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Autore: Everian Every    05/01/2017    1 recensioni
Mentre la Lucas Force, sulla terra, è stata catturata da Shadow Blade e dai suoi sgherri, come si sviluppa la conquista del Multiverso da parte dell'esercito delle Ombras?
Nitro, l'Every che ha deciso di parteggiare per Shadow Blade in questa guerra, è stato incaricato di guidare la conquista del pianeta equestre, assoggettandone e distruggendone ogni forma di vita, con ogni mezzo possibile.
Capitoli più corti del solito, per permettere una lettura più agile e piacevole e per non dare troppa pesantezza alla storia che non pretende di essere troppo pesante.
Enjoy This :D
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Parte Undici
 
Dei, che razza di situazione. Nitro passò i corridoi della base segreta con passo felpato, guardingo.
Non si spiegava bene nemmeno perché fosse tanto teso, dopotutto era un fottuto Generale, era normale trovare uno come lui in giro per la base segreta (una delle tante, tra l'altro, manco quella principale!) delle Ombras. Tuttavia, il motivo della sua visita lo metteva a disagio.
Maledisse Shruikan mentalmente. E soprattutto maledisse sé stesso per essersi fatto convincere a fare quella scemenza. Che gli era saltato in mente?! Aiutare quella macchiolina d'inchiostro senza neppure un tornaconto personale, nel bel mezzo di un'invasione che non aveva, tra parentesi, nemmeno portato a termine, era una follia bell'e buona.
Scivolò lungo un corridoio e svoltò a destra simulando disinvoltura non appena vide le sedici guardie armate fino ai denti, grosse almeno il triplo di lui, che stazionavano in fondo alla via di metallo scuro a prova di super nova. Le Ombras, non appena lo ebbero riconosciuto, scattarono sull'attenti. La più grossa e corazzata si fece avanti e gli sbarrò la strada. Nitro cercò di apparire il più duro possibile. Lo aiutava molto notare come il soldato fosse terrorizzato di fronte a lui. Cercò di farsi una risata interiore, così, per smorzare l'ansia.
"ALT! Grado, Permessi e Parola d'Ordine!" esclamò il colosso, puntando diligentemente una sbarra di metallo lunga tre metri dall'estremità scanalata contro l'Every. Questi restò impassibile, anche se non pensava che la farsa avrebbe retto.
"Devo vedere una prigioniera." disse secco e veloce, cercando di evitare il fatto che quella schifosissima lucertola gli stava puntando addosso un'arma senza il suo permesso diretto.
Il soldato vacillò, deglutendo rumorosamente. Il bastone tremolò involontariamente nell'arto della bestia. "Grado... Permessi e... P... P-parola d'Ordine, prego..." mugolò.
Nitro si sforzò di sorridere. Probabilmente uscì una smorfia di rabbia, ma pazienza. "Senti, soldatino mio bello, ho fretta, chiaro? Quindi, se non ti spiace, fammi passare, ti va? E magari non andrò a dire a Shadow Blade che il suo soldatino ha interferito con i suoi ordini diretti, mh?"
Il soldato deglutì. Cercò l'appoggio dei compagni con uno sguardo disperato da sopra la spalla, ma tutti scossero il capo sconcertati.
Alla fine si fecero da parte e lasciarono sgombro il passaggio verso la porta della cella. L'Every sorrise acre e si avvicinò al vetro della cella. Dentro c'erano i membri della squadra un tempo considerata la "più forte" del Multiverso. Storse le labbra, pensando a come fossero si i più forti, ma di certo non in tutti gli Universi esistenti o esistiti. Rabbrividì al pensare a cose che aveva visto e che nemmeno lui avrebbe mai potuto sconfiggere.
"Aprite."
Un altro soldato si fece avanti, cercando di spiegarsi. "Ma, Generale, abbiamo l'ordine di non aprire più a-"
Una vampata cremisi e nera divampò dalla coda dell'Ombra, avvolgendolo del tutto fino a farlo sparire dalla faccia del Multiverso per sempre.
"Qualche altra obiezione o posso parlare con chi voglio io?" disse con gli occhi iniettati di sangue il ragazzo. Le Ombras tremarono di paura, mentre il loro capo scivolava a lato della porta ed inseriva un codice segreto in un tastierino invisibile ad una non-Ombra. La porta si aprì con un getto di vapore, scivolando di lato.
Nitro entrò a testa bassa, la sua stazza non gli rendeva facile passare per le porte normali.  La porta si richiuse alle sue spalle.
"Molto bene. Eh-Ehm. Che silenzio imbarazzante..." disse, battendo le mani al colmo del disagio. Di fronte a lui stavano gli eroi. I baluardi che avevano protetto interi Universi dalla morsa di Shadow Blade. Non poteva dire di non ammirarli, da un lato. Dall'altro li trovava solo incredibilmente stupidi, decidere di buttare al vento la tranquillità di una vita serena che le loro capacità avrebbero di certo consentito di avere unicamente per vivere qualche avventura in più e salvare una decina di miliardi di vite extra che tanto sarebbero state stroncate presto o tardi.
Però non poteva nemmeno biasimarli troppo. Ricordava bene di un paio di occasioni in cui pure lui aveva fatto lo stupido a quel modo. Una in particolare la ricordava bene. Ed era certo che pure un membro della Lucas Force la ricordasse. Wesker.
Ma erano vicende passate, inutile scervellarsi.
Gli eroi erano tutti rannicchiati contro una parete. Alcuni però lo stavano fronteggiando, i pugni chiusi, gli occhi serrati, i muscoli ancora vibranti nonostante la reclusione, pronti ad attaccarlo qual'ora avesse provato ad aggredire i loro compagni. Uno era proprio Wesker. Di fianco a lui c'erano poi l'albino in fissa coi soldi, che lo incuriosiva davvero molto, il mutante con la tutina di lattice nera e rossa, nemico stupido, ma non problematico, il mezzo lucertolone coi capelli blu, senza poteri non proprio terrificante, e infine il tutto ossa, il mietitore da quattro soldi che si era fatto battere così facilmente. Se ne fosse uscito vivo, gli avrebbe fatto conoscere una certa persona che magari gli avrebbe dato alcuni consigli utili.
"Cerco... aspettate, chi era..." bofonchiò confuso, minimamente impressionato dalle occhiatacce.
"Che avete fatto a papà!" gridò all'improvviso una ragazza che non aveva notato, saltando in piedi e correndogli contro.
"No, Lucinda, che fai?!" gridò l'albino, cercando inutilmente di fermarla.
"Si farà ammazzare!" sibilò un altro ragazzo affiancato da una specie di angelo. I ragazzi si alzarono tutti, allarmati, alcuni protendendosi in avanti, altri troppo spiazzati per reagire.
Ma prima che qualcuno potesse fare alcunché, la ragazzina aveva già ricevuto uno schiaffo dall'Every. Nulla di che, si era trattata di una spinta sulla guancia che l'aveva fatta indietreggiare di qualche passo. Ma, diavolo, i bambini sono talmente fragili! La ragazzina si premetta la guancia che aveva preso ad arrossarsi sempre di più.
Una ragazza dai capelli dorati emise un gemito disperato e le si precipitò di corsa affianco. Dopo aver appurato che stesse bene, alzò lo sguardo sul Generale. Uno sguardo così pieno d'odio che l?Every ebbe paura per un istante che fosse in grado di sparargli contro un raggio laser. Poi si ricordò che nemmeno un raggio laser lo avrebbe ammazzato, al peggio lo avrebbe scomposto per una decina di secondi, e si tranquillizzò un po'.
"Che razza di mostro colpisce una bambina?" disse gelida una ragazzina dai capelli castani con una maglietta raffigurante dei lupi di fronte alla luna piena.
"Tipo me?" scherzò Nitro, ridacchiando. Passò oltre alla ragazzina e alla donna (probabilmente la madre), dando dei colpetti amichevoli sulla testa della piccoletta, che si vide materializzare in mano un cestino pieno di dolcetti. "Comunque sono qui perché quell'altro... ehm... Shruikan, no? Si, insomma, la macchia d'inchiostro di seppia non poteva e così ha mandato me. Devo cancellare la memoria ad una tipa, una tale... Sporcol? Parcel? Parsec? Spurgex? Sparkle! Sparkle, devo cancellarle la memoria."
"Non cancellerai un bel niente a nessuno!" disse un ragazzo mezzo robotico, facendosi avanti con sguardo guerrafondaio.
"E se invece lo facessi?" gli sussurrò Nitro apparendogli di fianco. Il ragazzo barcollò colto alla sprovvista e l'Every gli prese la spalla, avvicinandolo di nuovo a sé. "Vedi? Se tu avessi avuto un po' dei tuoi poteri avresti potuto intercettarmi facilmente, ma ora come ora sei un piccolo, indifeso, banale umano con arti robotici mal funzionanti. E non hai idea di quanto gli umani siano pateticamente deboli. Non eravate più abituati a trattare da esseri umani, non è così? Troppo tempo passato coi vostri poteri vi ha fatto dimenticare cosa voglia dire essere deboli." Spinse la spalla del ragazzo, obbligandolo con facilità a sedersi sul pavimento, poi si voltò verso gli altri. "Dov'é Sparkle?"
"Non credere che te lo diremo tanto facilmente." ringhiò un altro giovane con il tatuaggio di un drago sul braccio destro.
L'Every sorrise falsamente. "Ne ero certo. Oh beh, io ci ho provato." si scrocchiò le dita e tirò un pugno contro il pavimento. Fiamme bianche scaturirono dal pugno. "Ta-da! I poteri nova! Non li vedevate da un po', vero? Ma tranquilli, io li controllo meglio del vostro amichetto! Se non lo decido io, non sentirete caldo, lo giuro! Ora, vogliate essere tanto gentili da dirmi chi è Sparkle, altrimenti..."
"Altrimenti ci friggerai? Shadow Blade ci vuole vivi, altrimenti ci avrebbe già usciti." replicò sarcastico Wesker, sedendosi ed incrociando le braccia.
"Hai ragionissima! Perfettamente d'accordo con te! Ma vedi, non sarebbe gentile da parte mia se dovessi, ecco... distrarmi un secondo mentre, diciamo, mi esercito e... per sbaglio, sempre facendo ipotesi, io bruci... che ne so? La piccoletta?" fece Nitro ghignando in direzione di Lucinda che cercò di nascondersi dietro alla madre.
Le fiamme bianche sprizzarono scintille di qua e di là. Tutti si coprirono istintivamente gli occhi, ma nessuno venne scottato o ferito veramente. Tutti tranne Lucinda. La piccola iniziò ad ansimare. Faticava a respirare e la sudorazione era aumentata esponenzialmente.
"Lucy? LUCY! Che ti succede? Lucy, guardami, LUCY!" gridò Applejack, venendo affiancata da alcune ragazze, una gialla coi capelli rosa, una normale coi capelli biondi e da un omone vestito con un impermeabile grigio, stivaloni neri, con una fascia bianca recante una croce rossa in mezzo legata al braccio sinistro.
"Che le stai facendo, mostro!" sibilò il ragazzo dai capelli blu, afferrando per gli orli del mantello il Generale che gli rivolse un sorrisino compiaciuto.
"Metto in pratica la possibilità sfortunata che ho poc'anzi esposto."
"Lucy! Oh mio Dio, oh mio Dio, Lucy! Respira, tesoro, respira adagio! Medico, ti prego, fa qualcosa!" diceva Applejack intanto, presa dal panico.
Il medico però non sapeva che fare, senza pistola medica o alcun kit di pronto soccorso.
"Tic toc, Sparkle è richiesta alla cassa tre! Sparkle richiesta alla cassa tre, prego! Eddai, devo solo cancellarti i ricordi, nulla di che!" esclamò Nitro, guardando uno ad uno i volti tesissimi dei presenti. Stava iniziando a perdere le speranze. Voleva maledire quel dannato Kishin, ma evitò di imprecare. "Perché lo sappiate, alla ragazzina mancano trentasette secondi prima di perdere i bulbi oculari. Poi, nei successivi ventisette secondi e trentaquattro centesimi, inizierà ad essere disidratata, MA NON È TUTTO! Perché in un minuto e trentaquattro secondi da ora le si scioglieranno le ossa! E non crediate che la lascerò morire, no! Sto facendo in modo che il calore agisca solo su zone ben precise del corpo, così da farle vivere ogni SINGOLO, FOTTUTO istante di questa COSTRUTTIVA esperienza! E c'è un solo modo per salvarle la pellaccia! Ed è..."
"SONO IO!" gridò a quel punto una giovane donna con un corno e delle ali viola.
Nitro le rivolse un caldo sorriso. Le fiamme si spensero e la piccola Lucinda tornò a respirare.
"Molto bene. GUARDIE!" gridò l'Every.
Due Ombras fecero capolino dalla porta, palesemente angosciate.
"Portate miss Sparkle nella mia stanza personale. E poi richiudete questi cani rognosi. Riporterò io la prigioniera qui non appena avrò finito con lei." sibilò disgustato al solo vedere quelle creature ripugnanti.
"Si, Generale!" saltarono su i due bestioni, prendendo di peso Twilight e portandola via, spingendo bruscamente via una giovane con le ali, dalla capigliatura color arcobaleno e la ragazza con la maglia coi lupi.
Nitro fece per andarsene, ma fu fermato da Applejack che gli afferrò debolmente la manica della camicia bianca.
"T-ti prego... Guarisci mia... Mia figlia... Lei... Lei sta male... Non si sveglia..."
Nitro alzò un sopracciglio e spostò lo sguardo sulla piccola, in braccio al medico. Era addormentata e non sembrava respirare. Forse aveva esagerato, ma che si poteva pretendere? Di solito usava il fuoco di sole nero, non il fuoco nova. Primo perché il fuoco di sole nero era più gestibile, secondo perché era devastante! E lui amava le cose devastanti!
"Fammi vedere." borbottò, avvicinandosi e chinandosi sulla piccola. Vide il volto di Medico e della ragazza coi capelli biondi in parte a lui irrigidirsi. Applejack gli si affiancò strisciando.
"Che cosa le hai fatto?" ringhiò la ragazza.
Nitro la ignorò.
Poggiò un dito sulla fronte della bambina e fece pressione. La piccola gemette. Furono pochi istanti in cui l'Every dovette ricorrere a tutta la propria forza di volontà per non esplodere ed incenerire tutti gli sguardi pesanti che si sentiva addosso. Poi, finalmente, finì di far serpeggiare il fuoco magico blu dentro la piccola e poté rialzarsi.
Si avviò verso la porta. Intanto dietro di sé sentiva la voce della madre che piangeva, ringraziando divinità su divinità mentre la bambina iniziava a piangere, chiamando la mamma.
Si chiuse la porta alle spalle e sbuffò. Detestava le famigliole felici. Detestava far del male ai bambini.
Prima cancellava la memoria a quella ragazza viola, prima poteva dimenticarsi di quel gruppo di gentaglia di cui non gli importava minimamente.
Prima lo faceva, prima avrebbe distrutto Equestria, prima sarebbe andato ad ammazzare quel bastardo di Lucas.
 
Fine Parte Undici
   
 
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