Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ferao    26/05/2009    7 recensioni
- Cos’è quello, Bunbury? - domandò a bassa voce Evangeline, vedendo arrivare Percy.
Bunbury smise di osservare un gruppo di maghi e puntò gli occhi da avvoltoio sul ragazzo. - Temo sia lo sposo, Evangeline.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Una brezza lieve' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Profumo di mela



Se c’era una cosa che Percy detestava, oltre che la mancanza di rispetto per l’ortografia, era dover prendere l’ascensore per arrivare al suo ufficio. Non tanto per l’ascensore in sé, non era certo di quelli che si fanno prendere dal panico non appena il pavimento sembra non stare più al suo posto; ciò che non sopportava era incontrare nell’ascensore delle persone. Sentire il suo corpo, la sua veste a contatto con i corpi e le vesti di tanti altri maghi e streghe gli riusciva insopportabile. Lui, vissuto per vent’anni in una casa insieme ad altre otto persone, non riusciva ad abituarsi al contatto con gli estranei.
Per questo cercava di trovarsi al lavoro la mattina presto, quando ancora non c’era affollamento. Gli altri pensavano fosse per solerzia, ma non avrebbero potuto immaginare quanto Percy odiasse trovarsi immerso tra la gente. Quel giorno, poi, era ancora più di malumore del solito. L’avventura notturna con Minnie gli aveva fatto più male che bene.
Anche la segretaria se n’era accorta; quando arrivò non lo salutò nemmeno, ma iniziò subito a lavorare, e si affacciò solo una volta per dirgli che erano arrivati i candidati per il posto di archivista.
E sia, allora… Vediamo un po’ quante brillanti carriere nascenti rovinerò stamattina…
Il ragazzino smilzo che si sedette di fronte a lui per primo fece pensare a Percy che qualcuno aveva scritto un curriculum per lui. Non gli ci volle molto per decidersi a mandarlo via, quando capì che non sapeva bene nemmeno cosa facesse esattamente un archivista.
Il secondo, invece, si dimostrò intelligente e volenteroso, anche perché aveva delle nozioni di contabilità che sarebbero potute tornare utili. – Si presenti domani alle otto, in prova.
La terza era una ragazza che si sarebbe di certo trovata più a suo agio su una passerella che in un ufficio, e a Percy non dispiacque minimamente il doverle dire che non l’avrebbe assunta per tutti i galeoni della Gringott. Era quasi l’ora di pranzo, e stava diventando intrattabile (più di lui, il suo stomaco; avete presente quando i bambini scalciano nel pancione? Ecco. Non dico che ci assomigliasse; era proprio così).
Era tentato di rimandare a casa l’ultima candidata con una scusa qualsiasi e farla tornare il pomeriggio, o l’indomani, o mai più, e andarsi finalmente a sbafare l’insalata di pollo con olive, sottaceti e capperi che lo aspettava come tutti i giovedì nella mensa al secondo piano. Stava per dare corpo al suo pensiero, quando si fermò.

Le sue narici avevano captato qualcosa di anomalo.
Iniziò a inspirare pian piano, cercando cosa fosse l’anomalia.
Poi capì.
“C’è profumo di mele, qui”.
Si guardò intorno. Non era la sua fantasia, quella era ben relegata in qualche profondo recesso del suo giudizioso cervello.
Nella stanza aleggiava, sottile e insinuante, un lieve profumo di mele appena colte, come se ce ne fosse un intero cesto sotto la scrivania. E se magari può non essere strano che ci siano in giro per Londra delle mele in settembre, è molto strano che ce ne siano nell’ufficio dell’assistente del Ministro della Magia.
Mentre Percy si chiedeva da dove venisse, entrò dalla porta la quarta candidata. Fu allora che Percy comprese la provenienza dell’odore.

La ragazza profumava di mela. Tanto bastò a renderla un pelo più interessante ai suoi occhi.
In sé e per sé, la giovane non aveva nulla di particolare. Fisico rotondo (un po’ troppo, direi), viso ovale, capelli castani tagliati sopra le spalle. E profumo di mela.
Si sedette, e Percy notò che teneva gli occhi bassi. “È timida” pensò subito. "Meglio così, sono stufo delle colleghe intraprendenti".
- Buongiorno.
- Buongiorno, signorina…
- Bennet.
Nome comune tra i Babbani, non troppo tra i maghi. Percy ne prese nota.
- Signorina Bennet, il suo curriculum è appena sufficiente per questo lavoro. Voglio dire, qui vedo solo un breve periodo in una biblioteca Babbana. È giusto?
- Giusto, signor Weasley. Sa, sono giovane, non ho lavorato molto e...
Bah. Quella tizia aveva già vent'anni, niente formazione post M.A.G.O., e l'unico lavoro che aveva svolto fino a quel momento era assistente bibliotecaria. In una biblioteca Babbana.
Tutte a me, eh? - Posso farle una domanda?
- Spero di saper rispondere.
- Davvero fin adesso ha lavorato solo... Insomma, perché prima di lavorare per la comunità magica ha scelto di perdere il suo tempo lavorando per i Babbani? Voglio dire, non è nulla di sbagliato, ma è strano, no? - Un tono di voce un po’ impertinente, un po’ provocatorio, ma aveva fame, e l’unica rimasta per il posto di archivista doveva sopportare anche quel suo stato se davvero teneva la posto.
La ragazza lo guardò negli occhi. Forse la domanda le arrivava inaspettata, forse invece voleva guardarlo e basta. Lui si perse un istante a fissare quegli occhi scuri, e gli arrivò la risposta.
- Non credevo che esistessero differenze tra gli archivi Babbani e quelli magici. E comunque…
- Sì?
- Ho sempre creduto che ci fosse più educazione tra i Babbani che tra i maghi, e la sua domanda e il suo tono di voce a quanto pare confermano la mia teoria.

Tac. Colpito.
Mi ha dato del maleducato!
La fissò, sconvolto. Lei alzò un sopracciglio in segno di sfida.
- Allora, parliamo del mio lavoro? Ho fame, e a quanto ho capito c’è l’insalata di pollo in mensa… - continuò ancora lei, ignorando lo sguardo sconvolto.
Lui in compenso le regalò un’occhiataccia tra il nervoso e l’indignato, e per poco non ringhiò. – Alle otto domattina, e non si azzardi a toccare la mia insalata di pollo.
Uscì dall’ufficio come un ciclone, inseguito dall’aroma di mela.
Quando si fu saziato a volontà del suo piatto preferito e tornò nel suo ufficio, istintivamente cercò l’odore di mela nell’aria; non lo trovò, ma pensò che tanto l’avrebbe ritrovato l’indomani alle otto.

E non azzardarti più a darmi del maleducato, Audrey Bennet!

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ferao