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Autore: Persefone3    08/01/2017    2 recensioni
Spoiler per chi non segue la messa in onda americana. Questa storia è una rivisitazione della puntata 6x06 Dark Water.
Emma ed Hook hanno da poco iniziato la loro convivenza. Tutto sembra rosa e fiori ma cosa succede quando i delicati equilibri tra i potenziali membri di questa famiglia vengono messi in crisi dalla Regina Cattiva? La storia riprende l'impianto della puntata e si inserisce in tutto e per tutto nell'arco narrativo della 6 stagione, mi sono semplicemente divertita nel cercare di arricchirne un po' la trama.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IV. Cards On The Table
 
Quando Emma rimise piede sulla nave, le parole di Belle risuonavano ancora nella sua mente. Istintivamente si girò verso Killian. L’uomo era intento a spiegare le vele per la partenza. Si sentì davvero fortunata ad averlo così incondizionatamente accanto. A volte era impulsivo e testardo, ma in ogni suo gesto traspariva il grande amore che diceva di provare per lei. Emma lo vide raggiungere il timone e tirare fuori dalla tasca della giacca l’arpione. Emma si avvicinò a lui e lo cinse da dietro. Una nuova avventura stava per iniziare a fianco del suo capitano.
 
- È tutto pronto? – gli chiese
- Prontissimo, amore. La dispensa è rifornita e le vele sono spiegate. Basta mollare le ultime cime e saremo pronti per salpare.
- Grazie
- Non lo devi neanche dire – rispose lui girandosi e abbracciandola – sai che farei qualunque cosa per te e per Henry. Siete la mia famiglia ora.
 
Emma sorrise.
 
- Se mi da l’ordine Capitano, mollerò le cime.
- È tutto pronto, quindi sì, puoi mollare le ultime cime.
 
Emma si avvicinò alle ultime funi che tenevano ancorata la nave al molo. I nodi erano stretti e ben eseguiti. In questo Killian era davvero un maestro. Sapeva che se avesse palesato le sue difficoltà si sarebbe precipitato ad aiutarla, ma stavolta voleva fare da sola, per dimostrargli che era stata attenta durante le sue spiegazioni.
 
- Ha le mani troppo delicate, signorina. Una bella ragazza come lei non dovrebbe mai usarle in questo modo.
 
A quelle parole, Emma si voltò verso la banchina, così come Killian. In piedi, Smee stava osservando la scena.
 
- Capitano – proseguì – in porto si era diffusa la voce che eravate in procinto di partire. So che non vuole intrusioni nella sua vita privata, ma non ho potuto fare a meno di ascoltare i vostri discorsi. Sarei davvero onorato di poterla servire ancora una volta.
 
La bocca di Killian fu increspata da un leggero sorriso. Smee era sempre stato il suo secondo sulla Jolly Roger e lo aveva aiutato un’infinità di volte. Da quando aveva deciso di rimanere in pianta stabile a Storybrooke le loro strade si erano allontanate ma mai del tutto separate.
 
- In nome dei vecchi tempi, sarei felice se volessi accompagnarmi ancora una volta Smee.
- Per me sarebbe un onore, capitano.
 
Killian fece segno al suo Primo ufficiale di salire a bordo ed unirsi a loro in questa nuova avventura. Smee si diresse immediatamente verso Emma per prendere il suo posto.
 
- Lasci fare a me signorina. Il suo posto è accanto al Capitano.
- Grazie Smee.
 
Emma raggiunse Killian e poi salparono quando il sole ormai stava già tramontando.
 

Nella stanza Henry aveva finito il suo pasto. L’uomo che aveva portato il vassoio era rimasto in piedi accanto a lui per tutto il tempo. Una volta che il ragazzo ebbe finito, riprese il vassoio e gli fece cenno di seguirlo oltre la porta. Lungo i bui corridoi, la testa di Henry stava cercando di darsi una spiegazione. Aveva ipotizzato tantissime idee, nessuna delle quali però abbastanza plausibile per la situazione in cui si trovava. Ad un tratto l’uomo si fermò davanti all’ultima porta del lungo corridoio e lo fece entrare. La stanza in cui il ragazzo si ritrovò era simile a quella in cui si era svegliato, con la differenza, però, che questa era molto più grande, piena di carte nautiche e con una scrivania al centro. Sul fondo della stanza, vi era, inoltre, un’altra porta che si aprì dopo pochi istanti. Ne uscì un giovane uomo, non troppo più grande di lui, che aveva uno sguardo stranamente familiare. Si avvicinò a lui con fare amichevole.
 
- Salve, Henry, benvenuto a bordo del Nautilus.
- Se questo è il Nautilus, tu devi essere il capitano Nemo. Strano, ti immaginavo diverso, più grande.
 
Il ragazzo esplose in una gioviale risata.
 
- Non sei l’unico ad averlo pensato. Mettiamola così: Nemo è il nome con cui i capitani vengono chiamati una volta che prendono il comando del Nautilus. Il mio vero nome è Liam.
- Bene Liam, perché sono qui.
- Ti chiedo scusa per il trambusto ma, vedi, eravamo al molo e i miei uomini ti hanno visto con un uomo poco raccomandabile. Stava cercando di farti del male e hanno creduto bene di intervenire.
- Neanche i tuoi uomini erano raccomandabili, visto il modo in cui mi hanno trattato. E poi siamo spariti in una nuvola di magia viola.
- Magia? Non so di cosa tu stia parlando.
- Non sono uno stupido. Sei d’accordo con la Regina Cattiva. State sicuramente tramando qualcosa.
 
Liam osservò il ragazzo. Era davvero sveglio come gli aveva detto la Regina nei loro colloqui.
 
- D’accordo, è vero. La Regina mi ha chiesto di tenerti d’occhio. È molto preoccupata per te.
- Ma davvero?
- Mi ha chiesto di portarti in un luogo sicuro, dove presto anche lei potrà raggiungerti.
- Io voglio tornare a casa mia, non rimarrò qui un secondo di più.
- Sai, Henry, questa nave è molto di più che un semplice ammasso di acciaio e rivetti. È una seconda occasione. Questo vascello è un rifugio per le persone che vogliono scappare dal passato. Qui le persone possono ricominciare da zero e smettere di avere paura di perdere le persone cui tengono. Se ti unisci al mio equipaggio non dovrai più navigare in acque oscure e potrai stare con tua madre.
- La Regina Cattiva non è mia madre! Smettila di mentire, non stai facendo tutto questo per bontà d’animo! C’è qualcos’altro sotto!
- Assolutamente no! Ti sto solo offrendo la possibilità di entrare a far parte di una comunità.
- E se io non volessi accettare la sua proposta?

L’espressione di Liam, che fino a quel momento era stata amichevole, mutò velocemente. Del cordiale ragazzo di pochi istanti prima, non era rimasto più nulla.
 
- Allora questo vascello sarà la tua bara.
- Verranno a cercarmi. Mia madre non si darà per vinta.
- Lo spero Henry così come spero che si faccia accompagnare dall’uomo che era con te sul molo. Lo conosco bene. Abbiamo un conto in sospeso.
 
La rabbia di Henry nei confronti del pirata crebbe ancora di più. Era ovvio che in tutti i suoi anni da pirata quell’uomo si era fatto non pochi nemici, il che voleva dire che sua madre e lui sarebbero stati sempre potenzialmente in pericolo. Era questa la cura che diceva tanto di avere nei loro confronti? No, il suo era puro e semplice egoismo.
 
- Quali che siano i tuoi rancori con Hook, lascia fuori mia madre e me.
- E perché? Lui ha lasciato fuori i miei affetti quando ne ha avuto l’occasione? No. Per quale motivo non dovrei restituirgli il favore? Ti ho dato la possibilità di aiutarmi spontaneamente, ma preferisci rendere le cose difficili.
 
Il capitano fece cenno ai due uomini di riportarlo nella stanza. I due uomini lo afferrarono e in quel momento, al fianco del Capitano comparve la Regina Cattiva.

- Vi sembra questo il modo di trattare mio figlio?

Gli uomini allentarono immediatamente la stretta sul ragazzo.

- Tu, cosa ci fai qui? – chiese Henry
- Controllo che tutto vada come deve andare.
- Perché mi stai facendo questo?
- Perché come ha detto mia madre una volta, quando si è genitori bisogna sempre fare ciò che è meglio per i propri figli a qualunque costo.

Detto questo, la Regina fece cenno agli uomini di portarlo fuori della stanza.

- Vado a prendere il secondo ospite capitano, spero sia tutto pronto per quando Hook arriverà qui.
- Prontissimo – rispose Liam risoluto.
 

Smee si era offerto di badare alla nave per la notte, in modo che Killian ed Emma potessero riposare. Nella cabina del Capitano, Emma si stava preparando per sdraiarsi. Killian era rimasto sul ponte per dare le ultime disposizioni. Nonostante la casa nuova e le comodità della loro stanza, le era mancata quella cabina. Era stato il primo posto che avevano condiviso e quello era stato il primo letto in cui si erano stretti l’uno all’altra, in cui si erano amati così appassionatamente. Erano tanti i ricordi e le conversazioni che avevano avuto luogo tra quelle assi di legno. Fu soprattutto una a tornarle in mente.
Era una fredda sera d’inverno e al molo l’umidità aveva appannato le finestre della cabina. Il freddo era davvero pungente per questo avevano deciso di infilarsi così presto sotto le coperte. Prima di raggiungerla, Killian si era premurato di aggiungere un ulteriore trapunta, ma nonostante ciò lei continuava a tremare come una foglia. Per questo l’aveva stretta ancora di più a sé sorridendo. Lui a quel freddo era abituato. Stava giocando con una ciocca dei suoi lunghi capelli biondi mentre Emma stava cercando di scaldarsi. La cosa divertiva non poco Hook che poteva approfittarne per viziarla ancora di più. Sulla mensola accanto al letto c’erano anche due tazze di tè fumante. Killian vi si allungò per dare una tazza ad Emma, perché una bevanda calda l’avrebbe sicuramente rifocillata. Sorrideva sotto i baffi mentre lei beveva.

- Non è affatto carino prendermi in giro così.
- Ma io non lo sto facendo.
- Ma davvero? E allora cos’è quel sorrisetto?
- Scusami, ma sei troppo buffa così intirizzita di freddo. Dai vieni qui.

Killian la strinse di nuovo e tornarono a sdraiarsi. Sentì il corpo di Emma scaldarsi piano piano e il suo naso, ancora un po’ freddo, accarezzargli un braccio. La guardò dolcemente mentre era intenta in quella premura. Emma, dal canto suo, si ritrovò a pensare a quante prima di lei avessero provato la sua stessa emozione nel trovarsi tra le braccia di lui. E ne fu gelosa, molto gelosa.
 
- Sai, a volte non riesco a non pensare a quante hai stretto così a te nei tuoi lunghi anni. So che è stupido, ma mi chiedo se dopo tutto questo tempo tu non ne sia stanco. In fondo, hai avuto a disposizione più di una vita.
 
Killian l’aveva guardata benevolo. Non ne avevano mai parlato apertamente, ma sapeva che in fatto di sentimenti passati Emma si sentiva vulnerabile. Aveva ragione, ovviamente, in amore aveva provato quasi tutto e per molto tempo si era sentito anche annoiato, quando non era risucchiato dalla sua sete di vendetta. Ma per quanto riguardava Emma, lei era sempre stata una scoperta e una tempesta per il suo cuore. Le baciò la fronte prima di risponderle.
 
- Le altre, ammesso e non concesso che ci siano state, non avrebbero mai avuto il tempo di sentire freddo come te, dato il poco tempo da loro trascorso qui. E quelle poche che forse, e sottolineo forse, ci sono state un po’ di più, mi avrebbero sicuramente annoiato a morte. Ma non tu, Emma: tu non potresti mai annoiarmi. Il piacere che provo quando ti ho tra le braccia è unico nel suo genere e non paragonabile a nulla. Credo che questo sia parte della magia che hai dentro e che trasmetti a chi ti è vicino.
 
Emma era arrossita vistosamente e il suo rossore si era accentuato quando i suoi occhi avevano incontrato quelli di Killian, così pieni di amore per lei.

Furono i passi di lui a distoglierla da quel ricordo. Emma si infilò immediatamente nel letto e fece finta di essere già addormentata. Sapeva che se l’avesse trovata sveglia, lui si sarebbe preoccupato. Alla soffusa luce della lampada sul tavolo, Emma lo vide scendere la scala che collegava la cabina al ponte. Prima di dirigersi alla scrivania, Killian guardò dalla sua parte per assicurarsi che dormisse. Con le coperte tirate fin sopra la testa, Emma rimase immobile. Poi lo vide dirigersi verso il tavolo. Si sfilò la giacca di pelle e la posò sulla sedia. Quindi si sfilò l’uncino, che posò sulla scrivania, e il gilet. Emma lo osservava attentamente, rapita dalla calma e dalla sicurezza dei suoi gesti. Una morsa attanagliò il suo cuore. Se non trovava una soluzione alle sue visioni, presto non avrebbe più potuto godere di quei piccoli momenti tra loro. E poi c’era sempre Henry tutto solo là fuori chissà dove e in balia di chissà chi. Gli occhi le si riempirono di lacrime e la sua mano iniziò a tremare in maniera irrefrenabile. Per non insospettire e preoccupare Hook più del dovuto, si strinse nelle coperte. Cercò invano di calmarsi, ripetendosi le stesse parole che aveva detto ad Henry pochi giorni prima per rassicurarlo:
 
“Non preoccupiamoci per il finale della storia. Pensiamo solo a goderci la trama, il viaggio insieme”

Ad un certo punto, sentì una mano correrle lungo la schiena, premurosa come sempre. Risalì la coperta fino a scoprirle il viso.
 
- Amore, che cosa ti succede?
 
Hook, in maniche di camice, era seduto accanto a lei. Emma mostrò la sua mano tremante e lui capì che la paura la stava divorando.
 
- Calmati, amore e guardami. Sei preoccupata per Henry e questo non fa che peggiorare le cose, ma andrà tutto bene.
- Dici? – chiese Emma nascondendo il viso tra le lenzuola.
- Non hai mai fallito in passato e non lo farai ora. Se mi fai posto, mi stendo qui, vicino a te.
 
Emma si scostò di lato mentre il pirata si sfilò gli stivaletti e la camicia e poi si sdraiò accanto a lei. Quando fu comodo, lei si insinuò tra le sue braccia in cerca di conforto. Hook si girò immediatamente verso di lei.
 
- A cosa stai pensando?
- A tutto quello che sto per perdere. E non posso fare a meno di pensare a tutto il tempo che ho sprecato con Henry e con te a causa dei miei timori e delle mie paure. Rimpiango il tempo che avremo potuto avere e quello che, forse, non avremo mai.
- Non voglio sentirti dire queste cose – rispose Hook ostentando una tranquillità che non aveva – troveremo un modo, Emma.
 
Fu stavolta il turno di Emma  sentire il corpo dell’uomo irrigidirsi. Aveva letto nei suoi occhi blu la paura di perderla ancora una volta. Sapeva di avergli affidato il compito più difficile di tutti dandogli quelle cesoie. Ma non aveva voglia di pensarci ora. Si concentrò solo sul suo abbraccio e sul suo calore.

- Posso farti una domanda Hook?
- Certo tesoro.
- Come mai conosci Nemo?
- L’ho incontrato ai tempi della maledizione oscura. All’epoca lui cercava anime tormentate con l’arpione che ti ho mostrato. Mi ha proposto di unirmi al suo equipaggio per riempire il mio cuore con l’unica cosa che mancava nella mia vita: una famiglia. Gli ho urlato in faccia che nessuno mai avrebbe potuto rimpiazzare quello l’Oscuro mi aveva tolto. Quanto mi sbagliavo all’epoca.

Killian accarezzò la testa di Emma. Ovviamente lei non era un rimpiazzo, ma solo dopo averla incontrata aveva capito quanto Nemo avesse avuto ragione in quella circostanza.
 
- Mi ha raccontato – proseguì il pirata – che sapeva come mi sentivo, dato che anche lui aveva perso la sua famiglia mentre era in mare. E ha cercato anche di dissuadermi dal cercare vendetta perché non avrebbe placato il mio dolore, come era successo a lui.
- Sembra una brava persona, poi cosa è successo? Perché ce l’ha con te?
- Perché ho fatto il pirata e ho incasinato tutto come sempre. Sai come sono fatto e all’epoca non ho voluto sentire ragioni. Me ne sono andato senza troppi complimenti prendendomi quell’arpione come bottino. Mi spiace che sia tornato e mi spiace che i miei errori passati ricadano sulle persone che mi sono vicine ora.
 
Emma lo baciò sulla guancia e poi appoggiò la testa sul suo petto. Voleva godersi a pieno quel piccolo momento di tranquillità, anche perché poteva essere uno degli ultimi che avrebbe potuto trascorrere con lui in quella cabina. Sapeva bene quanto sarebbe stato straziante il momento in cui avrebbe dovuto dirgli addio, ci erano già passati una volta e di certo un’eventuale seconda sarebbe stata ancora più straziante.
 
- Ti ricordi cosa mi hai fatto promettere prima di lasciarti andare nell’Underworld?
- Certo – rispose Hook facendole alzare lo sguardo verso di lui – Ti ho chiesto di non trincerarti dietro la tua armatura una volta che non ci fossi stato più.
 
Emma si tirò su e avvicinò di più il viso al suo.
 
- Quando non ci sarò più …
- Se non ci sarai più – la corresse Killian resoluto
- Se non ci sarò più devi promettermi che neanche tu ti rimetterai la tua armatura e che continuerai a vivere, senza odio.
 
Hook si tuffò sulle sue labbra morbide per suggellare quella promessa, la più importante della sua vita.

- Te lo prometto. Così come ti prometto che salveremo Henry. A qualunque costo.



ANGOLO DELL'AUTRICE:
Buon 2017 a tutti!!
Come avevo promesso, dopo i bagordi delle vacanze eccoci con il nuovo capitolo! Me lo ha lasciato la befana nella calza!! XD #persefonenonfairiderenessuno.
Io sto ancora rotolando per tutto quello che ho mangiato in queste due settimane e ora che ha calato questo freddo polare ho sempre più voglia di cioccolato!
Dunque questo è un capitolo prettamente Cs dove torniamo ad un po' di Fluff tra questi due (ah quanto mi mancano e marzo è ancora così lontano! ouch!).Il piano della Evil Quuen inizia a prendere forma e abbiamo capito che Liam va tenuto d'occhio!!
Spero davvero abbiate passato tutti un periodo sereno e che questo nuovo inizio per tante belle cose! E che ci porti un sacco di avventure Cs coi fiocchi!!
Grazie a tutti per letture, inserimenti e recensioni, siete sempre un prezioso contributo!
Alla prossima settimana! Un bacione
Persefone
 
  
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