Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: benzodiazepunk    03/01/2017    1 recensioni
Frank e Gerard, due ragazzi dalle vite completamente opposte che si incontreranno, o meglio scontreranno all'improvviso, negli anni '40 del XX secolo.
Il primo in cerca di indipendenza e di un posto nel mondo, il secondo scontento della sua vita e plagiato da un padre autoritario.
Quando poi la forte stratificazione sociale, i pregiudizi e una guerra imminente si aggiungeranno ai loro problemi, il loro incontro migliorerà o meno le loro vite?
---Aggiornamento ogni mercoledì---
______________
QUESTA STORIA NON MI APPARTIENE MA E' STATA SCRITTA DA MCRmichi UTENTE DI WATTPAD DA CUI HO AVUTO IL CONSENSO DI PUBBLICARLA SU EFP. TUTTE LE IDEE APPARTENGONO A LEI.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'SCAR'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                       

 
CAPITOLO DECIMO
 
 

Quando Gerard aveva chiesto a Mikey se fosse disposto ad andare con lui alla partita di golf, quello aveva accettato con entusiasmo.

"Ma sì, certo che vengo, sarà un' ottima occasione per conoscere i tuoi colleghi. Me li immagino già: lì sul prato con le loro mazze di ottanta tipi diversi, che scelgono accuratamente la posizione delle braccia per tirare mentre parlano di quanto fosse buono il caviale che hanno mangiato l'estate prima alle Hawaii. Sarà già tanto se riuscirò a non scoppiare a ridere in faccia a qualcuno. Sarà divertente" dichiarò il fratello allegro.

"Sì sai, sono esattamente quei tipi di persone. Con te lì sarà meno pesante. Ma non farmi fare figuracce ok?"

"Ma quali figuracce? E poi che ti importa scusa? Sono solo colleghi, non devono essere per forza tuoi amici"

"Già, però forse verrà una certa Lizzy e io apprezzerei ..."

"Ohoo, quindi c'è di mezzo una ragazza!" lo interruppe Mikey. "Tranquillo, niente figuracce o racconti d'infanzia imbarazzanti. Non è proprio il mio stile quello. Andrà benissimo" concluse il ragazzo.

Gerard sperava davvero che suo fratello non lo rendesse ridicolo davanti a Lizzy. Di solito non era uno che parlava troppo, ma era stato comunque meglio mettere in chiaro le cose.

Il giorno seguente passò lentamente. Gerard aiutò Mikey a ridipingere il bagno: anche se loro padre aveva insitito tantissimo per assumere un imbianchino loro avevano voluto farlo da sé. Non c'era sempre bisogno di farsi fare le cose dagli altri. Comunque alla fine arrivò l'ora di andare a dormire, e prima di coricarsi Gerard ricordò al fratello che la mattina dopo avrebbero dovuto alzarsi presto. 
 

"Mikey! Mikey, sei sveglio?" Gerard bussò alla porta del fratello.

"Sì, sì, sono sveglio. Mi vesto e scendo"

Intanto Gerard preparò un paio di toast con la marmellata e due tazze di caffè, e dopo dieci minuti i fratelli Way erano seduti al tavolo che facevano colazione.

"Prendiamo un taxi?" Chiese Mikey sorseggiando la bevanda calda.

"Sì, direi di sì. Il club è troppo lontano per andarci a piedi"

Così, terminata la colazione, presero le borse e chiamarono un taxi che nel giro di un quarto d'ora li lasciò davanti all'entrata del campo da golf.

"Vieni, entriamo, probabilmente sono già tutti dentro" disse Gerard spingendo la porta a vetri e lasciando entrare il fratello.

"Hei! Gerard, siamo qui!" Il ragazzo si voltò: Mark si stava sbracciando nel tentativo di farsi vedere.

"Sembra simpatico" affermò Mikey con sguardo eloquente.

"Sì, be, lo è. In parte..."

"Un po' su di giri eh?"

"Esatto, sì"

I due fratelli raggiunsero Mark e Stephen che, come aveva previsto Mikey, avevano due borse per ciascuno stracolme di mazze di ogni genere.

"Andiamo?" Chiese Mark raggiante senza aver ancora notato Mikey.

"Mark, Stephen, lui è Mikey, mio fratello" lo presentò Gerard.

"Ah quindi sei tu il famoso Mikey Way! Ho sentito molto parlare di te! Soprattutto da tuo padre" affermò Mark.

"E cosa hai sentito di preciso? Vedi, mio padre non parla spesso di me, e se lo fa non dice buone cose" rispose Mikey, assumendo un' aria 
incuriosita.

"Ma no ti sbagli! Sono sicuro che anche tu come Gerard ti sarai diplomato velocemente! Ora che università frequenti?"

Gerard lanciò un' occhiata al fratello, notando subito che non era scoppiato a ridere in faccia a Mark per miracolo, ma fu il solo ad accorgersene.

"No, no. Veramente sei in errore. Io non ho finito il college 'velocemente' , anzi, devo ammettere che sono stato piuttosto pigro durante quegli anni. E no, ora non frequento un' università, ma sto frequentando l'accademia, sai per diventare un ufficiale dell'esercito" Mikey adorava mettere le persone in soggezione, e la storia dei suoi studi aveva sempre un grande successo tra gli amici di suo padre. Sapeva perfettamente che a nessun ricco altezzono piaceva avere a che fare con 'rozzi soldatacci' , come li chiamavano. Sembrava che l'unica carriera adatta a un uomo rispettabile fosse quella degli affari, ma a Mikey non era mai importato niente di quello che pensavano gli altri. Anche suo padre lo disprezzava per la sua scelta di intraprendere la carriera militare, per questo non parlava mai di lui.

Gerard rise internamente della figuraccia che Mikey aveva fatto fare a Mark. Anche a lui davano fastidio gli atteggiamenti arroganti e da lecca piedi che assumevano tutti quelli che conosceva.

"Comunque piacere di conoscervi" concluse Mikey con un sorrisetto sulle labbra che voleva dire 'ho chiaramente vinto io'.

Dopo questa conversazione piuttosto pesante, si avviarono verso i campi da golf, Mark e Stephen davanti e i fratelli Way dietro.

"Dov'è la tua amica, G?"

"La mia che? Ohh! Vuoi dire Lizzy. Non lo so, ma nessuno mi aveva detto che sarebbe venuta, l'ho solo intuito io. Sai, è quel tipo di donna che sta sempre appiccicata a più uomini possibile"

"Appiccicata a quei due coglioni? Naaah! Quella sta di sicuro dietro a te"

"Pff, non la conosci, Mikey" inarcò le sopracciglia Gerard.

"Staremo a vedere" gli sorrise di rimando il fratello.

Arrivati nel luogo stabilito, iniziarono tutti a tirare fuori le loro mazze. Stephen e Marcus ci misero venti minuti a scegliere quella più adatta: calcolavano la distanza della buca, la forza del vento, la presenza di ostacoli come alberi o laghetti, insomma: tutto. Invece Gerard e Mikey scelsero una delle due mazze che avevano per ciascuno, il che fu molto veloce.

"Allora Gerard, come ti trovi nell'azienda di tuo padre? Ormai è un po' che lavori con noi, dovresti esserti già fatto un'idea" Chiese Stephen mentre Mark calcolava la forza con cui colpire la pallina.

"Già, come ti trovi G?" Gli fece eco Mikey, come se fosse un invito ad essere sincero e a non mentire solo per essere gentile.

"Be, diciamo che... me lo aspettavo diverso, ecco. È un lavoro monotono e ripetitivo, noioso direi. Non lo so... forse non fa per me" concluse Gerard lanciando la sua pallina completamente fuori campo, dopo che Mark ebbe fatto un tiro precisissimo. Gerard guardò il puntino bianco atterrare nella polvere fuori campo con sguardo annoiato.

"Davvero? Insomma, pensavo che essendo il figlio del padrone per te sarebbe stato tutto più facile. Cose come ottenere un aumento o un ufficio più bello non dovrebbero essere un problema, no?" Continuò Mark.

Per poco Mikey non scoppiò di nuovo a ridere, ma mascherò la cosa con un paio di sonori colpi di tosse. Era evidente che stava pensando qualcosa come 'tutto più facile? Forse non conoscete nostro padre'.

"No, no. Non sono problemi quelli, ma vedete, ottenere un aumento o un ufficio migliore non sono esattamente i miei obiettivi di vita" rispose Gerard in tono piatto, ricevendo uno sguardo di approvazione dal fratello.

"Ah" replicò Mark un po' deluso.

"E... e quali sono i tuoi obiettivi di vita?" Continuò scambiandosi uno sguardo divertito con Stephen.

"Magari combattere per la patria?" Entrambi scoppiarono a ridere.

"Scusa, scusa Mikey!" Tentò di dire Mark tra le risa. "Ma stavo cercando di immaginarmi Gerard in divisa e con un fucile" e tornò a ridere.

Mikey alzò le sopracciglia e guardò Gerard pensando chiaramente che quei due avessero dei seri problemi.

"Veramente ancora non lo so quali sono i miei obiettivi" replicò Gerard seriamente e interrompendo le risate dei colleghi. "Sì, credo proprio di dover ancora trovare la mia strada. Ma una cosa la so: la mia strada sarà certamente diversa dalla vostra" affermò con decisione in tono quasi arrabbiato, come ogni qualvolta qualcuno parlasse male o deridesse suo fratello. Mikey intanto stava guardando Gerard: sembrava soddisfatto e fiero che il fratello fosse riuscito a ribellarsi a quel genere di ambiente altezzoso e arrogante.

"D'accordo d'accordo, basta così tigri" li richiamò una voce femminile da dietro. Era Lizzy, che a quanto pare aveva osservato la scena da lontano.

"Lizzy! Non sapevo saresti venuta!" Finse stupore Mark.

"Sì, be, ho pensato di fare un salto per salutarvi. Per fortuna sono arrivata appena in tempo per fermare un litigio eh?" guardò Gerard, squadrandolo visibilmente dalla testa ai piedi e facendolo arrossire di colpo. Non seppe fare altro se non deglutire e cercare di ricordarsi di respirare. Nessuna ragazza gli aveva mai fatto quell' effetto, mai.

"D'accordo ora devo andare, ok?" Chiese la donna senza staccare lo sguardo da Gerard. "E tu fai il bravo" gli sussurrò all'orecchio dopo averlo afferrato per il colletto della maglia.

Gerard rabbrividì e rimase lì impalato, senza dire niente. Poi la ragazza se ne andò e rimasero tutti a fissarla finché non fu sparita.

Tutti tranne Mikey, che continuava a guardare Gerard con un sorrisetto sul volto e un sopracciglio alzato.

"Non sta attaccata a te?" Chiese, sconcertato dalla ingenuità di suo fratello, mentre stavano tutti mettendo via le mazze per andare a pranzo. "G, quella ti ha squadrato per tutto il tempo e non ti ha mai tolto gli occhi di dosso"

"Eddai Mikey!"

"Cosa c'è?!" Chiese divertito. "È solo la verità! Comunque ti guarda come se fossi la sua preda, sembra che ti voglia azzannare da un momento all'altro, io starei lontano da lei fratellino, le donne come quella di catturano e poi ti lasciano ferito e sanguinante appena hai smesso di divertirle. Sul serio. Lasciala perdere" 
"Credo che tu sia un po' esagerato, Mikey" rispose Gerard distrattamente.

"Come vuoi. Io se fossi in te mi ascolterei"

"Poco modesto eh?"

"Ne ho sperimentate di ragazze come quella: perdono il loro fascino nel momento in cui capisci davvero che sono solo dei gusci senza cervello. Comunque prima sei stato a dir poco fantastico! Li hai lasciati proprio a bocca aperta quando hai criticato i loro preziosi 'valori' : stipendio, uffici più grandi... ma che razza di uomini sono?"

Intanto stavano camminando verso il ristorante dietro Mark e Stephen, attenti a non farsi sentire.

"Sai Mikey, da quando abbiamo parlato l'altro giorno mi sono reso conto di un po' di cose, per esempio dell'assurdità delle cose che spesso dice papà. Oppure del fatto che il mio lavoro non mi piace per niente"

"Sì vero, di che altro abbiamo parlato? Ah già, di ragazze e.. oh sì, delle tue avventure nei bar" e si mise a ridere.

"Oh sì, a proposito di quella storia. Sai, l'altro giorno mentre tornavo dal lavoro, sono passato nel solito viale, hai presente? Quello dove ci sono tutti quei senzatetto sulle panchine"

"Sì, certo, ricordo"

"Bene. Mentre camminavo, ho visto un ragazzo su una panchina, anche lui un barbone. Ma sembrava troppo giovane per essere già in quelle condizioni, così mi sono avvicinato, lui si è mosso, e sul braccio indovina cosa ho visto?"

"Un tatuaggio porno?" Scherzò Mikey.

"No" ribattè Gerard ignorando l'ultimo commento del fratello con un sorriso. "c'era un lungo taglio. Dal gomito alla mano, cominci a capire?"

"Vuoi dirmi che hai incontrato per caso il tizio che hai ferito nel bar?"

"Sì, esatto, e sembrava davvero arrabbiato con me, non voleva assolutamente parlarmi. Allora mi sono offerto di dargli dei soldi per andare a farsi sistemare il braccio e lui..."

"Perché scusa, che aveva il suo taglio?" Lo interruppe Mikey. "Voglio dire, è passato un po' di tempo dall'incidente, avrebbe dovuto essere già chiuso"

"Sì, non era aperto, cioè non sanguinava. Però era tutto viola, con delle diramazioni nere"

"Nere?!" Esclamò Mikey, sconvolto. "Sai che vuol dire? Vuol dire che quel ragazzo ha il braccio che sta andando in cancrena! "

"Per questo gli ho dato dei soldi per andare in ospedale. Probabilmente non ha una assicurazione medica"

"Gerard!" Esclamò Mikey fermandosi di colpo. "Se il tessuto comincia a necrotizzarsi, quel ragazzo potrebbe perdere il braccio, e se si espande morirà!"

"Avanti Mikey, non essere fatalista" rise Gerard.

"Sai quanti soldati sono morti a causa di infezioni che hanno portato a necrosi? È la prima causa di morte dopo la morte sul campo nell'esercito"

"D'accordo, allora cosa? Più che dargli dei soldi non saprei che altro fare per lui" Gerard era scettico. Da come si era comportato quel ragazzo, Frank, era evidente che non volesse avere niente a che fare con lui.

I due ripresero a camminare.

"Dargli dei soldi per curarsi una necrosi è come sparare in faccia a uno e poi dargli un fazzoletto per fermare l'emorragia. Cercalo G. Cercalo e aiutalo ad affrontare la cosa. Dopotutto è tutta colpa tua se si trova in questa situazione, tu l'hai ferito, e tu l'hai lasciato lì sanguinante. Glielo devi" concluse Mikey guardandolo affettuosamente.

Gerard era rimasto un po' scioccato dal discorso del fratello, non se lo aspettava. Però forse aveva ragione, e avrebbe seguito il suo consiglio: lo avrebbe cercato.

Il pranzo passò velocemente al ristorante del golf club. Per la maggior parte Marcus e Stephen parlarono per conto loro, e lo stesso fecero Gerard e Mikey. L'atmosfera si era fatta pesante, così al pomeriggio i due fratelli si congedarono e i colleghi non si opposero. Probabilmente pensavano che sarebbe stato più rilassante continuare senza di loro. 
Gerard e Mikey ripresero un taxi e tornarono a casa.

Quella sera Gerard fece fatica ad addormentarsi. Aveva un pensiero fisso in testa che lo tormentava ma che non riusciva ad individuare. Il suo sonno fu agitato e costellato da incubi, ma nonostante tutto, la mattina dopo si svegliò piuttosto riposato.

Durante la notte aveva riflettuto, ed era arrivato alla conclusione che doveva assolutamente trovare e aiutare Frank, quello che gli era successo era tutta responsabilità sua.

Così si alzò di buon ora: non aveva idea di come trovarlo, ma se avesse dovuto girare per tutti gli ospedali in cerca di 'un ragazzo sui vent'anni con un braccio necrotizzato' lo avrebbe fatto. Quando Gerard si metteva in testa una cosa era difficile che si arrendesse.

Cominciò con gli ospedali e le cliniche vicine al bar in cui era successo il fatto, ma nessuno fu in grado di aiutarlo. Così si avvicinò sempre più al centro della città, fino a quando non arrivó nell'ospedale più vicino al centro.

"Mi scusi signorina" cominciò il ragazzo rivolto all'infermiera all'ingresso.

"Deve fare la fila per essere ricevuto"
Rispose quella senza nemmeno alzare lo sguardo dalle scartoffie che aveva di fronte.

"No, io non devo essere ricevuto dal dottore, volevo soltanto sapere se..."

"Deve mettersi in fila signore" lo interruppe la donna.

"Senta, non sono qui per essere curato ok? Voglio solo sapere se negli ultimi giorni è venuto un ragazzo..." replicò Gerard appoggiandosi con entrambe le mani al bancone.

"Come glielo devo dire? Deve fare la coda" insistette l'infermiera.

Gerard sospirò facendo ciondolare la testa verso il basso. Poi si tirò su e andò a sedersi insieme ad altre cinque persone.

Passò un'ora. Passarono due ore. E finalmente alle quattro del pomeriggio, quando Gerard fu rimasto da solo, il dottore uscì da dietro una tenda e lo guardò dicendo "Prego, venga di qua". Gerard si alzò.

"Veramente ho dovuto aspettare due ore solo per poter chiedere se per caso negli ultimi giorni è passato un ragazzo sulla ventina con un brutto taglio sul braccio, ma penso che come tutti gli altri ospedali in cui..."

"Ragazzo sulla ventina eh?" Lo interruppe il dottore. "Taglio sul braccio... sì, sì. Non molto alto? Capelli corti scuri?"

"Sì esatto, si chiama Frank" confermò Gerard incredulo.

"Allora è proprio il suo uomo. È da questa parte. Vuole vederlo?"

"Sì, certo, gliene sarei molto grato"
Finalmente ce l'aveva fatta, non poteva quasi crederci.

Il dottore gli fece strada fino a un corridoio appartato, poi gli indicò la porta giusta e lo lasciò solo. Gerard bussò, ma non rispose nessuno. Tentò di nuovo. Ancora niente. Dopo tutta la fatica che aveva fatto per trovarlo non se ne sarebbe andato via senza averlo visto, così aprì la porta con cautela ed entrò.

Frank si rigirò nel letto. Non appena lo vide sembrò molto stupito.

"Ciao Frank" lo salutò Gerard con sguardo incerto. Non sapeva come il ragazzo avrebbe potuto reagire alla sua visita. L'ultima volta che si erano visti non era stato molto amichevole.

"Tu?!" Frank si mise seduto, stando sempre molto attento alla posizione del braccio dolorante. "C-come diavolo mi hai trovato?" Chiese freneticamente.

"Ho girato qualche ospedale, sai, tipo tutti tranne quello in cui eri ricoverato tu" disse avvicinandosi al letto ma restando sempre in piedi.

Anche quel giorno Gerard era vestito di tutto punto, ma non troppo elegante. Non voleva essere chiamato 'riccone' come l'ultima volta.

Frank accennò una risata, ma tornò subito serio.

"E per quale motivo sei venuto qui? Per farmi di nuovo credere di essere un tipo amichevole e poi mollarmi qui? O per far sfoggio delle tue possibilità economiche e lasciarmi altri soldi? Oppure per fare il crocerossino e fingere ipocritamente di essere preoccupato per me?" A quanto pareva Frank gli aveva sbattuto in faccia i pensieri dei suoi ultimi giorni.

"Non arrabbiati, niente di tutto questo. Ho solo pensato che sono stato un idiota a pensare di poter riparare a quello che avevo fatto dandoti solo degli stupidi soldi" disse sinceramente Gerard afferrando una sedia e sedendosi accanto al ragazzo.

"E cosa farai allora? Starai qui al mio capezzale fino a quando non passerò oltre tenendomi la mano?" Sembrava che la conversazione stesse andando sempre peggio.

"Ma perché sei così ostile nei miei confronti? Senti Frank, io sono qui per scusarmi, per aiutarti a uscire da questa situazione in cui IO ti ho messo. Te lo devo"

"Già, be, come vedi non so se riuscirò a cavarmela, con o senza il tuo aiuto" affermò Frank mostrandogli il braccio sempre più annerito.

"Non preoccuparti, mi informerò sulle cure migliori e vedrò di trovare una soluzione" rispose Gerard, che alla vista della necrosi per poco non svenne.

"Ma perché fai questo per me? Non potresti semplicemente fregartene? Non hai responsabilità tu, né mi devi qualcosa. Lasciami qui, tanto a nessuno importerebbe se io morissi" dichiarò Frank girandosi dall'altra parte.

"Non dire così. C'è sempre qualcuno che ti vuole bene al mondo. Sempre"

"Bè, mi dispiace distruggere le tue illusioni, ma non nel mio caso. Mio padre è morto e mia madre mi ha abbandonato pur sapendo che non avevo più un tetto sopra la testa"

Ci fu qualche istante di silenzio imbarazzante, poi Gerard gli rispose:
"Allora non vedo quale sia il problema. Lascia che io ti dia una mano, se non hai nessun altro perché dovresti rifiutare di avere a che fare con me?"

Frank non rispose, probabilmente era troppo orgoglioso per farlo, ma neanche si oppose. Passarono alcuni attimi di silenzio.

"Allora Gerard Way, scusa se a volte sono scorbutico. Questo non sono davvero io. Ma la vita là fuori è dura, e non c'è tempo per essere gentili" ma questo slancio di sincerità terminò subito. "Cosa fai nella vita? Il mantenuto? Oppure vivi di rendita?" Nella sua voce sempre un tono di impazienza.

"No, veramente lavoro. Ho un posto in banca. Nella banca di mio padre"

"Oh! Quindi sei un raccomandato!" Scherzò Frank. Ma stava scherzando oppure era serio? Gerard non riusciva a capire il modo di comunicare di quel ragazzo.

"In un certo senso sì, ma non credere che mi piaccia. Detesto il mio lavoro, è noioso, ripetitivo e non giova a nessuno"

"Almeno un lavoro tu ce l'hai" rispose Frank seccamente.

"Perché, tu no?"

"La sera in cui ci siamo presi a botte nel bar, io ero appena stato licenziato insieme a tutti gli altri operai del mio cantiere. E poi con il braccio fasciato nessuno voleva assumermi, soprattutto a causa della imminente stagione estiva. Così ho finito i soldi e sono finito in mezzo a una strada. Abbastanza commovente la mia storia?" Frank sembrava di nuovo scontroso.

"Sì, quanto basta direi" Gerard stette al gioco di Frank.

Seguì un altro silenzio imbarazzante.

"Allora... ti fa tanto male?" Chiese Gerard un po' a disagio guardandogli il braccio e cercando di rompere quel silenzio.

Frank si osservò la ferita e alzò le spalle.

"Quanti anni hai?" Tentò ancora Gerard.

"Venti. Tu? No, aspetta non dirmelo. Secondo me ne hai... mmh... ventitré?"

"Ci sei andato vicino. Ne ho venticinque"

Frank annuì.

"Quindi facevi il muratore prima?"

"Sì, sì. Ho fatto il college ma non avevo soldi per l'università. Quindi ho dovuto accontentarmi di quello che ho trovato"

"Mi dispiace per il tuo licenziamento sai, è per quello che ti trovavi nel bar. Ma perché dopo che ti ho ferito non sei venuto in ospedale?" Chiese Gerard.

"Sono venuto. E quei pochi soldi che avevo me li hanno succhiati via. Mi hanno cucito il taglio e il dottore mi ha detto di tornare per togliere i punti, ma non volevo sprecare altri soldi, così me li sono tolti da solo, ma come vedi non è stata una buona idea"

"No per niente direi" replicò Gerard senza pensare.

"Non metterti anche tu a farmi la predica" Sbottò Frank evidentemente stufo di rimproveri.

Ma prima che Gerard potesse replicare, entrò l'infermiera.

"Signor Iero, le pastiglie. E mi dispiace ma il suo amico deve andare: l'orario delle visite è finito"

Frank e Gerard si guardarono per un attimo, lo sguardo di Frank ancora duro. Poi Gerard si alzò e oltrepassò la porta. Si girò appoggiando una mano al capostipite, e disse solo:
"Ciao Frank" ma quello non rispose, continuò solo a fissarlo mentre l'infermiera cercava di ottenere la sua attenzione.

Gerard tornò a casa senza sapere se sarebbe mai riuscito a non farsi più odiare da Frank.

 







Note.
Approfitto di questo piccolo spazio per augurare Buon Anno a tutti coloro che leggono questa storia! :D che il 2017 porti novità e felicità a tutti!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: benzodiazepunk