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Autore: Sacchan_    02/01/2017    0 recensioni
La Crypton High Institute altri non era che una normale scuola ad indirizzo superiore del circondario.
Come tutte offriva ai suoi studenti la possibilità di aderire a un club scolastico; la mia scelta fu chiara e scontata fin dall'inizio: atletica leggera e il perché era presto detto.
Semplicemente, amavo correre. Da quando ero bambina non facevo altro, correvo e basta. Trovavo impagabile la sensazione che mi dava sentire il cuore che accelerava contro la cassa toracica e il fiato diventare sempre più pesante mentre le gambe si muovevano alla massima velocità. Tuttavia, da circa un anno, avevo abbandonato la corsa ed ero tornata a riprenderla in mano soltanto nell'ultimo periodo, quando poi Rin mi aveva convinto ad aderire al club.
Liberamente ispirata alla Akatsuki Arrival del duetto MikuLuka, partecipa al contest "Autunno, stagione di sport e di amori sotto caduche foglie."
Genere: Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Luka Megurine, Miku Hatsune
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel bagliore del tramonto...
...hai afferrato la mia mano.

"Non voglio!" avevo strillato, a pieni polmoni.
"Ti prego, Miku. Cerca di essere ragionevole." Kiyoteru non sapeva più che pesci prendere per convincermi a correre lo stesso. Lo capivo dal suo viso: si era persino tolto gli occhiali.
"Se Mikuo non è qui che senso ha correre? Aveva promesso che sarebbe venuto a vedermi."
Kiyoteru mi guardava desolato.
"Lo sai che gli esami di Mikuo sono importanti, ne va della sua salute. Non vuol dire che lui in questo momento non ti stia pensando."
"Aveva promesso che sarebbe venuto. Aveva detto che, non importava cosa, sarebbe venuto a fare il tifo per me.
"Non può, lo sai anche tu." Kiyoteru mi aveva afferrato per le spalle, scuotendomi un poco. "Non essere egoista, ti prego." mormorava afflitto.
Negai con il capo: quanto ingenua potevo essere?


Il pomeriggio in cui si svolgeva la staffetta era torbido e assolato. Quella era un'estate calda e afosa, persino dormire durante la notte con il condizionatore acceso risultava difficoltoso.
Lo scopo della giornata era creativo: la staffetta faceva parte del programma di un festival culturale e aveva come obbiettivo la raccolta di fondi per un'associazione dilettantistica.
Della AH School conoscevo solo Miki, mia ex compagna delle medie: una ragazza con lunghi capelli rossi e con una fissa per la musica tecno.
Vi giuro! L'ascoltava ovunque!
Gli altri membri della squadra erano Yuuki Kai, piccolina e di bassa statura, ma le mie informazioni su di lei mi dicevano che non era da prendere sottogamba; Nekomura Iroha di cui avevo solo capito che più che a una ragazza assomigliava a un gatto e infine Yuzuki Yukari.
E se la precedente doveva avere una fissa con i gatti, quest'ultima doveva avere una qualche ossessione con i conigli a giudicare dal cappello con orecchie da coniglio annesse che portava in testa.
"Che fai? Studi le tue avversarie?" mormorò la voce di uomo dietro di me. Mi voltai ben consapevole che poteva appartenere solo a una persona.
"Kiyoteru-sensei!" dovetti quasi trattenermi dal saltargli con le braccia al collo. "Quanto tempo! Come sta?" non ne fui capace, lo assalii prima che potesse tirarsi indietro, arrossendo imbarazzato come era solito fare.
"Per favore, Miku, lo sai che mi imbarazza quando fai così!" mi scrollò di dosso, era rimasto sempre lo stesso. Gli diedi un colpetto sul fianco, come ero solita fare quando ero una sua alunna.
"Da quando sei diventato il supervisore del club di atletica della AH?"
"Mai stato, mi è stato solo chiesto di accompagnare le ragazze oggi, anzi, Miki me l'ha chiesto." tirò fuori gli occhiali che teneva nel taschino per pulire le lenti prima di infilarseli al naso. "Piuttosto cosa mi dici di te? La tua famiglia? Le cose si stanno sistemando?" Kiyoteru aveva lo strano potere di cambiare personalità quando li indossava.
Negai con il capo. Non c'era niente che si stava sistemando. Probabilmente mai sarebbe successo. Tuttavia sorrisi, non era più da me abbattermi. "Sensei, farebbe meglio a restare in disparte e guardare la disfatta della sua squadra." sviai il discorso ridacchiando, proprio nel momento in cui Luka si avvicinò a noi per chiamarmi.
"Miku, vieni? Gumi e Rin hanno già iniziato a riscaldarsi."
Annuii con un cenno del capo, rispondendole che l'avrei raggiunta una volta finito di salutare il sensei.
Kiyoteru lasciò che Luka si allontanasse abbastanza prima di parlare di nuovo.
"Davvero, Miku, se dovessi avere bisogno sai che io ci sono."
Gli sorrisi dolcemente e lo abbracciai con naturalezza: era stato un mio insegnante, sì, ma c'era sempre stata molta complicità fra noi, grazie anche al legame che aveva saldato con mio fratello.
"Va tutto bene." lo rassicurai. "Sono una ragazza forte, mi conosci. Ora vado, non perderti la staffetta mi raccomando."
Sicuramente Kiyoteru non era rimasto convinto dalle mie parole, ma in quel momento non mi andava di parlarne. Perciò raggiunsi Luka, che si stava massaggiando le caviglie.
"Tutto a posto?" le chiesi. "Hai avuto ancora degli strappi muscolari?" afferrai una sua caviglia, strofinandola. Da qualche giorno avevamo preso a farci i massaggi a vicenda, in preparazione alla gara. In quelle occasioni non erano mancate le confidenze fra noi: Luka sembrava aver risolto i suoi problemi personali che l'avevano portata a chiudersi nei miei confronti.
"No, è tutto a posto. Il bendaggio che mi hai fatto funziona bene." rispose lei, muovendo di poco il piede. Le sorrisi, dandole poi una pacca di incoraggiamento sulle spalle.
Iniziammo i nostri esercizi di riscaldamento, almeno fino a quando l'altoparlante annunciò l'imminente inizio della staffetta.
"Pronta?" le domandai, guardandola tendendo una mano aperta verso di lei. Luka mi batté  il cinque.
Luka mi piaceva molto, mi era piaciuta fin da subito: quando i nostri occhi si erano incontrati, studiandosi oltre la rete.
Amava correre più di ogni altra cosa, e questo lo dimostrava ogni qual volta correva. La sua espressione, da impacciata e insicura, mutava, diventando seria e adulta; che si trattasse di una gara o di una esercitazione, prendeva la cosa così seriamente, che spesso mi veniva da prenderla in giro, guadagnandomi i suoi rimproveri.
La vidi sporgersi in direzione degli spalti, sbracciandosi verso qualcuno, sorridente.
"Chi salutavi?" le domandai incuriosita.
"La mia famiglia." rispose lei, imbarazzata. "Ah, è una tradizione. Ogni volta che partecipo a una gara vengono a vedermi, così io li saluto sempre, prima di iniziare. Se non lo faccio ho come paura che le cose possano andarmi male."
Non le risposi: io non ricordavo quando era stata l'ultima volta che un mio famigliare era venuto a vedermi.
"E tu invece? Chi è venuto a vederti?" Luka mi si affiancò, trottando al mio passo; per la gara di oggi aveva legato i suoi capelli in due code laterali, ma le ciocche più corte le sfuggivano ai lati, ricadendole sul davanti.
"Nessuno." le dissi. "Non viene nessun mio famigliare a vedermi."
"Oh..." la vidi abbassare gli occhi, pensierosa. "Mi dispiace."
Scrollai appena le spalle, sorridendole.
"Non importa, non è così importante, non credi?"
"Uhm..." immaginai che volesse dirmi altro, ma non c'era il tempo: la staffetta era sempre più imminente.
Ognuna di noi prese posto nella relativa zona di scambio, soltanto Gumi e Nekomura si presentarono al blocco di partenza, dove ricevettero i testimoni.
Un uomo, addetto allo staff, si occupava di fare da starter; un'altra ragazza, volontaria, controllava che non ci fossero irregolarità e che rispettassimo le posizioni sulle linee tracciate per terra.
Accanto a me sentii Miki fischiare; mi voltai per l'ultima volta indietro, in direzione di Luka, che, accortasi della cosa, sollevò un braccio in alto.
Annuii, capendo alla perfezione cosa voleva dirmi.  
Lo sparo rimbombò nell'aria, arrivando nitido persino alla mia postazione; dagli spalti e dai piedi del campo la folla iniziava a gridare esaltata, in un caos di voci che non riuscivo a cogliere.
Ma tanto nessuno starà chiamando il mio nome...
Colpii il piccolo triangolino bianco a terra, simbolo dell'inizio della zona di precambio, con la punta della scarpa in un gesto di frustrazione.
Cercai di allontanare da me quel pensiero, focalizzandomi solo sulla gara.
Immaginai Gumi, mentre scattava dal blocco di partenza verso la prima curva, dove dietro l'aspettava Rin; Vidi Rin, lottare contro la sua avversaria nel primo rettilineo; pensai a Luka, mentre manteneva la collocazione guadagnata e percorreva la seconda curva alla massima velocità che riusciva a dare.
"Beh, ci vediamo al traguardo." udii d'un tratto al mio fianco.
Vidi Miki già in posizione e scattare: questo significava che eravamo indietro? Che le nostre avversarie ci avevano distanziato? Mi chiesi dov’era Luka e perché ancora non chiamava il mio nome. Mi concentrai ancora di più sui suoni, ma niente.
Già, nessuno chiama più il mio nome da tempo...
Mi colpii una guancia da sola: no, non era quello il motivo. Non potevo sovrapporre i miei problemi personali alla gara, avevo deciso che non l'avrei più fatto.
"Miku!"
Il mio nome si librò nell'aria, risvegliandomi dal mio flusso di pensieri; davanti a me Miki e Yuzuki avevano appena realizzato il loro cambio.
Mi mossi in avanti, più veloce che potevo, proprio come negli allenamenti.
Il nostro accordo era che nei soli dieci metri che avevo a disposizione, prima di poter afferrare il testimone, sarei arrivata alla stessa velocità cui stava correndo Luka, in cambio lei non avrebbe decelerato nemmeno per un secondo.
Mi sarebbe costato uno sforzo enorme adeguare la mia stessa rapidità alla sua in soli dieci metri, ma questo era l'unico metodo che avevamo trovato per far sì che il nostro cambio avvenisse nel minor tempo possibile. Strinsi i denti, mentre avvertivo con quanta resistenza i miei muscoli si opponevano a ciò che io stavo imponendo a loro.
"Hop!" gridò Luka dietro di me, proprio nel momento in cui entrai nella zona del cambio. Era il momento: allungai il mio braccio sinistro all'indietro, tendendo la mano aperta e con il polso ruotato verso l'alto. Il testimone mi venne poggiato proprio sul palmo da una Luka che sembrava più sfinita del solito: evidentemente, durante la corsa, c'era stato un qualche tipo di problema.
Chiusi le dita su quel tubo circolare e freddo.
"Vinceremo sicuramente." le bisbigliai, strappandole il testimone di mano: il cambio era riuscito.
La sentii cadere a terra, dietro di me, mentre concentrai tutta la mia forza verso l'avversaria: dovevo raggiungerla e dovevamo vincere.
Velocizzai la mia andatura, spingendola al massimo, recuperando il distacco che Miki si era procurata.
Non potevo risparmiarmi niente in quei 100 metri, tuttavia avevo accelerato fin dalla partenza: sarebbe stato arduo correre a velocità sostenuta fino alla fine.
Riuscii ad affiancarmi a Miki con molta fatica, in qualche modo persino a superarla.
La linea del traguardo era vicinissima, entrambe buttammo il torace in avanti per guadagnare secondi preziosi; infine sprofondammo a terra, respirando a fondo e inalando quanta più aria potevamo. Un tabellone, posto in alto al centro degli spalti, evidenziò le nostre tempistiche e sottolineò il mio nome come vincitrice.
"Tu... non sei umana." boccheggiò Miki alla mia destra, piegata sulle ginocchia.
Mi sdraiai a terra, con la pancia all'aria.
"Miku!"
Qualcuno mi investì, precipitandosi e cadendo proprio sopra di me. Luka mi abbracciò forte, buttandomi le braccia dietro al collo.
"Ce l'hai fatta!" gridò contro il mio orecchio.
La abbracciai a mia volta, udendo i boati della folla.
"Realizzare un passaggio di testimone proprio all'inizio della zona di cambio, sfruttando i soli dieci metri iniziali per raggiungere la massima velocità. Non l'avevo mai visto fare da nessuno." Yuzuki aiutò Miki a rimettersi in piedi. "Ho visto tutto, ti meriti proprio l'appellativo di Diva."
Scompigliai i capelli a Luka, già disordinati di suo.
"Non sarebbe stato possibile senza questa qui."
Miki scrollò la polvere che le si era attaccata alle caviglie.
"Ai Giochi Autunnali voglio la rivincita, sappiatelo."
Non le risposi, non avevo nemmeno la certezza che avrei partecipato.
"L'avrai!" esclamò Luka per me. "Perché io e Miku gareggeremo anche ai Giochi Autunnali, vero Miku?"
Non sapevo come dirlo, mi limitai ad annuire col capo.
"Ragazze!" ci chiamarono Gumi e Rin, cavandomi d'impiccio a quella situazione.
"Sono davvero dispiaciuta." si scusò Gumi. "Non sono riuscita ad affrontare al meglio la prima curva."
"Non pensarci nemmeno." le diedi una pacca amichevole sulla spalla. "Ce l'abbiamo fatta, no?"
Ci stringemmo in cerchio, consapevoli che quella era stata una vittoria di gruppo; non ricordavo da quanto tempo mi divertivo così tanto semplicemente per aver preso parte a una gara. Nell'ultimo periodo esse avevano perso di significato.
La giornata terminò con la consegna del premio; incitai Luka per andarlo a ritirare, con l'approvazione delle altre ragazze. Il premio consisteva in un attestato che avremmo sicuramente donato al nostro club di atletica.
Infine, ognuna di noi, salutò le altre.
"Ci vediamo lunedì agli allenamenti!" gridarono Rin e Gumi, mentre ci salutavano da lontano. Erano due piccole sagome scure che si allontanavano contro il cielo ambrato del tramonto.
Trattenni a fatica uno sbadiglio, poi mi sentii afferrare una mano.
"Vieni, corriamo!" esclamò Luka.
"Ma non sei ancora stanca?" per tutta risposta, lei ridacchiò.

Sprofondammo nell'erba, ai piedi di una collinetta, dove una recinzione a filo spinato ci vietò di passare oltre.
Le nostre mani erano ancora giunte, qualcosa impediva ad entrambe di schiuderle e lasciare la presa.
Stavamo bene così.
"Ti ringrazio." mormorò Luka, guardando in alto. "Ritirare il premio è stato davvero bello." girò il viso dalla mia parte. "Grazie per avere mantenuto la promessa."
Le sorrisi, sdraiandomi su un fianco.
"Stavolta non ti dichiarerai a nessuno?"
Luka si tirò su a sedere, abbracciò le ginocchia e sprofondò il mento in esse.
"Non ho nessuno a cui dichiararmi, stavolta. Mi bastava solo vincere."
Risi piano e delicata.
"Hai uno strano modo per esporre i tuoi sentimenti."
Mi scrutò sia dubbiosa sia accigliata.
"Perché, scusa, tu come ti faresti accorgere dalla persona che ti piace?"
Mi battei una guancia con un dito, pensierosa.
"Competerei con lei in ciò che le piace."
Ci guardammo entrambe, per poi scoppiare a ridere all'unisono.
"Sei davvero strana, voglio dire: chi mai ragionerebbe in un modo così complicato?"
"Non è complicato! Ma, suppongo che ognuno abbia i propri modi per mostrare i sentimenti."
"Io preferisco i modi un po' più diretti." finì di ridere lei. "Ma questo perché, di solito, sono davvero tarda in queste cose." terminò la frase con una risata.
La abbracciai stretta, in un contatto intimo e personale; totalmente differente da quelli che eravamo solite scambiarci durante gli allenamenti o sul campo da corsa.
"Anch’io volevo ringraziarti. Perché mi sono davvero divertita, oggi." le sussurrai, abbassando la voce: eravamo entrate in un mondo tutto nostro, lì sdraiate, con quella recinzione che non ammetteva di essere oltrepassata, fatto di silenzio e confidenze scambiate.
"Tuttavia!" esclamò lei, puntellandomi un indice contro la fronte. "Non pensare che avrai vittoria facile ai Giochi Autunnali! Detieni ancora un record che ho intenzione di superare!"
Mi accarezzai la fronte con una mano mentre lei mi guardava ostinata e competitiva.
"Sei davvero fissata." ridacchiai.
"Ti darò filo da torcere, vedrai. Anzi ti sorpasserò!" ghignò. "E non farai più tanto la spavalda."
Le presi entrambe le mani, tirandola su. Intrecciai le mie dita fra le sue portandomele vicino al petto.
"E io voglio davvero che tu ci provi, questa volta devi essere tu a promettermelo." Mormorai; qualcosa mi pizzicava gli occhi, facendomeli stringere più del dovuto.
Vidi i suoi grandi occhi azzurri sgranare appena, per poi abbassarsi su di me pieni di risoluzione.
"Bene." sospirai sollevata. "Torno verso casa. Ci vediamo lunedì."
Lasciai andare la stretta delle nostre mani, mentre correvo giù dalla collinetta; dentro la tasca dei miei pantaloni il cellulare vibrava, fastidioso e costantemente.


Note d'Autrice:
We'll keep on striding hurry straight to the goal now, Running! High climax of emotion! Feel the wind, pass the time, let it go! Run until you run out your breath!
...
Sì, ok... stavo canticchiando la opening di Prince of Stride:Alternative! Mai visto? Era un anime dove dei corridori si esibivano in una staffetta su strada. Inutile dirvi quanta ispirazione mi ha dato ahaha xD
Comunque...
Nel bagliore del tramonto hai afferrato la mia mano: è una line che proviene dalla bellissima Six Trillion & Overnight Story di IA.
SFA2Miki, Yuuki Kai, Nekomura Iroha, Hiyama Kiyoteru e Yuzuki Yukari sono tutti vocaloid distribuiti dalla AH Software.
Mikuo: la variante maschile di Miku xD
   
 
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