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Autore: Nami93_Calypso    06/01/2017    2 recensioni
MazeRunnerAU
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Immaginate di svegliarvi al buio, non vedete niente ma percepite che la stanza si muove verso l’alto, forse è un ascensore.
Non sapete come siete arrivati lì e, soprattutto, perchè. Ma, cosa ancor più inquietante, non ricordate nulla: chi siete, quanti anni avete, da dove venite, qual è il vostro aspetto fisico. Ricordate unicamente il vostro nome.
Quando finalmente la stanza si ferma degli adolescenti vi danno il benvenuto nella Radura, il posto in cui loro vivono e hanno creato una società dopo esser giunti lì esattamente come voi, con quell’ascensore e senza ricordi.
Vi guardate intorno e l’unica cosa che vedete sono alte mura di cemento che circondano l’intera Radura.
È quello che è successo ai protagonisti di questa storia.
Chi sono?
Come sono arrivati lì?
Li ha mandati qualcuno?
Perchè non ricordano nulla?
Riusciranno ad andarsene?
Genere: Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ASL, Mugiwara, Nefertari Bibi, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il codice

L’Adunanza non era terminata, si era solo spostata nella Stanza delle Mappe dove Bibi, dopo aver chiesto a Sanji di portarle della carta oleata, stava seduta al tavolo circondata dagli Intendenti, chi in piedi chi seduto, che la osservavano con trepidazione e curiosità.
-Ho bisogno che mi passiate le mappe delle otto sezioni del primo giorno- esordì la turchina. Law, Nami e Sabo non se lo fecero ripetere due volte e subito le passarono quanto richiesto.
La ragazza afferrò i fogli e, senza dare spiegazioni, prese a ricalcare le mappe sulla carta oleata, attenta che i riquadri avessero tutti la stessa grandezza, cercando di fare un lavoro svelto e al contempo il più preciso possibile. Sapeva che sarebbe stato più facile far vedere piuttosto che spiegare.
-Ma cos...- cercò di domandare Zoro ma venne prontamente zittito da una gomitata del cuoco.
Finita la copia della sezione 8 del giorno 1 sovrappose le copie una all’altra, in ordine dalla sezione 1 alla 8. Le righe che rappresentavano i muri del Labirinto correvano su e giù per tutto il foglio ma alcune si sovrapponevano andando a creare così delle linee più scure che tracciavano una grande, chiara e inequivocabile lettera al centro del foglio: P.
Rufy e Brook si alzarono di scatto dalla sedia, sbalorditi. Law e Sabo si avvicinarono a Bibi per guardare meglio al di sopra delle sue spalle.
-Ogni giorno nasconde una lettera...-
La spiegazione della ragazza venne interrotta dal capo che, eccitato dalla scoperta, aveva già tratto le giuste conclusioni.
-Se procediamo con questo lavoro ne troveremo altre e quelle saranno il codice che ci farà uscire da qui-
La turchina annuì.
-Dovrebbero formarsi delle parole-
Senza bisogno che nessuno glielo dicesse, Sabo, Sanji e Nami recuperarono i fogli delle sezioni dei giorni successivi e imitarono il lavoro di Bibi.
-Io ho una I!- proclamò trionfante Nami.
-Una R- si aggiunse Sanji.
-E qui una A- affermò il velocista.
-Quindi ci basterà copiare tutte le mappe per avere il codice!- esclamò Rufy dirigendosi già verso i bauli contenenti le mappe per dare il suo contributo.
-No- lo fermò Law.
Tutti lo guardarono sconcertati.
-Noi Intendenti abbiamo un altro lavoro. Dobbiamo parlare con i radurai, dirgli quello che abbiamo scoperto e convincerli che andarcene è la decisione migliore-
Gli Intendenti lo guardarono. Erano tutti eccitati per la scoperta e trepidanti di scoprire il codice, ma sapevano che il moro aveva perfettamente ragione.
-Bibi, ti manderò qui qualcuno di fidato che ti aiuti a decifrare il codice-
I due si scambiarono uno sguardo e un cenno di intesa prima che il moro uscisse dalla stanza seguito dagli altri Intendenti. L’ultimo a rimanere indietro fu Sabo, che fissava ancora sconvolto i plichi di fogli su cui spiccavano le lettere.
-Non ci sarei mai arrivato...- sussurrò il biondo tra sè, non con il reale intento di farsi sentire dall’altra.
-È normale. I Creatori non volevano che fosse facile, i soggetti avrebbero dovuto sudarsi la libertà mostrando al massimo le loro capacità e la loro intelligenza-
La turchina si accigliò udendo le sue stesse parole. “Soggetti”. Aveva appena definito delle persone, le uniche persone di cui avesse ricordi reali e tangibili, le persone che l’avevano accolta nonostante tutto, dei soggetti, nulla più di cavie da laboratorio. Si sentiva disgustata da se stessa.
Il termine poco delicato non era sfuggito nemmeno al biondo che aveva indurito lo sguardo ma, vedendo il palese sconcerto e rimorso sul viso di lei, aveva lasciato correre ed era tornato alla sua solita espressione cordiale, passando anche sopra lo shock della scoperta.
-Tornerò ad aiutarti non appena mi sarà possibile- la salutò uscendo dalla stanza.
Passarono pochi minuti in cui Bibi procedette con la sua impresa prima che qualcuno entrasse nella stanza. Rebecca, Usop, Chopper e Marco la raggiunsero al tavolo fissando i fogli che vi erano sparsi sopra.
-Law ci ha mandato qui dicendo che dovevamo aiutarti in un compito importante e delicato- spiegò il biondo con gli occhi che saettavano tra i fogli -E che ci avresti spiegato tu cosa sta succedendo in questa caspio di Radura- aggiunse incrociando le braccia al petto e puntando finalmente i suoi occhi su di lei.
Bibi deglutì, spiazzata. Era già stato abbastanza difficile spiegare una volta quanto aveva ricordato nella Mutazione, non si aspettava e non sperava di doverlo fare una seconda volta.
Invitò i radurai a prendere posto al tavolo e, prima di ogni altra cosa, spiegò loro il lavoro che dovevano fare.
Lavorarono tutti in modo meticoloso, ordinato e preciso mentre ascoltavano in silenzio il racconto di Bibi che riportava loro quanto ricordato nella Mutazione: la WICKED, i Creatori, il suo ruolo prima di arrivare lì, l’esperimento del Labirinto, la Tana dei Dolenti nella Scarpata, la loro unica via di fuga, il codice. Raccontò proprio tutto: non se la sentiva di mentire loro, non dopo tutto quello che aveva fatto in passato. Non dopo aver osservato in silenzio la loro sofferenza per tutto quel tempo.
Mentre raccontava e tracciava linee senza sosta osservò un’ampia gamma di emozioni dipingersi sui volti dei radurai: la paura e il terrore di Usop, l’incredulità e il dolore di Rebecca, lo shock negli occhi del piccolo Chopper, la sofferenza e il peso della conoscenza nello sguardo di Marco.
Tutte cose che provava anche lei: dolore per la loro condizione, presente, passata e futura, paura per quello che avrebbero dovuto affrontare nonchè il peso del rimorso e del senso di colpa. Si chiese se mai si sarebbe liberata di quella sensazione, di aver fatto loro del male.
Per qualche minuto lavorarono in silenzio, gli occhi vacui che vagavano sui fogli e lungo le linee mentre ognuno elaborava mentalmente quanto appena appreso.
-Sembra un’impresa ardua- sentenziò Marco dopo un po’.
-Un’impresa suicida vorrai dire!- puntualizzò Usop, le mani che tremavano visibilmente.
-Credi che rimanere qui ad aspettare che i Dolenti vengano a prendere qualcuno ogni notte non sia altrettanto arduo e un atto suicida?!- domandò Rebecca, una nota di collera nella voce, di fronte alla quale Usop indietreggiò spaventato. Raramente capitava di vedere la rosa arrabbiata con qualcuno, ma era pur vero che quella situazione era fuori da ogni immaginario quindi ci si poteva aspettare di tutto da chiunque.
-Ma...- fece Chopper, che fino a quel momento se ne era stato in silenzio -Questo vuol dire che possiamo anche rimanere qui?-
Tutti lo fissarono ad occhi spalancati, Usop con un po’ di speranza e ammirazione verso il più piccolo che aveva avuto il coraggio di dire quanto anche lui voleva chiedere.
Il medicale chinò il capo davanti agli sguardi fissi degli altri.
-Ho capito che anche rimanendo qui moriremo. Ma non so se ho il coraggio di affrontare quelle bestie in modo così diretto, entrando nella loro tana, combattendo corpo a corpo-
-Chopper- lo richiamò Bibi e attesa a parlare finchè il ragazzino non ebbe rialzato lo sguardo e allora gli sorrise dolcemente -Abbiamo molte più possibilità di farcela se ce ne andiamo tutti insieme, uniti, pronti a proteggerci l’un l’altro piuttosto che rimanendo qui a impazzire dalla paura-
Lo pensava davvero. Se fosse stata da sola nel Labirinto non ne sarebbe mai uscita. Invece c’era stato Sabo che l’aveva aiutata. Era certa che con la collaborazione di tutti ce l’avrebbero fatta o, quanto meno, avrebbero avuto maggiori possibilità di farcela.
-Immagino che in questo momento gli Intendenti stiano parlando con gli altri radurai- affermò Marco
Bibi annuì -È così-
-Dobbiamo prepararci. Non abbiamo mai affrontato i Dolenti in modo così diretto, siamo sempre scappati da loro, ma le armi le abbiamo. E anche uomini forti e determinati che sanno quello che fanno- spiegò il biondo.
-Sono sicura che Law, Zoro e Sabo sapranno organizzare tutto al meglio- fece Rebecca.
-Spero che riescano a convincere tutti- disse Usop un po’ incerto.
La rosa lo guardò sorpresa e sorrise. Aveva temuto che sarebbe stato difficile convincere l’amico. Per quanto facesse lo spaccone sapeva quanto fifone fosse. Ma sapeva anche che, tra l’affrontare un tale pericolo con tutti loro e rimanersene lì da solo avrebbe deciso di seguirli.
-Se vai tu vengo anche io!- esclamò Chopper sollevando la matita che stava usando. Il nasone gli scompigliò i capelli sorridendo affettuosamente. Aveva sempre avuto un certo ascendente sul ragazzino e sperava davvero che sarebbe andato tutto bene, che sarebbero riusciti a proteggersi a vicenda.
Il loro lavoro proseguì per ore. Avevano trovato sei parole che si ripetevano in continuazione ma vollero continuare finchè non fossero stati sicuri di avere il codice esatto.
Bibi aveva appena finito di trascrivere le parole del codice su un foglio quanto la porta delle Stanza delle Mappe si aprì lasciando entrare Law, Nami, Sabo e Rufy, l’aria stanca di chi aveva discusso a lungo, ma mai stanca quanto quella dei ragazzi che ormai vedevano doppio a furia di tracciare linee.
-Come procede?- domandò il medicale passandosi una mano sul volto.
-Abbiamo decifrato il codice- fece Bibi con tono inespressivo passando il foglio al capo.
Quello lo afferrò prontamente e lo lesse in silenzio. Gli altri tre si avvicinarono a lui per fare lo stesso.
Il foglio riportava sei semplici parole in stampatello.
PIRATI - SANGUE - TESORO - MORTE -MARE - PREMI
-Wow! Pirati!- si illuminò Rufy.
-Tesoro?!- domandò Nami incuriosita.
-Scusatemi, nessuno nota la parte che cita morte e sangue?!- domandò il biondo, sollevando le spalle allibito.
Il moro ripiegò il foglietto e lo porse nuovamente alla turchina.
-Andiamo fuori. Ci sono alcune cose da discutere-
La ragazza si pose con cura il foglietto in tasca anche se aveva già memorizzato le parole e uscì per ultima dalla stanza. Appena fuori dalla porta trovò Nami ad aspettarla.
-Volevo dirti una cosa prima che tutta questa splof abbia inizio-
Bibi si fermò, preoccupata e curiosa allo stesso tempo.
-Non ce l’ho con te perchè stavi con i Creaotori. Non devi fartene una colpa- la rossa sorrise -L’importante è che tu sia venuta ad aiutarci. Dal primo momento che ti ho vista nei tuoi occhi ho letto tanto dolore e altruismo. Sono sicura che tu volessi davvero aiutarci e fossi davvero contro di loro-
La turchina la guardò, occhi e bocca spalancati. Era commossa, non sapeva cosa dire. Si sentiva in colpa: lei aveva visto le cose brutte che erano accadute ai radurai, aveva anche contribuito a farne accadere alcune, aveva visto Nami ferirsi durante la fuga e ora lei, proprio lei che avrebbe avuto tutto il diritto di odiarla, la stava perdonando senza che lei glielo chiedesse, perchè non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederle una cosa simile. Era pronta a vivere tutta la vita consapevole di essere odiata da lei, la prima persona in cui aveva riposto fiducia e che aveva riposto fiducia in lei, sapendo che sarebbe stato giusto.
Prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa vennero raggiunte da Rebecca che non si era allontanata di molto e aveva sentito tutto.
-Non sentirti in colpa. Non sei più la persona che stava con i Creatori e questo è l’importante. Nessuno potrebbe mai odiarti. È merito tuo se riusciremo a uscire da qui, ormai conta solo questo-
Bibi fissò le due ragazze davanti a lei che le sorridevano e la guardavano con affetto. Era davvero senza parole.
-Ragazze.... Io...-
Le mancava quasi il fiato.
Non sapendo come esprimere a parole tutta la sua riconoscenza annullò la distanza che la separava da loro e le abbraccio di slancio, circondando le loro spalle con le braccia, intrappolandole in una morsa forte e disperata. Subito sentì il gesto ricambiato da entrambe e si ritrovarono unite in un silenzioso abbraccio di gruppo ma che comunicava molto. Gli occhi di Bibi si inondarono di lacrime e anche quelli delle altre due si fecero lucidi.
-Spero davvero che riusciremo a uscire da qui- mormorò Rebecca.
-Sono sicura che ce la faremo- fece Nami, ma senza riuscire a nascondere il tremolio nella sua voce che tradiva la sua paura.
La turchina, ancora incapace di parlare, annuì e si separò da loro asciugandosi gli occhi con i dorsi delle mani.
-Forza, andiamo dagli altri- fece la rossa prendendo le due per mano e conducendole dagli altri radurai che erano tutti raccolti al centro della Radura.
Lei era un Intendente. Lei era la prima ragazza giunta nella Radura. Era compito suo prendersi cura di loro, nonostante le gambe le tremassero dalla paura e il suo cuore battesse all’impazzata. Non avrebbe mai mostrato loro quella debolezza e fragilità. Le avrebbe difese, fino alla fine.
Così come avrebbe difeso anche tutti gli altri suoi amici: Rufy e il suo sorriso allegro e ingenuo, Sanji e le sue premure affettuose, Sabo e i suoi modi sempre gentili. Persino Zoro e i suoi nomignoli fastidiosi. Ma soprattutto avrebbe difeso lui, quel ragazzo moro che la fissava avvicinarsi da lontano, stoico e inespressivo come sempre. Ma mai come in quel momento era necessario che fosse così, freddo e risoluto, per convincere i radurai all’azione.
Quando le ragazze ebbero raggiunto il gruppo, Law richiamò Bibi ad avvicinarsi a lui con un cenno della mano.
I due si ritrovarono in piedi di fronte a una folla di una trentina di radurai raccolti in attesa.
-Tutti voi siete stati resi partecipi delle nuove informazioni ottenute da Bibi durante la Mutazione- prese a parlare il moro camminando avanti e indietro, un gesto automatico per gestire lo stress e il nervosismo -Tutti voi siete stati lasciati liberi di decidere sul da farsi, se combattere o rimanere qui. Una decina di noi hanno deciso di rimanere nella Radura- lanciò un’occhiata al Casolare alle sue spalle dove il gruppetto di cui stava parlando si era rinchiuso -Senza rancore- aggiunse sottovoce, al punto che solo Bibi potè sentirlo.
Fece una pausa prima di proseguire.
-Ripetiamo il piano. Questa notte, quando i Dolenti saranno in giro per il Labirinto, noi entreremo nella loro tana e da lì raggiungeremo finalmente la nostra libertà. Probabilmente i Dolenti ci attaccheranno mentre ci dirigeremo alla loro tana e dovremo combattere. Ma abbiamo un vantaggio- il moro si voltò verso Bibi mentre proseguiva -La Fagiolina è riuscita a recuperare un codice che, una volta inserito nella Tana dei Dolenti, permetterà di disattivare quelle bestie schifose. Quindi il nostro compito, oltre a sopravvivere, sarà quello di permetterle di arrivare alla Tana sana e salva-
Bibi strabuzzò gli occhi. Quel discorso non le piaceva affatto. Sembrava che i radurai dovessero sacrificarsi per lei. Non era così, semmai doveva essere il contrario. Ma non ebbe il tempo di dire nulla che Law proseguì.
-Servono due persone che l’accompagnino, che l’aiutino e che la difendano nel caso nella tana ci siano altri Dolenti-
Questo era davvero troppo. Sembrava che stesse letteralmente chiedendo a qualcuno di morire per lei. Stava per dire qualcosa quando il moro continuò.
-Sabo. Tu conosci alla perfezione il Labirinto e i Dolenti. Te la senti?-
Ammutolita la turchina osservò il biondo alzarsi in piedi, così da poter essere udito e visto da tutti.
-No-
Bastò quella parola uscita dalle labbra del ragazzo per farle perdere un battito. Abbassò gli occhi, delusa.
-Appunto perchè sono Intendente dei velocisti il mio compito è quello di portarvi tutti fuori da qui. Io combatterò con tutti voi contro i Dolenti, metterò a vostro servizio le mie capacità, mi assicurerò che tutti superino la Scarpata-
Bibi risollevò lo sguardo, ammirata davanti a tanto altruismo, determinazione e onestà d’animo.
Si sentiva divisa in due: la parte egoista di lei lo voleva al suo fianco, non voleva separarsi nemmeno un momento da lui, per sentirsi protetta e proteggerlo. In quel poco tempo si era legata a lui in un modo che non avrebbe creduto possibile. Ma, dall’altra parte, non avrebbe permesso che quei sentimenti intralciassero la loro missione e dava ragione a lui: il suo posto era a capo e difesa dei radurai in fuga.
Il moro stava per dire qualcosa, una nota di disappunto nella sua espressione, ma il biondo proseguì.
-Indubbiamente permettere a Bibi di raggiungere la tana così da fermare i Dolenti è una delle nostre priorità e quindi propongo al mio posto un velocista con altrettanta esperienza: Marco-
L’interpellato, poco distante, annuì con determinazione.
-Bene così- approvò Law e Sabo si risedette.
-Qualcun altro?- domandò il moro guardandosi intorno.
Nel silenzio generale Bibi passò in rassegna il volto dei presenti e il suo sguardo si soffermò su Nami e Rebecca. Avrebbe sicuramente sofferto separandosi da loro e non potendo sapere come se la sarebbero cavate nella battaglia ma lei non poteva fare molto per loro: se un Dolente li avesse attaccati Marco si sarebbe concentrato su di lei lasciando indifesa l’altra. Sarebbero sicuramente state più al sicuro con gli altri radurai. Proseguendo con lo sguardo trovò Usop e Chopper seduti vicini, il terrore dilatava i loro occhi.
Avrebbe scelto uno di loro. Avrebbe portato uno di loro al sicuro e l’altro sarebbe rimasto a combattere spalla contro spalla con i radurai che avrebbero fatto di tutto per difendersi a vicenda.
-Usop- suggerì ad alta voce.
Quello sobbalzò sentendosi chiamato in causa.
Law passò lo sguardo tra lei e il nasone prima che il ragazzo dai capelli ricci annuisse, tremante.
-Bene così- annunciò Law -Abbiamo un paio d’ore per prepararci alla battaglia e alla fuga-
   
 
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