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Autore: Queen Elsa    01/01/2017    0 recensioni
[BADE]
“Era un amore fragile il nostro ed a un certo punto si è spezzato. Forse, se fossi stata diversa, sarei riuscita a salvarlo. Ma è questo che sono, un pericolo. Come una droga, all’inizio ti piaccio, poi mi ami, divento quasi un’ossessione e alla fine, lentamente ti uccido.” - sussurra.[…] “Perché sei così dura con te stessa e continui a rifilarmi tutte queste cazzate?”- Beck si porta i capelli all’indietro, stanco. Quasi esasperato. Lei non lo guarda, continua a fissare il vuoto. Poi lentamente risponde - “ Sono solo sincera. Tutti quelli che amo finiscono col farsi male. - alza le spalle come se non le importasse - “ Ci ho fatto l’abitudine”.
“Mi ami?”.
Genere: Comico, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Cat Valentine, Jade West, Robbie Shapiro, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Girò la chiave nella serratura e aprì la porta. Era riuscita a convincere Beck di stare bene e che non aveva bisogno di essere accompagnata fin dentro casa. Non aveva detto una parola per tutto il viaggio in auto. Solo alla fine, un secondo prima di scendere dalla macchina aveva detto:-

"Dovresti smettere di portarla... la collana intendo."

"C-cosa? Perché?

"Perché io ho smesso di portare la mia."

E poi aveva sbattuto lo sportello. Sentiva ancora gli occhi del ragazzo puntati sulla sua schiena e la cosa la irritava parecchio, perciò si sbrigó ad entrare nell'appartamento di Cat e chiudere la porta.

"JADE!"

Trasalí nel sentire il calore delle braccia di Cat stringerla forte attraverso i suoi abiti fradici.

"Scollati Cat." - ordinò

La ragazza obbedí e si allontanò un poco da Jade.

"Hai pianto?" - chiese la ragazza notando gli occhi rossi dell'amica.

"No."

"Ma dove sei stata?"

"Non sono affari tuoi." - rispose brusca Jade, poi alzò un sopracciglio.

"Che ci fai tu ancora qui?" - domandò infastidita rivolgendosi a Milly, che stava giocando a gambe incrociate sul tappeto.

"Aspetto che la mia mamma venga a prendermi." - spiegò la bambina con il tono di una che la sa lunga.

Proprio in quel momento suonò il campanello.

"Oh salve signora McCartney!" - esclamò Cat aprendo la porta. - "Milly! Vieni c'è la mamma!

La bambina scattò in piedi e si gettò tra le braccia della madre, una signora con dei lunghi boccoli rossastri e gli occhi grigi.

"Ciao piccola mia!" - salutó la figlia prendendola in braccio. - " Grazie Cat. Domani è possibile che chiederò il tuo aiuto di nuovo... dovrò andare da mio marito e sarò via per tutto il giorno."

"Non si preoccupi! Per me è un piacere badare alla piccola Milly, è davvero un tesoro." - disse la ragazza dando una carezza alla piccola.

La donna sorrise alle parole di Cat e posò la bambina nuovamente a terra, in modo da poter mettersi in spalla il piccolo zainetto di Milly.

"Va bene, togliamo il disturbo. Ciao Cat."

"Ciao Cat! Ciao Jade!" - salutó tutta contenta Milly, muovendo la mano.

Jade sussultó nel sentirsi chiamare. Alzò una mano in un imbarazzato cenno di saluto. Non era brava con i bambini... di solito gli metteva paura, ma questa era diversa. Lei sembravano non aver paura di niente.

"Arrivederci." - disse Cat per poi chiudere la porta.

"Scusami Jade... anche domani avremo dei bambini in casa..." - cercó di scusarsi mortificata la ragazza torturandosi le dita.

"Non preoccuparti Cat, è il tuo lavoro." - sbuffó l'altra, passandosi le dita tra i capelli ancora umidi di pioggia.- " Vado a farmi una doccia."

"Va bene, preparo la cena... cosa vuoi mangiare?" - chiese premurosa Cat, saltellando verso i fornelli.

"Io... quello che vuoi"- rispose Jade alzando le spalle e indirizzandosi verso il bagno.

~°~°~°~°~°~°~


Beck mangiava in silenzio il polpettone che giaceva spezzettato nel suo piatto, mentre sua madre lo scrutava sottecchi.

"Qualcosa non va tesoro?" - chiese sorridendo dolcemente al figlio.

"Mh?" - Beck alzò lo sguardo dal piatto, come riscuotendosi da cupi pensieri.

"Ti ho chiesto se c'è qualcosa che non va."

"No mamma, va tutto bene."

La donna alzò un sopracciglio scettica, ma decise di non insistere. Si era accorta che il suo Beck era cambiato. Da quando si era lasciato con Jade, non era più lo stesso ragazzo allegro e spensierato. Certo, lui continuava ad insistere dicendo che era tutta colpa del lavoro, ma lei sapeva che la verità era un'altra. Ad essere sincera Jade all'inizio non le era piaciuta neanche un po'. Arrogante e presuntuosa, con tutti quei piercing e quel trucco nero sulla faccia. La ragazza dal canto suo non aveva fatto nulla per farsi accettare, quindi avevano continuato ad odiarsi cordialmente a vicenda per vari anni. Poi una sera era cambiato tutto. Non lo aveva fatto di proposito -sia chiaro- ma, incamminandosi verso la roulotte di Beck per portargli alcuni abiti puliti, gli aveva visti insieme. Stavano camminando mano nella mano. Così si era accucciata dietro un albero e si era messa ad origliare.

"No Beck io non voglio venire!" - Jade si fermò di colpo, facendo bloccare anche il ragazzo che aveva le dita intrecciate alle sue.

"Ma perché?" - chiese Beck cercando di guardarla negli occhi.

"Perché io non piaccio ai tuoi genitori!" - sbuffò lei sciogliendo le dita da quelle del ragazzo e incrociando le braccia.

"Veramente mio padre crede che tu sia forte." - obbiettò lui.

"Tua madre mi ODIA."

Beck non seppe cosa rispondere.

"Senti Beck, io non lo so come ci si comporta con una madre. La mia non è mai praticamente esistita." - continuò Jade.

Lui le si avvicinò.

"Sono un disastro..." - sussurrò la ragazza mordendosi le labbra e voltando la testa di lato.

Beck le spinse dolcemente il mento con due dita in modo che lo guardasse.

"Ehi, non è colpa tua. Non pensarlo mai. Sei perfetta così, capito?"

La ragazza annuì.

"Ti amo. Non importa di cosa dice la gente di noi. Perché loro non sanno niente ne di te ne di me."

Jade sorrise a quelle parole, arrossendo un poco. Beck la prese per i fianchi avvicinandola a se.

"Ti amo." - sussurrò sulle sue labbra un secondo prima di baciarla.

Così dopo aver sentito quella conversazione aveva cambiato completamente comportamento con Jade. La ragazza era rimasta molto sorpresa quando le aveva chiesto di andare a pranzo da loro per il giorno del ringraziamento.

"Mamma?" - la chiamò Beck sventolando una mano di fronte al suo viso.

"Si?"

"Io vado, sono molto stanco."

"Va bene ci sentiamo domani." - sorrise.

Beck le diede un bacio su una guancia. Il padre, che non aveva staccato gli occhi da un match di hockey alla tv, alzò una mano e diede il cinque al figlio. La donna osservo il ragazzo uscire dalla porta e sospirò.

"Hai visto tesoro?" - chiese rivolta al marito.

"Mh-mh." - rispose l'uomo senza staccare gli occhi dalla tv.

"Beck mi preoccupa, non è più lo stesso... "

"Mh-mh."

"Frank mi stai ascoltando?" - la moglie alzò un sopracciglio.

"Mh-mh."

"E cosa ho detto?"

"Mh-mh."

"FRANK!" - urlò la donna facendo trasalire il marito.

"Amore c'è la partita!" - si lamentò l'altro tornando a rivolgere la sua attenzione all'apparecchio che aveva davanti.

"Non cambierai mai... " - sospirò la moglie alzandosi per sparecchiare.

~°~°~°~°~°~°~

Jade uscì dal bagno con solo l'accappatoio addosso e si diresse verso la sua valigia. Tirò fuori una felpa enorme e un paio di leggins e li gettò sul letto. Chiuse la porta della camera e cominciò a vestirsi. Appena finito chiuse il trolley e lo spinse sotto il letto. Si diresse verso la sua borsa, che Cat aveva dovuto portare nella sua camera mentre non c'era e si mise a cercare il suo portafoglio. Voleva controllare quanti soldi le erano rimasti e vedere se era necessario fare un salto in banca l'indomani mattina. Proprio mentre lo apriva udì un tintinnio. Guardò in giù e vide un piccolo ciondolo rotondo. Si abbassò sulle ginocchia portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Jade sospirò prendendolo e sedendosi sul letto. Era il ciondolo che le aveva regalato Beck. Lo stesso ciondolo che si era strappata via dal collo dopo quella volta che si erano lasciati a casa della Vega. Lo stesso che quella sera gli aveva imposto di togliere. Lo stesso ciondolo che lei stessa non aveva mai smesso di portare con se. Lo metteva sempre nel portafoglio, come portafortuna. Si era autoimposta di non portarlo più al collo e non sopportava che lui lo facesse ancora. La loro storia era finita per sempre e questa volta non avrebbero tentato di ricostruire un rapporto troppo fragile per sopravvivere. Strinse tra le dita la catenina, i suoi occhi chiari guizzavano da una parte all'altra della stanza. Poi si alzò e fu un attimo, non ebbe neanche il tempo di pensare veramente a quello che stava facendo. Con un gesto veloce e rabbioso del braccio scagliò la collana fuori dalla finestra aperta sul letto di Sam. Chiuse con forza la finestra voltandosi in modo da darle le spalle. La loro storia era finita ed era ora che la smettessero di fare i sentimentali. Fece un respiro profondo stringendo forte i pugni, le sue unghie scavavano piccole mezze lune rosse sui suoi palmi pallidi. Si passó le dita tra i capelli, buttando in fuori tutta l'aria che aveva inspirato. Voltò la testa all'indietro, scrutando i vetri della finestra mentre la preoccupazione e il pentimento salivano su per il suo corpo, bloccandosi in gola, formando un groppo che inevitabilmente l'avrebbe portata alle lacrime. Conosceva troppo bene quella sensazione, ed era stanca di piangere, era stanca di tutto. Si obbligò a voltarsi e tornare in cucina da Cat e questa volta neanche una lacrima avrebbe solcato il suo volto.

  
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