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Autore: NeroNoctis    08/01/2017    2 recensioni
Julian è un ex cacciatore di streghe che ha scelto di non intervenire più nel mondo sovrannaturale. Dopo che una Banshee ha sterminato la sua famiglia e lui stesso ha causato il coma della persona a lui più cara, ogni cosa ha perso valore e i sensi di colpa lo divorano ogni secondo che passa.
Tuttavia, l'arrivo di una misteriosa figura stravolgerà nuovamente la vita dell'uomo, che sarà messa alla prova da oscure presenze, echi del passato e segreti che potrebbero cambiargli ancor di più la vita, o distruggerla per sempre.
Genere: Dark, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Click.
L'unico semplice rumore che riempiva la stanza di Cameron e Lily era proprio quello, il click del mouse. I due stavano ormai cercando da abbastanza tempo un volo per Newport, ma non avevano avuto molto successo. Lily aveva preparato del tè a cui aveva aggiunto del miele, giusto per rendere quella ricerca meno faticosa. Avrebbe anche preparato delle fette biscottate con lo stesso miele o della marmellata, ma una volta arrivata in cucina notò che nella confezione ne era rimasta soltanto una.

Click.
Da quanto tempo non facevano la spesa? Forse una settimana, o due. La paga da cantanti non era la migliore, ma si riusciva comunque ad arrivare a fine mese, soprattutto con le esibizioni al The Stage... non sapeva il perchè, ma Stephen era quello che pagava di più al mese. Li guardava sempre con il solito sorriso, come se ormai fossero parte di una grande famiglia, ma forse era solo un impressione sbagliata, non sapeva dirlo con certezza. L'unica cosa che sapeva era che al The Stage lei si sentiva in un posto familiare.

Click.
«Ah» sbuffò Cam, poggiando la schiena alla sedia girevole e portando le mani verso il soffitto. Era visibilmente stanco, dopotutto non aveva riposato un attimo da quando era uscito e aveva portato notizie di Knight. Afferrò la tazza, bevendone un sorso e godendosi il caldo liquido che lo riscaldava dall'interno, mentre i suoi occhi erano fissi sullo schermo. Era così serio, notò Lily. In quel momento il suo sguardo deciso ricordava molto quello di Adam, che sarebbe stato fiero di vedere uno sguardo così su Cam.

E lei era fiera allo stesso modo. Aveva sempre voglia di proteggerlo, anche quando non serviva. Avrebbe persino ucciso per lui, ma era in questi momenti che si rendeva conto che non serviva, lui sapeva cavarsela benissimo nelle peggiori situazioni e forse -anzi sicuramente- Cam era il più forte tra i due, sia emotivamente che fisicamente, nonostante fosse lei ad avere sempre l'aria da dura, cosa che le dava vantaggio nei rapporti di ogni giorno.

«Non troviamo posti, se li troviamo costano troppo. Che sfiga» esclamò Lily, per concentrarsi su altro e non sui pensieri che riguardavano lei. La priorità era arrivare a Newport, anche se sembrava impossibile. 

«Mi sa che dobbiamo mettere le buone intenzioni da parte, passare all'azione mista ad un pizzico di improvvisazione» rispose Cam, avvolgendo con entrambe le mani la calda tazza. Si accorse solo in quel momento che aveva le mani completamente congelate, chiedendosi di quanto fosse scesa la temperatura.  


Giorno della partenza, aeroporto.


Julian era seduto su una scomodissima sedia dell'aeroporto, le gambe erano poggiate sulla valigia nera mentre con le mani teneva fermo il diario di suo padre, leggendo varie imprese più o meno interessanti. Aveva letto di cacce fallite, riuscite e anche di alcuni parti del suo personale bestiario. La parte che lo incuriosì di più fu quella delle creature estinte dove figuravano creature di diverse mitologie: Wendigo, Wraith, Succubus «E io che credevo che le Streghe erano le uniche cattivone del mondo» successivamente, una particolare dicitura cancellata attirò la sua attenzione dove si intravedevano solo alcune lettere "C" "a" "a" "g" "g"

«Perchè avrebbe dovuto cancellarlo?» borbottò a bassa voce, passando l'indice su quella cancellatura che notò essere anche profonda, come se fosse stata effettuata di fretta e con violenza. Passò in rassegna diverse teorie, ma si accorse che nessuna di loro era plausibile, forse era semplicemente un errore del bestiario e quindi qualcosa da cancellare.

Avvisiamo gli spettabili passeggeri che il gate per il volo verso Newport è stato aperto.

«Finalmente» Julian si alzò, afferrando la sua valigia dove custodiva il suo arsenale. Pensò che uno dei pochi vantaggi di essere un Cacciatore dell'Enclave era che non appena il metal detector rilevava le armi, il simbolo dell'Organizzazione faceva capolino sugli schermi, dando praticamente il via libera. L'unica cosa utile.

Si mise in fila dietro a diverse persone, davanti a lui un signore anziano con lunghi capelli bianchi, sembrava quasi un senzatetto che aveva vinto alla lotteria e si dava alle vacanze sfrenate, o semplicemente Babbo Natale con un nuovo taglio di capelli, difficile dire quale fosse la soluzione migliore. Quel pensiero disegnò sulle sue labbra un leggero sorriso, uno di quelli fastidiosi che solo lui sapeva fare.

Si concentrò talmente tanto su BarboNatale (l'aveva rinominato così, giusto per dare corrette entrambe le versioni) che non notò che a qualche metro dietro di lui, Cam e Lily erano riusciti a procurarsi dei biglietti validi... in modi tutt'altro che legali. Avevano attirato con l'inganno una giovane coppia, per poi usare un leggero incantesimo di persuasione su di loro. Un furto in pieno regola, un furto magico, due reati in uno, mentre si insegue un Cacciatore che poteva ucciderli sedutastante.

Lily era visibilmente agitata, mentre Cameron tentava di essere più tranquillo. Sentiva l'adrenalina scorrere nel suo corpo, fare queste cose lo eccitava da matti. Dopotutto odiava la vita monotona e quell'occasione gli aveva stampato un sorriso compiaciuto sul volto, tranne quando si ricordava che l'incantesimo durava un numero variabile di ore... non erano ancora bravi a fare questo genere di cose.

Il ragazzo ricordò quando usò per la prima volta quel potere, stava convincendo una commessa di un fast food a farsi dare un hamburger in più, peccato che l'effetto svanì pochi minuti dopo e Cam sir itrovò a correre con il boccone ancora pieno.

«Stai pensando all'hamburger?» chiese Lily, guardandosi intorno.

«Ci penso ogni qualvolta che usiamo questo potere» rispose lui, soddisfatto. La sorella roteò gli occhi, rendendosi conto che non aveva senso fare quella domanda per ricevere puntualmente la stessa, identica risposta. Fortunatamente per loro i controlli andarono alla grande, così si ritrovarono seduti sul volo per Newport, con Julian seduto alcune file davanti che non si era accorto stranamente di nulla.

Il messaggio del pilota annunciò che l'aereo stava per partire e che le cinture di sicurezza andavano allacciate, mentre le hostess procedevano con il consueto gesticolare accompagnare dalle istruzioni. Cam non riusciva mai a capire perchè perdere tempo in tutta quella sceneggiata, se l'aereo avesse avuto qualche problema grave, erano tutti morti. Fin troppo semplice. 

«Cosa facciamo se dovesse accorgersi di noi?» chiese Lily, voltandosi verso il fratello che parve pensarci su. «Non lo so» rispose infine, lasciandola sprofondare sul sedile.

L'aereo finalmente partì e Julian guardò fuori dal finestrino, sorridendo. "Davvero quei due pensano che io non mi sia accorto di niente?" pensò. Aveva cacciato troppe Streghe ostili o le ben peggiori Banshee per lasciarsi sorprendere in quel modo, ma era curioso di sapere dove quei due bimbi volessero arrivare.

L'uomo si voltò verso il corridoio, per poi sobbalzare per via di una turbolenza... no, non era una turbolenza. Tutto l'aereo era stato invaso da una strana tonalità blu notte, come se l'intera luce fosse risucchiata da un buco nero. I passeggeri erano completamente immobili, come bloccati nel tempo. Julian si alzò, spostandosi nella corsi centrale e guardandosi intorno.

«L'impavido Cacciatore» una voce dietro di lui lo fece voltare, osservando un ragazzo che poteva avere circa venticinque anni. Non l'aveva mai visto prima, ma il suo sguardo era fin troppo deciso, dopotutto lo sarebbe stato anche lui in seguito ad un freeze del tempo su un aereo.

«Chi sei tu?» chiese Julian, mentre i suoi occhi divennero una piccola fessura. Lo stava studiano, cercando che razza di Stregone potesse essere... uno con queste abilità non poteva essere davvero in libertà.

«Gideon» rispose il ragazzo avvicinandosi all'uomo «Gideon Lawless»

«Un cognome adatto per uno che non rispetta la legge» ribattè Julian, con la solita calma da chi aveva affrontato fin troppe situazioni pericolose, anche se essere intrappolati in una gabbia di metallo ferma nel tempo non era la migliore delle aspettative.

«In effetti Lawless non è il mio vero cognome, l'ho solo preso in prestito. Suona bene, non trovi?»

Julian non rispose, rimase in attesa di una mossa del ragazzo, che non tardò ad arrivare. Gideon si lanciò a velocità impressionante su di lui, facendolo sbattere contro la porta della cabina di pilotaggio. Una smorfia di dolore apparve per una frazione di secondo sul viso di Julian, che tentò di afferrare un coltello che teneva sulla cintura. Una volta preso, trafisse il torace del ragazzo, che però non si mosse.

«Andiamo Julian, pensi che questo basti a fermarmi?» Gideon portò la mano sinistra all'altezza del cuore dell'uomo, dal suo palmo uscirono alcune scintille che bruciarono la sottile maglietta che indossava il Cacciatore, scoprendo il pentacolo cerchiato che marchiava la sua pelle.

«Il Marchio del Diavolo, il monito di una Banshee... vediamo ti sei meritato questa maledizione» Gideon chiuse gli occhi, per poi sorridere alcuni attimi dopo «Una vendetta contro tuo padre che hai pagato in persona... tua moglie e tua figlia brutalmente uccise e tu maledetto affinchè possa rivivere quei ricordi in eterno. Che crudeltà» il ragazzo sorrise.

«Che cosa sei?» chiese Julian a denti stretti, facendosi sorridere Gideon che aprì la bocca, mostrando un paio di canini lunghi ed affilati. Julian scosse la testa, iniziando a ridere.

«Suppongo che tu non creda ai vampiri» chiese Gideon, mordendosi il labbro inferiore dalla quale sgorgò una piccola goccia di sangue. Julian non riusciva a credere a quello che stava guardando, i vampiri non esistevano... le uniche minacce erano Streghe, Banshee, Witcher in casi estremi, ma mai vampiri. Quelle erano solo leggende.

«Non sono leggende e vedo che hai conosciuto anche un Witcher...» esclamò Gideon, sorpreso. «Non pensavo conoscessi quel simpaticone di Mikael Ragnarsson» aggiunse infine. Mikael era un Witcher che Julian aveva affrontato durante il periodo della caccia alla Strega Nera, la stessa strega che aveva causato il coma di Paul. I Witcher erano Cacciatori divenuti immortali tramite un incantesimo che, perdendo la motivazione nella loro causa, si trasformavano in macchine assetate di sangue e controllati dalle anime delle Streghe uccise durante tutta la loro esistenza. I casi di Witcher documentati erano veramente pochi e Mikael era stato l'ultimo di loro.

«Leggi anche nel pensiero? I vampiri non dovrebbero limitarsi a succhiare il sangue?» a quella domanda Gideon lasciò Julian, che si ritrovò esausto e sul pavimento dell'aereo. Il ragazzo si sedette di fronte a lui, osservandolo allo stesso modo in cui si osserva un amico al bar.

«In effetti mi nutro di sangue, sai, mi serve per tenermi in forze. Ma se credi che i vampiri sono quelli che vedi in The Vampire Diaries ti sbagli di grosso. Non divento cenere se cammino alla luce del sole, la verbena non ha nessun effetto su di me... mi chiedo chi sia il pazzo che mi abbia descritto in questo modo! Sono semplicemente un normale ragazzo di 156 anni che uccide per sopravvivere. I poteri magici sono un bonus che mi sono guadagnato, ma questo non fa di me uno Stregone, credo. Forse un ibrido tra Strega e Vampiro, ma non credo esista un termine adatto»

«Cosa vuoi da me? Vuoi forse uccidermi?» Julian non era intimorito dalla risposta, anzi, forse avrebbe preferito la morte così da potersi ricongiungere con Jill e Melissa e lasciarsi alle spalle l'incidente di Paul con relativi rimorsi di coscienza... era la scelta migliore per tutti, fanculo se il mondo era in pericolo per Angoni con artefatti magici. Lui voleva semplicemente essere lasciato in pace dai propri demoni.

«Non lo so, vedrò come si evolvono le cose. Sono tremendamente annoiato, son sicuro che tu e i due fratelli seduti in fondo mi farete divertire per un po'. A proposito, quei due sono convinti che tu non li hai notati»

Julian abbassò lo sguardo «sono inesperti»

«Hanno infranto la legge per salire su questo volo, dovresti punirli» puntualizzò Gideon, allontanandosi da Julian e osservando da vicino Lillian, carezzandole delicatamente la guancia e gustandosi il profumo così dolce della sue pelle e del suo sangue. Trovava ironico che proprio lui parlava di legge relativa alle questione magiche o civili.

«Si fotta la legge. Agirò solo se mi mettono i bastoni tra le ruote, non voglio seccature»

«Capisco...» Gideon rubò una bevanda dal carrello in fondo all'aereo, per poi voltarsi con fare teatrale verso l'uomo, che si era rimesso in piedi «Fossi in te tornerei al tuo posto, sto per sbloccare il tempo» Julian annuì, tornando al proprio sedile e fissando pensieroso fuori dal finestrino, mentre il vociare della gente riprendeva come se nulla fosse accaduto.


 


Aloysius Knight stava camminando tra gli enormi saloni dell'Enclave. Avere la sede sotto il Vaticano era un vantaggio enorme, nessuno sospettava di niente e poi era un luogo praticamente inaccessibile. Sorrise al pensiero della gente che era convinta che la Chiesa non utilizzasse i loro tesori per sfamare i poveri... semplicemente non poteva usare quelle ricchezze perché servivano a finanziare l'Enclave. Le classiche storie sulle proprietà papali erano così divertenti.

Bastava osservare quel luogo per rendersi conto che la Chiesa non aveva badato a spese per realizzarlo: saloni con pavimento di marmo lavorato così lucido da riflettere il soffitto decorato da enormi affreschi realizzati dai migliori artisti dei tempi perduti. Scalinate che portavano a piani inferiori e superiori, candele che illuminavano le parti più scure ed enormi lampadari di oro massiccio che illuminavano il resto della struttura. 

Dozzine di statue ed armature decoravano i lunghi corridoi dell'Enclave, mentre Arazzi e dipinti ad olio accompagnavano quelle pareti così piene di storie e segreti.

Knight passò accanto ad un vescovo, salutandosi con un silenzioso gesto del capo per poi dirigersi ognuno nella propria direzione. Il Gran Maestro era appena stato nella Biblioteca, stanza di innumerevoli metri quadrati in cui erano custoditi tutti gli scritti esistenti di quei tempi, che narravano della vera Creazione, della nascita delle Streghe, creature sovrannaturali, segreti millenari, minacce oscure, demoni... il mondo non era affatto luogo di sole Streghe, ma questo erano in pochi a saperlo. In passato esistevano varie creature, poi estinte o bandite dal mondo. Le Streghe erano le uniche sopravvissute e quelle che esistevano in maggior numero. La Biblioteca era anche il luogo dove era stata creata la religione, mezzo con cui veniva controllata l'umanità. 

Ma a Knight non importava pensare a quelle scartoffie per il momento, doveva vedere qualcosa di ben diverso da un essere sovrannaturale. Si fermò di fronte ad una porta di legno lucido, sistemandosi i grigi capelli arruffati. Entrò per poi richiudere la pesante forma di legno dietro di sè. Era in una stanza completamente austera, priva di decorazioni. Al centro vi era un solo pannello di vetro che saperava quel posto in due: da una parte lui, dall'altra un letto su cui era disteso Paul Rivers in stato comatoso.

«La nostra carta vincente» sussurrò Knight «mettere in scena il rapimento degli Angoni è stata la miglior soluzione» Ma era davvero la cosa giusta da fare? Knight sapeva che quello che aveva fatto era sbagliato verso Julian, il figlio del suo migliore amico e miglior partner di guerra... ma la posta in palio era davvero troppo alta. Una vittima necessaria per un bene superiore. Dopotutto quel Paul non era nessuno di rilevante, solamente un orfano salvato da Julian dopo che la famiglia era stata uccisa da una Banshee... ironico. Stesso destino del figlio di Jonathan. 

La porta della sala si aprì, mostrando un uomo vestito con una lunga toga viola.

«Mio Signore, Julian Sullivan è arrivato a destinazione»

Knight annuì «Perfetto. Adesso tutto è nelle sue mani. Che agisca con giudizio»

«Cosa ne sarà del ragazzo? Rivers, signore»

«Tenetelo in vita, per il momento. Se Sullivan dovesse fare qualcosa di avventato, tortureremo Paul per convincere il nostro Cacciatore»

«Come desidera»

L'uomo uscì dalla stanza, seguito pochi attimi dopo dallo stesso Aloysius Knight.
   
 
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