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Autore: mikybiky    25/05/2009    2 recensioni

Wexford è tutto un significato per gli adolescenti che la abitando: sogni nel cassetto, amori non corrisposti, avversioni ed incomprensioni verso altre persone, forti amicizie e incompatibilità tra le reginette della scuola e quelle che invece preferiscono una minore notorietà.
O almeno così era finché Chirs e Abigail Braight non sono giunti nella contea, stravolgendo la situazione e capovolgendo la storia.
Abigail fu la prima a scendere dalla luccicante limousine laccata di nero e sfilare lungo il corteo di paparazzi, seguita a ruota da suo padre Benjamin, che davanti alle telecamere non si staccava da lei un minuto. I flash arrivarono da ogni parte, e Abigail si sentì in dovere di assumere le pose più fashon per apparire sulle riviste più popolari del momento.
L’ultimo a scendere dall’auto fu Chris, che si mosse tranquillamente come se per lui tutta la gente attorno non esistesse. Ignorò le tredicenni ululanti che bramavano un suo autografo e oltrepassò i giornalisti indemoniati che si tiravano le macchine fotografiche in testa per realizzare lo “scatto esclusivo”.
Genere: Generale, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. CHRIS BRAIGHT


Dublino, Hotel Finnigan, 8: 43.

Banjamin Braight si era destato presto quella mattina. Aveva viaggiato tutta la notte a bordo di un aereo diretto in Irlanda; era sbarcato dall’America la sera precedente, ed aveva viaggiato per diverse ore, sorvolando l’Oceano Atlantico. Aveva avuto un sonno pesante, dovuto anche, forse, al senso di vuoto che sentiva allo stomaco ogni volta che volava. Si era svegliato verso le sei, pochi minuti prima che atterrassero.
I suoi figli invece non avevano proprio dormito. Abigail era rimasta sveglia tutto il tempo a limarsi le unghie e a sistemarsi lo smalto, che cambiava ogni due ore con la scusa che a causa dell’instabilità dell’aereo l'aveva applicato sbavato. Chris, invece, non aveva fatto altro che controllare carte su carte, senza voler spiegare al padre di che cosa si trattasse, e aveva già iniziato a scrivere una lettera ai suoi insegnanti e ai suoi domestici, per assicurargli che stava bene e che presto gli avrebbe inviato la tredicesima.
Una volta che avevano messo piede a terra, Abigail era andata alla ricerca di un gabinetto per ripassarsi il trucco e Chris si era attaccato al cellulare, ed era rimasto al telefono con la madre per tutti i ventitré minuti che avevano impiegato ad arrivare all’albergo.
Allora la figlia si era struccata per buttarsi nel letto e non alzarsi più, mentre il figlio si era chiuso nella sua stanza per ripassare latino, greco, storia, matematica e mille altre materie.
Allora Benjamin aveva fatto una bella doccia ristoratrice, si era rasato ed infine si era vestito di vestiti caldi e pesanti. Solo allora si era sentito a posto.
Benjamin era un uomo poco più in là della quarantina. Era ancora affascinante: i capelli castani gli ricadevano sbarazzini appena più sopra del lobo delle orecchie, e le punte erano tutte un ricciolo ribelle. Gli occhi erano di un verde intenso.
All’epoca del suo primo figlio, Chris, aveva 27 anni e non era sposato. Si era unito in matrimonio alla moglie Sharon solo due anni dopo, quando lei era incinta di Abigail.
All’inizio non era un regista molto famoso, ma ben presto la ragazzina dimostrò il suo talendo da attrice e lui la fece recitare in un film che girò, La luna sotto le stelle; era stato allora che aveva riscosso un grandissimo successo, che l’aveva costretto a girare molto. Viaggiava assieme ad Abigail, e lasciava a casa Sharon e Chris. Così sua moglie l’aveva piantato dopo dodici anni di matrimonio.
Da allora aveva avuto diverse storie, ma nessuna finita bene. Era ancora innamorato di Sharon, per questo non riusciva a trovare chi gli calzasse a pennello.

Erano arrivate le otto e quaranta e Chris si era degnato di uscire dalla stanza per dire al padre che aveva fame e voleva fare colazione; ma di Abigail nemmeno l’ombra.
« Papà, sei pronto? » domandò il ragazzo, uscendo dal bagno allacciandosi i polsini della camicia. « Non devo fare colazione troppo tardi, altrimenti non smaltisco le calorie entro l’ora di pranzo e la mia dieta sballa ».
Benjamin raccolse da terra le sue scarpe e si sedette sul letto, infilandole. Guardò il figlio con aria interrogativa, prima di chiedergli:
« Perché, da quando segui una dieta? »
Chris osservò il padre con occhi severi, poi distolse lo sguardo e si diresse verso la porta.
« L‘ho sempre seguita, papà » rispose. « Sono le otto e quarantatre minuti, non posso aspettare altro. Ti vuoi muovere? »
« Sono pronto » disse il padre. « Possiamo andare ».
« Abigail? »
« Sta dormendo ». Poi, avviandosi verso la porta, Benjamin aggiunse: « Allora, non avevi detto di voler fare colazione il più presto possibile? »
Chris osservò il padre con aria sconvolta; tentò di ricomporsi, ma non mosse un passo dal posto in cui era. Quindi, con arriva ovvia disse:
« Non vorrai andare a fare colazione senza di lei, spero ».
Benjamin si voltò verso il figlio, un po’ stupito.
« Bé, non vedo che male ci sia, se sta riposando ».
Chris era letteralmente sconvolto. Conosceva le abitudini di suo padre, ma non riusciva a capacitarsi del fatto che aveva intenzione di fare colazione senza sua figlia.
Il padre si accorse che il ragazzo non approvava le sue intenzioni e, con aria un po’ più comprensiva, aggiunse:
« Conosco Abigail, non le crea nessun disturbo mangiare da sola; anzi, con ogni probabilità si farà portare la colazione in camera ».
Chris scosse la testa, contrariato.
« Non va bene » disse. « Almeno l’avviso ».
Si accostò alla porta di una stanza e bussò due volte. Dall’interno provenne un cupo mugugno.
« Abigail » disse Chris. « È ora di fare colazione ».
« Mhm ».
« Ti aspettiamo? »
« No… scendo tra dieci minuti ».
« Bene » disse Benjamin. « Visto che avevi così tanta fretta ora possiamo andare? »
Chris annuì, e scesero in sala da pranzo. Si accomodarono al tavolo riservato per loro, dove calò un silenzio imbarazzante.
Chris Braight aveva diciassette anni; era un ragazzo estremamente diligente, proprio come la madre gli aveva insegnato ad essere. Era alto e snello, con i capelli mossi e castani, sempre molto ordinati, e gli occhi verdi. Aveva ereditato molti tratti dal padre, ma per quel che riguardava il carattere, aveva preso tutto dalla madre.
« Allora » proruppe Benjamin. « Cosa te ne pare dell’Irlanda? »
Chris si strinse nelle spalle, prendendo in mano una posata e passandola minuziosamente ai raggi x.
« È un paese sommamente freddo » disse. « Questo Hotel è di classe. Perché dovremo andarcene? »
« È ottobre, Christopher; fa freddo anche a San Francisco ». Alzò la mano, per chiamare il cameriere, che si accinse a raggiungerli. « Oggi stesso raggiungeremo Wexford e soggiorneremo lì. Dublino era solo di passaggio. Anche quell’hotel sarà di classe, vedrai ».
« Immagino che i continui spostamenti rientrino nella tua vita ordinaria » commentò il ragazzo, acido. « Fino a quattordici anni cambiare casa in continuazione è stata anche la mia vita ».
Benjamin lanciò a Chris uno sguardo severo, che il ragazzo ricambiò.
« Cosa posso portarvi? » domandò il cameriere, cortese.
« Per me un cappuccino va bene » rispose Benjamin.
« Male » criticò Chris, contrariato. « La colazione è un pasto importantissimo, non puoi limitarti a bere latte e caffè ».
« E va bene » replicò il padre. « Allora mi porti anche una brioche ».
« E per il signore? » continuò il cameriere, rivolto al ragazzo.
« Una spremuta d’agrumi » rispose questi. « Latte macchiato, uno scatolino di yogurt, pane fresco e marmellata, rigorosamente confezionata. Tutto chiaro? ».
« Assolutamente signore ».
Benjamin osservò Chris con perplessità. Suo figlio era diventato un maniaco?
« Abigail mangia? » domandò il ragazzo, improvvisamente serio.
« Ma certo » rispose tranquillamente il padre. Si appoggiò allo schienale della sedia, ma quando si accorse dello sguardo indagatore del figlio aggiunse: « Non pretenderai che non mi accorga se mia figlia è anoressica ».
Chris tornò ad ispezionare gli effetti presenti sulla tavola, rispondendo con severità:
« Non me ne stupirei ».
Benjamin decise di non ribattere. Ormai riconquistare suo figlio era una causa persa.
La colazione venne servita con velocità, e il regista la consumò in modo rapido. Quindi si asciugò la bocca con il tovagliolo, lo risistemò e si apprestò ad alzarsi.
Abigail arrivò in quel momento. Era una ragazza di quindici anni, molto bella e molto magra. Aveva i capelli tinti di biondo e gli stessi occhi del fratello. Li raggiunse quasi saltellando.
« Ciao papà » disse, allegra. « Scusate il ritardo, mi sono dovuta rifare il trucco e rimettere lo smalto. Il colore di stamattina proprio non mi piaceva. Dici che l’ombretto azzurro si addice al maglioncino? ».
Benjamin rise.
« Io di moda e company proprio non capisco niente » affermò. « Ti lascio con tuo fratello, io devo incontrare un tizio della Universal. Ci siamo dati appuntamento per stamattina ».
« Te ne vai di già? » domandò Chris, severo.
« Tornerò verso l’ora di pranzo » spiegò il padre. Diede un bacio ad Abigail e si allontanò.
Chris lo guardò con amarezza, mentre usciva dalla sala da pranzo.
« Come al solito » disse.


A ricreazione Maiti si concentrò sulla sua videocamera: i suoi genitori avevano speso una fortuna per comprargliela; con che coraggio, ora, si sarebbe presentata per dirgli che lo schermo era diventato praticamente monocromatico?
« Maledizione » borbottò, sperando che l’oggetto non avesse subito altri danni. « Per fortuna c’è anche l’obiettivo non digitale… ».
« Eccoti qua; che fine avevi fatto? »
La ragazza si girò verso chi l’aveva chiamata: Mairtin, il suo migliore amico. Si alzò prontamente dalla sedia e gli sorrise.
« Ciao, Mairtin! »
« Cosa ti è successo? Mi sembri abbastanza scocciata ».
Maiti sospirò, chiudendo la telecamera.
« Bairre Allen » annunciò, scocciata.
« Dove? » domandò Mairtin, guardandosi attorno.
« Intendevo dire che Bairre Allen è il problema » spiegò. « Mi ha fatto volare la videocamera di mano, e quella si è rotta ».
Mairtin sgranò gli occhi.
« Non è possibile » disse. « Come ha fatto? »
« Ero assorta » rispose Maiti. « Io… stavo riprendendo Daigh Morgan ».
A quelle parole, l’amico scoppiò a ridere.
« Maiti! » esclamò. « No, non Daigh! Lo sai, lui è terreno di Sèanait. Cosa credi che ti farebbe se scoprisse che hai una cotta per il suo ragazzo? »
« E cosa credi che ti farei io se tu lo urli ancora un po’? » ribatté la ragazza a denti stretti. « Ti ricordo che se Daigh Morgan è terreno di Sèanait, allora anche Sèanait è terreno di Daigh Morgan ».
Mairtin arrossì violentemente. Aveva una cotta colossale per la ragazza dai tempi delle elementari, e persisteva anche adesso che avevano quindici anni. Immergendosi nei ricordi di quando aveva sentito per la prima volta il suo inconfondibile profumo, non captò i segnali di fumo che Maiti gli stava inviando. Così, quando si voltò, si trovò faccia a faccia con Sèanait.
Diventò improvvisamente paonazzo.
« C-ciao, Sèanait » disse, balbettando.
Lei lo guardò come se fosse la prima volta che lo vedeva.
« Ciao Mairtin » rispose. Poi, come se non fosse mai esistito, si rivolse a Maiti, scocciata. « Sono venuta ad accertarmi che tu sia a buon punto con il video » disse, aspra.
« Certo » rispose la ragazza, con lo stesso tono. « Devo solo montarlo ».
« E allora perché non lo fai? »
« Ci sto lavorando, Sèanait! »
« Vedi di sbrigarti, il Wexford Festival Opera si aprirà solo tra tredici giorni! »
« E tu vedi di calmarti! »
Il viso di Sèanait si contrasse per la rabbia e l’agitazione. Maiti ebbe l’impressione che da un momento all’altro sarebbe scoppiata.
Purtroppo per Maiti, le due ragazze si erano ritrovate a lavorare assieme per un lavoro che avrebbero dovuto presentare al Festival di Wexford. Si trattava di un video inerente il paesaggio della contea. Sèanait era stata l’ideatrice, mentre a Maiti era toccato il ruolo di sottostare ai suoi ordini.
« Lo voglio domani » affermò la ragazza, con un tono che non ammetteva repliche. Poi si allontanò, lasciando Maiti e Mairtin da soli.
« Quant’è bella » commentò il ragazzo, abbacinato.
« Quant’è stupida » replicò l’amica, irritata. Quindi, con la telecamera in mano, si avviò verso la sua classe.



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Ecco il nuovo capitolo; anche questo è servito più che altro da introduzione per i personaggi Braight.
Ringrazio Kinderbuena89 per avere recensito =D, e Kokky e _New_Moon_ e per averla inserita tra le seguite ^^. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, perché non lasciate una piccola piccola recensione per dirmi la vostra opinione? **
  
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