ed alle cucinette anziché alla sporcizia del calcio sfrenato e la serie di bracci, gambe, dita, mani e chi più ne vuole più ne metta, rotti.
Respiravo lentamente; dovevo fare in modo che il bagno, proprio a pochi metri da me, non mi tentasse in quel modo e di riuscire a resistere dall'entrare per liberare il mio “bisogno”.
Dovevo assolutamente distrarmi. Sentii le mie mani, da qualche settimana ormai indipendenti dal mio cervello, posarsi istintivamente sul mio ventre ancora troppo piatto: sembrava quasi che il futuro nascituro volesse nascondersi e non mostrarsi, troppo timido o troppo snob?
Sentii le parole riecheggiare nel mio cervello, scossi la testa affranta, stavo diventando pazza, poco ma sicuro! Possibile che da una semplice constatazione anatomica dovessi far partire un trattato sul carattere di mio figlio? O figlia, precisiamo sempre.
Però... mi sembrava impossibile non pensare a come sarebbe stato il mio bambino, come si sarebbe comportato, come sarebbe mutato nel corso degli anni; i primi passi fatti all'interno del nostro monolocale appollaiato su un vecchio palazzo al centro della città, dove l'ascensore, lusso degli edifici moderni, era un'utopia. Emisi un flebile lamento all'idea di dovermi caricare ogni giorno la carrozzina per tutte le scale strette e diroccate, in cui ogni scalino si preannunciava un'avventura all'ignoto. Di sicuro l'arpia al piano terra non mi avrebbe mai e poi mai aiutato; povero il mio bimbo, un futuro arrampicatore!
Sorrisi immaginando una bambina dai capelli neri e ricci -dato che sia io che mio marito avevamo lineamenti mediterranei non consideravo altre opzioni- che, con la lingua appena fuori dalla boccuccia, si impegnava a scavalcare uno dopo l'altro i suoi nemici di marmo.
Sospirai chiudendo gli occhi e godendomi quegli attimi di gioia pura che si sprigionava per tutto il corpo facendomi scordare, almeno per un momento, l'impellente bisogno.
Dallo studio del ginecologo si alzò un lungo grido di protesta, sembrava come un coro di vocine  recalcitranti, che, con un sonoro no, bocciava una proposta appena accennata. Aguzzai l'orecchio e feci quello che dovevo fare: impicciarmi.
Si proponevano nomi; chi un classico Marco, un più fantasioso Aladdin, per finire nel classico Filippo, amore eterno di ogni bambina; probabilmente quelle proteste di poco prima erano state alzate contro una non molto condivisa.
Mi bloccai un attimo e mi guardai intorno come presa da un attacco di panico: io non avevo pensato a nessun nome. Fino a pochi secondi prima non pensavo neanche che mio figlio dovesse averne uno, anzi, ad essere sinceri, da circa due mesi a questa parte avevo completamente rimosso il fatto che potessero esistere altri bambini all'infuori del piccolo feto che custodivo gelosamente nel mio ventre. Lui era semplicemente Bambino, tutto qui, al massimo Bambina, ma per amor della grammatica, nell'incertezza, preferivo chiamarlo con la “o” che troneggiava alla fine della parola.
Sbuffai scocciata e mi alzai, se non si sbrigavano sarei corsa in bagno e tanti auguri all'ecografia, mi chinai per prendere il libro dei nomi dalla A alla Z, la mia nuova bibbia per tutto il tempo restante della gestazione e proprio in quell'istante una segretaria, dai modi cortesi ed educati, mi venne a chiamare con in mano un'agenda spuntando il mio cognome dalla lista di appuntamenti.
<< La signora Alibrante? >> domandò con un sorriso gentile accompagnandomi allo studio. Annuii raccogliendo velocemente la mia borsa con l’intenzione di sbrigarmi. << E' l'ultima, per oggi >> sembrava quasi contenta, e chi poteva biasimarla? Dal rumore che proveniva dalla stanza di fronte a noi non credo che tutte le pazienti fossero sole e placide come me.
Di colpo un uomo dai lunghi baffi grigi e il camice bianco aprì la porta bianca facendo uscire una signora dal pancione pronunciato e tre bambini, di cui il più grande avrà avuto nove anni, che ancora bisticciavano tra di loro; ecco le piccole pesti di prima. Non potei non sorridere e cedere loro il passo, una bambina dai lunghi boccoli biondi mi passò vicino con il viso rosso per l'agitazione, urlando contro la sorella, di appena qualche anno più piccola, che no, Aladin non era un nome.
La madre, al contrario, non sembrava così predisposta al litigio e si sistemava agitata i capelli che le ricadevano disordinati, non un filo di trucco sul viso, né gioielli o altri gingilli; completamente diversa da me, che avevo passato circa un'ora in bagno studiando ogni più piccolo particolare, per far in modo che risultasse perfetto.
La signora mi guardò un attimo prima di sparire verso l'uscita e, con un sorriso ironico sul viso, mi salutò: << Benvenuta nella giungla signorina, vedrà che il divertimento non le verrà a mancare >> lanciò un'occhiata amorevole alle tre pesti che l'accompagnavano e scompigliò la testa del maschietto con affetto smisurato.
Le sorrisi per circostanza e, a capo chino, piuttosto imbarazzata, entrai nella stanza dove il medico mi fece accomodare su un lettino; eseguii l'operazione in modo meccanico, ripensando alle parole che mi erano state rivolte poco prima. Ero leggermente terrorizzata, ma solo leggermente. Notate il sarcasmo delle mie parole, vero?
<< Allora signora, emozionata? >> spalmò velocemente il liquido trasparente sul basso ventre provocandomi un brivido. Nuovamente, come poco prima, sentii le mie mani precipitarsi sulla pancia per accarezzarla e rassicurarla, la risata sincera del dottore me le fece togliere arrossendo.
Annuii mordendomi un labbro quando posò l’ecografo e lo premette dolcemente per iniziare.
Tremavo.
<< Si calmi, non sta mica andando a visitare la regina d'Inghilterra! >> scherzò smanettando con le manopole della macchina, fu un attimo e il nero dello schermò mostrò una macchietta bianca, sentii i miei battiti accelerare vertiginosamente; fissavo il mio piccolo quasi a voler traforare il computer, anche il medico faceva la stessa cosa, ma con uno sguardo più critico e professionale, di gran lunga differente dalle occhiate di adorazione che lanciavo io.
Tic, tac, tic, tac.
Un altro orologio, altro tempo che passava, inesorabile e lento. Respirai profondamente, nonostante l'emozione del momento la voglia di andare al bagno non era diminuita.
Dopo qualche minuto di attenta osservazione il ginecologo parlò con tono allegro.
<< Bene, tutto nei parametri di crescita, non ho riscontrato alcun problema, suo figlio cresce sano come un pesce >> spostò un po' l'oggetto e puntò il dito sullo schermo indicandomi un puntino, quasi invisibile, che palpitava incessantemente.
<< Vede, questo è il cuore >> sorrise notando la mia espressione sorpresa e felicemente stupita. Il cuore! Il cuore di mio figlio! Era strano, molto strano. In quel momento, come era successo poco prima con il nome, all'improvviso sentivo più consistente, più vera la sua presenza, come se tutto d'un tratto quel bambino fosse nato ed io lo stessi tenendo tra le braccia, era esattamente la stessa sensazione di certezza, sicurezza. La certezza che il mio bambino fosse lì, vivo, non solo semplice feto, un insieme di cellule senza animo né altro.
Era un bambino, quel puntino bianco con un cuore, era il mio bambino.
Di colpo staccò dalla mia pancia l'arnese e l'immagine sparì, mi sentii come tradita da quell'uomo che mi aveva dapprima donato la felicità di vederlo ed ora mi toglieva quella gioia. Mentre era di spalle intento a staccarmi numerosi pezzi di scottex potei socchiudere gli occhi e guardarlo male, molto, ma molto male; quando me lo porse, logicamente, gli sorrisi amabile e iniziai a pulirmi dal gel che si era sparso per tutto il ventre.
<< Come le è sembrato? >> sorrideva divertito mentre con la testa bassa scriveva una ricetta.
<< Strano >> risposi alzandomi e avvicinandomi alla sedia di fronte a lui, dove avevo poggiato la borsa.
<< Capisco signorina, capisco bene: qualche giorno fa una paziente è perfino svenuta per l'emozione! >> e giù grasse risate, a ripensarci anche io mi ero avvicinata molto allo stato di tranche.
<< Veramente quello era mio figlio? >> domandai di colpo. Non potevo crederci, in qualche modo non potevo pensare che fosse tutto così... bello.
<< Certo, tutto suo figlio. Ci rivediamo al quinto mese così potremo svelare l'arcano del  
sesso; arrivederci mamma. >> mi accompagnò alla porta e mi fece uscire sempre con il suo sorriso rassicurante.
Mi ritrovai in un attimo catapultata fuori, sulla strada, a quanto sembrava tutti avevano voglia di ritornare a casa.
In mezzo a tutto quel caos, con i motociclisti che mi sfrecciavano a pochi centimetri mentre attraversavo, i clacson delle macchine.
Mamma... mi suonava così strano, eppure così vicino in quel momento.
Io sarei stata mamma. Di colpo le parole della signora risuonarono nelle mie orecchie: Benvenuta nella giungla.
Davanti alla porta di casa, incastonata tra due ristoranti turistici colmi di gente, mi fermai colta da un’improvvisa ansia: sarei riuscita a sopportare tutto? Sarei riuscita ad afferrare in tempo la liana e correre a salvare il mio bambino? Sarei riuscita a difenderlo dai leoni, dalle tigri, da tutto ciò che gli avrebbe recato danno? Sarei riuscita, dopo la lunga fatica, ad accettare che lui ritornasse alla civiltà, separandosi da me?
Sorrisi, girando la chiave nella toppa e preparandomi mentalmente alla futura salita, che diventava sempre più faticosa ogni giorno che passava, non ero pronta, non lo sarei mai stata, ma un pensiero si impose, dandomi coraggio: che fosse la giungla, io l’avrei affrontata.


Angolo autrice:
La prima original che ho scritto e che posto solo ora.
E' stata scritta appollaiata sul sedile di una macchina, mentre cercavo di non sentirmi male.
Ha partecipato al contest "Mamma mia!" indetto da C.O.S; ed è arrivata terza, con mia grandissima gioia! Non avrei proprio pensato che una cosa del genere potesse essere apprezzata! Wow!
E' forse il contest che più mi ha reso felice!
La storia doveva trattare un certo argomento, momento della maternità ed essere una commedia introspettiva.
Non ho molto da dire se non ringraziare i giudici, fare i complimenti alle partecipanti e lasciarvi ai giudizi.

Welcome to the jungle, di princess of vegeta6

GIUDIZI DI KHAO_CHAN

1. Originalità della trama  [7.5/10]
Nonostante non sia la fic col punteggio più alto che io abbia dato, è la fanfiction che più mi è piaciuta da leggere. È il momento della presa di coscienza della propria condizione di futura madre: più che delle conseguenze, è la scoperta del proprio figlio. Non so come spiegarlo, non è il solito “c’è una vita dentro di me”, è un’illuminazione. Per me hai sei stata colei che più ha reso il passaggio fra un cambiamento del punto di vista di una madre. Raccontato tutto in modo frizzante e allegro. L’unico punto che mi ha lasciata un po’ perplessa è l’incontro con la seconda mamma, per il resto l’ho trovata molto piacevole da leggere.
2. Grammatica e lessico  [9/10]
Solo una ripetizione di ‘classico’ in una riga e un ‘tranche’ che credo volesse essere ‘trance’.
 3. Sviluppo dei Warning [10/10]
Rating e warning sono stati rispettati, così come gli obblighi specificati nel bando del contest.
Totale:
26.5/30.

GIUDIZI DI KARYON

1. Originalità della trama (struttura della trama):  [7.5/10]
Questa fiction mi è piaciuta. Soprattutto tutta la questione della “jungla”. Ammetto che la seconda mamma non mi ha convinto al cento per cento, ma tutto il pensiero finale sulla jungla, sul non essere preparata, sull’ansia di protezione… molto efficace. Mi ha molto divertito l’idea che la madre si rendesse conto solo in quel preciso istante che, prima o poi, Bambino dovesse avere un nome e un cuore. Un’immagine davvero precisa di uno stato d’animo. Molto particolare il modo in cui è stata resa questa giovane donna e l’idea della ecografia che non è stata tra le più sviluppate. Ammetto di aver sorriso parecchio, perché la canzone mi veniva in mente ad ogni passo che leggevo.
2. Grammatica e lessico:  [8.5/10]
 La grammatica va bene, solo qualche spazio di troppo e qualche virgola in meno. C’è un errore di battitura (schermo, trance) e ricordo che “Aladdin” si scrive con due “d”. Però una precisazione di demerito: per il discorso diretto si utilizzano le virgolette alte o quelle basse (francesi), ma non questi segni <<, che di solito indicano segno maggiore e minore; in oltre sono formalmente brutti da vedere. Mi dispiace, ma questo mi fa abbassare il punteggio. Ancora una volta, dopo i punti del discorso diretto, le lettere vanno in maiuscolo.
3. Sviluppo warning: [10/10]
 I warning sono sviluppati pienamente.
Totale:
26/30

TOTALE

Kaho chan
Originalità della trama: 7.5/10.
Grammatica e lessico: 9/10.
Sviluppo warning: 10/10.
Totale: 26.5/30
Karyon
Originalità della trama: 7.5/10.
Grammatica e lessico: 8.5/10.
Sviluppo warning: 10/10.
Totale: 26/30.
Totale Kaho e Karyon: 52.5/60.

   
 
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