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Autore: Luxanne A Blackheart    05/01/2017    1 recensioni
Costantinopoli, 1518, Sublime Stato Ottomano.
Ibrahim Pargali Pascià, il Gran Visir, giunge a Palazzo Topkapi con un regalo speciale per il suo sultano. Si tratta di Roxelana, una schiava dai lunghi capelli rossi e la pelle bianca come il latte. Roxelana è stata venduta ad Ibrahim in cambio di soldi. Verrà condotta nell'harem di concubine di Süleyman il Magnifico. Nonostante l'amore incondizionato e puro che il suo padrone le dimostra, la rossa non si sente a casa, poiché non vuole essere una semplice schiava del piacere. Ella non vuole essere la favorita del sultano, vuole la libertà. Il suo animo ribelle e combattivo non si fermerà davanti a nulla pur di raggiungere il suo scopo: il potere. Non si fermerà neanche davanti all'omicidio e alla morte. A tutto ciò si aggiunge l'odio viscerale e l'amore proibito che le accecano la vista, emozioni che non sono destinate a Süleyman . Sentimenti contrastanti che la faranno impazzire.
Cosa rimarrà della schiava dai capelli rossi quando il destino chiederà il conto?
STORIA IN REVISIONE.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Medioevo
Capitoli:
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Quando Mustafà si fu addormentato, Gulbahar fu prelevata dalle sue stanze. Le guardie sbatterono violentemente la porta, facendola sussultare. La donna si alzò dal letto del figlio, lasciandogli un dolce bacio sulla guancia. Per loro fortuna il bambino non si era risvegliato, ma continuava ancora a dormire con il pollice in bocca, beato e sereno.
-Desiderate qualcosa? Vi prego di non fare ulteriore rumore, il principe si è appena addormentato. -
-Ci dispiace, mia signora, ma il sultano ha domandato di voi. Dobbiamo portarvi da sua magnificenza. -
-Siete proprio sicuri che abbia chiesto di me? - Domandò la donna, pensierosa e preoccupata.
-Va bene, allora... -
Seguì le guardie con sguardo basso, torturandosi le dita, nervosa. Cosa c'era di così importante per cui dovesse essere prelevata con così tanta violenza? Sentiva una strana sensazione all'altezza dello stomaco, qualcosa di brutto stava per capitare al suo bambino e a lei e più si avvicinava verso le stanze dell'imperatore più quella brutta sensazione aumentava.
Aveva paura.
Le guardie bussarono alla pesante porta e successivamente, dopo aver avuto il consenso del sovrano, entrarono, annunciando la presenza della donna.
Il sultano non era solo, con lui c'erano anche Hurrem e Ibrahim. La faccia del sovrano non era molto rassicurante, così come quella del Gran Visir, che sembrava parecchio pallido. Hurrem invece era nascosta dietro un velo rosa, solo i suoi occhi verdi erano visibili e sembravano divertiti.
-Mio sultano, per cosa mi avete fatta chiamare? - Domandò la donna, inchinandosi. Selim si alzò, avanzando a passo spedito verso la donna per guardarla negli occhi. C'era freddezza, furia, rabbia, gelo nel suo sguardo, non lo aveva mai visto così. Non con lei almeno.
Le sue sensazione, quindi, si erano rilevate vere. E c'entrava sicuramente la rossa in tutto ciò, lo dimostrava il luccichio del suo sguardo.
-Come hai osato, Gulbahar? Come hai solo potuto pensare di fare una cosa del genere alla tua futura sultana?! -
-Come, scusate? Non capisco di cosa voi mi stiate accusando, non ho fatto nulla ad Hurrem. - La donna guardò interrogativa Hurrem e Ibrahim, che scosse il capo come avvertimento.
Era confusa e glielo si leggeva negli occhi.
-Togliti quel velo, mia stella e scopri il tuo viso. Ricordale cosa ti ha fatto prima che io possa fare qualcosa di cui potei pentirmi. -
Roxelana non esitò un attimo, sollevando le mani per privarsi del tessuto che le copriva la faccia. La donna inorridì, notando cosa le era successo. Qualcuno l'aveva picchiata selvaggiamente; due occhi neri, un ematoma sulla guancia sinistra e un labbro spaccato. Se nei suoi occhi non ci fosse stata quella luce divertita, non l'avrebbe riconosciuta.
Hurrem era stata picchiata, ma non da lei, per quanto avesse voluto farlo.
La ex Favorita non era stupida e sapeva di cos'era capace la rivale; sicuramente dopo la sua visita aveva architettato quella messa in scena per metterla nei guai.
-Mi dispiace per lei, Selim, ma sapete che non sarei mai capace di farle una cosa del genere. Non dopo gli ultimi avvenimenti! - Nella sua voce c'era agitazione. Le mani le tremavano, così come la voce. Si passò una mano tra i capelli, impallidendo. - E' lei quella che si è inventata tutto! Vi state facendo raggirare da Hurrem , questa donna vi inganna! -
-Come osi parlarmi in questo modo? Sono il tuo padrone, schiava, non devi rivolgerti a me in questo modo. Non sono uno stolto e Hurrem è sincera, non certo una bugiarda. -
Gulbahar spalancò la bocca, come se Selim l'avesse schiaffeggiata in malo modo. Anche se per ciò che aveva detto, era come se l'avesse fatto. L'aveva chiamata schiava, in modo dispregiativo; non lo aveva mai fatto, neanche nei primi giorni della loro conoscenza. Mai.
Era completamente accecato dall'ira, ai suoi occhi era colpevole, una estranea e non la madre del suo primo figlio. Era diventata una qualunque, meno di tutte le altre.
-Non volevo offendervi, mio sultano. Ma non sono stato io. Vi è sempre stato chiaro che fra noi due ci fosse una certa rivalità. -
-E dunque lo ammetti! La mia futura moglie ti ha incolpata e non subito, dopo miei svariati tentativi. Perché avrebbe dovuto mentire? I suoi segni parlano chiaro. -
Ibrahim, vide Gulbahar, serrò la mascella, quando Hurrem camuffò le risa con un colpo di tosse.
-Mio Magnifico, sono consapevole del fatto che si tratti della sua parola contro la mia, ma non sono stata io. Ve lo giuro su mio figlio! - Adesso la donna piangeva, mentre Selim fremeva di rabbia e la guardava con un tale odio, che la fece rabbrividire. In quel momento capì che qualunque cosa lei avresse continuato a dire, non sarebbe servito a niente. -Sono andata da lei nel pomeriggio questo è vero, ma non per farle del male. L'ho solamente avvertita. Le ho detto che sarei venuta da voi e vi avrei detto la verità. -
Selim alzò il sopracciglio, un'espressione di gelo sostituì quella di rabbia: - Quale verità? -
-Ha una relazione con qualcuno di molto vicino a voi! Vi tradisce da molto tempo e ha architettato tutto ciò in modo tale che voi non sapeste mai la realtà. Ma io ve l'ho detto e adesso agirete di conseguenza! - Ci furono molte reazioni differenti davanti a quella rivelazione. Selim si infuriò maggiormente, Roxelana perse il sorriso che le incorniciava i lineamenti, sbiancando, Ibrahim spalancò gli occhi, colpito all'improvviso da un attacco di tosse. I due amanti, ormai quasi smascherati, sembravano sul punto di svenire. - Non vi dirò di chi si tratta. Dovrebbero dirvelo loro stessi. La rossa è una bugiarda e per sbarazzarsi della sua unica rivale, dell'unica persona che ha realmente capito com'è fatta e che non è stata capace di conquistare, sarebbe capace di fare qualsiasi cosa. Lei non ama voi, ama il vostro potere! Ha addirittura minacciato mio figlio, Mustafà. Vostro figlio! -
-Basta! - Urlò Selim, colpendo violentemente la mano sulla parete. La donna si zittì, abbassando il capo. Le lacrime non le bagnavano più le guance e i singhiozzi avevano terminato di scuoterla. - Non voglio più sentirti parlare, perché so che diresti di tutto pur di non ricevere la tua punizione. Ormai sei stata smascherata e il tuo odio, le tue parole nei confronti di Hurrem, ti rendono colpevole ai miei occhi. -
-Non ho paura della vostra punizione, mio sultano. Ormai vi ho perso, ma vi chiedo di non uccidermi. Se è rimasto ancora dell'affetto per me, aggrappatevi ad esso e non uccidetemi. Non lasciate orfano di madre Mustafà, non ha colpe in tutto ciò. E' un bambino e non deve pagare le colpe degli adulti, crescendo senza madre. - Questa fu l'unica cosa che riuscì a dire la ormai ex Favorita del sultano, abbassando il capo. Si sentiva svuotata, triste e infelice. La sua vita ormai sarebbe sempre stata così. Sarebbe sempre stata messa in secondo piano da tutti, sperava che il suo bambino non facesse lo stesso con lei.
Aveva fatto tutto per lui e avrebbe continuato a fare di tutto per lui.
-Selim, se posso intromettermi. Non devi essere così precipitoso, dormici su e poi potrai decidere il destino di Gulbahar, perché ti conosco e so che se farai qualcosa di sbagliato oggi, la rimpiangerai per il resto della tua vita. - Questo era Ibrahim, che con voce bassa e melodica, si era avvicinato al sultano, sussurrandogli nelle orecchie, come una sorta di angelo custode. Il viso di Selim si addolcì, sentendo le parole dell'amico e sembrò convincersi, ma i suoi occhi incontrarono quelli feriti di Hurrem, dall'altro lato della stanza e la sua espressione ritornò quella di prima.
-Ovviamente io non ti ucciderò, Gulbahar. Sarò clemente con te e ti esilierò a Manisa, porterai con te Mustafà per non lasciarlo senza l'amore materno e lì dovrà apprendere le arti della guerra e della politica. Io verrò a trovare mio figlio ogni mese e se lui avrà bisogno di me, non esiterai a comunicarmelo. Sono stato chiaro? -
-Sì, mio magnifico. -
-Bene, va' e prepara le tue cose. Ti sarà concesso portare con te tutto ciò che vuoi, compresi i tuoi fedeli servitori e alcune delle mie concubine. Nessuno deve sapere cosa è successo qui, questa notte. Mio figlio e sua madre non sono in esilio, ma ad apprendere l'arte di governare. - Selim la guardò. La rabbia sul suo viso era passata, ma adesso c'era solo stanchezza e delusione. - Va Gulbahar. Passerò domai a salutare Mustafà e non farmi pentire della mia scelta. Ibrahim, accompagnala. -


*** ***
Ibrahim uscì dalle stanze del sultano, tirando un grosso sospiro di sollievo. Aveva sudato freddo per tutto l'interrogatorio, sapendo che Selim era deciso nel punirla, nonostante nutrisse dell'affetto dei suoi confronti. Amava di più Roxelana e questo si lo avevano notato tutti.
Era diventato completamente cieco e ad ogni suo comando egli agiva, non riusciva più a riconoscerlo. Sembrava di aver visto un'alta persona lì dentro, non il sultano dell'impero più forte del mondo.
Gulbahar era già lontana, quando la raggiunse. Sembrava, anzi ne era convinto, non voler parlare con lui. Non aveva avuto modo di proferire parola lì dentro, perché sapeva che sarebbe stato inutile; conosceva Selim e quando si metteva una cosa in testa, difficilmente riusciva a togliersela. E poi ci aveva provato prima dell'arrivo della donna, ma Roxelana si era sempre messa in mezzo, accrescendo l'ira dell'uomo.
L'amore faceva agire gli uomini in modo vergognoso.
-Gulbahar, aspettate! -
La donna si fermò, girandosi per guardare il Gran Visir. I suoi occhi erano gonfi e rossi per il pianto, ma la sua espressione era altezzosa. Anche se dalle brutte occhiaie che aveva sotto gli occhi azzurri, capiva che era solo stanca. Non c'era né ostilità, né freddezza, né odio nei suoi confronti.
-Pensavo foste mio amico, Ibrahim, invece non avete mosso un muscolo per difendermi. -
-Non c'era niente che potessi fare, amica mia, sapete benissimo che quando si tratta di Hurrem perde completamente la testa. - Ibrahim sospirò, passandosi una mano sulla faccia. La stanchezza cominciava a farsi sentire anche da lui.
-E non è l'unico. - Sospirò, accarezzandogli una guancia con fare materno. Il visir le lasciò un bacio sul palmo. Sapevano che non era consono lasciarsi andare così nel bel mezzo del corridoio, ma lei stava per andarsene. - Non ho voluto mettervi in mezzo, ma prima o poi Selim lo verrà a sapere e per voi non finirà bene, perché lei troverà sempre il modo di scamparla. Siete solo un suo capriccio, lo sapete questo? -
-Sì, ne sono consapevole. -
-E ne vale la pena dopotutto? -
-Sì. -
-E sei felice così? -
-Sì, lo sono. -
Gulbahar sorrise, malinconica per poi dire: - Voi siete l'unico che mi mancherà fra tutti questi avvoltoi. -
-Anche voi mancherete a me. -
-Ti chiedo solo due cose, Ibrahim. State attento a Hurrem, è stata maledetta da una potente strega. -
-E voi come fa... Ah, siete stata voi. - Ibrahim scosse il capo, senza parole. - Non avrebbe dovuto andare così, voi donne siete peggio degli uomini nella vendetta. -
-Voi uomini non sarete mai alla nostra altezza, Gran Visir, vi manipoleremo sempre. La seconda cosa che ti chiedo è di far ragionare Selim, Mustafà è l'erede al trono e il suo primo figlio. Non fategli dimenticare questo. -
Ibrahim l'abbracciò brevemente e Gulbahr si lasciò stringere. Poi entrambi si diressero verso le stanze della donna, quello era un addio.


*** ***
Dopo che Ibrahim ebbe lasciato l'amica nelle sue camere e salutato Mustafà con un bacio sulle guance paffute, si diresse di gran carriera nella camera di quell'essere diabolico, arrabbiato.
La trovò seduta sulla sedia della toeletta a pettinarsi i lunghi capelli rossi. Gli ematomi ben visibili sul suo viso.
Ibrahim sbatté la porta, chiudendola a chiave. Una espressione di pietra era dipinta sul suo volto dai bei lineamenti. La guardava freddo con i suoi occhi verdi.
-Che cosa vuoi, Ibrahim? Ti prego di fare veloce, perché Selim starà sicuramente per tornare. - Disse la donna, annoiata, mentre si legava velocemente i capelli in una treccia.
-Perché lo hai fatto? -
-Fatto cosa, precisamente?-
-Non fare finta di non capire, Roxelana. - Ibrahim le andò incontro, guardandola dallo specchio. La rossa sospirò, girandosi lentamente e in modo dolorante verso il Gran Visir.
-Ripeterti che è stata lei a farmi tutto questo non servirebbe, vero? - Vedendo l'espressione scocciata di Ibrahim, Roxelana sospirò. - L'ho fatto per proteggerti. E' venuta qui e ha minacciato di dire tutto a Selim, non so come sapesse di noi due, ma lo ha fatto. Ho dovuto agire, dovevo sbarazzarmi di lei per salvarci, Ibrahim. Se ti dovesse accadere qualcosa non me lo perdonerei mai. - Gli occhi della ragazza diventarono lucidi, mentre parlava. Un po' dell'arrabbiatura del Gran Visir scomparve. Purtroppo i sentimenti che provava per lei con il passare del tempo stavano diventando sempre più forti e anche lui, come il suo migliore amico, era annebbiato da essi e faticava a scindere ciò che era giusto da ciò che era sbagliato.
-Non è stato giusto quello che hai fatto, Roxelana. E poi come hai fatto a preoccuparti tutti quei lividi? Ti fanno male? - Ibrahim le accarezzò una guancia, delicatamente. Roxelana chiuse gli occhi, sorridendo.
-Non preoccuparti di come me li sono procurata, l'importante è che noi due siamo salvi e così il nostro segreto. Sembrerà strano ma mi sei entrato nel cuore, Ibrahim e non voglio perderti. Tu e Selim siete l'unica cosa che ho e farei qualsiasi cosa pur di tenervi sempre con me. - La ragazza lo abbracciò, baciandolo gentilmente sulle labbra. - Adesso va, non vorrei che Selim ti trovasse qui. -
-Domani vado a trovare Drake, vieni con me? - Le domandò Ibrahim, toccandole i capelli.
-Sì, certo. Sarà come fare una sorta di gita romantica. -
Ibrahim sorrise, chinandosi nuovamente per baciare la ragazza e dopo averla salutata, uscì dalle sue stanze, senza guardarsi intorno. Non notò però Selim dall'alto capo del corridoio con un vassoio in mano.
Lo aveva visto uscire di lì?


SPAZIO AUTRICE!!
Salve a tutti!
Come va? Ecco a voi questo nuovo capitolo nel quale abbiamo visto questo lato di Roxelana che poche volte lascia comparire. Selim e Ibrahim, poveri uomini innamorati, sono caduti definitivamente ai suoi piedi!
Cosa ne pensate? Fatemi sapere con una recensione, se volete, mi fanno sempre piacere!
Volevo solamente avvertirvi che ho pubblicato una nuova storia “La Famiglia Del Diavolo” che ho pubblicato da poco sempre in questa sezione. Ma è un genere e un'epoca completamente differente da questa! Se ci farete un salto, mi farebbe molto piacere perché si tratta di una sorta di esperimento. Per chi fosse interessato, la trovate sul mio profilo!
Grazie e al prossimo capitolo,
Luxanne xx
   
 
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